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Teorie Sociali: Luhmann e la Struttura dell'Azione Sociale, Capitale Sociale e Ruoli, Sintesi del corso di Scienze Sociali

Antropologia socialepsicologia socialeAntropologiaSociologia

Due correnti di pensiero nelle teorie sociali: l'oggettiva e la soggettiva della realtà sociale, il concetto di capitale sociale e il ruolo nella sociologia di luhmann. Viene discusso anche il concetto di ruolo in role theory e la sua importanza nella comprensione della società.

Cosa imparerai

  • Che significano le dimensioni 'oggettive' e 'soggettive' della realtà sociale per Luhmann?
  • Che è il concetto di capitale sociale e come è applicato in pratica?
  • Che due correnti di pensiero si distinguono nelle teorie sociali?
  • Come si relaziona il concetto di ruolo a Role Theory?
  • Che ruolo ha il concetto di ruolo nella sociologia di Luhmann?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 02/05/2019

giulio-de-pascale
giulio-de-pascale 🇮🇹

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Scarica Teorie Sociali: Luhmann e la Struttura dell'Azione Sociale, Capitale Sociale e Ruoli e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Sociali solo su Docsity! AMBIENTE INTRODUZIONE Oggi il termine ambiente evoca frequentemente e l'idea di qualcosa di essenziale ma fragile, in costante pericolo, che perciò deve essere preservato con uno sforzo collettivo. Il termine ambiente, designa ciò che ci sta intorno, ovvero non soltanto la natura ma anche gli oggetti, le persone e in generale, fenomeni di varia tipologia ed entità punto allungo sì infatti cercato di comprendere in che modo è con quale portata i fattori ambientali influenzano i fenomeni sociali. Ippocrate nel sulle acque, sui venti e sui luoghi, sosteneva che le malattie sono in stretto rapporto con le condizioni naturali dei luoghi in cui gli esseri umani vivono, ma anche che l'ambiente naturale, interagendo dinamicamente con strutture sociali, determina le condizioni di vita degli individui e popoli. A cavallo tra 800 e 900 nell'avanzamento dell'epoca industriale ( terzo passaggio ovvero terzo ciclo economico caratterizzato dall'energia elettrica e l'ingegneria pesante , si ebbe la nascita e di rapido fiorire di una seconda prospettiva di analisi, che richiedeva di studiare gli effetti della crescente espansione delle società umane sull'ambiente naturale circostante. Il grande impatto che lo sviluppo economico-sociale ha avuto sulla natura ( disboscamento per ampliamento agricolo, risorse minerarie urbanizzazione) punto, e non più lo studio delle influenze ambientali. Da questo momento in poi l'ambiente viene visto come materia dominata ed alterato dall'uomo a seconda delle proprie esigenze. In effetti la terza fase della riflessione tra ambiente e società è iniziata qualche decennio fa collegato ad una serie di problematiche sorte e divenute evidenti a livello mondiale. Si parla di questione ambientale pericolosa crisi dell' ambiente dopo l'accadimento gli episodi tragici: • Sperimentazione nucleare a Bikini 1954 • Primo incidente ad una petroliera Torrey Canyon 1967 nella decade degli anni 60 è stato inaugurato il primo Earth day 22 aprile 1970 , con la nascita del movimento ambientalista mondiale. Attualmente è dominante la visione ecologica dei problemi ambientali seguendo una prospettiva Eco- sistemica , infatti l'osservatore contemporaneo considera l'ambiente come una delle componenti di un eco- sistema più vasto , con il quale è connesso e dal quale non può e non deve essere isolato punto dei primi anni del 900 il termine ambiente e la sua declinazione naturale hanno perso la loro sostanziale coincidenza e in particolare si deve alla scuola ecologica di Chicago l'attenzione all'ambiente sociale, come ambito artificiale e contesto socio culturale in cui le popolazioni sono immerse e vivono. L'ambiente sociale della città, rispetto ad una data popolazione un gruppo, è costituito sia dalle altre popolazioni gruppi, sia del risultato delle loro espressioni ed integrazione nello spazio urbano,divenuto simbolo delle peculiari sotto-culture, forme di economia, indirizzi politici, in generale, dei micro-sistemi sociali che ne fanno parte. per la Scuola di Chicago principali ispiratore, R. E. Park, egli afferma che l'ambiente urbano risulta socialmente determinante" se è vero che l'uomo ha fatto le città , è altrettanto vero che ora è la città a fare l'uomo." Simmel, a cui si può attribuire il primo focalizzarsi dell'analisi sociologica sull'ambiente inteso nella sua mera componente spaziale. secondo Cipolla l'ambiente può dunque essere letto come un'eco che avvolge un'auto e consente di fatto la sua vita secondo un interscambio più o meno armonico. Spazio nel quale si è inseriti. Territorio su cui ci si muove. Luogo circostante più o meno aperto o chiuso. Abitativi delle piante e degli animali giunge fino all'uomo. Complesso di fattori sociali nel cui ambito gli uomini agiscono interagiscono tra di loro, essendo da esso condizionati e viceversa.." 1. AMBIENTE E SISTEMA Studiare la società come un sistema. secondo lo statunitense t. Parsons , i sistemi sociali (dal piccolo gruppo alla società) sono costituiti da un complesso insieme di "azioni e interazioni organizzati i ruoli e gruppi di ruoli differenziati" punto si strutturano coerentemente al fine di soddisfare quattro bisogni fondamentali uno di questi, la necessità di adattamento, richiede che il suo sistema sociale per mandi relazione positiva con il proprio ambiente, l'ambiente di ogni sistema per Parsons, e quindi quel qualcosa, di esterno al sistema, a cui sistema stesso e però imprescindibilmente correlato, è che solitamente si compone di elementi sia materiali e naturali che sociali. La successiva evoluzione è dovuta a n. Luhmann con "la teoria generale dei sistemi" punto secondo quest'ultima, il sistema è una realtà emergente formata da parti tra loro interrelate in costante è stabile rapporto di interazione reciproca percepibile come totalità che si auto-organizza ,"un sistema non può essere dato indipendentemente dal suo ambiente" punto non si può dunque osservare efficacemente né tantomeno studiare un sistema senza analizzare l'ambiente; ovvero ambiente e sistema, pur distinte differenti, debbono a loro volta essere intesi in una prospettiva olistica. Luhmann dice che ogni sistema è frutto di una riduzione della complessità ambientale che, per tale ragione, rimane variamente incomprensibile per il sistema stesso. 2. AMBIENTE NATURALE, ECOLOGIA ED ECOSISTEMA La sociologia dell'ambiente è un settore disciplinare nato di recente , in corrispondenza del montare della coscienza ambientalista globale i primi esponenti sono W. Catton e R. Dunlap. la sociologia dell'ambiente viene designata" specializzazione della sociologia che applica gli strumenti tipici della disciplina allo studio di quelli che vengono correntemente definiti problemi ambientali ovvero, che studia gli aspetti sociali( sociologici dei problemi correntemente definiti come ambientali( ecologici). Catton e Dunlap essendo convinti che i paradigmi sociologici classici non fossero adeguati per lo studio delle mutevoli interazione tra società e ambiente naturale ritennero necessario elaborare un nuovo paradigma interpretativo alle cui radici vi fosse una visione ecologica. Per ecologia s'intendeva la scienza che analizza il complesso dei rapporti tra gli organismi viventi con il mondo esterno, ora meglio designabile come lo studio dei complessi rapporti che legano tra loro tutti i sistemi organici viventi, animali e vegetali, inclusi i microrganismi, entro la biosfera, ad essi interessava identificare un nuovo paradigma da loro denominato NEP- New Ecological Paradigm. quindi, secondo rinnovato schema proposto dalla coppia di studiosi, i fenomeni ambientali risultano influenzati da fattori quali la popolazione, la tecnologia, il sistema culturale, il sistema sociale e di sistema della personalità su ognuno dei quali i primi retroagiscono. 3. AMBIENTE SOCIALE ED ECOLOGIA UMANA Tra i contributi che ispirano Duncan per la strutturazione del proprio concetto di "complesso ecologico" ,va annoverata l'idea di "complesso sociale", in buona parte riconducibile alla proposta teorica espressa da Park. Come accennato nell'introduzione, questo autore della scuola ecologica di Chicago , a sua volta risorse all'apparato conoscitivo sviluppatosi nell'ambito dell'ecologia per comprendere i fenomeni umani all'interno dell'ambiente urbano la città , intesa come ambiente sociale frutto del intrecciarsi di variabili culturali, materiali, sociali, economica, politica, ecc. , Nel definire un concetto portante per la scuola americana quello delle "aree naturali",Park e gli altri ricercatori della scuola si riconobbero l'importanza dei tratti "fisici"( strade, spazi verdi, linee ferroviarie, edifici, eccetera.) Quali loro effettive delimitazioni spaziali , tuttavia di subordinare I lo studio delle comunità in quanto con le proprie tradizioni costruivano la specifica identità di ciascuna zona peraltro influenzando la anche a livello architettonico- urbanistico. 4. AMBIENTE SPAZIALE, SOCIETÀ E RELAZIONI Simmel fu il primo ad osservare che come rimarca Augustoni " qualsiasi ordinamento sociale è, entro una certa misura, radicata nello spazio." Simmel era infatti conscio che gli attributi di una data società si infrangono nei modi e nelle forme con cui la stessa struttura di spazi. L'ambiente inteso come fenomeno spaziale e di fatto, in relazione simbolica innanzitutto con la società. Questo si verifica anche a livello micro sociologico dove l'ambiente spaziale stivali da quale elemento funzionale per la costruzione di rapporti di interazione e, più in generale, per il fare esperienza da parte dei soggetti. AZIONE SOCIALE L'azione sociale è "una categoria fondamentale della sociologia". I modelli teorici a cui faremo riferimento si suddividono in due correnti di pensiero, di cui non sostiene le dimensioni "oggettive" della realtà sociale, ritenendole fattori determinanti dell'agire sociale, mentre l'altra considera la dimensione "soggettiva" dell'agire, la sua intenzionalità e la capacità dell'attore sociale di essere altro rispetto al condizionamento . Successivamente incontreremo le teorie che si trovano a metà strada tra questi due filoni, per affrontare infine le più recenti teorie sociologiche. 1. I TEORICI DELLA STRUTTURA 1.1 EMILE DURKEIM (1858-1917) Egli si è interessato soprattutto alla struttura sociale e ha maturato le sue riflessioni sulla base della dicotomia tra due aspetti e considera sostanzialmente contrapposti, ovvero da un lato la dimensione di indeterminatezza connessa alla giro mano, e dall'altro la dimensione di determinatezza fornita esclusivamente dall' ordine sociale , dunque la CAPITALE SOCIALE Per capire da subito che cosa si intende per capitale sociale, è utile riportare un esempio di applicazione concreta del concetto. Nelle società cooperative di credito, gli utenti versano regolarmente una somma di denaro su un fondo, che viene poi ridistribuito a turno ad ogni contribuente. Le fatture che inibisce i membri dal "prendere il bottino scappare" è la fiducia nell'istituzione e, quindi, nei suoi appartenenti. Le società di Credito Cooperativo formano così una rete di relazioni tra i propri utenti: si tratta di un particolare legame sociale fondato sulla fiducia che tutti i partecipanti rispettino le norme che regolano la società cooperative di credito e dunque nessuno disattendere le aspettative altrui. È possibile definire questo particolare legame come "capitale sociale" 1. BOURDIEU: CAPITALE SOCIALE E LA STRATIFICAZIONE SOCIALE Nel presentare i diversi approcci teorici elaborati attorno al concetto di CS, distingueremo tra approcci micro-relazionali -che intendono il CS principalmente come risorsa individuale, che produce beni privati, a beneficio del singolo o di uno specifico gruppo- ed approcci macro-relazionali, interpretano il CS come risorsa collettiva che produce beni non esclusivi, a disposizione dell'intera collettività. Bourdieu è ancorato ad un'interpretazione micro-relazionale. partendo da una lettura micro, getta ponti per una concezione macro-relazionale CS; Infine, Robert Putnam e Francis Fukuyama, che raccolgono l'eredità di Coleman e colgono la rilevanza del concetto più per la collettività, che per il singolo individuo. Si dimostra che il reddito della famiglia di origine incide sullo sviluppo del capitale umano delle nuove generazioni, laddove per capitale umano si intendono le conoscenze e le competenze che possono essere acquisite ed investire nel mercato del lavoro. La partenza di una certa etnia e la posizione della famiglia di origine sulla scala sociale possono limitare l'accesso di un giovane all'istruzione superiore. Secondo Loury , il concetto di CS rappresenterebbe esattamente questa situazione. Fin dagli esordi, notiamo dunque che il CS è stato interpretato prevalentemente come una risorsa individuale. Tuttavia, tale interpretazione sembra far combaciare il significato di CS con quello di classe sociale. Loury, di fatto, confonde con l'effetto della classe sociale sulle traiettorie di vita delle persone. Tale definizione è approfondita da Bourdieu, che distingue diverse forme di capitale (sociale, economico e culturale). Per Bourdieu possiamo dire che un certo volume di capitale (in tutte le sue forme) viene ereditato dalla famiglia di origine ed offre all'individuo un campo di possibilità traiettorie di vita. Il tempo in cui gli attori sociali agiscono è, dunque, formato dal capitale oggettivato (es. proprietà e denaro) e dal capitale incorporato, il cosiddetto habitus . L'habitus di classe viene definito come "forma incorporata della condizione di classe e dei condizionamenti da essa imposti". Tuttavia, la società ha un equilibrio instabile e sono sempre possibili deviazione dalla traiettoria collettiva. Il CS è costituito da l'ammontare delle "risorse attuali o potenziali che derivano dalla appartenenza ad una rete stabile di relazioni sociali o dall'essere membri di un gruppo". Il profitto che deriva dall'appartenenza ad una rete o ad un gruppo sociale sviluppa quel senso di solidarietà che permette ad una rete o ad un gruppo stesso di esistere. Le persone trovano interesse a conservare ed accrescere il loro CS, ma ciò comporta "un'incessante sforzo di sociabilità" e una continua serie di scambi, materiali e simbolici, con conseguenze investimento di tempo e risorse (quindi, indirettamente, anche il capitale economico). Coloro che possiedono CS ereditato non devono fare grossi sforzi per accrescere o mantenere il proprio capitale, perché riusciranno a trasformare con facilità relazioni contingenti rapporti stabili e profittevoli. Si rischia così di relegare il CS di un mero strumento di riproduzione di diseguaglianze sociali. 2. COLEMAN: CAPITALE SOCIALE TRA INTERESSI INDIVIDUALI E COLLETTIVI Coleman parte da una concezione della realtà sociale e governata dalle leggi dell'interesse, cioè vale a dire che gli individui sono sempre mossi dal desiderio di ottenere ciò che interessa loro."Massimizzare la realizzazione dei propri interessi" Il CS si manifesta nel momento in cui tra due o più soggetti, individuali o collettivi, cominciano a crearsi rapporti di doveri e di aspettative. Se faccio un favore ad una persona, ho fiducia nel fatto che un giorno potrò essere ricambiato, maturo così un "titolo di credito" nei confronti dell'altro. Tuttavia, se ho mal riposto la mia fiducia, può avvenire che il favore non sia ripagato. È chiaro che tale processo dipende, in primis, dalla affidabilità dell'ambiente sociale, cioè dal livello di fiducia che dovevi siano assolti e dell'ammontare doveri detenuti. Un ulteriore elemento che può generare CS è la presenza di norme efficaci.(una potente forma di CS) Se in una comunità, esistono norme efficaci contro il crimine, i bambini potrebbero andare a scuola non accompagnati e le donne potrebbero camminare per strada da sole in piena notte. Coleman ci avverte dicendo che il CS è un bene scarso le azioni che lo producono arrecano un vantaggio diretto solo a chi ne beneficia ma non per il produttore di CS in quanto"posso vedere ricambiato il mio favore, ma non è certo che ciò avvenga". In linea generale, le persone non hanno interesse a produrre CS. allora, che cos'è che permette di creare, mantenere o distruggere il CS Coleman individua alcuni elementi tra cui la chiusura dei reticoli sociali in quanto più le persone si conoscono direttamente tanto più questo legame e forte e dissuadere dal infrangere le norme avendo così la generazione di norme efficaci che sono una potente forma di CS, poi abbiamo l'interdipendenza degli attori sociali , egli afferma che fattori come la ricchezza o gli aiuti statali rendono le persone più indipendenti dagli altri e l'effetto è una minore produzione di CS punto infine la stabilità della struttura sociale, egli fa riferimento al grado di organizzazione sociale presente in una società punto nonostante il CS si è inquadrato in una logica funzionalista in un approccio teorico che considera gli attori come soggetti razionali,che intendono massimizzare i propri interessi. Egli getta le basi per un'interpretazione macro del CS sostiene che esso può essere "un sottoprodotto di attività avviate per altri fini", in altre parole un bene pubblico. 3. PUTNAM E FUKUYAMA CAPITALE SOCIALE TRA SENSO CIVICO E FIDUCIA Putnam analizza in logica comparativa l'effettivo rendimento delle nuove istituzioni e l'adattamento all'ambiente sociale nelle variegate realtà regionali.Nel caso italiano si potevano individuare, da un lato regioni dotate di una forte cittadinanza attiva, fondata sui valori della fiducia della cooperazione, dall'altro, regione con un tessuto sociale più frammentato e individualizzato, permeato da un clima di sfiducia e di delegittimazione dell'autorità. Nella prospettiva di Putnam, i fattori che costituiscono il CS diventano "la fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l'efficienza dell'organizzazione sociale promuovendo iniziative prese di comune accordo". Egli darà più rilievo edifici pubblici che CS genera invece che i benefici privati di cui possono godere soltanto singoli individui o gruppi esclusivi. Se Coleman sostiene che, in linea generale, gli attori sociali non hanno interesse a produrre CS, perché ciò richiede un investimento di energie e risorse, Putnam riesamina la questione e afferma che se le norme di reciprocità sono un ingrediente essenziale del tessuto sociale, le persone riterranno più vantaggioso cooperare.Le norme di reciprocità, secondo Putnam veicolano la fiducia tra le persone e facilitano comportamenti cooperativi, riuscendo a conciliare interessi privati e solidarietà. Le reti di impegno civico sono il secondo elemento essenziale del CS infatti l'associazionismo diffuso ha effetti positivi su di esso, rinforza le norme, accrescere il potere sanzionatorio, favorisce il flusso delle informazioni, alimenta la diffusione di un modello cooperativo. Tuttavia bisogna puntualizzare che egli distingue tra due forme di CS: -CS che chiude (bonding).Nel primo il CS rafforza i vincoli di unione del gruppo o della comunità discriminando chi non è membro. -CS che apre (bridging). Nel secondo si creano reticoli sociali aperti a membri di diversa estrazione, gettano ponti verso l'esterno, che producono beni collettivi. Le riflessioni di Putnam sono condivise dallo studioso, Fukuyama, il quale concentra soprattutto la sua attenzione su un elemento essenziale connesso del CS: la fiducia. Egli la definisce come "l'aspettativa che nasce all'interno di una comunità, è un comportamento prevedibile, corretto e cooperativo, basato su norme comunemente condivise, da parte dei suoi membri". Il CS è una risorsa che si sviluppa nel momento in cui in una società, o una parte di essa, prevale un senso di fiducia generalizzata, non legata a rapporti particolaristici. Strettamente connesso alla diffusione della fiducia, è un altro concetto cara Fukuyama: la socialità spontanea. egli afferma che il CS non può essere ridotto solo ad azione individuale strumentale ma metti luce relazione intersoggettiva, considerandone le proprietà emergenti, come la socialità spontanea. Fukuyama inoltre classifica due tipi di CS -il primo è costituito dalle società a bassa fiducia,in cui prevale la fiducia nei rapporti particolaristici (come quelli di parentela) -nel secondo prevale la fiducia generalizzata e la socialità spontanea ed è una società ad alto grado di fiducia. Per Putnam , negli ultimi 30 anni "ci siamo allontanati gli uni dagli altri e delle nostre comunità" , iniziando un processo di "demoralizzazione" della società per effetto di numerosi fenomeni, l'aumento della mobilità geografica, i cambiamenti nelle strutture familiari (aumento dei divorzi,l'abbassamento dei tassi di natalità), l'invasione della tecnologia nel tempo libero, il declino dell'impegno civico. COMUNICAZIONE Le definizioni di comunicazione sono molteplici. Solitamente si parte dal etimologia latina del termine condivisione. Volendo dare una definizione valida tra l'informazione e la comunicazione si può costruire la seguente: " emittente che, attraverso un canale, trasmette informazione, che conserva o perde, verso ricevente che più o meno recepire dalle messaggio e, comunque, elaborarlo in qualsiasi modo creda meglio. Emergono così elementi costitutivi la comunicazione che specifichiamo: • Canale: Il mezzo fisico attraverso cui passa il messaggio • Messaggio: L'oggetto trasmesso nella comunicazione, composto da un contenuto è da un contenitore. • Codice: Sistema per l'organizzazione dei segni. • Contesto: Cornice fisica o psicologica all'interno della quale si svolge la comunicazione. Possiamo ora aggiungere due distinte interpretazioni la comunicazione come atto semplice o come processo dinamico nella prima l'atto semplice si conclude con il raggiungimento dell'intenzionalità dell'emittente rispetto del destinatario. all'interno di un quadro della comunicazione come atto semplice il destinatario e posto in un ruolo inferiore rispetto l'emittente. Non è avvenuto alcuna condivisione bidirezionale ed intenzionale di informazioni punto il passaggio intenzionale di informazioni stato unidirezionale, non parleremo perciò di comunicazione, bensì di informazione in quanto non c'è stato un feedback o retroazione comunicativa. Nella comunicazione il destinatario diventa anche emittente, scambia non solo un'informazione ma anche il ruolo,diventa interattivo nell'interazione il dialogo, con colu che attraverso l'ascolto diventa a sua volta destinatario. quest'ultima e appunto la visione della comunicazione come processo dinamico. Sorice individua 8 concetti di base in merito alle definizioni più usate di comunicazione tra cui: • comunicazione come contatto: le vie di mezzi di comunicazione sono possibilità di contaminazioni culturali e di partecipazione. • comunicazione come trasferimento di risorse e influenza: allo stimolo informativo A conseguirebbe nei destinatari il comportamento B • comunicazione come condivisione: stato sociale reciproco di partecipazione • comunicazione come inferenza: il significato complessivo del testo è una deduzione che deriva dalla composizione di tutte le sue parti • comunicazione come scambio: la comunicazione basata su una relazione che presuppone la disposizione allo scambio reciproco • comunicazione come relazione sociale: caso rilevante per la sociologia della tipica tipologia precedente la formazione di un'unità sociale e realizzata a partire da individui singoli mediante l'uso di linguaggio dei segni. • comunicazione come interpretazione: l'interpretazione del testo è data da una rete di relazioni strutturali e contestuali che si riferiscono sia ad elementi interni che esterni come la precomprensione del testo scommessa culturale che letture va sulla base dei suoi presupposti socialmente e storicamente collocati. 2. AZIONI-FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Quando comunichiamo svolgiamo una o più delle seguenti azioni: • Trasmettiamo informazioni (funzione referenziale). • Manifestiamo la nostra relazione ed il nostro stato interiore (funzione espressiva). • Usiamo il linguaggio per regolare le nostre azioni e quelle degli interlocutori, attraverso richieste, ordini, comandi, persuasioni. • Gestiamo l'alternanza tra emittente e destinatario. • Comunichiamo sulla comunicazione (funzione metà comunicativa) 3. SEGNALI ANALOGICI E DIGITALI Durante la comunicazione interpersonale possiamo svolgere più funzioni simultaneamente. Questo è possibile perché nella comunicazione interpersonale la parola non è l'unico segnale di cui disponiamo. Di fatto e mettiamo sia segnali analogici che digitali. Nel caso di segnali o segni analogici significato si assume per analogia referente qualcosa che elica per similitudine il significante al significato. La similitudine e attuata attraverso la riproduzione di una delle qualità dell'oggetto riferito . Nel caso disegni o segnali digitali, la relazione tra segno e significato è arbitraria e convenzionale. Il segno predefinito non può subire variazioni al di fuori di quelle permesse dal codice. Si possono usare segnali digitali per costruire dei segnali analogici ad esempio nel linguaggio poetico all'Unione disegni discreti quali le parole formano analogie con sensazioni significa di che si vogliono riprodurre. I segnali analogici vengono per lo più trasmessi dal linguaggio corporeo quelli digitali attraverso le parole con i primi si veicolano informazioni sulle informazioni e ci si pone sul piano della "relazione", con i secondi si veicolano informazioni e ci si colloca sul piano del "contenuto". 4. LO STATUTO SEMIOTICO DISEGNO Disegno, in base ad una definizione semiotica è qualcosa che sta per qualcos'altro il significato. La modalità di questa relazione da origine a tre tipi di segni indici, icone sostituisce linguaggio della democrazia e il consumismo sembra essere il solo tipo di cittadinanza offerto". sì pensi a come il centro commerciale si "appropria", in silenzio, della città come capitale pubblico. Di certo esso assorbe promuove, a modo suo, molte delle funzioni sue primarie , è il luogo di lavoro, di consumo, del tempo libero, delle relazioni sociali. Ma è anche una macro-struttura artificiale che ha un impatto notevolissimo sul mondo fisico. Pensato dal punto di vista del carico urbanistico, un mostro che divora spazio con le sue volumetrie imponenti i suoi sterminati parcheggi, ha una fame insaziabile di infrastrutture per la viabilità, di reti fognarie e impianti per la depurazione, genere inquinamento luminoso acustico elettromagnetico sia in modo diretto e indiretto punto oppure a quanto spazzatura viene prodotta, a quante confezioni e imballaggi superflui, che spesso valgono più del bene stesso e non sono consumabili, nutrono il flusso quotidiano dei nostri rifiuti. CULTURA 1. LE ORIGINI DEL CONCETTO L'Etimologia della parola cultura, deriva dal latino Colere, ossia coltivare , ci consegna l'immagine di un terreno che necessita di venir lavorato affinché diventa produttivo . Al contrario, se applicato all'essere umano, colto è colui che è stato nutrito nell'animo, divenendo erudito, istruito, sapiente. A sospingere per primo verso tale trasposizione di significati, così che dalla coltivazione della terra si passò a quella dello spirito punto e questa riduzione della cultura a sapere razionale, pur tanto lontana dal moderno concetto scientifico di cultura, sussidi costituiti nondimeno un notevole progresso, in quanto consentiva la scoperta dell'esistenza di un'organizzazione Strutturale all'interno di ogni cultura volendo tentare una sintesi della proprietà attribuite a tale concetto, conservato che la cultura è un prodotto che necessita di essere storicizzato, in quanto espressione di una data società, in un certo momento storico punto quando si sulla base di movimenti interni, non vanno trascurati i processi di importazione culturale da altri contesti geografici ed altre epoche storiche, riguardanti elementi sia di natura ideologica che materiali. Dunque anche quando apparentemente integrata, la cultura presenta sempre elementi di eterogeneità, così che pare quanto mai ingiustificato parlare di cultura autoctona, oppure punto ogni generazione del proprio contributo sia nella trasmissione dei modelli culturali sia all'elaborazione di nuovi spunti botti ad innovare il bagaglio conoscitivo. Sia il processo di trasmissione che, a maggior ragione, quello di ricevimento e di apprendimento dei modelli culturali si sono, necessariamente, di tipo selettivo. Dire necessario approfondire alcune interazioni sviluppate dalla cultura con altre dimensioni significative punto la relazione fra cultura e personalità , il soggetto entra in contatto ed assorbe la cultura in cui si trova immerso, ossia quella presente nella società di appartenenza, fin dagli esordi della sua vita. Fra cultura e natura ovvero la complementarità fra i due concetti , in altri termini in conseguenza dei vincoli sociali che regolano i rapporti umani e la natura che funzione della cultura ed è questa che decide la selezione di fattori genetici, e la cultura umana che distribuisce, come vuole, il patrimonio genetico a sua disposizione e non viceversa. Tra cultura e civiltà , infatti due termini sono apparsi quasi sinonimi , grazie al lavoro svolto dagli illuministi in Europa. Tuttavia già con Weber ci si inizia ad affacciare un timido tentativo di distinzione punto la distinzione fra le due dimensioni si snoda a partire dalla constatazione che mentre tutto ciò che è cultura ha un andamento ciclico virgola quanto e civiltà sarebbe caratterizzato da un andamento lineare e progressivo. 2.UNA,TANTE CULTURE : VERSO UNA NUOVA INTERCULTURALITÀ Quest'ultimo richiamo al rapporto fra culture civiltà conduce a trattare un'ulteriore tematica, oggigiorno al centro di un crescente dibattito ossia quella relativa alla convivenza, se non proprio l'integrazione, di culture differenti entro i confini geografici degli stati nazionali. Il pluralismo culturale sostiene l'esigenza di tenere separate sfera pubblica e sfera privata di vita, promuovendo il rispetto di norme condivise a livello collettivo e, al contempo, permettendo e soggetti libertà di espressione in ambito privato quale momento di espressione delle differenze. Al contrario del pluralismo culturale, il multiculturalismo attribuisce medesima dignità a posizione culturali differenti, riconoscendolo il uguale valore pur nella loro diversità e specificità. Tuttavia di un approccio che pone l'enfasi sulla presenza di tratti peculiari e caratteristici di ogni cultura, ossia appunto sulla differenza, volendo promuovere il riconoscimento di quei gruppi altrimenti destinati a rimanere ai margini del sistema sociale e riconoscendo loro specifiche esigenze di ordine materiale o simbolico, mediazione culturale. Quest'ultima, capace di fare del confronto e della solidarietà tra culture diverse elemento di forza sul quale iniziare a lavorare per ridurre le tensioni e dirimere i conflitti, avere rispetto dell'altro quale elemento imprescindibile verso la convivenza più armoniosa e giusta.La forza della mediazione culturale, e dunque suo valore, stanno proprio in questo, saper essere momento di confronto senza implicare modalità di controllo sopraffazione dell'altro, mantenendo la solidità delle reciproche identità culturali sulla base del reciproco aspetto. DISUGUAGLIANZA Il tema delle disuguaglianze sociali e forse uno degli ambiti di indagine per eccellenza delle scienze sociali e della sociologia in particolare . La sua sfida, ma soprattutto la sua valenza astratta e relazionale richiedono, tuttavia, uno sforzo continuo di delimitazione dell'ambito di riflessione, ma anche una chiara esplicitazione dei contenuti di cui si vuole riempire lo stesso termine disuguaglianza. Ciò che immediatamente percepiamo osservando la società, ed in particolare quella contemporanea, e l'eterogeneità delle caratteristiche delle posizioni dei suoi membri. Dall'eterogeneità non è di per sè stessa problematica la disuguaglianza, intesa come differenza o meglio ancora come identità altra e infatti il presupposto stesso dell'interdipendenza tra ego ed alter, la spinta propulsiva verso l'alterità. Tour Heine, quasi paradossalmente , dice che è proprio la reciproca diversità a rendere gli uomini uguali tra loro e gli riconosce, infatti, che il fondamento dell'identità personale non può risiedere in universalismo astratto e livellatore, ma nel diritto all'individuazione di un proprio, personale percorso, specie in un mondo di crescente omologazione globale. Già nelle società di caccia, orticole e pastorali nomadi si rinveniva un certo grado di disuguaglianza tra i membri delle Comunità soprattutto per quanto riguardava determinati ruoli sociali, come quello del cavo o di guaritore punto con la nascita delle società agricole, passando da quelle schiaviste greche e romane, arrivando a quelle feudali e concludendo con le moderne società industriali, la disuguaglianza si struttura per categorie sempre maggiormente definite di individui, i quali si riconoscono l'accesso diseguale ai beni sociali in conseguenza del loro stato nella gerarchia seriale punto categorie concettuali di stratificazione sociale si presenta sufficientemente duttile da poter essere utilizzata per analizzare il concreto manifestarsi della disuguaglianza nella storia dell'uomo, che talora assunto la forma della suddivisione in caste, come in India, inceti ho in classi sociali come nelle moderne società industriali. 1. MODELLO ANTAGONISTICO E MODELLO FUNZIONALISTA Se già il pensiero filosofico e politico del XVII è del XVIII secolo avevano costo del binomio uguaglianza e disuguaglianza il punto di partenza su cui erigere le principali teorie del contratto sociale, nei secoli successivi la sociologia orienta maggiormente il suo interesse verso le declinazioni concrete che la stratificazione sociale assume come espressione di diseguale opportunità di accesso alle risorse materiali, educative, sociali e relazionali. Distinguiamo due principali approcci sociologici ovvero , l'approccio antagonistico e quello funzionalista punto al primo modello appartengono le teorie marxiste e quelle del conflitto sociale. Marx sosteneva che la struttura sociale fosse interamente plasmato dalla sfera economica. Le classi si definivano, infatti, in relazione alla posizione della nell'ambito di rapporti di produzione, infatti, da un lato, i proprietari dei mezzi di produzione, dall'altro, i proletari, costretti a far emergere la propria forza lavoro per guadagnarsi da vivere punto l'intera società si rigiro su un colibrì Stabile di forze contrapposte, lotte e tensioni di classe. Secondo Marx, l'esasperazione di dall'antagonismo avrebbe maturato nel proletariato la consapevolezza della propria alienazione dal processo di produzione e dal proprio sfruttamento, sino lo sviluppo di una vera e propria coscienza di classe che avrebbe segnato il tramonto dell' era capitalista e l'alba della rivoluzione comunista , in seguito alla quale non vi sarebbero più stati né oppressi ne oppressori. rappresenta senza dubbio una debolezza di telelettura riduzione delle relazioni sociali a relazioni economiche e, dunque, l'assegnazione alla sfera produttiva di una priorità assoluta e subordinata rispetto alle altre sfere cosiddette riproduttive. Anche Max Weber riconosce l'importanza della ricchezza economica nella definizione di classe , tuttavia essa non rappresenta che una delle diverse componenti del fenomeno della stratificazione sociale. Quest'ultima si consolida lungo tre dimensioni la ricchezza, il prestigio ed il potere. La stratificazione sociale risulta dunque, in questo caso, il complesso intreccio di livelli di status in cui ricchezza, prestigio e potere si combinano variamente e reciprocamente. Il modello funzionalista, al contrario, legittima ed accetta le disuguaglianze in quanto necessarie al mantenimento della coesione sociale attraverso l'integrazione dei reciproci ruoli. Esso ha avuto origine con lo studio di Durkeim , che ha una concezione meritocratica della stratificazione sociale nel passaggio da una società a solidarietà meccanica,dove gli individui in quanto simili erano fungibili ed i ruoli intercambiabili, ad una società a solidarietà organica, in cui il principio regolativo diveniva l'interdipendenza delle parti, dovuta alla diversificazione Eli per specializzazione dei ruoli e delle funzioni. Individui maggiormente dotati avrebbero occupato le attività considerate più prestigiose remunerate, vedendosi riconosciuto lo status più elevato. L'approccio funzionalista è, tuttavia, portato a maturazione da Parsons, per il quale la stessa organizzazione del lavoro moderna, centralizzata e coordinata, ad imporre la combinazione tra ruoli dirigenziali terroristico tv, a lui va attribuito, altresì, il merito di allargare il ragionamento alle strutture familiari. 2. IL DIBATTITO ATTUALE limiti delle due chiavi di lettura appaiono immediatamente evidenti in quanto nel primo caso, è possibile constatare che l'indeterminatezza e la complessità della sociale generano una pluralità di ambiti di vita e di lavoro all'interno dei quali si sviluppano e si intersecano forme plurime di disuguaglianza, che non necessariamente sono prodotte dal mercato del lavoro. Nel secondo caso, occorre prestare attenzione a non occultare palesi manifestazione di ingiustizia sociale dietro ad un ingenuo concezione esclusivamente meritocratica della stratificazione sociale. nella realtà italiana, ad esempio, le indagini empiriche dimostrano come più del merito e dell'impegno personale sia la grassi di origine a condizionare le chance educative e professionali dei singoli, non te la mobilità sociale alimentando così il meccanismo di riproduzione degli svantaggi. Le stesse disuguaglianze ci sono ci sono in tal modo frammentate, così come meno definita appare l'identità dei singoli individui, in quanto legata ad un insieme sempre più esteso e cangiante di appartenenze talvolta contraddittorie. Il lavoro rimane una delle principali fonti di benefici e potere, e non è qui in discussione, tuttavia, secondo castello, la fine della società salariale, la parcellizzazione della contrattazione e la precarizzazione del lavoro hanno moltiplicato il cumulato le forme di disuguaglianza. L'allungamento verticale delle disuguaglianze, dovuto alla progressiva erosione delle garanzie di cui un tempo si giovava la classe media, e la fragilità di tessuti familiari, relazionali e solidali stanno conducendo ad una sempre più marcata divaricazione tra gli estremi della scala sociale. A fronte di ciò nessuno dei due modelli , può essere ritenuto esclusivamente valido ed applicabile, né tantomeno esaustivo, mentre appaiono maggiormente convincenti una serie di letture che mediano, tra le due posizioni ovvero le considerano complementari punto tra queste si annovera quella di Ralf Dahrendorf il quale rivede l'approccio marxiano delle classi fondato sul concetto di proprietà dei mezzi di produzione per sostituirlo con quello di morire, sottolineando come nella società avanzate il numero delle classi sia levato quanto quello dei livelli gerarchici di comando. E disuguaglianza sarebbe per una sua stessa natura un elemento costitutivo della Libertà, se non fosse sfruttata dei privilegiati per negare i diritti di partecipazione socio-politica agli svantaggiati. Più vicino all'approccio Weber Jano si colloca il modello a tendenza di Ardigo, più adatto analisi delle società complesse contemporanee perché meno rigido le coordinate che definiscono un sistema sociale complesso non possono essere ricondotte in via del tutto esclusiva o preminente nei a variabili di tipo economico o quantitativo, né a fattori culturali e simbolici, ma bensì ad un incrocio di molteplici e reciproche influenze. Troviamo Scamuzzi invece secondo il quale la moltiplicazione delle sfere della disuguaglianza è dovuta ad aggiungersi di nuovi beni ed opportunità tra quelle rilevanti per l'esistenza umana ed al passo di fattori quali la forza, identità, la qualità della vita, la distribuzione di vantaggi e svantaggi tra le generazioni punto come ultimo contributo troviamo Senna che privilegio un'analisi delle nuove disuguaglianze in termini di libertà di acquisizione di capacità di utilizzo dei mezzi a disposizione, anziché di possesso di beni primari , infatti, il vantaggio si concretizza in tal modo nell'area le possibilità di ottenere qualcosa che riteniamo importante. DROGA Ogni società nel tempo e nello spazio ha conosciuto una o più sostanze psicoattive. Secondo uno sguardo più approfondito importante osservare una forse di relazioni interne al gruppo, il fuoco delle analisi e maggiormente spostato sui rapporti di potere tra gruppi e sulla relazione gruppo/ambiente . ad ogni modo, ciascuna delle due discipline richiamate, per chiarificare in maniera maggiormente puntuale i propri ambiti tematici, si è valsa, e tuttora si avvale, dei risultati ottenuti dall'altra ; il concetto di gruppo, a buon diritto, fa parte delle definizioni classificatori e di entrambe le scienze sociali. da quanto finora affermato , è possibile fornire una definizione, per quanto ancora parziale, maggiormente puntuale del concetto di gruppo : definirsi gruppo ( sociale ) un insieme di esseri umani caratterizzati da specifiche inter-relazioni condizionate tanto dalla consapevolezza dell'esistenza del gruppo, quanto dei simboli accenderlo prodotti. È proprio il complesso costituito dalla dimensione (categorizzazione simbolica ) e dei processi simbolici ( pratiche relazionali ) che permette di distinguere un gruppo ( sociale ) da altre forme di raggruppamenti umani ( aggregati e categorie sociali es. Una folla ). distinzione fra " gruppi " e " quasi gruppi " . i membri dei " quasi gruppi ", rispetto e componenti del gruppo propriamente intesi, sono caratterizzati da relazioni meno intense e da una minore coscienza del gruppo collettivo specifico di riferimento. A tal riguardo, come se vado da Max Weber, non bisogna confondere una comunanza di qualità, situazione o atteggiamento con la comunità intesa come forma di relazione sociale. Per Weber l'agire può essere definito comunitario se sussistono almeno due condizioni : a ) gli attori sociali orientano il proprio atteggiamento in direzione reciproca ; b) la relazione da essi intessuta deve essere espressione della comune appartenenza soggettivamente sentita. 1. TRACCE DI STORIA Molto schematicamente, le relazioni degli esseri umani intessono possono fondarsi su legami sentimentali oppure vere basi di natura economica. Analogamente, gli scopi che i gruppi si pongono possono essere pratici, ovvero può trattarsi di mete ideali. Il concetto originale di comunità elaborare Tonnies rappresentava la piccola comunità preindustriale, integrata, basata sui gruppi parentali, amicali e di vicinato. Nella formulazione di tonnies la comunità, intesa come specifica forma di relazione, si contrapponeva alla società i cui membri interagiscono in modo più calcolato, perseguendo scopi specifici. La tipologia di legami elaborata da tonnies riguardanti differenti modi di essere gruppo all'interno delle diverse società inclusive, ti contatto con la descrizione fatta da cooley, fra legami primari, di natura affettiva, e legami secondari, di natura pratica. Differenza tra gruppi primari e gruppi che, sono definiti secondari. Gruppi primari nascono ad esigenze emotive ed interiori, i rapporti sono frequenti, diretti ( faccia a faccia ), spontanei, informali ; il soddisfacimento dei bisogni / desideri di effettività, socialità, amicizia rappresentano di per sè un fine. Gruppi secondari, invece, si istituiscono per il raggiungimento di scopi pratici, meno frequenti, impersonali, imposti da circostanze esterne ; se si pensa, però, al fatto che gli operai di un reparto aziendale possono sviluppare relazioni di amicizia ci accorgiamo che il confine tra gruppi primari-informali e gruppi secondari-formali è molto sfumato ; allo sviluppo di questa tradizione di studi ha contribuito notevolmente kurt lewin con i suoi studi sulla struttura e sulle dinamiche dei gruppi. Altri contributi li troviamo grazie alla distinzione operata da Sumner tra gruppo interno, o " gruppo - di - noi " gruppo esterno, " gruppo - di - altri ", Che rimanda al fenomeno dell'etnocentrismo. un'altra dimensione di rapporti tra gruppi è stata evidenziata da Merton attraverso la " teorie di gruppi di riferimento " secondo cui le persone tentano di fare propri i valori e gli schemi comportamentali dei gruppi ai quali desiderano appartenere. Sulla base di desiderabilità è possibile distaccarsi dei propri gruppi di appartenenza . nell'ambito della sociologia industriale l'interesse prevalente è stata dedicata allo studio di gruppi spontanei di natura informale che vengono costituirsi nelle fabbriche un altro dure che fa ricerche simili fu Stuffer . è a partire dai risultati ottenuti dagli studi che sia venuta la consapevolezza che rapporti di amicizia e solidarietà che vengono a formarsi tra compagni di lavoro o tra commilitoni, hanno ripercussioni sulla produttività del lavoro e Slash ho sul morale dei combattente 2 ASPETTI DI GRUPPI 2.1 FUNZIONE DI SOCIALIZZAZIONE In generale è possibile inquadrare la relazione tra individui, gruppi e società entro un ottica transazionale implicante un vero e proprio scambio di influenze, non reciproca determinazione - modificazione. La relazione società - gruppi - individui può essere idealmente scomposta in tre dimensioni : 1 ) dimensione culturale, intesa come l'insieme dei valori, delle norme e dei modelli comportamentali ; 2 ) dimensione sociale, Intesa a livello strutturale ed istituzionale ; 3) dimensione personale, intesa come insieme delle motivazioni che guidano l'agire individuale. Questi tre dimensioni, sono interiorizzate dalle singole persone poiché, i processi di categorizzazione del sè e degli altri, di riferimento, in vista della definizione della propria identità, è a tre diversi livelli : il livello, più astratto , rappresentato da sé come essere umano, il livello intermedio era preso dalla consapevolezza del sé come membro di un gruppo che si pone relazione all'art i gruppi ; il livello subordinato ( rispetto agli altri due) del se è rappresentato dalla consapevolezza della propria unicità rispetto componenti del " gruppo di noi ". 2.2.1 LE NORME DEL GRUPPO l'inserimento in società degli individui immediato dei rispettivi gruppi di appartenenza ed al rispetto delle specifiche culture di cui gruppi stessi sono portatori : attraverso la partecipazione alla vita di gruppo, gli individui in teorizzano degli schemi comportamentali che sono in relazione alle norme e valori della propria società inclusiva. Le norme, intese come aspettative comportamentali reciprocamente condivise, a cui gruppi fanno riferimento. Ciò non significa che all'interno dei gruppi non ci sia spazio per la diversità di opinioni, atteggiamenti e comportamenti individuali. Abbiamo già avuto modo di asserire che la psicologia della forma ha dimostrato come ogni gruppo possa essere concepito come una totalità dinamica diversa della somma delle parti che lo costituiscono. Rispettare le regole, dunque, non significa mettersi semplicemente dalla parte delle " diritto ", non mettere il gruppo dalla propria parte il comportamento conformista, allora, può essere inteso come una condotta di vita attraverso cui gli esseri umani, sì assicurano anche un profitto secondario quale l'onorabilità riconosciuta alle persone che seguono la regola non per interesse ma per puro e disinteressato rispetto delle regole, essendo identificare con i valori che il gruppo onora. Interiorizzazione delle norme mantiene la questione fra i membri assorbendo funzione di auto-categorizzazione. Le norme, dunque, ammorbidiscono i possibili conflitti interni al gruppo ma al tempo stesso riducono anche la capacità critiche delle persone visto che accentuano il carattere geologico del sistema di valori a quel gruppo si riferisce . 2.2.2 IL SISTEMA DI STATUS-RUOLI All'interno di gruppi, in funzione del raggiungimento delle mete, vengono a costituirsi delle differenziazioni gerarchicamente organizzata. Tali differenziazioni si compongono in funzione sia della posizione ( status ) che una persona occupa all'interno di un gruppo ; sia dell'insieme di aspettative comportamentali che ad ogni specifica posizione sono collegati ( ruolo ). La posizione di status, nei gruppi, retribuite in funzione della valutazione delle competenze di ciascuno in relazione al raggiungimento degli scopi comuni. In generale le posizioni che le persone occupano all'interno di gruppi possono definirsi informalmente sulla base delle relazioni che si instaurano con gli altri, oppure essere variamente imposte dall'esterno due punti quando le merde che il gruppo si pone sono ideali-affettive , la struttura organizzativa per a comporsi spontaneamente . in altri casi, quando gli scopi sono di natura pratica, la struttura organizzativa del gruppo è desunta sul piano razionale - formale. Ruoli principali giocati in ogni gruppo sono quelli del leader, del gregario o seguace, del nuovo arrivato e del capro espiatorio. La leadership implica un processo di influenza tra un leader e gli altri membri di un gruppo . • IL LEADER è in genere rivestito dalla persona che in un gruppo, in relazione al raggiungimento delle mete, mostra la più elevata capacità di condizionamento. È più intraprendente, è nella rete di comunicazione interna al gruppo occupa una posizione strategica centrale i leader essenzialmente solo buono due funzioni : una " climatica " , assicurando un grado di armoniosità nel gruppo attraverso la considerazione dei membri, e delle loro opinioni. E, l'altra pratica, in quanto mostra le migliori idee, il maggior bagaglio di cognizioni tecniche e capacità organizzative rispetto al lavoro di gruppo. Difficilmente ambedue funzioni vengono assolte dalla stessa persona. Troviamo tre tipi di leader : il leader autoritario, che impone le proprie regole, ottiene maggior consenso dei compiti di rapida esecuzione ma suscita reazioni aggressive e devianti da parte dei membri del gruppo. La capacità di influenza, invece, attraverso cui si produce accettazione soggettive persuasione, sembra caratterizzare lo stile del leader democratico e cerca di esprimere la volontà del gruppo, suscita interesse ed attrazione anche verso la propria persona, ottiene formativi di collaborazione e buoni livelli di produttività nel lavoro . il terzo tipo, il capo lassista, mostra poco interesse per le attività degli altri componenti del gruppo che sono caratterizzati sia da un alto margine di indipendenza, si ha una scarsa motivazione allo svolgimento del compito. Di qui un certo grado di confusione nell'organizzazione del lavoro e bassi livelli di produttività. • Per SEGUACI O GREGARI si possono intendere quei componenti che da più tempo si ispirano ai valori di riferimento del proprio gruppo di appartenenza e che, nella loro condotta di vita, risultano essere coerenti con le norme comportamentali che da tali valori derivano. In altre parole, i seguaci rappresentano i soggetti che " incarnano " la tradizione, lo specifico stile di vita di quel gruppo, adesso insieme, è espressione. • IL NUOVO ARRIVATO può essere visto, invece, come la persona che aspira ad entrare a pieno nella vita di un gruppo. È caratterizzato da un certo grado di ansia, passività e conformismo : un nuovo arrivato deve riuscire ad aderire alle norme del gruppo e dare prove di competenza rispetto al raggiungimento delle mete che Esso si pone. • IL CAPRO ESPIATORIO risulta essere funzionale alla sopravvivenza della vita di un gruppo in quanto i suoi membri " scaricano virgoletta gioca dalle ruolo gli aspetti che minacciano l'idea che hanno di loro stessi. Analiticamente, attraverso giovedì proiezioni, i componenti del gruppo attribuiscono il capro espiatorio quei tratti di personalità che non risultano essere coerenti rispetto al quadro valoriale e normativo su cui si fonda l'identità individuale e sociale di ciascuno in questo modo i membri del gruppo si liberano delle proprie parti negative al fine di mantenere un'immagine del sè accettabile. CONCLUSIONI: "ECCESSO" DI GRUPPO secondo Norbert Elias la forma di potere principale di cui dispongono i gruppi presentata, da una comune appartenenza di classe, etnica o religiosa, bensì da quella che lo stesso Elias ha definito " anzianità di associazione ". Tale forma di potere si basa sul grado di coesione storicamente determinato si dei gruppi : in sostanza, nei rapporti, il gruppo più coeso internamente, in genere, dispone di una quantità di potere superiore rispetto agli altri gruppi. Proprio questa " anzianità di associazione " è in grado, da sola, di creare coesione, identificazione collettiva, comunanza di norme da cui si ricava quell'euforia gratificante dovuta alla consapevolezza di far parte di un gruppo e di partecipare alla sua superiorità, suo carisma. ISTITUZIONE 1. NATURA E FUNZIONI DELLE ISTITUZIONI:COSA SONO E COSA FANNO Offrire definizione univoca del termine istituzione è pressoché impossibile, dal momento che le diverse discipline hanno nel tempo costola 100 su diversi aspetti. Per esempio nel linguaggio giuridico e so è sinonimo di istituto o di organo fondamentali dell'ordinamento costituzionale di uno Stato, quali il Parlamento o il governo. Nel terreno delle Scienze dell'Amministrazione, esso assunto l'equivalente di organizzazione, denominando pertanto istituzioni tutte le organizzazioni, non solo scuole ed ospedali, bensì ogni gruppo organizzato, purché persegua sistematicamente determinati fini, avvalendosi di determinate procedure. L'idea di istituzione come l'insieme di regole formalizzate, e pongono l'accento sulle aspettative così creare la società su quanto ritenuto giusto o sbagliato, appropriato o appropriato, da cui gli attori devono conformarsi, indipendentemente da quanto diversamente essi vorrebbero fare. E, in tal modo questi ultimi autori intendono assimilare nella definizione anche tutte quelle politiche pubbliche, quali il pre-pensionamento gli aiuti alle piccole - medie imprese, che costituiscono una serie di regole, dinanzi alle quali una terza parte posso essere chiamata in causa per far sì che se vengono rispettate. Durckheim , Acconci, sociologia come scienza delle istituzioni , definisce l'istituzione stessa come fatto sociale, e precisamente come complesso di maniere collettive di agire e di pensare. L'individuo trova completamente formate e non può fare in modo che non esistano o che siano differenti da quello che sono , il carattere difficilmente mutevole di tali norme . Parsons, considera le istituzioni come veri e propri fenomeni morali, non tutte le norme, che pur rivestono un ruolo nella vita degli uomini, possono venir definite istituzionali. Le situazioni sono intrinsecamente legate con l'insieme dei valori ultimi e comuni di una certa comunità, e da questo ne traggono la loro stessa origine, divenendo fenomeni morali. Proprio in virtù di questa autorità morale esercitata, l'istituzione ottengono una obbedienza disinteressato dagli individui, che la ritengono un bene in sè . tale obbedienza, per Parsons, può conservarsi anche nel momento in cui si affievolisca il consenso morale che sostiene valori fondanti dell'istituzione, perché essa può usufruire di un insieme di incentivi e di misure sanzionatorie. Altri autori come Spencer ed Elster , l'orientamento definito " costruttivista " , la prospettiva costruttivista sviluppa una critica al monismo metodologico di impianto positivista ed esalta al contrario il dualismo metodologico riconoscendo come, da un lato, esistono le scienze nomotetiche e dall'altro le scienze idiografiche. Il riconoscimento della specificità sociale come ambiti di studio che si sviluppano sulla storicità degli eventi, singolare e legate all'intenzionalità dell'agire umano, porte costruttivisti a sostenere la tesi secondo la quale non esiste una realtà oggettiva poiché " la realtà studiata e la scienza che studia hanno un'origine ugualmente soggettiva, e significa che la realtà studiata dipende dall'osservatore ", la realtà altro non è che una costruzione del soggetto. Con il costruttivismo infatti si afferma il primato della deduzione sull'induzione e del soggetto sul oggetto. Secondo Weber, il metodo delle scienze naturali risulta inadeguato per cogliere il significato dell'agire umano e la sociologia deve configurarsi come scienza fondata sulla comprensione, ovvero sull'integrazione tra spiegazione causale e significati soggettivi legati a l'intenzionalità dell'agire umano detto altrimenti, quando si vuole spiegare un fenomeno sociale bisogna ricercare separatamente la causa efficiente che lo produce la funzione che assolve. La comprensione e immediata, non intuitiva e di oggettiva in quanto dipende dalla ricostruzione razionale del contesto di senso al quale nazione va riferita. La diatriba tra realismo e costruttivismo è particolarmente rilevante per quanto concerne l'orientamento verso alcune tecniche di ricerca piuttosto che altre in quanto all'origine del dibattito tra metodi quantitativi e metodi qualitativi. La distinzione riguarda la logica investigativa : i metodi quantitativi si orientano principalmente la giustificazione delle asserzioni prodotte attraverso il corso a categorie preesistenti, quelli qualitativi privilegiano la scoperta di nuove conoscenze attraverso la creazione di nuove categorie . 2. IL CICLO METODOLOGICO E I TIPI ESEMPLARI DI RICERCA per ciclo metodologico dell'informazione scientifica s'intende " il percorso che ora nozioni deve necessariamente compiere per diventare un " dato " legittimato il contesto della Scienza e non, semplicemente, un dato di realtà ". Le 4 fasi che compongono il ciclo sono : • La co-istituzione delle informazioni elementari , reperimento dei dati oggetto d'indagine. • Il trattamento elaborazione, passaggio attraverso il quale le informazioni raccolte sono trasformate in elementi leggibili, ordinati, sintetici e comparabili attraverso la lettura contestuale. • L'interpretazione dei dati, comparazione di ipotesi teoriche formula del monte e risultati emersi durante il percorso empirico secondo una logica di giustificazione o incremento conoscitivo rispetto al fenomeno indagato. • La diffusione e la spendibilità dei risultati raggiunti ,diffusione degli esiti del percorso empirico per favorire il controllo intersoggettivo da parte della comunità scientifica e favorire l'incremento conoscitivo e la spendibilità operativa dei risultati. Il ciclo metodologico si contraddistingue per il carattere di integrazione che si esplica livelli : in primo luogo , integrazione significa mettere stretto collegamento ciascuna fase del ciclo in quanto ogni passaggio e imprescindibile è un errore condotto in una fase condiziona in senso negativo l'intero percorso di ricerca in secondo luogo, l'integrazione significa riconoscere il carattere aperto e mai concluso dell'indagine per dire ad una verità sempre contestuale, delimitate specifica. Rispetto le tipologie empiriche si dividono sei tipi metodologici esemplari sinterizzati in: 1. Ricerca fenomenologica , metodo di ricerca che si fonda sull' annullamento delle conoscenze pregresse, volto a penetrare dimensione uguale l'intenzionalità soggettiva, l'orientamento di senso attraverso lo scavo, la ricostruzione empatica e la messa tra parentesi del giudizio. 2. Ricerca Abate contestuale ,definita è limitata, si fonda sullo studio in profondità e la lettura trasversale di una data comunità o organizzazione. 3. Ricerca e fondamento biografico, privilegiados capovolto ricostruire il rapporto prendi video e contesto, ovverosia analizzare il ciclo di vita del soggetto e le relazioni tra cambiamenti individuali e mutamenti ambientali. Il contributo attivo del soggetto e mutamento sociale. 4. Ricerca per sondaggio, rappresenta il tipo di ricerca più nodo individuazione di un campione rappresentativo al fine di realizzare comportamenti, atteggiamenti, sociali. la tecnica di ricerca che contraddistingue questo metodo è quella del questionario costituito da domande strutturate e definite a monte da cui gli intervistati debbono rispondere ; 5. Ricerca per comparazione, effettuare osservazioni delle somiglianze e differenze che si riscontrano nei diversi oggetti dell'analisi. Da talì comparazioni è possibile che vengano formulate pro - posizioni concernenti le cause e gli effetti delle somiglianze o differenze , che vengono tracciati schemi classificatori. 6. Ricerca operativa , comprende le tecniche di indagine che mirano a collegare riconoscere con il fare, l'investigazione con la spendibilità, osservazione colazione. Comprende 4 tecniche : ■ Ricerca-valutazione , tipo di ricerca il cui fine è rappresentato dall' espressione di giudizio attraverso procedure di ricerca rigorose. ■ Ricerca - intervento, attività conoscitiva volta al superamento di un dato problema all'interno di un'organizzazione al fine di promuovere un cambiamento organizzativo. ■ Ricerca - progetto , metodo di ricerca volta la progettazione di uno strumento da applicarsi in un dato contesto al fine di raggiungere un obiettivo predefinito. METODO(donfancesco) Il metodo è lo stesso per qualsiasi tipo di indagine che sia scientifico-sociale o riguardante fenomeni naturali, esso è composto da 8 passaggi; si può utilizzare in più ambiti e si possono utilizzare diversi strumenti di ricerca, attacchi pratici, diverse teorie o paradigmi ma la logica procedurale è la medesima. Possiamo iniziare con una distinzione fra gli obiettivi della ricerca quantitativa a quelli della ricerca qualitativa: • La ricerca quantitativa si richiama maggiormente alla sociologia positivista, l'obiettivo è quello di spiegare le determinanti di un fenomeno sociale individuando la misura in cui esistono delle relazioni tra un certo numero di fattori con il fenomeno oggetto di studio (ricerca di regolarità esistenti tra i fenomeni sociali). Individuare se al variare di un certo numero di fattori varia anche quello che è il fenomeno indagato. • La ricerca qualitativa invece, si richiama maggiormente alla cornice epistemologica e metodologica ispirata da Max Weber, (per alcuni aspetti viene considerato uno dei padri fondatori della sociologia), l'obiettivo è quello di comprendere ed interpretare un fenomeno sociale ricostruendo quelli che sono i significati che gli attori sociali attribuiscono al loro agire. Weber diceva “...Solo il pazzo, compie i gesti che non hanno alcuna motivazione alla base...”, poiché l'individuo quando compie un'azione deve attribuirgli un significato, quindi la ricerca qualitativa è alla ricerca dei significati che le persone attribuiscono alle azioni che compiono. Si può anche smentire l'affermazione su citata in quanto i pazzi quando agiscono, attribuiscono un significato al loro comportamento. Nella qualitativa l'intento è quello di studiare le influenze esercitate dall'ambiente esterno proprio sulla costruzione di questi significati. Gli obiettivi si distinguono in due piani: nomologico (“nomos”-regola: discorso intorno alle regole, alle regolarità tendenziali; si ha una visione più generale) ed ideografico(“idios”-particolare: fa riferimento più alla ricerca qualitativa si intende che il singolo attribuisce un significato ad una determinata cosa rispetto alla visione collettiva), esiste tra loro circolarità, è una questione di accenti. Relazione tra Teoria e Empiria: La teoria è costituita da concetti, come una sorta di rete in cui i nodi sono costituiti da vari concetti e i fili che uniscono questi concetti sono costituiti dalle ipotesi che mettono in relazione questi concetti. Essa fluttua nello spazio: la teoria si trova su un piano astratto, quindi bisogna trovare degli indizi manifesto di qualcosa che è latente (concetti disposizionali es. magnetismo) per esempio l’anomia non è direttamente osservabile dunque avrà bisogno di capire come osservarla; il piano teorico deve collegarsi su un piano pratico e quindi sul piano empirico. La teoria contiene al suo interno concetti molto generici difficilmente osservabili direttamente. Troviamo un ulteriore differenza tra il piano qualitativo e quantitativo, sono entrambe orientate cioè possono avere uno stesso scopo, ma hanno una relazione diversa con la teoria; in entrambi gli approcci la teoria svolge un ruolo fondamentale perché in assenza di teoria si può dire che saremmo ciechi di fronte alla realtà, non sapremmo dove e cosa andare ad osservare e come interpretare i fenomeni e intendiamo analizzare. A questo proposito nella qualitativa ci sono tre visioni: • Nella qualitativa il riferimento teorico è molto forte • Nella ricerca qualitativa il riferimento teorico è elastico • La scuola che fa riferimento alla grand-theory afferma che la teoria deve essere assente, anche se si va sul campo e si intende costruire dei concetti più generali a partire dall’osservazione senza farsi condizionare da alcuna teoria (in realtà si è condizionati dalle teorie). Ci sono diversi paradigmi rispetto alla devianza come quello dei fautori con la teoria dell’etichettamento: bisogna agire sul contesto sociale; mentre i sostenitori dell’approccio funzionalista insiste su una logica securitaria relativa all’individuo (anche se si vuole fare solo esperienza sul campo, il piano teorico ci influenzerebbe). Nell’approccio quantitativo la teoria-ricerca è più rigido, segue un percorso lineare del controllo della teoria nel senso che si parte da una teoria allo scopo di controllare effettivamente i fatti osservati confermano le teorie elaborate. Quindi si ha una sorta di giustificazione della teoria poiché l’obiettivo diventa il controllo delle ipotesi derivate dal quadro teorico di riferimento. In questo senso il piano quantitativo diventa difficile aprirsi a delle scoperte anche se ci potrebbero comunque esserci nel caso in cui ci si trovi dinanzi a dei risultati diversi dalle ipotesi fatte, però tendenzialmente ci troviamo comunque sul piano della giustificazione. Invece la ricerca qualitativa, la relazione tra teoria-ricerca, è più fluido c’è un interscambio (si fa riferimento a quei concetti sensibilizzanti elaborata da Malia Signorelli) e soprattutto più aperta alla scoperta. Se pure c’è un certo orientamento teorico già preesistente e non dovremmo per forza attenerci a quest’ultima ma si potrebbe addirittura far riferimento ad altre teorie, laddove la realtà non sarà corrispondente a quel tipo di teoria presa in riferimento inizialmente. Il metodo è il passaggio dal piano teorico a quello empirico attraverso una serie di passaggi procedurali che bisogna rispettare. A questo proposito si fa riferimento al modello procedurale di Dewey-Lazarsfeld: attraverso queste regole interpretative si può superare quel dualismo che tende a separare le scienze della natura da quelle storico- sociali o fra la ricerca quantitativa a quella qualitativa. Questo tipo di modello ci permette di passare dal piano astratto (teoria) a quello empirico e si può definire come un modello procedurale di riduzione della complessità. Il modello di Dewey prevede 4 fasi: • Riconoscimento di una situazione problematica, al centro dell’indagine c’è una situazione di disagio non è un problema di per sè come per i positivisti o un problema astratto dato dalla ragione, ma esiste tra un soggetto e un elemento quindi si tratta di un problema di equilibrio con l’esigenza di riequilibrare il disagio. In questa visione dell’indagine il problema non è né il soggetto né l’oggetto ma la relazione di quest’ultimi (soggetto-oggetto). • Definizione del problema d’indagine, il problema può mettere in luce diversi problemi, nel cercare punti più specifici si farà riferimento alle esperienze, alla conoscenza precedente, ai valori personali. I problemi sono concepiti come un ritaglio della situazione problematica avendo una fisionomia più precisa. Si può immaginare la situazione problematica come lo sfondo non definito ed il problema come la figura che viene ritagliata appunto attraverso le esperienze, conoscenze e valori. • Definizione delle aree problematiche, una volta definito il problema si selezionano i problemi che si vogliono affrontare perché è impossibile risolverli tutti. Avviene cosi un processo di perdita, di rinuncia che però è indispensabile alla nostra sopravvivenza. Analizzando il problema si vanno ad indentificare all’interno di esso una serie di sottoproblemi, di aspetti interconnessi: si delimitano le aree problematiche. • Ipotesi di lavoro, in riferimento alle aree problematiche selezionate, permetterà di giungere a delle ipotesi. Ciascuna di queste ipotesi è costruita intorno a concetti che fanno riferimento a specifiche proprietà di analisi. Il problema sta nell’individuare i concetti inseriti all’interno dell’ipotesi che non risultano direttamente osservabili. Ci troviamo quindi di fronte al problema della definizione operativa dei concetti: cioè quella catena di operazioni logiche, linguistiche e pratiche, grazie alla quale si realizza il passaggio da un piano astratto a quello empirico. Ognuno di queste ipotesi mette in relazione uno o più concetti e una volta terminate le prime fasi si applica il modello di traduzione operativa dei concetti di Lazarsfeld , che prevede altre 4 fasi: • Rappresentazione figurata del concetto, vuol dire definire il concetto (es. concetto di status socio-economico-culturale bisogna definirlo, cioè è relativo alla posizione che ricopre l’individuo in funzione del suo capitale sociale- economico-culturale. • Specificazione delle dimensioni del concetto, dando una definizione del concetto, si vanno a rilevare le dimensioni del concetto poiché il concetto è multidimensionale per cui occorre che il ricercatore scomponga il concetto nelle dimensioni che reputa rilevanti. • Selezione degli indicatori, per ogni dimensione si sceglieranno più indicatori perché ognuno di essi ha una parte ambigua quindi scegliendone più indicatori queste ambiguità si annullano in qualche modo (visione logica). Concettualmente sono una traccia empirica del concetto e può essere osservabile, ma bisogna sottolineare che non sono assoluti e universali. • Costruzione dell’indice, si ha l’integrazione degli indicatori che li andiamo ad unire sotto una super-variabile finale cioè misuriamo gli indicatori per poi avere un risultato che sarà l’indice, a sua volta si ricollega al concetto ed il valore di termine religione nel corso dei secoli ha avuto diversi significati, creando una vera e propria " Babele di definizioni ". Andando indietro nel tempo il primo a cercare di dare significato al termine, facendoti scendere il termine religione dal verbo relegere, il significato di raccogliere le pratiche del culto degli dei . e , in generale, in latino, religiones sono tutte le pratiche religiose ma soprattutto il comportamento che gli uomini devono tenere durante queste ultime, rispettandone le regole. Lattanzio collega il termine al verbo relegare che indica il vincolo di Pietà che unisce l'uomo a Dio. Sant'Agostino derivare il termine del verbo re-eligere , come se l'uomo dovesse di nuovo scegliere Dio, dopo averlo abbandonato con il peccato " sapendo di sbagliare, essendo consapevole della causa dell'errore ". abbandonando la discussione sul significato linguistico del termine, volendo invece abbracciare una definizione sociologica del concetto, che più ci interessa in questa sede, ci viene in aiuto Emile Durkheim. Egli intende la religione come un sistema solidale di credenze relative a cose sacre, le quali uniscono in una comunità morale le persone che vi aderiscono . l'elemento distintivo di dare definizione e la polarizzazione della realtà in due diversi classi contrapposte : sacro e profano. Gli oggetti sacri sono oggetto di timore e venerazione, appartengono ad un ordine di cose separato, interdetto è totalmente altro, quelli profani avvengono all'interno della vita ordinaria, fuori dei tempi religiosi. Oltre al sistema di credenze la religione richiederà un insieme di riti, cerimonie e pratiche tramite le quali la comunità dei credenti si organizza in una chiesa. 1. LA RELIGIONE NEI CLASSICI DEL PENSIERO SOCIOLOGICO Il legame tra religione e sociologia e storicamente strettissimo : la sociologia ha mostrato infatti grande interesse per il fenomeno religioso e non è un caso che alcuni tra i Padri della disciplina come comete Durckheim o Weber, hanno tutti dedicato almeno un'opera o parte di essa a tale tematica. COMTE Per l'autore francese il principio regolatore, che si trova alla base dello sviluppo dell'umanità, è costituito dalla famosa legge dei tre stadi, secondo la quale ogni campo del sapere, nella storia della società, è passato attraverso tre stadi evolutivi : lo stadio teologico, lo stadio metafisico e lo stato positivo. Nel primo stadio lo spirito umano rivolge le sue ricerche verso la natura intima delle cose cercando allora interno le cause prime le cause ultime di tutti gli eventi, assegnando a forze sovrannaturali il motivo di quelli che sono eventi inspiegabili. In questo contesto che le prime forme di religione riescono a dare risposte razionali ad ogni manifestazione naturale e sociale presente nelle prime comunità umane . del secondo stadio, quello metafisico, e spiegazione degli eventi naturali, viene rintracciata non più ad un livello sovrannaturale ma a partire dagli elementi semplici presenti nell'ambiente sociale, come l'acqua o la terra, considerate come entità capace di produrre se stesse tutti fenomeni osservabili, la cui spiegazione consiste dunque nella assegnare a ciascun evento l'entità corrispondente. Si arriva infine lo stadio positivo dove lo spirito umano comprende di non poter arrivare a conoscere le nozioni assolute sull'origine i misteri dell'universo, ma con l'uso opportunamente compilato del ragionamento e dell'osservazione, riesce a svelare le leggi che sottostanno ai fenomeni naturali e sociali. Tale spirito considera i fatti e le loro leggi effettive . scompare qualsiasi riferimento ad ordini soprannaturali, la razionalità scientifica subentra alle credenze religiose, si assiste " all'annullamento della metafisica, alla negazione di ogni trascendenza tramite leggi universali e certe ". Ad ogni modo per Comte, il passaggio completo alla fase positiva non è ancora avvenuto, la filosofia positiva infatti non è riuscita ancora ad imporsi con una preponderanza universale sugli altri, creando una crisi intellettuale morale e politica della società a lui contemporanea. Religione, di conseguenza, diviene strumento per creare consenso e ordine all'interno della società, una funzione di controllo sociale tramite la regolamentazione della condotta singola o personale . nell'ultima fase del suo pensiero Comte formula la nascita della religione dell'umanità : i valori eterni alla base del vivere comune non provengono più da una istituzione religiosa bensì dalla scienza stessa, che diviene religione laica, capace di garantire il corretto vivere comune nella società. DURKHEIM E' con Emile Durkheim che si ha comunque il primo studio sistematico sulla sociologia della religione. Come nasce la società? Come riesce un gruppo di individui a creare consensi ordine attorno ad essa? La tesi principale del sociologo è che la società si sono evolute da una forma semplice , di solidarietà meccanica, ad una forma complessa, di solidarietà per somiglianza, differiscono di poco gli uni dagli altri, dire ad essere sostituita da una forma di solidarietà opposta, detta organica, ove gli individui non sono più simili, ma differenti, diversi. Questa nuova società si fonda pertanto sulla differenziazione, che nasce dalla divisione del lavoro. La casa della solidarietà organica è da ritrovare nel l'aumento della densità della popolazione all'interno della società. Più si è vicini e maggiormente si creano possibilità di interazione fra gli individui. Tale vicinanza comporta però dei rischi : " quanto più numerosi sono gli individui che cercano di vivere insieme, tanto più la lotta per la vita è intensa ". E dunque grazie la differenziazione dei ruoli, che ognuno cesserà di lottare per la sopravvivenza, e si concentrerà nell' adempiere la propria funzione lavorativa. L'obiettivo nell'elaborazione di una teoria generale della religione, alla quale Durckheim giunge partendo dall'analisi delle istituzioni religiose più semplici fino a giungere a quelle più complesse. La forma più semplice e primitiva di religione che viene studiata e il totemismo australiano. Sentimento diffuso che esiste qualcosa di superiore alla loro individualità : questo qualcosa e la forza della società che anteriore ad ogni individuo è sopravvivere ad ogni individuo. Da qui la la funzione rilegatrice della religione, che tramite sui sistemi solidali di credenze relative a cose sacre contribuisce a costruire e mantenere viva la coscienza collettiva di una data società, che diviene " componente non eludibile e Coevolutiva della vita,del mondo, del soggetto e viceversa. WEBER La riflessione sociologica sulla religione di Weber inizio con la sua opera più famosa l'etica protestante è lo spirito del capitalismo nella quale, tramite un'analisi comparata delle grandi religioni, si presenta l'azione reciproca che s'innesta tra le condizioni economiche, le situazioni sociali e le convinzioni religiose. La tesi di partenza vede la religione come una delle ragioni, certamente non l'unica, per cui la cultura dell'Occidente e dell'Oriente si sono sviluppate in maniera diversa, e si sottolinea perciò l'importanza di alcune particolari caratteristiche del protestantesimo ascetico che portarono alla nascita del capitalismo, della burocrazia e dello stato razionale è legale nei paesi occidentali : di interesse per lo studio approfondito del sistema capitalistico. Per Weber non esiste, un solo capitalismo, ma diversi capitalismi. I, il capitalismo nasce con l'esistenza all'interno della società il cui scopo è quello di raggiungere il massimo del profitto e qui mezzo per arrivarci l'organizzazione razionale del lavoro e della produzione. L'agire del capitalista, pertanto, viene presentata alla stregua di quello comune individuo che sia un'ora del proprio lavoro, guadagno del conseguente risparmio. Il lavoro è un dovere, la ricchezza che ne deriva diviene un credito nei confronti della comunità oltre ad essere un segno della propria abilità professionale. Per Weber lo sviluppo delle religioni procede dalle prime rappresentazioni di un mondo magico, fatto di spiriti di divinità in queste comunità primitive sono gli stregoni o sacerdoti a perpetuare e interpretare le rappresentazioni religiose. Controinformazione organizzare delle religioni si oppongono le figure carismatiche dei profeti. 2. RELIGIONE E RELIGIOSITA’ Nel precedente paragrafo, presentando a grandi linee le teorie sociologiche attorno al tema della religione, abbiamo considerato quest'ultima come un sistema istituzionalizzato ed organizzato di credenze, tradizioni, usi e riti messi in pratica dalle varie chiese comunità, per guidare le coscienze e a cui, a volte, la Regione deve ragionevolmente cedere. Ma le religioni non sono soltanto delle entità astratte portatrici di credenze e valori universalmente condivisi, bensì esiste anche una realtà religiosa reale, vissuta quotidianamente dei singoli individui, che ogni giorno la sperimentano nelle loro vite, il nome di religiosità, intesa come l'insieme delle concrete attualizzazione della religione nei comportamenti umani. Ne consegue l'aspetto multidimensionale del termine, vista la variegata possibilità di espressione delle dimensioni religiose. E, all'interno di ogni religione esistono infatti diverse forme di religiosità derivanti sia degli eventi culturali, sia dalle singole predisposizioni individuali. Le 5 dimensioni in fattori che permettono di individuare empiricamente concetto di religiosità : la credenza, la pratica, l'esperienza, la conoscenza e l'appartenenza. Cipolla schematizza le componenti di fondo dei fenomeni religiosi in sei fattori : • il fattore rituale, insieme dei comportamenti, quasi sempre formalizzati, che qualificano come tale una religione ; • il fattore conoscitivo , religione come forma di osservazione e conoscenza del mondo circostante ; • il fattore esperienziale, vissuto intimo e privato che ogni individuo ha con la sfera del sacro ; • il fattore dottrinale , insieme del sapere e dei valori che qualificano determinata religione; • il fattore sociale, tratta conseguenze soggettive o collettive di una determinata fede; • il fattore istituzionale, esistenza di religione organizzata in un'ottica di appartenenza istituzionale. Il concetto di crisi di religiosità si applica comunque a molteplici forme di espressione religiosa; né esempio il caso di pellegrinaggi. 3. LA RELIGIONE NEL MONDO CONTEMPORANEO: IL DIBATTITO SULLA SECOLARIZZAZIONE il termine secolarizzazione è venuto assumendo storicamente il significato di " emancipazione della dipendenza ideologiche religiosa, figlia della modernità ed i suoi derivati ". La lontanamente degli schemi tradizionali, soprattutto in campo religioso, interesse valori l'identità e l'appartenenza di una società, ha coinciso grosso modo con il processo tipico dei paesi occidentali in età contemporanea, ti ha portato ad agire ea pensare in modo sperimentale e razionale, non accettando più " costitutivamente vedi ideologici religiose ". Da qui si sono andato in mano creando diverse correnti di pensiero, le quali si differenziano l'una all'altra in maniera sostanziale. Abbiamo corrente si rifà alla ormai famosa, quando superata, teoria della secolarizzazione, secondo cui siamo di fronte " alla grande crisi religiosa che si accompagna il processo di industrializzazione ". Nella quale vi è un progressivo ridimensionamento degli spazi del sacro all'interno della vita pubblica. La religione, secondo gli studiosi di questa corrente, avrebbe perso via via importanza fino a scomparire quasi del tutto dagli spazi pubblici. Secondo altri studiosi, al contrario, la dimensione religiosa all'interno della società è tuttora esistente, ma assume forme diverse rispetto le forme tradizionali delle religioni istituzionalizzate. vi e in ultimo, chi afferma la la complessiva tenuta della religione tradizionale, grazie l'importante funzione sociale operata dalla Chiesa cattolica in Italia, soprattutto nell'ambito educativo e socio - assistenziale. RUOLO INTRODUZIONE all'interno dell'analisi sociologica, da più parti giugno riconoscimento dell'importanza del ruolo, definito quale concetto mediatore fra la persona, intesa come singolo, e la collettività, essenza di struttura sociale di riferimento. 1. IL RUOLO,DAL PALCOSCENICO TEATRALE ALLE SCENE SOCIALI secondo l'etimologia, la parola " ruolo " trova la sua origine nei teatri di epoca classica, in cui indicava la parte recitata dagli attori. Da qui, il termine è stato mutuato al fine di realizzare un illuminante metafora attraverso la quale la vita sociale figura come una rappresentazione teatrale in cui ciascuno recita la parte di un personaggio. Sebbene si tratti termini di uso comune da secoli scienziati sociali hanno cominciato a studiarlo a partire dagli anni Trenta del secolo scorso grazie ad apporti provenienti dalla antropologia, della psicologia sociale e della sociologia. Siamo di fronte ad un concerto osservato e studiato a partire da diverse angolature nell'ambito delle scienze sociali in ragione del fatto che la nozione di ruolo rappresenta una categoria fondamentale per l'analisi sociale : l'ambito di pertinenza di questo concetto non si firma alla sfera individuale ma bisogna considerare gli aspetti collettivi che ci sono intorno e che permettono l'operazione di assunzione del ruolo e quindi del comportamento che ne consegue. Scott Marshall identificano il ruolo con una complesso di aspettative sociali connesse ad una particolare posizione sociale e dei modi di funzionamento di tali aspettative. Gallino invece produce una visione più ampia del concetto di ruolo infatti fa corrispondere il ruolo all'insieme delle norme e delle aspettative che convergono su di un individuo in quanto occupa una precisa posizione sociale, in una più o meno strutturata rete di relazioni sociali, ovvero in un sistema sociale. 2. IL RUOLO NEL QUADRO DELLA ROLE THEORY considerando il ruolo come costrutto fondamentale della vita sociale la riflessione teorica su questo concetto ha prodotto un corso di studi e ricerche, elementi speculativi e relazioni dinamiche tra le varie scienze sociali che hanno studiato il costrutto di ruolo contenuti in un frame interdisciplinare denominato ROLE Theory . la formulazione classica della nozione di ruolo deriva dalla tradizione antropologica culturale e l'accostamento del concetto di status. Lo psicologo sociale Mead impostazione del concetto di ruolo quale 2.4.1 LA PROSPETTIVA GOFFMANIANA E LE ALTRE PROSPETTIVE SOCIOLOGICHE Goffman si è sempre rifiutato di esplicitare la propria posizione e l'assenza di una precisa costruzione teorica di riferimento ha portato gli analisti a vedere il pensiero Goffmaniano vicino talvolta alla tradizione durkheimiana e talaltra a quello degli interazionisti. l'indebitamento della riflessione di Goffman con Durckheim è la più forte connessione ricostruita in particolare, riflette la tradizione Durckheim il tentativo di individuare i rituali che nella società contemporanea affermano la sacralità dell'individuo e la natura cerimoniale dell'identità, e nello studio dei meccanismi mediante i quali l'ordine sociale viene costantemente ricostruito . l'istanza interazionista e quella drammaturgica si allontanano invece, in merito alla concessione del cell, quando Goffman esprime il concetto di se molteplici. E infatti se è culturalmente connotato , non è qualcosa di organico con una sua collocazione specifica, ma un effetto drammaturgico che emerge da una scena che viene rappresentata. 3. L'EREDITA' DI GOFFMAN NELLA LETTURA MODERNA DEI RUOLI: IL PROCESSO DI FLUIDIFICAZIONE la lettura di Goffman e dei ruoli è stata ripresa nel corso di numerose applicazioni nello specifico, guardando la realtà sociale contemporanea si rilevano fluidificazione di ruoli, ovvero la trasformazione di tutte quelle dimensioni che definiscono il ruolo : contenuti ( attributi, aspettative, comportamenti attesi ), confine regole di transizione tra ruoli . della pratica si assiste ad un indebolimento dei confini tre ruoli , il panorama che si viene così a delineare presente una diversificazione ed una moltiplicazione dei ruoli, sempre culturalmente definiti è da destinare all'interpretazione soggettivo. Come risultato prospettabile vi è una maggiore libertà interpretativa di cui possono disporre gli attori sociali all'interno del ruolo che rivestono , ma anche un esponenziale rischio di insorgenza del conflitto sia tra le esigenze contingenti e contrapposte legate alle situazioni di ruoli molteplici,che tra contenuti diversamente strutturali e definiti per l'interpretazione dello stesso ruolo. SALUTE INTRODUZIONE definire significato di salute non è un compito facile in quanto le definizioni riflettono l'ambiente sociale il periodo storico nel quale sono state formulate. Parlare, quindi, di salute come concetto unitario ed univocamente di finito e definibile è forviante nel tempo il concetto di salute si è modificato ed arricchito, egli si è fregato il termine malattia " condizione che si comprende veramente è solamente per rapporto anche al suo posto con la sua mancanza e cioè alla malattia. È questo il motivo per cui in questo contributo, accanto alla salute comparirà sempre quasi anche la malattia, che talvolta prenderà il posto d'onore nel argomentazione. Passeremo, da considerare la salute attraverso la lente del sistema sociale, cioè da un . di vista macro sociale e micro sociale. 1. LA SALUTE NEL MODELLO BIOMEDICO Il modello Bio-Medico, approccio tradizionalmente dominante fino a circa vent'anni fa, definisce la salute riduttivamente in riferimento alla malattia, cioè la interpreta come assenza di malattia e come conformità alla norma statistica che regola la funzionalità dell'organismo, indipendentemente da variabili di tipo psicologico e sociale. Secondo questo modello la malattia è un'entità che penetra nel corpo sano e, come tale, deve essere individuata ed eliminato dalla scienza medica. La guarigione, di conseguenza, è uno stato gettivo, dichiarabile solo quando si sarà ristabilita la situazione precedente la malattia. Da questo . di vista, salute e malattia sono concepite come stati proposti, antagonisti e mutualmente escludentisi , anche perché tale modello si fonda epistemologicamente sulla razionalità e surrealismo cartesiano mente - anima/corpo . a partire dagli anni 70 questo modello viene messo in crisi da un discorso sulla salute come valore positivo del codice salute/ malattia : sono comportato la possibilità di rimettere in gioco, accanto al corpo come realtà biologica, anche altre dimensioni e livelli della realtà, quali la realtà sociale, intesa come società e cultura, la realtà psichica, costituito dal mondo interiore del soggetto persona è la realtà fisica quale spazio materiale inorganico dell'ambiente non umano . 2. SALUTE COME CAPACITA' DI ASSOLVERE AI RUOLI SOCIALI si fa risalire remotizzazione sociologiche sistematica sulla questione salute/ malattia a Talcott Parsons la teoria Parsonsiana definisce la salute a partire dal suo estremo., cioè dalla malattia ; la malattia è uno stato di turbamento nel funzionamento " normale " dell'individuo umano nel suo complesso, in quanto comprende sia lo Stato dell'organismo come sistema biologico sia i suoi adattamenti personale sociale. E se viene così definita in parte biologicamente in parte socialmente. La partecipazione al sistema sociale sempre potenzialmente rilevanti per lo stato di malattia, l'approccio struttural - funzionalista, in cui si include pieno titolo Parsons, con chiari riferimenti al sociale la salute, infatti, è concepita come capacità dell'individuo di assolvere ai propri ruoli sociali , Parsons rispetto al funzionamento della società dichiara la malattia devianza istituzionalizzata rispetto ruoli sociali necessarie al funzionamento del sistema sociale. Il malato , cioè, come tale, è esentato dalle normali obbligazioni sociali associate a ruolo nel periodo della malattia e non è responsabile per lo stato in cui si trova, ma l'obbligo di ricerca di un parere medico competente , per poi seguirne effettivamente l'indicazione e rimedi terapeutici per ritornare quanto prima alle precedenti relazioni di ruolo così come prescritte, ricomponendo l'equilibrio sociale. 3. LA SALUTE COME DISUGUAGLIANZA Se con Parsons si introducono chiare con notazioni sociali nell' analisi del concetto di salute, già da Karl Marx emergeva con portentosi il primato del sociale sul biologico, le questioni legate alla salute. Angels, descrivendo alcune città industriali, restituisce un quadro di sfruttamento della classe operaia, regolata in quartieri insalubri, impegnata nelle fabbriche a condizioni disumane, con conseguenze dirette sulla salute degli operai. Emergono pressanti questioni di portata sociale, legate alle forti disuguaglianze di salute, ap. tra proletariato e borghesia . anzi, Secondo un approccio marxista, hanno una chiara di radice sociale perché sono la diretta conseguenza dell'espansione del capitalismo, a favore soltanto delle classi più agiate, a discapito di quelle sfruttate. emerge una diretta relazione, tra condizioni di salute e sviluppo del capitalismo, perché l'origine delle disuguaglianze di salute viene qui intesa come funzionale al mantenimento del sistema sociale e di produzione dominante 4.1 LA FENOMENOLOGIA È la sociologia di inspirazione fenomenologica che " si propone di descrivere il senso oggettivo della malattia, trascurato e soffocato dal suo trattamento in termini oggettivi ed operativi ". L'interesse della sociologia transita, allora, verso il soggetto e verso la salute intesa come una esperienza dotata di senso. Attraverso questo orientamento, allora, ci si sposta dall'osservare sistema ad osservare l'individuo nella sua esperienza di salute, di malattia di dolore. Si recupera quanto trascurato dai modelli precedenti e ciò che quindi viene focus principale ed oggetto significativo d'analisi degli individui , i loro schemi interpretativi delle esperienze di salute e malattia. Tali schemi sono per lo più legati agli elementi di natura culturale sociale in quanto la salute è pensata come un fatto personale e biologico che nel contempo sociale e relazionale. 4.2 SALUTE TRA I PROFANI Ogni cultura , struttura linguaggio specifico del soffrire e di sentirsi in salute un modo normale è normato per star male e per favorire il riconoscimento del proprio malessere e, quindi, il dispiegamento di quei dispositivi tecnici che definiamo cure, non possiamo considerare salute malattia puramente fatti soggettivi per due motivi primo perché diventa fondamentale porre attenzione alle rappresentazioni sociali di salute e malattia, che possono essere anche molto diversi da un individuo ad un altro. Secondo per il motivo ben chiaro che la malattia non è tuttavia un evento puramente soggettivo. Tutto ciò a sua volta genera interpretazioni collettive che vanno al di là di quelle fornite dalle discipline mediche . Herzlick, negli anni 70 effettua uno studio qualitativo dove emergono tre interessanti concetti profani di salute: assenza di malattia, intesa anche come assenza di consapevolezza del proprio corpo il silenzio organico e la salute si rivela solo in conseguenza in contrapposizione alla malattia; riserva di salute, ovvero robustezza fisica e una certa capacità di potenziale di resistere alla malattia; equilibrio, ovvero stato ottimale, da non confondersi con la perfetta salute, che comprende benessere fisico e psicologico, buone relazioni sociali, assenza di affaticamento, libertà di movimento ed efficace nell' agire. 5. IL MODELLO BIO-PSICHICO-SOCIALE negli ultimi anni , la salute è vista come il risultato della complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. Un merito in tale ambito va ad Engels ,ed è quello di aver finalmente messo in evidenza il problema della complessità della Salute, dando spazio discipline " nuove ", come la psicologia e la sociologia. Questo modello sistematico tre livelli ( biologico, psicologico e sociale - sociologico ) mira all'integrazione della triade disciplinare che lo compone, ritenendo che la diagnosi medica debba prendere in considerazione l'interazione di tre fattori quando valuta lo stato di salute o prescrivere certo trattamento. Questo, è un modello orientato alla salute globale del soggetto calato nel suo ambiente. 6. DALLA SALUTE AL SISTEMA SALUTE: IL "QUADRILATERO" DI A. ARDIGO' Anche nella proposta del modello correlazionale troviamo la presenza di più livelli analitici, prima concretizzazione di questo modello è la matrice di concetti a quadrilatero proposta da Achille Ardigo . Il quadrilatero proposto e allora un uscita dal bipolarismo ed un apertura ad una matrice più ampia di concetti. Esso si compone di quattro concetti da interconnettere tra loro: A. Natura esterna : habitat, l'ambiente fisico costituito da viventi e dei non viventi. B. Sistema sociale : il luogo delle Culture condivise C. persona - soggetto : la doppia natura dell'individuo umano ( l'Io e il se ) D. natura interna delle persone viventi : il corpo umano nelle sue componenti biologiche e psico - somatiche. Il quadrilatero così composto non è però statico, ma mobile poiché i 4 pollici intercorrono tra loro attraverso coppie di congiunzioni, tre coppie bidirezionali sono sei : 1. natura esterna/ interna : connessione che permette di addebitare la natura esterna sia un ruolo patogenetico sia come risorsa terapeutica. 2. Sistema sociale/ natura esterna : la società chiamata alla difesa dei propri membri delle sfide patogeni che derivano dalla natura esterna. 3. Sistema sociale/ natura interna : coglie proprio nella organizzazione sociale della vita e del lavoro sociale punti patogene per la natura interna delle persone ( disuguaglianze sociali, ti saluto, radicate nella povertà , nelle condizioni lavorative insalubri ). 4. persona - soggetto/ natura interna: ricongiungimento tra sociale e bio - psichico. 5. persona - soggetto/ sistema sociale : processo che dalla salute alla malattia, alla cura della medesima, entro i condizionamenti e le variabili da far risalire il sistema sociale percorso che si fa da quando si avvertono iniziale stato di malessere, ricerca di terapie adatte . 2. SESSUALITA' COME DINAMICA SOCIALE E OLTRE L'IDENTITA' IN GENERE la sessualità e obbligo all'alterità, e ricerca dell'altro insieme procreazione, piacere e comunicazione. Kinsei è stato uno dei primi studiosi che ha evidenziato come la sessualità inculando dalle vecchie barriere murali ed hai bisogno di confini posti da sesso biologico. Il suo studio metodologicamente criticato nel tempo, resta comunque una ricerca pionieristiche materia egli risultati piuttosto sconvolgenti, soprattutto si rapporta di all'epoca in cui vennero pubblicati : emersi che negli Stati Uniti l'elevata proporzione di uomini, così come una percentuale significativa del di donne, desiderava di aver provato desideri erotici o di aver effettivamente attuato pratiche omosessuali in alcuni periodi della loro vita, al momento delle scoperte, l'omosessualità era ancora considerata dalla maggior parte della letteratura clinica come una forma patologica, una deviazione psico-sessuale, una perversione, possiamo immaginare lo stupore il disorientamento. Amiche di stampo biologico e diventa più dinamica sociale. foucault declina lo studio delle dinamiche sessuali in relazione alle strategie di gestione del potere. Secondo tale autore in nessuna società si è tanto parlato di sesso come nella società odierna . significa che la sessualità assunto un abito Bono, brigante è rilevante come mai prima lo era stato. Diventa uno dei nodi fondamentali nelle politiche produttive del potere, un elemento di grande strumentalità utilizzato come Cardine di molteplici strategie . essa è anche e soprattutto apertura, dialogo, tolleranza del diverso e, come sostiene cipolla, una epistemologia che vede in essa il cocco, sia nella definizione più o meno asimmetrica che forma i rapporti sociali di genere, sia del prodotto biologico sociologico che deriva uno può derivare dall' accoppiamento fra maschio e femmina. Bertone saraceno approfondiscono ulteriormente in questa direzione sottolineando come sia assai arduo delineare contorni chiari per definire l'identità di genere. Un uomo che è attratto dall'altro uomo continua definirsi come uomo, a prescindere dalle posizioni che sono nel rapporto sessuale, una donna che attratto da un'altra donna non si finisce per tale motivo più maschile più femminile a seconda della posizione che assume rapporto. L'identità di genere è costituita anche da fattori psicologici, a loro volta influenzati dalla base biologica :. Il fondamento della nostra identità personale sta nel vissuto del nostro corpo è evidente che le differenze corporee tra i sessi conducono anche a differenze psicologiche. CONCLUSIONI ciò che si cerca di dimostrare nel presente contributo è come la sessualità incontri sempre meno limitazioni morali e religiosi, nelle condizioni più idonee per sperimentare una sessualità libera da pregiudizi e da condizionamenti legati al passato è l'individuo che si trova nel rispetto delle norme e della conoscenza collettive della società in cui vive SOCIOLOGIA INTRODUZIONE da più parti si è sempre sostenuto che la sociologia fosse una nuova scienza che si stava sviluppando la fine del XIX secolo con l'intento di studiare i cambiamenti che in quel periodo si registravano le forme di associazione delle persone delle istituzioni , con gli stessi cambiamenti che hanno caratterizzato i cosiddetti "Stati moderni". Ma se si vuole fare un concreto discorso esplicativo intorno alla sociologia bisogna osservare in maniera più approfondita le sue origini : infatti, anche se consiglio da dare la nascita della sociologia nell'anno in cui attribuisce il termine sociologia a quegli studi che fino a quel momento erano stati definiti fisica sociale , la sociologia, anche se non come scienza, di fatto esistono molti più di quanti ne siano attribuiti. Alla fine dell'Ottocento accade che, da un lato, si perde Laura religiosa che aveva accompagnato la letteratura delle trasformazioni delle società primitive, e dall'altro lato, si registra l'adozione di nuovi metodi di ricerca, sviluppati prevalentemente per le scienze naturali, da parte degli studiosi che si apprestavano ad analizzare le trasformazioni sociali che caratterizzarono quelle epoca storica. Ciò che ha caratterizzato l'evoluzione della sociologia non è stato tanto l'oggetto di studio, che a partire da Comte, è stato chiaro a tutti coloro che hanno voluto intraprendere studi sociologici, quanto piuttosto la necessità di renderla autonoma dalle altre scienze ed in particolare delle Scienze Naturali, tuttavia una precisazione in merito al l'oggetto di studio della Sociologia necessaria in uno scenario fortemente complesso come quello della società occorre distinguere le differenze di dimensioni di analisi : la macro, relative a sistemi sociali e alle forme di organizzazione degli stessi. La micro, che si occupa delle rapporto individuo società e delle azioni sociali. la meso relativa alle relazioni tra sistema sociale e mondo della vita, inteso come l'insieme di significati e delle rappresentazioni della cultura si deve icone del termine sociologia a Comte , e la diffusione di questa invece alla trasformazione delle tradizionali forme di vita sociale innescata, da una parte, dalla Rivoluzione Francese e dall'altra dalla rivoluzione industriale . infatti si ricorse alla nuova scienza per spiegare le trasformazioni, o meglio la distruzione, delle forme tradizionali di vita e tentare di prevedere possibili scenari futuri. 1.LE TAPPE EVOLUTIVE DELLA SOCIOLOGIA Verso il ventesimo secolo la storia della sociologia registra un importante tappa con l'opera di Durckheim : era sua intenzione costruire una scienza sociale che potesse servire da solido fondamento per l'azione pubblica, pur essendo consapevole del fatto che la nascente si ricerca sociologica aveva ancora grossi limiti. Scendere tamente l'individuale da sociale , il sociale primeggia sull' individuale ed acquista significato attraverso le istituzioni. La società non può essere spiegata tramite le frazioni e le motivazioni individuali, ma attraverso i fatti sociali, anche fenomeni considerati direttamente individuali come suicidio hanno una determinante sociale. Al centro dell'analisi sociologica di Durckheim quindi, troviamo il fatto sociale . esso scaturisce da un ambiente diverso da quello della personalità dell'individuo e condizione in maniera diversificata l'individuo stesso Punto Enel fermo che lunedì viene parte integrante del sociale, organo di un organismo, solo dopo aver vinto la sua natura egocentrica. Quando questo processo si verifica si acquisiscono leggi ed ordini considerato ad un livello superiore rispetto a quelli del singolo. L'individuo si muove, dunque, tra due modalità comportamentali . la prima e la natura profana dell'individuo, analogamente è da considerarsi profano tutto ciò che dipende dal corpo nella vita mentale considerate forme inferiori delle attività umana poiché privilegiano fini particolari. La seconda e la sua natura sociale o sacra per mezzo della quale l'uomo esprime la ragione e svolge le attività morali con le quali vengono privilegiati i fini collettivi e per questo considerate la voce della scala gerarchica dell'attività.La struttura provare se l'individuo, per Max Weber, altro autore classico, sociologia della scienza comprensiva dell'azione sociale due punti la sociologia della comprensione qualificava leggi romano come azione sociale solo quando dotato di senso, cioè guidato da una motivazione individuale quindi, azione é sociale quando gli individui tengono conto dell'agire altrui . Weber definisce la tipologia dell'azione sociale attraverso lo strumento concettuale del tipo ideale , lo sviluppo del tipo ideale prende avvio dalla critica deluso di concetti collettivistici, egli, infatti, ritiene che la sociologia debba procedere dalle azioni del singolo, di pochi o di molti individui separati e il concetto di tipo ideale non è altro che la costruzione di uno strumento che permette la misurazione della realtà hanno dato vita rispettivamente a quelle che sono note in sociologia come la scuola francese e la scuola tedesca , a partire dagli anni Trenta del secolo scorso lo sviluppo delle scienze sociali conosce negli Stati Uniti una forte spinta verso lo sviluppo . Questa americanizzazione delle scienze sociali, vede la sua massima espressione nella scuola di Chicago essa partendo dalle trasformazioni di sistemi urbani e dalla dimensione spaziale a seguito dei processi di industrializzazione modernizzazione, cerca, infatti, di affrontare, tramite la concezione evoluzionistica della società, la relazione tra ambiente e società, o tra natura e cultura. 2. IL DIBATTITO INTORNO ALLA CONOSCENZA SOCIOLOGICA Comprendiamo alla luce di queste tappe evolutive fondamentali per la sociologia come la conoscenza i saperi sociologici assumono una rilevanza fondamentale per una concreta ed efficace lettura dei fenomeni sociali. Il dibattito sull' autonomia della scienza è stato vivace fin dal suo inizio, e se articolato in due contrapposte correnti di pensiero : una, auspicava una disciplina strettamente correlata alle scienze naturali che avrebbe dovuto assumere esclusivamente i metodi empirici adottati da queste il principale esponente senz'altro Durckheim. L'altra, invece, sosteneva la assoluta autonomia della scienza della società che non avrebbe potuto sostenere contaminazioni procedurali dell'investigazione scientifica e il principale esponente è, invece, Weber .la critica della società diviene quindi la dimostrazione che la società di massa rappresenta una riduzione dell' individuo ad uno schema prestabilito due punti l'uomo è stato liberato, ma è stato poi rinchiuso in una logica formale ed immutabile. Adorno delegato di un soggetto storico che di fatto non esiste Nancy me come fatto organizzativo. La crisi del positivismo in una serrata critica del metodo scientifico, alla quale Popper volte in maniera critica. Egli sosteneva che una teoria scientifica non significa su di una serie di osservazioni, ma al contrario nasce da un'ipotesi. In questo modo si chiarisce che per l'edificazione di una teoria, e cioè per la formulazione di leggi scientifiche, è necessario sapere cosa si vuole sperimentare, quindi prima bisogna stabilire l'ipotesi e poi passare alla verifica. Da qui la filosofia popperiana come razionalismo critico , secondo cui per scientifico bisogna intendere non quella di Rieti risultato partita dopo essere stata sperimentata, ma quella che possiede già a priori la possibilità di essere falsificato dall'esperienza.Nel testo “l'incerta alleanza”, Gallino, fornisce una lucida illustrazione dell'evoluzione dell'autonomia della società presentando due modelli generali attraverso i quali ciò si è realizzato : • il modello Alfa, che mette in risalto la specificità interpretino individuale del dominio oggettuale della sociologia e l'impossibilità di ridurla ad altre scienze . • il modello beta viceversa, è molto più leggibile l'affermazione dell'autonomia della sociologia dalle scienze naturali . la netta scissione tra le scienze sociali e le scienze naturali e interpretata come una divisione formalmente istituito dalla spiegazione, che riferibile fenomeni naturali, e la comprensione, che riferibile l'azione, alla cultura e la società umana. 3. LE CRITICITA': LA CONIUGAZIONE TEORIA/EMPIRIA E L'OGGETTO DI STUDIO DELLA SOCIOLOGIA la coniugazione tra teoria è di Imperia e l'oggetto di studio della Sociologia. Relativamente al primo aspetto, richiamando le definizioni di cipolla, possiamo osservare che teoria, Imperia ed operatività devono essere necessariamente integrati in modo funzionale affinché si possa progettare l'attività del ricercatore in una direzione di un positivo mutamento sociale e non restare divise come compartimenti stagni. Non possiamo più parlare dunque della contrapposizione teoria - Imperia, ma dobbiamo parlare di un continuo di interdipendenze che va dalla teoria all'operatività e alla spendibilità, passando attraverso la ricerca - azione. In questa logica la sociologia, in particolare, delle altre scienze umane e sociali in genere devono assumere un ruolo fondamentale nell'istituzione prima e nel mantenimento poi dell'integrazione di questi aspetti. Nella realtà dei fatti il lavoro del sociologo deve coniugare il sistema con gli individui, cioè deve sapere coniugare gli aspetti oggettivi con quelli soggettivi. La crisi dei sistemi di welfare i tentativi di finire e imparare nuove politiche non ha evitato il deterioramento del tessuto sociale che deve essere ricostruito attraverso la realizzazione di nuove quale unica vera realtà : i singoli esseri umani sarebbero dunque manifestazioni e strumenti della sua volontà mentre la materia vera e propria non ha valore se non in quanto è modellato adesso. La storia è vista come dimensione temporale erano anni che starsi dello Spirito per il tramite degli esseri umani, la storia come disciplina andava a sua volta ricondotta la filosofia, in concreto doveva essere svolta come semplice narrazione. Inoltre per croce non aveva senso alcuno cercare nella storia regolarità, costanti e generalizzazioni, perché ciò avrebbe significato considerare gli uomini come materia governato dalle leggi della fisica e della chimica, ossia adottare una logica materialista e positivista di conseguenza per croce la sociologia era una pseudoscienza, ed egli rotto per tutta la vita per impedire che se venisse insegnata in Italia. Il successo di questa chiusura alla sociologia si deve del resto anche a Giovanni Gentile, allievo e poi avversario di croce, e soprattutto filosofia ufficiale del regime fascista. In Francia teorizzavano la necessità di una compenetrazione fra storia e sociologia : la seconda avrebbe dovuto avere un ruolo dominante , mentre la prima avrebbe dovuto attingere anche la psicologia per meglio comprendere l'agire umano. Block, febvre il gruppo di colleghi che si riunisce intorno al loro avevano dunque in comune il desiderio di spostare l'obiettivo della ricerca storica su tematiche economiche e sociali, prendendo in considerazione il ruolo dei ceti inferiori della società del passato, la mentalità collettiva e la cultura materiale, e accogliente per questi scopi contributi di altre discipline. queste Concezioni li guidarono alla fondazione della rivista Annales, 3.IL RAPPORTO FRA STORIA E SOCIOLOGIA OGGI è un fatto che ormai, per quanto suscettibili di critiche, la microstoria, la storia dal basso, la storia delle donne quelle della famiglia si sono imposte dagli anni Sessanta come nuovi indirizzi di ricerca, nel quale si attua la compenetrazione fra storia e scienze sociali ho spiegato da Braudel. In conclusione, si va per mare e degli anni 60 la vittoria della scuola delle Annales testata completa in tutto l'Occidente : la storiografia non può e non potrà mai più trattare con negligenza aspetti quali la realtà sociale, l'economia e la cultura popolare. Si potrebbe anzi osservare che vi è stato un eccessivo marginalizzazione della storia politica, militare, istituzionale di derivazione rankiana. irrobustimento della sociologia a partire dalla prima metà del XX secolo, l'affidamento dei procedimenti scientifici e il consolidamento della propria identità come disciplina, avrebbero prodotto in sostanza un rigetto del connubio con la storia. I sociologi, insomma per via della crescente specializzazione del lavoro disciplina, connesse all'adozione di metodi più scientifici o ritenuti tali, in quanto più vicine a quelle delle Scienze Naturali, avrebbe iniziato disdegnare il contributo dato dallo studio del passato, concentrandosi troppo sul presente, e commettendo quindi un errore simile a quello degli storici di Rank , c'è restringimento volontario dei propri orizzonti, negli ultimi trent'anni anche se solo ci si stanno orientando verso l'opinione che sia possibile una proficua collaborazione fra le due discipline. Anche fra gli storici si sta verificando ritorno alla storia politica cuore dimensioni primaria delle vicende umane, ma senza ritornare alle concezioni di Rank trascurare la lezione delle annales. sono dunque ormai numerosi gli storici, e i sociologi, che sostengono che è possibile una fruttuosa cooperazione freddo discipline : la sociologia bufera gli storici sia nuove teorie e categoria sia nuovi quesiti ai quali rispondere in base ai quali riorientare la ricerca , mentre la storia fornisce i contenuti per mettere alla prova le teorie stesse, verificandone eventuali punti deboli e soprattutto rende possibile comprendere appieno i fenomeni sociali, perché solo in una prospettiva storica si può valutare il mutamento della società. STRUTTURA SOCIALE INTRODUZIONE con il concetto di struttura sociale possiamo intendere, in prima approssimazione, l'insieme delle relazioni stabili tra le diverse parti che compongono una realtà sociale . tali relazioni possono configurarsi in ordine alle aspettative sociali connesse ad una particolare posizione sociale, ossia i ruoli, all'ordine istituzionale, agli individui e alle relazioni che intercorrono tra essi le Contesse di uno spazio e di un tempo sociale. Quella di struttura sociale e, dunque, una nozione che si presenta sotto il segno della complessità e della molteplicità delle prospettive da cui può essere osservata. L'idea di struttura può essere vista come i muri portanti di una casa. Componenti essenziali di una costruzione. Si tratta di una definizione che mette in evidenza proprio la duplicità dell'idea di struttura , nozioni che tiene la casa della realtà sociale, ma anche coloro che abitano . bisogna dire che comunque ogni definizione sarebbe riduttiva e andrebbe oltre il proponimento di queste note. 1.MARX: STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA Marx in ordine all'economia politica vede l'uomo come un individuo complessivamente calato nella storia e concepisce il fondamento della società nei rapporti materiali dell'esistenza. E dispone chiaramente questo tema : nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, i rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti costituisce la struttura economica della società. È proprio la contraddizione che si viene a creare tra le forze produttive materiali e rapporti di produzione che determina la crisi del sistema di produzione vigente e apro la rivoluzione sociale di questi rapporti. Il sistema delle relazioni più stabile duraturo che possa rintracciarti in siriano società e, dunque, quello relativo ai rapporti economici di produzione delle risorse in relazione alle altre dimensioni del sociale . questo implica in definitiva, che sia fondamento delle relazioni stabili del sociale stanno i rapporti di produzione, e desti che si determina la forma di tutti gli altri rapporti, sovrastrutturale . e la struttura economica che determina le leggi, lo Stato, l'etica, il sapere la filosofia. Le forze motrici della storia sono per Marx, come si è visto, di natura economica : esse determinano lo condizionano, per usare la terminologia marxiana, i fenomeni politici e culturali ed è proprio la dialettica tra struttura e sovrastruttura è possibile rintracciare il senso profondo di ciò che intendiamo con la nozione di struttura sociale nel complesso del pensiero marxiano. Da qui nasce la dipendenza dei fenomeni Sovrastrutturali da quelli strutturali. 2.WEBER: LA STRUTTURA DEL RAPPORTO TRA ECONOMIA E CULTURA Weber eBay una geniale intuizione sulla struttura delle relazioni che corrono tra alcuni magro fenomeni sociali quali il modo di produzione del capitalismo occidentale e sentimento religioso. Quel che considera l'autore a questo proposito è la relazione che possibile osservare nella storia tra un particolare inedito modo di produzione e altrettanto particolare inedito sentimento religioso . interrogativo generale che soggiace alla riflessione di Weber su questi temi riguarda essenzialmente il modo in cui mi aspetti ideali e culturali come quelli religiosi hanno interagito con gli interessi materiali come quelli che dovevano la super economica. Il capitalismo moderno mostra caratteristiche completamente nuove rispetto ad altre forme di capitalismo del passato : capitale fisso investito nella produzione di beni da cui dipende la soddisfazione di bisogni quotidiani delle masse . infine dispone una organizzazione razionale del lavoro e della disciplina della lavorazione. Riduzione di Weber e che la dirompente nascita del capitalismo moderno irrompe profondamente con la tradizione, abbiamo bisogno soltanto di un soggetto collettivo ma anche, e soprattutto, di un particolare spirito culturale questo spirito ha un risvolto morale in quanto richiedeva agli individui di dedicarsi anima e corpo alla produzione di capitale e profitto e questo richiedevano di astenersi dal l'impiego di questi profitti le attività diverse dalle quali finalizzate alla riduzione del capitale. I capitalisti moderni avessero una particolare statura morale e interiore, spirito del capitalismo. Ora gli ideali di questo nuovo spirito del capitalismo contrastavano con alcuni principi etici fondamentali dominanti nella sfera religiosa del cristianesimo medievale. Come la ricerca sistematica del guadagno economico e lo spirito del capitalismo moderno che ha per imperativo morale proprio accrescimento del capitale è più guadagno. Come è stato possibile a nascita del capitalismo moderno in un contesto culturale come quello del cristianesimo tardo medievale? Risposta e che l'idea chissà sia da mettere in relazione anche con condizioni di carattere religioso in particolare, con la riforma protestante . In particolare Weber ritiene fondamentale la funzione svolta da una particolare confessione di cristianesimo opero la dottrina del calvinismo l'uomo di fede può solo sperare di essere fra gli eletti, ma non può contare di sapere o poter scoprire se rientri questo, determina un senso di ansia, un asilo continua tale da costringere l'individuo a tentare di rassicurarsi, in qualche modo, è l'unico modo di alleviare questa vita retta ed esemplare attraverso l'impegno attivo e indirizzo della propria attività professionale. Comportamento economico e cultura, elementi stabili e durature della realtà sociale quando dunque preterito azione reciproca. Non si tratta tuttavia di una relazione deterministica. In questo passaggio weber mettere in evidenza il tema centrale della riflessione le dimensioni economiche della realtà sociale e non dipendono da quello culturale e neppure viceversa, egli non per dire ad una conclusione generale e universalmente valido, quasi limita a considerare, secondo approccio diacronico, come specifici elementi della cultura abbiamo costituito la configurazione delle altrettanto modo di produzione economia influsso reciproco etica protestante e spirito del capitalismo la genesi del capitalismo moderno ha richiesto anche la formazione del particolare spirito nazionale, innovativo, tesoro guadagno è giustificato briscola della modernizzazione accidentale, dunque , un fenomeno tipico della cultura asporto ruolo significativo nel determinare un fenomeno importantissimo della sfera economica. 3.DURKHEIM: REALTA' SUI GENERIS E DIFFERENZIAZIONE L'adozione di struttura sociale centrale nell'ambito del pensiero funzionalistico di Emile Durckheim , egli infatti si domanda cosa tiene unità la società sì, la risposta è altrettanto diretta e non Meno dirompente, la divisione del lavoro sociale. In quanto cresce sia la forza produttiva che l'abilità del lavoratore essa è la condizione necessaria lo sviluppo intellettuale e materiale delle società, installa. Della Civita questa caratteristica della della differenziazione sociale , tuttavia, la dimensione economico - produttiva. Adesso, l'autore, attribuisce anche una funzione morale il caso che le parti che compongono una società che ero molto simili fra loro e piuttosto che interagire, giacciono giustapposte le une alle altre copiando modelli di comportamento delle altre diciamo che queste società sono segmentarie, per indicare che si sono formate dalla ripetizione di aggregati simili, analoghe gli anellidi il lombrico, che l'aggregato elementare è un clan .esso è una famiglia, nel senso che tutti i membri perché lo compongono si considerano parenti. d'altra parte, può darsi il caso in cui le parti che compongono una società sono differenziate per loro, che svolgono attività anche molto differenti ma, qualche modo complementare. Ciascuno dei gruppi svolge attività diverse dagli altri e nessuno di questi gruppi e individui mira all'autosufficienza. La differenziazione sociale rappresenta quindi il processo fondamentale ristrutturazione del sociale. Relazioni sociali progressivamente perderanno il loro carattere naturale per divenire mamma sono sempre più contrattualizzate, cioè, in qualche modo, esplicito 3 membri. FAMIGLIA INTRODUZIONE Se tradizionalmente la famiglia viene considerata come la più antica delle istituzioni , come gruppo sociale presente in tutte le società e, pertanto, unità fondamentale delle stesse, in tempi recenti si discute sul declino della famiglia, è sottoposta ad innumerevoli cambiamenti, sembra aver perso le sue originarie funzioni ed esaurito tutte le sue potenzialità. Se è vero che a partire dagli anni 70, si è innescato un processo di emancipazione dell'individuo dalla famiglia che ha portato a connotare positivamente le relazioni familiari, è altrettanto vero che si è assistito, progressivamente, è un processo di privatizzazione della famiglia. Quelle delle relazioni di coppia e di processi riproduttivi risultano essere, infatti, le aree più problematiche in tema di famiglia. Se da una parte si sottolinea l'importanza delle relazioni familiari per la costruzione dell'identità di 6 membri, dall'altra le esigenze del vivere quotidiano portano a mettere in rilievo la corsa
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