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Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Solitario, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Literature ItalianModern Italian LiteraturePoetry

Biografia e analisi della vita e dell'opera di Giovanni Pascoli, poeta italiano noto per la sua esistenza solitaria e la sua produzione poetica caratterizzata da temi di natura, lutti familiari, mistero e morte. Pascoli vinse 13 premi al concorso internazionale di poesia Latina di Amsterdam e insegnò alla Università di Bologna. La sua poesia è caratterizzata da immagini simboliche, metafore e temi di crisi esistenziale.

Cosa imparerai

  • Come la morte è presente nella poesia di Pascoli?
  • Che temi caratterizzano la poesia di Giovanni Pascoli?
  • Come la natura è rappresentata nella poesia di Pascoli?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 08/04/2022

annatrevi
annatrevi 🇮🇹

4.7

(6)

22 documenti

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Scarica Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Solitario e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli Pascoli visse un’esistenza solitaria e schiva. Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna in provincia di Forlì. A sette anni inizia gli studi nel collegio a Urbino. Il 10 agosto 1867 una tragedia sconvolge la sua famiglia, il padre tornando a casa cine ucciso. L’assassinio del padre, ritornerà nelle liriche di Pascoli ed a questo evento seguono altri lutti: quello della sorella maggiore Margherita e della madre e poi dei fratelli Luigi e Giacomo. Il “nido” familiare viene distrutto per sempre. Nel 1873 vince una borsa di studio all'Università di Bologna, che gli permette di iscriversi alla facoltà di lettere. Negli anni universitari entra in contatto con gli ambienti anarchici e viene privato dei sussidi agli studi per aver partecipato a una manifestazione studentesca contro il Ministro dell’istruzione. Arrestato nel 1879 durante una manifestazione trascorre tre mesi in carcere. Liberato e assolto dall’accusa, abbandona la politica e riprende gli studi, laureandosi nel 1822. Nominato professore di latino e greco a Matera, due anni dopo ottiene il trasferimento a Massa e nel 1887 a Livorno e qui prende in affitto una casa dove abita con le sorelle Ida e Maria. Nel 1891 Pascoli pubblica la sua prima raccolta poetica, Myricae. Le recensioni favorevoli della critica lo spingono a rimettere mano all’opera, e tra il 1892 e il 1900 escono altre quattro edizioni. Già dal titolo è chiara l’intenzione di dedicarsi a una poesia apparentemente umile e dimessa, incentrata sulle “piccole cose” della natura. Le liriche, sono in genere brevi quadri di vita campestre, che non si esaurisce nella semplice descrizione paesaggistica, ma alludono simbolicamente alla vita segreta e misteriosa della natura. Nel 1892 partecipa al concorso internazionale di poesia Latina di Amsterdam, ottenendo il primo premio, lo vince per altre 12 volte. Nell’autunno del 1895 resta turbato dal matrimonio della sorella Ida, vissuti come un nuovo doloroso abbandono. Il poeta si trasferisce in una casa a Castelvecchio di Barga che considera un rifugio. Nel 1897 e nominato professore ordinario di letteratura latina a Messina, dove resta fino al 1903, quando ottiene la cattedra all’università di Pisa. Nel 1897 escono il fanciullino, saggio teorico in cui espone in forma organica i principi ispiratori della sua poetica, e la prima edizione dei Poemetti, editi nuovamente nel 1900 e in seguito ampliati e divisi in due raccolte. Il tema centrale della raccolta e la vita di campagna, ma i componimenti si differenziano da Myricae per le dimensioni più ampie e la struttura narrativa. Sul piano espressivo risalta la sperimentazione linguistica, che si spinge fino alla mescolanza di lingue diverse. Nel 1903 appare la prima edizione dei Canti di Castelvecchio. I testi della raccolta segnano un ritorno alle tematiche e alle forme di Myricae,ricche di analogie e di una musicalità, ma se ne allontanano per un più maturo simbolismo. All’osservazione della natura e del suo mistero si accompagnano i temi dei lutti famigliari, una visione turbata e morbosa della sessualità e l'insistenza sulla presenza della morte. Nel 1904 pubblica i Poemi conviviali, ispirati al mondo classico. La raccolta riunisce venti poemetti su personaggi del mito e della storia antica, sui quali Pascoli proietta le inquietudini della crisi di fine secolo e le ansie dell’uomo di fronte ai grandi interrogativi esistenziali. Nel 1905 Pascoli subentra a Carducci nella cattedra di letteratura italiana all’Università di Bologna, dove vivrà fino alla morte. Viene coinvolto sempre più spesso in avvenimenti ufficiali, che influenzano anche la sua poesia. Il 26 novembre 1911 approva la spedizione in Libia. Le sue ultime raccolte mostrano una decisa involuzione verso temi nazionalistici, volti a celebrare le glorie e i personaggi della storia d’Italia. Questa produzione, è vicina ai toni da “poeta-vate”. Malato di cancro al fegato, Pascoli muore a Bologna nel 1912. Il pensiero e la poetica Le sue raccolte poetiche vengono pubblicate più volte a distanza di anni, con risultati spesso molto distanti dall’originale. All’interno della produzione pascoliana c’è una continua variazione di strutture e motivi, in un costante sperimentalismo che spinge l’autore a mettersi alla prova in ambiti e generi differenti. Il Fanciullino viene pubblicato in parte nel 1897 e in seguito ampliata e rivista. Pascoli utilizza una metafora ripresa da Platone per affermare che nell’animo di ogni uomo vive un “fanciullino”, un bambino capace di provare emozioni intense e ingenue e di scoprire le misteriose relazioni tra gli elementi naturali. Mentre la maggior parte degli uomini abbandona questa parte, il poeta e l’unico che riesce a rimanere bambino nell’anima ed è l’unico capace di guardare il mondo con stupita meraviglia e di dar voce alle proprie emozioni. Come i poeti simbolisti francesi, Pascoli considera la poesia una forma di conoscenza intuitiva. La prospettiva del “poeta-fanciullo” spinge il poeta a privilegiare una poesia in apparenza semplice, incentrata sulle “piccole cose” della natura, che assumono un valore simbolico e diventano specchio della sua sensibilità inquieta. L’ottica del fanciullino e il richiamo all’infanzia spiegano la predilezione di Pascoli per una poesia in apparenza semplice, incentrata sui particolari più minuti del paesaggio naturale. Questa attenzione per i dettagli non ha uno scopo puramente realistico, la precisione descrittiva serve a restituire alle singole cose il loro aspetto più autentico e ad arricchirle di un rinnovato valore simbolico. Il mondo esterno viene interpretato in chiave soggettiva e i diversi elementi della realtà naturale che alludono a verità più profonde e spesso legate all’esperienza biografica del poeta stesso. Le liriche pascoliane sono fitte di immagini simboliche, attraverso le quali la stilistici tipici della produzione pascoliana, come la sintassi paratattica ( ossia basata sulla coordinazione e sul libero accostamento di immagini), la frequenza di suggestive analogie e sinestesie e la ricerca di una musicalità ottenuta attraverso onomatopee e richiami fonetici. La poesia del nuovo secolo in Italia. I primi decenni del Novecento sono caratterizzati in tutta Europa dalla nascita delle Avanguardie storiche movimenti artistici che, sono accomunati da un atteggiamento di ostentata rottura verso la tradizione e del desiderio di proporre un’arte nuova, moderna e volutamente provocatoria. Gli esponenti di questi movimenti, animati da una violenta polemica verso la società borghese, si riuniscono in gruppi che si riconoscono in un intento di rinnovamento che investe in modi diversi tutte le arti, proponendosi lo scopo di rivoluzionare tutti i diversi aspetti della società contemporanea: i costumi, la politica e il gusto corrente. Anche il panorama letterario italiano viene interessato da importanti novità, portano alla nascita di una poesia profondamente diversa rispetto alla tradizione ottocentesca. In italia si distinguono 3 correnti letterarie che, si esprimono in modi nuovi e moderni, sebbene diversi tra loro: ● Il futurismo nato nel 1909; ● Il movimento crepuscolare; ● La rivista fiorentina “la Voce” Futurismo Il Futurismo nasce nel 1909 quando Filippo Marinetti pubblicò sul quotidiano francese “Le Figaro”, il “Manifesto del Futurismo”. L’avanguardia futurista si diffonde prima a Milano, ma si sviluppa soprattutto a Firenze. Al Futurismo aderiscono anche poeti provenienti dall’esperienza crepuscolare, come Corrado Govoni e Aldo Palazzeschi. Il movimento si diffonde anche in Francia e in Russia, dove assume caratteri diversi. Il futurismo polemizza in modo ostentati e violenti contro la tradizione e si contrappone all’arte del passato, i futuristi si ispirano alla realtà contemporanea e celebrano nelle loro opere i valori e i simboli della modernità e del progresso: la velocità, il dinamismo, le macchine. Questo intenso Induce i futuristi a esaltare l’energica affermazione della modernità è conosciuta politicamente intenso nazionalistico, spingendosi all'esaltazione della guerra. questa Concezione della realtà viene portata avanti dai futuristi in forme nuove e provocatorie, con numerosi manifesti programmatici pubblicati su riviste ma anche attraverso il cinema. lo scopo principale del movimento è quello di stupire e scuotere il pubblico dando scandalo e opponendosi alle convenzioni Borghese. Lo strumento privilegiato per descrivere la realtà viene individuato nella tecnica della parola in libertà, o sì o nella costantemente libero e intuitivo di termini che servono a tradurre sulla pagina il dinamismo e la frenesia della vita moderna. in un aceto sperimentalismo, e futuristi teorizzano quindi la rinuncia le regole della sintassi, L'abolizione della punteggiatura (sostituita da simboli matematici) e l'eliminazione di aggettivi, al fine di far risaltare i singoli Termini. l'intento di creare una arte globale comporta una particolare attenzione alla componente grafica e visiva e a quella sonora, con un uso massiccio di onomatopee e figure di suono. la sua riflessione teorica contribuisce in modo decisivo nel rinnovamento della forma poetica e tradizionale. Filippo Tommaso Marinetti, nato nel 1876 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani, si trasferisce diciottenne a Parigi. rientrato in Italia agli inizi del 900 Fonda a Milano la rivista poesia e nel 1909 pubblica su Le Figaro il Manifesto del Futurismo. favorevole alla guerra in Libia assiste come cronista la battaglia di adrianopoli ed esalta la violenza del conflitto, e scrive poemetto zang tumb tumb. Dopo un viaggio in Russia, Marinetti appoggia con decisione l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale e parte volontario per il fronte punto nel dopoguerra aderisce al fascismo e gli viene intimo amico di Mussolini. muore nel 1944 a Bellagio sul lago di Como. Marinetti applica nelle sue opere i principi espressi nei numerosi manifesti teorici da lui stesso redatti, esaltando la modernità, dinamismo e l'ambigua bellezza della guerra. In zang tumb tumb celebra in toni entusiastici le fasi culminanti del conflitto bulgaro turco del 1912. la raccolta ha la forma di un poemetto in prosa parolibera, la disposizione dei termini risponde al desiderio di trasmettere simultaneamente sensazioni visive e acustiche, con un'attenta cura dell'aspetto grafico. L’assenza di punteggiatura, la destrutturazione della sintassi e la fitta rete di analogie sono accompagnate da ricorso a caratteri tipografici insoliti ed effetti fonosimbolici. questi testi costituirono per l'epoca una novità stilistica. Al Futurismo aderiscono anche poeti provenienti dall'esperienza crepuscolare come Palazzeschi. Esso Durante il soggiorno a Parigi frequenta Marinetti si avvicina al Futurismo pubblicando la raccolta L'incendiario punto della corrente futurista Palazzeschi apprezzo l'originalità ma in polemica con la formazione interventismo di Marinetti, nel 1914 abbandona il movimento esprimendo il proprio disaccordo sul conflitto nelle prose due imperi mancati. nel 1934 pubblica il romanzo Sorelle Materassi. L'opera di Palazzeschi trovo una profonda coerenza nella costante carica ironica e giocosa che si manifesta appieno con l'adesione al Futurismo. l'esaltazione nella risate e dell'ingenuità a farti le diviene un sottile strumento per irridere il perbenismo borghese è una poesia che tende al gioco verbale e al verso Libero. Crepuscolari. Nel movimento crepuscolare specchio è il Torinese Guido Gozzano. esistono accomunati dal rifiuto del modello dannunziano e dall'interesse per temi quotidiani e malinconici e per l'adozione di uno stile colloquiale e prosastico punto e crepuscolari portano la poesia del tempo una serie di importanti novità tra cui la dottrina del verso libero, destinate a influenzare in modo decisivo la poesia del Novecento. Il Crepuscolo indica l'ora che precede sia il tramonto sia l'alba duepunti L'Alba del nuovo secolo. I temi del Crepuscolo sono la degradazione del mito del poeta, la sfiducia nel ruolo etico e civile della letteratura, La rassegnazione malinconica e ironica alle meschinità del presente, ambigua contestazione dell'ideologia dell'utile Borghese, riuso della tradizione ma in senso anti e spesso farò dico, massima aderenza al presente descrive gli oggetti e gli stereotipi della realtà contemporanea, volontà di dare spazio a ciò che tradizionalmente resta fuori della letteratura colta .Lo stile del crepuscolo è il rifiuto della retorica e Sante e sentimentale, la mescolanze di registri e di stili, la ricerca di un tono u Mine di mezzo, di un lessico semplice e colloquiale, riuso di m desueti orari spesso con rime trasgressiva e, forte narrativa molte poesie sono racconti in versi, ostentata di logicità, ironia o screen contrapposti rispettivamente Allego tismo dannunziano e al patetismo pascoliano. Dal crepuscolarismo si passa al Futurismo.
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