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Riassunti visione film come in uno specchio, Appunti di Psicologia Generale

Come in uno specchi riassunto e commento

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 24/06/2019

Meryluisa
Meryluisa 🇮🇹

4.5

(29)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunti visione film come in uno specchio e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Ernst Ingmar Bergman è stato un regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e produttore cinematografico svedese. Biografia Nato a Uppsala da un pastore luterano, Erik, e da Karin Åkerblom, proveniente da una famiglia benestante di Stoccolma, Ingmar trascorse l'infanzia seguendo gli spostamenti del padre nelle case parrocchiali di vari paesini e fu educato secondo i concetti luterani di "peccato, confessione, punizione, perdono e grazia", temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film. Mentre la paternità è certa non è sicuro che la vera madre sia stata Karin Åkerblom: sembra infatti che la madre naturale fosse Hedvig Sjöberg. Il padre pur essendo un eccellente oratore aveva un temperamento irritabile, come sostiene Bergman nella sua biografia: "Non potevamo fischiare, non potevamo camminare con le mani in tasca. Improvvisamente decideva di provarci una lezione e chi s'impappinava veniva punito. Soffriva molto per il suo udito eccessivamente sensibile, i rumori forti lo esasperavano". Erik impartì al figlio un'educazione molto severa, le cui tracce si riscontreranno spesso nei suoi film; la figura del padre sarà portata sullo schermo in tre film: Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni (1992) e Conversazioni private (1996). La madre aveva un eccessivo carico di lavoro, era tesissima, non riusciva a dormire, faceva uso di forti sedativi, che avevano effetti collaterali quali l'irrequietezza e l'ansia. Il rapporto conflittuale con i genitori portò il giovane Ingmar a rinchiudersi in un suo mondo liberatorio e fantasioso con il quale sostituiva quello reale e quando a dodici anni gli venne regalato il primo proiettore cinematografico trovò, nel mondo della pellicola con le sue luci e le sue ombre, quello che cercava .Nel 1936, dopo l'ennesimo scontro con i genitori, partì per Stoccolma dove andò a vivere da solo. Dopo gli studi superiori e il servizio militare, si iscrisse all'Università di Stoccolma per frequentare un corso di storia della letteratura, abbandonò l'università ed entrò per la prima volta in contatto con il mondo del teatro e del cinema. Iniziò a occuparsi di teatro studentesco dirigendo una compagnia filodrammatica presso la stessa università e scrivendo testi per alcuni drammi. Nel 1940 divenne aiuto regista presso il "Teatro reale dell'opera", (anche se senza stipendio). Raggiunta la tranquillità economica, si mise a scrivere intensamente e produsse, nel giro di due anni, ben dodici drammi e un'opera lirica. Nel 1942, uno dei suoi drammi, La morte di Kasper, venne messo in scena per decisione del direttore del teatro studentesco e segnò la sua fortuna poiché ad assistere vi era Carl Anders Dymling, e Stina Bergman, vedova del drammaturgo Hjalmar Bergman, colpita dalla rappresentazione, lo convocò il giorno seguente e lo assunse con uno stipendio di cinquecento corone al mese. Due anni dopo Ingmar Bergman esordisce nella regia cinematografica, dimostrando attenzione per i problemi esistenziali dei giovani e una imprevedibile vocazione neorealistica. Dopo altre due sceneggiature, Bergman termina il suo apprendistato in campo cinematografico. Si può dire che ormai per lui la macchina da presa non abbia più segreti: comincia ad assimilare la lezione dei più grandi maestri contemporanei e a prendere in considerazione tematiche care al neorealismo (o di quello che verrà definito realismo poetico), senza trascurare la realtà simbolica presa in sè o il ruolo della donna nella società, sempre alla luce di quello che è il suo maestro inconscio, il suo faro, la sua guida artistica e spirituale, Strindberg.Le sue pellicole sono caratterizzate dalla strenua cura nella narrazione, la stessa che avrebbe fatto apprezzare a livello internazionale film come "Il settimo sigillo" (1956) e "Il posto delle fragole" (1957), film che mettono anche in evidenzia il suo approccio estremamente lirico nel trattare le storie e i personaggi. Gli anni '70 portano a Ingmar Bergman, già noto al pubblico europeo, la fama mondiale grazie a regie cinematografiche divenute emblema di un certo cinema d'autore. Sono titoli ormai entrati a pieno diritto nella storia del cinema come "Sussurri e grida", "Il flauto magico", "Sinfonia d'autunno" o "Scene da un matrimonio". Nel corso degli anni '80 Bergman si è perlopiù ritirato dall'attività cinematografica e televisiva, continuando però a realizzare messinscene teatrali. "Fanny e Alexander", una sua rara pellicola girata nel 1982, è stata per il regista una sorta di riepilogo di tutto il suo lavoro. Successivamente si è concentrato soprattutto sulla scrittura, pubblicando lavori autobiografici ("La lanterna magica" nel 1987 e "Immagini" nel 1990) e sceneggiando "Con le migliori intenzioni", il film diretto da Bille August del 1992. Tra i vari riconoscimenti ricevuti vi sono l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1958 con "Il posto delle fragole", un Oscar nel 1960 per "La fontana della vergine", un Oscar per il Migliore film straniero nel 1961 con il film "Come in uno specchio", ben quattro Oscar per "Fanny e Alexander" e molti altri, fino al Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica, ricevuto nel 2005. Nella sua biografia, intitolata "Lanterna magica", il regista scrive:"La verità è che io vivo sempre nella mia infanzia, giro negli appartamenti in penombra, passeggio per le silenziose via di Uppsala, mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi sposto con la velocità di secondi. In verità, abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà". Nell’ambito della famiglia non fu molto fortunato poiché si sposò 5 volte, ebbe nove figli, e alla morte della quinta moglie Ingrid cadde in uno stato depressivo e si ritirò sull'isola di Faaro, nel Mar Baltico, dove morì il 30 luglio 2007. Come in uno specchio (Såsom i en spegel) è un film del 1961 scritto e diretto da Ingmar Bergman, vincitore dell'Oscar al miglior film. Il titolo del film è preso da un verso della Prima lettera ai Corinzi, dove Paolo di Tarso dice: «Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia» (Capitolo 13, Verso 12) La pellicola inaugura la cosiddetta trilogia "religiosa" di Bergman, dove il regista si addentra in profondità nei meandri del "problema religioso". La trilogia, composta oltre che dal film in oggetto da Luci d'inverno e da Il silenzio, sarà completata nel breve arco di due anni, ma resterà parte fondamentale del "corpus" dell'opera bergmaniana. Temi principali Schizofrenia, ricerca costante di Dio (ragno/amore) dialogo tra padre e figlio. Trama Una famiglia è in vacanza sull'isola di Fårö (situata nel Baltico, a nord di Gotland) : sono due sposi, Martin e Karin, il giovane Minus fratello di Karin, e il padre dei due, David. La ragazza è appena uscita da un ospedale psichiatrico, e il padre riesce a vedere nella sua malattia soprattutto uno spunto letterario per il suo lavoro di scrittore. Il marito di Karin è un medico dal temperamento razionale che non si accorge delle attenzioni morbose della moglie verso il giovane Minus al quale la donna confida le proprie allucinazioni a sfondo mistico-religioso. Il film si apre con il bagno al mare di Karin e Minus e con un dialogo tra i due il quale evince la gelosia di Minus nei confronti del comportamento di Karin. Martin(marito) dice a David che lo psichiatra ha gia avuto casi del genere ma la sua malattia è quasi incurabile, ma comunque continua ad amare Karin(è la sua ancora di salvezza).La sera cenano tutti insieme nel giardino ed il clima è positivo fin quando David dice di dover partire per la Iugoslavia anche se aveva promesso di restare per un pò ‘mi dispiace’, poi va a prendere i regali dalla Svizzera e dice di dover andare a fumare, ma in realtà va dentro casa e piange per i sensi di colpa. Quando torna da loro lo ringraziano e Minus e Karin decidono di recitare per lui interpretando relativamente la loro condizione, Minus recita "L’oblio mi possiederà e la morte mi amerà". Quando vanno a dormire Karin parla con il marito provandogli a far capire il suo stato di ansia e paura ma il marito ma conforta ripetendole che la ama. Circa alle 5 del mattino Karin si sveglia dopo aver sentito il suono di una nave (interpreta la malattia e la condizione di Karin che peggiora) va in un’altra stanza dove poggiandosi ad una parete sente delle voci bisbigliare per poi ansimare dal piacere poggiandosi a terra. Successivamente va dal padre il quale è sveglio e scrive sulla sua scrivania, David rassicura Karin e la mette a letto, poco dopo arriva Minus il quale chiede al padre di aiutarlo con le reti da pesca e quando va via Karin si alza, va a frugare nella scrivania del padre e trova il suo diario in cui parla in modo freddo e distaccato del progredire della sua malattia mentale e di ciò che prova, Karin sconvolta va dal marito,lo sveglia con la scusa di voler fare il bagno al mare ma poi inizia a piangere e gli confessa di aver letto il diario del padre, così Martin prova a rassicurarla e confortarla. Successivamente David e Martin vanno con la barca a comprare alcune cose e restano soli Minus e Karin. Nel giardino Karin scopre Minus leggere delle riviste pornografiche(desideri sessuali repressi) lo prende in giro per poi scusarsi con lui e pensa che lui sia chiuso in se stesso, nel suo mondo. Poco dopo vanno a fumare sulla scogliera e Karin gli confessa di sentire le voci e lo porta nella stanza in cui le sente e afferma di voler vedere Dio e che delle volte ci trova in un altro mondo senza impedirlo, ma Minus è incredulo e sconvolto e Karin vedendolo scoppia a piangere e gli urla di andare via, Minus esce, riflette per quale istante al di fuori per poi rientrare nella stanza dove vede Karin tranquilla e serena (come se non fosse successo nulla=bipolare,nevrosi) . Sulla barca Martin dice a David che Karin ha letto il suo diario in cui scrive "la malattia è incurabile ma voglio studiarne i sintomi" e gli dice che è un debole perché così non aiuta la figlia e che non può continuare a colmare il vuoto che ha dentro scrivendo romanzi sulla malattia di Karin. David confessa di volerle tanto bene ma che si sente incapace di agire, confessa di aver provato a suicidarsi ma il senso di colpa e di oppressione gliel’hanno impedito, confessa inoltre di non essere capace di esprimere l’amore che prova se non nei suoi scritti. In tanto Karin scappa e Minus la ritrova dentro una vecchia barca malandata e ormeggiata, Karin sente di nuovo le voci e
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