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Riassunti Storia del Giappone, Sintesi del corso di Storia

Riassunto del libro "storia del Giappone"

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 23/06/2015

giantatu
giantatu 🇮🇹

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Scarica Riassunti Storia del Giappone e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! PERIODO JŌMON (13000 a.C – 10000 a.C) decorazioni con corde Orgine del termine Jomon il termine Jomon incominciò a essere usato per indicare un particolare tipo di vasellame e poi per denominare il periodo giapponese in cui venne prodotto. Edward Morse: Scoprì delle collinete situate all'esterno delle abitazioni costruite da resti di conchiglie, di osse di animali e umani, dove sono stati ritrovati oggetti che hanno aiutato nella ricostruzione del periodo neolitico. Questi depositi prendono il nome di KAIZUKA. I primi insediamenti semi-stabili • Alcune scoperte nei siti archeologici nel nord di Kyushu e nello Shikoku occidentale testimonierebbero l'anteriorità delle prime ceramiche giapponesi rispetto a quelle cinesi. • A questo periodo risalirebbero anche i primi insediamenti semi-stabili e alcuni studiosi in base al ritrovamento, ad Asabane, di asce in pietra poco taglienti hanno ipotizzato che al periodo Jomon si possa far risalire anche la nascita delle prime colture di cereali. • Vivevano in abitazioni semi infossate a causa del clima rigido, soppratutto nella zona nord-ovest del giappone influenzata del clima siberiano. Periodi dell'era jomon • Primitivo: applicazione decorative erano verticali con corde singole • Arcaico: applicazione con corde attorcigliate (stile lisca di pesce) • Medio: applicazioni audaci e diagonali sulle ceramiche • Tardo Jomon: elementi ceramici semplici ma piu funzionali. DOGU 土土 statuette di animali o umanoidi. Il culto dei morti In questo periodo i riti funebri sono ancora rozzi il corpo, a volte con le ginocchia piegate al petto, viene gettato in un pozzo e poi richuso con una pietra. Ornamenti e architettura Fra i reperti del periodo Jomon sono stati ritrovati anche ornamenti per corpo e capelli, bracciali, collane e orecchini in pietra, legno, osso e argilla. Domen: maschere in argila che risalgono alla fine di questo periodo SEKIBO: bastoni di pietra del 12.000 a.C., falliformi, probabilmente per riti di fertilità + asce e punte di frecce Caratteristiche anatomiche Basso, robusti, appartenenti ad una razza centro asiatica, viveva della caccia, pesca e i pocchi frutti della terra. PERIODO YAYOI ( 300 a.C. al 250-300 d.C. circa ) era dei metalli • in questo periodo nuove popolazioni arrivano dalla Cina attraverso la Corea, una popolazione piu evoluta tecnologica e culturalmente. Per questo motivo c'e una spezie di rivoluzione etnica e tecnologica. Rivoluzione perche si trattavano di conoscenze nel campo dell'agricoltura dato che erano in grado di coltivare il riso, si occupavano di tessitura ma soppratutto all'elaborazione del metalli. • Nell'arco dei questo periodo queste tecniche vengono importate sulle isole giapponesi. Avrano quindi 3 flussi che arrivano dal centro-sud. Le zone nelle quali si difonde questa nuova cultura sono: -Nord delle isole del Kyūshū -Zona meridionale e centrale dell'isola di Honshū • Il Giappone nella transisione tra il periodo Jomon y el periodo yayoi, passa dall'età di pietra direttamente a quella del ferro, saltando il periodo intermedio cioè l'età di bronzo. • Durante la prima metà del periodo yayoi si difondono particolari oggetti in bronzo a forma di pampane, specchi e spade trovati generalmente sotto terra. La forma delle campane tronco conica, simile a una V rovesciata. • La difusione della cultura yayoi avviene dall'isola Kyūshū fino la pianura del Kanto-, mentre verso nord, sull'isola di hokkaido e verso sud nell'acipelago di Okinawa rimangono dentro la cultura neolitica, cioe la cult. Yayoi non arriva a queste isole. • Nella pianura intorno a Tokyo i maggiori ritrovamenti riguardano il villaggio. Le comunità si stabilirono in villaggi stabili grazie all'agricoltura. Le abitazioni erano costruite a livello del suolo come alla fine del periodo precedente, tranne che per i grannai e i sciamani che abitavano in case sopraelevate. Migrazione del continente Secondo le cronache cinesi alla fine del periodo Yayoi si erano generati dei conflitti fra villaggi vicini, ciò sarebbe confermato da alcuni ritrovamenti archeologici che dimostrano la presenza di fossati, palizzate e torri di guardia che avevano lo scopo di proteggere i villaggi che non avevano il vantaggio di trovarsi su un'altura, inoltre sono stati ritrovati dei corpi inumati che presenterebbero ferite mortali. Intorno al 221 a.C. Grazie all'imperatore QUI SHI HUANGDI gli stati entrano in fase di pace e si unificherano tra loro sotto la dinastia QIN . Dal 206 a.C. Al 220 d.C. La cina entra in una lunga fase di pace sotto la DINASTIA HAN 漢 (in giapponese diventa KAN) Alla fine del periodo risalgono delle fonte cinesi scritte che menzionano per la prima volta il giappone, riferendosi a gli abitanti con il nome di WAJIN 漢漢 漢 Significa NANO Questo kanji sarà all'interno del nome del primo clan che fonderà il primo stato giapponese nell'antica cina. YAMATO =漢漢 Si creano i prima clan cioè delle singole tribù. All'interno di ogni clan viene prescelto un elemento che fa di guida organizzativa-sociale-politica che copre anche il ruolo di guida religiosa (sciamano) Alla fine di questo periodo preverrà il Clan Yamato o Yamatai, che si stabilisce in una zona intorno all'attuale Osaka e le cronache cinesi parlerano di questo e della Principessa Himiko che sarebbe riuscita a creare il regno giapponese dello Yamatai esercitando un potere assoluto su circa 70.000 nuclei famigliari. Lo shintoismo antico Nasce in questo periodo il nucleo primitivo dello shintoismo, si iniziavano, infatti, a venerare delle divinità legate alla natura, dette kami, che venivano pregati, ad esempio per ottenere un buon raccolto. La linea di demarcazione tra divinità e uomo non è netta tanto che più avanti, coloro che si troverano al vertice della società , verrano identificati come discendenti degli dei. Testimonianza della nascita di un culto religioso sarebbero anche alcuni oggetti rituali, come le DOTAKU, una sorta di campane senza batacchio forse legate al culto della fertilità. KOJIKI cronaca di antichi eventi Primo testo scritto in giapponese, dai giapponesi che si parla di mitologia, di periodi di pseudostoria- leggendari scritto nel 712 d.C. In questo testo si parla del primo imperatore giapponese che prende il nome di JIMMU TENN Ō che secondo questa cronaca nacque l'11 febbraio 660 a.C. e viene visto come la periodo Asuka - con la vittoria dei Soga, fautori del Buddhismo; ciò comportò fra l'altro anche una maggiore apertura verso la Cina e la Corea. L'introduzione della scrittura nel periodo Asuka Con l'introduzione del Buddhismo prese avvio anche l'utilizzo del sistema di scrittura cinese, e furono redatte le prime opere storiografiche giapponesi il Kojiki nel 712 e il NihonShoki nel 720, che, pur contenendo elementi mitologici tramandano alcuni dati attendibili I templi buddhisti divennero uno strumento per manifestare la potenza dei clan e la loro indipendenza dal clan Yamato, che aveva in parte perso la propria posizione di prominenza L'imperatrice Suiko e il reggente Shotoku Taishi Soga no Umako fece uccidere l'imperatore in carica e nel 592 divenne imperatrice Suiko, legata da parte materna ai Soga, la prima donna ad ottenere questo incarico, venne affiancata da un reggente, in giapponese sessho, anch'esso legato al clan Soga. Il reggente poi conosciuto col nome di SHOTOKU TAISHI (574-622) dominò la scena politica e divenne una figura leggendaria fortemente idealizzata, ad ogni modo è certo che fu un sponsorizzatore della dottrina buddhista. A lui si devono anche le missioni nella Cina dei Sui del 600 e l'istituzione di un sistema di 12 ranghi di Corte nel 603. Codice dei 17 articoli Nel 604 Shotoku Taishi creò la cosiddetta "Costituzione dei 17 articoli", si tratta di un codice di leggi, che contiene una serie di precetti morali basati su Buddhismo, Confucianesimo e Taoismo. Il fine principale dei 17 articoli è quello di affermare la superiorità dell'imperatore rispetto ai clan o uji, ribadendo il suo ruolo di rappresentate del legame tra Cielo e Terra e quindi legittimando il suo ruolo di guida del popolo. Lo stesso termine tenno, utilizzato per designare l'imperatore, deriva dai caratteri cinesi tien "cielo" e no "sovrano", in Giappone quindi il sovrano in quanto diretto discendente del Cielo deteneva in eterno il potere politico e sacerdotale, come è dimostrato dalla continuità della dinastia imperiale. 1)Rispettare inanzitutto il 和(armonia) 3)ascoltare con reverenza gli editti imperiali 7)ogni uno ha un dovere da fare e deve compierlo con riverenza assolutta 10)non abbandonatevi alla colera 12 I governatori e i padroni dei nuovi territori non devono imporre tasse ai loro popoli 16 Gli antichi saggi ci hanno insegnato che è importante scegliere il momento giusto per assegnare al popolo ordinario l'elaborazione dei lavori pubblici. Le riforme Taika (Grande Cambiamento) ebbe inizio ufficialmente nel 646 d.C., a opera dell'imperatore Tenji (626-672) e dell’imperatore Kotoku (596-654). Dopo l’eliminazione del potente clan dei Soga nel 645, la riforma fu il passo successivo all’opera accentratrice del principe Shotoku Taishi, a scapito dell’aristocrazia dei clan, che governavano sino a quel momento, a livello locale. La riforma, che prendeva a modello le istituzioni della Cina T'ang, abolì le vecchie proprietà private e stabilì l’appartenenza di tutto il territorio giapponese all’imperatore. Si prevedeva un censimento delle terre e della popolazione, da ripetersi ogni 6 anni, che doveva servire come base per la distribuzione dei terreni e l’imposizione delle nuove tasse. La riforma agraria era basata sul KUBUNDEN, il sistema della «terra per bocca», ossia la distribuzione di appezzamenti di misure variabili a seconda della classe sociale, del sesso e dell’età. Una riforma fiscale imponeva una nuova imposizione che prevedeva tributi in seta e cotone. Si prevedevano da parte dei cittadini anche delle corvée al palazzo imperiale e il servizio militare, entrambi sostituibili da una soprattassa. Le terre escluse dal kubunden Non tutte le terre però venivano suddivise mediante il sistema del kubenden, alcune infatti venivano distribuite in base al rango, al merito o alle funzioni svolte, ma per il momento erano comunque soggette alle tasse e venivano generalmente assegnate a funzionari pubblici o istituzioni religiose. Altre ancora erano terre rimaste sotto il diretto controllo dello stato che poteva gestirle come meglio credeva; ciò dimostra che il sistema fondiario, nonostante l'editto Taika del 646, rimaneva in parte legato al vecchio sistema degli uji, lasciando la possibilità di possedere terreni privati ad alcuni funzionari. L'imperatore Tenmu Dopo uno scontro, che durò per alcuni mesi, dal 673 al 686 salì al trono l'imperatore Tenmu, egli consolidò le riforme Taika e rinnovò il sistema dei titoli Kabane, in modo tale che avessero una rilevanza minore rispetto ai ranghi di corte, questi essendo sotto il controllo imperiale gli consentirono di porre in posizione di rilievo i propri alleati. Tenmu diede avviò anche alla compilazione del Codice Taiho, che però sarebbe stato emanato solo nel 702, un decennio dopo venne redatto anche il Kojiki, un'altra opera voluta da Tenmu, per legittimare l'imperatore sulla base della sua discendenza diretta dalla dea del sole, Amaterasu, antenata del clan Yamato. Tenmu visse ad Asuka, l'ultima capitale intinerante, nel 694 infatti fu sperimentata la prima capitale permanente a Fujiwara, come previsto dall'editto Taika, mettendo da parte le credenze shintoiste, secondo cui non era propizio che la capitale rimanesse nello stesso luogo in cui era deceduto l'imperatore, a causa dell'impurità che la morte comportava. PERIODO NARA (710 d.C. - 784d.C.) Il periodo Nara, inizia nel 710, anno in cui la capitale venne spostata a Heijokyo, attuale Nara. La nuova capitale si estendeva per 20 km quadrati e venne abbellita dalla costruzione di splendidi templi buddhisti, che dovevano proteggerebla città, di particolare bellezza è la statua del Grande Buddha(Daibutsu), collocata nel tempio del Todaiji e fatta costruire nel periodo Nara dall'imperatore Shomu. In questo periodo fu redatto anche il codice Taiho, emanato nel 702 e revisionato nel 718, il codice conteneva le RITSU (leggi penali) e le RYO (norme amministrative). Nel codice Taiho era stabilito un sistema gerarchico, finalizzato a superare il sistema degli uji, al vertice si trovava l'imperatore, che governava sui sudditti liberi (ryomin), che potevano esseren kannin, funzionari di stato, oppure komin, coltivatori delle terre pubbliche, in fondo alla gerarchia si trovavano i senmin, sudditi non liberi. Il codice ritsuryo, benchè simile al codice Tang cinese, mostra alcuni elementi di originallità ad esempio, mentre, nel codice cinese i matrimoni endogami erano vietati, in Giappone non erano impediti i matrimoni tra membri dello stesso gruppo famigliare; altro elemento di originalità è la rimozione del sistema meritocratico degli esami cinese in favore di un'aristocrazia ereditaria, i titoli quindi si assegnavano in base al lignaggio e non in base ai meriti. Il Jingikan Al consiglio di stato (Dajokan) fu affiancato il Ministero della Divinità (Jingikan), che si occuppava del culto shintoista, sempre praticato anche dopo l'introduzione del Buddhismo. Nel periodo Nara il Giappone aveva rapporti sia con l'Asia centrale e orientale che con l'Indonesia, il Vietnam e la Malesia, ma sopratutto dopo 701, con l'inviò di una missione alla corte di T'ang, si intensificarono i rapporti con la Cina. Iniziarono una serie di scambi culturali con l'invio di missioni che partivano da Naniwa, l'attuale Osaka, per portare in Cina 500-600 persone, fra cui studenti e studiosi, nonostante la forte influenza della Cina però si adottorano anche soluzioni originali visibili nell'arte, nella poesia e nell'architettura. Risalgono anche le prime opere storiografiche giapponesi: il Kojiki e il NihonShoki. Il Kojiki fu completato nel 712, è scritto in giapponese utilizzando i caratteri cinesi sia per il loro significato che per il loro valore fonetico. Narra la storia del Giappone partendo dalla mitologica origine delle sue isole, fino ad arrivare al 628 d.C., quest'opera aveva il compito di legittimare la sovranità della famiglia Yamato sul Giappone. Il Kojiki però è fortemente influenzato dalla tradizione orale e impregnato di miti e leggende e dunque poco attendibile dal punto di vista storico. Il NihonShoki è storicamente più attendibile, scritto in lingua cinese, venne terminato nel 720 e partendo dalle orgini arriva fino 697 d.C., anch'esso cerca di legittimare la dinastia regnante. L'imperatrice Koken e il monaco Dokyo Nel periodo Nara il sostegno accordato dalla corte alla religione buddhista causò un'ingerenza della nuova religione negli affari di stato, anche per la pratica sempre più difusa fra l'aristocrazia di corte e gli stessi imperatori di prendere i voti. L'influenza del Buddhismo raggiunse il culmine quando l'imperatrice KOKEN, salita al trono nel 749, dopo aver abdicato per ritirarsi a vita monastica nel 758, affidò sempre più potere al monaco buddhista Dokyo, considerato da lei il suo guaritore. Il monaco ottene titoli sempre più importanti e nel 764 si tentò di ostacolarlo con un intervento armato, che venne sventato con il risultato di porre nuovamente Koken sul trono, col nome di SHOTOKU. Da questa posizione la donna elevò ulteriormente il rango del monaco Dokyo, concedendogli il titolo di hoo, normalmente riservato agli imperatore che abdicavano per ricevere i voti. Dokyo pretese pure di essere fatto imperatore, secondo quanto gli sarebbe stato predetto dagli oracoli, ma l'imperatrice si rifiutò di abdicare in suo favore, tuttavia il monaco mantenne il suo potere fino alla morte della donna nel 770. La vicenda dell'imperatrice Shotoku e il monaco Dokyo spinse la corte a rivedere i rapporti con il Buddhismo, in favore della filosofia laica confuciana. Si cercò di rideminsionare i finanziamenti destinati alla religione buddhista, sovvenzionati con una maggiore pressione fiscale, che ebbe l'effetto di allontanare i contadini dalle campagne. Nel 723 e nel 743 due provvedimenti avevano concesso a coloro che bonificavano delle terre di assumerne il controllo per una o tre generazioni o addiritura in perpetuo, sottraendosi così al meccanismo della ridistribuzione delle terre ogni sei anni prevvisto dalle riforme Taika del 646. In questo modo la grande aristocrazia e le istituzioni buddhiste si erano impadronite di ampi territori, che vennero esentati dal pagamento delle imposte, e sfruttarono i contadini allontanatisi dalle loro terre per l'eccessiva pressione fiscale. Dal 781 all'806 regnò l'imperatore KANMU, il quale si adoperò per arginare l'ingerenza delle istituzioni buddhiste. Nel 784 Kanmu fece spostare la capitale da Nara a Nagaoka, tuttavia a causa di funesti presagi la capitale venne nuovamnte spostata dieci anni dopo a Heiankyo, l'attuale Kyoto, lo spostamento della capitale segna la fine del periodo Nara e l'inizio del periodo Heian. PERIODO HEIAN (784 d.C. - d.C.) Kanmu, allontanando la corte da Nara cercò di mitigare l'eccessiva influenza buddhista e di migliorare l'amministrazione locale e l'efficienza del sistema fiscale, inoltre nel 792 abolì la leva obbligatoria, sostituendola con milizie locali dettekondei, arruolate dall'aristocrazia delle provincie. Alla morte di Kanmu anche i sue tre successori cercarono di rinvigorire il potere centrale, ma alla fine del periodo Heian una serie di mutamenti porteranno la figura imperiale a perdere il potere effettivo in favore della classe guerriera. Per molto tempo il Giappone aveva guardato alla Cina come un modello per la creazione dello Stato imperiale, che con la centralizzazione del potere potesse contrastare il sistema dei clan e smantellare il controllo privato delle terre da parte di questi gruppi. Si era cercato di concentrare il potere nella figura PERIODO KAMAKURA (1185. - d.C.) Aristocrazia civile e militare: kuge e buke Dopo la vittoria nella Genpei (1180-1185), Yorimoto istituì un governo militare a Kamakura, trasferendo il potere dalla Corte e l'aristocrazia civile, alle grandi casate guerriere, spesso dominate dall'aristocrazia delle provincie lontana dalla corte di Heian. Prima della guerra Genpei il clan Taira aveva dominato dalla capitale la scena politica per un periodo di circa vent'anni, ma nel 1185 con l'ascesa dei Minamoto si aprì un nuovo capitolo della storia giapponese, poiché Yoritomo, a capo dei Minamoto, creò un centro di potere esterno alla capitale. Per l'aristocrazia civile che risiedevano nella capitale Heian, diventava sempre più difficile ottenere la giusta quantità di prodotti dalle tenute agricole, perché gli amministratori simulavano un cattivo raccolto o nascondevano l'incremento della produttività. Al contrario della classe guerriera dei bushi trasse giovamento dalla guerra civile e si conquistò l'attenzione degli intelletuali che iniziarono a comporre racconti guerreschi, i gunki monogatari, che fiorirono a partire dal periodo Kamakura. Yoritomo a differenza di Kiyomori, da lui sconfitto nella guerra Genpei, non aveva usufruito delle istutuzioni di governo della capitale, ma aveva creato un centro di potere militare, il bakufu, che aveva il controllo sulla nazione ed era presieduto da un capo militare, detto shogun. La carica di seii tai shogun, abbreviata in shogun, esisteva anche in passato ed era affidata ai capi degli eserciti, mandati a sedare le rivolte dei barbari nelle zone nord-orientali, questo spiega la ragione per cui la classe guerriera si sviluppò in questi luoghi, ben lontani dalla capitale Nel 1192 l'imperatore Go Toba affidò la carica di shogun a Yoritomo, non gli conferì solo poteri militari, come avveniva in passato, ma anche la delega di potere politico, che fino ad allora era spettata ai membri dell'aristocrazia di Corte, e in ogni caso anche con Kiyomori era stata esercitata dalla capitale. Con Yoritomo, invece, il bakufu a Kamakura divenne il centro amministrativo e militare del paese sostituendosi al governo imperiale, che incapace di mantenere la pace interna e sedare i conflitti per il controllo delle terre, delegava tali compiti al bakufu. Nel periodo Kamakura, però, il bakufu non si sostituì completamente al governo imperiale si creò, quindi, una sorta di governo duale in cui governo imperiale e militare operavano in equilibrio. L'apparato amministrativo del bakufu L'apparato amministrativo del bafuku si basava su tre organismi: il Samurai Dokoro, il Mandokoro e il Monchujo. Samurai Dokoro era l'Ufficio per gli affari militari e fu istituito da Yorimono nel 1180, agli inizi della guerra Genpei, aveva il compito di sorvegliare i vasalli e dirigere militari e polizia. Mandokoro era l'Ufficio amministrativo nel quale nel 1191 confluì il Kumonjo, un Ufficio dei documenti pubblici che era stato istituito nel 1884, si doveva occupare di questioni politiche e amministrative. Monchujo che corrispondeva alla Corte d'appello e doveva dirimere le contese e far rispettare le leggi. Fino al 1185 questi organismi erano limiati al clan Minamoto ma in seguito entrarono a far parte del bakufu e a riguardare tutte le terre da esso controllate. Nel 1199 Yoritomo morì con due figli Yoriie e Sanetomo avuti dalla moglie Hojo Masako, che si fece monaca. Dopo diverse dispute per la successione nel governo del bakufu, dal 1202 al 1203 venne nominato come shogun Yoriie, dal 1203 fu sostituito dal fratello Sanetomo, nello stesso anno il nonno materno Hojo Tokimasa, assunse la carica dishikken, ossia di reggente dello shogun. La famiglia Hojo mantenne il monopolio sulla carica di shikken, garantendo un periodo di pace e tranquillità che generò un aumento della produttività delle campagne. Il governo Hojo nel 1232 emanò anche il Codice Jodei, costituito da 51 articoli, che regolava i compiti dei funzionari e invitava al buon senso piuttosto che alla rigida osservanza delle norme. L'invasione mongola Nel 1266, i mongoli che ormai avevano conquistato la Cina, chiesero al Giappone di sottomettersi alla loro autorità, il governo degli Hojo si rifiutò e nel 1274 si trovò ad affrontare un esercito 40.000 mongoli, ma la battaglia si concluse dopo un solo giorno grazie a un tifone che constrinse l'esercito nemico alla ritirata. Nel 1281 fu inviato un esercito quattro volte superiore ma anche questa volta un providenziale tifone mise fine alla battaglia, tuttavia il governo di Kamakura non fu in grado di risarcire i famigliari delle vittime dello scontro e ciò segnò l'inizio della sua decadenza. PERIODO MUROMACHI (1368. - d.C.) Il periodo Muromachi prende il nome dal quartiere di Kyoto, in cui ebbe sede il bakufu dei quindici shogun del clan Ashikaga che si susseguirono fino al 1573, anche se di fatto perserò il loro potere prima. La carica più importante era quella di kanrei affidata a tre fedeli vassalli dallo shogun, a livello locale poi furono mantenute le antiche cariche di shugo e jito. Fu creato poi l'Onshogata, Ufficio per le ricompense, che doveva regolare le questione relative alla classe guerriera, e che, insieme al Samurai dokoro era direttamente controllato dallo shogun Takauji Ashikaga, il resto delle questioni amministrative erano delegate al fratello Tadayoshi. Nel 1336 Takauji Ashikaga emanò anche un codice in 17 capitoli, il Kenmu shimoku, che sarebbe stato in vigore per tutto il periodo Muromachi. Nel 1358 Takauji Ashikaga morì lasciando il governo di Muromachi in una forte instabilità, infatti, benchè si potesse contare sugli shugo legati agli Ashikaga da vincoli di parenetela appartenenti all'ichimon o primo cerchio, era difficile controllare i signori esterni o tozama. Il terzo shogun fu Yoshimitsu che cercò di rafforzare il suo governo e riprendere il controllo centrale, tuttavia non riuscì ad assogettare il governatore del Kanto. Yoshimitsu viene anche ricordato per aver favorito la commistione dei valori guerrieri con la raffinata cultura dell'aristocrazia di corte, egli fece realizzare eleganti opere architettoniche, come il Kinkakuji. Nel 1394 Yoshimitsu nominò come suo successore il figlio Yoshimochi, egli, invece, assunse la carica di Gran ministro di Stato e nel 1401 stabilì dei rapporti commerciali con la Cina, un anno più tardi accettò la posizione di stato tributario della Cina per importare preziosi oggetti artistici. Il commercio con la Cina rivitalizzò l'economia giapponese e pose freno alla pirateria con la creazione di un sistema di licenze ufficiali. I successori di Yoshimitsu non ebbero altrettanto prestigio, alla morte del padre nel 1408, Yoshimochi, chiuse i rapporti commerciali con la Cina e cercò di ristabilire i rapporti con la Corte Guerra Onin Sorto da una disputa iniziale tra Hosokawa Katsumoto, un importante Kanrei, e il daimyō di Kyōto Yamana Sōzen, esso crebbe fino a diventare un conflitto su scala nazionale che vide coinvolto lo Shogunato Ashikaga e numerosi daimyo. Questo conflitto diede inizio all'Epoca Sengoku, detto Periodo degli Stati in Guerra, che fu un periodo storico molto lungo segnato dal tentativo di vari daimyo di predominare sugli altri per il controllo di tutto il Giappone. Fu in questo stesso periodo che emersero tre importanti personaggi storici, considerati i tre più importanti daimyo del periodo Sengoku, e che avrebbero in seguito unificato l'intero Giappone sotto il dominio di un solo clan. Essi furono Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. La posizione di stato tributario della Cina, accettata da Yoshimitsu nel 1402, oltre a migliorare i traffici commerciali e l'economia giapponese, aveva portato a una riduzione della pirateria, grazie all'introduzione di un sistema di contrassegni, kango, che garantiva le missioni ufficiali. Nel 1547, però, anche in seguito all'idebolimento del governo Ashikaga, la capacità di reprimere i traffici illegali diminuì, furono quindi interrotti i rapporti con la Cina e il commercio marittimo. L'arrivo dei portoghesi Nel 1543 arrivarono a Tanegashima, un'isola a sud di Kyushu i primi mercanti portoghesi, interessati non solo al commercio, ma anche all'evangelizzazione, messa in atto dalla Compagnia di Gesù e da San Saverio, uno dei fondatori dell'ordine dei gesuiti. I gesuiti ottenero l'appoggio di alcuni daimyo, come Oda Nobunaga, interessati in realtà più al commercio che alla religione, al livello popolare, invece, la conversione al Cristianesimo fu più disinteressata, ma in realtà esso non ebbe un impatto minimamente paragonabile a quello avuto dal Buddhismo secoli prima. Nel Cinquecento poi gli europei introdussero l'archibugio, una sorta di pistola, che in giapponese venne chiamatatanegashima, l'introduzione delle armi da fuoco favorì notevolmente i daimyo con le risorse economiche per acquistarle e costruire castelli fortificati in grado di resistere al loro impatto. Gli scambi con gli europei portarono altri prodotti oltre alle armi da fuoco, come il tabacco, furono introdotte anche delle parole riprese dal portoghese, ma già dal 1587 si verificarono i primi episodi di intolleranza verso il Cristianesimo, che portarono all'isolamento del Giappone, che continuò i traffici commerciali solo con gli olandesi. PERIODO AZUCHI-MOMOYAMA I presupposti della riunificazione del periodo Azuchi-Momoyama La riunificazione del Giappone, nel periodo Azuchi-Momoyama, fu opera di tre grandi daimyo (Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu), ma bisogna considerare anche i presupposti che consentirono loro di riunificare il paese. Questi tre daimyo, poterono emergere grazie all'ambiente sociale, all'introduzione delle armi da fuoco e nuove tecnologie belliche, che li portaronno a primeggiare sugli altri e a conquistarsi l'appoggio dei daimyo. I guadagni provenienti dal commercio con i portoghesi furono una delle motivazioni che spinse daimyo, come Oda Nobunaga, ad appoggiare la religione cristiana, anche se veniva percepita da alcuni come una dottrina pericolosa che spingeva i giapponesi ad obbedire a un capo straniero. In questo clima prese avvio il progetto di unificazione del paese guidato da Nobunaga che nel 1568 conquistò Kyoto, dando inizio a quello che viene ricodato come periodo Azuchi-Momoyama. Oda Nobunaga discendeva da una famiglia di guerrieri di Owari, aveva acquistato una posizione di rilievo, sconfiggendo nel 1560 un daimyo, Imagawa Yoshimoto, che aveva cercato di invadere Kyoto passando per i suoi territori, accolse l'appello dell'imperatore e di Ashikaga Yoshiaki, pacificando la zona della capitale e garantendo a Yoshiaki la carica dishogun, senza però dargli pieno potere. Yoshiaki tentò cercò allora di eliminare Nobunaga, ma questi lo constrinse nel 1573 ad abbandonare la sua carica, segnando la fine del baifuku degli Ashikaga e del Periodo Muromachi. Dopo aver consolidato il suo potere nella capitale, Oda Nobunaga si apprestò ai sconfiggere i daimyo rivali, spesso coalizzati con le istituzioni buddhiste, contro cui si scagliò con grande violenza, sterminando nel 1571 migliaia di monaci del tempio Enryaku, in questo modo iniziò del Buddhismo al governo militare. Nobunaga si dimostrò, invece, più benevolo con gli europei, da cui acquistò armi da fuoco e acquisì tecnolgie, come il rivestimento delle navi in ferro. Nel 1576 fece anche edificare un castello ad Azuchi, in cui radunò i suoi eserciti, inagurando la tradizione dei castelli fortificati che avrebbe caratterizato tutto il periodo Azuchi-Momoyama. L'opera di unificazione del Giappone, iniziata da Oda Nobunaga, proseguì sotto Toyotomi Hideyoshi, un giovane di umili origini che riuscì ad emergere grazie alle sue qualità politiche e militari, grazie alle quali ereditò la posizione di Oda e nel 1584 stabilì la sua base ad Osaka, da dove concluse alleanze fra con importanti daimyo, come Tokugawa Ieyasu. Nel 1585 Toyotoni Hideyoshi ottenne la carica di kanpaku, reggente imperiale, e nel 1590 riuscì a terminare lariunificazione del Giappone, divenendo il capo assoluto del paese, e riuscendo a mantenere il potere grazie a una serie di alleanze, garantite dalla presenza di un famigliare nel suo castello di Osaka, che fungeva da ostaggio. poter coltivare altri prodotti oltre a riso che potevano essere rivenduti a buon prezzo sul mercato. In questo modo chi aveva la possibilità diinvestire diventava sempre più ricco, mentre coloro che possedevano piccoli appezzamenti divenivano sempre più improduttivi, poiché non erano in grado di stare al passo con le nuove tecnologie ed entrare a far parte del mondo mercantile vendendo prodotti diversi dal riso. Si andava sviluppando così all’interno della classe contadina unastratificazione sociale lontana dall’armonia confuciana. All’arricchimento di mercanti e contadini però non corrispondeva un arricchimento della classe guerriera, che invece era sempre più sommersa dai debiti, poiché il prelievo fiscale non era aumentato proporzionalmente all’aumento della produttività e il potere d’acquisto dei samurai, pagati in riso, era inferiore a quello dei mercanti che disponevano della moneta. Fra gli studiosi di cose occidentali si distinse Hayashi Shihei che pronosticò il pericolo russo, nel 1792 infatti una missione tentò di convincere il Giappone a instaurare rapporti commerciali, per tutta risposta ilbakufu aumentò il controllo su Ezo, l’attuale Hokkaido, da cui i russi erano giunti. Le pressioni per la riapertura Alla fine del Settecento il Giappone iniziò a subire una serie di pressioni per la riapertura. I primi tentativi di stabilire un rapporto commerciale e rompere l’isolamento giunsero dalla Russia nel 1792 e nel 1804, ma si affievolirono a causa delle guerre Napoleoniche e della guerra di Crimea. Anche l Gran Bretagna cercò di approdare nelle coste nipponiche ma dovette rinunciare a causa della prima guerra dell’oppio, ottenendo come risultato un indurimento della politica delsakoku nel 1825. La Gran Bretagna vendeva illegalmente in Cina l’oppio proveniente dall’India, questo veniva pagato in argento dai Cinesi causando un grave squilibrio nella bilancia commerciale oltreché sul piano sociale. Per questo il governo di Pechino inviò a Canton un commissario incaricato di risolvere la situazione, questi fece bruciare 1300 tonnellate di oppio inglese, provocando lo scoppio della guerra dell’oppio (1839-1842), conclusasi con la firma del trattato di Nachino, il primo “trattato ineguale” con l’Asia, che sarà poi preso a modello anche per la stipula dei trattati Ansei fra Giappone e potenze occidentale nel 1858. Il trattato di Kanagawa Le notizie provenienti dalla Cina indussero il Giappone a mitigare la politica del sakoku anche in vista dell’imminente arrivo di una missione statunitense, annunciato già nel 1852 dall’Olanda. Nel 1853 arrivarono quattro navi nere, guidate dal commodoro Perry con l’incarico, affidatogli da Fillmore, di concludere un accordo che consentisse agli Usa di disporrei un avamposto giapponese da utilizzare nelle lunghe traversate verso la Cina. Al Giappone fu concesso un anno di tempo per rispondere alla proposta americana, durante il quale si aprì una dibattito fra i daimyo, che dimostrò la debolezza del bakufu e si concluse con la scelta di Abe Masahiro, allora a capo del Consiglio degli Anziani, di seguire la linea del compromesso, acconsentendo a tutte le richieste, tranne quelle relative al commetcio. Il 31 marzo 1854 fu stipulato il trattato di Kanagawa, che prevedeva la riapertura dei porti di Hakodate e Shimoda, l’insediamento di un console statunitense a Shimoda e il soccorso dei naufraghi americani. Trattati Ineguali Tale trattato e quelli che seguirono con Olanda, Russia, Gran Bretagna e Francia, furono detti Trattati Ansei, vennero stipulati prendendo a modello il trattato imposto dagli inglesi alla Cina alla fine della guerra dell’oppio e vengono considerati ”trattati ineguali” per via di alcune clausole particolarmente svantaggiose e la mancata reciprocità di obblighi e diritti. La riapertura dei porti influì negativamente sull’economia giapponese, il controllo sui dazi impediva una politica protezionistica e la concessione dell’extra-territorialità ai cittadini americani limitava l’autorità giudiziaria giapponese. La Costituzione Giapponese del 1889 All’indomani della restaurazione l’imperatore aveva promesso ai sudditi giapponesi, tramite il gokajo no seimon(giuramento in cinque articoli), una più ampia partecipazione popolare e la promulgazione di una costituzione. Il progetto costituzionale fu però rimandato anche perché si era aperto un dibattito su quale modello costituzionale occidentale il Giappone avrebbe dovuto seguire. In particolare vennero proposti due modelli: quello inglese, che proponeva un governo parlamentare, sostenuto da Okuma Shigenobu; oppure quello prussiano, che propendeva per un governo trascendente, appoggiato da Ito Hirobumi. Nel 1888 fu creato il consiglio privato, detto Sumitsuin a cui spettava il compito di approvare la costituzione. L’11 febbraio 1889 fu promulgata la prima costituzione giapponese, presentata al popolo come un dono dell’imperatore. La costituzione sanciva l’inviolabilità dell’imperatore a cui era affidato il comando delle forze armate, il potere esecutivo e quello legislativo. Il parlamento era composto da una camera dei pari riservata alla nobiltà e da una camera dei rappresentati eletta a suffragio molto ristretto, essa aveva il diritto di veto sulle leggi di bilancio, ma un potere legislativo inferiore a quello dell’imperatore. La guerra nippo-cinese Pochi anni prima della stesura della costituzione tra il 1881 e il 1885 il ministro delle finanze Matsukata Masayoshi aveva iniziato a cedere a privati le industrie statali non strategiche ponendo le basi per la formazione degli zaibatsu. Gli zaibatsu divennero dei monopoli capitalistici plurisettoriali tipici dell’economia giapponese. Nonostante la crescita economica dovuta alle esportazioni e alla contrazione del mercato interno, il Giappone era afflitto dalla mancanza di capitali. Era negli interessi del governo e degli zaibatsu seguire una politica espansionistica che consentisse l’acquisizione di materie prime e nuovi mercati. Nell’ottica espansionistica nel luglio del 1894 il Giappone mosse guerra all’impero cinese. La guerra nippo- cinese si concluse nel 1895 con il trattato di Shimonoseki che prevedeva il riconoscimento al Giappone dello status di nazione più favorita, l’apertura di quattro porti cinesi al commercio giapponese, l’indipendenza della Corea, la cessione delle isole Pescadores, di Taiwan e della penisola dello Liaodong e un'indennità di guerra di 200 milioni di tael d’argento. Tuttavia il ”triplice intervento” di Russia, Francia e Germania indusse il Giappone a rinunciare allo Liaodong in cambio di altri 30 milioni di tael, anche in considerazione della superiorità militare delle potenze occidentali. All’inizio del Novecento scoppiò in Cina la rivolta dei Boxers, che occuparono le legazioni straniere a Pechino, la partecipazione del Giappone con 8000 uomini alla liberazione comportò il riconoscimento di Tokyo da parte della comunità internazionale La guerra russo-giapponese Dopo la rivolta dei Boxers la Russia aveva mantenuto a lungo delle truppe in Manciuria, ciò unito all’espansione zarista in Afghanistan, rappresentava una minaccia sia per Tokyo che per Londra, che vedeva nell’espansione russa un percolo per il suo impero indiano. Così il 30 gennaio 1902 fu firmata una alleanza nippo-britannica in funzione anti-russa. Il trattato prevedeva il riconoscimento degli interessi inglesi in Cina e di quelli giapponesi in Cina e Corea; la neutralità della controparte in caso di conflitto da parte dell’alleato e l’entrata in guerra al suo fianco in caso di più di un nemico. Inoltre la Gran Bretagna seguita dalle altre nazioni revocò i trattati ineguali al Giappone. Il 10 febbraio 1904 il Giappone dichiara guerra alla Russia e le forze di terra ottengono la vittoria nella battaglia Port Arthur, mentre in mare l’ammiraglio Togo Heihachiro ottiene la vittoria nella battaglia di Tsushima, anche grazie agli inglesi che tenendo fede ai patti impediscono il passaggio alle truppe russe attraverso Gibilterra e il canale di Suez, le quali, costrette a circumnavigare l’Africa giunsero stremate in Asia. Il 5 settembre 1905 viene siglato il trattato di Portsmouth con cui la Corea diventa un protettorato giapponese inoltre il Giappone prende possesso della ferrovia sud-manciuriana e di parte dell’isola di Sakhalin. La vittoria del Giappone su una potenza occidentale ebbe un forte impatto a livello internazionale perché era la prima volta che una potenza asiatica otteneva un simile successo in Occidente. In patria, invece, i nazionalisti ritennero insoddisfacenti le condizioni di pace e scatenarono la rivolta di Hibiya, che fu brutalmente sedata, dando il via a un clima di repressione che sarebbe andato aumentando nel corso delle due guerre mondiali
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