Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

riassunto Antigone - Sofocle, Sintesi del corso di Filosofia morale

riassunto completo del libro Antigone di Sofocle

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 19/04/2019

fedesslo
fedesslo 🇮🇹

4.2

(18)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica riassunto Antigone - Sofocle e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia morale solo su Docsity! ANTIGONE - SOFOCLE PERSONAGGI: Antigone: figlia di Edipo e Giocasta Ismene: sorella di Antigone Polinice ed Etèocle: fratelli di Antigone e Ismene, deceduti Creonte: zio dei quattro fratelli, tiranno di Tebe Tiresia: vecchio indovino cieco Coro: formato da vecchi tebani suddivisi in due gruppi da sette ciascuno Euridice: sposa di Creonte Emone: figlio di Creonte Messaggero LUOGO: Tebe, davanti alla reggia dei Labdàcidi. TEMPO: All’alba del giorno successivo alla disfatta dell’esercito argivo guidato da Polinice contro Tebe. La prima scena si apre che il sole non è ancora sorto. COSA ACCADE: Edipo si è accecato ed è stato esiliato dalla città di Tebe allorché ha appreso di aver commesso incesto e parricidio. Suo figlio più giovane, Eteocle, briga per avere il potere ed esilia il fratello maggiore Polinice. Questi attacca Tebe con un potente esercito, ma né l'uno né l'altro l'hanno vinta perché entrambi cadono in battaglia. Il nuovo re di Tebe, Creonte, dichiara che Eteocle sarà sepolto e onorato come eroe, mentre il corpo di Polinice resterà insepolto a decomporsi e preda dei cani e degli uccelli, nel disonore. La pena per chiunque proverà a seppellirne il corpo è la morte. STRUTTURA DEL LIBRO: La tragedia greca esordisce con un prologo. Al prologo fanno seguito un certo numero di parti, gli episodi, corrispondenti ai nostri “atti”. Gli episodi sono inquadrati nei canti del Coro, il cui primo ingresso si chiama “parodo” e la cui definitiva uscita si dice “esodo”. Il nome “stasimo” deriva dal fatto che il Coro eseguiva la sua performance “restando” nell’orchestra, mentre gli attori uscivano dalla scena per cambiarsi i costumi. Il Coro si componeva di 12 o 15 coreuti. Nelle tragedie di Sofocle il Coro generalmente assiste all’azione e dà spesso consigli, formula riflessioni e parteggia di solito per il protagonista, traducendo in canti le impressioni che riceve dal dipanarsi degli eventi. Mediante il Corifeo, il Coro viene a volte a partecipare ai dialoghi, proprio come accade nell’Antigone. Mentre lo stile dei dialoghi nella tragedia si avvicina al parlato comune, lo stile del Coro presenta un linguaggio non facile comprensione per le ardite metafore, per i paragoni inconsueti e per le perifrasi audaci. Prologo: dialogo tra Antigone e Ismene. Antigone è venuta a sapere che, dei due fratelli che sono stati uccisi durante la notte prima, Creonte farà seppellire solo Eteocle, onorandolo e rendendogli giustizia, mentre il cadavere di Polinice ai cittadini è proibito seppellirlo e neppure piangerlo è permesso. Creonte ha decretato questo per le due sorelle, e non è una decisione da poco: chiunque non obbedirà verrà lapidato di fronte alla città. Antigone ha intenzione di sollevare il morto e seppellirlo lei stessa, non vorrebbe mai tradire il fratello. Ismene però ribadisce che Creonte lo proibisce e ricorda alla sorella la fine che hanno fatto i genitori e i due fratelli. Loro due sono donne e non possono combattere gli uomini, ma solo obbedirgli. Chiederà dunque perdono a quelli sottoterra perché, costretta, obbedisce a chi ha potere. Antigone non voleva la partecipazione della sorella nell’impresa, gli dice dunque di fare come vuole. Ma lei è pronta a morire per seppellire il fratello perché è più lungo il tempo che occorre piacere ai morti, piuttosto che ai vivi. Dice a Ismene dunque di salvare sé stessa e di gridare della sua impresa, annunciarla a tutti. Nulla la fa soffrire di più che una cattiva morte. Parodo: primo ingresso del coro. Nell’Antigone il primo Coro è dedicato al racconto delle vicende di Polinice, in marcia contro Tebe e contro il fratello Eteocle. Primo episodio. La città di Tebe, dopo essere stata più volte scossa, è stata rimessa su un saldo piede. Creonte ha preso il potere, dopo che i due figli di Edipo, salvatore della città, in una sola notte sono stati battuti da reciproca mano, per parentela stretta con gli uccisi. Si rivolge dunque ai cittadini, dicendo che chiunque tenga più a un suo caro che alla propria patria, non vale nulla. Chiunque non si adegui alle regole e non collabori per migliorare la città apparrà pessimo, non verrà mai considerato amico da lui. Su questi principi verrà fondata la città. Creonte, poi, rivela il destino di Eteocle e Polinice: il primo, valoroso, verrà onorato e seppellito. Il secondo, che voleva prendere il posto del padre e renderlo schiavo, rimarrà insepolto e nessuno lo piangerà. Interviene il coro che sostiene Creonte nelle sue decisioni e afferma che può usare ogni legge per realizzare quello che vuole. Arriva una guardia, spaventata per ciò che gli spetta, a rivelare un fatto accaduto poco prima: il cadavere di Polinice è stato ricoperto di polvere e gli è stato reso il culto dovuto. Non vi è traccia di chi sia stato, la terra è compatta e asciutta, non vi sono segni di vanga o zappa. Le guardie hanno iniziato ad accusarsi a vicenda, ma nessuno era il colpevole e nessuno sapeva, erano pronti a giurarlo davanti agli dei. Venne così inviata una guardia a portare la notizia a Creonte. Creonte ritiene che sia stato qualcuno che non sopporta il suo volere, e che abbia pagato le guardie per il misfatto. Il denaro distrugge la città. Chi si è fatto comprare pagherà. I turpi profitti hanno accecato più gente di quanta ne hanno salvata. La guardia se ne va, ringraziando gli dei per essere salva. Primo statismo. Niente è più potente dell’uomo: lui attraversa mari in tempesta; cattura uccelli, fiere selvagge, animali del mare; lui doma i cavalli e aggioga i tori; lui che ha imparato la parola e ed è capace di pensiero; lui che ovunque s’apre la strada. Solo da Ade non ha escogitato scampo. Egli se rispetta le leggi della sua terra e alla sua giustizia siederà in alto nella città. Se si macchia di azioni sbagliate, nemmeno ne farà parte. Il coro vede Antigone trascinata e catturata, mentre disobbediva ai decreti imposti.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved