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Riassunto Accogliere i bambini. Le culture dell'ambientamento nei servizi educativi 0-6, Appunti di Pedagogia

Riassunto del libro "Accogliere i bambini. Le culture dell'ambientamento nei servizi educativi 0-6", del corso di pedagogia interculturale con la professoressa Anna Granata

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 23/04/2024

arianna.1801
arianna.1801 🇮🇹

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Scarica Riassunto Accogliere i bambini. Le culture dell'ambientamento nei servizi educativi 0-6 e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Accogliere i bambini – Le culture dell’ambientamento nei servizi educativi 0-6:  Ogni volta che un educatore incontra un bambino nuovo, i ges che vengono messi in a o nei suoi confron racchiudono i propri valori, cultura, presuppos , storie personali e del servizio in cui lavora  Anche nel caso dei genitori → essi rifle ono le loro credenze e aspe a ve sull’educazione  Momento dell’accoglienza → emergono le storie e le vite dei protagonis e le rappresentazioni che ciascuno ha di sé e dell’altro → per questo è fondamentale che i processi di accoglienza siano: 1) Di ambientamento flessibili 2) Culturalmente situa 3) Capaci di rispondere alle storie di ciascun bambino nella loro varietà 4) Capaci di rispondere al percorso di sviluppo di ciascun bambino 5) In grado di accompagnare bambini e genitori a costruire nuove relazioni sociali e educa ve  Tesi di fondo → l’accoglienza è un processo culturalmente situato che non si può tradurre in un modello di ambientamento rigido e defini vo  Bisogna ragionare sul tema dell’ambientamento resistendo alla tentazione di affidarsi a modelli standardizza , in modo tale da proge are accoglienze eque, inclusive e orientate al benessere di tu  Tre assun principali: 1) Accoglienza come opportunità di crescita per i bambini e per gli adul 2) Natura culturale dell’accoglienza → ogni nuova accoglienza va rivista alla luce dell’incontro effe vo con quei bambini e quei genitori in base alle loro peculiarità 3) Accoglienza come occasione di formazione e autoformazione professionale per educatori e insegnan  È importante fare riferimento a teorie, modelli organizza vi chiari, criteri guida e accordi su come ges re l’intensità delle emozioni sollecitate da questa esperienza  È fondamentale essere disponibili a rivedere le proprie pra che ed eventualmente cambiarle con apertura e crea vità per non cadere in modelli astra o decontestualizza Capitolo 1 – L’accoglienza: Le parole dell’accoglienza:  In le eratura → 3 termini per riferirsi a questo processo: 1) Inserimento → includere qualcosa di nuovo in un ambiente, sostenendolo nell’ada amento ad un sistema preesistente grazie alla mediazione di figure adulte 2) Ambientamento → questo termine si è affermato nel diba to pedagogico italiano alla fine degli anni ’90 → progressivo aggiustamento e ada amento dell’individuo al contesto che lo accoglie, tenendo in considerazione che il bambino è il protagonista, costru ore e a ore della propria esperienza ⇒ tenere in considerazione i ritmi e i tempi di ogni bambino e famiglia 3) Accoglienza → evoca l’a o di accogliere qualcuno in un ambiente facendo spazio → accogliere e mologicamente rimanda ad un’idea di movimento, che prevede un coinvolgimento a vo dell’individuo che costruisce un legame, e l’a vazione di entrambi gli individui coinvol per accorciare le distanze e per lasciarsi modificare dall’incontro con l’altro → chi accoglie si a va per aprirsi alla possibilità di relazione e crescita che deriva dall’incontro con l’altro  Accoglienza → inizia ogni volta che un bambino e una famiglia si affacciano al nuovo ambiente, ma non finisce quando i bambini sono ambienta , perché si nutre di ges , azioni, tempi, spazi prote per il dialogo e l’ascolto che qualificano l’andamento della giornata educa va nelle se mane e mesi successivi  Linee guida pedagogiche per il sistema integrato 0-6 del 2021 → parlano di favorire l’esplorazione e la progressiva autonomia del bambino → per farlo è necessario osservarci, ascoltarci, sintonizzarsi → ciò richiede tempi distesi, flessibilità e compartecipazione Cosa rappresenta l’accoglienza per i sogge coinvol ?  Accogliere un bambino = accogliere la sua famiglia, che è sempre portatrice di una storia, tradizione, relazioni e connessioni con altri contes e un bagaglio di credenze, rappresentazioni e immagini ⇒ valorizzare le competenze non solo del bambino, ma anche dei genitori, promuovendo il suo e il loro benessere  È fondamentale pensare ai bambini come sogge sociali, in relazione prima di tu o con la famiglia  Per i genitori → l’accoglienza può essere un evento cri co → devono imparare a fidarsi di nuove figure di riferimento → ciò comporta l’inizio della coeducazione, che può scatenare sen men ambivalen , paure e ansie 1) Promozione del pieno sviluppo del potenziale di ciascuno 2) Promozione del benessere e la partecipazione democra ca delle famiglie 3) Contrasto alla povertà 4) Inclusione e riduzione delle disuguaglianze  I più recen documen di indirizzo europei in materia di servizi di educazione per l’infanzia raccomandano agli Sta membri di impegnarsi affinché i servizi 0- 6 favoriscano processi di inclusione e sostengano benessere, salute, sviluppo e apprendimento di tu i bambini, in primis chi vive in condizioni di svantaggio sociale e culturale  Alcune perplessità rilevate sull’ambientamento → sono pra che che tengono la medesima scansione temporale al nido senza tenere conto delle differenze d’età, lasciando talvolta fuori le famiglie  Vi sono, magari, richieste da parte della famiglia difficili da soddisfare che rivelano la difficoltà di conciliare sfera famigliare e professionale  Ci sono bambini con un’agenda piena di impegni, e altri bambini che vengono fin troppo prote  Ci sono papà che un tempo erano poco presen sulla scena educa va, mentre ora accompagnano i bambini fin dai primi momen di transizione → sos tuiscono le mamme quando non possono  Ci sono famiglie ricomposte, omogenitoriali, monogenitoriali e mul culturali  Questo quadro chiede agli educatori e insegnan di prestare a enzione alla qualità dei ges e alla natura culturale e interculturale dell’accoglienza Interrogare il senso di ambientamento oggi:  È fondamentale che gli educatori si interroghino affinché non si affidino a modelli rigidi di ambientamento  Alcune di queste domande sono: 1) Come promuovere pra che di ambientamento sostenibili ed eque per tu ? 2) Come costruire un’alleanza con le famiglie che sia duratura, incoraggiante e che promuova il benessere dei bambini? 3) Come coniugare i presuppos teorici e culturali dell’ambientamento con le più recen sfide dell’intercultura? 4) Come trovare un buon equilibrio quando si accolgono bambini con ritmi di sviluppo molto individuali? 5) Come formare e auto formare professionis flessibili, coinvol e capaci di controllare le proprie emozioni? Capitolo 2 – Attaccamento e cultura: Quali teorie orientano l’ambientamento?  Winnico e Malher → ponevano l’a enzione per la delicatezza del processo di separazione del bambino dalla madre, il tempo e la gradualità → fondamentali per garan re questa transizione da parte del bambino al nuovo ambiente  Psicoanalista Dolto → afferma che è fondamentale osservare con a enzione i bambini nella fase della separazione dalla madre per sostenere la loro progressiva autonomia → da qui apparve chiara l’importanza dell’osservazione, criterio divenuto centrale nelle riflessioni sulla professionalità degli educatori durante l’accoglienza  Mimma Noziglia → lavori sull’infant observa on → mostrano che l’educatrice deve essere un’acuta osservatrice nel modo in cui i genitori e i bambini si avvicinano al nuovo ambiente, imparano a starci e si preparano al ricongiungimento A accamento:  Bowlby → introdusse due conce chiave per la riflessione sulle pra che di ambientamento: 1) Tema della madre come base sicura 2) Tema dell’osservazione del comportamento dei bambini → sarà sviluppato da M. Ainsworth e M. Main  Bowlby → aveva teorizzato che l’a accamento che si genera tra il bambino e chi si prende cura di lui fosse l’espressione di un bisogno primario, la cui funzione biologica era quella della protezione → tale bisogno si esprime a raverso comportamen come la ricerca di conta o, la vicinanza, la prossimità alla figura di a accamento, il pianto, la vocalizzazione  Reazione dei bambini alla separazione → diveniva più evidente quando era forzata o prolungata nel tempo → le sue ricerche si erano concentrate sui bambini ospedalizza priva dalla figura materna  Separazioni dramma che → evidenziavano l’importanza di prestare a enzione a questo processo, cercando di limitare i suoi risvol nega vi in disturbi psicologici e fisici  Studi di Bowlby → si basavano sull’idea che il bambino interiorizza la relazione con la figura di a accamento in un Modello Opera vo Interno:  Senso del sé del bambino che deriva dalla relazione con la madre e dalla capacità di lei di venire incontro alla necessità del bambino  Dipende dall’esperienza e dal tono emo vo della relazione  Se a questo modello corrisponde un senso di sicurezza, il bambino è in grado di esplorare il mondo, di maturare e di separarsi dal genitore in maniera sana  Se il modello non è in grado di fornire una base sicura, avrà effe nega vi sul suo sviluppo e sui suoi comportamen  Studio delle pologie di a accamento → messo a punto da M. Ainsworth → psicologa canadese allieva di Bowlby → Strange Situa on Procedure: o Prevede l’osservazione della coppia madre-bambino per il primo anno di vita nell’ambiente famigliare in o o episodi o Ipotesi → in assenza della figura famigliare si a vano meccanismi di a accamento, che consentono all’esaminatore di valutare le sue reazioni all’allontanamento materno e al suo ritorno o Tre pologie di a accamento: 1) Sicuro (B) → le madri sono sensibili ai comportamen di a accamento dei bambini 2) Ansioso evitante/distaccato (A) → le madri rifiutano i comportamen di a accamento del bambino 3) Ansioso ambivalente o resistente (C) → le madri sono sensibili in maniera non costante o Si conferma l’idea di madre come base sicura e la correlazione tra relazione madre bambino e a vità di esplorazione autonoma del bambino o Ainsworth → diede un grande contributo nel definire l’organizzazione di un ambiente in grado di accogliere, in cui si rispe ano i tempi della separazione, le differenze individuali dell’a accamento e la relazione con l’estraneo o Diede anche degli spun su come mediare l’ansia da separazione a raverso ogge e gioco, e come tenere viva la memoria della figura di a accamento anche in sua assenza → elemen che emergono nel processo di ambientamento a scuola  Mantovani → definisce l’ambientamento come una “Strange Situa on naturale” osservando la somiglianza tra le due situazioni → in entrambe madre e bambino vengono introdo in un ambiente non famigliare dove sono presen altri s moli (giochi e bambini) e altre figure adulte che interagiscono con entrambi  Strange situa on e i risulta di ques studi → hanno dato un grosso contributo per un modo di pensare l’accoglienza dei bambini basata sulla capacità degli educatori di osservare lo s le di a accamento dei genitori e dei bambini per poter me ere in campo strategie educa ve di supporto  ⇒ l’ideologia culturale orienta le aspe a ve materne, che a loro volta determinano il comportamento della madre stessa che naturalmente incide su quello del bambino  Hughes → evidenzia come le madri nelle favelas brasiliane non sviluppassero un legame di a accamento con tu i figli, sopra u o nei confron dei più deboli che non sarebbero sopravvissu → questo rifiuto è una risposta ada va alle condizioni socioculturali e ambientali del contesto estremo delle favelas  I Withing → hanno parlato di due modelli di maternage: 1) Ad alto conta o → pico di società tradizionali → prevede una relazione intensa basata sulla prossimità 2) A basso conta o → più diffuso in contes come quelli asia ci → prevede un conta o mediato dallo sguardo Ques studi introducono conce nuovi che aiutano a rinnovare lo sguardo sull’ambientamento → l’ada abilità del comportamento infan le di fronte alle sollecitazioni che incontrano nei contes Ideologie parentali e nicchia di sviluppo:  So osistemi come quello fisico e sociale, comportamen di accudimento messi in a o dagli adul e le rappresentazioni di chi si occupa del bambino → ques elemen influiscono sullo sviluppo e il comportamento dei più piccoli  Ne consegue che gli obie vi che i genitori ritengono prioritari per educare nei primi anni di vita sono situa , e dipendono dal contesto socioculturale che, a sua volta, induce i genitori stessi a me ere in campo comportamen orienta a perseguire tali fini  ⇒ se l’autosufficienza è considerato un obie vo valido, esso non deve essere considerato come un fa ore che porterà alla costruzione di un a accamento evitante  Ideologie materne → dipendono dal contesto culturale e storico in cui si formano, influenzano il comportamento dei genitori e determinano il modo in cui essi programmano e organizzano l’ambiente e le interazioni che hanno luogo  Comunità → interpreta ques comportamen in un modo o nell’altro, a seconda delle credenze culturali dominan che rifle ono a loro volta le circostanze storiche e i valori culturali che regolano la cura del bambino e il ruolo della famiglia Capitolo 3 – Autonomia e interdipendenza: S li di paren ng:  Ancora oggi si tende a vedere ancora il paren ng su un modello universale che porta ad un rischio di categorizzazione e di stereo pi  Termine paren ng → si usa non tanto per riferirsi solo a ciò che i genitori fanno, ma anche a ciò che i genitori pensano, credono, intendono in termini di obie vi, valori, concezione sull’educazione  A volte viene a mancare il coraggio di modificare le pedagogie implicite, si ha paura di rimanere nell’incertezza ⇒ si tende a negare le differenze e a non considerare il cambiamento  Maternità intensiva → conce o introdo o da Hayes → fa riferimento al rischio che si incontra quando si assumono ciecamente dei modelli di genitorialità e famiglia generalizzandoli → veicola l’idea che ci sia un modello regola vo di “buona mamma” a cui fare riferimento in termini assolu , limitando i diversi modi di essere madre  Frank Furedi → dice che oggi assis amo ad una trasformazione della cura e dell’allevamento dei figli, con una conseguente commercializzazione dei bisogni parentali, che vengono so opos a valutazioni o compe zioni tra pari → ciò ha dei risvol nega vi anche sulla relazione tra madre e bambino  ⇒ non è possibile parlare di competenza genitoriale in termini universali → a tal proposito, uno studio di Bornstein si basava sul chiedere alle madri di valutare le loro competenze ed il loro livello di soddisfazione nell’essere madre → emersero poche somiglianze culturali → le madri italiane e giapponesi si valutarono come meno competen , quelle belghe e americane mostrarono una certa soddisfazione → ciò deriva dal fa o che i genitori incorporano modi di essere genitori specifici del proprio contesto culturale e dei microgruppi a cui appartengono  Genitorialità → processo che ene insieme la natura biologica e culturale della genitorialità → infa è un processo funzionale al mantenimento della specie, che si manifesta in quei comportamen che si a vano per garan re la sopravvivenza dei piccoli  I piccoli nascono con la tendenza innata a cercare la vicinanza, così i genitori hanno la spinta a fornire nutrimento, protezione e prossimità  Ques comportamen assumono forme diverse a seconda dei contes , degli ambien , valori culturali che incidono sulla pologia di comportamen messi in campo dai genitori  ⇒ essere famiglia significa esercitare un ruolo sociale, determinato dal contesto culturale di appartenenza e allo stesso tempo legato a quelle pologie di comportamen universali e trasversali a tu e le culture  Dire che ci sono mille maniere di essere padre e madre = lasciare spazio affinché queste potenzialità emergano, astenendosi da ogni giudizio su quella che è la maniera migliore di esserlo → questa apertura deve basarsi sull’osservazione dei comportamen dei bambini e delle loro competenze, veicolando un messaggio di accoglienza nei fa e nei diversi modelli culturali di cura, educazione e a accamento Autonomia e interdipendenza:  Sicurezza e interdipendenza dei bambini → si costruiscono gradualmente, sostenendo tanto il bambino quanto il genitore  Un rapporto che genera fiducia si fonda sul rispe o dei tempi e delle cara eris che di tu gli a ori  Secondo alcuni autori, questa teoria ha so os mato le potenzialità dei bambini e sovradimensionato la funzione di mediatore dell’adulto  Studi recen sull’autonomia dei bambini in diverse comunità culturali aiutano a riportare l’a enzione sul ruolo dell’ambiente e del gioco che, organizzato dagli adul e dai pari, può favorire o inibire l’indipendenza dei bambini  Rogoff → ha studiato la dinamica tra autonomia e interdipendenza dei bambini a par re dall’osservazione delle pra che del sonno nell’infanzia → in alcune comunità, dormire da soli perme e ai bambini di separarsi dalla madre for ficandosi, in altre dormire da soli è ritenuta una pra ca insolita e innaturale, e sono favorite rou ne di sonno condivise tra pari e adul  Nonostante i due casi siano diversi tra di loro, la finalità è la stessa → consen re ai bambini di sviluppare l’indipendenza L’interdipendenza non è in contrapposizione con l’autonomia:  Interdipendenza e autonomia possono coesistere, contribuendo entrambe allo sviluppo dei bambini → in occidente questa visione è meno presente → si tende a considerare le due cose come separate  Rogoff → mostra come le madri cinesi intendono l’indipendenza in modo diverso, ovvero come la capacità di diventare sicuri di sé e di sviluppare le abilità necessarie per essere considera membri validi e di successo nella famiglia e nelle società ⇒ essere indipenden = sperimentare nuove distanze dalle figure di riferimento famigliari, ma anche nuovi modi complementari di entrare in relazione con i pari e con gli adul  Compresenza di queste due dimensioni → è s molante per pensare a come accompagnare i bambini durante l’ambientamento, affinché la stessa esperienza dell’entrare a far parte di un gruppo sociale e del diventare membri  Costru o di rito di passaggio → introdo o nella le eratura antropologica agli inizi del ‘900 da Van Gennep per studiare quei cambiamen che segnano importan transizioni nella vita di un individuo a livello sociale (nascita, pubertà, matrimonio, morte…) e aiuta a comprendere che queste transizioni non vanno intese come universali  Tali ri , secondo Van Gennep, contengono 3 momen : 1) Separazione dalla società 2) Condizione di marginalizzazione → fa riferimento a quando il bambino e i genitori cercano di famigliarizzare con ri , a vità e rou ne del contesto di accoglienza 3) Incorporazione nella società  Bambini → sperimentano diverse condizioni contemporaneamente: 1) L’essere sul confine tra l’ambiente famigliare e quello is tuzionale 2) L’essere al crocevia di culture e modelli educa vi 3) L’essere “tra” → implica il saper essere membro a vo di entrambi i contes  Sai a → parla dell’inserimento al nido come un rito di margine, alludendo a quello stadio che elimina dal passaggio quell’immediatezza che potrebbe provocare turbamen , proponendo una le ura del rito come qualcosa di graduale  Essere sul confine = essere in uno stato di distacco e separazione da qualcosa di noto e successivamente in uno stato di reincorporazione che implica il movimento e la rinascita della vita sociale  Cambia lo status, il profilo iden tario, il ruolo della comunità, la rete di relazioni, ritmi → tali cambiamen possono essere riconosciu o sostenu , oppure portare alla regressione  Da adul abbiamo la possibilità di prepararci al cambiamento, da bambini invece viviamo i mutamen accompagna da processi di a ribuzione di senso e significato che gli adul che si prendono cura di noi danno a ques passaggi  Mille modi di affrontare un passaggio → ne esistono mol , però essi devono essere ricondo all’interno di alcune pra che consolidate  Ambientamento → transizione che rifle e i discorsi della società  Genitori → sanno che per poter ampliare la dimensione esperienziale del figlio è necessario accompagnarlo nei migliori dei modi in questa transizione → ciò non significa che essa non susci ansie  Ciascuna transizione è un caso a sé, la sua dinamicità emo va, culturale e relazionale va riconosciuta in quanto esperienza di crescita vitale Transizioni vitali:  Stern → propone di considerare la transizione casa-nido come un’esperienza di passaggio di corpi tra due ambien fisici → le sue cara eris che possono essere osservate anche a par re dalla cura dei movimen dei diversi a ori, tenendo conto di ciò che resta ad un livello meno visibile e tacito  Secondo Stern → esperienza di sintonizzazione vissuta da entrambi con conseguente regolazione reciproca → in tal senso, le forme dinamiche vitali rappresentano la coloritura di ogni esperienza umana, in quanto ci guidano nel tenere insieme i pezzi dell’esperienza senza frammentarla, perme ono di sintonizzarsi non solo a livello emo vo e affe vo, ma anche a livello di movimento  Stern → suggerisce di osservare le dinamiche comportamentali che vengono messe in campo dai bambini e dagli adul durante l’ambientamento, riportando l’a enzione sul movimento e il tono emo vo dei bambini e dei genitori  Conce o di movimento → fa riferimento sia a quello fisico del corpo, osservabile nel tono corporeo, sia quello interno, ovvero quello mentale → quest’ul mo comprende anche i movimen che ci prefiguriamo nella mente e che poi agiamo  Pensare all’ambientamento come esperienza vitale = pensarla come incontri di corpi, movimen , ges , ciascuno orientato da immagini, rappresentazioni, aspirazioni, imparando a essere presen con la mente e il corpo supportando il bambino e i genitori Transizioni inclusive:  Negli ul mi anni si è data una notevole importanza al tema delle transi ons nel panorama del diba to europeo sulle poli che educa ve  Alcuni presuppos che interessano tanto il nido quanto la scuola dell’infanzia: 1) Una pedagogia olis ca che integri educazione e cura 2) La centratura sul bambino competente, protagonista dei suoi apprendimen e portatore di diri 3) La partecipazione delle famiglie 4) L’inclusione 5) La gius zia sociale  A volte, il modo in cui si accolgono bambini e famiglie sembra rispondere meglio ad una certa pologia di bambini, rischiando di trascurare quei bisogni e quelle esigenze di bambini che vivono in condizioni di vulnerabilità, come, ad esempio, i figli di famiglie che hanno alle spalle una storia di migrazione e che affrontano un carico emo vo e di stress molto alto → per mol bambini e famiglie di questo po, l’ingresso nell’is tuzione prescolas ca del paese è un evento cruciale: 1) Segna il primo passo nell’esperienza di socializzazione culturale e di integrazione nel nuovo contesto 2) Marca l'ingresso del bambino nella comunità dei pari 3) Rende l’esperienza migratoria pubblica 4) Evidenzia il distacco tra la cultura famigliare e quella is tuzionale 5) Avvia quel processo di negoziazione culturale tra la famiglia e l’is tuzione del paese ospite  Diverse lingue, s li di paren ng, valori e credenze che emergono quando si costruisce una relazione con la nuova cultura rimangono non viste, generando così situazioni di disagio a breve e lungo termine per i bambini e per le famiglie Capitolo 5 – Le pratiche dell’accoglienza: La fenomenologia dell’accoglienza:  L’ambientamento si può scomporre in tre fasi: 1) Fase del preambientamento → avvicinamento → inizia prima che il bambino cominci a frequentare il nido o la scuola 2) Fase di ambientamento → affidamento → i genitori e i bambini si fermano nel nuovo ambiente, preparandosi al distacco 3) Fase di ada amento/consolidamento → appartenenza → la permanenza del bambino diventa più regolare e i genitori tornano alla loro vita quo diana La fase del preambientamento:  In questa fase è importante che i servizi si aprano alle famiglie, comunicando un messaggio di accoglienza e trasparenza rispe o alla vita quo diana nel nuovo contesto  Per fare questo, gli educatori organizzano alcuni momen di incontro → even come farsi conoscere, aprire il servizio alle famiglie e al territorio, far conoscere il proprio proge o e la giornata educa va  È importante lasciare che i genitori esplorino liberamente l’ambiente e predisporre la documentazione affinché gli ambien fisici comunichino a tu  Queste giornate possono essere organizzate in mol modi, variando le strategie → documentazioni, fotografie, messaggi scri o appesi alle pare o le ere di benvenuto Il tempo della compresenza:  Ci sono alcuni professionis che prediligono una presenza dei genitori circoscri a a qualche ora nella giornata ma per più giorni, altri invece pensano che sia meglio far stare i genitori al nido per più ore al giorno ma per meno giorni  La prima proposta si ispira ad un copione di ambientamento diluito nel tempo per rispondere ai bisogni di gradualità e in mità  La seconda implica un copione che nasce per rispondere alle esigenze di conciliazione dei genitori e ai bisogni dei bambini oggi → rientra in questo copione l’ambientamento in 3 giorni di ispirazione svedese → prevede una full immersion dei bambini e genitori al fianco degli educatori  Non bisogna definire a priori quali sia il metodo più adeguato, ma è importante avere chiaro le ragioni delle proprie scelte  Un tempo più lungo potrebbe essere adeguato ai bambini più piccoli e prevalentemente al nido, in quanto hanno ancora bisogno di tempi più distesi e prossimità fisica  Un tempo più breve può essere u le per i bambini più grandi, che magari hanno già avuto esperienze di distacco dai genitori  Non è solo l’età che orienta la decisione sui tempi, perché a parità d’età vi sono figli unici o terzi figli che arrivano al nido con un bagaglio diversificato di esperienze e aspe a ve ⇒ l’età si intreccia allo sviluppo individuale, al temperamento e alle storie di ciascuno, ma anche alle diverse condizioni delle famiglie  Ogni bambino è a sé → c’è chi ha bisogno di una spinta, chi di un freno e chi un po' di uno e un po' dell’altro, ma tu hanno bisogno di tempi distesi che non sono nè brevi nè lunghi, ma significa vi per chi li vive  Tempo delle relazioni interpersonali → non è prevedibile, e resiste a ogni prefigurazione rigida e determinis ca che inevitabilmente lascia fuori qualcuno  Proge are gli ambien = accordarsi sui tempi → ogni bambino è diverso, e ogni genitore è diverso, ogni relazione di a accamento si esprime in modo differente  È consigliabile non assecondare l’eventuale fre a del genitore, ma neanche prolungarne eccessivamente la presenza ⇒ è necessario osservare e ripensare a tempi, spazi e relazioni insieme ai genitori e ai colleghi durante l’ambientamento  Il tempo dei bambini non è uguale a quello dei genitori né a livello pra co nè in termini di vissuto → è compito di chi accoglie verificare se i tempi sono pensa in base ai bisogni reali dei protagonis o in base ai pregiudizi e interessi individuali  È importante fare a enzione ai messaggi contraddi ori che inevitabilmente escludono anziché accogliere → essere auten ci con sé stessi, tra colleghi e con i genitori è importante per non trasme ere messaggi contraddi ori I modi della compresenza:  Accanto ai tempi, anche l’atmosfera e il clima sociale sono componen importan  C’è chi pensa che i genitori e i bambini debbano essere accol insieme, riprendendo il modello dell’inserimento di gruppo degli anni ‘80, chi invece predilige accoglienze individuali che prevedono ingressi scagliona nel tempo  Presenza di più genitori → può allentare le tensioni e lasciare più possibilità alle educatrici di concentrarsi sui bambini  Anche per i bambini, la presenza di più adul e bambini potrà rendere l’ambiente vario e ricco  Se si accoglie una coppia alla volta → l’a enzione dell’educatrice può essere massima perché non ci sono bambini nuovi, ma chi ha imparato ad essere l’unico dovrà imparare a condividere spazi e a enzioni dell’adulto  Assenza di altri bambini in ambientamento → può rallentare la costruzione della rete di relazioni e spazi di condivisione  A fronte di questo quadro è fondamentale considerare le diverse variabili: 1) I contes socioculturali → non è la stessa cosa accogliere bambini in un nido di un paese dove tu si conoscono → in un nido di una grande ci à o di un paese più isolato c’è più differenza e pluralità 2) L’esperienza dell’educatrice → per un’educatrice alle prime armi può essere più facile iniziare con ambientamen individuali per poi passare a quelli di gruppo o viceversa 3) L’età dei bambini → i piccoli possono aver bisogno di spazi più prote , mentre i grandi potrebbero aver bisogno del conta o con i pari e la condivisione degli spazi  Gioco di equilibrio tra la necessità di rispondere ai bisogni individuali e a quelli di gruppo  Comportamento dei genitori → dipende da loro e da quello che gli è stato de o durante i colloqui ⇒ è fondamentale la chiarezza e la trasparenza dei ruoli  Ci sono le aspe a ve sui ruoli, come ad esempio chi pensa che i genitori debbano stare con i bambini e occuparsi dei loro bisogni primari o chi lascia fin da subito manovra agli educatori  Prima fase della compresenza → dovrebbe essere dedicata ad osservare cosa fanno spontaneamente i bambini insieme ai loro genitori, disponendo uno spazio di ascolto  Avere i genitori nei servizi è una risorsa professionale irrinunciabile per costruire relazioni di qualità con i bambini nuovi, e un’occasione per aiutare i genitori a maturare una nuova sensibilità per i bisogni e le potenzialità dei bambini  Benessere e crescita → due variabili cruciali per la qualità dell’ambientamento → richiedono il giusto equilibrio tra affe vità, socialità e autonomia Il ruolo degli altri bambini:  È importante capire il ruolo dei bambini già ambienta → devono essere coinvol dire amente come coprotagonis ⇒ si proverà a favorire la reciproca conoscenza, incoraggiando lo scambio tra i gruppi ma anche la permeabilità tra gli spazi e le sezioni  Se i bambini ambienta sono sereni, nell’ambiente si può assegnare loro il ruolo da guida, affiancando i nuovi  Quando, invece i bambini già ambienta sono più piccoli, potrebbero vivere sensazioni contrastan  Si possono verificare piccoli confli lega anche alle fasi della crescita che portano i bambini a soddisfare i propri bisogni più che accogliere quelli altrui  Mutuo aiuto, cooperazione tra pari e acce azione dell’altro → obie vi che hanno bisogno della regia degli adul consapevoli  Se il bambino non è ancora sicuro, lo si può invitare ad osservare i bambini più grandi, aiutandoli a mi gare a eggiamen di esclusione e vulnerabilità  Genitori → vanno aiuta ad accogliere i bisogni di chi è già ambientato, che osserva i nuovi potenziali amici con curiosità Il primo distacco:  Se il bambino è molto piccolo → è importante cogliere altri segnali di interesse, in quanto i suoi spostamen dipendono molto dall’adulto  Con i più grandi → è possibile aspe arsi che i corpi siano abitua a stare distan gli uni dagli altri → i segnali da cogliere sono lega a manifestazioni di interesse e curiosità verso l’ambiente  In tu i casi, se il bambino mostra interesse, sta dando un segnale di apertura verso il nuovo ambiente che va colto e ampliato  Cogliere segnali an cipatori del distacco: 1) Dove si posiziona il bambino rispe o alla figura famigliare  Questo può avvenire quando gli educatori si rendono conto che i bambini cominciano a fare riferimento agli adul del nuovo contesto, si abituano ai nuovi ritmi e si dimostrano capaci di tollerare situazioni di difficoltà  In questa fase il ritmo quo diano assume una scansione serena → i bambini si lasciano guidare nei movimen , conoscono i ritmi e i rituali della giornata educa va e stabiliscono relazioni con i pari  Si deve con nuare a osservare il comportamento dei bambini tenendo aperto il dialogo con i genitori  A volte i genitori chiedono immagini o video → ci si aspe a che questa immediatezza della comunicazione accompagni le fasi dell’esperienza educa va  Richieste dei genitori → devono essere discusse tra colleghi e genitori, valutando di volta in volta quale sia la scelta più adeguata, trovando mediazioni chiare ed equilibrate  Quando non si può assecondare subito una richiesta è fondamentale spiegarsi  Perché l’ambientamento possa dirsi concluso, sapendo che non c’è una fine ne a, occorre che tu abbiano trovato finalmente il proprio posto nel nuovo contesto, con ruoli chiari e rou ne consolidate  A volte capita che un bambino sembra che si sia ambientato, ma poi ad un certo punto succede qualcosa per cui sembra che sia necessario ancora un po' di tempo e di una relazione individuale  È bene contemplare le reazioni al cambiamento che i bambini possono manifestare a casa nel primo periodo → sapere quando i bambini fanno qualche opposizione a casa perché non vogliono venire al nido è importante per me ere in campo piccoli accorgimen → parlare ai bambini dei genitori mentre sono al lavoro o farsi raccontare che cosa è successo a casa  Può essere u le organizzare piccoli gruppi con i genitori dove si possa condividere la propria esperienza, impressioni e gli aspe su cui è necessario lavorare  Si possono usare documentazioni scri e, video o fotografie che perme ano ai genitori di confrontarsi con gli altri Capitolo 6 – Una “bella sfida professionale”:  Accogliere i bambini oggi nei servizi 0-6 = avere la forza di bu arsi, preparandosi e condividendo questa esperienza con i colleghi, per ridurre il rischio di me ere in a o pra che e comportamen inadegua a rispondere ai cambiamen repen ni della società  Va cercata quella libertà rigorosa ma anche quella rilassatezza mentale che ci vuole per educare, imparando ad accogliere l’imprevisto e l’insolito, e coniugando questa apertura con esigenze di metodo, di proge azione, di chiarezza nei fini  La più grande sfida dell’accoglienza → non è solo favorire una buona esperienza di distacco dalle figure famigliari, ma anche accompagnare i bambini e i genitori a costruire da protagonis nuove relazioni  Impegno di chi accoglie → predisporre ambien che perme ano di ge are le fondamenta di questa esperienza di crescita, che poi si consoliderà negli anni a raverso le a vità, i giochi e le rou ne della vita nel nido  Ambientamento → esercizio per l’osservazione, per imparare ad essere professionis riflessivi ⇒ saper stare in situazioni, rifle endo su ciò che accade mentre accade, con la prontezza di modificare il proprio intervento nel corso dell’azione  Ci si può dotare di un diario → diventa uno strumento riflessivo e di condivisione con i colleghi  Osservando ci si accorge di non essere da soli → gli educatori sono parte di un gruppo → quando si affrontano situazioni complesse, si potranno raccogliere idee e rifle ere su cosa è successo  Un buon processo di accoglienza va monitorato e rile o in i nere  Ambientamento → laboratorio per la formazione e l’autoformazione degli educatori → può s molare nuove consapevolezze e pra che innova ve
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