Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunti di Psicologia delle attività motorie e sportive, Appunti di Psicologia dello Sport

Riassunti di slide per l'esame di Psicologia delle attività motorie e sportive della professoressa Annamaria Petito

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 14/09/2021

Dani.dipa
Dani.dipa 🇮🇹

4.6

(19)

16 documenti

1 / 25

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunti di Psicologia delle attività motorie e sportive e più Appunti in PDF di Psicologia dello Sport solo su Docsity! Elementi di Psicologia nelle Attività Motorie e Sportive La mente La mente è un insieme di processi psi Questo termine si utilizza più comunemente per descrivere le più alte funzioni del cervello umano, in particolare quelle di cui gli uomini sono soggettivamente coscienti (personalità, pensiero, ragione, memoria, intelligenza, motivazioni, EMOZIONI). CI Emozioni L'emozione sorge improvvisamente come reazione a stimoli diversi, ha breve durata ed è più visibile dall'esterno (pallore, rossore, tremore, pianto, riso). | sentimenti, invece, riguardano l’interiorità della persona, essendo legati a credenze e valori, sono più duraturi e meno visibili dall'esterno. Il nostro cervello reagisce istintivamente ad alcune espressioni facciali. | due emisferi hanno competenze diverse in rapporto all’emozione. L'emisfero destro ha un ruolo preferenziale nell’elaborare le emozioni. | programmi neuronali innati, ereditati filogeneticamente, danno luogo a risposte adattive sn riconducibili a 6 emozioni base che rappresentano “famiglie di emozioni Queste sono: Sorpresa, paura, rabbia, disgusto, tristezza e fi à. Il volto è l’area del corpo più importante sul piano espressivo e comunicativo. Rappresenta il canale privilegiato per la trasmissione degli atteggiamenti interpersonali. È composta da due aree specializzate: inferiore (bocca e naso), e superiore (occhi, sopracciglia, fronte). Il sistema utilizzato per decifrare emozioni tramite micromovimenti del volto si chiama F.A.C.S. (Facial Acting Coding Systems). La teoria Neuro-Culturale Ekman, rispetto alle origini delle emozioni, ha elaborato una teoria chiamata neuro-culturale. Secondo Ekman le emozioni primarie si fondano su due fattori: Il primo di natura neurale, ritiene che all'origine dell’espressione delle emozioni e dell'esperienza emozionale, vi sia un certo numero di programmi neurofisiologici innati che ne determinano l’universalità; il secondo di natura culturale. La concezione innatista Secondo Ekman abbiamo sorrisi emozionali (Duchenne), che sono involontari e associati all'esperienza soggettiva di felicità, e non emozionali (Non Duchenne), sono volontari e “finti”. La differenza tra i due è basata sul movimento che il muscolo orbicolare dell'occhio compie in concomitanza con il muscolo zigomatico che tira verso l'alto obliquamente gli angoli delle labbra. Segnali facciali Questi possono veicolare le emozioni: e Emblemi: comunicatori culturali simbolici specifici, come l’ammiccamento; e Manipolatori: comprendono movimenti di automanipolazione, quali il mordersi le labbra; e Illustratori: comprendono tutte le azioni che accompagnano e sottolineano il parlato, come alzare le sopracciglia; e Regolatori: comprendono tutti i mediatori della conversazione non verbali quali assentire o sorridere. Il comportamento è dato dallo stato mentale e da quello emotivo. La teoria della mente La teoria della mente è una funzione cognitiva che consente di attribuire stati mentali agli altri. Consente l'interazione sociale. Di particolare interesse, risulta la comprensione di come si possa applicare la teoria della mente se l'intenzione attribuita non a un singolo individuo ma un gruppo. La teoria della mente potrebbe essere utilizzata come uno strumento potente per superare lo stereotipo e la vita visione di immagini filmiche, potrebbe costituire una valida didattica per allenare la teoria della mente e raffinare le nostre congetture e predizioni sul nostro modello del mondo e degli altri. Test della falsa credenza (Sally a Ann) Si basa su una serie di fotografie di due bambole: una ha un cestino, l’altra ha una scatola. Sally ha una palla, la nasconde nel cestino ed esce di scena. Anna sposta la palla dal cestino alla scatola. Sally torna, al bambino viene chiesto di indicare dove Sally cercherà la palla. Ovviamente il test sarà corretto se il bambino indicherà il cestino e non nella scatola, dimostrando di attribuire a Sally una visione della realtà diversa da quella che ha lui, dal momento che il personaggio non è presente nell'istante in cui avviene lo scambio. Circa l’80% dei bambini autistici non riesce a superare il test, dimostrando così l’esiste della cosiddetta “cecità mentale”. Animazioni grafiche Sullo schermo ci sono due triangoli, uno grande rosso, e uno piccolo blu. In alcune animazioni i triangoli si muovono in modo casuale e le persone non attribuiscono loro alcuna intenzione, non vi “leggono” una storia. Ma basta che il triangolo blu insegua quello rosso, che le loro punte si avvicino o che il grande cerchi di confinare il piccolo in un angolo dello schermo perché le persone vi vedano un’intenzione, una storia. Misurando i tempi di fissazione dello sguardo sugli schermi Uta Fribt (1984), ha scoperto che le persone, anche di Asperger, tendono ad essere maggiormente attratte dalle animazioni che richiedono l'applicazione della teoria della mente rispetto a quelle che sono “sena senso”. Ma c'è una differenza che è stata scoperta studiando la direzione dello sguardo. Nei bambini e negli adulti esiste il cosiddetto sguardo anticipatorio, un rapido movimento oculare L’insula è il centro del meccanismo a specchio che è in grado di codificare immediatamente nei corrispondenti emozionali le informazioni proveniente dalle aree visive che descrivono i volti o i corpi che esprimono un’emozione. L’attività a specchio sembra essere proporzionale alla familiarità con l’azione osservata. Un'azione nuova stimola le aree del cervello in maniera frammentata; una già appresa, la stimola in maniera più completa. Si pone alla base del comportamento empatico e permette al nostro cervello di riconoscere immediatamente quanto vediamo, sentiamo o immaginiamo fare da altri poiché innesca le stesse strutture neurali. Gli stereotipi sono l'attribuzione aprioristica di un pensiero a un gruppo di individui sulla base di caratteristiche comuni. La teoria della mente è però uno strumento potente per superare lo stereotipo. Un'altra illusione che il cervello produce è il mio senso del sé. lo mi avverto come isola di stabilità in un mondo in continuo mutamento. Osservando due individui nel corso di una conversazione che li appassiona: li vedremo sincronizzare gradualmente le loro azioni, accavallare e distendere simultaneamente le gambe, piegarsi l’uno verso l’altro nel medesimo istante. Quando interagiamo con qualcuno, lo imitiamo. Diventiamo più simili a lui. L’immedesimazione nei sentimenti altrui può entrare in gioco persino quando siamo perfettamente coscienti di assistere ad una finzione (film). Pur coinvolgendo aree e circuiti corticali differenti, le nostre percezioni degli atti e delle reazioni emotive altrui appaiono accomunate da un meccanismo specchio, che consente al nostro cervello di riconoscere immediatamente quanto vediamo, sentiamo o immaginiamo fare da altri. Metacognizione La metacognizione è la capacità di riflettere sui processi cognitivi. Quanto più una persona è cosciente. Quanto più una persona è cosciente di ciò che fa e di come la propria mente lavora e quanto più è in grado di operare un controllo sui processi cognitivi, tanto più si ottiene risultati positivi nelle attività che seguono la consapevolezza delle strategie di pensiero. Metacomunicazione Conoscenza, consapevolezza e controllo dei propri strumenti e delle proprie strategie comunicative. Controllare la propria comprensione, riconoscere il significato e le implicazioni della mancanza di comprensione. _—- Lo sviluppo fisico e motorio Il periodo prenatale rappresenta la fase che precede il parto e va dal momento del concepimento fino alla nascita del bambino/a. Questo è un periodo molto delicato nel quale si sviluppa il patrimonio genetico e dove la trasmissione tra madre a figlio di sostanze chimiche, ormonali, e virus, possono lasciare tracce sullo sviluppo successivo. Distinguiamo due fasi nello sviluppo prenatale: ® Periodo embrionale (3°-8° settimana): in questa fase le cellule si differenziano dando origine alle diverse regioni corporee ed ai tessuti specializzati come quello muscolare e nervoso. Questo rappresenta il periodo di più rapida crescita dell'intera vita umana. Con i suoi soli 2,5 cm è in grado di reagire alla stimolazione intorno alla bocca contraendo i muscoli del collo e volgendo lentamente il capo; ® Periodofetale (3° mese-parto): i movimenti del feto sono percepiti dalla madre, succhia il pollice, successivamente è possibile ascoltare il battito cardiaco e il feto alterna momenti di veglia a momenti di sonno. Poi è in grado di aprire e chiudere gli occhi e riesce a distinguere luce e oscurità. Durante le ultime settimane aumenta il tono muscolare, i movimenti, il respiro si regolarizza. Con il termine “crescita” ci riferiamo a due tipi di fenomeni, uno rappresentato dalla crescita vera e propria, l’altro consiste nel processo di differenziazione e di sviluppo delle diverse funzioni corporee e psichiche. La crescita è un fenomeno continuo che presenta ritmi e velocità differenti nelle varie epoche dello sviluppo. I movimenti del feto non sono risposte a stimoli, bensì sono spontanei. Gli studi ecografici, come pure le impressioni materne, ci indicano che ci sono feti che si muovono più di altri, ve ne sono alcuni che compiono movimenti più bruchi e meno movimenti lenti, o viceversa. Si può ipotizzare che la madre sia almeno in parte responsabile di queste differenze (ormoni, stati d’animo, personalità). Quando nasce il bambino possiede già le competenze necessarie per sopravvivere nell'ambiente extrauterino anche se il passaggio non è facile e rappresenta un trauma vero e proprio. | nuovi compiti che il neonato deve affrontare riguardano principalmente la respirazione, l'alimentazione e la termoregolazione. Si è visto che nel corso della gravidanza, il feto produce elevati di ormone dello stress che gli consentono una importante protezione dalle situazioni sfavorevoli. Il repertorio comportamentale del neonato viene descritto in termini di riflessi e di postura dove per riflessi si intendono quei movimenti o comportamenti che possono essere provocati da uno stimolo esterno, mentre la postura riguarda la posizione che il neonato assume come abitudine acquisita nelle ultime settimane di gestazione. Come principali riflessi del neonato abbiamo: ® Riflesso di rotazione del capo: se viene toccato sulla guancia, gira la testa prima verso il lato stimolato, e poi verso l’altro; ® Riflesso di suzione: presente alla nascita e stimolato dal contatto della bocca con qualcosa che può essere succhiato; ® Riflesso di Moro: quando sente un forte rumore o subisce uno shock fisico, contrae i muscoli dorsali con abduzione ed estensione degli arti; ® Riflesso di presa: toccando il palmo della mano, stringe le dita afferrando qualsiasi oggetto; ® Riflesso di marcia automatica: se tenuto in posizione eretta in modo che i piedi tocchina una superficie, cerca di deambulare. cammina bene reggendo un giocattolo 12 mesi 8 mesi sta in piedi se aiutato appoggio 7-8 mesi: pace di strisciare adulti gli art Superiori 15 mesi cammina da solo Tr 14 mosì e sta in “ali giocando piedi Mi <on oggetti da solo se appesi mento ui 8-10 mesi 1 giorno: S mesi 6 in grado 13 mesi posizione siede e di giare di neonato gioca con gli oggetti su so stosso Si è visto con esperimenti di laboratorio, che l’esperienza svolge un ruolo non secondario nella formazione dell’architettura cerebrale, infatti nelle fasi precoci dello sviluppo postnatale vi sarebbero dei periodi critici in cui esperienze anomale o traumatiche possono produrre effetti profondi sull’organizzazione cerebrale. Hubel e Weisel (1963) hanno dimostrato che se un gattino neonato viene deprivato per un certo tempo dell'esperienza visiva di un occhio (bendandolo), il suo cervello perde la capacità di fondere gli stimoli provenienti dai due occhi e quindi la visiono binoculare. Se tuttavia la deprivazione avvenisse in età successive, non produrrebbe alcun effetto. Per quanto riguarda gli esseri umani, ricerche psicobiologiche hanno mostrato che una precoce deprivazione sensoriale, oppure una stimolazione inadeguata, possono incidere negativamente sullo sviluppo cognitivo e neurocomportamentale del bambino. Infine bisogna sottolineare che bisogna tener presente che tutte le tappe illustrate sono identiche per tutti i bambini ma con differenze di tempistiche. Ognuno ha differenti ritmi di sviluppo, influenzati persino da fattori ambientali. Apprendere una nuova abilità motoria vuol dire selezionare le strategie più efficaci e più economiche per raggiungere lo scopo d'azione. La prospettiva cognitivistica sullo sviluppo psichico: Il contributo di Jean Piaget Nell'opera dello psicologo Jean Piaget lo studio dello sviluppo psichico infantile si inquadra in una problematica più ampia, in parte già prospettata da Baldwin, relativa alla genesi della conoscenza umana e al rapporto tra la mente e il mondo esterno. Il primario presenta un numero ristretto di persone, ognuna delle quali conosce ogni altro membro del gruppo e interagisce con lui. Hanno obiettivi comuni e duraturi da conseguire, corrispondenti ai bisogni dei vari membri. Le relazioni affettive possono diventare intense. Le persone sono unite moralmente anche fuori dal gruppo. Nel secondario le relazioni sono più fredde, impersonali, formali. È rappresentato da un insieme di persone che perseguono identici obiettivi e funzionano, a seconda degli scopi, in ambiti di realtà. I suoi membri non si conoscono particolarmente o si conoscono in relazione a particolari ruoli formale anziché come persone nella loro completezza. Folla La folla è rappresentata da centinaia di persone riunite nello stesso luogo senza aver cercato in precedenza tale riunione. Il concetto di folla esclude quindi, tutte quelle manifestazioni preparate per un preciso progetto. Banda La banda ha in comune la somiglianza. Le persone si incontrano perché amano stare insieme, hanno gli stessi modi di pensare e di sentire. La banda permette di essere come si è, senza norme sociali da rispettare. Il numero dei membri è limitato ed ha un forte senso di appartenenza. Raggruppamento Il raggruppamento è costituito da un insieme di persone che si incontrano periodicamente per delle riunioni assembleari. L'obiettivo è rappresentato da un interesse comune: di tale interesse si fanno portavoce i propri rappresentanti. Fasi del gruppo In ogni gruppo Tuckman ritiene ci siano cinque fasi: e Formazione: imembri si orientano e comprendono quale debba essere il comportamento nei riguardi del coordinatore e degli altri membri. Si stabiliscono i primi contatti. C'è incertezza, cautela e preoccupazione rispetto all’affiliazione; e Conflitto: si sviluppa un clima di ostilità verso altri membri e/o verso il leader, soprattutto per l'incertezza dovuta a mancanza di direttive e di sostegno psicologico, per la mancanza di strutturazione per la resistenza alla struttura. C'è rifiuto e aggressività; ® Strutturazione: i membri si accettano vicendevolmente, e si sviluppano delle norme di gruppo alle quali tutti si sentono impegnati. Si crea una struttura con ruoli e norme, si raggiunge la coesione; e Attività: i membri accettano il proprio ruolo e lavorano per raggiungere i fini preposti. Il gruppo lavora come un sistema unito per raggiungere uno scopo. Si rafforza la cooperazione tra i membri impegnandosi nella risoluzione di problemi; ® Aggiornamento: i membri decidono una sospensione delle attività al fine di valutare il modus operandi e i risultati eventualmente ottenuti. Il gruppo termina il lavoro e si scioglie. Il gruppo termina il lavoro e si scioglie. Le ripercussioni emotive sono negative. Le cerimonie ed i rituali di iniziazione hanno un valore simbolico, e possono assumere un carattere di accoglienza positiva. Gli eventi di iniziazione spiacevoli possono essere a livello fisico o psicologico e sono tendenzialmente per sottolineare transizioni di status o ruolo all’interno di un gruppo. Le iniziazioni servono come una specie di “tirocinio” per il nuovo, proprio per indirizzarlo verso l'apprendimento degli standard normativi del gruppo. Una spiegazione plausibile per spiegare il senso delle esperienze negative e spiacevoli per entrare nel gruppo, è stata fornita da Aronson e Mills sulla base di quella che è la teoria della dissonanza cognitiva di Festinger. Secondo loro è raro che l’esperienza della vita di gruppo sia totalmente positiva. Questo può indebolire la coesione del gruppo. L’iniziazione spiacevole è ciò che può contrastare la perdita della coesione. Questo perché avere un’esperienza negativa all'ingresso non può essere compatibile con la scoperta che alcuni aspetti del gruppo non sono come avevamo pensato all’inizio. In pratica, più l'ingresso è difficile, più il gruppo sembrerà attraente. Aspetti strutturali del gruppo La struttura di un gruppo è definita da Sherif come una rete interdipendente di ruoli e status gerarchici. Lo status e ruolo non si riferiscono a un membro in particolare, ma alla posizione che questo occupa all’interno del gruppo. Quello che differenzia i due è il valore: ruoli diversi possono avere un valore simile, ma questo non accade per lo status, per cui posizioni di status diverse sono associati valori diversi. Il ruolo dunque è un insieme di aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbe comportarsi una persona che occupa una certa posizione in un gruppo. Secondo Bronfenbrenner (1979), le reazioni osservate durante l'esperimento della Stanford Prison non sono dovute a caratteristiche di personalità, ma piuttosto a modelli di risposta specifici di ruoli e istituzioni particolari della società americana: i comportamenti relativi ai ruoli di “guardia” e “carcerato” sono legittimati da 2 istituzioni: il sistema carcerario esistente e l'università. Assumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di una istituzione come quella del carcere, assumere cioè un ruolo istituzionale, induce ad assumere le norme e le regole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi. Le gerarchie di status soddisfano un bisogno di prevedibilità e ordine. Questo facilita l'assegnazione dei compiti, la stabilità del gruppo e l'efficacia nel raggiungimento degli scopi. Una divisione in ruoli permette, dunque, una vita di gruppo prevedibile e ordinata, è funzionale alla soddisfazione e alla coesione del gruppo. Il ruolo sociale forma un ponte tra la personalità del singolo individuo e la sua funzione all’interno del gruppo. Leadership La parola “leader” deriva dal verbo inglese “to lead” che significa è “guidare, condurre”. Il leader è colui che sa guidare un gruppo di persone; è colui che conduce la squadra al raggiungimento degli obiettivi; è colui che non ha dubbi sugli obiettivi da raggiungere e lavoro con gli altri per perseguirli. Il leader ha lo status più elevato e deve essere percepito come il più forte del gruppo, e portatore dei valori e delle norme fondamentali. Esistono diversi tipi di leadership: e Autocratica: direttiva e distante dal gruppo, orientamento del compito; e Democratica: coinvolge il gruppo, la scelta dei compagni; ® Permissiva: gruppo libero, c'è un intervento minimo del leader. Inoltre, in anni recenti, alcuni studi hanno anche ripreso il concetto di “carisma” concepito in termini di una caratteristica di una relazione particolare tra il leader e i seguaci. Il leader carismatico infonde al gruppo qualche forma di ispirazione che trascende gli obiettivi di prestazione e promuove l'impegno nell’interessa collettivo. Bass chiama questo stile “trasformazionale”. Secondo lui, questo stile è efficace in ogni occasione ma particolarmente quando c'è una crisi o un cambiamento. Ma può essere utile anche in situazioni stabili ed è percepita come molto efficace dai membri. Teoria dell’attaccamento L’attaccamento può essere definito come un sistema dinamico di atteggiamenti e comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame specifico fra due persone, un vincolo le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie che si instaurano fra bambino e adulto. Il prima a proporlo come concetto cardine, per spiegare il comportamento dei bambini, fu John Bowlby, ricercatore britannico. Secondo l’autore il bambino, appena nato, è tendenzialmente portato a sviluppare un forte legame di attaccamento con la madre o con chi si prende cura di lui (figura anche definita con il termine inglese di caregiver). Il più importante assunto della Teoria dell'attaccamento è che un bambino necessita di sviluppare una relazione con almeno un caregiver, per la riuscita del suo sviluppo sociale ed emozionale. Tale relazione può essere diadica, come nella relazione madre-bambino tipica della cultura occidentale, o può coinvolgere una comunità di caregivers. Secondo Bowbly, l'attaccamento avviene in 5 fasi: ® Pre-attaccamento (0-3 mesi): il bambino pur riconoscendo la figura umana quando compare nel suo campo visivo, non discrimina e non riconosce specificatamente le persone; e Attaccamento di formazione (3-6 mesi): inizia la formazione di un legame, il bambino discrimina le figure e ne riconosce una in particolare. Inoltre nell’80% dei bambini subentra una reazione di paura dell’estraneo; e Angoscia (7-8 mesi): non avendo ancora sviluppato il concetto di “permanenza dell'oggetto”, la lontananza dalla figura allevante provoca angoscia nel bambino perché ha paura che il “caregiver” non ritorni; e Attaccamento vero e proprio (8-24 mesi); e Formazione di legami (3 anni in poi): la figura allevante viene riconosciuta dal bambino che, oltre ad identificarne le caratteristiche fisiche diviene consapevole del suo provare sentimenti, emozioni, sensazioni. In base alle risposte che i genitori daranno al bambino, si produrranno in seguito diverse tipologie di legame. Il pianto nel bambino ha un significato di richiamo di attenzione e aiuto da parte del caregiver assente. Nattiv ha descritto la pericolosa transizione dalla dieta sana a un disturbo clinico attraverso un graduale continuum, che causa manifestazioni cliniche, come disfunzioni mestruali nelle donne, ridotta densità minerale, e un'alimentazione disordinata, inclusa la limitazione dell'assunzione di cibo, selezione di gruppi alimentare, comportamenti di abbuffata, ecc... L’alimentazione disordinata è una definizione ambia che abbraccia una vasta gamma di comportamenti alimentari animali e dannosi per la salute, utilizzati nel tentativo di perdere o di mantenere un peso corporeo estremamente basso. Gli EDs sono caratterizzati da un persistente disturbo che determina un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggia significativamente la saluta fisica o il funzionamento psicosociale. Tra i più comuni EDs troviamo l’anoressia nervosa che porta all’atleta ad una restrizione dell'apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. L'atleta ha un’intensa paura di aumentare di peso, presenta un'anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo. Troviamo anche la bulimia nervosa che porta l'atleta in ricorrenti abbuffate. Mangiare in un periodo circoscritto una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. Si ha un senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l'episodio; ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l'aumento di peso, come il vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo. Episodi ricorrenti di abbuffate prendono il nome di binge eating. Si mangia, in un periodo circoscritto una quantità esorbitante di cibo, si ha un senso di mancanza di controllo nell'atto di mangiare durante l’episodio. Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati da diversi caratteri come il mangiare molto più rapidamente del normale, mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno, mangiare grandi quantità di cibo pur non avendo fame, provare disgusto di sé o intenso senso di colpa dopo aver mangiato troppo. Si sottolinea che l'obesità NON è un disturbo alimentare. La prevenzione è la soluzione ad ogni male, o quasi. Gli atleti adolescenti sembrano essere una popolazione ad alto rischio per gli EDs. Tuttavia, i risultati di studi hanno suggerito che l’attività sportiva ha mostrato interessanti associazioni con fattori protettivi anche negli atleti sportivi dipendenti dal peso. Incoraggiare i fattori psicologici che migliorano la consapevolezza del proprio corpo e promuovere interventi di prevenzione può portare a nuove conoscenze sui fattori protettivi, non solo sui fattori di rischio, per gli EDs negli atleti. La memoria La memoria umana è definita come la capacità di riattivare, in modo parziale o totale, gli avvenimenti del passato. Inoltre permette di generare nuove conoscenze, schemi e quadri interpretativi fondamentali per una continua e aggiornata valutazione del mondo esterno. Esistono diversi metodi di studio della memoria: ® Diretti: si basano sulla rievocazione intenzionale di fatti passati e testano direttamente la memoria del soggetto; ® Indiretti: si basano sull'esecuzione di compiti cognitivi che sono facilitati dal materiale presentato precedentemente. Il soggetto in maniera incidentale apprende elementi su cui la sua attenzione non è stata deliberatamente attirata. Tra i metodi diretti abbiamo delle prove di rievocazione che possono essere libera, viene chiesto al soggetto di rievocare il materiale precedentemente presentato senza alcun vincolo nell'ordine di rievocazione; seriale, viene chiesto di rispettare l'ordine; guidata, viene guidato con la presentazione di elementi, interconnessi allo stimolo da ricordare, che dovrebbero guidare il recupero. Inoltre possiamo utilizzare delle prove di riconoscimento nelle quali il soggetto deve riconoscere che un elemento che gli viene mostrato è stato presentato in un contesto temporale diverso e precedente. Queste prove possono essere a “sì e no” oppure a scelta multipla. Tra i metodi indiretti abbiamo il priming di ripetizione, la presentazione di un elemento all’interno di una lista ne facilita il successivo riconoscimento; priming semantico, la presentazione di un elemento facilita le risposte ad uno stimolo bersaglio se entrambi appartengono alla stessa categoria di oggetti o situazioni. n > Abbiamo due tipi di memorie: a breve e a lungo termine. La memoria a breve termine è una sorta di deposito temporaneo nel quale il numero di elementi che un soggetto riesce a immagazzinare, nell'ordine corretto, per alcuni secondi senza doverli organizzare. La capacità di essa non dipende da caratteristiche fisiche degli stimoli, per cui raggruppamenti di singole unità permettono di aumentare la capacità della MBT. Inoltre, esiste un sistema centrale eccentrico che raccoglie le tracce dalla MBT per produrre un'azione, questo viene chiamato memoria di lavoro. La memoria a lungo termine, invece, è una memoria di abilità motorie, percettive, cognitive, acquisite in modo implicito, la cui rievocazione può manifestarsi con un comportamento “semi- automatico” che dimostra l'avvenuto apprendimento. Questa è una memoria che riguarda apprendimenti comportamentali come il condizionamento e la facilitazione. Tra la memoria a lungo termine troviamo quella dichiarativa e quella procedurale. La prima fa riferimento a ricordi che vengono rievocati con una partecipazione volontaria esplicita e si divide in episodica, per ricordi contestualizzati nel tempo e nello spazio; e in semantica, per ricordi decontestualizzati neltempo e nello spazio come le conoscenze “enciclopediche”. Una classificazione incerta come sottocomponente della MBT e MLT e è memoria prospettica. Questa provvede alla programmazione di azioni che dovranno essere compiute a distanza di tempo e quindi anche alla rievocazione, nel momento in cui si rendesse necessaria, dell'agenda mentale che era così predisposta. Numerosi sforzi con tecniche di imaging funzionale sono stato compiuti nel tentativo di localizzare le componenti cognitive della memoria di lavoro all’interno dell’architettura neurale della corteccia cerebrale. | risultati hanno dimostrato l'attivazione dei lobi frontali, durante un compito di working memory. Infine poiché i lobi frontali interagiscono con altre regioni del cervello, l'acquisizione delle immagini cerebrali permette di caratterizzare spazialmente il network funzionale che sostiene il comportamento mnesico. I neuroni dei sistemi specializzati capaci di manipolare delle informazioni sembrerebbero riunirsi in un’area specifica della corteccia prefrontale dorsolaterale. Il magazzino fonologico deputato alla ritenzione di informazioni verbali associato ad un processo di ripetizione subvocalica, che impedisce il decadimento della traccia mnesica, appare allocato nella corteccia prefrontale ventrolaterale di sinistra. time > manipulation TARGET DELAY L’attivazione ventrolaterale di destra è stata dimostrata utilizzando prove di memoria spaziale. L’immagazzinamento delle informazioni è confinato nelle regioni parietali. Processi di apprendimento, consolidamento e rievocazione Le tre modalità in cui si realizza l'apprendimento possono influenzare, positivamente o negativamente, la capacità e la qualità della rievocazione: e Attenzione: un’adeguata attenzione permette l'apprendimento di informazioni complesse; e Memoria implicita: capacità inconsapevole di memorizzare informazioni; e Motivazione: un adeguato livello motivazionale, agisce attraverso l'intensità e la capacità di concentrazione su determinate informazioni che si è interessati ad apprendere. Il materiale appreso verrebbe continuamente rimaneggiato per assicurarne la ritenzione, rispetto ad altre informazioni meno importanti per il soggetto, lasciate cadere in “oblio”. Un mancato consolidamento può essere alla base di alcuni disturbi della memoria. La rievocazione è un processo che permette di accedere alle informazioni precedentemente acquisite per poterle riutilizzare. L'efficienza di essa è strettamente correlata alle strategie di archiviazione utilizzate per la memorizzazione delle informazioni. Il sonno ha una qualità minore quando non è sincronizzato con il proprio ritmo circadiano (sonno pomeridiano). La funzione del sonno, per quanto riguarda il REM, è quella di favorire il nostro adattamento a stimoli ansiogeni e per il miglioramento della memoria. Il sonno NREM è meno studiato ma sembra essere collegato alla sintesi delle proteine e al recupero fisico. Ci sono molti fattori che influiscono sul sonno, come l’ambiente abituale, nutrizione, età. Stress, luce, rumore, temperatura, tipo di letto. Tra i principali fattori di disturbo del sonno sono il rumore, la luce, l’ambiente, turni di lavoro che sballano il ciclo circadiano, e l'umore. Inoltre ci sono delle malattie che influiscono sul sonno, una di questa è l’ipertiroidismo che causa sonno eccessiva con mancanza di sonno ad onde brevi. Tra i disturbi del sonno troviamo l'insonnia, quando il soggetto ha difficoltà nell’addormentarsi con alterazione qualitativa più che quantitativa del sonno, continua (prolungata latenza di sonno), da mantenimento (risvegli multipli), mattutina (risveglio precoce); narcolessia, disordine del sonno caratterizzato da eccessiva sonnolenza diurna e brevi attacchi di sonno durante il giorno; apnea da sonno; mioclonie; parasonnie. Inoltre ci sono dei disturbi temporanei dovuti per esempio al cambio di fuso orario, o il cambio di turno di lavoro. Bias attentivi | bias attentivi sono dei limiti mentali, riferiti ad un’allocazione differenziale “A # dell’attenzione verso stimoli minacciosi © è rispetto a stimoli neutri. È Intuitivamente l’esperienza cosciente include solo alcuni degli stimoli che attivano i nostri sensi in un n momento e similmente anche le nostre azioni sono influenzate solo da una piccola parte della stimolazione sensoriale. L'esperienza associata ad attività mentali prolungate nel tempo, cattura involontariamente l’attenzione. Per quanto riguarda l’attenzione selettiva, la selezione può avvenire in base alla posizione spaziale, alle caratteristiche comuni, ad un particolare oggetto (es. cocktail party). L’attenzione divisa è un sistema per il controllo volontario delle azioni (motorie e cognitive), come per esempio il guidare e stare al telefono. L’attenzione sostenuta è la capacità di mantenere l’attenzione su eventi critici per tempi prolungati, e di monitorare nel tempo eventi con bassa frequenza di occorrenza (es. il caso del controllore di volo). Organizzazione della conoscenza e ricordi La definizione di coscienza è un compito ritenuto da molti non solo difficile ma addirittura impossibile perché ogni definizione utilizza un circolo vizioso di termini. La definizione proposta da James e ripresa da Cobb “a consapevolezza di sé stessi e dell'ambiente che ci circonda”, è quella più utilizzata dai clinici. PIum aggiunge la dimensione temporale “consapevolezza temporalmente ordinata del sé e dell’ambiente interno ed esterno”. Questo tipo di definizione ampiamente utilizzata, soffre di circolarità, cioè vengono impiegati termini equivalenti e che, in sostanza, sono sinonimi, quali “coscienza, consapevolezza, e contenuto della coscienza”. Con il termine allerta si fa riferimento allo stato comportamentale di veglia e di attenzione, associato al processo di attivazione della corteccia cerebrale sostenuto dal sistema reticolare attivante ascendente. Nella capacità attentiva si distingue l’attenzione globale, che regola i processi di attivazione generale e le modificazioni comportamentali osservati in un soggetto quando si sveglia e dimostra disponibilità all'ambiente, e l’attenzione selettiva, che determina la direzione dell'attenzione nello spazio, in rapporto ai diversi canali sensoriali. L’analisi delle alterazioni individuali nel malato rende possibile una valutazione clinica della funzione di coscienza e delle sue basi anatomo-funzionali. La coscienza può essere schematicamente sintetizzata come il prodotto di due funzioni cerebrale strettamente connesse: la vigilanza e la consapevolezza di sé e dell'ambiente. Il contenuto della coscienza è a sua volta correlato a diversi processi, come la memoria esplicita, la percezione, l’attenzione, le emozioni, funzioni esecutive, e motivazioni. L'analisi biochimica ha dimostrato a livello del sistema reticolare ascendente attivante la presenza di vie: e Colinergiche; ® Adrenergiche; e Dopaminergiche e Serotoninergiche; ® Istaminergiche. Il normale stato di coscienza dipende dall’integrità della corteccia cerebrale e dalle connessioni sottocorticali. Psicologia dello sport Si pone come obiettivo la comprensione a 360° dell’uomo e del suo essere atleta. Metodi multimodali improntati all’apprendimento e al perfezionamento di alcune abilità che interessa da vicino l’attività agonistica. Solitamente lo psicologo dello sport viene chiamato in causa dall’allenatore di una squadra, dallo staff dirigenziale, da un singolo atleta. Il primo incontro informativo con il committente per esaminare le motivazioni della richiesta di intervento e per presentare un programma di lavoro preliminare. Tra le motivazioni più frequenti troviamo il calo prestazionale, calo di focus, problemi di relazioni con l'allenatore, alla vigilia di un importante avvenimento sportivo. Come intervento preliminare troviamo quello di mental training, un incontro a settimana con un totale di 10 incontri. Un esempio di intervento di mental training può essere: e Conoscenza degli atleti; ® Goalsetting; e Comunicazione; ® Fattoridi distrazione prima e durante la gara; e Motivazione ed autostima; ® Gestione dell’energia; ® Abilità attentive; ® Gestione dell’ansia e dello stress; e Five step strategy; ® Risultati conclusivi. Le tecniche di rilassamento sono molteplici e vengono utilizzate per acquisire consapevolezza della tensione muscolare a riposo e in attività, per gestire situazioni ansiogene, per prepararci all'utilizzo dell’abilità immaginativa. | benefici del rilassamento sono molteplici e duraturi, entrare in uno stato di rilassamento per pochi minuti ogni giorno porta serenità, vigore e ci ritroviamo con le forze mentali raddoppiate. Durante questo, si entra in uno stato di lieve alterazione della coscienza, non si è più in uno stato di totale veglia. I meccanismi neurologici e psicosomatici che vengono chiamati in causa si collegano al principio dell’interazione tra psiche e soma. Le tecniche muscle-to-mind che partono dal corpo per l’avvio e approfondimento di uno stato psico-fisico di rilassamento. Attraverso queste si parte da sensazioni corporee per giungere al rilassamento mentale. Il rilassamento di Jacobs e quello distensivo progressivo fanno parte di questa categoria. Le tecniche mind-to-muscle che prevedono un approccio mentale. Queste richiedono un'attività mentale tale da avviare risposte psico-biologiche di rilassamento. La risposta di Benson, la meditazione, il training autogeno di Shultz sono esempi di questo tipo di approccio. Alcune difficoltà possono insorgere nell'utilizzo della tecnica di rilassamento, come l’addormentarsi durante l'esercizio, il formicolio, sensazione di nervosismo, i dolori inizialmente si acuiscono. Per cominciare bisogna scegliere il luogo tranquillo e comodo, apprendere la tecnica di rilassamento in un momento di buona forma fisica e con energie sufficienti, non bisogna né essere scettici e né aspettarsi miglioramento subitanei, iniziare da distesi, della musica new age può aiutare, togliere scarpe o qualsiasi cosa risulti “fastidiosa”, chiudere gli occhi, pensando di essere in un luogo protetto, sicuro. Inspira ed aspira lentamente, il corpo diventa pesante, rilassati sui piedi, rivolgi l’attenzione sui polpacci fino a sentirli pesanti. Continua a distendere il resto, lo stomaco, i muscoli addominali, le braccia, il viso, gli occhi. Ti senti bene, molto bene, la calma e la tranquillità ti avvolgono.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved