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Riassunto "A scuola di creatività" -C. Lucchiari, M.E. Vanutelli, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Riassunto libro "A scuola di creatività" di Claudio Lucchiari e Maria Elide Vanutelli; 9 capitoli, senza appendice.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 06/02/2022

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Scarica Riassunto "A scuola di creatività" -C. Lucchiari, M.E. Vanutelli e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! 1 A SCUOLA DI CREATIVITÀ 1. Avvicinare scuola e creatività: un percorso interdisciplinare Cinque (4+1) modalità di funzionamento del cervello:  Apprendimento controllato: processo supervisionato dalla coscienza, permette acquisizione di procedure utilizzabili in futuro  Esecuzione controllata: implementazione delle procedure già interiorizzate  Modalità automatiche: al di fuori della coscienza; l’apprendimento si automatizza  Modalità di funzionamento: ▪ C/On: creatività attiva, permette l’attivazione di collegamenti poco stabili tra aree funzionali diverse o l’attivazione di connessioni altrimenti inibite. Si tratta di una modalità molto dispendiosa e meno efficiente. Perché la creatività si attivi, occorre uno stimolo impellente (si impone rispetto agli altri), necessitante (motivazione) e interessante (genera curiosità). Anche il contesto ha la capacità di attivare la modalità creativa. ▪ C/Off: creatività spenta. Alcune fasi del processo creativo, richiedono l’attivazione delle funzioni esecutive come la selezione e la valutazione delle idee. I processi esecutivi legati alla creatività includono: pianificazione; attenzione; recupero di informazioni dalla memoria semantica; elaborazioni complesse; modifica e inibizione delle risposte salienti o irrilevanti; attivazione e uso della memoria di lavoro. Il funzionamento della memoria di lavoro, viene suddiviso in: → Updating: le informazioni vengono monitorare, quelle obsolete vengono eliminate sostituite con altre più rilevanti. → Shifting: le risorse cognitive vengono spostate da un compito mentale all’altro. → Inibition: soppressioni di risposte che risultano essere inutili. Il ruolo della memoria nel processo creativo è fondamentale, tanto che secondo Dietrich esiste una connessione tra corteccia prefrontale laterale (sede dei processi cognitivi di valutazione e integrazione) e le cortecce deputate al funzionamento della memoria, a essere essenziale per la creatività. Stato di flow: il collegamento tra pensieri, azioni e percezioni avviene in modo fluido, spontaneo ed efficace; vengono collegati materiali eterogenei dando origine ad un processo “non pensabile” in altri stati. L’attenzione gioca più ruoli nei processi creativi: attenzione defocalizzata, attenzione diffusa, attenzione flessibile. Nei processi di associazione verbale è importante attivare i processi mnestici di e di ideazione cognitiva, per produrre sempre più idee e sempre più originalità. Default mode network: circuito costituito da corteccia mediale prefrontale, corteccia cingolata posteriore e lobuli parietali inferiori bilaterali. Il DMN favorisce processi che il cervello deve implementare quando non è impegnato in compiti che richiedono focalizzazione attentiva; la sua attivazione si associa alla rumination (tornare continuamente su sé stesso per completare un compito o non perdere informazioni rilevanti). Durante l’esecuzione di compiti creativi, si è osservata una maggiore attività nelle regioni prefrontali (IFG): il circuito della salienza, è in grado di modulare le informazioni che verranno elaborate e l’attivazione dei relativi algoritmi cognitivi. La riduzione dell’attività nell’IFG induce un aumento di creatività, in particolare nel processo di ideazione divergente. Nell’attività del DMN e nella forza delle relative connessioni con i circuiti di controllo e inibizione cognitiva, risiede l’anima del processo creativo. 2 Goldberg teorizza un modello all’interno del quale il processo creativo è innescato da un problema complesso e ambiguo o da situazioni stimolanti, e comporta la rottura di un meccanismo cognitivo standard che va a strutturarsi nel cervello maturo (caratterizzato da un’organizzazione a piccoli mondi: legami forti nello stesso mondo e deboli tra mondi diversi). L’emisfero destro reagisce più prontamente ad eventi destabilizzanti ed è più funzionale al pensiero creativo. Sembra che, a consentire l’insight e la possibilità di trovare risposte creative, sia un meccanismo di inibizione dell’emisfericità (controllo top-down). Gardner e Bruner hanno contribuito all’elaborazione di strategie didattiche come il cooperative-strategy training o il cooperative learning. Il contesto di apprendimento è considerato in primo luogo un contesto ove fare esperienza. Il legame tra corpo, esperienza e apprendimento è stato indagato a fondo da Dewey, il quale riconosce il ruolo dell’esperienza come fondante per il pensiero umano e direttamente influente sul processo di apprendimento (embodied cognition). L’embodied cognition si basa su una visione integrata tra mente, corpo e ambiente dell’apprendente; la scoperta dei neuroni specchio è stata funzionale in questa direzione: l’apprendete può avere un’esperienza senso-motoria, passando per il sistema dei neuroni specchio, a supporto della cognizione. L’apprendimento richiede il meccanismo della plasticità neuronale, il quale richiede impegno, tempo e ripetizione. Feldenkrais ha saputo coniugare le teorie embodied e l’apprendimento, collocando il movimento come protagonista dei processi che portano allo sviluppo del cervello umano e alla consapevolezza di sé stessi. La creatività è una via privilegiata per implementare in modo concreto e finalizzato un approccio esperienziale in classe. Il setting di apprendimento è in grado di tenere alta l’attenzione e la motivazione personale, promuovendo un apprendimento partecipato e una cognizione incarnata o estesa. È importante che la creatività diventi parte del percorso scolastico con lo scopo fondamentale di promuovere lo sviluppo di una visione globale e la possibilità di traslare le conoscenze di una disciplina per affrontare problemi posti da un’altra. 2. Creatività, intelligenza e stabilità mentale Fattore g: per spiegare le differenze cognitive tra gli individui, considerato una caratteristica universale misurabile in termini oggettivi. Galton misurava le funzioni cognitive utilizzando il calcolo dei tempi di reazione in compiti di discriminazione sensoriale; questo approccio fu criticato da Binet, il quale considerava l’intelligenza un processo da studiare tramite la misura diretta di funzioni complesse come la memoria, l’immaginazione, l’attenzione… Binet mise a punto la prima scala di misurazione per il quoziente di intelligenza (QI). Spearman propose una teoria dell’intelligenza che includesse un fattore universale (g) e alcuni fattori specifici (s); l’idea fu poi ripresa da Thurstone il quale considerava l’intelligenza determinata da diversi fattori e ipotizzava che alla base della competenza cognitiva ci fossero sette abilità mentali primarie: comprensione numerica, fluidità verbale, abilità numerica, visualizzazione spaziale, memoria associativa, velocità percettiva e ragionamento. Guilford propose un modello fattoriale in intelligenza, formato da 120 abilità intellettive separate, derivanti da tutte le combinazioni possibili tra i processi intellettivi, il contenuto e il prodotto. Negli ultimi trent’anni sono emersi anche tipi di intelligenza relativi alle emozioni (intelligenza emotiva) e ai rapporti interpersonali (intelligenza sociale). 5 Dagli incroci degli elenchi sopracitati venivano alla luce 120 tipologie di abilità che ognuno possiederebbe in varie misure. Il processo di produzione divergente è quello maggiormente connesso alla dimensione della creatività; l’autore intende la creatività come un processo i problem solving. Torrance, influenzato dal modello di Guilford, ha sviluppato un concetto di creatività in senso operazionale. Sia per Guilford sia per Torrance, il pensiero divergente è il punto focale delle ricerche sulla creatività: esso include quattro dimensioni:  Fluidità: abilità di produrre un gran numero di idee o soluzioni in un breve periodo di tempo  Flessibilità: data dal numero di categorie concettuali utilizzate per la risoluzione di un problema  Originalità: abilità di produrre nuove idee distanziandosi da un nucleo originale  Elaborazione: abilità di sistematizzare e organizzare un’idea iniziale, estendendola e arrichendola in modo funzionale. Stern associa la flessibilità di pensiero con la flessibilità percettiva, secondo lui, è importante comprendere che vedere qualcosa non significa comprendere che tutti vedano la stessa cosa: la creatività inizia con la percezione. È importante spingere gli studenti ad andare oltre l’informazione così come viene presentata, spingendoli a cercare un modo diverso di vederla. Mel Rhodes teorizza le “quattro P della creatività”, relative alle diverse prospettive dei modi di ricerca: → Processo: tappe completate da un soggetto durante un atto creativo ▪ Orientamento ▪ Preparazione ▪ Analisi ▪ Ideazione ▪ Incubazione ▪ Sommario ▪ Valutazione → Prodotto: inteso come risultato osservabile di un processo → Personalità: rapporto tra creatività e tratti di personalità (Maria Cinque indaga gli attributi della creatività utilizzati dagli autori, e ne individua cinque che ricorrono: ▪ Disciplina nel lavoro ▪ Motivazione intrinseca ▪ Originalità ▪ Persistenza ▪ Propensione al rischio) → Posto (contesto): focus sul rapporto sociale tra le caratteristiche ambientali e il processo creativo Alle 4 P iniziali sono state poi aggiunte: → Persuasione: capacità di convincere gli altri della bontà delle proprie idee e innovazioni → Potenzialità: proprietà non ancora intrinsecate dall’individuo Tutti questi aspetti possono essere rintracciati nel percorso creativo, sebbene gli studiosi tendano a focalizzarsi su uno alla volta. Secondo Fromm, l’attitudine alla creatività implica: ▪ Capacità di essere sorpresi e di riconoscere i problemi ▪ Capacità di concentrazione ▪ Senso di sé e auto-regolazione ▪ Capacità di tollerare il conflitto 6 Quando si parla di creatività a scuola, bisogna sempre tenere conto di quale prospettiva si intenda adottare, a seconda di questa, sarà possibile adottare una metodologia di lavoro e i relativi processi di valutazione. Beghetto sottolinea che per parlare di creatività a scuola, serva sempre partire dal tipo di creatività che si vuole affrontare: ➢ Big-C: affermazione di un’idea, di un’opera d’arte, all’interno della società ➢ Little-C: processi ideativi, piccole scoperte, risoluzione di un problema, una battuta di spirito… ➢ Mini-C: processi cognitivi di base che permettono l’espansione del sistema concettuale: molto importante da promuovere in ambito scolastico ➢ Micro-C: processo di disinibizione cognitiva che favorisce il processo delle idee ➢ Pro-C: permette di portare innovazioni e distinguersi nell’ambito lavorativo, senza arrivare al riconoscimento sociale. Un buon livello metacognitivo è fondamentale per lo sviluppo di un potenziale creativo. In una classe, si può lavorare a livello di gruppo, promuovendo processi relazionali, sociali, emotivi e cognitivi che favoriranno la crescita collettiva e l’inclusività. De Bono ha descritto un modello generale dello sviluppo del pensiero basato su quattro modalità (analisi, giudizio, dialettica, critica). Simon ha introdotto l’idea di un’euristica fondamentale secondo la quale il decisore tenda a fermarsi non appena raggiunga un’idea sufficientemente buona. La tesi di Simon aiuta De Bono a porre l’enfasi sulla creatività come un processo “multi-pensiero” costituito da elementi e parti interne che si condizionano reciprocamente: → Il pensiero complesso aiuta ad affrontare le difficoltà e favorisce l’organizzazione e la ristrutturazione dei dati in modelli mentali specifici; → Il ragionamento favorisce lo sviluppo di connessioni tra i concetti e la creazione di nuovi concetti; → Il pensiero critico porta al superamento dei pregiudizi, promuovendo l’apertura mentale; → Il pensiero laterale rappresenta il momento di divergenza che consente la produzione di creatività. De Bono distingue tra pensiero verticale (difficilmente si adatta al cambiamento e alle novità dei dati esterni) e pensiero laterale (basato sull’intuito e sulla capacità spontanea di elaborare i dati in modo flessibile, veloce e al di fuori della consapevolezza). Sternberg analizza la creatività in relazione all’intelligenza intesa come la capacità di ottenere i risultati attesi in base alle proprie risorse e ai propri sforzi. Il suo modello si fonda su tre componenti essenziali: analiticità, creatività e abilità pratica. Il processo di elaborazione delle informazioni viene suddiviso in altrettante componenti: di performance, per acquisire la conoscenza e risolvere i problemi, riconcettualizzazione dei problemi. L’autore ha definito il suo modello sulla base della teoria dell’investimento. Il modello ha tre componenti di base: - Sintesi - Analisi - Capacità di persuadere gli altri del valore delle proprie idee. Secondo l’autore, gli individui mostrano diversi atteggiamenti espliciti e coscienti rispetto alla risoluzione dei problemi: stili di pensiero (3 principali): • Stile legislativo: caratteristico di chi tende a generare idee e formulare progetti in modo autonomo, ostile alle istruzioni degli altri. • Stile esecutivo: di chi preferisce agire dopo aver ricevuto chiare istruzioni, eseguendo ciò che gli viene richiesto. • Stile giudiziario: di chi tende a preferire percorsi precisi di analisi delle situazioni, confrontando ciò che viene proposto con altre possibilità e situazioni. 7 Le persone creative mostrano uno stile legislativo e globale che li porta ad affrontare i problemi in modo generale e dall’alto. Una parte fondamentale del lavoro creativo consiste nella motivazione a seguire un percorso creativo; la creatività ha un valore in sé ed è importante collegarla a qualche forma di riconoscimento. L’ambiente influenza in misura significativa la capacità di produrre nuove idee. È necessario anche valutare le differenze culturali rispetto alla creatività. M. Runko parte da una definizione di creatività individuale e multidimensionale e si concentra sulle motivazioni di un individuo a trasformare la realtà oggettiva. Questo processo si fonda su due processi fondamentali: problem finding e produzione. L’autore spinge alla ricerca dei meccanismi cognitivi sottostanti alla creatività e propone un modello di pensiero creativo costruito su due livelli che a loro volta includono altre componenti. Il primo livello è relativo alle componenti primarie del processo creativo e include problem finding, processo ideativo e processi valutativi. Il secondo livello è relativo alle conoscenze e alla motivazione. Il modello porta a pensare al ruolo dell’intenzione creativa, la cui prova deve essere inserita in un contesto in grado di stimolare la creatività. Nel pensiero dell’autore, l’impatto della conoscenza sul processo creativo si differenzia in base al tipo di conoscenza che può essere dichiarativa (contenti descrittivi, non verbalizzati e contiene informazioni enciclopediche relative al mondo. Influenza in modo consistente la creatività) o procedurale (precipitato dell’esperienza, formata da contenuti che hanno perso i propri dettagli esperienziali per lasciare alla memoria solo una sintesi concettuale. Anche questa è importante per il processo creativo). L’autore descrive cinque componenti del problem finding: identificazione del problema, definizione del problema, costruzione del problema, formulazione del problema, espressione del problema. Il processo creativo parte da un approccio complesso al problema che presuppone un processo ciclico di interazione con altri processi. Nel processo associativo, le idee vengono concatenate e tanto il collegamento è remoto e inusuale, tanto più possiamo dire che quel legame è creativo. Alle proprietà del pensiero divergente, di Guilford, Runco aggiunge la capacità trasformativa, l’appropriatezza e una varietà di dimensioni qualitative. 4. Misurare per apprezzare la creatività Le prove di pensiero divergente chiedono alle persone di trovare il maggior numero di risposte quando posti di fronte a stimoli o problemi; tali test contrastano con il pensiero convergente che spinge a ricercare una soluzione sintetica. ▪ Altri usi ▪ Test delle conseguenze ▪ Dare un titolo ad una storia ▪ Test delle immagini ambigue Esistono anche test strutturati con punteggi standardizzati come il Torrance Test of Creative Thinking (TTCT) o il Thinking Creatively in Action and Movement (TCAM). 10 Il problema della post-modernità è l’accelerazione: secondo Rosa, la genesi di tale fenomeno va ricercata nei principi fondanti dell’economia capitalistica. Si produce una contrazione del presente come durata, aumentano le esperienze segmentate e si riducono le esperienze vissute. Twenge ha mostrato come l’85% dei giovani di oggi abbia livelli di stress e depressioni più alti rispetto ai loro coetanei di trentacinque anni fa: sindrome da burnout. Questo è uno dei possibili killer della creatività. Secondo Grant, i killer della creatività sono: o Uso del controllo e della paura per limitare il libero pensiero o Uso della pressione e dell’isolamento per limitare le idee o Inibizione della crescita personale a causa di apatia o Ristrettezza mentale distruttiva e pessimismo. Daniela Lucangeli riporta gli indicatori qualitativi di malessere in ambito scolastico: l’inadeguatezza del carico cognitivo, stato di ansia continuo, non dedicare abbastanza tempo a ciò che appassiona. Le emozioni preponderanti sono la noia e il senso di colpa. La creatività può essere una risorsa in quanto aiuta a riappropriarsi del tempo presente: per creare c’è bisogno di tempo e di un ambiente che non generi pressione o ansia da prestazione. Il requisito fondamentale è che l’ambiente sia in grado di fornire gioco, socialità e autonomia. Requisiti per la creazione di un ambiente che stimoli la creatività: ❖ Garantire un’atmosfera giocosa in cui si possa ridere e dare libero sfogo alla propria immaginazione ❖ Assenza di giudizio ❖ Contaminazione di idee, pensieri, opinioni attraverso una conversazione che coinvolga tutti ❖ Dialogo cooperativo ❖ Favorire le domande aperte 6. Insegnamento e creatività Si può insegnare ad essere creativi e si può insegnare in modo creativo. Insegnare per la creatività significa rendere esplicito il ruolo della creatività e valutarne l’impatto sugli studenti e sull’apprendimento; ogni disciplina deve declinare in modo specifico l’utilizzo della creatività. La NACCE (National Association for Community College Entrepreneurship) ha definito i principi che dovrebbero guidare l’inclusione della creatività nella didattica: - Incoraggiare gli studenti a credere nelle proprie competenze creative - Identificare le competenze creative di ognuno - Promuovere lo sviluppo e il rafforzamento delle competenze creative - Promuovere la consapevolezza circa i processi creativi e il loro rapporto con l’apprendimento - Dare opportunità agli studenti di essere creativi attraverso un approccio pratico alle discipline È importante sviluppare un senso di reciprocità, per gli studenti, prendere il controllo, significa avere un’opportunità per esprimere sé stessi. L’insegnamento per la creatività va di pari passo con una pedagogia inclusiva in cui lo studente è considerato in grado di impegnarsi nell’identificazione e nell’esplorazione del dominio della conoscenza. In generale, gli insegnanti si sentono molto impreparati sul tema della creatività e preferiscono concentrarsi sugli obiettivi scolastici. Tre fattori fondamentali della creatività: creatività cognitiva, non-conformità e adattabilità Hong, Hartzell e Greene hanno studiato il rapporto tra l’atteggiamento verso la creatività e le pratiche didattiche, evidenziando due orientamenti fondamentali: orientamento all’apprendimento (padroneggiare concetti e attività) e orientamento alla performance ottenere risultati migliori degli altri). Gli studenti si modellano sull’approccio del loro insegnante: bisogna essere capaci di ascoltare, stimolare, mettersi in gioco e comprendere quando e come aprirsi al bisogno di creatività degli studenti. La presentazione, costituisce una fase fondamentale del lavoro creativo, perché permette allo studente di 11 uscire dal campo del pensiero individuale per confrontarsi con una platea che potrebbe anche criticare i risultati, i metodi e la modalità di esposizione. Nella fase di esposizione si attivano i processi metacognitivi che sono fondamentali per approfondire gli argomenti e sviluppare una vera competenza. Secondo Tran, la formazione della creatività dovrebbe consentire agli insegnanti di: • Promuovere lo sviluppo di una particolare disciplina e delle aree correlate; • Aumentare la conoscenza delle basi della creatività; • Sviluppare e allenare le abilità creative di ognuno attraverso l’uso di metodi e strumenti per esplorare, immaginare e produrre risultati creativi; • Permette agli studenti di esprimere il proprio potenziale creativo attraverso la progettazione di ambienti di lavoro creativi. La creatività include una base fatta di conoscenze e una serie di processi e interazioni, tra i quali la motivazione e l’atteggiamento verso la creatività, risultano sostanziali. La creatività richiede l’abbattimento delle barriere socio-cognitive per la promozione della circolazione di idee. Teresa Amabile sviluppa un modello su tre livelli concentrato sull’ambiente creativo nelle organizzazioni: → Competenza → Motivazione: deve essere intrinseca → Personalità e pensiero creativo: curiosità, tolleranza, disponibilità… È necessario anche insegnare quando essere creativi e quando no, lo studente dovrebbe sviluppare una competenza metacreativa per imparare a collocarsi in un certo ambiente. Gli insegnanti dovrebbero fornire agli studenti l’opportunità di creare connessioni tra nuove e vecchie conoscenze; dovrebbero sviluppare un clima collaborativo, e questo implica competenze come l’ascolto, il rispetto, la condivisione… Una prima metodologia utilizzabile al fine dello sviluppo della curiosità, promuovendo l’uso del pensiero critico e flessibile, consiste nell’utilizzo di domande tipo “cosa succederebbe se…”. Attraverso domande opportunamente formulate, queste sono in grado di stimolare il pensiero analogico, l’immaginazione e la fantasia. È importante sollecitare lo studente a cercare più riposte e a non fermarsi alla prima via possibile. → Sei cappelli pensanti → SCAMPER: Sostituire Combinare Adattare Modificare Permutare Eliminare Ridisporre → Abilità immaginative L’idea di creatività porta con sé il concetto di innovazione la quale implica che la creatività spinga a pensare fuori dagli schemi. L’umorismo può essere considerato un particolare tipo di creatività. Sia la creatività che l’umorismo, contraddicono le aspettative convenzionali e creano connessioni tra elementi che sono di solito lontani e spesso non correlati. La scuola può utilizzare la tecnologia per lo sviluppo delle competenze trasversali legate alla creatività, nella sua doppia declinazione divergente e convergente; un approccio co-partecipativo può portare a un maggiore controllo da parte degli studenti, delle strategie di apprendimento. Ci sono diversi siti e software progettati appositamente per promuovere la creatività: 12 - serious games: sono un ottimo modo per implementare il pensiero strategico, la riflessione, l’adozione di comportamenti appropriati, il rapporto tra compagni, ecc. - flawchart: processo di analisi di una situazione-problema - coding: insegna ai bambini a isolare i dati salienti per giungere ad una conclusione L’insegnamento della creatività dovrebbe andare di pari passo con la valutazione della creatività degli studenti; Sternberg suggerisce che gli insegnanti dovrebbero valutare cosa e come gli studenti 1) creano 2) inventano 3) scoprono 4) immaginano se… 5) suppongono che… 6) prevedono. È necessario decidere quale sia il focus. L’insegnante dovrebbe prestare attenzione a parametri quali la curiosità, le abilità immaginative, l’attitudine verso la creatività, la capacità di creare collegamenti tra concetti e materie, la disponibilità a lavorare in gruppo… Il modello di Lucas, Claxton e Spencer, estensione di quello di Sternberg, distingue cinque stili di attitudine mostrata dallo studente:  inquisitivo: tendenza a fare domande e a mettere in discussione  immaginativo: cercare e immaginare soluzioni immaginative  disciplinato: segue consegne, compiti, ipotesi, fa domande per capire  cooperativo: tendenza a collaborare con gli altri  persistente: tendenza a impegnarsi in modo sistematico e continuativo per arrivare agli obiettivi Apprendere non è uno sviluppo standard uguale per tutti, esistono però metodologie standardizzate per lo sviluppo della creatività: - PBL (Projec-.based learning): imposta il piano didattico attorno ad un progetto guidato dallo studente. Questo approccio promuove la consapevolezza metacognitiva; Schmidt ne distingue sette fasi: ▪ Chiarire concetti non immediatamente comprensibili ▪ Definizione del problema ▪ Analisi del problema: brainstorming ▪ Analisi del problema: discussione e sintetizzazione brainstorming ▪ Formulazione del problema sul quale lavorare ▪ Raccogliere ulteriori informazioni al di fuori del gruppo La metodologia PBL può favorire la flessibilità cognitiva. - CPS (Creative problem solving teaching): pone l’accento sulla formazione del pensiero flessibile, concentrandosi sul modello di apprendimento creativo inteso come modello di apprendimento integrato; l’insegnante funge d facilitatore dell’apprendimento, mentre lo studente è chiamato a svolgere un ruolo attivo e propositivo nell’affrontare i problemi. Questo approccio si basa sulla promozione e l’applicazione del pensiero divergente. Qualsiasi sia lo stile di insegnamento, la creatività è il risultato di vari processi che si armonizzano per dare vita ad un risultato, questi processi interessano diversi domini: o Affettivo-motivazionale o Sistematico-strategico o Analitico-inferenziale o Pensiero divergente Tutti i domini sopracitati devono essere presenti all’interno di una didattica per la creatività, che si dimostri efficace, efficiente ed inclusiva. È importante distinguere tra metodologia creativa e compito creativo: - Metodologia didattica creativa: forma di didattica in grado di promuovere l’attivazione di processi 15 al meglio, agendo da “saggio coltivatore”. Piaget e Szeminska, ritenevano che il numero fosse una costruzione operatoria, che è inizialmente assente per poi costruirsi gradualmente nel corso del processo di crescita. Vari elementi contribuiscono a questa maturazione, in particolare la conservazione della quantità e la corrispondenza biunivoca. Fattori esterni possono concorrere allo sviluppo delle competenze logico-matematico nei bambini: competenze linguistiche e comunicative, ambiente sociale… Successivamente, Gelman e Gallister, hanno messo in luce due processi distinti: → Processo di astrazione → Processo di ragionamento numerico Wynn, mise in evidenza che i bambini di cinque mesi, già possiedono il concetto di numerosità e sono in grado di compiere operazioni come addizione e sottrazione. Dehane sostenne che il bambino, durante il primo anno di vita, possiede già una capacità di calcolo, a circa tre anni ha compreso come si conta e successivamente scopre che l’ultima parola-numero gode di importanza: da questo momento, è in grado di compiere operazioni. D’Amore, sostiene che saper contare, dipenda da più aspetti, in primo luogo, l’acquisizione della consapevolezza della struttura del sistema numerico. Gli insegnanti dovrebbero lasciare che i bambini esprimano le loro capacità matematiche, senza bloccarli. Il bambino, entrando a scuola, si adegua a ciò che viene richiesto: nasce il contratto didattico, nel quale egli non incrementa il suo sapere ma si impegna al fine di rispondere correttamente alle attese del contesto. Si spingono gli studenti ad utilizzare processi impliciti ed automatici, mentre invece sarebbe più opportuno spronarli ad utilizzare comportamenti strategici ed utilizzare domande-stimolo per far costruire più schemi di risoluzione. Durante il percorso scolastico, è possibile che si presentino delle difficoltà nella comprensione e nella costruzione dei processi matematici; quando il disturbo si presenta in maniera pervasiva, ci troviamo di fronte ad un disturbo specifico dell’apprendimento, la discalculia. La discalculia potrebbe compromettere lo sviluppo dei meccanismi del conto, i quali sono: - Contare tutto - Contare in avanti a partire dal primo numero (2+4=2+1+1+1+1) - Contare partendo dal numero più grande (2+4=4+1+1) Spesso la discalculia si presenta insieme ad altri disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). È necessario sviluppare degli strumenti che aiutino lo studente ad acquisire fiducia in sé stesso e nelle proprie abilità. Le abilità matematiche e quelle linguistiche, sono complementari: le parole-numero vengono apprese dal bambino tramite il linguaggio ed entrano a far parte del suo bagaglio di competenze cognitive. La difficoltà linguistica nasce dal conflitto tra linguaggio standard e linguaggio matematico. L’OCSE, istituisce sei livelli di competenza, la sufficienza si raggiunge al secondo livello; l’Italia è stata tra i Paesi che hanno dimostrato una riduzione significativa degli alunni sotto al secondo livello in relazione alle competenze matematiche. È necessario promuovere un maggiore scambio tra le diverse discipline e la creatività si presta bene al raggiungimento di questo scopo. (OuLiPo) Si potrebbe pensare ad una didattica matematica che includa momenti “a-didattici”, in cui far giocare gli studenti con le parole e con i numeri. È fondamentale sviluppare la curiosità e l’approfondimento e allenare alla lettura e alla comprensione dei testi, evidenziando il rapporto tra logica e matematica. Il rapporto che intercorre tra matematica e creatività, non è facile da indagare; è stato portato all’attenzione 16 della comunità scientifica da Balka e Krutetskii, i quali sostennero la necessità di sviluppare strumenti che potessero essere introdotti nell’educazione matematica, sia per sviluppare abilità specifiche che per sviluppare attività creative. Silver, partì da tre componenti della creatività di Guilford: ~ Fluidità: capacità di sviluppare molte idee in relazione ad un problema matematica ~ Flessibilità: numero di approcci che sono seguiti per arrivare ad una soluzione ~ Originalità: possibilità di includere nel ragionamento idee non standard L’abilità matematica, in genere, è costruita come un rapporto multifattoriale. Diversi studi suggeriscono che il livello di creatività matematica di uno studente misurata all’inizio del percorso di studi è in grado di predire il livello di abilità matematiche che potrà essere raggiunto in seguito. Su un piano metodologico, Krulik e Rudnick, hanno descritto tecniche di insegnamento in grado di migliorare il processo creativo, a partire dal processo di risoluzione del problema in 4 passi di Polya:  Comprensione del problema  Preparazione di una strategia di soluzione  Esecuzione della strategia  Verifica dei risultati Spingere gli studenti a riflettere più in profondità rispetto al processo di risoluzione dei problemi, è un ottimo modo per incentivare la creatività: viene favorito il pensiero flessibile e lo sviluppo di un maggior senso di sicurezza di fronte all’incertezza e alle difficoltà. Sono stati ideati dei test per la misurazione della creatività matematica (Creative Matematical Ability Test: richiede ai partecipanti di sviluppare soluzioni partendo da problemi. Valutà la flessibilità, la fluidità e l’originalità). Balka, definisce dei criteri per misurare la creatività in matematica Un altro strumento interessante è il Mathematical Creativity Test (al massimo 45 minuti di lavoro, cinque quesiti aperti e più soluzioni per essere risolti). Non c’è un metodo considerato unanimemente valido per valutare la creatività matematica; il compito dell’insegnante è capire cosa gli studenti facciano realmente per risolvere i problemi, valutare quanta creatività è presente e stimolare processi più consapevolmente diretti verso la creatività. Williams, definisce un modello nel quale vengono distinte cinque categorie di processi cognitivi (valutazione; sintesi; ricerca di diversi percorsi risolutori; ulteriore sintesi; esecuzione) e descrive quali sono le caratteristiche in grado di promuovere: • Autonomia di pensiero: stimolabile variando il modo di presentazione e rappresentazione dei problemi • Intuizione e spontaneità: usando problemi insoliti che spingono all’esplorazione di nuovi processi • Pensiero creativo: spingendo a cercare soluzioni più concettuali che numeriche, ricercando la 17 complessità o l’eleganza. Akgul e Kahveci, sviluppano uno strumento composto di 5 item per sviluppare e consolidare la creatività in matematica. Il pensiero matematico si potrebbe tradurre come l’unione di applicazione di algoritmi derivanti da regole di base e necessità di creare nuovi algoritmi per risolvere nuovi problemi. Il pensiero creativo è caratterizzato dalla continua ricerca di strade alternative o innovative, in grado di ampliare il campo della risoluzione. La creatività può essere utilizzata in aula anche per promuovere lo sviluppo delle capacità immaginative: l’immagine mentale è sempre in cambiamento e in costruzione. Utilizzando i giochi di simulazione, lo studente apprende e costruisce dei modelli di comprensione della matematica robusti e facilmente richiamabili al momento del bisogno. Per favorire un ambiente favorevole ai giochi di simulazione, sono necessari: • Esperienza della quotidianità in matematica • Attività di esplorazione • Capacità simbolica • Apprendimento e sviluppo del linguaggio matematico • Partire dalle competenze dei bambini per costruire l’apprendimento • Considerare aspetti cognitivi, sociali ed emotivi per migliorare Il problem solving creativo, spinge gli studenti a considerare le varie possibili soluzioni in modo flessibile, prima di selezionare o eseguire un certo percorso solutorio. Il processo di problem solving creativo di basa su tre procedure: - Ricerca di fatti - Ricerca di idee - Ricerca di soluzioni Modello di Hu e Adey, i quali dividono la creatività scientifica in tre dimensioni: ▪ Produzione ▪ Processo ▪ Caratteristiche del processo (fluidità, flessibilità e originalità) Parlare di creatività nelle materie scientifiche significa distaccarsi un po’ dalla creatività del pensiero divergente, intesa come capacità di generare molte idee in poco tempo. Uno scienziato deve imparare a giocare con le idee, con le ipotesi, con gli esperimenti mentali. Brown ha mostrato come l’uso del pensiero analogico e delle metafore, costituisca un processo chiave del progresso scientifico: la metafora è uno strumento cognitivo fondamentale per pensare i concetti scientifici, per 20 Turner e Fuconnier, elaborano il modello degli spazi mentali, in cui troviamo due spazi di input (input dato dal soggetto ed input dato dall’autore) che si collegano, attraverso un link, ad un terzo spazio di input, lo spazio generico (contiene tutta una serie di informazioni e parole che si collegano automaticamente). La connessione tra questi quattro stati, genera la nostra personale comprensione della frase e dà luogo al Conceptual blend. L’insieme degli spazi mentali, genera una mappa di significato molto più ricca di quanto portato espressamente dal testo. Lo spazio mentale, è il risultato del tentativo di comprendere un testo nella sua complessità. La costruzione della rete di spazi e delle mappature, è spinta da un motore cognitivo che sembra non esaurire mai le proprie energie. Il blending concettuale, è un prodotto creativo del processo di comprensione/produzione di un testo e può portare alla fusione dei domini fisici con quelli psichici. Affinchè la creatività si concretizzi, occorrono motivazione, ambiente e interesse. Ci sono due possibili livelli di valutazione della creatività di un testo: ➢ Primo livello legato alle qualità che la persona ha messo in gioco: ▪ Abilità nel trovare nuovi problemi o ridefinire quelli già conosciuti ▪ Abilità di riconoscere quali idee vale la pena di perseguire ▪ Sapere come persuadere gli altri ▪ Essere sciolti e fluidi verbalmente e nell’associazione di idee ▪ Disciplina con cui si è scelto un metodo e ci si è applicati ▪ Volontà di superare gli ostacoli e correre dei rischi, tollerando l’ambiguità e l’incertezza. ➢ Secondo livello incentrato sulla qualità del prodotto creativo, i cui criteri sono i seguenti: ▪ Fluenza ▪ Originalità ▪ Elaborazione ▪ Homor/provocazione ▪ Emozioni/sentimenti ▪ Fantasia ▪ Astrazione/simbolizzazione ➢ È utile considerare anche lo stile e il linguaggio (creatività formale) La creatività narrativa ha la sua diretta applicazione nelle materie che prevedono la possibilità di un uso della lingua in senso narrativo; un insegnante può convogliare questo nucleo di ispirazioni per approfondire le abilità inventive e immaginative degli studenti, e quindi premiando e stimolando l’utilizzo dell’immaginazione. Per agevolare la creatività è necessario incoraggiare gli studenti a essere originali, valutarli per le competenze che abbiamo elencato organizzando dei temi specificatamente preparati per essere valutati secondo questi criteri. L’utilizzo di diversi stili linguistici è importante per sapere adattare il proprio linguaggio ai diversi contesti e alle diverse situazioni. Uno dei principali killer della creatività è la valutazione, perciò bisogna lavorare a step. Promuovendo l’incontro tra i più disparati argomenti e le discipline apparentemente più lontane, si possono perseguire una pluralità di obiettivi:  Favorire lo sviluppo e il consolidamento delle competenze linguistiche e narrative  Promuovere lo sviluppo di una cognizione più flessibile e più fluida  Consentire agli studenti un’analisi più approfondita e personale di alcuni argomenti  Promuovere lo sviluppo di un maggiore senso di autonomia e di autoefficacia 9. Creatività speciale e inclusione scolastica Il contatto continuo con gli stimoli esterni, favorisce a ricchezza di pensiero tipica della creatività. 21 Ciò che più è importante per i bambini con percorsi educativi speciali, è individuare attività che possano garantire l’accesso a uno spazio creativo di esercizio della fantasia;  Disabilità sensoriali: i bambini non vedenti e non udenti percepiscono il mondo in modo diverso rispetto agli altri, su di loro, il training porte dei benefici rilevanti; in molti casi, le competenze creative dei bambini non vedenti, sembrano essere superiori a quelle dei compagni vedenti. In questo campo, però ci sono ancora pochi studi.  Alunno con problemi emotivi: è importante prestare particolare attenzione verso i bambini con problematiche i tipo emotivo, i quali sono ugualmente creativi rispetto ai loro pari ma possono incontrare grandi difficoltà nell’esprimere il loro potenziale. ▪ Si può sfruttare il contesto della narrazione che può agevolare l’espressione dei vissuti complessi e fornire un luogo di rifugio e di espressione delle fantasie.  Sindrome di Tourette: i pazienti affetti da questa sindrome, dimostrano spiccate attitudini per le arti in generale, è possibile ipotizzare che questa consenta un’espressione creativa preferenziale attraverso canali di fluidità, originalità e flessibilità. Elevati livelli di dopamina, influenzano positivamente le performance legate alla working-memory, facilitando lo sviluppo di connessioni tra concetti e influenzando l’originalità. ▪ Variazione del gioco delle fluenze, come una battaglia navale (lettere/numeri/chi, cosa, come, dove, perché)  Disturbo da deficit di attenzione (ADHD): molte testimonianze riportano la relazione tra ADHD e creatività nella vita quotidiana, che si esplicitano in un elevato numero di riconoscimenti a livello pubblico per la propria produzione artistica o scientifica. La ridotta capacità di inibizione dei soggetti con ADHD, corrisponde ad una migliore performance in termini di pensiero divergente (probabilmente soglia C/On più bassa). ▪ Gli interventi proposti vanno affiancati a prove di pensiero divergente (test degli usi alternativi/frutto alieno)  Disturbo dello spettro autistico: compromissione nell’area della comunicazione e dell’interazione sociale e in quella degli interessi ristretti/ripetitivi). Alcuni individui, savant, si trovano in una particolare condizione per cui nella compromissione cognitiva, presentato isole di genialità. I quadri variegati suggeriscono un approccio individualizzato allo scopo di cucire su misura gli interventi. 22 ▪ Esercizi di completamento di scarabocchi o figure geometriche, cercando di creare opere ricche di dettagli  Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): i bambini DSA sviluppano abitudinariamente strategie alternative e inusuali per rispondere ai problemi proposti e questo migliora le loro performance in ambito di creatività. È consigliabile usare prove di natura figurale per l’assessment delle competenze tra questi individui. ▪ Non sussistono limitazioni particolari rispetto agli esempi proposti di sollecitazione del pensiero divergente, quindi tutte le prove già elencate sono adeguate.  Disabilità intellettiva: una persona con questo tipo di disturbo manifesta difficoltà soprattutto nell’ambito esecutivo. È importante sollecitare l’immaginario creativo del bambino attraverso scenari visivi che caratterizzano l’ambiente circostante. I test mostrano l’importanza di sollecitare la creatività non verbale tramite incentivi visivi in quanto l’espressione creativa ne traeva giovamento su molte delle variabili indagate nel post-test. L’umorismo può essere considerato un atto creativo in quanto comporta un rapido e originale cambiamento cognitivo che, violando le aspettative della comunicazione ordinaria, genera sorpresa o sbigottimento. Esso coinvolge una serie di processi legati alla sfera affettiva e relazionale; sembra che costituisca una capacità umana piuttosto sofisticata, impossibile da riprodurre attraverso l’intelligenza artificiale.
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