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Riassunto Arte Nel Tempo Vol 2, Sintesi del corso di Storia dell'Arte Moderna

Riassunto esaustivo e completo del testo Arte nel Tempo, sessione dedicata alla parte dal Rinascimento al Barocco

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 11/07/2022

martinafrongillo
martinafrongillo 🇮🇹

4.7

(43)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Arte Nel Tempo Vol 2 e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Tra Rinascimento e Barocco LA CRISI DELLA MANIERA A Roma, dopo i grandi maestri (Michelangelo, Raffaello…) sotto la spinta di giovani artisti (es Parmigianino, Giulio Romano…) le certezze del linguaggio figurativo cominciano a sfaldarsi, orientandosi verso un estremo perfezionamento della maniera, dello stile, attraverso l’elegante contaminazione di elementi classici, citazioni moderne, variazioni personali Stagione feconda e felice che si interrompe con il sacco di Roma, l’impero di Carlo V acquista sempre più potere sulla penisola soprattutto nell’area centro-settentrionale, il linguaggio figurativo Romano si diffonde nelle varie corti della Penisola, trasformandosi e dando luogo alla cosiddetta “crisi della maniera” Manierismo = df difficile: indica i fenomeni artistici occorsi tra la morte di Raffaello (1520) e il barocco. per molti secoli è stato considerato in senso riduttivo, sinonimo di crisi e decadenza rispetto ai “maestri”. Ma dal 900, quando gli ambienti culturali hanno iniziato a mettere al centro l’interiorità\angoscia\inconscio, il Manierismo è stato rivalutato in senso positivo, importante ribellione rispetto al razionalismo rinascimentale Nel 1500 “maniera” = “stile”, Vasari nelle vite legge l’arte come un continuo progresso verso la “perfezione dell’arte” contrapponendo la “Maniera moderna” alle “maniere precedenti”: ora l’imitazione della “buona maniera” dei grandi maestri diviene imprescindibile, ma per questi artisti deve poggiare sulla dinamica contrapposizione di “regola” e “licenza” (termini sempre di Vasari): Padroneggiando le regole alla perfezione, l’artista deve anche essere in grand di sapersi districare dalle costrizioni di tali regole, contraddicendole elegantemente con virtuosismo, perseguendo la licenza consapevolmente, mai casualmente Un opera manieristica: GRAZIA, LICENZA, VIRTUOSISMO, DIFFICOLTA’, INUSUALE\ BIZZARRIA\CAPRICCIO La ricerca di eleganza, grazia, artificio, rapidità di esecuzione nell’arte manieristica trova compiuta esecuzione in una delle forme più caratteristiche del 500: la “figura SERPENTINATA” = espediente classico usato anche nella scultura antica: rappresenta l’esasperazione del contrapposto, licenza rispetto alla regola, perché le membra del corpo vengono piegate innaturalmente in un fluire del movimento paragonabile alla fiamma Ex Carità di Salviati – Uffizi; Mercurio di Giambologna – Bargello f.2\3, p.466 Composizione che rivela appieno il virtuosismo tecnico, la capacità dell’artista di far apparire facile ciò che è difficile, citando i grandi maestri esaltando però bellezza e bizzarria inventiva: è il trionfo della maniera, lo stile per lo stile. 131 Dopo il Sacco di Roma Clemente VII si renderà conto che Roma non potrà più essere indipendente dalla politica imperiale e indirizza una lettera a Carlo V “ci resta l’unica speranza di poter sanare le numerose ferite dell’Italia e della Cristianità con i mezzi che tu ci offri” Clemente VII rientrato a Roma cerca di restituirle dignità: richiama vari artisti (dall’esilio) per questo progetto: SEBASTIANO DEL PIOMBO: Uno dei pittori più in vista durante i primi anni del pontificato di Clemente VII, aveva rallentato la sua attività dopo il sacco. -nel ritratto Clemente VII e Pietro Carnesecchi – 1533 f.5, p.467: mostra tutta l’amarezza e la disillusione del momento - 1530: elabora diverse versioni dell’Andata di Cristo al Calvario f.4, p.467; attenzione sul motivo di Cristo portacroce visto quasi frontalmente, a 3\4 di figura, spogliando la composizione di ogni elemento descrittivo e superfluo, abbassando il tono dei colori e addensando grandi zone d’ombra: immagine severa e dolente, vicina al clima spirituale dopo il sacco di Roma e la presa di coscienza della gravità della riforma protestante BALDASSARE PERUZZI: tornato a Roma nel 1533 inizia a lavorare al Palazzo Massimo alle Colonne – Roma , f.6-8, p.46: la particolare conformazione dell’area induce Peruzzi a innalzare una facciata CURVA, dove: pianterreno = colonnato aperto, sopra: grande fascia che sorregge le finestre a edicola nel piano superiore. ultimi due piani = finestre molto più piccole, qui: assenti altri elementi orizzontali tutto compatto in un ritmato chiaroscuro  Sperimentalismo ma senza indulgere a virtuosismi manieristici LA DIFFUSIONE DEL LINGUAGGIO ARTISTICO PRIMA DEL SACCO: Il sacco di Roma non fu l’unico movente dell’allontanamento degli artisti dalla città, alcuni vennero richiamati da altre corti come GENGA e GIULIO ROMANO: le loro opere contribuiranno a diffondere il linguaggio elaborato a Roma ma sviluppatosi appieno proprio in contatto con il clima culturale delle corti italiane GEROLAMO GENGA: ad Urbino riceve l’incarico del duca Francesco Maria della Rovere e Eleonora Gonzaga (figlia d’isabella d’este) di ristrutturare la vecchia villa Sforza di Pesaro detta: VILLA IMPERIALE f.9\10 p.469 G. affida a diversi artisti e coordina la decorazione ad affrsco in 8 stanze con cicli encomiastici x i duchi, le paeti vengono “sfondate” su ariosi paesaggi. Si dedica poi a progettare l’edificio e la pianificazione del vastissimo giardino circostante: non intonaca le facciate, lascia i mattoni in vista x un’armonia con la villa preesistente + Roma antica. Integra conoscenze classiche e contemporanee, architettura e scenografia naturale, La caratteristica più appariscente è la collocazione entro un contesto scenografico- teatrale fondato sul gusto della sorpresa ottica, mirante a stupire il visitatore con soluzioni impreviste e inconsuete. 132 stravolgimento dei canoni rinascimentali -Personaggi ambigui: quelli a sx sono troppo terreni per essere angeli -L’andamento verticale della composizione è accentuato dal colonnato a dx sprovvisto di capitelli: nessun ordine classico! Anche questo è superare la tradizione -Composizione inconsueta: le figure non sono disposte ai lati del gruppo centrale ma costretta in un ristretto spazio a sx, vuoto a dx: df dello spazio volutamente ambigua, non si sa se la sacra conversazione sia in un interno (tenda a dx) o in un esterno (spazio a sx) - Graficamente: grande disegnatore: composizione tutta sul fluire dalle linee curve, riprese dall’anfora ovale - Lo scambio di sguardi ravviva la scena: Vergine e putto che contemplano la vita di Gesù, volto femmineo guarda lo spettatore, dietro la tenda: personaggio che guarda all’eterno: sublimazione del rapporto tra vegine-bambino-gruppo in un’immagine di ricercata eleganza e sacralità - Vergine regge il corpo del Figlio che è in una posizione di Cristo morto = deposto e con occhi chiusi probabile prefigurazione PERIN DEL VAGA A GENOVA Allievo di Raffaello, si stabilisce a Genova, città rimasta ai margini del panorama artistico italiano, ora sotto l’influenza spagnola grazie all’ammiraglio Andrea Doria, desideroso di ostentare la potenza raggiunta mediante iniziative artistiche: dà a Perin del Vaga l’incarico di ristrutturare la villa-fortezza dei Doria: Palazzo Doria a Fassolo (in periferia): - Voleva farne la residenza ufficiale della famiglia - Gli interventi all’esterno sono ormai perduti (f.27, p.476) - All’interno viene decorata da affreschi che celebrano: analogie Genova-Roma antica, Carlo V e Doria: es. nella Sala dei Giganti, soffitto con La caduta dei Giganti (f.28, p. 476): immagine allegorico-celebrativa che associa A Doria e Carlo V al trionfo di Giove sui suoi nemici: - scena divisa in 2, terrena e celeste (modello: Raffaello = disputa del sacramento) ma con attenzione ai rapporti ritmici interni (fascia dello zodiaco- giganti sotto) che permettono si superare il classico equilibrio del modello con ricerca di più intense tenzioni POLIDORO DA CARAVAGGIO Altro allievo di Raffaello, trova rifugio a Napoli, ora ospitale verso molti forestieri: la cultura meridionale e gli artisti si influenza reciprocamente: Polidoro abbandona la sua propensione per la decorazione “all’antica” accogliendo le influenze locali Ciò è dovuto anche a una committenza diversa (es Confraternita dei venditori del Pesce): deve staccarsi dal raffinato ambiente umanistico frequentato fino a quel momento. Va poi a Messina fino alla morte, e dipinge: Il Polittico dei Carmelitani, qui Sant’Angelo Carmelitano 1533, f.29, p.477 l’ Andata al Calvario 1534 , Capodimonte, f.30, p,478 che rimanda allo Spasimo di 135 Sicilia di Raffaello f.31,p.478 - nonostante ciò: originalità di Polidoro che giunge a risultati coinvolgenti e drammatici, in linea con la religiosità meridionale e il periodo (Sacco di Roma, Napoli con la Peste) + amore x dettagli naturalistici - conoscenza delle stampe nordiche x ambientazione angusta della valle e crudezza dei volti (es Cristo) - familiarità con l’antico: a dx scorcio di Gerusalemme e nel gruppo di personaggi sotto, antico non come ricordo di una lontana età dell’oro ma strumento espressivo di tonalità tragica-visionaria ROSSO FIORENTINO E GLI ARTISTI ITALIANI A FONTAMBELAU 1529: Pace di Cambrai, fine Guerre d’Italia  tramonto delle mire espansionistiche dei Valois in Italia: si apre un periodo di grande influenza dell’arte italiana su quella francese Il re Francesco I affida la ristrutturazione del castello di Fontainbleau ad artisti italiani: ROSSO FIORENTINO, fuggito dopo il Sacco di Roma, si rivela un perfetto artista di corte coordinando l’allestimenti di varie imprese (dipinti, arazzi…): della sua opera al castello molto è stato distrutto ma non la Galleria di Francesco I (f.34, p.480): - affreschi allegorici corniciati da ornamenti a foglie, mascheroni, frutti e ghirlande in stucco  novità di RF: così sviluppa le tendenze delle raffinate sperimentazioni romane adattandole alla corte francese Negli anni francesi fa anche numerosi dipinti, es: La Pietà – 1530 , f.35, p.481 accentua l’assimilazione di elementi michelangioleschi + nuova propensione a colori brillanti e accesi 1540: Muore Rosso fiorentino che viene sostituito da PRIMATICCIO nella direzione dei cantieri, aveva già collaborato con Rosso, ma della sua opera rimangono solo pochi ambienti es. fig. 36 Numerosi artisti italiani giungono in Francia: viene chiamato a corte l’orafo-scultore BENVENUTO CIELLINI - esegue x Fontainebleau opere in bronzo e oggetti di oreficeria come La saliera d’oro (f.37, p.482) segno della sua insigne arte + grande virtuosismo nel rendere anche le figure piccole I modelli degli artisti italiani vengono recepiti dai francesi che si adeguano al nuovo gusto con una autonoma ornamentazione di tono intellettualistico e legante e raffinato (es f.38, p.482) 1530: INCORONAZIONE DI CARLO V da parte di CLEMENTE VII a BOLOGNA p.483 Tra il 1529 e il 1530 Carlo V soggiorna a Bologna (seconda città pontificia) per essere incoronato imperatore dal Papa In tale occasione Bologna viene addobbata e restaurata come “nuova Roma”, e ciò non fu un caso isolato: cerimonie religiose e di corte, grandi processioni… sono eventi che scandiscono nel 500 la vita delle città e vengono allestiti apparati simbolici affidati ai maggiori artisti: si affermano con crescente successo gli “ingressi trionfali” (+ studi classici = attenzione sui trionfi degli eroi) nati da un rituale medievale consistenti nell’accogliere presso le porte della città personaggi di alto rango: 136 si decora la città sovrapponendo elementi antichizzanti, archi trionfali (f.40) ed architetture effimere dove i significati celebrativi e simbolici si sovrappongono, modificando il volto della città + si studia il percorso del personaggio accolto che deve toccare i principali centri di potere religioso e civile Al momento della sua abdicazione Carlo V ricorderà le città in cui è stato accolto trionfalmente, come Bologna: In Italia poi gli archi propongono un linguaggio classicistico più maturo a cui è affidato il linguaggio sovranazionale in grado di accomunare tutti i remoti angoli dell’impero. Carlo V stesso si sentiva un po’ l’erede degli imperatori romani. A Bologna viene accolto da cortei trionfali (f.39, 41) diversi archi trionfali con: 1. Tripudio di bacchi danzanti, immagini di Bacco e satiri\ninfe + Nettuno = impero esteso in terra e in mare 2. Imperatori romani + esempi di virtù 3. Episodi in difesa della fede e richiesta di pace avanzata dal papa. In attesa dell’incoronazione Bologna si anima di Feste di visite e di incontri di personaggi di alto rango, Tiziano conosce di persona l’imperatore, Parmigianino ne fa un ritratto allegorico f.42 Intorno all’ideologia imperiale si condensa in Italia quel linguaggio aulico antichizzante che si diffonderà in tutta Europa. Dopo i clamori dell'incoronazione la situazione artistica bolognese rientra in una tranquilla routine provinciale: nonostante sia legata allo stato Pontificio l'ospitare una prestigiosa Università contribuisce a vivacizzare l'ambiente culturale nella seconda metà del 500 gli eventi artistici bolognesi si intrecciano ha dibattiti teologici e scientifici: Teologici: Paleotti cardinale, chiede esplicitamente agli artisti di attenersi ai principi di decoro verosimiglianza e utilità delle opere sacre (fondamentale dopo il Concilio di Trento) Scientifici: Aldrovandi docente dell'Università e scienziato si impegna in una colossale opera di classificazione scientifica basata sulla raccolta di immagini tratte dalla diretta osservazione dell'universo naturale abbandonando il mondo esoterico delle raccolte museali manieristiche il nome della scienza FORTUNA E DIFFUSIONE DELLE INCISIONI XVsex: comparsa di un fenomeno che avrà grande incidenza sulla diffusione\scambio di modelli artistici: le incisioni  rendono possibile la riproduzione di un’immagine in più esemplari. prima: xilografia = incisione su legno, poi: lastre di rame, sia con bulino (scavo del metallo con punta acuminata) che grazie all’esposizione all’azioni di acidi corrosivi della lastra (acquaforte) Le prime stampe su rame sono tedesche ma si diffondono presto in tutta Italia: Pollaiolo, Combattimento degli ignudi – 1470, Uffizi, f.46, p.485 Mantegna, Baccanale con tino – 1490 Roma f.47, p.485 L’incisione si rivela un mezzo molto versatile adatto a produrre soggetti che la pittura non considerava: cosmografie, vedute di città (f.48), illustrazioni scientifiche, repertori 137 attitudini dei corpi - profonda comprensione del rigore formale e morale della composizione: DANIELE DA VOLTERA D.d.V, stimatore e amico di michelangelo, realizza cicli di affreschi di grande importanza e Pale come quella della Deposizione di Cristo dalla Croce f.73, p.498 - riprende la Deposizione di Rosso Fiorentino ma aumenta i personaggi, accentua la profondità spaziale scalando la scena su più piani con effetti di virtuosismo prospettico - figure modellate con rigore quasi geometrizzante e scultorio (studio di M) - minuziosa df dei panneggi e degli abiti dovute più all’influsso di Pierin del Vaga - taglio asimmetrico della scena: efficace = conferisce risalto alla gestualità dei personaggi Decora poi la Cappella della Rovere: qui Presentazione della Vergine al tempio f.74, p.498 - architetture semplificate ma anche df con deciso risalto volumetrico accentuato da netti contrasti chiaroscurali, effetti di scansione rigorosa e geometrizzanti lontani dalle variazioni formali ed eleganti dei contemporanei. Ma come accennato, oltre alla pittura religiosa, aumenta la richiesta di DECORAZIONI PROFANE: I GRANDI CANTIERI ROMANI Durante gli anni farnesiani Roma conosce un incremento dell’attività edilizia che cambia il volto della città che per molti aspetti era ancora Medievale. Ad ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE è affidato il cantiere di San Pietro, ma le proposte non piacciono, ma lavorerà ad altri progetti, tra cui l’allestimento degli apparati in occasione della visita di Carlo V: - il percorso del corteo si snoda lungo la via triumphails già usata dagli imperatori, così da far passare Carlo V sotto gli archi di Costantino e Tito  concetto di continuità tra il suo e l’impero romano 1546: Michelangelo incaricato di intervenire sulle opere incompiute di Antonio da Sangallo come: Palazzo Farnese  f.58, p.492 - palazzo della famiglia del papa, concepito da A sul prototipo dei palazzi fiorentini a blocco compatto - tocco di M: massiccio cornicione, apertura di una grande finestra architravata al centro sormontato da un colossale stemma dei Farnese, fulcro della facciata + aumenta l’ampiezza e trasforma gli interni M è incaricato anche di ristrutturare l’area del Campidoglio (colle capitolino, f.59, p.492/3) che cambierà il centro dell’antica Roma: Campidoglio = luogo di enorme importanza simbolica per la città antica e medievale, ridotto a degrado perché a Roma non era stata creata una pubblica piazza cittadina con i centri del potere civile Ma Paolo III vuole riqualificare l’area anche per trasferirvi la statua equestre di Marco Aurelio (f.61, p.493), simbolo della legge, della giustizia e della continuità tra la Roma imperiale antica e la papale moderna 140 Vi erano 2 Palazzi: dei Senatori e dei Conservatori ma disposti in maniera irregolare (f.60), ma non vi erano i soldi per demolirli e ricostruirli: M risolve il problema in chiave scenografica con figure geometriche inusuali: trapezio ed ovale. - fa costruire un edificio simmetrico al palazzo dei Conservatori, ugualmente inclinato ottenendo uno spazio trapezoidale e su entrambi si insedia un ordine gigante per interromperne l’andamento, al Palazzo dei senatori si aggiunge la Scala - il fulcro: la statua di Marco Aurelio da cui scaturisce un motivo ovale sul pavimento NEL 1537 PIERIN DEL VAGA rientra a Roma, sarò l’unico allievo di Raffaello che rientra. a Roma viene subito riconosciuto e ottiene numerose commissioni, nelle quali adotta schemi decorativi eleganti e complessi inserendo scene narrative entro ricche intelaiature ornamentali (Fontainbleau) accentuando il rilievo plastico delle figure. Es. Sala Paolina 1545 – Roma, Castel Sant’Angelo f.62, p.494: Storie di Alessandro Magno e san Paolo (il nome secolare di Paolo III era Alessandro) dipinto entro riquadri quasi del tutto privi di riferimenti paesistici, animate da figure massicce (f.63-64) - intorno agli scomparti: decorazioni da vivaci toni cromatici + elementi antichizzanti Paolo III lo sommerge di incarichi e l’artista è impossibilitato a far fronte personalmente a tutto dunque assume il suolo di ideatore e supervisore delle imprese limitandosi a fornire disegni A Roma aumenta la richiesta di DECORAZIONI PROFANE e di allestimenti x lo svago di pochi fruitori: es Villa Giulia 1550-55: f.65,66, p.495 (non di Pierin del Vaga) - compatta facciata che nasconde dietro una grande varietà di soluzioni spaziali in relazione con l’ambiente circostante: - contrapposizione: lineare prospetto frontale vs facciata verso il giardino: incurvata - il ninfeo è opera di Vasari e Ammannati: edificio a 3 piani in cui si alternano logge e nicche, con statue e porte di chiaro impianto teatrale adatto alle funzioni di svago PIRRO LIGORIO x volere di Papa IV costruisce la “Casina di Pio IV” di piccole dimensioni ma con una sovrabbondante decorazione a stucco. qui ogni particolare cela e palesa allusioni ermetiche: oroscopo del papa, ritorno all’età dell’oro… l’edificio è assimilabile al tempio delle Muse. Vengono poi eretti numerosi edifici dove vengono condotte alle estreme conseguenze le sperimentazioni linguistiche dei primi decenni del secolo: es. dal Palazzo Branconio dell’Aquila di Raffaello deriva la facciata di Palazzo Spada (f.68) L’attività edilizia tocca anche il territorio circostante come a TIVOLI dove viene progettata VILLA D’ESTE: - cura del rapporto tra edificio e campagna circostante che viene trasformata in un “giardino all’italiana”: paesaggio plasmato dall’intervento umano attorno alla villa. - vengono fatte centinaia di fontane creando un fantastico organo idraulico f.70, p.469 Ogni forma di ostentato decorativismo incontra l’approvazione dell’aristocrazia romana 141 FRANCESCO SALVIATI A PALAZZO RICCI SACCHETTI p.499 Nella Sala Delle Udienze di Palazzo Ricci Sacchetti, a Roma, F. Salviati dipinge un emblematico ciclo di affreschi che costituirà una delle più capricciose, varie e ornate decorazioni dipinte fino ad allora, modello x le successive Sulle pareti: Storie di David  si mette in risalto le vicende del personaggio biblico, l’ascesa dalle umili origini al trionfo (storia simile x il committente, un cardinale) per aver colto le occasiono offertegli dalla sorte -Le storie non si collocano entro riquadri regolarmente scanditi e definiti ma hanno dimensioni di cornici varie, spesso sovrapposte alle decorazioni stesse - Numerose figure allegoriche (ignudi ispirati all’antico) si alternano ai riquadri e agli elementi ornamentali che circondano gli oggetti nella stanza, complicando la comprensione intellettuale e spaziale dell’ambiente - Lo spazio delle scene affrescate da Salviati non si propone più come tridimensionale e misurabile ma alterato in modo da accentuare il risalto delle figure es. Betsabea si reca da David f.76, p. 499: - grande scala serpentinata della torre = es del raffinato virtuosismo di Salviati: riprende l’opera del Pontormo raffigurante Giuseppe in Egitto, ma nel Pontormo diverse scene sono accostate per una narrazione continua, qui è raffigurata Betsabea 3 volte lungo la scala: modo di esprimere il suo indugio a salire verso David Ciclo prezioso e intellettualistico: uno degli esiti migliori della nuova pittura profana che presto vedrà la sua carica fantasiosa esaurirsi in forme ripetute nelle pareti troppo cariche e ornate lontane dalla raffinata cultura dei manieristi delle prime generazioni. GLI ANNI ESTREMI DI MICHELANGELO 1549: morte di Paolo III, Michelangelo si dedica all’architettura soprattutto San Pietro dove deve affrontare una situa difficile dal punto di vista dell’organizzazione del cantiere - Riprende i progetti di Bramante e nuovamente abbandona la croce latina in favore della pianta greca iscritta in un quadrato (f.77,78, p.500) - Studia nuove soluzioni per la Cupola, ricordando quella di Brunelleschi (vd uno dei suoi progetti, f.79) e costruisce un alto tamburo: fascia orizzontale ritmata da doppie colonne e dalle finestre con frontoni alternati che creano profondi contrasti chiaroscurali e funge da raccordo tra la grande mole della basilica e la cupola evitando un eccessivo appiattimento (f.80, p.501) - Lanternino: ritorna il motivo delle doppie colonne del tamburo generando uno scatto verticale e saldandosi con il resto della cupola Da un lato M riduce lo spazio (x pianta greca) dall’altro conferisce monumentalità e imponenza strutturale e simbolica  Vasari: minor forma ma maggior grandezza La sua attività architettonica si estende poi ad edifici civili come Porta Pia (f.81, p.502) SCULTURA: nei suoi anni estremi si concentra in gruppi come la Pietà: Pietà di Palestrina -1555, FI, Galleria dell’Accademia f.84, p.503 al centro corpo di Cristo morto, franante ma retto da Nicodemo Pietà – 1555, FI, Museo dell’Opera del Duomo f.85, p.503 iniziata per diletto con il proposito di donarla a una chiesa e farla collocare sulla propria sepoltura. 142 Con Francesco primo muta e clima culturale di Corte i suoi interessi sono rivolti a problemi di natura esoterica tecnico scientifica e le commissioni monumentali vengono accantonate in favore di imprese meno appariscenti anche se complesse: si vogliono indagare gli aspetti misteriosi arcani della natura [è stato scritto che al Rinascimento “solare” di Cosimo succede quello notturno: alchimia ecc…] - lo studiolo accoglie le opere più importanti della collezione personale di Francesco - piccolo ambiente, forma di un forziere con una volta a botte - lungo le pareti e soffitto si ha un succedersi di riquadri e nicchie contenente stati statue in bronzo - complesso programma iconografico fatto con l'intento di esaltare il rapporto sublime natura e arte incarnato nella collezione di Francesco composta di materiali naturali raffinati e impreziositi dall'intervento artistico: la natura fornisce la materia prima l'uomo la trasforma e il la esalta nelle sue peculiarità Attenzione ai materiali della natura: Es. Nel riquadro dedicato al Pianto delle sorelle di Fetonte (f.94, p.508) si raffigura la nascita mitologica dell'ambra scaturita dalle lacrime delle giovani trasformate dal dolore in pioppi La decorazione è completata da piccole statue bronzee del Giambologna attento alle richieste di Francesco I L’attenzione agli oggetti preziosi è data anche dalla nascita dell’Opificio delle Pietre Dure che sottrae il monopolio in tale campo agli artigiani lombardi con manufatti di grande pregio e ricercatezza formale: Di lì a poco nella chiesa mausoleo dei medici San Lorenzo viene costruita una cappella funeraria interamente rivestita di policrome pietre dure con un effetto opulento e spettacolare: CAPPELLA DEI PRINCIPI f.99, p.510 UFFIZI: Cosimo I commissiona a Vasari la costruzione degli Uffizi f.100, p.511 concepiti come unitario luogo di residenza e rappresentanza delle magistrature fiorentine sistemate sotto il diretto controllo del duca insediato a Palazzo Vecchio (Uffizi = uffici) Vasari così qualifica il centro di Firenze inserendovi complesso moderno ma aderente ai canoni estetici rinascimentali: lungo corridoio degli Uffizi che si innesta tra piazza della Signoria e l’Arno (doppia veduta f.101, 102, p.511) -Galleria composta da due corpi porticati al piano inferiore lo spazio centrale era parte integrante del progetto=vera e propria piazza necessaria all'attività quotidiana delle magistrature - l'ultimo piano degli Uffizi era destinato all'uso privato del duca ma non ancora ospitare le raccolte d'arte dei Medici che vi furono trasportate solo dopo i rifacimenti a opera del Buontalenti voluti da Francesco I, infatti… Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico le collezioni dei Medici furono soggette a saccheggi, divisioni, vendite… Cosimo cerca di recuperare ma è con Francesco I che la passione collezionistica sincro dei Medici si incrementa notevolmente: - si ricavano oggetti molto eterogenei da dipinti quattrocenteschi e contemporanei, a cammei, pietre dure, sculture, oreficerie[…] - la concezione vasariana della peculiarità artistica fiorentina fondata sul disegno trova 145 in Francesco un attento ascoltatore che manifesta un vivo interesse per la raccolta di dipinti in grado di documentare l'evoluzione delle arti disegnative: il tesoro di Francesco viene prima riposto nello studiolo a Palazzo Vecchio, ma poi Francesco incarica il Buontalenti di riallestire l'ultimo piano del palazzo degli Uffizi per ospitare le raccolte: - la Tribuna è il nucleo centrale ed è riservata alle opere più preziose e rare: è un vano ottagonale coperto da una cupola incrostata di conchiglie e madreperla sulle pareti scarlatte corrono mensole destinate a sorreggere statue e oggetti la luce pioveva dall'alto in illuminando i dipinti preziosi appesi sia sotto che sopra le mensole - Francesco decide di smontare lo Studiolo per allestire la tribuna e la Galleria riponendo lì gli oggetti - la sistemazione degli oggetti segue criteri puramente espositivi non ispirata a significati allegorici e simbolici costituendo uno dei primi nuclei museali del mondo nella tribuna il messaggio è affidato all'insieme moltissimi elementi celebrano la gloria dei Medici le raccolte hanno un carattere enciclopedico tendono a coprire tutti i campi del sapere umano includendo anche gli oggetti naturali ed esotici: il carattere eterogeneo degli Uffizi si mantiene per secoli per secoli solo nell’Ottocento l'ordinamento originario viene smembrato e gli oggetti divisi per categorie vengono ripartiti in diversi musei ALTRI PROGETTI: Vasari costruì un percorso sopraelevato segreto tra il Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti oltre l'arno collegato direttamente ma la cerchia bastonata di Firenze: IL CORRIDOIO VASARIANO 1534: su Piazza Della Signoria nella Loggia dei Lanzi vengono a trovarsi alcune tra le più importanti statue fiorentine: la Giuditta di Donatello il David di Michelangelo e l'Ercole e Caco di Bandinelli: quest’ultimo dava speranza ai contemporanei di poter poi esporre le loro opere: tra essi: BENVENUTO CELLINI  ottiene da Cosimo l'incarico di eseguire un Perseo (f,107, p.512) in bronzo da porre nella Loggia dei Lanzi: - il sinuoso corpo di Perseo si erge sui resti riversi di Medusa decapitata - il virtuosismo si manifesta nella ricerca di molteplici punti di vista come nella puntigliosa definizione da orafo dei dettagli (ex dell'elmo e del viso di Medusa) + nella ricchezza della base di di bronzo e marmo carica di ricordi di Fontainebleu Altre opere: Benvenuto Ciellini, Ganimede e Zeus, Bargello (metà 1500) 146 Bronzetto di un giovane nudo a cavallo di un’aquila, soggetto mitico ; Zeus = si trasforma in Aquila x conquistare Ganimede, giovane bellissimo, Zeus se ne invaghisce e si trasforma in Aquila per rapportarsi con lui, lo rapisce e lo porta in cielo Lo farà poi divenire il coppiere degli dei Perseo e Andromeda, basamento del perseo Eroe, Mostro nel Mare, Fanciulla che è vittima del mostro, a dx piangenti. PERSEO SCONFIGGIE IL MOSTRO PER SALVARE ANDROMEDA Si vede che è perseo perché ha le ali ai piedi Parentesi su CELLINI (scheda p.518) orafo e scultore acclamato dalle maggiori corti europee durante la vecchiaia ha il desiderio di consegnare ai posteri il ricordo della sua spericolata esistenza e di inconsueta carriera, dettaquindi la sua autobiografia: Vita scritta da lui medesimo il testo fornisce una preziosa testimonianza della sua carriera e della carriera di un'artista del maturo Manierismo internazionale gettando luce anche sui committenti rilevandone in magnanimità\difetti\paure: egli sta sia a Roma che in Francia e difende appassionatamente la sua avventurosa vita errabonda tutta dedicata alla creazione artistica per i maggiori signori dell'epoca dando così una preziosa finestra aperta sulle corti di Clemente VII Francesco I (francia) o Cosimo dei medici ad AMMANNATI (architetto anche del Ponte di Santa Trinita: 3 arcate proporzionate) Cosimo affiderà il compito di realizzare una monumentale Fontana per piazza della Signoria: nel 1577 conduce a termine la Fontana di Nettuno f.108, p.513: - composta da un bacino di base su cui sorgono le figure bronze di divinità marine e coronata al centro dalla grande statua del Dio L'assetto della piazza diventa definitivo nell'ultimo quarto del secolo quando lo scultore fiammingo, GIAMBOLOGNA vi colloca le sue opere tra cui: Cosimo I a Cavallo: f.109, p.513: viene sistemata sul fianco sinistro di Palazzo Vecchio Il ratto delle Sabine f.110, p.513: viene sistemata nella Loggia dei Lanzi - è concepita dallo scultore per dimostrare la sua grande abilità nell’atteggiare drammaticamente un gruppo di tre personaggi: un vecchio un giovane e una donna - rappresenta un'importante ponte tra la statuaria rinascimentale e quella barocca L'attenzione dei Medici si dirige anche sulle ville suburbane della famiglia: - ciò richiede personale specializzato in grado di ristrutturare ambienti di progettare parchi e giardini canalizzare acqua e realizzare decorazioni e ornamenti dal complicato gusto cortigiano dell'epoca: l'arte dei giardini aveva già da tempo una fisionomia ben definita ma il culto della 147 Così Venezia rafforza i suoi domini nell'entroterra italiano e alla ristretta oligarchia cittadina si affianca il nuovo patriziato provinciale che ricava profitto dall'attività agricola La difesa dei possedimenti implica un'attività di rafforzamento militare la fortificazione di Nicosia (f.130, p.521) e la costruzione di Palmanova (f.131, p.521): costituiscono l'attuale del progetto di città ideale vivo nella trattatistica rinascimentale per oltre un secolo: a ciò è dovuta la forma rigorosamente regolare dei due circuiti Nonostante la potenza di Venezia declini in tutta Europa si consolidano il mito e la fama della città spesso paragonata dei letterati a Roma e Atene: all'interno cresce la richiesta di architetture private ed ecclesiastiche e si sviluppa la produzione pittorica A differenza delle altre città italiane Venezia non è in alcun modo soggetta a Carlo V e non ha una corte accentratrice della committenza artistica ma mantiene una grande pluralità di committenti: la ricerca formale che caratterizza i manieristi non prevale sulla laguna e le immagini continuano a mantenere stretti legami con le attese di un pubblico molto più vasto di quello di un'élite di corte La congiuntura tosco-romana Nel sedicesimo secolo La Repubblica promuove il rinnovamento urbanistico della città ridefinendone tre spazi vitali: - rappresentativo = piazza San Marco - economico = l'area di Rialto - militare-navale = Arsenale JACOPO SANSOVINO fuggito da Roma dopo il sacco, si dedica a piazza San Marco: (vd p. 526) la strutturazione di grandi spazi già sperimentati a Roma ex Belvedere viene sapientemente introdotta a Venezia e adattata alle esigenze politiche scenografiche dello spazio di San Marco l'operazione riguarda un vasto ambiente urbano porticato già parzialmente definito che concentra i luoghi deputati della vita politica sociale religiosa amministrativa e culturale dello Stato e contemporaneamente si propone anche come spazio teatrale è spettacolare questo foro ideale piazza urbana viene riqualificato da sansovino che conserva in tanti gli antichi nuclei come basilica torre dell'orologio Palazzo Ducale e crea rimandi scenografici molto suggestivi che si adopera per conferire a ogni edificio vecchio come nuovo una precisa valenza simbolica es: costruisce la LIBRERIA MARCIANA: - esplicitamente antichizzante: doppio portico dorico-ionico - inserisce variazioni delle regole producendo alterazioni proporzionali o scolpendo l'alto fregio naturalistico che conferisce intensità chiaroscurale alla facciata già movimentata dai portici la decorazione della Libreria Venezia è un momento importante della penetrazione del gusto manieristico nella città lagunare il programma decorativo parte dai rilievi della facciata per proseguire all'interno: 150 la decorazione del soffitto a volta ribassata viene affidata da Tiziano e da Sansovino ho un gruppo di artisti accomunati dall'interesse per le eleganti sperimentazioni formali del manierismo tosco-romano che eseguono in gara i 21 tondi allegorici da collocare nel soffitto sottoponendo i disegni all'approvazione di Tiziano e vince il Veronese accanto, sotto il campanile, S crea la LOGGETTA che fa da cerniera tra la piazzetta tra la libreria e il Palazzo Ducale e la piazza vera e propria, definendo complementarità e autonomia sui due spazi comunicanti nella Loggetta con rilievi e statue sono celebrate allegoricamente la grandezza e la potenza di Venezia in un in un linguaggio romanticizzante che costituisce una novità per l'ambiente lagunare costruisce poi la ZECCA ubicata sul bacino Di San Marco ad angolo con la Libreria. La sua opera viene molto apprezzata dal governo della Serenissima che gli riconosce il ruolo di organizzatore degli spazi cittadini, il grande complesso di piazza San Marco presenta al mondo il nuovo volto di Venezia Sansovino dimostra un'assoluta padronanza del linguaggio classico ma senza alcun elemento di sovvertimento dal 1533 aveva costruito un grande palazzo per la famiglia corner all'imbocco del Canal Grande: Palazzo Corner, f.132, p.522 - facciata scandita in larghe fasce orizzontali modulata da effetti chiaroscurali generati dalla composizione delle colonne abbinate dei piani superiori e dalla gestante cornicione in Sansovino si diffonde un certo gusto prettamente pittorico-tonale dell'architettura derivato dall'ambiente veneziano: nei rilievi bronzei della Porta di della Sacrestia di San Marco f.133, p.522 - influssi romani + ricerca di effetti pittorici nella modellizzazione delle figure PADOVA e VERONA sono città venete di terraferma che vedono ben presto a fermarsi il nuovo linguaggio architettonico romano importato da artisti veneti rientra rientrati in patria Es. GIOVANNI MARIA FALCONETTO a PADOVA realizza la Loggia (f.134, p.523) es.2 MICHELE SANMICHELI a Verona progetta chiese, palazzi e fortificazioni in Palazzo Bevilacqua (f.135, p.523) il basamento rustico si contrappone al piano nobile scandito da colonne variamente scanalate mentre una ricca decorazione scultorea si estende su tutta la facciata accentuando il chiaroscuro Sanmicheli innesta sul fondamento classico del suo linguaggio spunti sperimentali variazioni arbitrarie della regola manifestando la sua adesione a fermenti manieristici che si diffondevano in tutta l'Italia Il carattere di monumentalità contraddistingue anche la sua opera di ingegnere militare: Nella Porta Nuova a Verona 1533 – f.136, p.523 l'uso del rivestimento rustico si adatta alla funzione militare mentre il frontone dorico con lo stemma cittadino riporta l'osservatore sul dibattito architettonico di quegli anni è relativo al rapporto regola licenza la stessa Venezia si vale contemporaneamente dei servizi di due architetti maturati a Roma ma 151 a SANSOVINO affida il rinnovamento architettonico della città a SANMICHELI la difesa delle coste ARTISTI TOSCANI: SALVIATI giunge a Venezia e dipinge la decorazione di alcuni ambienti del Palazzo Del Cardinale e alcune pale d'altare tra cui una Deposizione f.138, p.524: raffinata ed elegante, con attenzione verso schemi compositivi derivati dall'arte di Raffaello Michelangelo e Parmigianino anche VASARI va a Venezia proiettandola nel circuito internazionale del manierismo tosco-romano: per una commedia (l’Aretino) allestisce scenografia complessa basata sulle architetture antichizzanti ed effimere in uso sia per il teatro che per gli ingressi trionfali. SPINELLI per Palazzo Corner lascia un soffitto decorato con al centro la Carità è intorno le Virtù cardinali (f.139-140, p.525) scorciate dal sotto in su bilanciate con brillanti effetti illusionistici l'apporto degli artisti toscani e romani, la diffusione delle stampe, le richieste dei committenti veneziani, determinano il rinnovamento della tradizione artistica lagunare influenzando Tiziano e i successivi. TIZIANO: ANNI DELLA MATURITA’ E DELLA TARDA ATTIVITA’ per molti decenni la scena della pittura veneziana è dominata da Tiziano che dagli anni 30 cambia il suo linguaggio figurativo: ne La Venere di Urbino – 1538, FI Uffizi, f.144, p.527 - sensuale naturalismo (che già si era affermato precedentemente nei suoi dipinti) -MA si colgono i primi segni di un nuovo orientamento = volontà di adeguamento al mutare del clima culturale tale orientamento si era consolidato dopo il sacco di Roma e la diaspora degli artisti da Roma con l'arrivo di molti artisti a Venezia aveva accentuato le inclinazioni romanticizzanti di un consistente gruppo di committenti e artisti veneziani ad esempio, la ricerca di scorci inconsueti e audaci torsioni delle figure contagia anche Tiziano: es Storie Bibliche x chiesa di Santo Stefano in Isola: Caino e Abele – f.147, p.527 - tenta di conciliare il risentito plasticismo delle pose artificiose dei personaggi con ricerche cromatico-illuministe destinate a riprendere ben presto il sopravvento sulle componenti plastico figurative: 152 TINTORETTO La sua vita trascorre interamente a Venezia: è figlio di un artigiano, un tintore, ma diverrà un grande pittore: nel 1539 è già menzionato come maestro è di una generazione più giovane di Tiziano e assiste al propagarsi del nuovo linguaggio figurativo importato dai tosco-romani a Venezia: la sua formazione include la conoscenza della tradizione locale (incarnata da Tiziano) ma anche alla conoscenza dell'esercizio grafico meno importante per i veneziani ma tanto importante a Firenze e Roma Tintoretto acquisisce così un forte senso plastico monumentale che si lega alla sua propensione luministica di intonazione drammatica + accentuato interesse per effetti teatrali con il Miracolo Di San Marco – 1548, Gallerie dell'accademia F. 155, p.532 - sviluppa elementi altamente spettacolari volti a ottenere il coinvolgimento massimo degli spettatori - il tema dell'intervento miracoloso sarà centrale nell'opera di Tintoretto: egli sviluppa la carica suggestiva di contrasti luministici rinunciando a effetti prospettici di natura scopertamente scenografica con l'intento di accentuare il significato spirituale degli avvenimenti rappresentati Ritratto Di Jacopo Soranzo - 1550 Gallerie dell'accademia F. 156, p.533 - eccellente esempio della sua attività di ritrattista = tendenza a rappresentare i personaggi colti nell'attimo in cui sul loro volto trascorre un'emozione o comunque un elemento rivelatore della loro interiorità -Non si vale della tipologia del ritratto di Stato ma conferisce al personaggio un'intensa vitalità sia grazie al taglio sia per la stesura cromatico-luministica estremamente sintetica e dinamica con il trascorrere degli anni la sua attività si fa sempre più intensa quasi frenetica tante opere escono dalla sua bottega come: Susanna e i Vecchioni – 1557, Vienna f. 157, p. 533 - La suggestione ambientale è affidata agli elementi paesistici - La figura della giovane ignuda e in atto di contemplarsi entro un vasto giardino misterioso modellata da morbidi tra pasti chiaroscurali e cromatici, ignara degli sguardi dei due malvagi giudici che la spiano - il lento diffondersi della luce conferisce all'immagine un tempo ben diverso da quello drammatico e incalzante di altri suoi dipinti - è un'interpretazione profana e romanzesca del tema biblico che sembra volersi misurare con il Veronese 1566: T. consegna alla Scuola Grande di San Marco tre teleri con episodi prodigiosi della vita del Santo: il Ritrovamento del corpo di San Marco - Milano Pinacoteca di Brera F 158, p 534 Iconografia: San Marco che appare miracolosamente ad alcuni Veneziani, rivelando il 155 luogo dove si trova il suo corpo e ponendo fine allo scempio della profanazione delle tombe. Così viene spiegata la presenza, in alto a destra, di tre uomini che calano un cadavere da un sarcofago -presenta mirabilmente fusi brani di grande virtuosismo pittorico (corpo disteso, fuga diagonale degli archi) - virtuosismo teatrale: concitata gestualità dei personaggi in primo piano chi indirizza lo sguardo dello spettatore verso il luogo del prodigioso ritrovamento - La protagonista è la luce: miracolosa e il reale, investe architetture figure conferendo alla rappresentazione forza di coinvolgimento emozionale Trafugamento del corpo di San Marco - Venezia galleria dell'accademia F 159, p 534 momento in cui alcuni cristiani di Alessandria d'Egitto, approfittando di una tempesta che sconvolge la città, portano via il cadavere di San Marco salvandolo dal rogo a cui era destinato - gruppo dei trafugatori avanza a fatica verso il primo piano - sfondo = vertiginosa fuga prospettica della piazza Tintoretto mostra di saper dominare vaste superfici senza ricorrere alla tradizionale strutturazione prospettica dello spazio: va prendendo spunto dalle tarde opero di Michelangelo come avviene nella ridecorazione delle sale di Palazzo Ducale (devastati dagli incendi negli anni 70) es nella Sala del Maggior Consiglio F 161 p.535: L'esecuzione però viene lasciata in gran parte agli allievi i l'impegno del maestro rimane più circoscritto all'invenzione delle composizioni Egli e impegnato con i cicli per la scuola di San Rocco: Nelle Storie Della Vergine e dell'Infanzia di Cristo soprattutto nelle immagini di: Santa Maria egiziaca F 163, p.536 si smorzano l'enfasi gestuale dei personaggi e le violente tensioni spaziali compositive delle opere precedenti Ne La Fuga In Egitto F 162, p 536: l'ambientazione paesistica prende il sopravvento con toni più intimi insieme misteriosi nella natura lussureggiante un'orchestrazione luministica di straordinaria ricchezza e potenza suggestiva domina tutta la tarda attività dell'artista fino alle due grandi tele per San Giorgio Maggiore raffiguranti la Caduta Della Manna e L'ultima Cena F 164, p.536 terminate nel suo anno di morte 1594 IL VERONESE (PAOLO) La sua formazione si svolge a Verona e include le esperienze più significative dell'area padana: Giulio Romano, Correggio, Parmigianino, Sanmicheli… così una sapiente orchestrazione prospettico-costruttiva si manifesta fin dai suoi primi dipinti caratterizzati però soprattutto da un forte sentimento del colore: l'arrivo a Venezia è segnato immediatamente da una maggior accensione cromatica che lo spinge a un colorismo brillante, timbrico basato sulla giustapposizione di colori 156 puri, con intuitivi accostamenti di complementari che esaltano la luminosità dell'immagine con ombre colorate anch'egli decora il Palazzo Ducale soprattutto il soffitto della Stanza del Consiglio dei Dieci con la tela di Giunone che riversa su Venezia i suoi doni F 165, p 537 - si riconoscono i caratteri di fondo del suo linguaggio: audaci scorci di sotto-in-su + forte composizione disegnativa - Il primo piano è occupato da figure definite con larghe campiture cromatiche che si stagliano su cieli luminosi, evitando di dilatare la visione in profondità Si affermò come pittore immediatamente: il suo stile esalta l'amore per il fasto e l'opulenza di tanti committenti 1555: inizia a dipingere tele per la chiesa dei Gerolamini Di San Sebastiano tra cui Il trionfo di Mardocheo F 166, p 537 Iconografia: Bibbia: Mardocheo, tutore di Ester (il ciclo è quello delle Storie di Ester), ricevette da re di Persia Assuero un vestito ed un cavallo in segno di ribilitazione. Nel quadro del Veronese i cavalli diventano due. - Si vale di effetti illusionistici (ricorda Pordenone) - chiude parte dell'orizzonte con lo scorcio di un gigantesco edificio (ricorda Giulio romano) che anticipa i fondali architettonici dipinti negli anni successivi. - Il risultato è altamente spettacolare anche per il rapporto ritmico e dinamico con gli scomparti adiacenti Lo slancio sperimentale delle prime opere si placa nel corso degli anni con ricerche di maggior compostezza anche per i circoli di Patrizi e umanisti per i quali dipinge la villa di maser costruita da Palladio (vd dopo) Anni 60: le scene si affollano di figure stagliate sullo sfondo di grandiosi prospetti architettonici + l'impianto della rappresentazione diventa più teatrale + gli episodi trascendono le luminose rappresentazioni nella tela Alessandro e la famiglia di Dario F. 167 p 538 Londra NG - Personaggi in costumi antichi e moderni si scalano contro un fondale classicheggiante che ricorda i contatti dell'artista con architetti come San Micheli, sansovino… la stessa regia fastosa è utilizzata anche nella rappresentazione di episodi sacri: sono opere di una certa semplificazione compositiva di impronta classica, il tessuto cromatico perde qualcosa della sua vibrante accensione in favore di nuovi interessi illuministici, come ne La Cena in Emmaus – Louvre, f,168, p.538 cristo ripetuto due volte: incontro e percorso con i due migranti e poi vanno nella taverna, persone attorno: committenti, contemporanei al pittore, famiglia committente Nozze di Cana: molti personaggi, in centro c’è cristo con la madonna e sulla dx trasformazione dell’acqua in vino, evento miracoloso + La Cena In Casa Levi, Venezia, Gallerie dell’ Accademia f.169, p.539 - Il tema delle grandi “Cene” era congeniale al suo stile: gli consentiva di mettere in scena delle composizioni monumentali animate da numerosi personaggi, anche estranei al racconto evangelico: - qui si ha un gigantesco porticato a tre fornici che definisce lo spazio della lunga tavolata 157 I paesaggi ispirati a stanze a stampe nordiche F 185 combinano riferimenti e allusioni alla campagna circostante e alle regioni del mito, con rovine classiche ed elementi di natura stilizzata protagonista dell'arte del V è il colore disteso a larghe e luminose campiture ancora più evidenziate dalle cornici architettoniche dipinte Gli ambienti si presentano chiari definiti dalla luce naturale ritmata dal progetto del Palladio e dalle armonie cromatiche del Veronese con un esito di composta classicità e rara integrazione di architettura e affreschi di interno ed esterno in tarda età progetta la Loggia Del Capitano 1571 Vicenza F. 175, p. 542 accanto alla Basilica. - l'edificio consente di misurare nella drammatica articolazione plastica o chiaroscurale delle membrature in diretto rapporto con la basilica sviluppo del linguaggio architettonico = frutto delle sue costanti sperimentazioni e proposte in confronto continuo e vitale con i modelli antichi e rinascimentali anni 60: Palladio va a Venezia e gli viene incaricato di progettare due edifici religiosi: La Chiesa Di San Giorgio Maggiore F 176, p 542 – 1566 x rispetto delle direttive del Concilio di Trento la chiesa avrà pianta longitudinale ma: il transetto è contratto in due absidi semicircolari, le navate ridotte, la zona presbiterale e il coro sono isolate in un diaframma di colonne -All'esterno: parte centrale scandita da colonne su alti basamenti, reggenti un frontone corrispondente alla navata principale con effetto di risalto rispetto alle ali di un secondo frontone arretrato - La cupola assume valore determinante sovrapponendosi alla facciata come se l'edificio fosse effettivamente a pianta centrale La Chiesa Del Redentore f 177 p 543: fatta costruire alla cessazione della terribile epidemia di peste stabilendo ogni anno una processione solenne del doge x ringraziamenti - anche qui la pianta e longitudinale: ma all'interno di fianco alla navata centrale, coperta da una volta a botte, le navate laterali sono sostituite da una sequenza di profonde cappelle; l'area del presbiterio appare come un grande invaso unitario dominato dalla cupola e sul fondo una serie di colonne che riprende il ritmo circolare delle absidi laterali introducendo al coro terminale - vi è una chiara articolazione di tre successivi nuclei spaziali effusi di luce e bianche superfici in stretto rapporto con le esigenze di carattere funzionali di un edificio sacro concepito come un sacrario civico 1570 A Venezia Palladio aveva dato alle stampe i Quattro Libri Dell'architettura: documento fondamentale per il suo rapporto con l'antico dei suoi orientamenti estetici e teorici + pratica architettonica degli edifici religiosi aveva scritto: “tra tutti i colori nessuno si convenga più della bianchezza”: profonda aspirazione dell'artista è quella di ridare corpo e voce alla grande tradizione classica in nuove forme IL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA p.546 160 1580: pochi giorni prima di morire Palladio consegna ai soci dell'Accademia Olimpica di Vicenza il progetto del nuovo teatro Palladio è un autorevole membro dell'accademia divenuta istituzione culturale di primaria importanza a Vicenza che ospita dibattiti di letterati filosofi artisti… ma soprattutto allestisce rappresentazioni teatrali Il Teatro Olimpico è il primo teatro stabile costruito nel Rinascimento: vi erano ancora arene antiche ma nessun edificio appositamente destinato alle rappresentazioni era stato costruito ex novo, si tendeva ad allestire teatri lignei provvisori il progetto di Palladio si discosta dalla consuetudine del tempo, modello di riferimento è il teatro antico vitruviano articolato in una cavea per il pubblico è un proscenio dotato di scena fissa (rappresentante Vicenza) nei teatri provvisori invece si garantiva il cambio delle scene a differenza del teatro classico l'edificio non è all'aperto ma coperto da un soffitto + viene mitigata per mezzo dell'illuminazione la netta contrapposizione tra la cavea e il proscenio Palladio muore quando solo i muri erano stati elevati il successore non si attiene strettamente al progetto (adattandosi alle esigenze sceniche della rappresentazione invece che alla veduta della cittadina) inoltre, presto l'utopia palladiana di ripristinare il teatro antico si scontrerà con lo sviluppo della scenografia e degli artifici scenici richiesti dall'affermarsi della sensibilità TRADIZIONE E RINNOVAMENTO NELLA PITTURA VENETA Alla base della diffusione di elementi di gusto manieristico a Venezia vi sono i soggiorni dei fiorentini (Vasari Salviati) e la conversione dello SCHIAVONE che rielabora i modelli derivati dalle stampe del Parmigianino diffondendoli tramite incisioni (f.191) e opere pittoriche: nell'Adorazione Dei Magi 1547 Milano, F 190 p 548 - spazio e ritmo dei movimenti sembrano generati dalla poderosa torsione della colonna intorno alla quale stanno i personaggi - il colore e disteso con pennellate larghe e fluide producendo effetti di luce cangianti e vivaci accostamenti il panorama artistico veneziano si rinnova continuamente grazie a nuove esperienze e nuovi arrivi: frequenti sono i soggiorni del BASSANO che fin dalle sue prime opere rivela un irrequieto temperamento di sperimentatore, attento alle novità proposte dagli artisti (es Pordenone o Parmigianino) ma si orienta verso diverse esperienze restando fedele a una stesura cromatica con colori accostati e contrapposte a larghe campiture o a tocchi rapidi e vibranti Nei suoi dipinti i soggetti religiosi si trasformano spesso in temi agresti con ricchezza di motivi naturalistici come nella Semina Del Pastore O Pastorale 1558 Lugano F 193 p 549 161 Il riferimento è la parabola evangelica del Seminatore: “Uscì il seminatore, prese una manciata [di semi] e li seminò. Alcuni caddero sulla via e vennero gli uccelli e li beccarono. Altri caddero sulle pietre, e non misero radici nella terra né produssero una sola spiga di grano. Alcuni caddero fra i rovi e i rovi soffocarono i semi e i vermi li divorarono. E altri caddero sul suolo fertile, che diede un ricco raccolto: ne rese sessanta volte tanto e centoventi volte tanto".» La parabola è trascesa nella rappresentazione di una scena pastorale con in primo piano particolari realistici come la scodella gli ultimi anni della sua attività segnano la un'attenuazione della gamma cromatica che talvolta sfocia in suggestivi effetti di notturno di intonazione lirica o drammatica  di BASSANO abbiamo visto anche Il buon Samaritano, 1500 briganti spogliano l’uomo che viene poi aiutato dal samaritano PARIS BORDON allievo di Tiziano, è uno dei primi artisti veneti a sviluppare complesse partiture scenografiche architettoniche derivate dal Trattato di Serlio come nella Consegna Dell'anello Al Doge – 1535, Gallerie dell’Accademia, F 194 p 550 Andrà poi a Milano dove dipingerà una grande tavola con La Sacra Famiglia con San Gerolamo A Venezia giunge infine nel 1567 dall'isola di Creta: EL GRECO: Si accosta a Tiziano ma le sue prime opere indicano anche un profondo interesse per illuminismo di Tintoretto e per le gamme fredde e cangianti di Bassano nell’ Altarolo portatile con Adorazione dei pastori, Cristo Trionfante, Battesimo f 195 p 550 si ha un vibrante dinamismo della stesura cromatica + predilezione per il modulo allungato e sinuoso che sono alla base degli sviluppi del suo stile es nel San Martino a Bergamo e attivo GIOVAN BATTISTA MORONI allievo del Moretto: la sua fama è quella di ritrattista di un patriziato locale spagnoleggiante e neofeudale alla accuratezza descrittiva degli elementi necessari a qualificare il rango dei personaggi Moroni associa una penetrante analisi dei tratti fisionomici e delle situazioni con straordinaria verità ottica e immediatezza psicologica come nel Sarto – 1570, Londra NG F 196 p 551  artigiano nell’atto di tagliare o in Antonio Novagero, 1560, Brera F 197 p 551  magistrato bergamasco nell’atto di sollevare il capo come per rispondere a un’improvvisa chiamata sono dipinti definiti “ritratti di azione” in quanto presentano i personaggi nell'atto di star compiendo un gesto evitando l'arida fissità del ritratto ufficiale\di Stato Da Moretto riprende l’intonazione sevramente devozionale dei dipinti a soggetto religioso: Giovan Battista Moroni, Devoto in contemplazione del Battesimo di Cristo, Milano, Collezione Gerolamo Etro 162 TADDEO ZUCCARI: da un lato è l'erede della grande decorazione del 500 affrescando diversi ambienti a Roma in senso profano, dall'altro fornisce uno dei primi modelli di arte sacra controriformistica in opere come la Pietà 1565 F 200 p 553: - Il corpo morto di Cristo viene offerto alla contemplazione dello spettatore dagli angeli che reggono le fiaccole accese - Ogni particolare superfluo è tralasciato in favore della più diretta e semplificata leggibilità dell'immagine Anche il fratello di Taddeo, FEDERICO ZUCCARI divide la sua attività tra un mondo fastoso e mitologico il nuovo universo dell'arte sacra: Prende parte alla decorazione dell'Oratorio di Santa Lucia al Gonfalone Di Roma 1555 F 201 p 554: le scene della passione di Cristo sono ambientate in una partitura architettonica dipinta in modo manieristico-teatrale ma la tendenza alla chiarezza si accentua via via che si avanza nel tempo (fu fatto da vari artisti in momenti diversi non solo Federico) Fino alla Flagellazione di Zuccari: F 202 Impaginata intorno alla figura cardine di Cristo mediante un consapevole accostamento ai modelli del primo Rinascimento la nuova stretta post tridentina sfocia in un'opera capillare di costruzione restauro rilancio del patrimonio artistico religioso a Roma e in tutta Italia le chiese vengono conformate alle nuove esigenze le immagini religiose vengono coperte rimosse o sostituite Dopo la morte di Carlo quinto e la pace di CATEAU-CAMBRESIS (1559) assicura alla Spagna di Filippo II l’egemonia in Italia (+ dei paesi bassi): il cattolicesimo vive decenni di grande esaltazione in tutta l'area Italo spagnola mentre a nord di là dalla riforma I GESUITI E L’ARTE SACRA 1540: viene riconosciuto da Paolo III l’ordine dei Gesuiti = diventano presto protagonisti della Controriforma e propugnatori dei dettami scaturiti dalla discussione conciliare: la loro capacità di assimilare l'esperienze culturali più disparate per la difesa dell'ortodossia cattolica sfocia in una politica espansionistica capillare perseguita mediante la costruzione di nuove chiese in tutto il mondo per indottrinare e convertire schiere di fedeli La chiesa madre dell'ordine sorge a Roma: Chiesa del Gesù p.555 - In linea con le necessità liturgico ci vive del nuovo ordine, è necessario che il nuovo edificio presenti una precisa separazione tra lo spazio riservato ai fedeli e quello del 165 clero (clero = sacramento, hai un aureola che ti rende superiore a tutti gli altri) 1568 inizia la costruzione a opera dell'architetto VIGNOLA: il suo progetto risponde esattamente alle attese dei committenti e diventa un modello cui tantissime chiese faranno riferimento anche grazie all'espansione dell'ordine: - pianta longitudinale con una sola navata coperta botte affiancata da numerose cappelle laterali e una grande cupola sopra il presbiterio i cui bracci si trasformano in due cappelloni laterali F 203 204, p 555 - Un sapiente gioco di luci fa slittare l'attenzione del visitatore sulla zona centrale sacra dove si trova l'altare - concilia così le esigenze più diverse: sia la meditazione individuale (cappelle) che la predicazione - la cupola rappresenta il luogo più sacro del complesso alludendo all'elevazione dell'anima verso Dio La facciata e di GIACOMO DELLA PORTA F 205 p 555 - più sobria e meno rilevata plasticamente delle opere manieriste = asseconda l'ideale di semplificazione formale e strutturale predicato dall'ordine - su due piani coronati da un frontone, raccordato ai fianchi da volute: anche questa diviene modello per le chiese controriformistiche I gesuiti non si occupano solo dell'architettura ma anche della decorazione interna: Negli Esercizi Spirituali di Ignazio da Loyola si ha una teorizzazione della funzione delle immagini nel percorso mistico del fedele esortato a rappresentarsi visivamente gli episodi delle sacre scritture secondo un procedimento detto “composizione” = “vedere con la vista dell'immaginazione il luogo (es il tempio\monte) dove si trova quello che voglio contemplare (maria\gesù..)” è un tipo di pratica meditativa già elaborata dai mistici medievali ma Loyola trasferisce il precetto dalla sfera emotiva\mnemonica a quella artistica: l'opera deve dunque apparire sfrondata di ogni abbellimento inutile abbassata un livello di comprensione immediato e sicuro GIULIO VALERIANO incarna appieno questo ideale artistico religioso, egli provvede alla decorazione di due cappelle laterali della Chiesa del Gesù fornendo un repertorio Mariano ridotto alla pura sostanza narrativa F 206 p 556 GASPARE CELIO: Collabora con valeriano e semplifica le immagini come si vede ne il Cristo bendato F 207 e ne l’Ecce Homo F 208 p 557: atmosfera buia interrotta solo dall’intenso bagliore di luce riverberata sulla figura del Redentore l'immagine dolente sembra emergere dalla Cortina di buio favorendo la concentrazione del fedele inginocchiata sulla cappella Questo tipo di pittura devozionale non riguarda solo le chiese dei gesuiti ma incontra larga diffusione cancellando gli ultimi guizzi manieristici nella pittura sacra e giungendo a un linguaggio classicheggiante senza tempo 166 L’ATTIVITA’ DI COMMITTENZA DEI FARNESE (PAOLO III) 1534 = elezione di Paolo III Farnese  da qui la potenza della casata romana si consolida raggiungendo una posizione pari a quella delle maggiori famiglie europee: Il nipote del papa: Alessandro Farnese = diviene cardinale e in seguito il principale artefice della fortuna familiare e uno degli ispiratori del nuovo corso dell'arte sacra: - Stringe relazioni con numerosi artisti è un umanista cosciente del travaglio spirituale dei suoi tempi e si divide tra l'impegno ecclesiastico e quello mondano fastoso che trasforma i suoi palazzi in regge: Palazzo Farnese di Antonio da Sangallo non è l'unico nucleo che interessa al cardinale, che fa allestire una magnifica residenza estiva per sé e la Corte: Il Palazzo Farnese a Caprarola F 211 212, p 559 Dal 1556 VIGNOLA ne progetta il riassetto rendendolo un grandioso palazzo rinascimentale che domina il piccolo borgo disteso in basso: - aprendo una strada rettilinea nel tessuto urbano esso si lega visibilmente al paese - due ponti lo collegano con il vasto giardino alle sue spalle - Il cortile riprende al suo interno il motivo della scala elicoidale F 213 p 559 (ricorda Bramante in Vaticano) Decorazioni interna: su un programma elaborata dallo stesso Alessandro ogni ambiente viene rivestito con affreschi celebrativi che associano la glorificazione della famiglia Farnese al consueto repertorio di grottesche\paesaggi\finti arazzi\scene storiche F 214 p 559 Gli affreschi sono coordinati dagli ZUCCARI Alessandro Farnese è ritratto da Tiziano nel quadro: Paolo III e i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese 1546 Napoli, Museo di Capodimonte F 215 p 560 - opera che esprime perfettamente il clima della Corte romana, - il comportamento di Alessandro è paragonabile a quello di un principe La sua committenza e riguardava anche oggetti preziosi come la Cassetta Farnese F 216 p 560 museo di Capodimonte eseguita in argento dorato e con cristalli di roccia DALLE ULTIME ESPRESSIONI MANIERISTICHE AL CAUTO SPERIMENTALISMO Dalla metà del secolo l'ambiente architettonico romano è dominato dal VIGNOLA (l'attività di Vignola si svolge prevalentemente al servizio dei Farnese) a cui si devono progetti come la Chiesa di Sant'Andrea sulla via Flaminia 1554 F 219, p 561: compare l'impianto ellittico nel tamburo e nella cupola ripreso anni dopo nel progetto della Chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri f.218, p.561 con l'inserimento di una pianta ovale in una struttura esterna rettangolare [tema sviluppato poi da architetti barocchi] 1562 il Vignola pubblica la Regola Delli Cinque Ordini Di Architettura: trattato che diventerà fondamentale per la formazione degli architetti, per la chiarezza espositiva, l'efficacia didattica, la rispondenza alle tendenze Accademia per i Farnese progetta il grandioso complesso della Villa Lante a Bagnaia (Viterbo) f.220, p.561: - riaffiora l'interesse per l'integrazione architettura-ambiente con padiglioni gemelli entro il giardino 167 G. ALESSI: Villa Cambiaso – 1548, Genova f.243, p.570 - coniuga motivi di Sangallo e Michelangelo con una certa esuberanza ornamentale rilevabile nella facciata: uso dell'ordine corinzio + cornici delle finestre in cui affiorano mascheroni e ghirlande - egli sviluppa tale gusto decorativo proprio a Genova dove numerosi erano gli ornamenti Chiesa di Santa Maria Assunta in Carignano 1552 Genova F 224 p 570 - edificio a croce greca coperto con 5 cupole: - all'esterno si riallaccia al progetto di Bramante per San Pietro: larga facciata sormontata da un timpano tra due campanili a base quadrata la presenza di Alessi a Genova accelera lo sviluppo del programma di riqualificazione urbanistica: nel 1550 viene costruita ex novo un'intera via detta “Strada Nuova” f 247 in cui si costruiranno numerosi palazzi con facciate molto decorate per famiglie benestanti: ciò affascinerà il giovane Rubens F 245 il fervore edilizio si accompagna a un'abbondante produzione di affreschi e decorazioni: LUCA CAMBIASO negli anni della maturità rimedita a Genova le giovanili esperienze romane e dipinge opere di soggetto religioso come Cristo al cospetto di Caifa F 248, p. 572 - l'artista è attratto da esperimenti luministici e predilige atmosfere notturne che accendono la suggestione di immagini scarne raccolte ascetiche in consonanza con le esigenze devozionali post tridentine - persegue gli effetti di geometrizzazione dell'impianto delle figure con esiti di estrema essenzialità e forze espressiva (f.249) LOMBARDIA: 1535 = morte dell’ultimo duca Sforza, poi Milano viene inglobata nel dominio spagnolo e da Stato, diviene provincia di un grande impero Dopo le guerre del periodo, nuovi artisti cominciano ad affluire in città e Milano torna a essere un centro di scambi culturali, di produzione di sontuosi manufatti artistici (armature, oreficerie e pietre dure) per 20 anni. La situazione cambierà con l'arrivo del nuovo vescovo Carlo Borromeo (e il suo successore Federico): il suo spiritualismo ascetico prevarrà sullo Stato e la vita viene regolamentata secondo i dettami tridentini Anche la produzione artistica si conforma ai nuovi ideali religiosi: tramonta la fortuna della maniera per lasciar posta a un'arte austera GAUDENZIO FERRARI giungi a Milano e manifesta una vivace volontà di aggiornamento stilistico nella Crocifissione 1535 F 250 p 573 dipinta prima del trasferimento a Milano: - composizione affollata e concitata con episodi di pathos e tensione - mostra di conoscere i nuovi sviluppi della pittura contemporanea indirizzata verso 170 forme più spettacolari lontane dalla naturalezza e dall'immediatezza (ancora manierismo, non siamo nel 60) ne Martirio di Santa Caterina - 1540 Pinacoteca di Brera F 251 p 573 - rappr teatrale + fondale urbano = volto della Santa in un’ostentata impassibilità alcuni decenni più tardi la sua arte (unione di tradizione lombarda e impulsi manieristici) saranno studiati dai pittori del primo 600 ARCHITETTURA: Inizialmente non è interessata da grandi interventi urbanistici a causa dell'incertezza politica causata dalle guerre, una reale svolta si registra con la chiamata di G. ALESSI da Genova a cui viene affidata la progettazione di un palazzo da costruire nel pieno centro della città: Palazzo Marino f.253 p 574 - Alessi sviluppa le sue esperienze genovesi delle recenti opere romane come palazzo Farnese - la facciata si articola su due ordini - all'interno si apre un sontuoso cortile dove si dispiega un esuberante decorazione di stucchi con motivi allegorici e festoni L'attività di Alessi esercita una notevole influenza sugli artisti locali e da avvio ha un processo di rinnovamento che conduce all'elaborazione del gusto manieristico internazionale SCULTURA: Leone Leoni viene chiamato a Milano apprezzato dalla Corte di Carlo V che gli commissiona ritratti in bronzo e in marmo, il più famoso: Carlo V che calpesta il Furore f 255 p 575 - ricercati effetti virtuosistici: l'imperatore si erge imponente sulle spoglie contorte del nemico domato - il suo volto esprime un’aulica impassibilità eroica - espliciti richiami alla statuaria classica contribuiscono a rinsaldare i vincoli con quell'antico universo imperiale di cui Carlo V si poneva come l'ideale continuatore - Leoni fa in modo di spogliare le sue opere da elementi troppo individuali sul piano fisico e psicologico La sua fama farà sì che si potrà costruire un palazzo personale Casa degli Omenoni F 256, p 575 anche Papa Pio IV ordina allo scultore il monumento funebre per il fratello (ora in Duomo, MI) F 257 p 575 marmi policromi + statue allegoriche in bronzo 1565: arrivo del nuovo arcivescovo Carlo Borromeo: La città si trasforma in una roccaforte della controriforma cattolica Borromeo = potente famiglie milanese, Carlo= riflettendo sulle tematiche postconciliari prende una strada di un'azione pastorale innovativa ed esemplare che coinvolge tutta la città per la forte tempra spirituale Milano diventa una “città rituale” e vede la sacralizzazione delle sue stesse strade mediante l'installazione di altari o croci + numerose processioni 171 Borromeo visita personalmente tutte le chiese per adeguarle alle necessità liturgiche dopo il Concilio di Trento: per ogni luogo sacro detta le modifiche necessarie soffermandosi sulla differenziazione dell'area dei fedeli la navata dal presbiterio riservato al clero l'architetto che lo affianca è Pellegrino Tibaldi che interviene in numerosi cantieri con rigorosa e severa interpretazione dell'architettura moderna Principale impresa milanese è il progetto della Chiesa di San Fedele per i Gesuiti che ripropone in chiave più michelangiolesca l'impianto della Chiesa del Gesù di Roma F 260, p 576 l'influenza di Borromeo tocca anche le arti figurative come la Crocifissione Con Scene Della Passione di ANTONIO CAMPI f.261, p.577 illustra con molti particolari i temi prediletti delle ascetiche meditazioni di Borromeo concentrando in un'unica tavola tutti gli episodi della passione di Cristo sulla croce fino all'ascensione L’arte di questo periodo milanese influenzerà anche la costruzione del Monastero Di San Lorenzo Dell'Escorial Di Madrid 1563 F 262 p 577 - qui l'architettura michelangiolesca subisce un processo di semplificazione\riduzione entro schemi geometrici essenziali - all'interno il figlio di Leone, Pompeo Leoni realizza una scultura raffigurante la Famiglia di Filippo II in preghiera: f.263, p.577 un ritratto di Stato di carattere devozionale - l'intero progetto costituisce una sorta di paradigma dell'ideologia controriformistica di Filippo II soddisfacendo le esigenze di raccoglimento e devozione Via sono poi attivi i Fratelli Campi (Antonio, Giulio, Vincenzo): GIULIO CAMPI elabora uno stile composito prezioso che si intona al nuovo clima religioso con immagine semplificate e commoventi come Il Riposo Dalla Fuga In Egitto VINCENZO CAMPI autore di opere devozionali ispirate al nuovo spirito controriformistico, ma anche di tele profane raffiguranti nature morte o scene di genere in cui indugia nella descrizione di particolari naturalistici es. La fruttivendola F 265, p 578 1580 Milano Pinacoteca di Brera: opera fondamentale perseguire l'evoluzione del genere della natura morta in Italia Interessante è il caso di: SOFONISBA ANGUISSOLA una delle prime donne avviate alla professione artistica è chiamata alla Corte di Filippo secondo per i ritratti ufficiali F 266 267, p 578 noto e anche il pittore Giovanni Paolo Lomazzo soprattutto per la sua attività letteraria e le sue opere di teoria artistica, utili anche x info sugli artisti attivi in Lombardia Il Trattato Dell'arte Della Pittura L'idea Del Tempio Della Pittura allievo di Lomazzo: Ambrogio Figino f.268 172 l’attività dei Carracci si svolge inizialmente a Bologna dove danno vita all'Accademia Dei Desiderosi: accademia privata (≠ FI o RO: pubbliche): - scuola legata alla pratica della bottega ma con proposizione di modelli che consentano di ritornare al vero naturale che viene recuperato sia con un più stretto rapporto con la realtà quotidiana che con lo studio e la rimeditazione della tradizione rinascimentale -disegno = strumento di indagine sulla realtà e fondamento di una nuova maniera che ripudia le bizzarrie gli effetti manieristici senza tuttavia rinunciare alla grandiosità e all'eloquenza delle composizioni - il disegno punta alla più diretta comprensibilità e verosimiglianza delle immagini in accordo con le esigenze dei devozionali riformate Nei cicli di affreschi dipinti nei palazzi bolognesi l'attività dei tre artisti è volutamente corale: alla richiesta di distinguere l'apporto personale lasciato da ciascuno nel ciclo Le Storie Di Romolo di Palazzo Magnani f280 p 584 gli artisti rispondono: “l'opera è dei Carracci” col tempo però la loro maniera si diversifica come si vede da questi dipinti a soggetto religioso: LUDOVICO CARRACCI l'Annunciazione 1585 Bologna F 281 p 585 - autore sensibile alle richieste di chiarezza narrativa avanzate da Paleotti - il rigore formale e prospettico definisce la scena composta ed equilibrata, sfrondata di ogni elemento superfluo, semplificata in modo da risultare adatto a una lettura devota mentre alcuni particolari come il cesto a terra rivelano l'attento studio dal vero - la gamma cromatica è contenuta delicati effetti illuministici hanno il compito di rivelare gli aspetti naturali e sovrannaturali della rappresentazione Ludovico è un profondo sensibile indagatore della sfera dei sentimenti capace di commuovere persuadere AGOSTINO CARRACCI La Comunione Di San Girolamo 1591 Bologna F 283, p 586 - opera paradigmatica densa di citazioni riferimenti culturali molto apprezzata nel 600 - maniera caratterizzata da una forte componente intellettuale ed erudita che lo lontana dalla sensibilità devozionale di Ludovico: Se in Ludovico lo studio dei pittori veneti emiliani appare assorbito qui i riferimenti sono quasi dichiarati esplicitamente nel tentativo di giungere a un'ideale di perfezione - L'attenzione analitica deriva dalla sua attività di incisore + calda intonazione cromatica di matrice veneta ANNIBALE CARRACCI L’Assunzione 1592 Bologna F 284 p 586 - Le esperienze naturalistiche delle scene di genere rifluiscono nella caratterizzazione dei singoli apostoli che manifestano concitato stupore, di fronte al sepolcro vuoto (miracolo): scena dinamica - al di sopra un vostro spazio di nuvole accoglie la Vergine che ascende al cielo - calda gamma cromatica potente + slancio ascensionale + forti contrasti luministici: artista caratterizzato da un irruente appassionata personalità 175 Annibale andrà a Roma entrando in contatto con l’opera di Michelangelo Raffaello + modelli antichi: le esperienze bolognesi si risolvono in una vocazione classicistica ponendo una sintesi di realismo e naturalismo Pur se a servizio dei Farnese, non diverrà un'artista di corte: rimane legato alla pratica concreta della sua professione in contrapposizione alle aspirazioni intellettuali. nella sua bottega romana: gli artisti assimilano il suo classicismo non archeologico ma carico di energia vitale e slancio operativo per i Farnese Annibale dipinge la Pietà 1600 Napoli, Capodimonte F 285 p 587 -La rappresentazione del tema si concentra nel rapporto Vergine-Figlio morto - la luce investe le due figure mettendo in evidenza il saldo impianto monumentale del gruppo che non argina l'effusione del sentimento e la contemplazione della idealizzata bellezza del corpo di Cristo, “senza piaghe” è un'artista che giungerà ad avere un'estrema malinconia, seguita da un declino sia fisico che psichico una delle sue ultime opere sarà La fuga in Egitto F 286 p 587 - uno dei primi paesaggi italiani ispirati alla poetica dell'ideale classico aprendo la strada all'opera di Domenichino - vasta veduta fluviale: l'episodio del viaggio della Sacra Famiglia non assume alcun particolare risalto - assoluta protagonista diviene il sentimento della natura segnata dalla presenza dell'uomo, concepita come ambiente armonico ideale - grandioso senso di profondità prospettica e atmosfera + attento studio dei particolari dando vita a immagini che trasferiscono la natura nella lontananza eroica del mito - Si vede che la Scacra Famiglia ha attraversato un fiume: idea del movimento, spostamenti che deve affrontare ANNIBALE CARRACCI: LA DECORAZIONE DELLA GALLERIA FARNESE Il grande palazzo romano dei Farnese progettato da Antonio da Sangallo passa in eredità al cardinale Odoardo che entra in possesso anche delle collezioni di dipinti e sculture antiche egli vuole completare la decorazione della residenza e affida gli affreschi del Camerino (il suo studio privato) e della Galleria ad Annibale Carracci Camerino: la decorazione lo occupa fino al 1597 sperimenta le possibili modulazioni del suo linguaggio in contatto con la tradizione romana: ne viene un complesso intreccio di motivi mitologici decorativi e araldici fornendo una nuova interpretazione dell'universo classico Galleria: è concepita come il fulcro del percorso interno del palazzo: Odoardo decide di far dipingere nella volta un ciclo mitologico F 287 p 588 - L'affresco della volta viene strutturato mediante una complessa intelaiatura architettonica con medaglioni e figure di ignudi ispirati alla Sistina 176 - riquadro centrale: Trionfo Di Bacco E Arianna F 288 p 588; attorno scomparti minori dove registri pittorico, favolistico e narrativo si fondono con prorompente vitalità La narrazione mitologica sovente nei decenni precedenti a puro gioco intellettualistico ritrova in Annibale nuovo vigore: grazie allo studio del naturale Annibale restituisce verosimiglianza e gesti alle pose A Roma si prefigge di ritrovare l'unità linguistica perduta dalla pittura negli ultimi decenni tornando alla potente rievocazione del mito dell'antico che già aveva caratterizzato gli anni del maturo classicismo cinquecentesco ponendo le premesse per la decorazione seicentesca MICHELANGELO MERISI DETTO IL CARAVAGGIO 1592: Caravaggio si trasferisce a Roma: la sua formazione ha sollecitazioni vitali e stimolanti: dal naturalismo dei fratelli Campi, alla conoscenza delle opere di Lotto e di tutti gli artisti appartenenti a un filone che tendeva a privilegiare una visione degli eventi colti nella loro immediata concretezza piuttosto che allontanati in un universo remoto e idealizzato Inizialmente Caravaggio dipinge composizioni di fiori e frutta: opere di un genere ritenuto minore ma richiesto dal mercato Dipinge inoltre alcuni quadretti tramite la mediazione di uno specchio che serve a circoscrivere il frammento di natura e coglierne meglio il rapporto con l'atmosfera come per esempio il Ragazzo Con Canestra Di Frutta Roma Galleria Borghese 1593 F 289 p 589 ma anche il Ragazzo Morso Da Un Ramarro - Uffizi 1593 F 290 p 590 in queste opere Caravaggio rappresenta, con adesione alla verità ottica dell'immagine, figure di adolescenti in atteggiamenti ripresi da modelli antichi o di Michelangelo con fiori frutta canestre e caraffe di cristallo: - l'adesione formale ed emotiva al modello sembra travalicare ogni significato simbolico - senza disperdere l'attenzione dello spettatore nella minuta descrizione dei particolari (come avviene in molti dipinti fiamminghi) si punta ad accogliere l'assoluta dignità di ogni elemento naturale allargando gli orizzonti della grande pittura che relega a genere minore la rappresentazione della realtà oggettuale Nel dipingere queste scene di genere a mezze figure, alcune vengono acquistate dal cardinale Francesco Maria del Monte uomo di vasta cultura, protettore di artisti e musicisti che ospita il giovane Caravaggio nel proprio palazzo e lo inserisce in un ambiente culturale particolarmente ricco e vivace un'opera nota di questo primo periodo è La Canestra Di Frutta Milano Pinacoteca ambrosiana 1596 F 291 p 590 - realizzata per il cardinale Federico Borromeo - chiaramente individuabili precisi significati simbolici dal comune tema della vanitas e della caducità dei beni terreni al significato sacrale dei frutti per il Del Monte, Caravaggio dipinge anche gli affreschi del soffitto del gabinetto alchemico + 177 attorno alla vergine che ha il volto terreo , il ventre rigonfio (allude alla gravidanza divina), un braccio inerte - in primo piano la Maddalena seduta su una comune sedia si abbandona al pianto affondando il volto tra le mani: le vesti sono dimesse come l'ambientazione, i personaggi umili e popolani - l'interazione cromatica è smorzata solo dal rosso della veste della vergine e del tendone che inquadra la scena unico elemento scenografico residuo ma di una scenografia povera in linea con le esigenze devozionali pauperistiche  La Negazione Di San Pietro: nell’espressione di Pietro sembra cogliere la contraddizione di Pietro, che nega ma dentro si pente… piangerà quando canta il gallo la novità del linguaggio pittorico di Caravaggio non è facilmente compresa: le sue radicali scelte iconografiche sgomentano o suscitano violente reazioni in un ambiente che non chiedeva a verità quanto devozione e nobiltà di soggetto e di azioni Aumenta la sua fama assieme a gelosie e contrasti: il suo comportamento anticonformistico anche nella vita privata crea intorno a lui un alone di sospetto nel 1606 in una rissa per una banale contesa su un gioco della pallacorda, uno degli avversari del pittore rimane ucciso: Caravaggio è costretto a fuggire da Roma e viene condannato a morte così ha origine l'odissea degli ultimi suoi anni continuamente fuggiasco ma ciascuna delle tappe è segnata da nuovi capolavori, per esempio le Sette Opere Di Misericordia 1607 Napoli F 299 p 595 - Agitata gestualità dei personaggi - frantumarsi dell'azione contrasti luministici di drammatica intensità - Longhi riconduce il dipinto alla realtà popolare napoletana facendo intendere nonostante l'estrema complessità dell'immagine, tanto sul piano compositivo quanto su quello delle invenzioni metaforiche, come le sue radici affondino in una sorta di segreta umanissima consonanza con la realtà l'artista stesso e la sua appassionata e naturalistica interpretazione dei temi sacri Caravaggio lascia Napoli per Malta nel 1608 dove dipinge La decollazione del Battista 1608 F 300 p 596 - Grande tela firmata da Michelangelo nella pozza di sangue che sgorga dalla gola del sangue del santo - la scena è nel cortile di un carcere immerso nella semi oscurità - l’esecutore si appresta a dare il colpo di grazia; una giovane reca un grande bacile per raccoglierne la testa; una vecchia si porta le mani al volto per l'orrore; il carceriere osserva gravemente la scena impartendo disposizioni - il rapporto tra lo spazio e le figure è ribaltato rispetto ai dipinti 180 precedenti e i contrasti luministici si fanno meno serrati e violenti: dominano il vuoto e la penombra ciò accade anche nei dipinti siciliani come La Resurrezione Di Lazzaro F 301 p 596 eseguita dopo la fuga di Malta dove era stato incarcerato, tornerà poi a Napoli ma lo incarcerano nuovamente fino a che non muore su una spiaggia vicino Porto Ercole il 18 luglio 1610 tra le sue ultime opere e l'ultima versione di Davide con la testa di Golia con il tragico autoritratto nelle sembianze di guerrieri è capitato verso cui Davide vincitore si volge con espressione commossa e desolata pietà altre opere: ROMA: LA SFERA DI INFLUENZA DI CARAVAGGIO Il Caravaggio non ebbe una scuola né allievi diretti ma esercitò un'influenza imparagonabile ad altri pittori per la sua per vastità ed intensità: la sua opera viene studiata da numerosi pittori italiani stranieri La mancanza di una scuola e di un contatto diretto con il maestro rendono naturalmente molto eterogeneo il gruppo di pittori attratti dal suo naturalismo e dalle novità iconografiche e formali dei suoi dipinti: si passa da una sostanziale comprensione dell'opera di Caravaggio a riprese più superficiali ed esteriori che banalizzano i contenuti e i temi proposti dall'artista ORAZIO GENTILESCHI, fu uno dei suoi primi seguaci e a partire dalla prima metà del 600 le sue opere incominciano a filtrare sempre più motivi del naturalismo caravaggesco che perdono però ogni significato drammatico dando luogo a rappresentazioni nitide\eleganti in cui il colore acquista più ricche modulazioni: questo processo si vede in opere come L'Annunciazione 1623 F 305 p 599 o Il Ritrovamento Di Mosè F 306 p 599 Sua figlia Artemisia Gentileschi fu a sua volta pittrice e seppe innestare sul limpido rigore disegnativo del padre accenti drammatici derivati direttamente da modelli caravaggeschi caricati da forti effetti teatrali: esiti che contribuiranno in modo determinante alla diffusione del caravaggismo a Napoli dove Artemisia si trasferì: si veda la Maddalena penitente 1620 Firenze Palazzo Pitti F 307 p 600 CARLO SARACENI - autore aperto anche alla rappresentazione di piccoli e preziosi paesaggi che conducono a una somma attenzione per la resa degli effetti luminosi e atmosferici: questo naturalismo dei paesaggi vieni interpretato unito allo studio delle opere di Caravaggio che sposta l'accento su più drammatici contrasti luministici e sulla resa realistica dei personaggi come nell' Estasi Di San Francesco F 308 p 600 181 o nella Morte Della Vergine F 309 p 601 che sostituì l'opera di Caravaggio rifiutata dai committenti ORAZIO BORGIANNI in origine nemico di Caravaggio si accosta poi alla sua arte: ne La Sacra Famiglia e i Santi F 310 p 601 - la modulazione dell'ombra e della luce è studiata in modo da conferire il massimo risalto al gruppo di figure raccolte intorno al gioco del Bambino con San Giovanni Battista - in primo piano la natura morta di panni in un cesto manifesta la sensibilità per motivi naturalistici l'influsso dell'opera caravaggesca riscontrabile in tutti i pittori considerati non dà adito a riprese letterali o citazioni puntuali: nel secondo decennio del 600 invece diversi artisti incominciano a rifarsi più puntualmente dipinti del Merisi la situazione artistica romana è in questi anni molto complessa e articolata: le maggiori commissioni pubbliche vengono affidate ai bolognesi seguaci dei Carracci come BARTOLOMEO MANFREDI che fa opere apparentemente di stretta ortodossia caravaggesca ma spesso usa le invenzioni iconografiche del maestro per scene di genere come il Concerto Firenze Uffizi F 311 p 602 queste trasformazioni in soggetti di genere con accentuato naturalismo incontro grande favore presso i numerosi artisti nordici giunti a Roma nel primo 600 tra cui: JEAN VALENTIN DE BULOGNE che fa opere come Scena Di Osteria 1620 Louvre F 312 p 602 con un forte spessore psicologico ma accanto a questa visione profana dell'opera del Caravaggio si sviluppa un filone più spirituale come quello di GIOVANNI SERODINE: un'interpretazione passionale e fervida dei soggetti sacri radicalizza le scelte del maestro lombardo trasformando sempre di più le scene religiose in accadimenti quotidiani con umili personaggi come nel Incontro Di San Pietro E San Paolo Sulla Via Del Martirio 1624 Roma F 313 p 602 VOUET grande ritrattista realizza La Tentazione Di San Francesco F 314 p 603 dove manifesta lo studio oltre che di opere dei caravaggeschi del tonalismo Veneto accanto ai francesi operano anche artisti fiamminghi come GERRIT VAN HONTHORST che si specializza nella rappresentazione di soggetti di genere spesso a lume di candela come nel San Giuseppe falegname 1617 F 315 p 603 l'attività di questi artisti che tornano poi nei loro paesi di origine fa si che il caravaggismo si irradi in tutta l'Europa settentrionale mentre a Roma la sua fortuna va lentamente declinando A ROMA: GLI EMILIANI A Roma Annibale Carracci è circondato da un gruppo di giovani allievi perlopiù provenienti dall'Accademia privata bolognese: questi raggiungono ben presto notevole autonomia concentrando nelle loro mani gran parte delle commissioni a Roma 182 la forza drammatica + il tono penitenziale delle sue opere derivano anche da una profonda adesione agli ideali religiosi Di Carlo Borromeo nel quadro: Carlo Che Distribuisce Ai Poveri I Proventi Della Vendita Del Principato Doria f.323,p.608 - accosta: brani di impetuosa appassionata eloquenza + spunti naturalistici\descrittivi = chiaro intento di favorire nello stesso tempo la meditazione e il coinvolgimento emozionale degli spettatori -l'impianto di carattere teatrale della rappresentazione contrappone la folla dei poveri sulla scalinata con la figura solitaria del Santo, sotto il portico, che placa il tumulto con la sua presenza e autorità morale CERANO rinnova la tipologia della Pala d'altare lombarda con immagine turbinose e drammatiche come si vede nel frammento del Martirio Di Santa Caterina F 324, P. 609 GIULIO CESARE PROCACCINI nella narrazione degli eventi sacri Procaccini contrappone alla cupa e drammatica tensione di Cerano inscenature più pacate sontuose riecheggiando motivi della tradizione rinascimentale emiliana nell'Annunciazione 1612 Milano F 325, p 609 - resa dell'atmosfera intima del sacro evento - preziosa dolcezza delle espressioni del fluire dei cesti dei trapassi cromatici e luminosi con il MORAZZONE, Procaccini e Cerano realizzano Il Martirio delle Sante Rufina e Seconda, Milano, Brera F 326 p 610 detto “il quadro delle tre mani” opera singolarmente unitaria e omogenea la singolarità degli artisti non prevale sull'esistenza di un unico clima culturale il MORAZZONE si dedica poi a grandiose composizioni di carattere scenografico e corale con risultati altamente spettacolari come nei dipinti come La Pentecoste 1615 Milano f. 327 p 610 - eseguita per un soffitto impostata al centro su un gran vuoto di cielo aperto da un vortice luminoso con attorno le figure degli apostoli e della vergine in un dinamico intreccio di gesti e audacissimi scorci TANZIO DA VARALLO spirito irrequieto in contatto con l'opera di Caravaggio: nelle opere dipinte tornando in Lombardia rimedita i motivi caravaggeschi e si avvicina all'opera di Cerano aggiungendo una visione inquieta e drammatica con punte di altissima intensità espressiva in immagini crudelmente naturalistiche ma di intonazione visionaria funerea appassionata come il Davide e Golia 1616 F 329 p 610 DANIELE CRESPI conclude con la sua breve ma intensa attività questa fervida stagione della pittura lombarda nel Digiuno Di San Carlo 1625 F 330, p 611 - La scettica figura del Santo è raffigurata con profonda e sincera adesione sentimentale - composizione spoglia e austera volutamente semplificata in modo da suscitare la partecipazione immediata e commossa dello spettatore 185 - l'attenzione ai particolari sottolinea il senso di quotidiana vicinanza di tale insigne exemplum di devozione VENEZIA ALL’APRIRSI DEL NUOVO SECOLO Nei primi decenni del 600 Venezia si trova a sostenere dispute diplomatiche e militari Ϟ avversari sempre più forti: 1606 interdetto papale per la città restia ad accettare le ingerenze nella gestione degli affari pubblici Da un punto di vista artistico è piuttosto isolata rispetto ad altri centri italiani: vi è una situazione di ristagno che si sblocca all'inizio degli anni 20 quando giungono in città artisti di diversa provenienza: Domenico FETTI romano di nascita e di cultura, soggiorna a Mantova (Tiziano, Veronese, Tintoretto…) e nel 1621 aggiunge a Venezia ha una stesura pittorica fluida ricca di effetti luminosi + naturalismo deciso ma non analitico come fa nelle Parabole = episodi evangelici rappresentati come scene di genere entro paesaggi impregnati di luce come il Buon Samaritano - Venezia gallerie dell'accademia 1622 F 331 p 612 anche nei dipinti mitologici come: Polifemo e Galatea F 332 p 612 -il fluire del movimento della luce del colore genera un'interpretazione fiabesca e suggestiva del mito Johann LYSS tedesco, giunto a Venezia dopo la morte di Fetti Cultura multiforme che spazia da esperienze nordiche a modelli romani + tradizione lagunare in tele di soggetto mitologico come l’Apollo e Marzia 1629 Venezia galleria dell'accademia F 334, p 613 o di soggetto religioso come il Sacrificio Di Isacco F 333 p 613 rimane intatta una componente naturalistica derivata da Rubens Caravaggio e Fetti BERNARDO STROZZI: genovese Influenzato da Fetti e Lyss, ma con solida esperienza professionale alle spalle come frescante nei palazzi genovesi. A Venezia porta a maturazione la sua propensione per spettacolari effetti illusionistici e per un ricco cromatismo sfaldato nella luce come ne L’elemosina Di San Lorenzo Venezia F 335 p 613 RUBENS IN ITALIA tra gli artisti nordici giunti in Italia di grande importanza e la presenza di Rubens nel primo decennio del 600: A Venezia studia e copia le opere di Tiziano, Veronese e Tintoretto + accetta la carica di pittore della Corte di Mantova dove arricchisce la sua cultura figurativa in contatto con la collezione dei Gonzaga 186 da Mantova visita Milano e Genova dove dipinge ritratti come quello di Brigida Spinola Doria F 336 p 614 e pale d'altare come La Circoncisione F 337 Genova - Chiesa del Gesù in seguito, si trasferisce a Roma dove può ampliare gli orizzonti della sua cultura figurativa: Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Carracci… tutto ciò lo attrae come le testimonianze del passato mentre inizia a ricevere le prime importanti commissioni Nel 1606 riceve l'incarico di eseguire la Pala per la chiesa di Santa Maria in Vallicella: Madonna della Vallicella Adorata dagli angeli 1608 Roma f.338, p.615 Sono tre pannelli di lavagna dipinti a olio intenso dinamismo della composizione che sembra dilatarsi verso lo spazio della Chiesa: anticipa motivi che si affermano solo con lo sviluppo dell'arte barocca nello stesso anno torna ad Anversa e non tornerà più in Italia a lezione: La festa di Erode: Salomè con la Testa del Battista, Rubens = pomposo, barocco Salomè non lo uccide e lo mette sul vassoio 187
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