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Riassunto Antonio De Guevara - vita di Marco Aurelio Imperatore, Appunti di Storia dell'Educazione

Riassunto per la preparazione dell'esame di Storia dell'Educazione della professoressa Luana Salvarani.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 28/10/2023

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Scarica Riassunto Antonio De Guevara - vita di Marco Aurelio Imperatore e più Appunti in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! ANTONIO DE GUEVARA VITA, GESTI, COSTUMI, DISCORSI ET LETTERE DI MARCO AURELIO IMPERATORE 1529 All'inizio della prima pagine è un prologo un po’ teatrale, dicendo che il tempo fa finire tutte le cose ma la verità torna sempre, quindi non ci sono cose antiche, le grandi verità non sono nascoste dal tempo e anche se sono passati secoli le verità arrivano sempre. I filosofi antichi spesso hanno fatto errori parlando del cosmo e delle stelle, ciononostante se non avessero sbagliato loro non saremmo arrivati noi dove siamo (ringraziamento). Venerazione verso gli antichi, noi oggi sappiamo di più degli antichi ma loro sapevano di più di noi se noi fossimo nel passato, perché sono superiori. Gli antichi hanno creato strade parte dove c’erano sentieri chiusi (stile metaforico, stile del barocco, uso di metafore). Ci dice che è tanto quello che dovremmo sapere, nelle cose naturali, la natura agisce a seconda dell’epoca, coì le sconoscenze morali avvengono con il tempo, ci vuole del tempo, non si nasce con tutte le conoscenze morali tutto in una volta. Nella nostra epoca (la loro) si hanno tutti gli strumenti ma non siamo moralmente pronti, tutti insegnano le virtù ma nessuno poi le pratica. Vi è un rituale con cui gli scrittori dicono che l’opera è imperfetta; quindi, non la lodate troppo perché ci saranno dei problemi e non merita molta fama per aver riportato la dottrina di Marco Aurelio però anche i grandi furono stati ripresi. Alcune delle fonti che lui cita non le abbiamo più quindi non si può essere sicuro che quello che lui dice sia totalmente vero. Guevara è un personaggio che vive a cavallo tra chiesa e corte, è un francescano, però vive a corte prima con il predecessore di Carlo V e poi con Carlo V stesso ed è diviso tra un ideale religioso (virtù, moralità, distacco con le cose terrene) e la vita di corte che è continua politica, compromesso, cavarsela in situazioni non facili. Scrive questo trattato con la convinzione che si possa essere principi, re o imperato ed essere anche persona morali. Quindi c’è questa tensione tra il regnare e la vita morale e Guevara spera di poterla superare proponendo un modello di monarca estremamente morale che per lui è Marco Aurelio. Marco Aurelio è un imperatore dell’antichità romana che si dice, si crede (come Plutarco a cavallo tra realtà e leggenda) che fosse una figura positiva e moralmente corretto. Nel 1500 l’Europa occidentale aveva trovato nella chiesa di Roma e nel papato un collante culturale molto forte. Fino alla nascita del protestantesimo l’Europa occidentale contava sulla religione non solo a livello sociale ma anche riguardo la costruzione dei propri politici. Con la riforma protestante la coesione non c’è più e si formano due modelli molto diversi, due modi diversi di educare e nasce l’idea dell’uso delle lingue nazionali del latino e l’idea dell’istruzione di massa seppure con difficoltà. È un’Europa che non ha più la certezza di essere una, ma che è Europa che è divisa in due mondi che iniziano a farsi la guerra in maniera aggressiva. viene potenziato il tema dell’influenza della retorica cioè il tema della persuasione, l’dea di usare la diplomazia invece delle armi e su questo dopo la riforma nasce l’ordine dei Gesuiti pochi decenni dopo la riforma che tra le sue varie missioni ha anche quella di evangelizzare oltre oceano e creare dei collegi per educare la nobiltà per diventare dei diplomatici (conoscenza di più lingue, abituati a viaggiare, esperti di diritto). Altro tema quello dell’equilibrio interiore, della formazione psicologica- morale: c’era sempre più l’idea che un grande capo non dovesse essere come Ciro solo forte, aggressivo, desideroso di vincere, ma riflessivo e pacato, si cercano in un’epoca d tensioni le doti riflessive ed interiori rispetto alle doti fisiche, maggiore enfasi sulle doti interiori. Motivo per cui il modello tratteggiato da Guevara nella figura di Marco Aurelio era quello di indicare come esempio non più un imperatore che vince le guerre, ma che può perdere le guerre, ma soprattutto un imperatore filosofo che riflette e che sa essere pacato e moderato. Nel primo e nel secondo capitolo che sono in qualche modo in continuità l’uno con l’altro e sono elencati gli antenati che a noi non interessa ricordare i nomi, ma hanno uno scopo duplice: da una parte hanno lo scopo per documentare cioè per mostrare la conoscenza profonda della materia (della vita di Marco Aurelio) e dall’altro ricordiamo il fatto culturale che la stirpe per gli antichi era una cosa importante anche nel ‘500, si era imperatori per eredità, si erano figli e funzionari per eredità. Guevara voleva aggregare delle fonti, e magari riportava la stessa vicenda narrato da uno e poi dall’altro non è un racconto con fluidità e narratività, ma piuttosto un’unione di testimonianze che a volte possono anche ripetere dei concetti e a volte si contraddicono. Plutarco invece sottolinea chi ha detto cosa, in maniera lineare e precisa. Guevara lascia il lettore libero di districarsi nel testo e nelle fonti. Fin da piccolino è un bambino molto serio (Il ritratto di Ciro iniziava con Ciro da piccolo che andava a cena con il nonno e si mostrava vivace e indipendente desideroso di farsi notare, qui abbiamo un ritratto quasi opposto.) La formazione dei bambini, intorno ai 6 anni si passava dalle nutrici, delle donne, che si prendevano cura del corpo, lo curavano, al mondo degli uomini, transizione di ambiente perché si riteneva che il bambino sviluppasse un uso di ragione e una intenzionalità capace di studiare cose teoriche. Passava dal punto di vista educativo dalla nutrice al precettore, ed entra in un mondo dominato dagli uomini, è proprio un passaggio di due logiche diverse da quello che poi anni dopo diventeranno gli anni della scuola primaria. Viene messo sotto la cura dei grandi savi/ maestri non gente qualsiasi ma grandi maestri e filosofi per avvicinarsi presto alla filosofia nel senso proprio cioè ragionare sui temi, e non nell’accezione odierna di studio della storia della filosofia, non era solo studiare i filosofi. De Guevara ha scritto la vita di Marco Aurelio un po’ come lui voleva che ce la ricordassimo. Marco Aurelio aveva questo maestro che andava a casa sua anche dopo essere diventato imperatore. Ci dice che nelle cose di pace e di guerra si faceva consigliare da un filosofo, non è una cosa scontata perché non è da tutti, Ciro andò da suo zio, suo padre, non da un filosofo, qui c’è l’idea che non solo l’imperatore è un filosofo ma anche il suo consigliere era un filosofo quindi ci lascia l’impressione di un punto di vista riflessivo. Guevara dice che molti autori non parlano di molti principi prima che fossero principi se non solamente di quei giovani che fin da piccoli hanno avuto grandi pensieri, per esempio, Sventonio Tranquillo ci dice tante cose di Cesare da piccolo perché Cesare si dava molto da fare per dimostrare quanto gli interessasse la guerra, il potere ecc. (mette in contrasto le due figure, un condottiero interessato al potere e Marco Aurelio che è riflessivo). Però Cesare era anche il tiranno, era quello che aveva fatto crollare l’istituto romano, era una figura controversa, figure che suscitavano sensazioni contrastanti, non è il busto che noi accettiamo come qualcosa che c’è stato. Dire Cesare voleva dire una figura di tiranno, una figura che aveva destabilizzato Roma e che viene messo in contrapposizione con figure successive in modo equilibrato e tranquillo. Poco saggio è stato Cesare, grande condottiero con un finale non felice. convinciamo quando si tratta di fare qualcosa di negativo, più determinati a fare il male lo portiamo avanti, mentre quando dobbiamo fare cose buone ci scoraggiamo subito. Storia romana che venivano visti come momenti di cedimento, negativi dei personaggi come Cleopatra e Marco Antonio che quasi si fece rubare Roma, veniva molto enfatizzato il mito di Cleopatra che invece di pensare allo stato pensa ai piaceri. La storia dello stesso popolo romano dimostra che pur avendo gli strumenti hanno perseverato nell’errore. Amico Pollione: l’importanza di usare tutte le risorse che abbiamo per studiare e fino ad anni 8 venne lasciato giocare con le nutrici poi lo mandarono a studiare (possibilità che non sia tutto vero), imparare latino e greco. Dai 13 studiò altre cose, Marco Aurelio fa un suo training che è un pochino diverso essendo già romano ed essendo il latino la sua madre lingua risparmiava tanto tempo e non doveva imparare il latino come gli altri. Dai 10 ai 13 imparava la grammatica e fino ai 17 imparò l’eloquenza. Usava il latino e si cresceva con il bilinguismo. Quindi ha imparato tutto in parallelo. La musica veniva usata per accompagnare le battaglie. Tema molto ricorrente il tema della musica che è qualcosa che lega e qualcosa che ci accompagna nelle situazioni e nel mondo greco era difficile avere la musica che era legata al teatro e alla tragedia e legato alla disciplina alla purificazione, qualcosa che oggi diremmo essere legato alla meditazione. La musica di Sparta era diversa da quella Greca perché era guerresca e c’era l’altra musica per i filosofi, musica per il politico, musiche diverse per educare a stati d’animo diversi. Quindi la musica non era un passatempo come un qualsiasi gioco; con la guerra di Dacia egli si affidò alla musica per potersi distrarre dato che i libri non poteva portarsene. Questa lettera ci spiega come lui ha passato il suo tempo senza perdere tempo, non si è mai dedicato all’ozio, ma sempre al miglioramento di sé stesso e questo lo può fare grazie a questa formazione. Le cose eccellenti scritte sono così per la formazione che ha avuto, potremmo dire la profezia che si auto- avvera. Al di là della veridicità abbiamo un tipico esempio di esemplarità, tema della volontà individuale. CAPITOLO X, il governo della Repubblica romana Roma non è una repubblica, ma bensì un impero, “repubblica” qui è come res publica, ovvero cosa pubblica o stato, o attività politica. In questo capitolo ci dà alcuni tratti di come è organizzato lo stato da un punto di vista di una biografia eroica e mitica che sottolinea gli aspetti positivi. Il 500 è un’epoca di tensioni e di guerra, non c’è quell’assolutismo Monarchico del 600. Vi è il sogno del ritorno dell’impero universale però anche il timore di un tiranno. Si enfatizza Marco Aurelio come imperatore che governa attraverso l’aiuto di istituzioni e organi che lo consigliano. M.A. pensa al bene dello stato e punta su questo aspetto. Vuole riformare le istituzioni quali erano opportune sia per la nobiltà sia per la plebe, quindi non solo per il bene della nobiltà ma anche per il bene del popolo, per i vivi e i morti quindi non solo per il presente ma anche nel rispetto della storia, degli antenati ecc. (onorare la storia di Roma). Egli non decideva per quello che riguardava lui e non era una cosa solita per un imperatore, lo chiameremmo al giorno d’oggi conflitto di interesse, ma c’era il senato che si occupava di tutte quelle cose che lo riguardavano. Molti funzionari che aveva nominato erano delegati a prendere delle decisioni importanti, non è potere assoluto ma potere distribuito. Così una cosa molto dubbia perché molti dei suoi amici occupavano posizioni in senato e per la nostra sensibilità moderna non è cosa che ci piace molto l’idea che lui porti persone di cui si fida molto perché è come se l’organo si indebolisca, i Senatori venivano nominati o dall’imperatore stesso o per tradizione perché appartenenti a famiglie importanti di Roma per cui questa cosa non suscitava scandalo anzi portare gli amici in senato voleva dire portare persone di cui aveva sicurezza di virtù e moralità che avevano studiato con lui. I senatori non erano solo persone aristocratiche ma persone che avevano delle virtù, con una grande reputazione, di animo nobile. Si prendeva la responsabilità di selezionare le persone migliori per il ruolo. Si è sempre preoccupato dell’abbondanza del frumento, anche in Ciro c’è l’insistenza che le sue truppe dovessero mangiare e questo non era il primo requisito, ma non era facile distribuire le risorse alimentari nelle grandi città maggiormente nei grandi imperi, le popolazioni avevano fame non solo per povertà, ma perché non arrivavano i rifornimenti. Città come Roma e quelle maggiori non potevano nutrirsi con il mercato cittadino, ma avevano bisogno di risorse imponenti importanti, e c’era bisogno di un’organizzazione molto sorvegliata e sostenuta per far arrivare il cibo alla popolazione (saper gestire le risorse). Gli spettacoli venivano offerti alla popolazione ed erano pagati dallo stato per il popolo per mantenere l’equilibrio per proteggere sé stesso. Considera il popolo come liberi cittadini e non come sudditi, fu temperato, cioè moderato, non eccessivo nel punire e lodare, questa idea della temperanza è l’idea delle virtù su cui si insiste molto nell’educazione di questo periodo cioè non esagerare, diciamo la tendenza a non mostrarsi troppo deboli e clementi e mostrarsi troppo aggressivi e crudeli. Nelle culture antiche la vendetta aveva una sua ammissibilità, è un tema molto delicato. Lui non si vendica, non lo fa di impulso, cioè se gli fanno qualcosa non si vendica. Imperatore filosofo era anche un po’ democratico, con attenzione a sentire i vari pareri di tecnici ed organi. CAPITOLO VI Come il padre adottivo si occupò dell’educazione dei figli. I figli nascono con un compito ancor prima di nascere ed è portare avanti la stirpe. L’educazione è mirata per creare principi successori. Chi agisce male perché non è in grado ha la colpa ridotta. Chi lo fa volontariamente ha colpa maggiore, così anche nelle cose buone. Lui raccoglie uomini famosi con capacità morali nelle armi e nelle lettere come maestri per suo figlio, richiama quelli che erano ritenuti i migliori ma non si accontenta della fama, ma li esamina lui in prima persona. Lui vuole in prima persona informarci della qualità dell’insegnante: tema del lignaggio era un tema molto forte e voleva sapere da dove venivano i loro antenati, perché virtù e vizi ricadevano su di loro. L’arte dell’oroscopo era molto pregiata presso gli antichi, la chiesa proibisce l’astrologia giudiziaria per fare predizione del futuro e decidere in base a questo, ma accettava l’astronomia come studio dei pianeti che influivano sulla personalità (Astrologia contemplata, ma non predire il futuro, astri come influenza sul carattere). Vennero esaminati tutti e alla fine sceglie un certo numero di maestri, e nei pochi scelti i più dotti i più sapienti e tra i sapienti i più savi/ saggi e tra i più saggi i più anziani. Così nelle 7 arti liberali si erano scelti i maestri per ogni scienza. Il Tema delle sette arti liberali non c’era nell’antica Roma ed è improbabile che ciò è accaduto per davvero, ma piuttosto che fosse un tema filtrato da Guevara che continuavano a strutturare la scienza sulla base delle 7 arti liberali perché è difficile che esistesse al tempo di Marco Aurelio la presenza delle 7 arti liberali che si consolidano nel medioevo e nel rinascimento (LIBERALI Le arti liberali che costituivano durante il Medioevo i due gradi dell'insegnamento, l'uno letterario, l'altro scientifico, comprendevano la grammatica, la retorica e la dialettica (il Trivio); l'aritmetica, la geometria, la musica, l'astronomia (il Quadrivio)). Questo schema viene usato per sottolineare che questo ragazzo ha tanti maestri, precettori, e che ciascuno aveva una sua scienza ed è coerente con l’idea del principe come uomo universale in tutte le scienze, che deriva l’ideale di padroneggiare tutte le scienze. CAPITOLO XVI Mettere in evidenza il rigore con cui lui sorvegliava i maestri del figlio (non guardava gli spettacoli). Il saggio che non ha una vita virtuosa danneggia molto e molti allievi ed è molto più pericoloso di un omicida. Torna anche il mito della Grecia. Anche la Grecia non ha più la virtù di una volta ha mandato tutti i suoi oratori a Roma. “Io preferirei essere bandito in Grecia che stare a Roma coi pazzi.” Gli antichi ci hanno dato esempi tra parole ed opere. Si crea un punto di riferimento che essendo trascorso è irraggiungibile, l’idea di un ieri passato e l’idea di questo oggi di continui miglioramenti, ma mai perfetto come ieri. C’è un richiamo all’antichità che non è mai raggiungibile. Il governarsi è un tema più vasto della volontà di autocontrollo e andare in una direzione più che un altro. Idea della volontà e dell’autocontrollo l’idea di andare in una direzione o in un’altra. Su Marco Aurelio ci sono molte altre biografie che aggiungono aneddoti. Figura di Marco Aurelio come non solo leader, ma come uomo di coscienza, uomo di scienza e questo testo ha un uso pedagogico consolidato perché insiste sul tema morale in un’epoca in cui il mantenere un dato rigore morale era l’unico modo per essere leader che navigasse tra le difficoltà della vita civile e del governo. Abbiamo visto la politica quella che è l’impostazione politica di Marco Aurelio nel senato cioè mantenere le cariche 88 antiche, far decidere agli altri, non essere tirannico come i grandi imperatori, abbiamo visto il modo di scelta dei maestri per il figlio come scegliere il precettore e i 5 savi cacciati da casa perché non hanno avuto un ruolo esemplare. Importanza nella scelta del precettore e il tema dei vizi e dei vantaggi e le virtù dei maestri. Lettura semplice di concetti visti. Costruzione della famiglia, i matrimoni sono sempre un fatto politico specialmente nelle famiglie aristocratiche e c’è tutta una scelta dei mariti per le figlie. Anche nel divertimento secondo il modello greco eroico il divertimento deve essere sempre elevato e non volgare (anche frequentare delle case chiuse andavano bene se non volgare e ben tenute). L’idea era che quando ci si diverte non si è sempre libero di fare ciò che vuole. Donne si, piaceri si, siamo in un’epoca precristianesimo dove non c’era un legame peccaminoso nella sessualità che veniva accettata come fatto pubblico senza coperture e anche la sessualità era normale e così lo era anche nell’avere dei favoriti e favorite, non c’erano distinzioni tra i sessi, il filosofo non è colui che sopprime i desideri e gli impulsi, ma colui che né dà la giusta moderazione e misura e dice qual è lo spazio da dare al piacere e la vita è volta al perfezionamento di sé.
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