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Riassunti dettagliati degli atti della Celestina in italiano, Appunti di Letteratura Spagnola

Prologo: è preso quasi alla lettera dalla Prefatio al libro II del De remediis utrisque fortunae di Petrarca, e cita in apertura una frase di Eraclito che dice che tutte le cose sono create a guisa di contesa o battaglia. L’autore cita questa sentenza riferendosi all’uomo, ma allarga poi lo sguardo a tutti gli elementi della natura, e nota che c’è sempre contrasto. Lo stesso contrasto che l’autore sa che nascerà dalla sua opera: gli stampatori ci hanno messo del loro ponendo all’inizio di ...

Cosa imparerai

  • Perché Calisto è così innamorato di Melibea?
  • Che cosa vuole realmente Celestina da Calisto?
  • Come Celestina riesce a manipolare Melibea?
  • Come reagiscono Sempronio e Parmeno alle azioni di Calisto?
  • Come finisce la storia tra Calisto, Melibea e Celestina?

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 13/07/2021

Sabrie-21
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Scarica Riassunti dettagliati degli atti della Celestina in italiano e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Riassunti dettagliati degli atti della Celestina Prologo: è preso quasi alla lettera dalla Prefatio al libro Il del De remediis utrisque fortunae di Petrarca, e cita in apertura una frase di Eraclito che dice che tutte le cose sono create a guisa di contesa o battaglia. L'autore cita questa sentenza riferendosi all'uomo, ma allarga poi lo sguardo a tutti gli elementi della natura, e nota che c'è sempre contrasto. Lo stesso contrasto che l'autore sa che nascerà dalla sua opera: gli stampatori ci hanno messo del loro ponendo all'inizio di ogni atto rubriche secondo lui superflue, e poi altri hanno avuto da dire sul titolo, e cioè pensavano che non potesse essere chiamata commedia dato che finiva in tristezza. Fernando de Rojas afferma che il primo autore volle chiamarla commedia considerando il principio lieto, e lui vedendo queste dispute, divise la questione al mezzo e la chiamò “tragicommedia”. Infine precisa che la scrittura di quest'opera fu una sorta di passatempo, svoltosi nei momenti sottratti agli studi principali, cioè quelli giuridici. 1. Calisto entra in un giardino per inseguire il suo falcone e incontra Melibea; nel vedere la bellezza della ragazza afferma che in lei si concentra la bellezza di Dio, ma Melibea lo respinge prontamente e gli ordina di andare via. Per questo Calisto torna a casa molto angosciato e subito chiama il suo servo Sempronio, ordinandogli di chiudere immediatamente le finestre e di lasciarlo solo avvolto nelle tenebre. Sempronio capisce che è afflitto dal male d'amore, e va via; in un primo momento pensa che se vuole ammazzarsi può farlo, ma poi pensa a quanti dicono che il dolore si guarisce con la compagnia e pensa di andare ad aiutarlo. In quel momento Calisto lo chiama e comincia quasi a delirare, pronunciando dei versi e identificando Melibea con Dio, al punto di rispondere alla domanda "tu non sei cristiano?" con "io sono Melibeo, Melibea adoro, in Melibea credo e Melibea amo". Sempronio resta sbalordito e ride perchè ensa che il peccato del suo signore sia simile a quello di Sodoma e facendo questo paragone fa ridere anche Calisto che tutto avrebbe pensato di fare, tranne quello. A questo punto Calisto comincia ad elencare a Sempronio le doti di Melibea: la nobiltà, la grazia, la bellezza, i capelli lunghi e simili al colore dell'oro, gli occhi, la bocca, le mani, la carnagione, ecc (descrizione tipica della letteratura medievale). Sempronio stanco decide di trovare un rimedio, dicendo al suo signore che conosce una vecchia chiamata Celestina che potrebbe risolvere i suoi problemi, la quale dimora nella stessa casa in cui abita la sua amante Elicia, nonchè prostituta. Allora Sempronio si reca a casa della mezzana, la sua vista mette in agitazione Elicia, la quale se la stava spassando con un altro cliente. Il servo parla con Celestina; mentre a casa Calisto parla con l'altro suo servo, Parmeno; subito bussano alla porta Celestina e Sempronio che si sono messi d'accordo ma Parmeno non è felice di vedere la mezzana e spiega al suo signore il motivo: le aveva fatto da servitore e aveva avuto modo di constatare che tutti i mestieri che si metteva a fare, erano solo coperture per la sua attività di mezzana di fanciulle meschine che vendevano il loro corpo. Calisto gli chiese di smetterla e si diresse verso Celestina desideroso di conoscere i suoi rimedi. La donna subito si mostrò per quella che era, avida di denaro e Parmeno sotto voce continuava a pronunciare parole di pensa per il suo padrone che era caduto nelle grinfie di quella strega. celestina sentendole rispondeva a tono a Parmeno e gli cominciò a raccontare del suo rapporto con la madre (la quale era una prostituta e vecchia amica di Celestina): la donna in punto di morte le aveva raccomandato il figlio e lei lo aveva sempre trattato da tale; per questo anche nell'occasione di vederlo con Calisto provava gioia nel sapere che non aveva vagabondato, ma gli raccomandava di non fidarsi mai ciecamente di signori come lui, e con un nome provò a corromperlo: Areusa. avvicinandosi però Sempronio e Calisto, i due smisero di parlare e Celestina chiuse il suo discorso dicendo a Parmeno di diventare amico dell'altro servo, perchè insieme avrebbero avuto la possibilità di riuscire nell'impresa. E infatti i due si avvicinano e parlando sotto voce Sempronio dice a Parmeno che Calisto ha dato 100 monete d'oro a Celestina e insieme se la ridono alle spalle del loro signore. . Calisto resta in casa a parlare con Sempronio, gli chiede se ha fatto bene a dare a Celestina 100 monete d'oro; ovviamente il servo (che è d'accordo con lei), incoraggia la fiducia del signore nei confronti della vecchia e gli suggerisce di calmarsi e andare a riposarsi perchè la sua faccenda è in buone mani. Calisto però è impaziente e pensa che non sia una buona idea e chiede a Sempronio di recarsi da Celestina per sollecitarla; lui però non vuole lasciarlo solo, allora il signore gli dice di andare e di chiamare a sostituirlo Parmeno, che gli farà compagnia. Quindi Calisto resta in compagnia di Parmeno e chiede a lui cosa gli sembri della faccenda, il servo non riesce a trattenere i suoi dubbi riguardo la mezzana e pensa che sia caduto proprio in brutte mani. AI signore non piacciono i discorsi del servo e gli ordina di tacere e di far sellare il suo cavallo. Così vi monta sopra e cavalca, ricoperto dalle maledizioni di Parmeno che è stanco di non essere creduto e pensa che il male gli derivi sempre dalla sua lealtà. . Sempronio va a casa di Celestina la sgrida per la sua lentezza e la donna non si stupisce perchè sa che è tpica degli amanti l'impazienza. Insieme si mettono a studiare il comportamento da adottare nella faccenda di Calisto e Melibea. Innanzitutto capiscono che per portare Parmeno dalla loro parte devono usare Areusa come esca, e rivela al servo che conosce il ragazzo praticamente da quando è nato, dato che era molto amica della madre. Poi Celestina dice al servo che troverà il modo di far innamorare Melibea di Calisto. Intanto sopraggiunge Elicia, felice e stupita insieme di vedere Sempronio lì per la seconda volta, tanto che lo prende con sè e lascia la mezzana da sola, dopo averle portato il viniere, que en su boca de Celestina està agora aposentado el alivio o pena de mi corazòn. . Calisto è ansioso di sapere di Melibea. Celestina, con la sua caratteristica maestria in digressioni e circoli, cerca di accrescere l'impazienza del giovane innamorato, a volte facendogli sperare il meglio, a volte infondendogli paura. Il giovane è disperato: Madre mia, abrevia tu razòn o toma esta espada y métame. Ne approfitta Celestina per sottolineare l'arduo della sua impresa: come dovette rischiare la sua vita, mettendola a rischio, e come riuscì alla fine a guadagnarsi l'amicizia di Melibea; in modo tale che d'ora in poi gli avrebbe aperto la porta nonostante il suo povero aspetto: Buena se puede decir, pues queda abierta puerta para mi tornada y antes me recibirà a mi con esta saya rota, que a otro con seda y brocado. Calisto era ancora impaziente: CAL. __ Dime, por Dios, sefiora, iQué hacia? iC6mo entraste? Qué tenfa vestido? sA qué parte de casa estaba? Qué cara te mostrò al principio? CEL. __Aquella cara, sefior, que suelen los bravos toros mostrar contra los que lanzan las agudas flechas en el coso, la que los monteses puercos contra los sabuesos, que mucho los aquejan. CAL. __ iY a esas Ilamas sefiales de salud? Pues icuégles seràn mortales? No por cierto la misma muerte: que aquélla alivio serfa en tal caso deste mi tormento, que es mayor y duele més. Nel frattempo, non smette di fare commenti duri contro Celestina e i pazzi innamorati; Sempronio cerca di contenerlo per impedirgli di mandare all'aria tutto l'affare che stanno tramando. Calisto si inginocchia davanti a Celestina mentre lei continua a raccontarle quello che è successo tra lei e Melibea, in Modo molto prolisso, fino ad arrivare al cordone che consegna a Calisto. Questo cade nel delirio: CEL. __... Toma este cordén, que, si yo no me muero, yo te daré a su ama. CAL. __ jOh nuevo huésped! !Oh bienaventurado cordén, que tanto poder y merecimiento tuviste de cefiir aquel cuerpo, que yo no soy digno de servir! jOh nudos de mi pasién, vosotros enlazasteis mis deseos! Celestina chiede la ricompensa di Calisto per il cordone. Calisto gli offre tutto quello che le chiede: Oh, por Dios, toma toda esta casa y cuanto en ella hay y dimelo, o pide lo que querràs sQué dices de manto? jY saya y cuanto yo tengo! Poi ordina a Pàrmeno di accompagnare Celestina a casa. . Celestina si crede con autorità e diritto di ammonire Pàrmeno, che non deve mormorare e opporsi ai suoi interessi, perché possono andare a vantaggio di tutti. Lo incoraggia ad essere più affettuoso con Sempronio che il domestico più giovane deve prendere come modello: Creceria vuestro provecho déàndoos el uno al otro la mano, ni aun habria més privados con vuestro amo que vosotros. Pues sabe que es menester que ames si quieres ser amado. Celestina finalmente torna a ricordare al giovanotto che lei non è peggio di sua madre, insinuando che dovrebbe accettarla al suo posto: No me la nombres, fijo, por Dios, que se me hinchen los ojos de agua. iY tuve yo en este mundo otra tal amiga? sOtra tal compafiera? sTal aliviadora de mis trabajos y fatigas? sQuién suplia mis faltas? sQuién sabia mis secretos? Quién descubria mi corazén? iQuién era todo mi bien y descanso, sino tu madre, més que mi hermana y comadre? ;jO qué graciosa era! jO qué desenvuelta, limpia, varonil! Tan sin pena ni temor se andaba a media noche de cimenterio en cimenterio, buscando aparejos para nuestro oficio, como de dîfa. Ni dejaba cristianos ni moros ni judios, cuyos enterramientos no visitaba. De dia los acachaba, de noche los desaterraba. asi se holgaba con la noche escura, como tu con el dia claro; decia que aquélla era capa de pecadores. iPues mafia no tenfa con todas las otras gracias? Una cosa te diré, porque veas qué madre perdiste; aunque era para callar. Pero contigo todo pasa. Siete dientes quité a un ahorcado con unas tenacicas de pelacejas, mientra yo le descalcé los zapatos. Pues entraba en un cerco mejor que yo y con més esfuerzo. Nel caso in cui tali ricordi non bastassero, aggiunge la promessa di dargli Aretusa verso la cui casa si dirigono. Celestina entra nella stanza della ragazza. Pàrmeno rimane indietro, nervoso, in attesa. Areùsa dice di avere un amico. Celestina cerca di convincerla che tali amici non meritano tanta fedeltà; ne loda la bellezza e la freschezza e si mostra incantata di guardarla e di rapportarla sotto le bianche lenzuola. Le parla di Pàrmeno, compagno di Sempronio, amico di Elicia, sua cugina, e dei benefici che può offrirle la sua amicizia. Fa salire Pàrmeno e invita i giovani a godere dell'amore. Celestina, quando li vede, muore d'invidia, perché come vecchia avrebbe perso i denti, ma gli restava ancora il sapore: Quedaos adiés, que voyme sola porque me hacéis dentera con vuestro besar y retozar. Que aun el sabor en las encfas me quedbé: no le perdi con las muelas. Celestina esce. Nella sua casa l'aspetta Elicia. Elicia e Celestina discutono ma alla fine si sistema tutto tra loro. . Pàrmeno si sveglia nel letto di Areùsa e si rende conto che è già mezzogiorno; è molto tardi e deve tornare a casa immediatamente. Prima di partire, invita Areùsa a cena da Celestina. Sulla strada si crede l'uomo più felice e fortunato del mondo, ringraziando Celestina per tanta gioia: ‘Oh placer singular! !Oh singular alegria! iCuél hombre es ni ha sido més bienaventurado que yo? iCuél més dichoso y bienandante? ... Por cierto, si las traiciones de esta vieja con mi corazén yo pidiese sufrir, de rodillas habfa de andar a la complacer. iCon qué pagaré yo esto? Giunto a casa, Pàrmeno si incontra con Sempronio che lo rimprovera per il suo ritardo Per dirgli quanto è accaduto e rende partecipe della sua gloria: la gloria di aver raggiunto Aretusa: PAR. __ iPues qué es todo el placer que traigo, sino haberla alanzado? SEMP. __ jCémo se lo dice el bobo! j De risa no puede hablar! «A qué Ilamas haberla alcanzado? jEstaba a alguna ventana o qué es eso? PARM. __A ponerla en duda si queda prefiada o no. Parmeno si pente di essersi opposto ai piani di Sempronio e Celestina ed è disposto a collaborare con loro su tutto, perché riconosce che nel gioco di Calisto e Melibea c'è una possibilità di profitto. Sempronio e Pàrmeno accettano di dimenticare il passato in vista di un futuro molto promettente: SEM. __ Seamos como hermanos, ... sea lo pasado cuestién de Sant Juan y asi paz para todo el afio. Que las iras de los amigos siempre suelen ser reintegracién del amor. Comamos y holguemos, que nuestro amo ayunarà por todos. I due servi accettano di celebrare un pasto a casa di Celestina, con Elicia e Areusà. Nel frattempo, in camera da letto, come al solito, Calisto delira d'amore, recitando poesie, tra sogni, senza sapere se è il momento di svegliarsi o di coricarsi. CAL. __ Corazén, bien se te emplea Que penes y viuas triste, Pues tan presto te venciste Del amor de Melibea. Calisto sente suonare a messa e si appresta ad andare in chiesa. Nella sua sbadataggine, si consegna a disposizione del suo servo: Sempronio mi fiel criado, mi buen consejero, mi leal servidor, sea como a ti te parece. Porque cierto tengo, segin tu limpieza de servicio, quieres tanto mi vida como la tuya. . Sempronio e Pàrmeno vanno a casa di Celestina per pranzo. Camminano verso la chiesa per vedere se Celestina è li perché questa di solito ci va quando a casa manca cibo: Cuando ella tiene qué hacer, no se acuerda de Dios ni cura de santidades. Cuando hay que roer en casa, sanos estàn los santos; cuando va a la iglesia con sus cuentas en la mano, no sobra el comer en casa. | due servi sanno che Celestina non è molto affidabile, ma allo stesso tempo credono che, per il bene di tutti, non dovrebbero dare pubblicità alla loro rovina. Elicia e Areusa sono impazienti perché sono in ritardo. Quando arrivano, i cinque si siedono a tavola davanti ad un pasto abbondante; Celestina intona le sue lodi al vino: esto quita la tristeza del corazén, més que el oro ni el coral; esto da esfuerzo al mozo y al viejo fuerza, pone color al descolorido, coraje al cobarde, al flojo diligencia, conforta los celebros, saca el frio del est6mago, quita el hedor del anhélito, hace potentes los frios, hace sufrir los afanes de las labranzas, a los cansados segadores hace sudar toda agua mala, sana el romadizo y las muelas, ... Elicia, un po' gelosa, si arrabbia con Sempronio per gli immediati elogi a Melibea: Aquella hermosura por una moneda se compra de la tienda. Por cierto, que conozco yo en la calle donde ella vive cuatro doncellas en quien Dios més repartié su gracia que no en Melibea, que si algo tiene de hermosura es por buenos atavios que trae. Ponedlos en un palo, también diréis que es gentil. Elicia si alza da tavola, ma alla fine si calma e la fuego que ya me aqueja! Melibea assicura a Calisto che con le sue parole aveva cercato solo di dimostrare la sua fedeltà, e gli conferma la sua gioia e la sua dedizione: TU /loras de tristeza, juzgàndome cruel; yo Iloro de placer, viéndote tan fiel. jOh mi sefior y mi bien todo! jCu&nto més alegre me fuera poder ver tu faz, que oîr tu voz! ... Limpia, sefior, tus 0jos, ordena de mi a tu voluntad. Entrambi maledicono quelle porte che gli impediscono di gioire pienamente del loro amore: MEL. __ ... las puertas impiden nuestro gozo, las cuales yo maldigo y sus fuertes cerrojos y mis flacas fuerzas, que ni tù estarias quejoso ni yo descontenta. CAL. __ iC6mo, sefiora mia, y mandas que consienta a un palo impedir nuestro gozo? Nunca yo pensé que, demés de tu voluntad, lo pudiera cosa estorbar. jOh molestas y enojosas puertas! Ruego a Dios que tal fuego os abrase, como a mi da guerra: que con la tercia parte seriades en un punto quemadas. I due amanti si accordano per vedersi il giorno seguente nel giardino: MEL.__... conténtate con venir mafiana a esta hora por las paredes de mi huerto. Il dialogo cessa e i giovani si allontanano quando Sempronio e Pàrmeno avvertono il loro padrone della guardia notturna che si avvicina con le asce. Pleberio, nella sua camera da letto, si sveglia davanti al trambusto nella stanza di Melibea. Alicia gli conferma di averlo sentito. Pleberio chiede a Melibea cosa stava succedendo. Questa gli dice che aveva sete e Lucrezia era uscita per un bicchier d'acqua. Nel frattempo, Calisto e i suoi servi tornano a casa. Calisto si appresta ad andare a letto e consiglia ai suoi servi di fare lo stesso. Sempronio, tuttavia, non smette di pensare alla catena d'oro e alla parte che spettava loro e vuole regolare i conti con la vecchia Celestina, il più presto possibile. | fanciulli vanno verso la casa di Celestina. La chiamano dalla finestra della camera da letto. Celestina li apre. Entrano. Dichiarano che vengono per la loro parte della catena. Celestina, sempre così astuta, si mostra confusa nelle loro spiegazioni. Dice loro di averla data ad Elicia, che non sa dove l'ha messa, che non era di molto valore, aggiungendo che temeva che dei parenti che l'hanno visitata l'avrebbero portata via; ma infine conclude che, in ogni caso, la catena apparteneva a lei e a nessun altro: la cadenilla que traje para que [Elicia] se holgase con ella y no se puede acordar dénde la puso. Que en toda esta noche ella ni yo no habemos dormido suefio de pesar. No por su valor de la cadena, que no era mucho; pero por su mal cobro della y de mi mala dicha. Entraron unos conoscidos y familiares mios en aquella saz6n aqui: temo no la hayan Ilevado, diciendo: si te vi, burléme, etc. asi que, hijos, ahora que quiero hablar con entrambos, si algo vuestro amo a mi me dio, debéis mirar que es mfo; que de tu jubén de brocado no te pedî yo parte ni la quiero. Sirvamos todos, que a todos darà, segin viere que lo merecen. Que si me ha dado algo, dos veces he puesto por él mi vida al tablero. La disputa continua; Celestina si rende conto che la situazione si aggrava e chiede ad Elicia di chiamare la giustizia: #Qué es esto? 7Qué quieren decir tales amenazas en mi casa? iCon una oveja mansa tenéis vosotros manos y braveza? ‘Con una gallina atada? Con una vieja de sesenta afios? jAllà, allà, con los hombres como vosotros, contra los que cifien espada, mostrad vuestras iras; no contra mi flaca rueca! Sempronio tira fuori la spada e tra le grida di Celestina, tra le suppliche di questa a Pìmeno perché lo fermi, e fra le richieste di quest'ultimo a Sempronio perché lo dia forte; Celestina è pugnalata. Davanti alla gente che si reca, Sempronio e Pàrmeno saltano dalla finestra. Ma verranno subito acciuffati e giustiziati. Tre dei personaggi più importanti dell'opera sono morti. 13. Calisto si sveglia da un sonno zuccherato. Vuole assicurarsi che l'esperienza di quella notte non fosse stata pura fantasia. Per questo cerca di interrogare i suoi servi. Incontra Tristano. Lo manda a cercare Sempronio e Pàrmeno. In quel momento arriva Sosia, il garzone di speroni, con la notizia che Sempronio e Pàrmeno sono stati sgozzati pubblicamente in piazza. Calisto dà la colpa alla sfortuna degli incidenti, valuta come Celestina fosse cattiva e falsa, condannata a morire male, e si rivela contro il destino, deciso a recarsi all'appuntamento con Melibea, e a sostituire i servi morti con Tristano e Sosia, che lo accompagneranno nel giardino con le scale: jOh fortuna, cuànto y por cuàntas partes me has combatido! Pues, por més que sigas mi morada y seas contraria a mi persona, las adversidades con igual ànimo se han de sufrir y en ellas se prueba el coraz6n recio o flaco. No ay mejor toque para conocer qué quilates de virtud o esfuerzo tiene el hombre. Pues por més mal y dafio que me venga, no dejaré de cumplir el mandado de aquélla por quien todo esto se ha causado. Que més me va en conseguir la ganancia de la gloria que espero, que en la pérdida de morir los que murieron. Ellos eran sobrados y esforzados: ahora o en otro tiempo de pagar habian. La vieja era mala y falsa, segun parece que hacia trato con ellos, y asîf que rifieron sobre la capa del justo. Permisién fue divina que asf acabase en pago de muchos adulterios que por su intercessién o causa son cometidos. quiero hacer aderezar a Sosia y a Tristanico. Iràn comigo este tan esperado camino. Llevaràn escalas, que son muy altas las paredes. 14. Nel giardino, Melibea e Lucrezia aspettano impazienti. Arrivano Calisto e i suoi servi. Sosia arriva alle scale. Calisto si affretta. Melibea, nervosa, gli consiglia di scendere a poco a poco. Calisto tiene in braccio Melibea: jOh angélica imagen! !Oh preciosa perla, ante quien el mundo es feo! jO mi sefiora y mi gloria! En mis bracos te tengo y no lo creo. Mora en mi persona tanta turbacién de placer, que me hace no sentir todo el gozo que poseo. Melibea ammonisce Calisto a non disonorarla: MELIB. __ Sefior mio, pues me fié en tus manos, pues quise cumplir tu voluntad, no sea de peor condicién, por ser piadosa, que si fuera esquiva y Sin misericordia; no quieras perderme por tan brevce deleite y en tan poco espacio. ... Goza de lo que yo gozo, que es ver y llegar a tu persona; no pidas ni tomes aquello que, tomado, no serà en tu mano bolver. Guarte, sefior, de dafiar lo que con todos tesoros del mundo no se restaura. Da fuori, Tristano e Sosia ascoltano gli amanti. Commenta Sosia:... con su pan se la coma, que bien caro le cuesta: dos mozos entraron en la salsa destos amores. L'orologio dà le tre. Calisto si prepara ad uscire. Manda i suoi servi a prendere e mettere la scala. Salutando, commenta Melibea: Lucrecia, vente acà, que estoy sola. Aquel sefior mio es ydo. comigo dexa su corazén, consigo Ileva el mfo. Calisto e i suoi servi tornano a casa. Calisto riflette sulla gioia di aver posseduto Melibea e sul disonore che potrebbe derivargli dalla morte di Sempronio e Pàrmeno: jOh mezquino yo! Quanto me es agradable de mi natural la solicitud y silencio y escuridad. No sé si lo causa que me vino a la memoria la traicibn que hize en me departir de aquella sefiora que tanto amo, hasta que més fuera de dfa, o el dolor de mi deshonrra. jAy, ay! Que esto es, esta herida es la que siento ahora que se ha resfriado. ahora que està helada la sangre, que ayer hervia; ahora que veo la mengua de mi casa, la falta de mi servicio, la perdiciébn de mi patrimonio, la infamia que tiene mi persona de la muerte que de mis criados se ha seguido. Infine, il ricordo e il piacere ricevuto trionfano sulla memoria e sul dolore delle morti: Acuérdate de tu sefiora y tu bien todo. y pues tu vida no tienes en nada por su servicio, no has de tener las muertes de otros, pues ningin dolor igualarà con el recibido plazer. Tristano e Sosia guardano dalla finestra Elicia, vestita di lutto e piangente, che entra in casa di Areusà. 15. Aretsa discute con un ruffiano di nome Centurio a casa sua. Entra Elicia. Esce Centurio. Areùsa si stupisce dell'aspetto di Elicia. Elicia la informa che non solo sono morti Sempronio e Pàrmeno, ma anche che questi hanno ucciso Celestina di fronte a lei. Celestina e Sempronio erano stati il suo sostentamento e maledisse Calisto e Melibea per avergli causato una tale perdita: /Ay, que rabio! ! Ay, mezquina, que salgo de seso! j Ay, que no hallo quién lo sienta como yo! No hay quien pierda lo que yo pierdo. jOh cu&nto mejores y més honestas fueran mis làgrimas en pasiòn ajena, que en la propia mfa! A d6nde iré, que pierdo madre, manto y abrigo; pierdo amigo y tal que nunca faltaba de mi marido? jOh Celestina sabia, honrrada y autorizada, quAntas faltas me encobrias con tu buen saber! ... jOh Calisto y Melibea, causadores de tantas muertes! iMal fin hayan vuestros amores, en mal sabor se convertan vuestros dulces placeres! Térnese Iloro vuestra gloria, trabajo vuestro descanso. las yerbas deleitosas, donde tomais los hurtados solaces, se conviertan en culebras, los cantares se os tornen Iloro, los sombrosos érboles del huerto se sequen con vuestra vista, sus flores olorosas se tornen de negra color. Areùsa crede che il conforto non sia nelle lacrime, ma nella vendetta: muchas cosas se pueden vengar que es imposible remediar y ésta tiene el remedio dudoso y la venganza en la mano. Calisto non può più aspettare e si presenta a Melibea. La incoraggia a continuare a cantare. Per lei, l'ispirazione proveniva dal desiderio di vedere il suo amato, che già aveva davanti. Mentre parla, Calisto cerca di spogliarla. Melibea nutre alcune perplessità di fronte alla solita Calisto, vorace di falco che vuole divorare la sua preda, gli risponde: Sefiora, el que quiere Sullo sfondo, Lucrezia sta guardando gli amanti e si sbarazza della dentiera. Dall'altro lato del muro arrivano urla dai servi che sembrano essere coinvolti in un alterco con Traso e la sua banda. Calisto, sente i rumori, si stacca da Melibea e si arrampica precipitosamente sul muro esternoe per aiutare i suoi servi. Melibea è nervosa per quello che può succedere al suo amante. Tristano dice al suo padrone di non scendere, che erano solo per dei mascalzoni che passavano a gridare. Raccomanda al suo padrone di scendere con cura. Calisto scivola e cade chiedendo confessione. Giace sul suolo inerte, senza parlare. Melibea e Lucrezia, che ascoltano dall'altra parte del recinto, sentono Tristano dire: <Oh mi sefior y mi bien muerto! ;Oh mi sefior despefiado! Lucrezia convince la fanciulla ad andare nella sua stanza. Decide di chiamare i genitori e di fingere un altro male. 20. Lucrezia va nella camera di Pleberio e gli chiede di venire a trovare Melibea. Pleberio si allarma nel vedere sua figlia così addolorata: £Qué Dime, énima mia, la causa de tu sentimiento. Melibea vuole salire con suo padre sul tetto per guardare il paesaggio e le navi, per vedere se questo allenta il suo dolore. Chiede che gli venga portato qualche strumento per accompagnare il canto e mitigare così il suo dolore. Pleberio chiede a Lucrezia di accompagnarlo. Melibea chiama questa per darle un messaggio che vuole mandare a sua madre. Dall'alto della torretta, recita dettagliatamente Melibea a suo padre, che dal basso la ascolta, i suoi rapporti con Celestina, le sue relazioni con Calisto e la morte dello sfortunato. Morto il suo amore, sarebbe ingiusto, aggiunge, che lei fosse ancora viva. Qué crueldad serfa, padre mio, muriendo él despefiado, que viviese yo penada? Su muerte convida a la mia, comvidame y fuerza que sea presto, sin dilacibn, muéstrame que ha de ser despefiada por seguirle en todo. y asi contentarle he en la muerte, pues no tube tiempo en la vida. jOh mi amor y sefior Calisto! Espérame, ya voy; detente, si me esperas; no me incuses la tardanza que hago,dando esta ultima cuenta a mi viejo padre, pues le debo mucho més. jOh padre mio muy amado! Ruégote, si amor en esta pasada y penosa vida me has tenido, que sean juntas nuestras sepulturas: juntas nos hagan nuestras exequias. algunas consolatorias palabras te diria antes de mi agradable fin ... veo tus làgrimas malsufridas descender por tu arrugada faz. Salidame a mi cara y amada madre: sepa de ti largamente la triste raz6n porque muero ... gran dolor llevo de mi, mayor de ti, muy mayor de mi vieja madre. Dios quede contigo y con ella. A él ofrezco mi ànima. Pon tù en cobro este cuerpo, que alli baxa. 21. Pleberio torna nella sua camera. Alisa gli chiede perché è così triste. Pleberio recita un lungo lamento. Deplora la delusione e la futilità della sua vita e del suo lavoro; l'inutilità delle ricchezze che aveva immagazzinato a beneficio della figlia. Maledice la fortuna per averlo privato della grande consolazione della sua vecchiaia, maledice l'amore. Conclude con queste parole: Del mundo me quejo, porque en sf me criò, porque no me dando vida, no engendrara en él a Melibea; no nacida, no amara; no amando, cesara mi quejosa y desconsolada postrimeria. jO mi compafiera buena! jmi hija despedacada! iPor qué no quisiste que estorbasse tu muerte? iPor qué no hubiste làstima de tu querida y amada madre? Por qué te mostraste tan cruel con tu viejo padre? jPor qué me dexaste, quando yo te habia de dexar? iPor qué me dexaste penado? sPor qué me dexaste triste y solo in hac lachrymarum valle [en este valle de làgrimas]?
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