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Giovanni Pascoli: Vita e Opere - Poesia e Sintassi Innovative, Appunti di Italiano

Biografia e analisi poetica di giovanni pascoli, noto poeta italiano del xix secolo. Esploriamo la sua vita, le tematiche e la sintassi innovativa della sua poesia. Metrica, uso dell'onomatopea, sinestesia e temi come la natura, la sofferenza e l'amore.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 12/02/2024

samuel.de.luca
samuel.de.luca 🇮🇹

19 documenti

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Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli: Vita e Opere - Poesia e Sintassi Innovative e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1 Giovanni Pascoli Vita e opere Giovanni Placido Agostino Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. All'età di dodici anni perde il padre, ucciso da una fucilata sparata da ignoti; la famiglia è costretta a lasciare la tenuta che il padre amministrava, perdendo quella condizione di benessere economico di cui godeva. Nell'arco dei sette anni successivi, Giovanni perderà la madre, una sorella e due fratelli. Prosegue gli studi prima a Firenze, poi a Bologna. Nella città emiliana aderisce alle idee socialiste, nel 1879 viene arrestato. Consegue la laurea in Lettere nel 1882. Inizia a lavorare come professore di latino e greco; suo obiettivo è quello di riunire attorno a sé i membri della famiglia. L'anno seguente vince la prima delle sue d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Dopo un breve soggiorno a Roma si trasferisce a Castelvecchio di Barga, piccolo comune toscano dove acquista una villetta e una vigna. Con lui vi è la sorella Maria, vera compagna della sua vita, considerato che Pascoli non si sposerà mai. Nel 1912 la sua salute peggiora e deve lasciare l'insegnamento per curarsi. Trascorre i suoi ultimi giorni a Bologna, dove muore il 6 aprile. La poetica La poesia di Pascoli è caratterizzata da una metrica formale fatta di endecasillabi, sonetti e terzine coordinati con grande semplicità. La forma è classica esternamente, maturazione del suo gusto per le letture scientifiche. Uno dei meriti di Pascoli è stato quello di rinnovare la poesia, toccando temi fino ad allora trascurati dai grandi poeti: con la sua prosa trasmette il piacere delle cose semplici, usando quella sensibilità infantile che ogni uomo porta dentro di sé. Pascoli era un personaggio malinconico, rassegnato alle sofferenze della vita e alle ingiustizie della società, convinto che quest'ultima fosse troppo forte per essere vinta. Nonostante ciò, seppe conservare un senso profondo di umanità e di fratellanza. Crollato l'ordine razionale del mondo, in cui aveva creduto il positivismo, il poeta, di fronte al dolore e al male che dominano sulla Terra, recupera il valore etico della sofferenza, che riscatta gli umili e gli infelici, capaci di perdonare i propri persecutori. Le soluzioni formali La sintassi L'aspetto che forse colpisce di più è quello sintattico. La sintassi di Pascoli è ben diversa da quella della tradizione poetica italiana, che era modellata sui classici e fondata su elaborate e complesse gerarchie di proposizioni principali, coordinate e subordinate: nei suoi testi poetici invece la coordinazione prevale sulla subordinazione, di modo che la struttura sintattica si frantuma in serie paratattiche di brevi frasi allineate senza rapporti gerarchici tra di loro, spesso collegate non da congiunzioni, ma per asindeto. Di frequente, inoltre, le frasi sono ellittiche, mancano del soggetto, o del verbo, o assumono la forma dello stile nominale. L'architettura della frase pascoliana rivela il rifiuto di una sistemazione logica dell'esperienza, il prevalere della sensazione immediata, dell'intuizione, dei rapporti analogici, allusivi, suggestivi, che indicano una trama di segrete corrispondenze tra le cose, al di là del visibile. E una sintassi che traduce perfettamente la visione del mondo pascoliana, una visione “fanciullesca”, alogica. Il lessico Pascoli mescola un linguaggio elegante a un contesto contadino, fa un forte uso dell'onomatopea, cioè la rappresentazione dei suoni della natura attraverso le parole, crea una sorta di mescolanza linguistica, totalmente innovativa, espressiva e coinvolgente, usa un linguaggio che è frutto di accostamenti particolari. Al livello del lessico, si possono osservare fenomeni analoghi. Pascoli non usa un lessico "normale": mescola tra loro codici linguistici diversi, allinea fianco a fianco termini tratti dai settori più disparati. La metrica Pur utilizzando una metrica tradizionale, Pascoli facendo scelte molto particolare porta la metrica a non essere più stabile, attraverso suoni che si rimandano all'interno del testo. è forte anche l'utilizzo degli enjambement, che spezzano sintagmi strettamente uniti, come ad esempio soggetto-verbo, aggettivo-sostantivo, creando così anche una mancanza di logica che l'autore vuole manifestare, 2 paragonabile alla mancanza di logica nella vita, nella mancanza di logica che lo ha colpito attraverso la prematura morte del padre. Le figure retoriche Le figure retoriche contribuiscono alla creazione di figure alogiche, accostando in maniera quasi impensabile due realtà totalmente differenti, contribuendo così a rendere la frase più enigmatica. Pascoli fa anche largo utilizzo della sinestesia che crea un accostamento tra elementi di campi sensoriali diversi (es. soffi di lampi), tutto questo per creare una maggiore suggestione per comunicare questo senso di mancanza di logica. Le opere - Myricae: il titolo è tratto da un verso di Virgilio, richiamando con il nome di una semplice pianta la poetica degli oggetti. La poesia è semplice, fatta di paesaggi di campagna, di piccole cose. La natura è il simbolo di qualcosa di più profondo e viene descritta sempre con intenti metaforici. Il titolo inoltre allude alla brevità dei componimenti e al linguaggio semplice. Le tematiche sono principalmente il nido, i paesaggi campestri, il tema funebre. La raccolta è dedicata alla memoria del padre. - Poemetti e Nuovi Poemetti: si tratta di componimenti più impegnativi, emergono personaggi della vita contadina a cui bisogna ispirarsi. La campagna infatti è promotrice di uno stile di vita semplice e ricco di valori positivi. Inoltre, il mondo contadino, chiuso e protetto, rimanda alla tematica del nido. - Canti di Castelvecchio: sono dedicati alla memoria della madre. I componimenti sono incentrati sulle cose semplici, ma sono più lunghi e complessi. Il simbolismo è più accentuato, il tema funebre è più ossessivo e la tematica del nido è più complessa. La morte è fonte di angoscia, tuttavia i morti sono presenze che proteggono il nido. Compaiono anche l’amore e l’eros, esperienze che però sono negate al poeta. - Poemi conviviali: emergono figure classiche come Alessandro Magno e Solone. - Odi e Inni: componimenti dall’aspetto più ideologico e moralista. - Poemi italici: vengono celebrati eventi della storia italiana - Canzoni di re Ezio: si tratta di una poesia epica e storica - Poemi del Risorgimento Arano La poesia fa parte della raccolta "Myricae" e descrive una scena rurale: un campo dove alcuni contadini lavorano la terra, osservati da un passero e da un pettirosso che aspettano di poter beccare i semi rimasti scoperti dalla semina. Il paesaggio è tipicamente autunnale: lo si capisce da quella nebbiolina che sale dai cespugli e, soprattutto, dalle foglie di vite che spiccano per il colore rosso nei filari e anche dai rami del gelso che sono "irti", cioè spogli. Ogni gruppo di versi ha un proprio nucleo tematico: nella prima terzina Pascoli descrive il paesaggio utilizzando soprattutto sensazioni visive. Nella seconda terzina invece si concentra sul lavoro dei contadini e, in questo caso, le sensazioni sono più di tipo uditivo. Nella quartina finale Pascoli introduce due nuovi personaggi: il passero e il pettirosso che, dalle rispettive posizioni, attendono pazientemente di poter approfittare della semina. Il linguaggio è tipicamente pascoliano, ricco di suggestioni visive e auditive. L'impressione generale che si ricava è di profonda malinconia: tutto è grigio, uniforme, avvolto dalla bruma autunnale. Solo pochi tocchi di colore intervengono a spezzare questa monotonia visiva come ad esempio il rosso delle foglie di vite nel primo verso. Anche il lavoro dei contadini assume un tono cadenzato e monotono, che si ripete sempre uguale: le grida sono lente, il battere la terra è paziente. Pascoli trasmette l' idea di una natura placida, assonnata dove solo due creature sono vigili e attente, i due uccellini che spiano interessati ciò che accade nel campo. Lavandare Il poeta passeggia in campagna in una giornata d’autunno. Il paesaggio è avvolto in una nebbiolina che sale leggera dal terreno e Pascoli scorge nel mezzo di un campo, arato a metà, un aratro abbandonato. Da un fosso arriva il canto triste e lento delle lavandaie al lavoro. Il canto racconta di
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