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Riassunto 1° Guerra Mondiale, Sintesi del corso di Storia

In questo documento sono riportati in modo efficace, ma allo stesso tempo anche riassunte le fasi e le tematiche fondamentali della 1° Guerra Mondiale. Tutto ciò è stato ripreso dal libro "Dialogo con la storia e l'attualità".

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 23/12/2020

matte1205
matte1205 🇮🇹

4.5

(6)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto 1° Guerra Mondiale e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! PRIMA GUERRA MONDIALE 4.1) La fine dei giochi diplomatici (pag. 90) Nei primi decenni del XX secolo le relazioni internazionali erano influenzate negativamente soprattutto dal dinamismo e dalla aggressività della Germania di Guglielmo II. La Francia sin dalla guerra franco-prussiana si sentiva minacciata dalla Germania, così come l’Inghilterra che sentiva minacciato il suo dominio navale e così anche la Russia che si unì a questi due stati nella Triplice Intesa. Ora l’Euoropa era divisa in due blocchi:  Triplice Intesa: Russia, Francia ed Inghilterra;  Triplice Alleanza: Germania, Austria ed Italia. Le due crisi marocchine. Le rivalità peggiorarono a causa della corsa alle colonie, la Germania ottenne delle colonie interferendo però con gli interessi britannici e francesi in territori dai confini indefiniti, come ad esempio il Marocco, che la Francia tentò di conquistare, proponendo alla Spagna sua rivale di prendere le enclaves (città sulla costa settentrionale). Il re tedesco però si impose come difensore del Marocco dalla francia portando il suo paese allo scontro nelle cosidette “crisi marocchine”. La rivendicazione nazionale dei serbi. Un’altra grave crisi si manifestò nella penisola balcanica dove l’Austria, approfittando dei problemi interni dell’impero ottomano causati dal movimento nazionalista de Giovani turchi, mirava ad espandere i propri territori. Tutto ciò conseguì con una violazione delle deliberazioni del congresso di Berlino da parte dell’Austria, che, annesse a se la Bosnia-Erzegovina. Tale iniziativa irritò la Serbia, la quale, aspirava a riunire in un unico stato nazionale gli slavi del Sud o iugoslavi. SERBIA → centro patriottico degli irredentisti (patrioti rivendicanti territori e popolazioni legati alla madrepatria). Le due guerre balcaniche. Nel 1912 la Serbia, la Grecia, il Montenegro e la Bulgaria approfittarono del fatto che la Turchia era impegnata nella guerra aperta dall’Italia in Libia per sottrarre all’impero ottomano la Macedonia. Ciò causò la prima guerra balcanica, che durò solo pochi mesi e terminò con il successo della coalizione. Si giunse così al trattato di Londra, nel quale, l’impero turco rinuciò a tutti i territori europei. La pace durò però solo poche settimane e, in Giugno, la Bulgaria attaccò Serbia e Grecia: scoppiava così la seconda guerra balcanica, in cui si inserirono anche la Romania e di nuovo l’impero ottomano. Essa si concluse con la pace di Bucarest, grazie alla quale la Serbia ottenne il Kosovo e parte della Macedonia, mentre i turchi recuperavano la Tracia. Nasceva anche il regno di Albania. La “polveriera balcanica”. Il bilancio delle due guerre balcaniche risultava molto negativo non solo per l’impero austriaco, ma anche per la Russia che non è riuscita ad espandersi. Nemmeno l’Italia poteva gioire poiché, da tempo ormai, era in contrasto con l’Austria per il dominio dell’Albania. 4.2) 1914: il fallimento della guerra lampo (pag. 93) L’uccisione dell’eredeal trono d’Austria e l’inizio delle ostilità. Il 28 Giugno 1914 a Sarajevo (capitale della Bosnia, sotto il dominio dell’Austria) vennero uccisi durante una visita l’arciduca austriaco e la moglie da un giovane studente serbo, Gavrilo Princip. L’Austria reagì inviando alla Serbia un ultimatum di 48 ore, che conteneva delle richieste limitanti la sovranità serba. La Serbia non accettò ogni richiesta e con ciò l’Austria non soddisfatta gli dichiarò guerra nel 28 Luglio 1914. Scatta il sistema delle alleanze. Poco dopo scattò un sistema generale di alleanze: la Russia si schierò con la Serbia, la Germania dichiarò guerra prima alla Russia e in seguito alla Francia. L’invasione del Belgio e l’ingresso in guerra dell’Inghilterra. Il piano tedesco era quello di mettere fuori combattimento l’esercito francese per poi concentrarsi sul fronte orientale. Per fare ciò il generale Helmuth von Moltke decise di prendere alle spalle l’esercito francese invadendo il Belgio e violandone la neutralità, ciò portò l’Inghilterra a schierarsi con la Francia preoccupata dalla presenza dei tedeschi nella Manica. La resistenza del Belgio. Il Belgio oppose resistenza riuscendo ad ostacolare per due settimane i tedeschi, i francesi appoggiati dall’Inghilterra riuscirono a prepararsi per difendere il fronte dall’invasore che era giunto fino al fiume Marna, situato a pochi kilometri da Parigi, dove il nemico venne respinto fino al fiume Aisne. Da qui in poi il fronte si stabilizzò. La guerra si stabilizza anche sul fronte orientale. Nel fronte orientale i Russi avevano ivaso la Prussia e i tedeschi impauriti dalla loro avanzata furono costretti a spostare una parte delle loro truppe, che stava combattendo con la Francia, ad est, per difendersi e riuscendo così a sconfiggere gli avversari in due battaglie, quella di Tannenberg e dei laghi Masuri. una popolazione che in quanto di religione cristiana ortodossa era sotto la difesa dello Zar e quindi quando la Turchia entrò in guerra gli armeni, vennero accusati di alleanza con i russi finendo così per essere sterminati in massa. L’esercito italiano sul fronte dell’Isonzo e del Carso. L’Italia entrò in guerra mentre il fronte russo si stava rompendo, l’esercito avanzò al di là del confine austriaco dove però presso Gorizia dovette fermarsi a causa della resistenza austriaca. Tra il Giugno e il Dicembre del 1915 vennero combattute le 4 battaglie dell’Isonzo con perdite gravissime, quando arrivò l’inverno ebbe inizio una guerra di posizione anche per l’Italia. Il terzo anno di guerra. Il 1916 fu un anno molto duro poiché le perdite furono enormi e inoltre sorsero grandi difficoltà anche nell’approvvigionamento. Le battaglie di Verdun e della Somme sul fronte francese risultarono inutili stragi sensa senso e senza alcun risultato. La guerra sul mare e la battaglia dello Jutland. Grande importanza ebbe anche la guerra sul mare. In questo periodo la germania si specializzò nell’utilizzo dei sommergibili (u-boot) capaci di colpire a sorpresa il nemico. La guerra sottomarina che seguì, scatenata dalla Germania, mise a dura prova gli alleati dell’Intesa. Nel 1916 la Germania sfidò l’intesa nella battaglia dello Jutland e nonostante danneggiò gravemente la flotta inglese fu costretta a ritirarsi nelle proprie basi navali senza far più uscire in mare la propria flotta. Tuttavia implementò l’uso dei sottomarini nell’oceano affondando le navi commerciali che transitavano e facendo così irritare ulteriormente gli Stati Uniti. La “spedizione punitiva” austriaca contro l’Italia. Nel maggio del 1916 gli austriaci sferrarono in trentino ua violenta offensiva con l’intenzione di vendicare il “tradimento dell’Itallia. Quest’azione ebbe inizialmente successo ma con l’arrivo dei russi in soccorso dell’alleata dell’Intesa portarono quasi Vienna sull’orlo della capitolazione. Il ministero Boselli e l’offensiva sull’Isonzo. Di fronte al pericolo corso nel Trentino il governo di Slandra si dimise lasciando il posto così ad un nuovo governo presieduto da Boselli il quale per prima cosa dichiarò guerra anche alla Germania. Pochi giorni prima il governo italiano aveva iniziato un’offensiva sull’Isonzo conquistando la Gorizia (la città friulana era finalmente in mano italiana). La morte di Francesco Giuseppe e il fallimneto delle proposte di pace. Nonostante questo succeso dell’Intesa sul fronte italiano però le sorti della guerra erano ancora incerte. Il 21 Novembre dello stesso anno morì a Vienna l’imperatore Francesco Giuseppe e gli succedette il nipote Carlo I convinto che la salvezza dell’impero potesse trovarsi solo nella pace, così anche la Germania che non era contraria a questa idea prese l’iniziativa di fare giungere ai paesi dell’Intesa alcune proposte di accordo. Tuttavia queste proposte andarono in fumo quando in Inghilterra divenne primo ministro Lloyd George il quale era un sostenitore della guerra ad oltranza. Così anche le altre potenze dell’Intesa finirono per accetare le sue ideologie. L’opposizione socialista alla guerra. Anche nel movimento socialista internazionale continuava il dibattito nei confroti della guerra che ebbe due tappe importanti nelle conferenze a Zimmerwald nel 1915 e a Kienthal nel 1916. La maggioranza indicò una possibile soluzione in una “pace senza vincitori ne vinti”. Si delineò inoltre una minoranza di estrema sinistra che proclamva la necessità di un “disfattismo rivoluzionorio”: ovvero la sabotazione della guerra per poterne approfittare. 4.5) Il fronte interno e l’economia di guerra (pag. 110) La produzione mobilitata. I governi si trovarono con carenza di armi, munizioni, altro materiale bellico e viveri. Fu perciò necessario coordinare tutte le attività industriali, favorendone la conersione verso la produzione bellica ricorrendo al razionamento dei consumi alimentari e al controllo dei prezzi. In tutti i paesi furono dunque istituiti appositi organismi di stato per dirigere l’economia di guerra. Essa marciava a pieni ritmi solo nel settore bellico mentre le industrie civili e il settore agricolo erano completamente trascurati. I prestiti di guerra. Per finanziare le proprie spese gli stati istituirono dei prestiti di guerra, ovvero l’emissione di buoni da far sottoscrivere ai propri sudditi e cittadini per finanziare il coflitto. Donne al lavoro. Era fondamentale affrontare il problema della scarsità di manodopera nelle campagne e nelle città: perciò vi fù un massiccio ingresso di donne nel mondo del lavoro. Le fabbriche furono quindi “femminilizzate”. Le donne guidavano gli autobus, conducevano la metropolitana, facevano le operaie nei cantieri… Il ruolo della propaganda. Mantenere alto il morale e la partecipazione dei civili divenne sempre più complicato, e richiese un crescente controllo sull’informazione e una propaganda sempre più martellante. Per soffocare le proteste, il dissenso e il disfattismo furono creati appositi uffici di censura. Fronte e “fronte interno” nel corso del 1917. La lunga guerra stava ormai logorando gli animi dei soldati di tutti ipaesi in lotta. Le truppe si abbandonavano a manifestazioni di insofferenze e di insubordinazione: si moltiplicavano così i casi i diserzione, autolesionismo e ammutinamento contro una disciplina che aveva assunto caratteri brutali. Anche l’Italia conobbe una grande rivolta , a Torino, dove una manifestazione che reclamava la distribuzione del pane sfociò in una enorme sommossa. 4.6) Dalla caduta del fronte russo alla fine della guerra (1917-1918) (pag. 113) Il ritiro della Russia. Il prolungarsi della guerra era motivo di tensioni particolarmente gravi in Russia, dove l’opposizione al regime dello zar era attiva da tempo. La rivoluzione detta “d’ottobre”, nella quale lo zar abdicò, ebbe come conseguenza immediata il ritiro della Russia dal conflitto. Nel dicembre del 1917 siarrivò all’armistizio di Brest- Litovsk, poi trasformato in pace nel marzo del 1918. La disfatta di Caporetto. Il crollo del fronte russo costituì un duro colpo per l’Intesa. In un primo momento il peso maggiore della nuova situzione dovette essere affrontato dall’esercito italiano, il quale aveva già organizzato due offensive sugli altipiani e sul Carso. Tra il 23 e il 24 Ottobre del 1917 gli austriaci, scatenarono un’improvvisa e potente controffensiva, spezzando il fronte italiano a Caporetto; ciò determinò una gravissima perdità per l’esercito italiano di uomini e mezzi.
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