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riassunti lezioni 2021 sarmati letteratura spagnola, Appunti di Letteratura Spagnola

riassunti lezioni 2021 sarmati letteratura spagnola

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 05/01/2022

andrea1256
andrea1256 🇮🇹

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Scarica riassunti lezioni 2021 sarmati letteratura spagnola e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Lezione Sarmati Lezione 14 ottobre Narrativa spagnola del dopoguerra. Sarmati: libro desde el umbral Luigi contadini articolo Articolo Sarmati Narrativa spagnole del postguerra. Dopoguerra va da 1945 in Europa. Mentre il dopoguerra spagnolo è il dopoguerra civile. Dopo la guerra civile. Non visse la spagna il dopoguerra perché non partecipò alla Seconda guerra mondiale. Questa mossa strategica di Franco gli consentì di impiantare regime dittatoriale che durerà 40 anni. Si tratta di 40 anni dal 1 aprile 1939 al 20 novembre del 1975. Terminò 20 novembre 1975 in modo incruento. Non fu la resistenza spagnola un'interruzione cruenta del regime. Ma il regime termina con la morte di Franco. Dopo di lui sale al governo il principe Juan Carlos che sarà dallo stesso Franco scelto come suo successore. Quando parliamo di dopoguerra civile intendiamo più o meno dieci anni dal 1939 fino alle soglie degli anni 50. In realtà i romanzi poi sforano questa data. Romanzi: Cela: la famiglia di Pasqual Duarte 1942 Carmen Laforet: Nada 1944 Carmen Martin Gaite, "Attraverso le tendine" 1957 (ma fotografa realtà anteriore, la provincia spagnola tra anni 40 e anni 50). Narrativa e teatro hanno vincolo di avere come referente la realtà quindi sono più vincolati dalla censura. Luis Martin Santos, Tempo di silenzio 1961 Negli anni 60 il rapporto tra Spagna e Europa era di maggiore osmosi, nel 65 la Spagna entra nell’ONU. Questo ultimo romanzo non è più del dopoguerra ma è utile leggerlo perché nella letteratura spagnola ha collocazione iconica che ha Ulisse di Joyce per la complessità con cui viene formulato il suo messaggio. Il riferimento con la contingenza di quella storia del franchismo è comunque stringente, ma il romanzo si inserisce in una corrente più sperimentale. In quanto tale molto aperta ai classici europei, a Joyce. Il flusso di coscienza impiegato nell’Ulisse ha un corrispettivo in questo romanzo. Premessa storica. In programma: Il Franchismo di Giuliana de Febo. Carocci. Non espone solo dei fatti ma entra nel vivo delle scelte ideologiche e della storia delle idee del Novecento. Lettura obbligatoria. Suggerimento: La guerra civile spagnola di Henry Brown. Anche Paul Preston. Volume del mulino rispetto a quello della Carocci parla della guerra civile ma torna un po’ indietro per indicarne quelle che ne furono le cause. La guerra civile per antonomasia era quella spagnola, detta anche la guerra di Spagna. In queste definizione c'è la portata tragica che scosse le coscienze spagnole e che scosse le coscienze europee. Forse nell’accostarsi a questo momento storico l'Europa ha fatto forzature. Guerra civile è come una premessa, come se in Spagna si fosse giocato tra 1936 al 1939 un saggio di quello che succederà in Europa dal 39 in avanti. L'Europa quindi guardava alla Spagna con trepidazione. Orwell parlando della guerra civile spagnola dirà che in Spagna in quegli anni ci furono le premesse di tutti i fascismi. Orwell risiedette a Barcellona. La sua descrizione della Spagna è quella della resistenza repubblicana. Lui era un liberale. Omaggio a Catalogna fu pubblicata nel 38 e uscì in italiano negli Oscar Mondadori nel 1948. L’editoria italiana e l’ispanismo italiano quando nacque nacque come forma di accoglienza, di comprensione, di supporto ideologico al dramma in cui la Spagna si trovò dilaniata. Questa di Omaggio alla Catalogna tradotta in italiana fu la prima traduzione di quegli anni in Europa. Lezione 15 ottobre Le cause che portarono la Spagna a metà degli anni 30 a vedersi dilaniata dalla guerra civile. L’Europa riteneva che guerra civile avesse inaugurato i fascismi europei, l’Europa ha visto alla Spagna come anticamera di proprie problematiche. Prospettiva ispanocentrica invece vede cause della guerra risalire ad un secolo prima. Gli Spagnoli videro questo conflitto come il più cruento di una serie. Paul Preston, le cause della guerra civile risalgono agli anni 30 dell’800. Fernando VII nello scegliere successore ha due possibilità: o contravvenire a legge salica nominando figlia femmina, o passare il regno al fratello Carlos. Lui sceglie Isabella 2, ma questo scatena guerre carliste alimentate da sostenitore di Carlo di Borbone. | carlisti nelle zone rurali del nord della spagna andavano contro monarchia parlamentale di Isabella 2. Si trattò di scontri localizzati nelle regioni del nord ma per tutto l’800 mantennero il paese in un clima di ostilità. Ma determinarono uno di quelli elementi cruciale: permanenza di esercito in scelte politiche delle istituzioni. Questa divisione della Spagna in due mentalità: una conservatrice, fortemente clericale, antirepubblicana e dall’altra parte una spinta progressista sostenuta dalla borghesia promotrice di cambio istituzionale. Questa spaccatura verrà definita las dos Espanas e letterariamente il tema viene definito cainismo. Questa definizione poi deflagrerà in una vera e propria guerra. Preston dice che in questo scontro si opposero regionalisti contro centralisti, contadini contro latifondisti, operai contro industriali, anticlericali contro cattolici. Alla fine degli anni 30 il paese era scosso da scioperi, dimostrazioni, intolleranza anticlericale, Alfonso XIII re di Spagna si sospende e con elezioni municipali si chiede alla popolazione di esprimersi a favore di monarchia o di repubblica. La coscienza repubblicana hanno la meglio volendo far progredire il paese verso modernità, si trattò della 2 repubblica, perché nel 1874 già si tentò di risolvere con un cambio istituzionale difficoltà di ordine economico, riforma agraria difficile in Spagna preindustriale eccetto per Catalogna e Paesi Baschi. Ma il cambio istituzionale non risolve il problema. | regionalisti si contrapponevano ai nazionalisti per diventare autonomi. Problema cantonale: volontà di alcune comunità storiche (Catalogna e Paesi Baschi) come regioni più ricche premevano per autonomia e criticavano latifondismo improduttivo. Le regioni limitrofe chiedevano autonomia dal governo centrale. Sempre maggiore presenza dell’esercito nelle istituzioni e della Chiesa oscurantista e conservatrice esarcebarono la situazione. il 14 aprile del 1931 dopo elezioni municipali per la repubblica la Spagna trovò nella Chiesa i suoi principali antagonisti. La pastorale del cardinal Segura contro elezioni che venivano disconosciute. La storia della repubblica spagnola fu storia esaltante ma tormentata. Nel giro di 5 anni e mezzo fino al 1396 (fine repubblica) si susseguono tre governi. Nel primo governano le forze repubblicane e liberali che formano coalizione: biennio socialista. Furono due anni di tentativi di affrontare questioni economiche: la riforma agraria stabilì parcellizzazione del latifondo e possibilità dei mezzadri di entrarne in proprietà, nel 1931 viene applicata la costituzione repubblicana a cui ancora oggi si guarda con ammirazione per modernità del testo. i grandi latifondisti si trovarono sottratta un'immensa estensione di proprietà. La riforma agraria destabilizzò e infuocò e radicalizzò il clima sociale. Per la prima volta si optò per il suffragio universale ammettendo le donne. La spagna cercava di recuperare arretratezza culturale ed economica che si trascinava da secoli. La bontà di queste decisioni e l'assoluta condivisibilità di queste scelte si scontrò con paese non preparato ancora. Il biennio socialista ebbe come avversario la chiesa: ridusse sovvenzioni di fondi, sciolse congregazioni religiose, tolse territori alla chiesa, promosse educazione laica, impone di togliere i crocifissi nelle scuole. La aveva già concluso nel 38 (piena guerra civile) il primo poemario, Pisando la dudosa luz del dia. È un verso che cita dal Polifemo di Luis de Gongora. Questa raccolta ha come sottotitolo poema de un adolescente cruel, è una raccolta di poesie scritte dopo morte di sua giovanissima fidanzata che muore a Madrid sotto bombardamento. Queste poesie sono amare. Dal punto di vista della poetica Camilo si rifà ai modelli barocchi (Gongora) che erano stati ripresi anche dalla generazione del 27. È una poesia quella di Cela in sintonia con la poesia dei giovani del 27 di taglio surrealista (anche di poesia di Neruda). Cela continua a scrivere poesia, ma prevalentemente narratore. La storia editoriale de La familia di Pascual Duarte è complessa. La prima edizione è presso casa editrice Aldecoa, mentre era stata rifiutata in precedenza da tre editori per carattere di trasgressione, di rottura, di innovazione. Viene pubblicata nel 42 con Aldecoa e ha subito un grandissimo successo. Già una seconda edizione compare nel 43. Questa seconda edizione però non passerà indenne nelle maglie della censura perché verrà proibita e censurata perché considerata opera immorale. La terza edizione viene pubblicata nel 45 in Argentina dalla casa editrice Emese. Molta della produzione spagnola che non esce in Spagna per motivi di censura trova pubblicazione nel Sud America. La quarta edizione del 46 viene invece nuovamente autorizzata. Questa ultima edizione aggiunge un prologo di un critico spagnolo di nome Gregorio Maragnon che taciterà tutti i detrattori di questa opera dicendo che Pascual Duarte è eroe degno di tragedia greca. Questa ultima edizione esce con casa editrice Destino. Pascual Duarte inizia tradizione del tremendismo: Pascual Duarte, come eroe greco, ha vicenda radicalmente umana con ritmo della verità che sconvolge i perbenismo. La lettura di Pascual Duarte come rivisitazione di un mito sarà ripreso anche da critica più recente. Leggere Duarte come decontestualizzato da dimensione storica è filone di ermeneutica relativa a questo romanzo. Secondo una critica il Pascual Duarte è riscrittura del mito di Oreste e del matricidio mitico presente nella tragedia di Euripide. Attività censoria di questi anni. Scrittura molto condizionata dal controllo della censura. La storia editoriale della famiglia di Pascual Duarte vede censura per immoralità. Il secondo romanzo di Cela si intitola La colmena (L’alveare), forse è il romanzo più famoso di questo scrittore. Anche la colmena sarà censurata anche questa come opera immorale. La letteratura del dopoguerra letta dall’oggi ci rivela molte più cose di quando la leggevamo negli anni 70. La critica su questo romanzo è cambiata molto in questi anni. Uno studioso di oggi ha la possibilità di avere dal punto di vista storiografico una documentazione molto più accurata rispetto a storico di anni 70. Questo è importane per Camilo Josè Cela. Vicende biografiche hanno oscurato questa figura di Cela: era una figura di intellettuale molto pubblica, nel senso che amava cavalcare le scene. Cela lavorò come censore attivamente come censore dal 41 al 45. Puertolas scrive che per le mani di Cela passavano 250 pubblicazioni tra riviste e bollettini. Inoltre Cela non solo appoggiò le insurrezione delle destre (alciamento), quindi il regime franchista, ma fu vicino a intellettuale di spicco franchista, Juan Aparicio, direttore della stampa internazionale. Questo Juan Aparicio farà quanto gli fu possibile per promuovere Cela a maggior rappresentante della narrativa spagnola del dopoguerra. L'approccio alla letteratura deve essere, a prescindere dalla metodologia sposata, un principio di verità. Il critico che riporta questi dati e questo ultimo approccio è Cercas nel saggio EI pasado imposible, 2002. Questo articolo esce nel 2002 quando muore Cela e inoltre dal 2004 la Spagna dà avvio a legge sulla memoria storica: Fase di transizione dopo morte di Franco da dittatura a monarchia parlamentare. Questo passaggio fu incruento. Le condizioni perché fosse incruento furono quelle di mettere una croce di indicibilità su quello che era successo prima. Quello che si temeva di più era che si scatenasse una terza guerra civile e una frattura ideologica. La garanzia quindi era quella di non toccare classe politica del nuovo stato tanto che molti passarono dal regime alla democrazia senza che fosse fatta alcuna opera di chiarimento su eccidi, torture etc... a partire dal 2000 in termini di richiesta popolare fu chiesto un chiarimento sui reati contro l'umanità perpretati in quel periodo. Nasce questa legge della memoria storica grazie ai governi di Zapatero. Zapatero governerà la Spagna dal 2004 al 2011. In questi anni quindi si inizia a fare luce su certe ombre. Cercas che è un narratore interessante di questi anni in Spagna scrive questo articolo: Il passato impossibile. Dopo aver detto che la Spagna per lunghi anni colta da meccanismo di amnesia e oblio rispetto al suo passato, e dopo aver citato frase famosa “i paesi che dimenticano la propria storia sono condannati a ripetere gli errori”. Dopo aver scritto questo rilegge Pascual Duarte. Si infila nella serie di articoli-necrologi su Cela che rileggono anche il romanzo. Cercas dirà che lui è rimasto sorpreso da come la critica di quei mesi parlava di Duarte come di un revulsivo antifranchista (un romanzo di taglio antifranchista, di contestazione). Cercas rimane stupito perché Duarte è contadino estremegno (Estremadura si trova a sudovest della Spagna, si affaccia sul fiume Duoro, una delle regioni più povere) molto povero, per varie vicende si macchia di delitti. Quello che descrive Cela è un mondo degradato con personaggi che definiamo degenerati, mossi da impulsi animaleschi, determinati da clima di sottocultura e povertà. Questo romanzo che esce nel 42 descrive realtà degenerata che secondo critica di quegli anni si dovrebbe far coincidere con società spagnola del dopoguerra, quindi critica a società di quel periodo. Invece Cercas getta luce sulla dimensione cronologica del testo. il tempo narrativo è fondamentale anche perché è concezione complessa. Quando si studia tempo narrativo di un romanzo il primo tempo da chiarire è il tempo della storia che vuol dire quando è ambientata. La difficoltà che ha il lettore a ricostruire la cronologia di questo romanzo che è dispersa, non è immediata, non è casuale. Tutte le zone di ambiguità tematiche sono legate a intenzione di autore, non legato a circostanza in maniera chiara. La storia di Pascual Duarte si divide in due storie: la prima è la storia del memoriale. Memorie scritte in chiave autobiografica in prima persona da un detenuto, Pascual Duarte. Dal 36 al 37 scrive quindi le sue memorie. Questo diario viene terminato il 15 febbraio del 37. Lo sappiamo perché la lettera di accompagnamento del suo memoriale ha nell’explicit la data. Poi c'è seconda storia ed è la vita di questo memoriale che spedito da Duarte ha sua storia. Il primo documento narra storia di anonimo trascrittore che rinviene in circostanze fortuite questo memoriale nel 39. Quindi memoriale terminato nel 37, circola, e alla fine viene ritrovato in circostanze particolari da anonimo nel 39. Per altri motivi poi veniamo a sapere in un altro documento che il trascrittore è anche editore che lo pubblica nel 42 (la stessa data di pubblicazione vera del romanzo). Quindi articolo di Cercas dice che il clima e la realtà di miseria e di deprivazione materiale ma anche umana in cui vive la famiglia di Pascual Duarte non è quella del dopoguerra perché la storia di Duarte termina nel 37. Inoltre possiamo anche ricostruire quando inizia perché nel terzo paragrafo del primo capitolo: nacqui molti anni fa, per lo meno 55, in una provincia di Badajos. Potremmo dire che la storia di Duarte va dal 1882 al 1937. Se questo è ambito cronologico della società descritta, la condanna di quel mondo e la descrizione impietosa di quel mondo è condanna non di franchismo ma di Spagna repubblicana. Cercas quindi nel suo articolo dice di fare attenzione perché il romanzo fotografa epoca precedente che l’alciamento nacional e il golpe di Franco distrusse. Quindi romanzo non è antifranchista. Il franchismo opera una damnatio memoriae nei confronti dell’epoca repubblicana. Cercas conclude articolo dicendo che questo non toglie nulla alle circostanze esistenziali e alla bellezza del romanzo. Poi Cela prenderà distanza da franchismo e da prime convinzioni. Opera quindi non è revulsivo antifranchista, ma in linea con politica di damnatio memoriae del franchismo. Importanza della censura, opere vengono censurate, lui è un censore. Censura in spagna non è solo ideologica, ma anche morale. Tribunale censorio di tre membri, due dell’amministrazione dello stato e uno della chiesa. | libri dovevano passare quindi sotto duplice vaglio: moralità e politica. Il libro di Cela viene reputata opera immorale e per questo censurata. La chiesa avrà un ruolo fondamentale nella cultura del dopoguerra, stato franchista è confessionale e delega alla chiesa il controllo della cultura e l’istruzione (molte scuole saranno cattoliche). Era una società puritana. Lezione 22 ottobre No lezione del 28. Parlando del Pasqual Duarte avevamo accennato ad una sorta di prologo. Ad una nota del trascrittore. In realtà questo prologo è soltanto uno dei numerosi materiali che accompagnano il memoriale di Pasqual. Questi materiali sono di natura diversa come diversa è la prospettiva narrativa, sono collocati a premessa del testo come a conclusione quando voce di Pasquale si accomiata. Una definizione di carattere teorica ci viene dal critico strutturalista Gèrard Genette nel 1987 nel libro Soglie, nei dintorni del testo. in questo testo Genette coniava intanto questo neologismo di paratesto per indicare materiali che stanno intorno al testo. Prima e dopo la storia vera e propria in questo caso. Riguardano la storia del manoscritto. La storia che incornicia la storia principale è affidata a questi materiali paratestuali. Quando diciamo paratesto in realtà intendiamo anche introduzione e postfazione che scrive autore e curatore. A volte questi materiali paratestuali non a carico dell'autore hanno grande importanza e funzione storica volendo: nella quarta introduzione di Pasqual Duarte l'introduzione di Gregorio Maragnon è molto importante. Chiaramente hanno importanza quando entrano a far parte della finzione narrativa. Noi abbiamo degli esempi molto antichi: il primo romanzo in cui introduzione gioca tra la possibilità di apertura del libro per un lettore ingenuo e tra la possibilità di entrare nella finzione narrativa: Lazarillo de tormes. Autore gioca con doppio ruolo: di essere prefatore dell’opera e dall'altra autore della stessa opera. Anche Niebla gioca su questo aspetto. Prima di dire che funzione svolgono questi materiali vediamo due cose. La prima è cosa determina scrittura del memoriale. La seconda è cosa sono materiali paratestuali. leri abbiamo presentato Pasqual come un pluriomicida. Pasqual si macchia di differenti delitti. Un motivo per cui viene condannato a morte è perché ha assassinato un notabile del posto. Una cosa curiosa è che l’omicidio più rilevante dal punto di vista penale è che informazione viene quasi occultata all’interno del testo: informazioni non vengono esibite ma occultate, tanto le azioni quando le cause che le determinano. Non sappiamo nulla dell’omicidio se non quanto leggiamo di uno dei materiali paratestuali alla fine: il primo dei testi finali si intitola “Altra nota del trascrittore”. In questa nota il trascrittore dice al lettore: dichiara lacuna nel memoriale. Pasquale allude. Questo è unico omicidio di carattere politico. Gli altri sono omicidi privati. Un lettore disattento avrebbe potuto non rendersi conto, importanza di materiale paratestuale. Questi materiali fanno parte di finzione narrativo. Avrebbe potuto non accorgersene perché il reo convinto e confesso (importante il fatto che lui abbia confessato i suoi eccidi) in realtà noi troviamo confessore al lettore di questo omicidio semplicemente nella dedica. Nella pagina precedente al romanzo dedica firmata da una semplice sigla P.D.”Alla memoria dell’insigne patrizio don Jesùs Gonzàles de la Riva, conte di Torremejia che, mentre l’autore di questo scritto lo assassinava lo chiamava Pascualillo e gli sorrideva” tratta in modo eufemistico un crimine violento. Dedica il romanzo a La vittima. Nella seconda nota, il trascrittore allude a quello che era successo durante i 15 giorni della rivoluzione. Dice che i 15 giorni che passarono nel suo paese non se ne sa nulla ad eccezione di questo assassinio. In questo modo noi conosciamo cause di condanna a morte e prigionia di reato di cui è reo confesso. Paratesti: Iniziali: nota del trascrittore. Lettera che annuncia invio dell’originale scritta da Pasqual. Clausola del testamento olografo di don Lopez. Dedica del libro scritta da Pascual. Gli autori di questi materiali sono diversi: un trascrittore anonimo, una lettera che annuncia invio dell'originale di Pascual. Una clausola del testamento olografo di Joaquin Barrera Lopez che è prima destinatario della lettera e poi è autore di clausola del testamento. Poi dedica sempre di Pascual. funzione di censore legata a circostanza storica e biografica. Secondo paratesto importante perché si affaccia voce di Pasqual. Dopo voce di editore voce del narratore. In questo secondo documento noi dobbiamo individuare mittente e destinatario con il quale ci identificavamo. Nel secondo paratesto c’è il cosiddetto destinatario ideale, quello che sempre il narratologia si chiama narratario. Perché destinatario ideale? Quello al quale il narratore fittizio destina le sue parole. Chi è Joacquin Barrera Lopez? Joacquin Barrera Lopez è amico di Jesus Gonzales de la Riva. Pascuale si rivolge a lui perché è l’unico che conosce degli amici della sua vittima che è un latifondista. Barrera Lopez non appartiene al contesto sociale di Pascuale. Appartiene come la vittima all’altra società, il mondo dei vincitori, mentre Pascuale appartiene al mondo dei vinti. Prima enucleazione del tema dei cainismo. Barrera Lopez è una sorta di alter ego della vittima, fa le sue veci: ne rappresenta lo status. Inoltre Pascual presenta sé stesso in questo documento come un modello da evitare e invia il plico a Barrera per evitare di distrurlo in momento di tristezza privando così altri di conoscere quello che io ho appreso solo tardi: manoscritto quindi ha valore didascalico pedagogico, modello ex contrariis- exemplum e contrario. Il trascrittore nella sua nota pure aveva insistito su questo punto. Poi Pascual dice che memoriale è pubblica confessione: Pascuale si presenta al lettore come un reo confesso. Lui la fa per vari motivi: uno di questi appunto è per dare esempio negativo. Poi nel paragrafo successivo dice che ha dimenticato qualcosa che poteva essere anche importante, ma memoria mai stato il suo forte. È curioso come questo clichè sono ripetuti insistiti e di antica data nella letteratura spagnola. Il fatto che siano così spesso presenti nella letteratura spagnola molti narratori in un romanzo e che spesso siano inaffidabili o smemorati è interpretabile psicanaliticamente come indebolimento dell’istanza autoriale. Non è più narratore ottocentesco stabile e onnisciente. Sarebbe indebolimento nelle società dell'autorità autoriale. Il quarto punto è quello dell’autocensura, è legato al fatto che Pascuale non ci dirà tutto perché memoria fallace. Ma non ci dice tutto perché alcune parti gli provocano troppo ribrezzo. Dopo una serie di passaggi non chiari: lui dice di essere stato continuamente assillato dalla preoccupazione che terminasse la sua vita prima del memoriale, che altri sapessero prima di lui il suo destino, tutto questo non è così limpido. Quello che è più chiaro è che verso la fine lui ci dice che è sollevato di aver confessato: la scrittura ha un valore di testimonianza, di confessione sia morale che civile, ed ora ha anche valore più moderno quello catartico, terapeutico della scrittura. Infine Pascuale fa ultima riflessione: che lui non crederà la grazia, anzi l'indulto che non è ad personam. Durante la dittatura franchista proclamati indulti verso avversari politici. La grazia invece è una decisione ad personam e viene dallo stesso reo. Non vuole chiedere l’indulto perché è troppo il male che la vita gli ha insegnato e la mia debolezza per resistere a questo istinto. Lui ritiene giusta la condanna. In superficie il suo giudizio quindi sembrerebbe coincidere con il giudizio esterno, ma a livello filosofico Pascuale attribuisce parte delle proprie colpe all'ambiente. Si affaccia critica sociale. Si discosta in questo senso, c'è un correttivo a questa condanna. A livello filosofico c'è richiamo a concetto di determinismo/fatalismo di epoca ottocentesca. Pascuale non del tutto colpevole perché frutto delle sue circostanze. Terzo paratesto. Clausola testamentaria di Barrera Lopez. Ogni narratore introdotto da voce precedente come in matriosca. Data è 11 maggio 1937. La data della lettera di Pascuale è 15 febbraio 1937. Tre mesi di distanza. In questo documento si ripete figura di censore: si dispone che libro sia dato al rogo. Clicè dell’attentum parare, clicè della retorica che serviva a rendere discorso efficace. È clicè che serve a far stare uditorio attento, tante strategie tra cui dire che quello che racconterò è sconvolgente. Il lettore si appresta a leggere il testo con più curiosità perché dice che libro così sconvolgente da essere bruciato. Quindi valore esterno è censura e valore interno retorico è strategia narrativa che incuriosisce il lettore. Puntino di sospesione: allude ed elude. Molta narrazione del Pascual durante gioca su questione dell’ellissi. Ultimo passaggio narratore dice che se libro non bruciato entro tot tempo allora non deve essere distrutto. Ultimo paratesto è dedica. Destinatario ideale e Don Gonzales de la Riva. In spagnolo si usa espressione rematar: finire, rifinire. C'è condizione di prossimità tra assassino e vittima che lo chiama per diminutivo. Secondo altra critica rematar è dare ultimo colpo. Rematar al posto di matar per tendenza ambigua in cui si tiene il lettore. Quindi usare rematar ha funzione di incertezza rispetto alla narrativa a seguire. Dimensione storica di questo crimine. Transizione democratica avvenuta con legge sull’oblio del passato, ora legge della memoria storica per gettare luce su tanti momenti. Studioso Francisco Spinoza chiarisce da indagini storiche: dal punto di vista biografico si evice che Cela quando scoppia guerra civile si trova a Madrid, sede del governo repubblicano. Mentre zone periferiche invase dai golpisti. Cela essendo vicino alla falange fugge in Francia per rientrare nella spagna nazionalista dai paesi bassi. Si arruola in regimento che soggiorna proprio dove ambientato il romanzo. Qual è storia di quelle zone? Il 10 agosto del 1936 nell’estremadura che era ancora repubblicana esercito repubblicano entra in zona latifondista di Torre Mehia. Agli inizi della guerra civile. Spagna repubblicana aveva imposto frazionamento dei latifondi in piccole proprietà per riscattare il bracciantato. Nel 1938 eserciti nazionalisti del nord e del sud si saldano, quindi Spagna divisa verticalmente, zona nazionalista contadina, zona repubblicana urbana. Subito dopo succede che esercito di Franco invade estrema dura. Feroce repressione fascista della provincia che porta a circa 4000 vittime. Questo eccidio ha nome massacro di Badajoz, 14-15 agosto del 1936. Il 10 agosto colonna di esercito repubblicano entra nella regione, pochi giorni dopo massacro di Badajoz. Cela fa curiosa opera. Opera curiosa mistificazione storica perché quello che dice non successe. L’eccidio non va a carico di un contadino dell’Estremadura contro latifondista, bensì massacro di civili. Allo stesso tempo opera una forzatura narrativa con impianto ideologico. Francisco Spinoza dice che Pascuale è il prototipo del criminale che scaturisce da contesto rurale violento e da una storia che è quella della cultura repubblicana e quindi il Pascual Duarte va letto nella direzione di damnatio memoria della repubblica. Cela dovette sapere del massacro ma non decise di rappresentare il massacro dei nazionalisti ma il percorso esemplare della giustizia che condanna assassino di delitti comuni e politici. Pena di morte a cui sottoposto pascual fu la carrota: strangolamento. Pena di morte abolita dopo caduta del franchismo. Fonte di Cela è modello cinquecentesco di lazarillo de tormes in cui Lazaro parla ad un signore altolocato e gli racconta la sua vita, stessa cosa che fa Pascual. Questa opera per Cela fu importante perché nel 1944 uscì a puntate sul giornale. Differenze tra i due testi Nel Lazarillo de tormes prevale tono ironico, mentre voce di Pascuale è tragica. Se ironia viene esercitata non sarà mai Pascuale ad usarla, ma tutti gli altri. Lazarillo unica voce narrante, Pascuale pluralità di voci. Lazarillo ha finale aperto, perché Lazaro si sposa con la concubina del prete del posto, è finale comico, mentre finale del Pascual Duarte è tragico senza ombra di dubbio. Nel Pascuale duarte abbiamo finale aperto che è quello del memoriale che finisce quando lui è ancora vivo. Lui non parla neanche del crimine politico, ma conclude narrazione con matricidio. Ma altro finale chiuso che è la condanna a morte che noi sappiamo dai paratesti. Lazarillo integrazione sociale, Pascuale espulsione sociale perché condannato a morte. Saggi obbligatori: Lezione 4 ottobre | preliminari. Oggi leggiamo i documenti finali. La costruzione è simmetrica. Tre preliminari iniziali, tre preliminari finali. Simmetria anche perché tre voci iniziali e tre voci finali. Paratesto all’inizio costituisce per il lettore un pregiudizio con il quale si avvicina al testo. | documenti finali correttivo a lettura di autobiografia che porta a solidarizzare con Pascuale. Potrebbero provocare un distanziamento. Seconda nota del traduttore, dopo chiusa del Pascual: fin qui le cartelle manoscritte di Duarte. Non sa se l'hanno giustiziato nel frattempo e se abbia scritto altro. Il lettore vive smarrimento. Non chiaro cosa il trascrittore ci voglia dire. Prima di ricostruire il susseguirsi delle argomentazioni del trascrittore e finalità c'è racconto nel racconto costituito da ricerca indefesse e appassionata di pagini del manoscritto ulteriori da parte del trascrittore. Scena di farmacia è citazione di Celestina, che è storia di fattucchiera. Nel primo atto c’è descrizione del suo laboratorio. Questa descrizione è la fonte del passaggio del trascrittore. Facendo confronto tra Lazarillo e Pascual duarte. Concetto di intertestualità è vario: allusioni, modelli, citazioni esplicite. Nel caso del Lazarillo citazioni e sintagmi riconoscibili nel Pascuale. Ma tra le differenze è che Lazarillo opera semiseria, nel caso di Pascuale opera tragica. Anche nel Pascuale è presente controcanto parodico, ironico, questo tono semiserio, soltanto che è spostato tutto nella voce del trascrittore. È il trascrittore che determina distanziamento ironico rispetto a storia narrata. Il matricidio è scena raccapricciante, ma subito dopo abbiamo questa voce del trascrittore che con burloneria ci racconta frugare nella farmacia. È anche tentativo di smorzare pathos crescente. Nell’introdurre un racconto semiserio svaluta la portata delle memorie. Necessità di scrivere altra nota da parte del trascrittore: il trascrittore nel primo paragrafo avanza due ipotesi: si chiede come prosegue il memoriale o cosa succede a Pascuale dopo che smette di scrivere: due ipotesi, o che fu subito giustiziato o ebbe tempo di completare memorie che furono perdute. Dà nota caratteriale di Pascuale: non sappiamo cosa sia successo perché Pascuale non parlò di sé, se non poche volte, è uomo laconico. Il trascrittore formula ipotesi su cosa succede a Pascuale dopo senza certezze. In queste lacune del memoriale e del libro stesso: figura dell’ellissi narrativa che è una strategia. A differenza di altri romanzi in cui ellissi nascoste nella trama qui vengono esibite. Funzione: quella di suscitare curiosità, del Pascuale Duarte. Questo continuo non dare informazioni o dare risposte possibili a enigma sia una considerazione: il lettore si confronta con tema dell’inaffidabilità del narratore. Il narratore non sa tutto. Il trascrittore fa ipotesi di lettera di Pascuale a Lopez dicendo che probabilmente scritta durante e che ha scritto al prete. Lettera del presbitero: dice di aver ricevuto il dattiloscritto il 18 dicembre del 41. Il presbitero chiama Pascuale sciagurato, disgraziato, diventa una sorta di epiteto come la sventurata monaca di Monza. Cosa notiamo in queste parole: Pascuale prima di morire si pente. Con questa confessione Pascuale si integra nella società e condivide il suo giudizio, sposa morale del collettivo. Il presbitero dice che romanzo gli ha fatto grossa impressione, usa molte iperboli per dire che gli è piaciuto tanto. Giudizio quindi sull’estetica della narrazione. Pascuale non viene descritto fisicamente in questi materiali, ma abbiamo caratteristiche di tratti morali: laconicità e animo mansueto. Quindi Pascuale è un giano bifronte, è incarnazione di un ossimoro. Secondo un critico personalità di Pascuale è primitiva, irriflessa, reagisce per istinto nella tenerezza e nella ferocia: ierna e manso cordero, un chiaroscuro. Anche lo stile del testo è stile caratterizzato da un chiaroscuro nella capacità di alternare il lirismo di alcuni passaggi al drammatismo in cui prevale descrizione di realtà violenta e cruda. lena e manso cordero ci servono simbolicamente per rappresentare l’estetica di Cela. Di fronte alla morte ci dice che si perde di animo, non mostra coraggio: peccato che il demonio gli rubasse gli ultimi istanti. Nell'ultimo materiale descritto comportamente di Pascuale poco dignitoso davanti alla morte. Elemento è che chiede due copie del libro non appena sarà pubblicato: autoincensamento del romanzo. Alcune considerazioni finali. Quando noi andiamo a vedere chi sono dal punto di vista sociale le figure che scrivono paratesti: editore che assume vesti del censore, notabile del posto aristocratico, poi un presbitero cioè la chiesa e l’autorità religiosa, poi l'autorità militare. Queste figure rappresentano i vincitori, quindi la voce di Pascuale è sola. Pascuale si muove in mondo
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