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Riassunto acto por acto della Celestina, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

Si tratta di un rassunto, atto per atto, della Celestina di Rojas, in italiano.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 09/09/2023

Emmaursino
Emmaursino 🇮🇹

4.2

(18)

46 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto acto por acto della Celestina e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! PROLOGO È preso quasi alla lettera dal prefazio al libro secondo del Remediis utisque fortunae di Petrarca, e cita in apertura una frase di Eraclito secondo cui tutte le cose sono create a guisa di contesa o battaglia. L’autore cita questa sentenza eraclitea riferendosi all’uomo, ma allarga poi lo sguardo a tutti gli elementi della natura, e nota che c’è sempre un contrasto. Lo stesso contrasto che l’autore sa che nascerà dalla sua opera: gli stampatori ci hanno messo del loro ponendo all’inizio di ogni atto rubriche, secondo lui, superflue, e poi altri hanno avuto da dire sul nome, pensavano infatti che non potesse essere chiamata commedia dato che finiva in tristezza. Fernando de Rojas afferma allora che il primo autore volle chiamarla commedia considerando il principio lieto, e lui, vedendo queste dispute, divise la questione al mezzo e la chiamò tragicommedia. Precisa poi alla fine che la scrittura di quest’opera fu una sorta di passatempo, svoltasi nei momenti sottratti agli studi principali, cioè quelli giuridici. ANALISI Il prologo è anticipato dalla lettera a un suo amico nella quale Fernando de Rojas dice che, a causa del tanto successo, ricorre più volte a correzioni del testo, perché c’è una sorta di richiesta da parte del pubblico di ampliare alcune parti che apparivano assai divertenti e intrigavano i lettori. È costretto. Deve scrivere per accontentare il suo pubblico. Inoltre, racconta di come ha trovato il manoscritto e dei possibili autori. (La critica ha fatto una serie di ipotesi su chi potesse essere il presunto autore del primo atto; si è pensato ad Alfonso de Proaza, che in realtà ha composto solo gli ottavi di finale in cui troviamo il nome di Rojas. Si è pensato poi a Hernando del Castillo: i due potevano conoscersi perché appartenevano entrambi all’ambiente universitario. Castillo viveva di lettere, per cui si è pensato che potesse essere lui l’autore del primo atto del manoscritto ritrovato da Rojas. Qualcuno ha pensato che la storia del manoscritto trovato forse solo scena, che fosse finto e solamente voluto dall’autore). Seguono poi delle ottave, in cui le lettere iniziali di ogni verso, mettendole assieme, originano la frase “EL BACHILLER FERNANDO DE ROJAS ACABÓ LA COMEDIA DE CALISTO Y MELIBEA Y FUE NACIDO EN LA PUEBLA DE MONTALBÁN”. Segue il prologo e, ad un certo punto di questo, si inizia spiegare come si è giunti all’opera conclusa. Dice “quando ho iniziato a raccontare la storia c’era chi rideva e chi piangeva, molti per questo hanno litigato sul nome dicendo che non si dovesse chiamare commedia perché finiva in maniera triste, ma tragedia. Il primo autore pensò dall’inizio che fosse un’opera di piacere e perciò la chiamò commedia; ma io vedendo queste discordie, il contrasto nell’armonia, la chiamai tragicommedia”. Viene inserita nel prologo un’idea di ispirazione eraclitea, ossia quella secondo cui tutte le cose vengono originali dei contrasti. Non ha tutti i torti quando dice “tutte le cose dell’universo” in quanto il contrasto lo viviamo tutti i giorni: la natura stessa nasce dal contrasto (bene e male, luce e ombra, giorno e notte, pioggia e sole). Il mondo, come i personaggi dell’opera, è mosso dal contrasto e non dall’amore come si soleva pensare nel medioevo. PRESENTAZIONE CALISTO nobile, di stato medio, intelligente. Giovane nobile, rappresenta la parodia dell'eroe cavalleresco, presentandone le caratteristiche ma non le qualità. È il desiderio carnale che fa funzionare il suo amore e non il sentimento amoroso puro e purificato raggiungibile solo tramite l'amore platonico. Egli rappresenta la figura dell'antireligioso poiché, vedendo la sua amata Melibea come dea, va contro la religione Cattolica. Inoltre, l'amore lo rende indifferente per la morte dei suoi servi Parmeno e Sempronio e della prostituta Celestina, attirando su sé stesso l'astio da parte di Elicia e Areusa. MELIBEA generosa, nobile, unica erede del padre PLEBERIO e della madre ALISA. bella e desiderata rappresenta come Calisto la parodia della tipica figura femminile delle opere di cavalleria e di amor cortese. Dopo il rifiuto iniziale, infatti, non impiega molto tempo a lasciarsi travolgere dal desiderio fisico e dalla passione verso Calisto, perdendo ogni pudore e la sua verginità. Incarna la figura della peccatrice, che inganna la sua famiglia e che si concede, prima del matrimonio e per mezzo di un "amore illegale", al suo amato. PARMENO servo di Calisto. Antieroe per diverse ragioni. Innanzitutto, è figlio di una fattucchiera, quindi appartiene ad un basso livello sociale. Non sappiamo niente della sua origine o provenienza. Altro fatto da considerare, è il cambiamento da servo fedele a traditore del suo padrone perché verrà corrotto da Celestina, con la promessa di un appagamento carnale da parte di Areusa (ragazza che lavora per la mezzana), della quale è innamorato. CELESTINA donna malvagia. È una figura di basso livello sociale che pensa solo al proprio profitto personale. Si serve di tutti coloro che possano tornarle utili per i suoi fini senza soffermarsi troppo sulle conseguenze che potrebbero derivarne; infatti, sarà proprio la sua poca lungimiranza che la ucciderà. SEMPRONIO servo di Calisto, misogino. E .lemento corrotto, anche lui pur di ottenere un ricavo personale tradisce il proprio padrone affidandolo a Celestina, con la quale ha rapporti di puro interesse. ELICIA amata da Sempronio, prostituta della Celestina intruglio: pelle di gatto nero, occhi di lupa, sangue di caprone e il ciuffo della sua barba. (Celestina deve fare un filtro d'amore e per realizzarlo si rivolge a Plutone, Dio del male che può essere tradotto come inferno. Il fatto che Celestina si rivolga ad un'entità nel mondo classico rappresenta un salto nel medioevo che ci fa capire quanto attuale e aggiornata e rinascimentale sia la celestina. La mezzana si rivolge quindi alla divinità chiedendo il favore che Melibea si innamori di Calisto e soprattutto che la fanciulla creda in lei, che è da tramite. Inoltre, minaccia la divinità dicendogli che, se non farà quello che gli ha chiesto, farà in modo che gli uomini non credano più in lui). ATTO 4: Celestina cammina per strada parlando fra sé e sé e valutando i profitti e i rischi della sua impresa, giunge alla porta della casa di Melibea e pensa sia di buon auspicio trovarvi Lucrezia, cugina di Elicia, che sicuramente non le sarà ostile. Alisa, madre di Melibea, le sente parlare e chiede alla sua serva chi sia la donna che è alla porta; Lucrezia non ha buone parole per lei, tanto che fa ridere la sua signora, la quale le ordina di far salire Celestina. Parlano brevemente, ma poi Alisa deve andare via e lascia Melibea a fare gli onori di casa. Dopo poco Melibea riconosce Celestina, e per il fatto che si trattava di una vecchia amica di famiglia è disposta ad ascoltare quanto lei ha da dirle. La mezzana comincia a parlare di un giovane ammalato, che ha nome Calisto e al solo sentirlo pronunciare Melibea va su tutte le furie e ordina a Lucrezia di cacciare via la vecchia, perchè non vuole sentir parlare di lui e vuole assolutamente che abbandoni ogni suo proposito. Tuttavia, Celestina, che si era già preparata ad una reazione del genere, la prega di aiutarla a dare sollievo a giovane per un mal di denti che lo sta abbattendo, e di donarle il suo cordone che aveva fama di aver toccato tutte le reliquie di Roma e Gerusalemme. Commossa Melibea decide di accettare, e si pente di aver reagito così duramente. (Dalla loro conversazione si capisce quanto la mezzana sia brava nell'arte del persuadere. Celestina decide di far leva sulla pietà perché, se c'è una cosa che un nobile è tenuto a fare è aiutare i deboli, e Melibea questo lo sa bene). ATTO 5: Preso congedo da Melibea Celestina si avvia verso casa, parlando tra sé e scongiurando di aver corso un grande pericolo per l'ira della ragazza. Giunta a casa vi trova Sempronio, e gli dice di andare con lei da Calisto, perchè sarà lì che sentirà meraviglie. Parmeno vede i due venire da lontano e lo dice a Calisto; egli gli dice di correre ad aprir loro la porta e si lamenta per la sua lentezza. ATTO 6: Calisto chiede subito a Celestina come sia andato l'incontro, e lei gli dice che è riuscita a convertire la durezza della giovane in dolcezza, e il suo impeto in pacatezza, al punto di essere convinta che tutto quell'astio iniziale era solo sintomo di amore trattenuto, che è ciò che distingue le fanciulle come lei da quelle di strada. Allora Calisto si calma, e sale sopra con Celestina per sapere i dettagli del colloquio avuto con Melibea. La mezzana gli racconta della scusa del mal di denti, della richiesta del cordone ma per andare avanti chiede a Calisto un mantello in cambio; il giovane, disposto a tutto pur di ottenere Melibea, addirittura ordina a Parmeno di andare a chiamare il sarto. Celestina, quindi, tira fuori il cordone, e Calisto vi si accanisce ad accarezzarlo come fosse un oggetto sacro (rappresenta la prima vicinanza a Melibea); poi la mezzana si congeda e lascia la casa. ATTO 7: Celestina parla con Parmeno, chiedendogli di diventare amico di Sempronio, e gli dice che per lei lui è un figlio, perchè era stata amica della madre, e con lei aveva fatto tutto: era stata accusata e arrestata insieme alla madre. Continuava poi a dire che per il bene che gli voleva era arrivata a chiedere una mantella a Calisto ma il servo però le richiama alla memoria la promessa che gli aveva fatto di fargli avere Areusa. Allora Celestina sale nella stanza della ragazza e lodando la sua bellezza le suggerisce di darsi a Parmeno, ma lei rifiuta per imbarazzo; intanto il servo è già salito e la mezzana decide di lasciarli soli. L'atto si chiude con Celestina che ritorna ed Areusa che va ad aprirla adirata per il suo ritardo. ATTO 8: Viene il mattino e Parmeno si sveglia, si congeda da Areusa e va verso casa di Calisto. Vi trova Sempronio e dopo avergli raccontato della sua passione per Areusa stringe con lui un patto di amicizia, così come gli aveva raccomandato di fare Celestina. I due insieme entrano nella stanza di Calisto e lo trovano che parla da solo e che non sa nemmeno più se è giorno o notte. Poi si alza e va in chiesa. ATTO 9: Sempronio e Parmeno vanno a casa di Celestina, e vi trovano Elicia e Areusa; si mettono tutti a tavola e durante il pranzo scoppia un litigio tra Elicia e Sempronio perchè questi si riferisce a Melibea descrivendola come avvenente. La ragazza allora si avvelena il pranzo, ma interviene Celestina a mettere la pace, e Sempronio rimedia dicendo che non era sua intenzione fare nessun paragone. Mentre stanno discorrendo arriva Lucrezia, ancella di Melibea, a chiedere a Celestina di recarsi dalla sua signora per restituirle il cordone e perchè lei deve parlarle. ATTO 10: Melibea parla tra sé e sé di quell'amore che l'ha resa schiava e intanto arrivano Lucrezia e Celestina. Vinto l'iniziale timore Melibea rivela alla mezzana la passione che prova per Calisto e la vecchia le suggerisce di concedersi a lui per vincere quel dolore che prova. La giovane ha un attimo di cedimento perchè sente lacerarsi il suo pudore, ma poi accetta di incontrare Calisto e raccomanda a Celestina di non rivelare nulla a nessuno perchè quel segreto è fondamentale per la buona riuscita del suo amore. ATTO 11: Celestina prende congedo da Melibea e incontra per strad a Parmeno e Sempronio. Vanno tutti a casa di Calisto, e la mezzana gli riferisce del messaggio di Melibea. Il signore di nuovo in preda alla follia paragona Melibea ad un angelo in vesti umane, ma Celestina ha fretta di andare via e questo fa scaturire il riso di Parmeno. ATTO 12: Arrivata la notte Calisto e i servi si avviano verso la casa di Melibea, e trovano Lucrezia che prontamente chiama la sua padrona. I due amanti si parlando dalla fessura e Calisto si rivolge a lei chiamandola signora e presentandosi come suo servo; poi prende congedo da Melibea dopo aver stabilito di ricontrarsi il giorno successivo. Intanto i rumori svegliano Pleberio e Areusa, che chiedono a Melibea il perchè di tanto frastuono ma la ragazza finge di essersi alzata perchè aveva sete e la situazione si placa. Calisto torna a casa con i suoi servi e rimprovera Parmeno della poca fiducia che nutriva nei confronti di Celestina; poi i due si recano a casa della mezzana per chiederle il compenso che avevano pattuito ma lei fa finta di non capire e dice loro di andarlo a chiedere al loro padrone perchè è per lui che hanno agito. I servi mettono le mani addosso a Celestina e la uccidono davanti ad Elicia. Dopo essere saltati dalla finestra nel tentativo di fuggire Sempronio e Parmeno sono catturati e decapitati nella piazza del paese. ATTO 13: Calisto si sveglia e viene a sapere da Tristano, che a sua volta lo ha saputo da Sosia mentre piangeva, della morte di Sempronio e Parmeno e di Celestina e accusa
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