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Riassunti letteratura spagnola 3 Cervantes, Appunti di Letteratura Spagnola

Riassunti letteratura spagnola 3 Cervantes Sapienza

Tipologia: Appunti

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Caricato il 10/12/2019

maria_de_cristofaro
maria_de_cristofaro 🇮🇹

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Scarica Riassunti letteratura spagnola 3 Cervantes e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Cervantes (1547-1616): Nasce nel 1547 ad Alcalá de Henares (in provincia di Madrid, l’antica Compluto), dove venne costruita l’Universidad Complutense all’inizio del XVI secolo (università moderna e di studi umanistici). Il fatto che sia nato in una città in cui vi era un’università di gran rilevanza, spiega i suoi interessi culturali sin da bambino. La sua famiglia apparteneva alla classe sociale media, il padre era un assistente sanitario e avevano problemi di denaro. Con la famiglia si trasferisce a Madrid, dove nel 1568 è alunno di Lopez de Hoyas (umanista importantissimo e rettore dell’università de La Villa di Madrid). Grazie a lui, pubblica la sua prima opera poetica che sarebbe un sonetto per la morte della regina facendosi conoscere come poeta. ed interessandosi al teatro. Misteriosamente poi, scopare da Madrid e ricompare a Roma nel 1569. Tra i documenti dell’Archivio generale di Cimaca, vicino Valladolid (città in cui si trovava la corte di Felipe II) ne ritroviamo uno in cui il re Filippo II ordina, il 5 Settembre 1569, ad una guardia di prendere un uomo di nome Miguel de Cervantes, accusato di aver ferito, in un duello, un uomo di nome Juan de Sigura*. * Il duello con il Concilio di Trento viene proibito insieme a tutti quei testi in cui si parla a favore dei duelli. Ciò avvenne perché i duelli sottintendevano un vincitore e un vinto, quindi un morto e questo era inconcepibile per l’Europa cristiana del tempo. Non si sa con certezza se questo Miguel de Cervantes sia lo stesso ma è interessante che proprio in questo momento lui sparisce da Madrid, dove aveva cominciato una carriera universitaria, e ricompare a Roma dove, grazie ad un parente, lavora come valletto/cameriere del cardinale Giulio Acquaviva non conducendo una vita brillante. Un documento del 22 dicembre 1569 accerta la presenza di Cervantes a Roma; documento che certifica la Limpieza de Sangre a favore di Cervantes. Era un documento importante che riguardava la purezza di sangue di un uomo in base alla sua discendenza, origine: il sangue “sporco” apparteneva a coloro che erano di origine ebrea o mora. Questa informazione aveva una particolare importanza in Spagna e per la storia spagnola : quando, dopo il 711, cadono i visigoti, salgono, dall’Africa, le popolazioni arabe e di religione musulmana e invadono la penisola iberica in pochissimo tempo. Arrivano fino a Santiago de Compostela, conquistando poi tutta la penisola meno che la parte di Asturia, dove poi comincerà la Reconquista che finirà nel 1492 con la presa di Granada. Nel periodo del califfato di Cordoba, gli arabi e i musulmani offrono agli ebrei una serie di agevolazioni fiscali in modo che questi ultimi si stabilissero nella penisola spagnola, in particolare in Andalusia. Perciò, gli ebrei sono stati portati in Europa non per mano dei cristiani, ma grazie ai musulmani. Gli ebrei si dedicavano allo studio e acquisirono potere e denaro ma quando i re cattolici prendono Granada, applicano una nuova politica moderna che riguarda l’unità religiosa: ci doveva infatti essere una sola religiosa (cattolica) perciò, alcuni ebrei si convertono, mentre altri vengono espulsi. Bisognava tra l’altro dimostrare di essere cristiani “vecchi” ovvero da quattro generazioni (non conversi) . Hidalgo: classe sociale, non esattamente nobile, ma appartiene ad una famiglia importante. Don Quijote era hidalgo. Il nobile non può lavorare con le sue mani in quanto questo tipo di lavoro è considerato vietato. Tuttavia, per accedere a certi lavori, come per esempio la cattedra universitaria, bisognava dimostrare la limpieza de sangre e dal momento in cui Cervantes la chiede, significa che voleva farne qualcosa (farsi soldato). La strada di Cervantes era quella amministrativa, ma sceglie quella militare e entra nell’esercito di Filippo II vivendo nel momento di maggiore splendore della Spagna e del mondo. Con Filippo II, la Spagna è il paese più potente, nonostante le crisi (nel Romanticismo invece si tende a vedere il periodo di Filippo II come un’epoca oscura). Cervantes si è sempre sentito orgoglioso di essere soldato spagnolo . Entra nell’esercito nel 1571 nella compagnia di Don Diego di Urbino e combatte, nell’ottobre del 71 (24 anni) nella battaglia di Lepanto (in Grecia occidentale). Perde la mano nella guerra, va a Messina dove continua ad essere soldato e chiede risarcimenti per aver perso la mano. Lo pagano a Messina, poi va a Napoli (continuano a pagarlo) e nel 1574 forma parte della spedizione Don Giovanni d’Austria. Dopo la battaglia di Lepanto i turchi si spostano in Oriente, ma continuano ad avere rapporti con i corsari e quando Cervantes si imbarca nel 1575 a Napoli per tornare in Spagna, viene preso. Il Mediterraneo era pericoloso (basta pensare alla Bocca di Bonifacio). Una nave di corsari lo prendono e lo portano ad Algeri, dove resta per 5 anni fino al 1580. Chiesero un riscatto per guadagnare denaro (i mecendarios erano coloro che pagavano il riscatto). Cervantes prova a scappare 3 volte; lo tengono in un bagn con il suolo umido e le catene. Cervantes si salva dopo aver parlato con il capitano della fortezza turco perché si dichiara colpevole e questo impressiona molto il capitano. Il riscatto di Cervantes è più caro perché c’erano una serie di documenti che li hanno confusi, facendo credere loro che era una persona molto importante. Quando torna in Spagna, non trionfa immediatamente; gli succedono molte cose che gli insegnano a vivere bene e scrive un’opera con un genere passato di moda, ma lo fa per puro piacere e amore, senza pensare alla vendita (el Quijote) che però determina il suo successo. Il genere umano è rappresentato con i suoi difetti, le sue virtù, con le sue sfumature. Questo libro nel periodo del romanticismo si leggeva in chiave melodrammatica nonostante lui stesso non fosse un personaggio romantico. Si sposa a 37 anni con una donna più giovane di lui e viaggia molto. Non ha una famiglia unita e ha una figlia non sposata. Crede che la promessa di matrimonio sia una formula; i ministri del matrimonio sono i testimoni, non il sacerdote. Si diffuse cosi il matrimonio segreto che permetteva a due persone di sposarsi senza testimoni. Durante il concilio di Trento si fa un censo riguardante questo e le sue conseguenze e si decide che il matrimonio deve essere pubblico e non più segreto (la chiesa si riappropria di un sacramento). Prima di pubblicare la sua opera Cervantes si reca a Valladolid dove un uomo nobile che aveva ucciso la sua amante viene ammazzato. Nel momento in cui arrivano le guardie, Cervantes (dato che viveva con 3 donne) viene colpevolizzato e questo fa si che si trovi nuovamente in prigione. Il fatto che non avesse studi universitari, che avesse pubblicato il Quijote e che fosse un semplice soldato ha fatto si che la critica non avesse una visione positiva di Cervantes. Infatti, tutti i grandi artisti che sono considerati frutto di un grande genio, avevano frequentato l’università. Da Petrarca a Boccaccio a Goethe. Durante il suo secolo la letteratura più diffusa e apprezzata era quella italiana con la novella di Boccaccio, il Decameron . La Novella è un racconto breve mentre il Romanzo no. I primi romanzi sono francesi e si trattavano tre materie: carolingia (Carlo Magno), arturica (Re Artu) e Alessandro (Roma) e si scrivono prima in versi poi in prosa La novità di Boccaccio rispetto a Le mille e una notte e il Conte Lucanor è che i luoghi, i personaggi, i tempi sono ambientati in un tempo presente e attuale all’autore. Quando Ariosto, con l’Orlando Furioso, prende le storie del passato e le fa rivivere, è come se le dipingesse. Prima di Ariosto, è Boiardo a scrivere poemi cavallereschi con l’Orlando Innamorato. Boccaccio racconta storia d’amore, di soldi, di vita quotidiana , di gente che non viene idealizzata come cavalleresca (Orlando Furioso). Cervantes fa si che nasca il romanzo moderno perché non scrive più in versi, ma in prosa. L’epica spagnola rispetto a quella francese è molto più veritiera. Cervantes inventa questo personaggio completamente irreale (ispirato all’Orlando Furioso di Ariosto per il tema della pazzia): Don Quijote è uno scrittore che identifica la scrittura con la vita ed è definito un pazzo per tutto quello che ha Nel loro viaggio incontrano vari personaggi; incontrano anche una locanda con tutte tipologie diverse di persone in quanto luogo pubblico di riposo durante i viaggi. Si fermano lì raccontano storie che sono novelas intercaladas. C. comincia la narrazione con la sua prima salita e tutti i personaggi sono a conoscenza dei fatti narrati. Il primo incontro lo si ha con un gruppo di pastori (che non sono i classici pastori dei libri di pastori). Quijote ha fame e i pastori gli offrono delle ghiande. Qua c’è la prima novella intercalata in cui si racconta la storia di due pastori falsi, ricchi che si sono travestiti da pastori. Le storie intercalate si sovrappongono l’una con l’altra e si trovano nella prima parte del Quijote dove Cervantes non ha ancora chiaro in mente cosa avrebbe scritto. Dal momento che si inventa Sancho inizia una seconda fase in cui inventa la novella moderna. Quando si racconta la storia dei pastori, la si racconta da diversi punti di vista e il narratore ci da le informazioni attraverso il pensiero dei personaggi (prospettivismo). Ognuno vede la storia dal proprio punto di vista, vi è un forte relativismo, le cose non sono mai come sembrano. Alla prima storia ne seguono poi altre. Quando finisce la prima salida, Cervantes non sa più come continuare la storia quindi gli viene un’idea geniale : ha copiato la storia, questa non ha un continuo e qua entra in gioco il manoscritto incontrato a Toledo che casualmente conteneva la fonte dove gli si è interrotta la storia. Lo fa perché scrive una storia che si crea con le fonti. Cervantes crea molti filtri, l’unica cosa che ha valore è il testo letterario. Non si può applicare il criterio di veridicità alla letteratura. Il mondo come libro è un’idea antica. I personaggi sono i lettori e i lettori sono i personaggi. Anche nell’Orlando furioso di Ariosto i personaggi sono gran lettori. Sono lettori e personaggi: interpretazione nuova del mondo. Quijote è un gran lettore e decide di fare il cavaliere errante. Si rende conto di aver bisogno di un’innamorata. La sua donna esiste e non esiste: si ricorda di una ragazza che ha visto alla messa qualche volta e non le ha mai rivolto parola, ma è l’unica donna che lo ha incuriosito. Si chiama Alfonsa Lorenzo ma lui la rinomina Dulcinea del Toboso. Ogni volta che incontra qualcuno gli fa promettere che la sua donna è la migliore del mondo. Q. fa mandare una lettera da Sancho a Dulcinea ma Sancho non sa leggere e scrivere quindi inganna il suo signore. Dulcinea è un personaggio che esiste, ma allo stesso tempo è inesistente perché il lettore non la vede mai, non interviene mai. È un personaggio che non si palesa mai, esiste, ma contemporaneamente viene idealizzata. ______________________________________________________________________________ Don Quijote – libro: Ci sono dei preliminari prima del libro che vengono scritti prima del libro stesso. 1) Frontespizio (titolo, autore), titolo molto lungo: El ingenioso hidalgo Don Quixote de La Mancha: Compuesto por Miguel de Cervantes Saavedra, dirigido al Duque de Béjar, Marques de Gibraleon, Conde de Benalcaçar, y Bañares, Vizconde de la Puebla de Alcozer, Señor de las villas de Capilla, Curiel y Burguillo. Cervantes sta chiedendo mecenatismo; offre questo libro al duca. Ogni libro ha un destinatario (per esempio “La Galatea” era dedicata al Colonna, “Las novelas ejemplares” dedicate a Pedro de Castro, “El viaje del Parnaso” a Don Rodrigo de Tapia, ecc) 2) Stemma dello stampatore, ogni stampatore aveva il suo stemma personale e qui è quello di Don Francisco de Roble, 1605. Lo stampa Juan de Acuesta a Madrid, amico di Cervantes che gli dà il testo e il fatto che lui glielo pubblichi è molto importante. 3) Tassa : Il libro si vende ad un prezzo stabilito con il re e si stabilisce la tassa (che appare nel libro). Il libro deve avere un autore, un editore , uno stampatore, città, anno, titolo e devono avere il permesso degli inquisitori per essere pubblicato . Infine vi sono i correttori che lo correggono. Il libro si può vendere al prezzo stabilito. Il prezzo dipende soprattutto dal materiale utilizzato (i libri si vendevano per fascicolo ‘pliego’) .I libri non erano né troppo cari, né troppo economici e Cervantes guadagnò un po' di soldi, ma non molto. Tuttavia, il libro si può comprare solo in un determinato posto( privilegio del librario). La tassa del Quijote è stata firmata a Valladolid perché è lì che sta la corte e anche Cervantes. 4) Testimonio de Erratas : testimonia che c’è stato un correttore degli errori 5) El rey : dà il permesso affinché il libro si diffonda. Firma una lettera che determina questo permesso. Cervantes ha dovuto scrivere nella lettera di richiesta di pubblicazione, le virtù del libro. Orazio affermava che la letteratura doveva essere esemplare e utile per il lettore. Il re ordina, nella lettera, che lo stampatore può avere e stampare il libro, ma non il primo fascicolo perché contiene tutte le informazioni fondamentali: tassa, privilegio, ecc. (se il libro non contiene queste informazioni è un libro illegale e non può circolare) 6) Dedicatoria al Duque de Béjar : persona a cui dedica il libro. Qui Cervantes assicura l’accoglienza del libro. Dice al duca di confidare nella sua grandezza e che gli manda questo libro, ma lo manda “nudo”, nudo di quel prezioso elemento di eleganza ed eruzione. C. dice questo perché sa che si presuppone negli altri libri, sonetti e altre caratteristiche che lodano lo scrittore del libro stesso, mentre nel Don Quijote non ci sono, non è “impacchettato/infiocchettato”. Questi sonetti sono paragonabili alle opinioni che troviamo sulle copertine dei libri oggi. La dedicatoria è firmata da Cervantes. Da qui in poi il nome di C. sparisce, è solo narratore e vuole introdurre un gioco di specchi, in cui l’autore si moltiplica. Infatti, dice nel frontespizio che il testo è composto unendo le vari parti che sono state scritte. 7) Componimenti (firmati da diversi autori) : Urganda la Desconocida; Amadis de Gaula a Don Quijote; Don Benianis de Grecia; Señora Oriana a Dulcinea del Toboso (amata di Amadis, è gelosa); Gandalín escudero de Amadís a Sancho Panza; Donoso (personaggio burlesco, pseudonimo di un amico di C. probabilmente); Orlando Furioso ed è qui dove ci sono i due cavalieri fondamentali per DQ. Di fatto, quando DQ va in pellegrinaggio amoroso dopo aver commesso un terribile peccato, sara lì dove deciderà quale modello di cavaliere seguire tra Orlando e Amadís; Caballero de Febo e alla fine, sonetto dialogato tra i due cavalli: Babieca (quello del Cid) e Rocinante (il non cavallo, rocin-antes), dove non c’è riferimento a Cervantes, ma a Valle Inclán . Babieca chiede a Rocinante come mai è cosi magro e Rocinante dice che sta morendo di fame perché nessuno gli da da mangiare. B. inizia a filosofeggiare e R. dice che né il suo padrone né il suo scudiero mangiano. Nei libri di cavalleria non hanno necessità di mangiare, perché invece R ha bisogno di mangiare? 8) Prologo : scrive ad un “disoccupato lettore” (ironia che si vede già nella prima parola dell’opera). Ha dedicato il libro ad un duca, ma scrive il prologo ai lettori disoccupati che leggono il libro perché non hanno nulla di meglio di fare. Cervantes considera il libro stesso suo figlio, sperando che fosse il più bello, gagliardo e discreto: immagine di un figlio perfetto. La bellezza è importante (associata nel canone greco alla bontà: è bello ciò che è buono). Prologo ironico: figlio/libro non era come sperava e come sono soliti essere gli altri libri: bello- gagliardo-discreto (topos della modestia). Infatti, dice di sé stesso di essere un uomo con ingegno sterile, coltivato male quindi genera un figlio secco/ avellanado e antojadizo (capriccioso), non bello-gagliardo-discreto come gli altri realizzato in un carcere. Non sappiamo esattamente quando Cervantes inizia a scrivere il libro. Nell’autunno del 92 è stato in galera a Cordoba mentre nel 97 a Siviglia. Cervantes parla della sua esperienza in carcere e dice che un conto è scrivere un testo da un locus amoeus dove la quiete dello spirito e dell’ambiente stesso favoriscono la meraviglia e la creazione poetica (pensiero opposto al pensiero romantico: più soffri, meglio è la produzione della poesia. Cervantes non è romantico), un conto è scriverlo in galera. Sottolinea poi che nonostante le difficoltà della sua vita chi è in grado di scrivere riesce a farlo indipendentemente dal luogo in cui lo fa. Il libro di Cervantes è nato per far ridere, non per far piangere: questione del riso e del pianto: ci sono modi e modi di far ridere e Cervantes vuole far ridere in modo armonioso. Dice che è il patrigno del libro e non il padre. Dice al lettore che non è obbligato a leggere il libro se non trova la lettura piacevole; afferma poi di aver lavorato sodo per comporre l’opera in generale, ma il prologo è stata la parte più difficile. Segue poi una scena che sembra un quadro di Velázquez: si auto ritratta con i canoni del malinconico mentre pensa a cosa e come scrive l’opera con la piuma dietro l’orecchio, la testa appoggiata sulla mano, il gomito sul tavolo. Entra un amico definito “grazioso” (simpatico, spiritoso) che gli chiede cosa stia facendo e perché stia così. Lui (non come Cervantes, ma come narratore) gli risponde che non sa come finire questo prologo, ma che allo stesso tempo non vuole far stampare il libro senza prologo. L’amico gli dice che gli avrebbe insegnato in 5 minuti come scrivere un prologo. * Si crea in questo momento un immagine di un Cervantes pensante con la testa appoggiata sulla mano . Cervantes fa allusione a Lope de Vega che ha pubblicato l’Arcadia, opera che non è solo una novella pastorale, ma è anche una narrazione pastorale in cui ci sono narrazioni autobiografiche, nobili e poeti e lo stesso succede nell’opera La hermosura de Angelica (L’Orlando Furioso ha una grande influenza in Spagna. Orlando è furioso perché scopre che Angelica, di cui è innamoratosi sta per sposare. Tutti sono innamorati di Angelica e la perseguitano. Angelica si innamora di Medoro, un giovano scudiero arabo e biondo, indifeso perché è l’unico che non l’ha perseguitata. Scrivono il loro amore sulle cortecce degli alberi. Orlando entra nel bosco e sorprendentemente si accorge delle scritte, anche se non sapeva l’arabo. Si accorge che Angelica si è concessa ad un moro. Angelica e Medoro arrivano sulla spiaggia di Tarragona -immagine presente anche in Don Quijote, quando entra in scena Orlando furioso, li incontra e Angelica cade da cavallo. Ariosto ride di questo pazzo d’amore che non riconosce a causa della pazzia Angelica. Angelica aveva ispirato alcune opere: personaggio femminile di cui tutti sono innamorati). Il narratore dice che il suo libro non ha note al margine, non ha retorica, ne alcun lusso. L’amico dice che non ha importanza perché tutto in questo libro è un’invettiva contro i libri di cavalleria. Questa allusione viene ripetuta 4 volte: è un libro contro quelli di cavalleria che erano quelli che leggevano tutti che raccontano cose inverosimili da un punto di vista aristotelico (la letteratura di cavalleria era la letteratura di consumo ma vi è una critica perché era immorale e non esemplare nonostante tutti la leggessero/comprassero soprattutto nel sec XVI). Questa invettiva è ambigua perché questo prologo l’ha scritto alla fine della prima parte del Q e serve per l’interpretazione del libro. Di fatto, in base alla lettura, questa invettiva può essere letta da varie prospettive, è personale (relativismo di Cervantes). La letteratura cavalleresca è considerata falsa e bugiarda, mentre la storia di Cervantes è considerata verità. Il punto di vista estetico di Cervantes influenza il credere che le cose raccontate sono vere solo perché sono ben raccontate. L’autore del Quijote vuole convincerci che sta scrivendo una storia vera pero la prima cosa che fa quando incontra il manoscritto è dire che lo ha scritto un moro che per definizione è bugiardo. L’amico dice che i libri di cavalleria sono falsi e che il suo testo deve avere un buono stile e un linguaggio chiaro, comprensibile con parole dirette, ordinate e che abbiano un senso. Deve comunicare in un modo armonico e senza complicare i concetti (aspetto, quello dell’armonia, tipico del Rinascimento in contrapposizione al successivo periodo Barocco). L’invettiva è anche contro lo stile dei libri di cavalleria perché il messaggio non è facilmente comprensibile. È, quindi, importante la nuova retorica (classicista) e il buon stile. ragazze molto giovani (prostitute) e in questa situazione Don Quijote crederà di essere stato nominato cavaliere mentre invece è un fatto falso e illegale. L’essere cavaliere era codificato da Alfonso X che scrive “Las partidas” . In quest’opera si dice che chi si fa nominare falsamente cavaliere è inabilitato a vita a diventarlo sul serio. Don Quijote non è e non può essere un cavaliere. Il picaro gli spiega di cosa si ha bisogno per uscire al mondo perché anche il picaro è un lettone di libri di cavalleria e lo stesso fanno anche le donne. Gli spiegano che deve indossare capi bianchi, avere denaro e un scudiero. Questi elementi sono fondamentali per l’attitudine di Quijote perché nei libri non c’erano scritte queste cose. Quijote arriva alla locanda e scopre di dover pagare mentre nei libri non venivano trattati questo tipo di passaggi. La sua prima avventura è una scena che vede da lontano e interpreta a suo piacimento : una persona che sta maltrattando un bambino innocente. Quijote dice che la missione di un cavaliere è quello di salvare coloro che sono indifesi, gli innocenti, gli offesi ingiustamente. Deve quindi fare da giudice e da padre in questa situazione. Nel capitolo 4 esce per la seconda volta, più contento (se pone gordo) della prima volta e crede di essere cavaliere. Ma ricordando i consigli che gli ha dato, si ricorda che deve cercare uno scudiero (Sancho) e così decide di tornare a casa. Si ricorda che c’è un contadino povero e con figli che vive vicino a lui. Fa una scelta casuale, il primo che si ricorda e il contadino (Sancho) gli risponde che a lui va bene. Incontra Sancho solo nel capitolo 7. Nel frattempo, affronta delle avventure. Rocinante non vede l’ora di tornare a casa sua. Querencia: parola molto importante perché la ritroveremo molto, significa tendenza nel camminare. Quijote sembra non sapere esattamente dove andare, sembra seguire Rocinante che vuole tornare a casa. Camminando incontrano un bosco. Cervantes come narratore, utilizza molto il verbo sembrare (le pareciò) e ci dice che Quijote ha sentito una voce delicata e gli è sembrato che sia di un bisognoso che ha necessità del suo aiuto. Uso della retorica. Si avvia verso la voce e vede: -Una cavalla legata ad una quercia e un ragazzo a petto nudo legato ad un’altra quercia. Lo descrive come un ragazzo di 15 anni circa (Quijote non specifica mai i numeri, non sa). C’è poi un uomo che lo sta frustrando con una cinta. Il narratore ci dice che il ragazzo urla per il dolore, non ci dice se il ragazzo aveva torto o ragione. Ci dice, però, che ogni volta che l’uomo lo colpiva, gli dava un consiglio e un rimprovero. Il ragazzo, in realtà, è un ladro e l’uomo lo sta punendo sia fisicamente sia moralmente perché gli da consigli affinché non diventi realmente un ladro. Quijote non capisce bene questa scena perché il bambino supplica l’uomo e gli dice che non lo farà più. Per la prima volta Quijote va verso Juan Aldudo (colui che stava menando il ragazzo) e violentemente si rivolge a lui dicendogli di non ripetere più quello che sta facendo. Aldudo si difende puntandogli una lancia addosso e gli spiega che cosa sta succedendo: il ragazzo è un suo servo che si occupa di un suo gregge, ma ogni giorno si accorge di avere una pecora in meno, per questo castiga la sua vigliaccheria o mancanza di attenzione. Il ragazzo dice che il suo padrone lo accusa falsamente semplicemente per non pagarlo. Non ci sono elementi cavallereschi e Don Quijote interpreta che il ragazzo è innocente e maltrattato dal padrone. Alcune parole come mentir è importante, è una scintilla per Quijote perché difendendo il ragazzo, non può accettare che lo attacchi, perciò lo insulta dicendogli che è un villano. Quijote è qui un giudice e un padre ingiusto (perché non sa cosa vuol dire essere padre dato che non lo è stato e non lo sarà). Quijote proietta sul mondo reale il suo mondo immaginario: non vede ciò che è reale, ma quello che lui ha in testa. Il bambino, comunque, in questo modo non imparerà la lezione. Questa prima avventura di Q. è un disastro. Lo incontra di nuovo nel capitolo 31, mentre Quijote cerca di salvare una principessa che si fa chiamare Mico Micona, e che in realtà si chiama Dorotea. Entra perciò nella vita di Sancho travestita da Mico Micona. Tornando al capitolo 4, lascia questo ragazzo e incontra un incrocio in cui la strada si divide in quattro, ma lui va dove lo porta il suo cavallo, non conosce la geografia, non sa dove dover andare (mentre nei libri di cavalleria è importante la scelta della giusta via). Vede un sacco di gente (il narratore non sa cos’è, ma ci aiuta dicendo che poi si seppe che erano mercanti che andavano a Murcia per andare a comprare la seta. Erano 6 mercanti + 7 servi con ombrelli : immagine inaspettata). Don Quijote attacca gli uomini credendoli cavalieri erranti. Si mette quindi a cavallo con la lancia in mezzo alla strada e li aspetta per poterli attaccare. Comincia a parlare nominando come imperatrice Dulcinea. I mercanti vedendolo si accorgono che si tratta di un pazzo e un personaggio curioso, burlone e discreto interviene (è interessante che sia discreto: sa giudicare, sa capire bene la situazione, sa cosa dire, come agire mentre Don Quijote non lo è, è fanatico). Questo personaggio risponde a Don Quijote assecondandolo, contrattando con lui che nuovamente, risponde e trasforma questi mercanti e servi in gente superba. Quijote diventa iracondo e violento, prende la lancia e va contro di loro dicendo che pagheranno la grande blasfemia che hanno detto. Il burlone risponde di nuovo assecondandolo. Quijote quando è in collera non ha senso dell’umorismo e Sancho si prenderà gioco di questo suo aspetto caratteriale. Don Quijote viene picchiato dai servi e questa era una grande offesa perché un cavaliere poteva essere ferito solo da un altro cavaliere e non da qualcuno di classe inferiore come il servo che lo ha effettivamente picchiato. Nel capitolo 5 Quijote si rifugia nei suoi libri, si sente offeso di essere stato picchiato, non lo accetta e sogna di essere diventato un personaggio del romancero. Parla con sé stesso e ricorda la storia di Valdomivo, un romancero. Entra nel ruolo del entremés dei romances: comincia a recitare e a cantare. Lo porta a casa un suo vicino (contadino) che lo chiama Señor Quijana. Quijote risponde ‘yo sé quien soy y sé que puedo ser no solo lo que he dicho..’. Sostiene di poter essere moltissimi personaggi e che può affrontare avventure che superano quelle di Pares di Francia. In quanto personaggio egli può essere qualsiasi cosa grazie alla sua immaginazione. Lui si sente personaggio (novità di Cervantes). L’uomo comunque se lo porta a casa (termina l’entremés) dove c’è anche un prete. A questo punto Cervantes decide di farlo confrontare col mondo “reale”. * Se consideriamo Quijote e Orlando Furioso, i personaggi dei poemi cavallereschi sono dentro una scacchiera e non escono; fuori ci sono gli estensi ma nessuno esce dalla cornice. Nel caso di Cervantes lui fa una scacchiera nella quale i personaggi si muovono, ma alcuni di loro entrano ed escono da una vita che sta fuori di essa dove ci sono altri tabelloni di gioco che appartengono agli altri generi letterari: novela pastoril, novela morisca, novela italiana (Boccaccio), ecc. Questi personaggi entrano ed escono dalla scacchiera principale e danno la sensazione che sia il mondo reale, mentre la scacchiera è il mondo della finzione di Q. Quijote comincia a formularsi come un mix di diversi generi che incrociandosi rendono più complessa l’opera. Queste sono le novelas intercaladas che cominciano al capitolo 14. Capitolo 5 : capitolo letterario, di scrutinio di libri. Cervantes esprime la sua opinione riguardo i libri e apre un processo sui libri della sua libreria attraverso il metodo dell’inquisizione (parodia) Colei che denuncia le opere è la nipote e i libri che Cervantes menziona sono posteriori al 1591. Questa data ci serve per capire quando è stata iniziato il Quijote che è stato scritto sicuramente dopo il 1591. Sappiamo che la biblioteca di Quijote aveva diversi libri: poesia eroica, libri di pastori, libri storici, di poesia, di cavalleria. Si tratta di letteratura, ma non ci sono libri spirituali religiosi. Ciò che non gli piace viene bruciato, come alcuni libri di cavalleria quelli sequel dell’Amadís (Amadís de Grecia), e La Serga de Esplandián (Amadís incontra il figlio, cavalieri. Uno dei cavalieri deve morire, combattono e Esplandian scopre che ha ucciso suo padre Amadís. Morte del padre per mano del figlio, troppo brutale). In questo capitolo lui torna a casa e dorme, e mentre dorme, gli altri se ne approfittano per bruciategli i libri considerati fonte del male. Murano la stanza e in questo modo non c’è più la parte che permette di entrare nella biblioteca. Da questo momento, ogni volta che ha un inconveniente, da la colpa al Sabio encantador (mago che dice profezie, al quale racconta la sua vita e chiede nel secondo capitolo che non gli faccia dimenticare il cavallo e Dulcinea). Tra i libri bruciati troviamo anche la seconda parte di Diana di Monte Mayor, un libro di pastori mentre salva L’amadís de Gaula, Palmarín de Inglaterra . Nella difesa del Tiran Blan c’è una parte ambigua ma per Cervantes Historia del famoso caballero …. era il miglior libro del mondo in quanto vi è un realismo che manca nei libri di cavalleria e per questo piace molto al prete (Cervantes stesso inserisce questo elemento di realismo). Inoltre incontra Reinaldo de Montalbán che appariva già nell’Orlando innamorato di Boiardo e quindi per amor suo gli perdona la vita (ripreso poi da Ariosto) . Nel caso di Tasso l’elemento amoroso non è sempre presente, come in tutti gli altri libri di cavalleria e Cervantes si schiera dalla parte di Ariosto che chiama cristiano rispetto a quella di Tasso, nonostante non lo disprezzi. Parla delle fonti di Ariosto, cioè Boiardo. Cervantes afferma che la sua opera consiste nella ripresa delle opere di Ariosto e di Boiardo (metafora della tela con la scrittura). Inoltre, Cervantes dice che se Ariosto scrive la sua opera in italiano la apprezzerà, se in un’altra lingua la brucerebbe (Jeronimo de Urrea aveva tradotto la sua opera in spagnolo). In questo modo C. dimostra di sapere l’italiano, di averla letta e di interessarsene. La Diana (la prima di Montemayor) bisogna espurgarla. Il problema di Montemayor è che è neoplatonico, nell’opera le persone per innamorarsi devono andare ad una fuente magica dove l’acqua fa innamorare tutti. Della Galatea invece dice di non bruciarlo, ma nemmeno di tenerlo; di metterlo momentaneamente da parte in quanto non completa (in questo caso è uno ironico, fa parodia di se stesso). L’ultimo libro che giudica è Las lágrimas de Angelica (Angelica dell’Orlando). L’ultimo omaggio che Cervantes vuole fare è al suo amico Montaldo e questa critica di Cervantes è pura perché dice davvero cosa pensa. Lo scrutinio è inutile perché Q. ha la sua libreria in testa. La prima cosa che fa Quijote quando si sveglia è chiedere da mangiare perché ha fame e mentre cena, l’ama che è la governante (capitolo 7) è dispiaciuta per questo scrutinio. Il narratore dice un Refrán quando entra. Quijote scopre che gli hanno bruciato i libri. La governante e la nipote sono a conoscenza delle storie di cavalleria perché gliele aveva raccontate e la nipote racconta un pezzo di narrazione che gli aveva raccontato lo zio : di un mago di nome Munatón (il cui significato è che era moncone, cioè non la mano). Don Quijote corregge la nipote e dice che il mago esiste davvero, ma si chiama Fritón o Festón. Quando scopre di non avere libri, non chiede neanche il perché. Entra Sancho. La sua presentazione è quella di un lavoratore,suo vicino e povero. Don Quijote gli promette una insula, Sancho non sa nemmeno cosa sia una insula (isola o isolato) ma è spinto verso Quijote per la necessità di possedere qualcosa. Sancho è un personaggio legato alla cultura popolare e ai proverbi. Panza definisce invece la sua fisicità (ma se davvero era povero, come faceva ad avere la pancia?). Stare con Don Quijote per lui era molto istruttivo tanto che cambia linguaggio (evento provato nel capitolo 14 dove Sancho ha una conversazione con la moglie). Non ci viene ben spiegato perché va con Quijote se non che è tonto e che gli interessa questa insula. Inoltre, le parole che Quijote rivolge a Sancho sono poche, ma il narratore ci fa capire che stettero insieme per giorni e ci spiega come è andata la vicenda : Quijote promette a Sancho una insula. (il narratore trasforma questa unica promessa al plurale: “promesas”). Quijote ha trovato uno scudiero, ha trovato i soldi vendendo alcune delle sue cose, le sue proprietà e i due escono. Sancho non è un tipo coraggioso, prende e va con Don Quijote con Platone viene raccontata la pratica greca in cui un anziano educava un giovane: rapporto più elevato era quello tra uomo e uomo, il rapporto tra uomo e donna serviva solo per la riproduzione. Tutti i dialoghi di Platone hanno Socrate (suo maestro) che attraverso il suo metodo maieutico intraprende una conversazione con i suoi discepoli, ad esempio nel momento dei banchetti. Nel Simposio il tema dei dialoghi è l’amore. Entra un generale ubriaco, dichiarando il suo amore per Socrate. Allora non creava nessun tipo di scandalo, ma nel 400 a Firenze con Lorenzo il Magnifico era addirittura illegale. Pertanto, Ficino deve cristianizzare il concetto platonico di amore, non solo per l’omosessualità, ma anche per l’amore divino (in Grecia gli dei si comportano come gli uomini, vengono antropomorfizzati). Ripropone questa dottrina: al centro dell’universo c’è l’amore e amare ci rende umani. Cervantes si concentra molto sul tema amoroso. La Galatea (novella pastorale) è influenzata dal neoplatonismo: i pastori amano in modo platonico, compongono poesie, le cantano e parlano di temi amorosi. La prima novela intercalada del Quijote è del genere pastorale. Cervantes la colloca in un ambiente di pastori di capre . Quijote e Sancho nel capitolo 11 incontrano pastori di capre, parlano con loro perché Quijote ha fame e loro hanno le ghiande, iniziano un discorso sull’età dell’oro e cominciano a parlare della letteratura: tutti sono amici, non ci sono conflitti, pace, ecc ed è in questo ambito che conosciamo la storia di Marcela e Grióstomo: sono due falsi pastori, amanti. I pastori di pecore sono pastori normali, parlano e mangiano come autentici pastori e Quijote fa il suo discorso lodando i tempi antichi per introdurre un passato letterario che ci porta alla narrazione pastorale che inizia in modo curioso : Nel capitolo 12 troviamo i pastori che cantano alla maniera di Virgilio. Non contano sonetti ma versi popolari. Arriva un personaggio da fuori e dice di essere un pastore (fittizio in quanto pastore di letteratura) , Grisóstomo che è morto per amore di Marcela (indiablada) figlia di Guglielmo il Ricco dunque una ricca che va in giro mascherata da pastore. Sono due pastori fittizi. L’amore è legato alla bellezza che non può essere cattiva. Il pastore che entra e dice che Grisóstomo è morto d’amore e ci informa, non solo che Marcela è indiablada, ma anche del fatto che Grisóstomo dice di voler essere sotterrato non nel campo santo, in quanto suicida. Noi non sappiamo se è suicida, sappiamo solo che è morto d’amore nel posto in cui ha visto per la prima volta Marcela (sotto un albero) che per lui è un luogo sacro. Dal punto di vista cattolico questo non funziona perché sotto un albero non puoi sotterrare una persona che va invece sotterrata in cimitero. Ambrosio, amico travestito da pastore, è colui che deve compiere la volontà di Grisóstomo. Ci sarà un sotterramento pubblico, i pastori vanno a questo evento e si aggiungono anche Quijote e Sancho. Appare Marcela che i pastori vedono in un modo o in un altro : ci sono diversi punti di vista della narrazione. Uno dei personaggi è già morto: Cervantes mischia amore e morte. Quijote chiede chi sia questo Grisóstomo e un pastore Pedro risponde che lui era un hidalgo ricco, studente a Salamanca, saggio. Era come Quijote : ha studiato e letto molto e dopo aver fatto ciò ha creduto che il mondo fosse un libro di cavalleria, esattamente come Quijote. Poi incontra Marcela, molto bella che produce ammirazione in tutti quelli che la guardano, che incarna la bellezza e tutti quella che la guardano si innamorano. Con questa prima novela intercalada, che è un caso amoroso, si discute del neoplatonismo: che può fare l’oggetto dell’amore di tutte le colpe che commette incoscientemente. Tutte le novelas intercaladas di Cervantes sono di tema amoroso. Pedro è incolto, parla male, Quijote lo corregge, una sua mania e commenta il modo di vedere le cose di Pedro. Alla fine del capitolo12: Pedro racconta la storia del Marcela, 14 anni, figlia di un ricco, ma è orfana, viene cresciuta dallo zio (parallelismo con Quijote che ha una nipote) che vuole che si sposi. Molto bella, tutti gli chiedono la mano, ma lei non voleva sposarsi. Si avverte che Marcela parla con discrezione: personaggio che pensa ed è capace di ingannare lo zio perché dice di non sentirsi pronta per il matrimonio. Il fatto che Marcela non si voglia sposare è una grandissima novità. (Con il personaggio di Marcela in qualche modo Cervantes riprende la Galatea. Galatea interrotta, Marcela continuo. C’è lo stesso tema dell’amore che arriva all’assassinio). Inizialmente, Marcela giustifica il suo volere dicendo che è troppo giovane (anche lo zio moderno è contro il matrimonio di interesse non voluto dai diretti interessati) poi si traveste da pastore ed esce al mondo. Quando esce, dice Pedro, gli uomini di tutte le classi sociali la ammirano, la vogliono sposare e uno di loro è defunto (Grisóstomo). Quindi, è un pericolo, nonostante sia simpatica e gentile, ma quando sente la parola matrimonio si sente offesa oltre che aggredita. Per Pedro è pericolosa perché la sua affabilità e bellezza attrae gli uomini, è un oggetto di desiderio, ma porta alla morte. Grisóstomo è studioso e anche poeta, vuole che sia la sua amata; quando canta crea la sua donna. Marcela lo rifiuta e questo è un aspetto estremamente moderno perché è una donna pensante che ha delle opinioni. Pedro descrive uno scenario di novelas pastorales, amanti che amano Marcela, ma lei li rifiuta producendo sofferenza e addirittura la morte. Il giorno seguente, incontrano Vivaldo, uomo italiano allegro, lettore, e parla con Quijote della tavola rotonda, Re Artù. .Questa interruzione in realtà ci offre delle informazioni perché Vivaldo si accorge che sta parlando con un pazzo che crede di essere un personaggio di un libro. Capitolo 13 : Arrivano al punto in cui si trova Grisóstomo. Ambrosio interviene davanti all’uomo morto e dice che questo corpo prima aveva un’anima e vuole accusare Marcela come colei che ha rubato la sua anima. La definisce una “miserable vida” quella di Grisóstomo, ma non ci dice mai se si è suicidato o se è stato ucciso: non conosciamo le dinamiche della morte. Dal discorso di Ambrosio si evince una serie di antitesi, tipiche della poesia lirica petrarchistica: lui l’ha amata, lei lo odiava, era un animale selvatico, un marmo senza anima. Tutto quello che è riuscito ad avere è stato la morte, quando tutto quello che voleva era amare e dare la vita per questa donna amata. (Dante con Beatrice o Petrarca che eternizzano le donne amate, Marcela non ha bisogno di essere eternizzata da nessun poeta). Capitolo 14 C’è la lettura della “cancion desesperada”. Appare poi Marcela come una meravigliosa visione, che provoca l’ammirazione di tutti per la sua bellezza. Ambrosio la insulta in modo aggressivo, chiedendole che viene a fare a questo evento. Lei interviene e risponde che non è venuta per le cose che ha supposto lui, ma per difendersi in funzione di avvocato di sé stessa, dice che non è una sua colpa se è morto Grisóstomo. Fa un ragionamento che richiama le teorie di Ficino perché, nella sua autodifesa, dice che come dicono loro, è stato il cielo a farla così bella tanto da dover essere inevitabilmente amata, ma non dipende da lei; pone il problema della corrispondenza in amore. Dichiara che sa che tutto ciò che è bello è amato (Ficino), ma non capisce la ragione per cui ciò che è amato (usa il neutro) debba ricambiare l’amore di chi lo ama. Per lo stesso principio secondo cui il bello è amabile, il brutto può essere odiato. Fa poi un’ipotesi del caso in cui fossero belli entrambi: non significa che gli amori si corrispondono solo perché entrambi sono belli, non tutti gli amori perseguitano gli stessi desideri. Il vero amore “ha de ser voluntario e no furzioso”: l’amore deve essere volontario, non forzato, libero (tema della gelosia e della libertà rispetto all’amore). Dice che la sua dote di bellezza non l’ha chiesta, ma è stato un dono. La donna è come fuoco e spada. Fa poi un discorso femminista sull’onore: è più importante l’onore e la virtù più che il corpo. Senza questi due elementi, non si può essere belli. L’onestà è bellezza e non può corrispondere tutti altrimenti non sarebbe onesta. Se perde l’onestà di conseguenza perde la bellezza. Alla fine, Marcela fa riferimento alla libertà : dice di essere nata libera e ha scelto di continuare ad essere libera nel momento in cui ha scelto di andare in campagna come pastore, nonostante per essere libera è in solitudine, la sua compagnia è la natura. Ha scelto la via contemplativa (anziché quella attiva) in cui è in comunione con la natura (questa scelta era tipica degli uomini, le donne dovevano semplicemente riprodursi e accudire i figli). Grisóstomo è un morto d’amore, è anti Orfeo, non può cantare le meraviglie, la sua poetica è inutile mentre quella di Orfeo serve per far resuscitare la passione di Euridice. Marcela con la sua passione è l’anti Euridice (il tema di Orfeo è importante perché nel 1605 si crea la prima versione musicata di Orfeo). Il problema è di coloro che si innamorano non dell’oggetto amato. Questa storia intercalada, ci anticipa altre storie d’amore. Dopo questa storia Quijote è infedele a Dulcinea, si invaghisce di un’altra ragazza e deve fare una penitenza d’amore. Comincia una fase del Quijote in cui si introducono 3 novelas intercaladas. Cervantes combina personaggi diversi in una locanda. Prima di arrivare a queste storie d’amore, succede che Quijote lotta con chi Vizcaino (basco). Ci dimostra che Cervantes aveva iniziato a scrivere in un certo modo e la divisione in capitoli è posteriore. Esistono 2 tipi di amore (Scheda di Ficino). 1) Amore semplice : quando l’amato non ama l’amante. Dato che l’amato non corrisponde, l’amante è morto (d’amore), come Grisóstomo e Marcela. Ficino crede non sia possibile la reincarnazione del morto. Siamo vivi quando amiamo, se non amiamo siamo morti. L’amante è morto completamente, non si reincarna, non resuscita. Può resuscitare solo se si indigna. L’amato (che non corrisponde l’amante) = omicida, ladro, commette un sacrilegio, è infame. Amandosi gli amanti si scambiano le anime. Per questo l’amore va corrisposto, l’amato è quasi obbligato a ricambiare, è forzato, non è libero. Marcela invece scegli la libertà La somiglianza determina l’amore, i simili si attraggono. Nel Simposio di Platone si racconta che l’uomo era perfetto, si viveva in pace perché gli uomini erano androgini (uomo + donna). Dalla felicità, non sentivano la necessità di pregare gli dei, Zeus si infuria e divide i loro corpi in uomini e donne. I corpi a metà cercavano la loro altra metà da cui erano stati separati. Si crea così l’amore tra uomo e donne. Questa idea della ricongiunzione della propria metà deriva da questo racconto platonico. 2) Amore reciproco Divisone libro Prima Parte : capitolo 1-8 Seconda Parte : capitolo 9-14 Terza Parte : capitolo 15-27 Quarta Parte : capitolo 28-58 Capitolo 15 : Incontro sfortunato con i gallegos in viaggio con delle cavalle ben nutrite e belle, episodio che termina con le botte. Il protagonista è il cavallo Rocinante che sente con l’olfatto le altre cavalle e vuole essere corrisposto da loro (parallelismo molto più basso e divertente con l’episodio di Marcela) ma le cavalle non lo corrispondono. Rocinante parla con sé stesso in un modo pseudo arcaico perché pronuncia f al posto di h. Rocinante va piano perché mangia poco, è debole. Si avvicina a loro, ma loro hanno più voglia di mangiare che dargli attenzione così lo ricevono con herraduras y dientes: le cavalle si difendono con le zampe e con i denti. Gli si rompono le cinghie, tradizionale orientale, composto entro la tradicción cuantísitca oriental ( El conte Lucanor). Entra questa tradizione folklorica che si nota nel libro dal personaggio di Sancho che si converte nel personaggio della mujer engañada (riferimento a Le mille e una notte). Si tratta della donna del cuento de nuca acabar. La trasformazione di Sancho coincide con l’entrata in scena della materia folklorica. Don Quijote gli dice che lui non sa raccontare, Sancho si fa la pipi addosso dalla paura e Don Quijote si accorge e si mette ad imitarlo facendolo offendere (questo succede nel capitolo 19). Al sorgere del sole si rendono conto che il rumore spaventato è quello delle mazze per conciare le pelli. La paura si trasforma in una risata e Don Quijote diventa molto violento nei confronti di Sancho dicendogli che avrebbe dovuto occuparsi di sapere cosa fosse il rumore. Stabilisce in questo modo una distinzione perché Sancho sta via via acquisendo sempre più autonomia. Alla fine del capitolo gli dice di stare più zitto perché quello che fa lui non c’è nei libri di cavalleria e allora Sancho gli chiede qual è il salario di uno scudiero. Don Quijote non è tonto e gli menziona un testamento in cui si parla dell’argomento ma questo testamento si trova a casa sua (è il modo per tenersi legato Sancho). Il gioco del denaro entra nel libro ma era qualcosa che nei libri di cavalleria non esisteva. Era per questo che le persone si identificavano con questi libri leggendoli con piacere. Capitolo 21 (collegato al Capitolo 45 ) Viene qui raccontata un’avventura che finisce bene. Don Quijote conquista il yelmo de Mambino, già citato nell’Orlando Innamorato. Per Don Quijote si tratta dell’elmo di Mambino mentre per Sancho è solamente una bacinella. Parlando tra sé e sé Sancho pone un prezzo a questa bacinella perché è nuova. Viene introdotto anche il discorso del linaje. Capitolo 22 Vi è un’avventura interessante perché si parla della Libertà. Don Quijote interpreta in modo infantile e basico un tema della cavalleria. Il cavaliere ha il compito di difendere i deboli e gli schiavi. Incontra 12 prigionieri incatenati e Sancho gli spiega che sono persone detenute per volere del re che andranno in galera. Alla parola forzada Don Quijote si allarma e Sancho gliela spiega, non è più il contadino che era. Anche la guarda gli spiega la stessa cosa ma lui vuole sapere i delitti commessi e le cause delle loro disgrazie. Un prigioniero interpreta quello che gli è successo a modo proprio e Don Quijote non capisce. Qua conosce Pasamonte (non sappiamo chi è, ci sono diverse interpretazioni). che è un picaro. Don Quijote li libera e chiede loro di andare da Dulcinea ma loro gli menano scoprendosi per quello che sono. La sierra morena (posto tipico di briganti. Chi tornava dall’America ci passava perché sbarcava a Sevilla) è un punto in cui Quijote si ritira. Tra la Sierra morena e la venta (locanda) c’è un nudo di storia che fa cambiare il carattere di Quijote rispetto a quello che è stato fin ora. Sembra che in sierra morena Cervantes ambienti 4 novelas entercaladas, che dividendo in capitoli e parti (divisione non premeditata), cambiano le disposizione della storia. La prima novela intercalada è quella degli amori tra Don Fernando e Dorotea e Cardeño e Lucinda (novela sentimentale, ci sono molte lettere) La seconda presenta la storia del curioso impertinente (omaggio a Ariosto, novella italiana, novella tragica – importante per un autore come Shakespeare.Quando nel 1613 Cervantes pubblica novelas ejemplares dice che è il primo a farlo in Spagna che si specializza in tema amoroso e tragico come nel caso del curioso impertinente) La terza presenta la storia del cautivo (introduce il tema del moro. Cautivo : cristiano spagnolo, liberato da una mora. Novela morisca che ha come protagonista un moro. La prima novela morisca è la Diana di monte Montemayor . Viene fatto un ritratto autobiografico perché Cervantes racconta la propria esperienza sotto forma di letteratura) La quarta presenta la storia di Marcela (novela postorale) terminata con la morte dell’innamorato. Si uniscono queste tre forme narrative e Quijote e Sancho sono semplicemente spettatori di ciò che sta succedendo proprio come noi lettori. Las novelas intercaladas sono storie amorose che si distaccano dalla storia di Quijote e Sancho. Ognuna ha uno sviluppo distinto e non sono raccontate di seguito, ma sono interrotte. Iniziano nel capitolo 23 e finiscono nel capitolo 26 e nel mezzo succede di tutto. È una storia sentimentale: 4 personaggi in diversi momenti raccontati da voci diverse (dei personaggi coinvolti). Poi entrano due viaggiatori che raccontano la storia del Cautivo. Questo è possibile perché è una novela di viaggio e di viaggiatori. La storia di Marcela invece è a parte. Capitolo 23 Si tratta della Prima Novela Intercalada che si presenta sotto forma di commedia. Cardenio è un  loco (matto), una versione speculare di Quijote perché è diventato matto per amore(Quijote non è matto per amore, ma per la lettura e la fantasia). Questo personaggio serve a Cervantes per vedere fino a che punto è pazzo di amore paragonato all’Orlando di Ariosto.  Quijote e Sancho entrano nella Cierra morena e Sancho vuole mangiare. Sono molto contenti perché Quijote pensa che sia il luogo ideale per incontrare avventure. Incontrano una sagoma/ bozzo e scoprono che è una valigia putrefatta che sta li da molto tempo. La aprono e trovano camicie bianche di lino, denaro  (gruzzolo di scudi d’oro in un panno),  un libro di memorie  (agendina)e un cuscino. Quijote lascia a Sancho i soldi e si tiene il libricino. Nel libro trovano un sonetto seguito da un Poi intermezzo. Immediatamente, Quijote immagina che scriverà una lettera in versi a Dulcinea. Incontrano poi una lettera in prosa e Sancho distingue lettera missiva e lettera d’amore (ma Sancho non dovrebbe riuscire a distinguere queste lettere). In questo modo ha introdotto il tema della lettera, legato al tema della novela sentimental (I).  *Ultima novela sentimental: Proceso de carta de amor, pubblicata a Venezia, autore anonimo. Le lettere classiche sono quelle di Ovidio: lettere di amore, di disperazione e con la stampa le lettere diventano una forma letteraria accessibile. La  lettera: ci informa della storia di Cardenio e Luscinda. Questa lettera è la prima informazione che riceviamo della loro storia. Una lettera senza destinatario, senza data, completamente letteraria, con un tono retorico della novela di cavalleria. Capiamo solo che c’è un uomo sventurato al quale una donna ha fatto una falsa promessa. Per questo è fuggito e ci dice che si trova in questa  sierra. Lui si era innamorato di questa donna in maniera ideale, ma le azioni e il comportamento di lei hanno distrutto queste sue costruzioni ideali  (stesso tono di Grisostomo = amante disperato).  Quijote dice che attraverso questa lettera non si capisce di chi si sta parlando, chi ha scritto la lettera, ma vedono, mentre leggono la lettera, che in cima alla montagna sta saltando di sasso in sasso un uomo con estrema leggerezza. A Quijote gli sembra fosse nudo, con la barba nera e folta (sta lì da parecchio tempo), i capelli lunghi e folti, a piedi scalzi e con dei calzoncini di velluto giallo ocra (colore della gelosia)fino al ginocchio e con il resto della gamba nuda. Quijote lo vede rapidamente, ma nonostante questo nota tutti questi dettagli in quanti lo ha fotografato mentalmente. Lo vorrebbe seguire, ma Rocinante non è in grado di correre, infatti cammina lentamente e con fiacca (la sua andatura rispecchia il suo animo).  Sentono un fischio, arriva un pastore al quale chiedono chi fosse quell’uomo (Cardeno). Sancho non vuole seguirlo, vuole solo salvaguardare i suoi soldi. Il pastore ci riporta al mondo di Marcela e Grisostomo. Il pastore racconta che questa figura che è passata è un pazzo che alterna la collera (pericoloso e violento) alla tranquillità (come Q.). Dice che 6 mesi prima è arrivato questo uomo con la valigia che avevano trovato e che non avevano toccato (Sancho mente perché in realtà ha rubato i soldi). Quando è arrivato ha chiesto ai pastori quale fosse il punto più lontano e appartato, i pastori glielo indicano e lui va. Un giorno picchia delle persone che lo lasciano stare. Il pastore parla di una penitenza che deve affrontare il pazzo (parallelismo con Amadís de Gaula). Il pastore continua a descriverlo come un pazzo totale  (è un Orlando innamorato, pazzo d’amore). Questo dualismo dell’uomo (tranquillità vs. pazzia) incanta Quijote che lo va a cercare e lo incontra. Prima però il pastore parla anche di un certo Fernando. Alla fine del capitolo si incontrano Quijote  (pazzo di libri)e Cardeno (pazzo d’amore) vestito come ce lo aveva descritto prima. L’uomo si avvicina con una voce rauca  (pazzia), ma con molta cortesia  (calma). Quijote ricambia il saluto, scende dal cavallo e va ad abbracciare l’uomo come se lo conoscesse da un sacco di tempo: lo conosce perché è il suo doppio, il suo riflesso e infatti dice che si guardano cercando di riconoscersi.  Quijote roto de la triste figura; Cardenio roto de la mala figura .  Capitolo 24 Cardenio inizia a raccontare la sua storia e si tratta di un racconto autobiografico  (come sarà quello del Cautivo). Ad un certo punto la sua storia si interrompe e riprende nel  capitolo 27e nel 28e incontriamo la voce di Dorotea che racconta invece la sua versione. L’interruzione della storia infastidisce Quijote.  Cardenio inizia a raccontarsi mentre cominciano a mangiare. Dice come si chiama, che è cristiano viejo e che si è innamorato di una sua vicina Lucinda. Sembra un amore impossibile perché il padre di lei non vuole che si sposino. Il suo peccato è che è  codardo.  Si compara a Piramo e  Tisbe perché loro si scrivevano bigliettini  (infatti le lettere di questa narrazione sono fondamentali). Cardenio osa chiedere la mano di Luscinda dopo averle scritto molte lettere, ma quando arriva a casa sua vede che il padre ha ricevuto una lettera del duca Riccardo che lo prende al suo servizio. Cardenio obbedisce e non osa farle la proposta. Lo dice a Luscinda, ma le dice anche che tornerà e si sposeranno. Arrivato a casa del duca conosce Fernando (una specie di don Giovanni, nobile, potente, capriccioso, frivolo, gallardo) che seduce una contadina benestante, la conquista e le promette di sposarsi(tema del matrimonio segreto). Una volta che ha goduto di lei, propone a Cardenio di tornare a casa sua dimenticandosi di questa donna. Non gli sembra giusto e vuole raccontarlo al duca ma non lo fa. Tornano a casa di Cardenio, il quale è contento pensando di rivedere Luscinda. Racconta della sua Luscinda a Don Fernando e parlando così bene di lei, Fernando si incuriosisce di lei e si accende in lui un desiderio e una passione. Lo porta a far vedere Luscinda una notte, attraverso una finestrella segreta che usavano per parlarsi. La vede in veste notturna, alla luce di una candela e Fernando si innamora alla vista di questa ragazza.  tema di 2 amici e 1 amata :questo tema lo riprende nel Curioso impertinente. Non bisogna fidarci degli amici in questi casi come dice Ovidio nell’Ars Amandi.  Cardenio comincia ad essere geloso anche perché socialmente è inferiore a Don Fernando. Il racconto viene interrotto perché Cardenio dice che Lucinda legge  l’Amadís de Gaula e Quijote appena sente questo titolo, lo interrompe  (nonostante Cardenio avesse detto di non essere interrotto durante il racconto della sua storia). Quijote dice che crede che sia una donna meravigliosa perché legge questo tipo di libro. Così si mettono a discutere di libri di cavalleria e si scopre che anche Cardenio era un gran lettore dei libri di cavalleria. In questo modo Cervantes interrompe la narrazione del racconto di Cardenio che poco dopo diventa matto perché si mettono a discutere di un argomento che tra l’altro non esiste nel libro dell’Amadís. Cardenio diventa violento e comincia a picchiare Quijote che non può permettere a nessuno che si insulti una regina creare un mondo di viaggiatori e questo serve anche nella Galatea e nelle novelle esemplari. Ci sono sempre vite incrociate e amori impossibili e si fa un ritratto del genere umano e delle sue passioni. I personaggi non sono archetipici. Non c’è dicotomia, c’è una gamma di colori e di sfumature. Il personaggio di Don Quijote non viene idealizzato, ha per tanto anche lui tantissimi difetti. Questo farà nascere la Novela moderna di cui Cervantes è considerato il padre (in italiano parliamo del romanzo). Dopo Cervantes c’è un vuoto, non c’è nessuno equivalente. Era difficile scrivere qualcosa simile o paragonabile al Quijote. Prima di arrivare a Galdós bisogna vedere la nostra idea di novella che è quella realista francese del secolo 19 in prosa che la gente considera letteratura. Se siamo arrivati a considerare questo letteratura è perché si converte nell’espressione della borghesia, una classe in ascesa. E questo è stato possibile con Cervantes perché è riuscito a creare un mondo completamente verosimile. È un mondo che, se gli dovessimo applicare il criterio aristotelico, racconta le cose come veramente sono successe. Con Cervantes si rende indipendente la storia reale da quella fittizia. Ripresa del Capitolo 28 Siamo rimasti nel momento in cui Dorotea prende il posto del prete travestito. Vengono citati (pag. 392) los grandes de España , uomini ricchi e nobili di famiglia da generazioni. Don Fernando stesso non è un nobile qualsiasi, è di un grado più alto, un piccolo Don Giovanni, un suo antecedente perché seduce Dorotea e poi la abbandona esattamente come don Juan. L’inganno è presente e se Dorotea non fosse discreta sarebbe una vittima. Dorotea si dichiara ‘figlia di lavoratori’ e fa una descrizione dei beni che hanno i suoi genitori per farci capire che ha dei genitori che le vogliono molto bene. Cuce, fa ricami e suona l’arpa. È una persona moderata e felice. Cardenio si renderà conto che ha davanti la donna che è stata violata da don Fernando. I genitori di Dorotea non la obbligano a sposarsi, la lasciano in libertà ma questa libertà le viene tolta da don Fernando. Racconta poi la scene della perdita della honra (perdita dell’onore, ovvero lo stupro ad opera di don Fernando); le porte erano tutte chiuse e questo è un tema molto forte in Cervantes perché sottolinea il fatto che non c’è porta che possa interrompere il corso dell’amore. Lei è chiusa in casa con la donzella, i genitori l’hanno chiusa e lei no sa come don Fernando è riuscito a entrare. Lei rimane cieca e muta davanti alla violenza inflitta. Lei rimane cosi scioccata che non riesce ad urlare e non crede che lui l’avrebbe lasciata urlare. Lei insiste che non si è potuta difendere perché era turbata. Lui comincia a raccontare menzogne, le promette la mano, sospira e piange per convincerla. Lei era figlia unica, era “pobrecilla” come dice e crede a tutto quello che lui le dice. Lei recupera il senno e riesce a parlare a lui e gli fa un ragionamento facendogli capire che è la sua vassalla ma non sua schiava (sono due cose diverse) “Il tuo sangue purissimo non ha la forza di togliermi onestà” : il suo onore vale tanto quello di un nobile di Spagna. È un discorso di uguaglianza democratica. E grazie a queste parole riesce a far pronunciare a lui il giuramento di matrimonio : Questo è il matrimonio perfetto. Lui la chiama bellissima Dorotea commettendo un errore. Quando Cardenio sente che si chiama Dorotea rimane stupito. Lei parla tra sé e sé dicendo che non sarà di certo la prima a cambiare stato sociale e lui non sarà il primo accecato dalla bellezza di una villana. Vuole cogliere l’opportunità della promessa di lui per non perdere l’onore e sa che la passione di lui non gli durerà dopo averla posseduta e quindi gli fa promettere prima per essere sua sposa. Sa che se lo caccerà lui userà la forza e sa benissimo che rimarrà disonorata e non sarà discolpata della colpa di avere questo uomo in camera sua. Chi le crederà? Andando a cercare il suo “amato” sarà come Rosaura della Vida es sueño. Non è arrivata alla violenza vera e propria e alla fine la giustizia poetica vorrà che don Fernando se la sposi per forza, esattamente come Cardenio recupererà Luscinda. Da queste narrazioni ci viene fuori un ritratto negativo di Fernando e positivo di Dorotea, che Cardenio è un pazzo per amore, meglio ancora per debolezza. Quest ultimo si sente inferiore a Fernando socialmente mentre Dorotea non si sente inferiore e considera un suo diritto quello di cercare suo marito (personaggio moderno). Dorotea trasforma il ruolo tipico della donzella di Le mille e una notte ; la donna ingannatrice è un topico e lei anche lo è ma lo fa per salvare il suo onore (calcolatrice astuta e lo obbliga a sposarla). Non è esattamente amore quello che prova Dorotea (le piace essere amata) mentre Luscinda è veramente innamorata di Cardenio. Si riprende la lettura della lettera di Luscinda in cui dice che si sposa per obbedire. Capitolo 29 La seconda parte del Quijote si sviluppa con nobili che hanno letto il Quijote, ci saranno molti inganni. Si parla anche della schiavitù che è un tema molto importante della letteratura ma è un tema tabù come quello della pedofilia. Capitolo 30 Torniamo a Don Quijote che va da Sancho a chiedergli che fine abbia fatto la lettera che ha spedito a Dulcinea. Ma la lettera non esiste, Sancho non ha mai visto Dulcinea e inizia a mentire a don Quijote. Qui si inizia a complicare questa relazione ma Sancho ormai lo conosce e sa come ingannarlo, non è più un semplice scudiero. Capitolo 31 Incontrano Andres della prima avventura, l’atto che don considerava un’ingiustizia è stato un disastro. Sono tutti nella locanda. . Sappiamo che don Fernando ha provato a uccidere Luscinda, c’è tutta una complicazione della storia al ritorno alla venta. Si incontra una valigia dove trovano un’altra novella (raccontanta nel capitolo 33-35) .Tutti i personaggi sono legati alla lettura, quando appare questo libro tutti vogliono leggere quello che c’è scritto dentro : la Storia del Curioso Impertinente : viene dall’Orlando furioso e la questione è mettere alla prova l’amore. Anselmo vuole mettere alla prova il suo migliore amico e la sua donna, è l’esempio dell’amore proprio esagerato. Crede che gli altri debbano amarlo in modo totalizzante, la sua donna lo ama e Lotario è il suo miglior amico ma questo non gli basta, vuole che glielo provino definitivamente e sfida la sorte. Il fatto di pretendere che l’altro ti ami al punto tale che si annulli. Anselmo è un insoddisfatto, non gli basta mai, vuole sempre di più, più amore e più amicizia, non ha limite, pretende sempre di più e spezza la corda che non si può più ricomporre. Per Cervantes l’amore deve essere libero e gratuito. Non si può obbligare nessuno ad amare, Anselmo ha preteso troppo. Alla fine con estrema giustizia poetica i due fanno accendere una passion proprio perché le circostanze li hanno aiutati (lui li lasciava fuori nascondendosi dietro la porta). Loro hanno capito e in un certo senso si sentono come vittime di un esperimento. Lui vuole che il suo amico tenti di sedurre la moglie. Li costringe con il risultato non sperato. Ci sarà anche una serva e questa prova di amore non avverrà. Muoiono tutti, lei va in convento, un disastro. Tre vite rovinate per l’impertinenza di avere una prova tangibile di questo amore. Questa storia è molto autobiografica . Entra poi nella venta (capitoli successivi, 38) uno spagnolo con una mora che vuole battezzarsi. È una mora che vede un prigioniero spagnolo (Cautivo) e lo vuole salvare per scappare con lui. Lei ha avuto una serva cristiana e lei anche vuole convertirsi. Lui vedrà solo la mano di lei. Non è solo una questione di amore, lei vuole convertirsi. Non si é innamorata per la vista, ha considerato che lui sia la persona ideale, ma lei ha un padre che la ama tantissimo. Il padre, quando sa che lei vuole convertirsi la maledice, e poi si sentirà veramente abbandonato dalla figlia. Lei ora però ha un altro padre che è il signore Dio, essendo diventata cristiana. Lei verrà battezzata, arriverà un’altra coppia, di cui l’uomo è il fratello dello spagnolo incarcerato : tutte le vite si incrociano. * Il tema dei mori è molto frequente nel Quijote specialmente nella Seconda parte dove c’è un morisco, un vicino di Sancho che torna a recuperare i soldi che aveva nascosto con l’espulsione dei Moriscos. È un fatto storico realmente accaduto e fu molto sanguinoso, tutti quelli che appaiono riescono a trovarsi in un certo modo. È il tema dei conversi . Ed è interessante vedere questo mediterraneo pieno di gente diversa che è costretta anche a cambiare identità. Le coppie sono ricomposte. Intanto don Quijote ha avuto un po’ di tentennamento per la donzella travestita. Ci saranno una serie di avventure prima di tornare a casa. Avremmo una discussione molto teorica su cosa sono i libri di cavalleria, quale è l’ideale, come si scrive. Quando scriverà la seconda parte 10 anni dopo le cose saranno diverse : sarà più barocca e meno rinascimentale. Capitolo Dulcinea Si tratta di una ragazza che lui ha visto poche volte. La sua lettera non sarà mai ricevuta da Dulcinea perché Sancho non è mai arrivato ad incontrare Dulcinea. Ma nella seconda parte del libro ingannerà Quijote dicendogli che l’aveva incontrata. Dulcinea non appare mai, vi è solo una descrizione onirica. Alla fine, si presenta a Don Quijote come una gitana, una serva, ma non è Dulcinea anche se Sancho dice che lo è. Fino al capitolo 46 sono dentro la locanda di Palomete. Si parla dei libri di cavalleria. Tutti quelli che ci sono, sono gran lettori e capiscono che Quijote è matto perché sanno e conoscono i libri di cavalleria. Discutono sulla pazzia di Quijote, episodio interessante perché leggono a voce alta: tutti possono conoscere i libri, anche i mietitori di campagna che ascoltano le storie. Il ventero ha 3 libri. Nella venta incontriamo un eco di quello che era stato lo scrutinio del capitolo 6, molto più ridotto. Si mettono a parlare di libri e nel frattempo leggono la novela intercalada del curioso impertinente che si trova nel canto 43 dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto : novelas ejemplares , dice di essere il primo a scriverle in Spagna. Iniziano con il curioso impertinente. Il sacerdote la legge a voce alta. La tesi centrale del curioso impertinente è che se uno vuole l’impossibile all’altro, distrugge il possibile. Non si può chiedere di più di quello che si può dare. Questo tema si incontra anche nel celoso estremeno. Mentre leggono Quijote si sveglia e immagina che sono immensi giganti, tira fuori la spada e rompe la pelle di animale che contiene il vino e le bottiglie stesse essendo convinto che il vino sia sangue. Rompendo le bottiglie rompe anche quella dimensione di fantasia che si era creata tra gli uomini che stavano leggendo. La storia principale è stata interrotta per la storia di Dorotea, interrotta dalla lettura del curioso impertinente, interrotto dall’intervento del Quijote Questo è il passaggio più complesso dell’opera e non si capisce quale sia la situazione principale. Anselmo (curioso impertinente) come Quijote vede il mondo come nella sua immaginazione e entrambi per questo moriranno (giustizia poetica). Capitolo 35 C’è il riconoscimento di coppie. Arrivano 4 uomini a cavallo con una donna. Cardenio riconosce la voce di Luscinda. Nel momento in cui si riconoscono (o per la vista o per la voce) si crea ammirazione. Il curioso impertinente si riceve un castigo. Don fernando ha violentato Luscinda, ma non è esattamente una violenza perché è preceduta da un matrimonio. Capitolo 37 Entra una nuova coppia: il Cautivo e Sor Aura. Capitolo 38 Discutono riguardo le armi e le lettere. Stanno cenando tutti tranne Quijote che è preoccupato perché Sancho gli ha rivelato che coloro che ha ucciso non erano giganti. Il cautivo chiede silenzio e comincia a raccontare la sua storia : racconto autobiografico e novela ejemplar. Questa storia intercalada diventa una cronaca. C’erano i corsari che rapivano la gente e bisognava pagare il riscatto. Cervantes viene riscattato e racconta un fatto storico concreto parlando di sé stesso. Parla di Don Giovanni D’Austria che stava a Lepanto con i veneziani, con il papa, ecc (rapporto tra storia del cautivo, bassa nobiltà, e storia di Don Fernando, alta nobiltà) . La liberazione del Cautivo
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