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Riassunto Arte Romana (M. Papini), Sintesi del corso di Archeologia

Riassunto con appunti integrativi del manuale di archeologia e storia dell’arte romana dal capitolo 1 al 7

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 20/04/2024

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francesca-allegretta 🇮🇹

2.3

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Scarica Riassunto Arte Romana (M. Papini) e più Sintesi del corso in PDF di Archeologia solo su Docsity! 1. 2. COME STUDIARE L’ARCHEOLOGIA E L’ARTE DI ETÀ ROMANA Archeologia romana studia il periodo cronologico che va da Tarda età del bronzo (inoltrato IX sec AC) - quando si struttura insediamento dell’area che ospiterà la città, prima ancora della fondazione della città (753 aC) - fino alla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 dC) Cultura romana si forma da serie di influssi che vengono rielaborati progressivamente, tra Roma e altri distretti: in età arcaica è il caso dell’Etruria, poi nel Mediterraneo con Magna Grecia nel IV-V sec, e nel II sec con la cultura greca dopo la conquista della Macedonia In particolare, le influenze che vengono dalla Grecia vengono rielaborate e portano alla creazione di un linguaggio nuovo che possiamo chiamare “linguaggio della cultura di Roma” ➔ si tratta di un processo molto lungo ed elaborato Nessun modello che viene dalla Grecia viene ripreso tale e quale e con lo stesso significato, qualunque influenza viene adattata a significati nuovi che riguardano la realtà politica e sociale di Roma ⇩ Da questo momento in poi Roma ha un ruolo sempre più egemone nel Mediterraneo, fino ad arrivare in età imperiale, quando è da Roma che parte il modello che condiziona tutto l’Impero Dalla provincializzazione dell’Impero ➔ si guarda a tutto il territorio romanizzato? No ➔ si è sviluppata l’archeologia delle province romane, che si occupa di questi spazi Per comodità didattica noi ci soffermiamo su Roma, volgendo comunque lo sguardo all’esterno della capitale per vedere come le province assimilano i modelli romani e li ripropongono ⇩ Lo sguardo sulle periferie è molto importante, soprattutto in età imperiale Alcune evidenze ci sfuggono per Roma, ma possiamo conoscerle attraverso repliche provenienti da altre province Statua con Pietas di Enea con Anchise e Iulo: Era il cuore compositivo del programma figurativo del foro di Augusto, al centro di una delle due esedre, ma perduta a Roma Possiamo recuperare qualcosa da una pittura di Pompei (replica) L’abbiamo tutta ricostruita nel dettaglio perchè la stessa scultura viene riproposto in diversi fora della Spagna, uno dei distretti più vicini ai modelli dell’Impero Periferie = includono un’estrema varietà di ambienti multietnici, culture, sostrati e identità provinciali e cittadine ben caratterizzati ➔ da qui deriva la fusione di più componenti che ci trasmettono una sintesi di entrambe le culture, provinciali e romane Possiamo notare principalmente due tendenze di questa commistione: Linguaggio figurativo con una più forte presenza del centro Linguaggio figurativo con una più marcata cadenza periferica Caso 1 = linguaggio figurativo plurale con forte presenza del “centro”: Sarcofago di Palmira (225-250 dC): – – Defunto disteso a banchetto su un materasso, rappresentato con vesti tipiche partiche Sulla fronte della cassa, al centro ➔ individuo è raffigurato con la tunica e la toga, abiti tipici romani, nell’atto di di un sacrificio Stile è palmireno, al pari dell’iscrizione Lenzuolo funebre dipinto in Egitto (125-150 dC): Il defunto ha un’acconciatura tipica di età antoniniana ed è ritratto seguendo la tradizione greco-romana Al suo fianco, è rappresentato il dio Anubi con la testa da sciacallo e la mummia (nell’ iconografia di Osiride), alla maniera egizia Caso 2 = linguaggio figurativo plurale con una più marcata cadenza periferica: Sommità di una colonna con Giove a cavallo contro una creatura anguipede (Gallia belgica, II sec dC): Nelle province gallo-romane sono molte le immagini di Giove a cavallo in combattimento contro queste creature ➔ soluzione sconosciuta per la raffigurazione del dio al di fuori di quest’area Lo schema equestre è attribuito alla contaminazione delle immagini di imperatori trionfanti a cavallo e di cavalieri su stele funerarie renane Metope del fregio dorico del Tropaeum Traiani ad Adamclisi (109 dC): Monumento tropico con raffigurazione di una campagna militare vittoriosa di Traiano contro i Daci Abbiamo l’intento celebrativo nel filone delle rappresentazioni storiche, ma con differenze nei modi di raffigurazione della vittoria e nelle scelte iconografiche Rilievi dei mausolei di Ghirza (Africa proconsolare, III-IV dC): Iconografia e stile condizionati dalla cultura punica e libica Archeologia E storia dell’arte romana: L’apporto archeologico si ha nel fatto che tutti i contesti che studiamo ci aiutano a ricostruire aspetti anche non-artistici (forma della città, maniera in cui Roma si struttura come spazio collettivo e come abitato, urbanistica) Si fa uno studio MACROSCOPICO del contesto L’archeologia ci dà il paesaggio urbano nella sua complessità, la storia dell’arte ci dà lo studio specifico dei contesti e i loro specifici significati L’archeologia si occupa anche di aspetti non-artistici: Aspetto funerario (ha serie di riflessi della maniera in cui la mentalità di Roma cambia) Ceramica L’EVOLUZIONE DELLO STUDIO DELL’ARTE ROMANA DAL ‘700 A OGGI Tradizione del 600-700: Tutto il mondo dell’antichità era studiato come un gruppo indistinto, senza distinzioni di cronologia Studiato per la testimonianza che potevano dare sugli usi e costumi di questi antichi considerati un tutt’uno (Grecia e Roma) ➔ quest’approccio si chiama antiquaria WINCKELMANN: Inaugura una nuova maniera di affrontare le testimonianze dell’arte antica come storia ➔ considerato il – – – – 3 = Narrazione continua della prosa storica Colonna Traiana = colonna che porta Winck a dire che l’arte romana è decadente Wickhoff dice invece che è una soluzione innovativa, che la Grecia non ha mai visto Abbiamo una narrazione storica senza interruzione fisica e con la ricomparsa a più riprese di uno stesso personaggio (es. Traiano compare più di 50 volte) Nei fregi ionici “continui” ➔ vi è un episodio per ogni lato autoconclusivo e non compaiono mai gli stessi personaggi più volte in una scena; questo Wickhoff lo sapeva Ma nel fregio piccolo dell’Altare di Pergamo (fregio della Telefaia), Telefo e altri personaggi ricorrono più volte, ed è precedente a Roma, ma Wickhoff non ne è a conoscenza Studi successivi confermano che Roma sviluppa un modo particolare di raccontare le scene che nel periodo greco non c’era, anche se c’è il precedente ellenistico ➔ Roma dunque lo recupera e lo reinterpreta completamente 4 = Ritratto individuale e realistico Si sviluppa una tendenza fisiognomica ➔ riproduce in maniera realistica le specificità dei caratteri fisiognomici dei volti, per enfatizzare precisi valori Ritratto greco = riproduce dei tipi (filosofo, stratega, guerriero) in cui le fattezze del volto raccontano delle virtù, sfumando i tratti fisiognomici Alois Riegl - “Industria artistica tardormana” (1901): Parla di industria artistica = produzione in serie di oggetti della toreutica, di uso quotidiano, fino ad allora messi da parte Riegl, medievista ➔ inizia a studiarli e cerca di capire se ci fosse un’ origine di questi in età romana In ogni epoca esiste uno specifico kunstwollen (volontà dell’arte) = in ogni periodo la civiltà esprime una propria volontà d’arte, una volontà di rappresentare immagini secondo le caratteristiche di quel periodo Si tratta di una ispirazione inconscia Un principio intuitivo, collettivo e anonimo: questa volontà si apprende INCONSCIAMENTE, attraverso un’influenza esterna ⇩ Vedi filosofia di Nietzsche ➔ principio creatore che va al di là della volontà dei singoli Rivoluzione = non si può più anteporre un periodo storico a un altro considerandolo superiore per espressione delle immagini ➔ ogni periodo esprime una propria essenza È il primo momento in cui tutti i periodi storici sono posti sullo stesso piano qualitativo al livello di espressione artistica L’espressione artistica di ogni periodo può rivelare qualcosa della storia di quel periodo ➔ primo passo verso inquadramento storico Kunstwollen accomuna i 4 grandi generi: Architettura Arti industriali/decorative/applicate Pittura Scultura 1. 2. 3. – – – – – – – – – – – – – – Il Kunstwollen degli Antichi progredisce in 3 stadi: Tattile “miope”: visione da vicino ➔ arte antico Egitto Tattile-ottico “normale”: ne abbiamo piena comprensione artistica a distanza naturale ➔ arte greca del periodo classico-ellenistico, fino a primo periodo imperiale Ottico “presbite”: visione a distanza, con effetti illusionistici ➔ va vista da lontano perchè vari elementi da vicino sembrano destrutturati, mentre da lontano si unificano in un quadro completo (vedi Cubismo e alla decomposizione della forma come espressione d’arte) ➔ arte del tardo impero romano Passo avanti della scuola di Vienna = considerare arte romana capace di una originalità GLI STUDI DELL’ARTE ROMANA IN GERMANIA TRA LE 2 GUERRE In Italia l’introduzione del Wickhoff arriva nel 48, in ritardo In Germania nel frattempo si hanno avanzamenti notevoli, grazie all’intervento di 2 studiosi: Rodenwaldt Von Blanckenhagen Rodenwaldt - “Rilievi romani; preludi al Tardoantico” (1940): Si sofferma in particolare sui rilevi storici Teoria = non si deve parlare più né di un’epoca più sviluppata artisticamente di un’altra (come Winckelmann), e neanche di uno sviluppo continuo (come Riegl) Teorie dualistiche: Guardando al periodo romano ➔ emergono 2 correnti dell’arte romana: Arte “statale” = classicistica, dei grandi monumenti pubblici, legata a tradizione greca Arte “popolare” = rispecchia tradizione nazionale romana di impronta non classicistica, che affonda le sue radici nella cultura italica Caratteristiche principali dell’arte popolare: Frontalità dei personaggi principali Composizioni simmetriche rispetto a un punto centrale Dimensioni delle figure variate a seconda dell’importanza e non della prospettiva o delle proporzioni naturali Subordinazione degli elementi di contorno alle figure più importanti Es. Rilievo funerario con scena di corsa circense nel Circo Massimo: Scena di corsa di quadriga, gioco equestre nel Circo Max Architettura è una cornice rigirata ➔ arcate ribaltate e messe di lato per dire che ci si trovava lì Al centro c’è la quadriga con l’atleta in primo piano Inserviente del circo a cavallo è rimpicciolito e messo di lato ➔ meno importante La spina non è in rapporto proporzionale con la quadriga ➔ i cavalli sono molto più grandi Il defunto a cui è dedicato il rilievo = sicuramente un cittadino di rango (con la toga), forse colui che aveva finanziato dei giochi nel circo (atti necessari di investimento di somme per assumere una magistratura) ➔ rappresentato di lato di dimensioni più grandi, anche la testa (= sede della capacità che hanno fatto la fortuna di questo personaggio) è più grande rispetto alle proporzioni del corpo a sottolineare l’importanza – – – – – – – – – – – – – – Moglie resa più piccola, come una statua sul piedistallo Emergono 2 caratteri importanti di questo filone: Gerarchia di proporzioni simboliche ➔ non sono naturalistiche, ma esprimono la diversa importanza e il diverso ruolo dei personaggi Prospettiva ribaltata ➔ per poter far vedere TUTTO quello che avviene nello spazio circostante Filone si rafforza soprattutto nel I sec aC, poi nel I dC e nel II Accanto all’arte che si lega al mondo greco ➔ ecco perchè si parla di due tendenze: Arte statale viene dal mondo greco ➔ arte del Senato Arte popolare viene dal retroterra della cultura etrusca e italica ➔ arte del Popolo Si chiama “popolare” proprio perchè diffuso nei rilievi funerari, nelle pitture delle abitazioni, non viene mai da commissioni statali, ma da singoli individui che si voglio autorappresentare Espressione autentica del populus = varie compagini della società, da cui si distingue il Senato, che nella società romana ha uno statuto differente Von Blanckenhagen: Riprende la nozione di arte aulica e popolare ➔ ma non esiste solo lo stile completamente aulico e completamente popolare Teoria pluralistica = esistono tante sfumature intermedie che possono oscillare, alcune più vicine allo stile aulico altre più vicine allo stile popolare Stile di GENERE: Ciò che determina lo stile di un’opera è il suo genere… Opera statale, politica, celebrativa = stile aulico Rilievo privato, funerario = stile popolare …il tema e argomento… Scene di battaglia = arte aulica Scene di lavoro = arte popolare …e il medium Grandi monumenti ufficiali = arte aulica Monumenti funerari, piccoli rilievi = arte popolare Questo tipo di impostazione lascia dei problemi Caso dell’Arco di Tito (81 dC): Ci aspetteremmo uno stile aulico perchè monumento celebrativo, politico, statale Ma la chiave di volta del fornice = stile popolare ➔ rappresentazione dell’apoteosi di Tito, assunto in cielo dall’aquila e accolto da divinità Questa rappresentazione non ha NIENTE di aulico ➔ ha lo stile IMMEDIATO dell’arte popolare: non c’è naturalismo nella resa delle immagini e attinge a repertorio popolare: Aquila, segno di regalità, è ribaltata ➔ sta innalzando Tito in un volo non naturalistico Tito = rappresentazione dell’animus Non c’è proporzione tra le due ➔ aquila è gigantesca in quanto simbolo dell’apoteosi – – – – – “ dipende da meccanismi economici, sociali, scontri tra diverse classi ➔ si pone l’attenzione sul rapporto arte-ambiente Questo ambiente culturale che si esprime nell’arte si chiama CONTESTO L’interpretazione dell’opera rivela un messaggio che un gruppo sociale committente gli affida L’opera veicola messaggi, ideologie politiche, culti, convenzioni religiose o sociali, istanze filosofiche ecc È dunque necessario che lo storico (archeologo) abbia una conoscenza approfondita della religione, usi funerari, filosofia, fonti letterarie che interagiscono con le opere d’arte ➔ impostazione interdisciplinare Allievi di BB ➔ creano diversi filoni: Torelli: crea collegamento tra fatto artistico e macro storia Carandini: sviluppa la tendenza a ricostruzione della topografia di Roma sul rapporto tra dato archeologico stratigrafico, tradizioni e miti, fonti letterarie ecc, insistendo sulle origini di Roma e trovando elementi di coerenza tra il racconto del mito e il dato archeologico Tonio Holscher - Il linguaggio dell’arte antica: Sviluppa un approccio che approfondisce il significato delle immagini L’esito di questo studio è portato nel volume “Linguaggio dell’arte romana” seguito da “Il mondo dell’arte greca” Arriva a una definizione di un sistema semantico = forme artistiche/motivi figurativi di diversi periodi dell’arte greca vengono destinati a un nuovo significato, legato alla cultura romana, con implicazioni politiche, sociali e religiose specifiche ⇩ Questa ri-semantizzazione, praticata su ampia scala e in maniera ripetitiva nelle officine, diventa comprensibile da parte dei destinatari, nei diversi livelli della compagine sociale e in diversi luoghi dell’impero (in particolare all’inizio del Principato con Augusto e la fine del II sec dC) Questa somma di diversi modelli in una stessa opera ➔ danno maggiore originalità all’arte di età romana, perché a ognuno di questi viene assegnato un nuovo significato Per ogni tipo di contenuto è più utile un modello arcaico, classico o ellenistico Ara Pacis = motivo della “cerimonia di Stato” “Motivo della processione solenne” del Partenone (stile classico) per raccontare la solennità della famiglia che è alla guida dell’Impero ➔ serve come riconoscimento etico che giustifica il potere “Motivo della fondazione” (Enea che sacrifica ai Penati) ➔ ambientazione bucolica, idillico-sacrale, spazio con valenza sacra che attinge a repertorio dei rilievi ellenistici di paesaggio “Motivo del sacrificio” ➔ protagonisti del sacrificio presenti (sacerdoti, inservienti, bestie di diversa specie) rimandano a un tipo di rituale di purificazione, suovetaurilia, importante per le cerimonie di Stato ➔ rimanda alla tradizione italica e all’arte greca per le figure accostate alla maniera della costruzione sintattica (arte agli inizi dell’ellenismo, 323) L’Ara Pacis ➔ presenta una plurialtà di livelli che permette di paragonare e stabilire fino a che punto possiamo affermare la flessibilità dei Romani nella ripresa dei modelli Per ogni livello era a disposizione tutto il repertorio dell’arte greca, applicabile a seconda del contenuto del messaggio da trasmettere Paul Zanker: Il suo ambito di studi è la ricostruzione del sistema semantico dell’arte romana ➔ sistemi che, come abbiamo visto, assumono uno specifico significato in base al contesto culturale Si sofferma sui diversi livelli di significato: si inizia a fare attenzione ai fruitori dell’arte, che non avevano tutti la stessa formazione e risorse per leggere i messaggi Oltre a parlare di committente si parla di destinatari ➔ si sgretola così la visione unitaria e omogenea del pubblico antico Arte augustea = emblematica ➔ Augusto di Prima Porta: Le immagini sono codificate e comprensibili a tutto il popolo come virtù militare e politica di Augusto Chi aveva una maggiore cultura poteva decifrare i singoli personaggi della corazza e comprendere meglio il significato simbolico Si crea una architettura di significati più selettiva ➔ si ha la possibilità di cogliere significati in diversi livelli di profondità in base al livello delle conoscenze e quindi una capacità a rivolgersi a un pubblico più eterogeneo Si fa attenzione alla ricostruzione della situazione percettiva in cui l’opera era vista e “fruita” (al colore sulle superfici, all’illuminazione degli spazi, alla posizione/distanza da osservatore) Es. Colore rosso del mantello: rimanda a regalità; Augusto prova a far fare a Roma un salto di qualità trasformando la Repubblica in un potere più accentrato – – – – – – – – L’ITALIA E ROMA DAL IX AL VI SEC AC Il paesaggio delle origini presenta una profonda irregolarità altimetrica Il territorio interessato dallo sviluppo di Roma non è omogeneo a livello di altimetrie e di struttura geomorfologica ➔ presenta molteplici irregolarità che diventano elemento essenziale del paesaggio antropizzato ➔ condizionano le costruzioni Area interessata = sponda orientale del Tevere nel punto in cui il fiume compie una deviazione e dove si allarga e ospita una piccola isola (isola Tiberina), zona ricca di sorgenti e di materiali da costruzione (argilla, legno ecc) Caratteristiche del paesaggio: Zona paludosa (soprattutto ai piedi del Campidoglio e Palatino) perchè non c’erano argini di contenimento: nei periodi di piena o di alluvioni, il fiume straripava e si riempiva tutta la zona dove il territorio è avallato (cavità naturali) Gli antichi la chiamavano “valle” ➔ in riferimento ai luoghi più depressi e paludosi dell’area Avvallamento viene bonificato e ospita edifici pubblici che sfruttano la depressione naturale (es. Circo massimo occupa l’area principale della cavità) Abbondanza di acqua utilizzata per scambi commerciali ➔ si impiantano i più antichi approdi della comunità per imbarcazioni che giungono a Roma dal mare e che risalgono il corso del Tevere (transito fluviale attestato già dalla fine del IX sec) Tevere = infrastruttura naturale più importante che segna lo sviluppo della città Prodotto commerciale più attestato = sale desalinato dall’acqua marina che veniva distribuito nell’entroterra Età del Bronzo medio, “fase pre-urbana” (1500 aC ca.): Primi nuclei di insediamenti sparsi stabiliti sul Campidoglio, sulle pendici del Palatino (Foro Romano) e sul Quirinale Si tratta di insediamenti di capanne che hanno nelle vicinanze le rispettive sepolture e che si concentrano a ridosso delle vie d’acqua e delle prime strade che collegavano le principali alture Il quadro resta immutato fino alla metà dell’XI sec Da XI-X sec, la “cultura laziale”: Siamo nell’Età del Ferro Si definisce la “cultura laziale” in quanto diversa rispetto alla vicina cultura villanoviana, che si sviluppa in area Etrusca: Villanoviani: usano cremazione Laziale: cremazione c’è, ma anche ampio ricorso a inumazione Al sud della penisola abbiamo la cultura iapigia, che non ha ancora differenziato Daunia, Peucezia e Messapia Cultura laziale IIA e IIB (925-825): Segna un momento essenziale = impostazione di un insediamento unitario e vivace Si struttura il primo abitato unificato ➔ diversi nuclei insediativi composti da gruppi di capanne stabiliscono relazioni per cui iniziano a condividere aspetti della gestione collettiva – – – – Ampliamento di Vespasiano Area delle 14 regiones di Augusto Non abbiamo né indicazioni letterarie né archeologiche che Augusto amplia il pomerium ➔ è strano che se gli interventi augustei avessero toccato il pomerium non ne è rimasta alcuna notizia letteraria Siamo sicuri invece dell’ampliamento di Claudio grazie ai cippi poemeriani, che anche Varrone conosce IL PALATINO: LA PRIMA URBS Cermalus = luogo di fondazione di Roma (secondo le fonti) ➔ la leggenda dice che Romolo scaglia la sua lancia dall’Aventino verso il Palatino, la lancia si conficca nella roccia e così nasce il corniolo (dal tipo di legno della lancia) Le fonti dicono che su quel punto, per tutta l’età imperiale, si conservi un albero di corniolo e vengono sistemate delle strutture che rievocano la capanna di Romolo I Romani hanno sempre avuto la consapevolezza dell’origine della città dal Palatino L’archeologia conferma il mito: In diversi tratti è stato possibile indagare archeologicamente tratti della fortificazione e gli indicatori archeologici portano a collocare/datare la fortificazione alla metà VIII sec aC (775-750 aC) Questo perchè è stato possibile scavare sotto le strutture (nel fossum) e sono stati trovati frammenti ceramici risalenti a questo periodo Porta A Mugonia: Documentato un rituale specifico per questa porta praticato con dei vasi prima di costruire la fossa; i vasi utilizzati per il rituale sono poi posti sacralmente nel fossum e sigillati dalla terra su cui poi si costruisce la porta Questi vasi sono di un’enorme importanza perchè sono indicatori cronologici (datati tra 730-20 aC) Scarto d’anni (tra 750 della fondazione e 730 dei vasi) = le porte vengono individuate più tarde, dopo aver concluso le mura Mura romulee del Palatino: Fondazione (nel fossum) = blocchi in materiale litico (tufo) non regolari Elevato = in argilla cruda di cui sono stati trovati resti attraverso lo scavo ➔ argilla si teneva in piedi con intelaiatura di legno Queste mura hanno valenza identitaria, segnano il confine della città, delimitano area sacra (non sono difensive) Tema ricorrente nella tradizione iconografica europea = il rinvenimento dei gemelli (Lupercal) e fondazione con l’aratro trainato dal toro e vacca (come dice Varrone) Fondazione di Romolo secondo Livio: Le fonti ci restituiscono che il mitico fondatore sia sempre stato legato al Palatino ➔ luogo della fondazione Contrapposto a Remo che si era insediato sull’Aventino Alla luce dei dati ceramici è confermato il luogo e anche la datazione che la tradizione riconosce della fondazione di Roma (Palatino, 753 aC) Lo sappiamo anche dal fatto che nell’VIII sec vengono distrutte delle capanne sul Palatino e costruite altre, – – – forse in merito a questa prima fondazione Le fonti parlano della fondazione avvenuta il 21 Aprile = festa della dea Pales, venerata sul Cermalus che diventa la protettrice della nuova fondazione ➔ data venuta a noi come giorno della fondazione, secondo la religione romana A proposito di diverse ipotesi di fondazione ➔ si pensa che questa prima fondazione della città sia avvenuta in un luogo popolato, chiamato Septimontium (per i 7 monti) Solo un’area viene sacralizzata, ma la comunità è estesa su tutti i 200 ettari Il centro proto-urbano era diviso in 27 curie, in ognuna delle quali c’erano delle famiglie egemoni La curia del Palatino deve aver preso il sopravvento per motivi politici ➔ condivisione di uno spazio ampio e affermazione di un gruppo che eventualmente diventa egemone rispetto agli altri Capanna I Palatino - Cermalus: Una delle capanne più antiche e meglio note Nasce intorno al 900 (centro protourbano) e distrutta intorno a 750 ➔ indizio di una vera e propria fondazione, perchè c’è stato qualcosa che ha lasciato il segno: la distruzione di vecchie strutture e costruzione di nuove Archeologi hanno trovato sulla roccia i fori per sostenere la copertura tetto e resti di argilla di cui era fatto l’elevato Capanne del Palatino: Costruite dopo la fondazione ➔ si distinguono dalle precedenti grazie ai materiali ceramici in associazione Sistema di costruzione è lo stesso (pali di sostegno per il tetto a spiovente) Forma di queste capanne si recupera da testimonianze di carattere funerario ➔ la capanna era usata come forma per le urne cinerarie, intesa come “casa del defunto” (questa tendenza rimane nelle popolazioni indigene fino alle soglie della Romanizzazione) Queste urne sono dunque molto importanti perchè aiutano nella ricostruzione delle capanne del Palatino Capanna 3 e 4: Coeve alla fondazione della città Per la loro particolare configurazione interna ➔ potrebbero essere quelle in cui si è espressa la volontà di Romolo e quella che le fonti ricordano come “aedis Martis” Memoria sul terreno per materializzare il mito di fondazione CERAMICA E CULTURA MATERIALE (metà VIII sec): Cultura materiale = tutte le testimonianze materiali di un’epoca e di un contesto (ceramica di uso comune, ceramica decorata, prodotti figurati, metalli, monete) e che possono concorrere a ricostruire la vita in quel contesto Innovazione nella produzione ceramica: Introduzione del tornio veloce Argilla depurata Decorazione dipinta Questo significa che la ceramica precedente (proto-storica) aveva argilla non depurata, piena di inclusi, e modellata a mano (cosiddetto impasto proto-storico) Queste innovazioni non sono un caso ➔ Roma entra in contatto con i greci d’Occidente e con le prime fondazioni proto-coloniali e coloniali (Pitecusa e Cuma) Roma riconosce un contatto con le maestranze euboico-Calcidesi che appartengono al gruppo che fonda Pitecusa nel 770-60 aC e Cuma nel 740 aC Pitecusa e Cuma = compagine più antica a livello commerciale che si distingue sul Tirreno tanto che materiale etrusco e laziale si trova qui, evidentemente perchè c’è contatto culturale tra artigiani romani, etruschi e pitecusani ⇩ Il contatto con la Grecia e la Magna Grecia accompagna Roma fin dalle origini VII SEC: PERIODO ORIENTALIZZANTE Grande ripresa di modelli che vengono da arte orientale e che varie culture rielaborano in maniera diversificata Prodotti di alto artigianato diffondono motivi, immagini, figure mitologiche prima non note che le varie culture rielaborano Questi prodotti sono soprattutto opere di toreutica (bronzistica) e alta oreficeria Molti di questi materiali sono stati rinvenuti tra Roma e Praeneste, collegate da una strada che aveva molta vita (Via Praenestina) Qui circolano materiali orientali che condizionano la cultura figurativa di quest’epoca Praeneste = centro di particolare vivacità in quest’epoca, centro commercialmente molto attivo almeno fino al II sec aC In questo momento è un centro autonomo rispetto a Roma e condividono quest’apertura verso l’Oriente Qui sono state trovate tombe principesche (di grandi dimensioni e grande enfasi), utilizzate anche per sepolture di personaggi eminenti di Roma Corredi esposti nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ⇩ Erano tombe a tumulo = grande cavità sotterranea accessibile da una porta collegata a un dromos (corridoio), che portava nella camera funeraria (nel caso di un solo ambiente) o in un vestibolo (nel caso di più ambienti); sopra il terreno erano ricoperta da una struttura di terra a forma semiconica (tholos) Il corredo dispone di una grande quantità di oggetti importati dall’Oriente, alcuni comprati per il corredo, altri comprati in vita e poi deposti nel corredo (esplicitazione del potere economico con il quale questi personaggi hanno potuto comprare da lontano questi oggetti preziosi) ➔ espressione dell’elevato rango economico e sociale Dalla prima metà del VII sec come nuova sede del Senato al Comitium (nel Foro romano, nato nell’VIII sec come luogo di riunione dell’assemblea delle curiae) si unisce la Curia Hostilia (dal nome di re Tullio Ostilio, promotore della sua costruzione) VI SEC: PERIODO ARCAICO – – – – 1. Ricostruzione 3D: si attiene il più possibile ai dati archeologici di questi scavi e al confronto con templi simili dello stesso periodo Si tratta di un chiaro esempio di tempio tuscanisco (in contrapposizione con la tipologia di tempio etrusco- italico, più attestato) Si chiama “tuscanico” perchè recuperiamo la definizione di Vitruvio ⇩ “De Architettura” di Vitruvio (età augustea) ➔ fonte molto importante perchè ci suggerisce tutte le nomenclature tecniche in campo architettonico Architetti erano a capo di maestranze e officine importanti, era una professione di prestigio ➔ molti componevano trattati tecnici per suggerire migliori soluzioni ad altri architetti “Tuscanico” perchè questo modo di disporre le parti del tempio, secondo Vitruvio, segue tuscanicae dispositionae “Tuscus” = etrusco ➔ Vitruvio collega questo modo di strutturare i templi all’Etruria Ci fa cogliere, nella Roma etrusca di questo periodo, una ripresa di costruire i templi tipica dell’Etruria Archeologia lo conferma perchè alcune attestazioni dello stesso periodo vengono proprio dall’area Etrusca Caratteristiche tempio TUSCANICO: 3 celle ➔ i templi tuscanici hanno 3 celle, mentre i templi etrusco-italici ne hanno una sola (tradizione etrusca viene rielaborata secondo il modo italico). Tutti i casi di tripartizioni rimandano a rito di fondazione di Roma (suddivisione del cosmo riportata sul terreno della cultura etrusca): parte centrale (augure), parte postica e antica Si accede da una scalinata frontale monumentale Profondo pronao scandito da non molte colonne ➔ le colonne nel tuscanico hanno degli intercolumni ampi Frontone a campo aperto ➔ in questo periodo non è chiuso, perchè a Roma c’erano delle lastre di decorazione a rilievo fittile e potevano essere attaccate alle travi principali del triangolo frontonale Plinio, NH (XXXV): Parla di coroplastica (scultura di terracotta) Dimostra di aver letto Varrone ➔ dice che quest’arte fu elaborata prima in Italia e poi in Etruria Da Veio (centro etrusco importante vicino a Roma) è chiamato Vulca (scultore etrusco) a cui Tarquinio Prisco affida la statua fittile di Giove da dedicare nel Capitolium Scultura doveva essere rivestita di minio (colore rosso acceso) ➔ scultura veniva periodicamente ricolorata in occasione di festività Fittile era anche l’acroterio centrale, la quadriga, e altri acroteri sulla sommità del tempio o subito sopra le cornici del campo frontonale ⇩ È interessante che Tarquinio Prisco chiami uno sculture etrusco a scolpire Giove, la statua di culto della cella ➔ collegamento enorme con l’Etruria, da cui questa dinastia proveniva (da Tarquinia) Altre testimonianze e le diverse fasi del tempio: Distrutto in un incendio nell’83 aC ➔ ristrutturato da Q. Lutazio Catulo nel 69 aC: fa ricorso a soluzioni particolarmente prestigiose (largo impiego di marmo e materiali preziosi) ➔ tegole del tetto e le statue degli acroterei sono rivestite di bronzo dorato e la cella centrale ospita la nuova statua di 1. 2. 3. 4. – – – – – – – – Giove in oro e avorio di Apollonio (queste caratteristiche diventano tipiche dei templi romani da questo momento) 43 aC ➔ conio denario di Q. Petilio Capitolino rappresenta il Capitolium restaurato nel 69 aC: immagine insiste sugli acroterei che dovevano essere particolarmente prominenti 69 dC ➔ conio di una moneta rappresenta profilo di Vespasiano e il Capitolium, in riferimento al suo restauro dopo un incendio ➔ in quest’occasione il tempio viene sottoposto a una doratura integrale, rendendolo uno dei monumenti più prestigiosi; possiamo notare che la trabeazione è più decorata e le colonne prima sono tuscaniche, ora sono corinzie 80 dC ➔ nuovamente restaurato: colonne del pronao vengono rivestite in bronzo dorato Area sacra di Sant’Omobono: Zona dell’Aventino e estremità Nord dell’area commerciale più importante della Roma antica (Foro Boario) Qui arrivano infatti imbarcazioni che risalivano il Tevere da Ostia ed è un’area interessata dalle importanti bonifiche promosse dai re nel VI sec Quindi deve molto alla committenza regia Palinsesto: cosa c’era prima? VII aC ➔ area di culto con altari e residui di ossa animali, dalla quale proviene un frammento di vaso con un’incisione etrusca (forse la più antica trovata a Roma) ➔ testimonianza che già a fine VII e VI sec si è diffusa la scrittura etrusca a Roma 580 aC circa ➔ anni in cui iniziano i lavori di Tarquinio Prisco per il Capitolium; a questo periodo risale doppio sacello = 2 templi vicini dedicati a Fortuna (fortuna che tutela la buona riuscita degli scambi commerciali) e alla Mater Matuta (del Mattino e dell’Aurora, la Mater che propizia l’alba e la riuscita di un nuovo giorno) Anche i successivi sono dedicati a queste divinità Edificio 2 (su pianta) ➔ accostato a un edificio uguale a sinistra di cui non abbiamo resti perchè completamente distrutto ➔ unico di cui conosciamo l’icnografia (= descrizione della struttura) 530 aC ➔ restauro e arricchimento Fine VI sec ➔ area sacra distrutta e abbandonata per circa un secolo Fine V sec ➔ il piano di frequentazione viene rialzato di 4 metri per la ricostruzione dei 2 templi gemelli di Fortuna e Mater Matuta, con orientamento leggermente diverso rispetto a quello arcaico (Edificio 1) ➔ presentano caratteristiche tipicamente etrusco-italiche Fine V sec dC ➔ la cella del tempio della Mater Matuta è riutilizzata come chiesa Medioevo ➔ chiesa è rialzata e ristrutturata e ridedicata con il nome di San Salvatore in Campo 1482 ➔ sopra i resti di questa chiesa viene costruito un nuovo edificio di orientamento opposto che viene poi dedicato a Sant’Omobono, il protettore dei sarti che avevano numerose botteghe in quest’area Tempio del 580 aC circa: È il tempio più antico con frontone chiuso alla maniera “greca” ➔ soluzione che poi si diffonderà dalla fine del IV sec aC Decorazione = due felini affrontati ai lati di una Gorgone in corsa (di cui si conservano pochi frammenti) Ricorda le prime sperimentazioni di timpani decorati in Grecia ➔ l’esempio più evidente è il coevo tempio di Artemide a Corcira: la composizione è identica, così come lo è il soggetto (Gorgone al centro con felini in – – – – – – posa araldica ai lati) Questo ci fa capire che c’era un legame diretto con Corinto Rapporti commerciali Etruria-Corinto ➔ attestati da Plinio il Vecchio: 4 artigiani si spostarono da Corinto a Etruria nella seconda metà VII sec: Euchino (dalla buona mano), Diopo (colui che traguarda), Eugrammo (dal buon tratto pittorico), Ecfanto (colui che sa parlare) Artigiani apprezzati si spostano dove mercato fioriva Dice che con questi artigiani, si sposta Damarato: nobile che si era opposto a tirannide dei Bacchiadi (a Corinto). Sposa una nobile principessa etrusca a Tarquinia e hanno un figlio che gli etruschi chiamavano Lucumone, mentre i romani lo chiamavano Tarquinio Prisco. Grazie a Plinio sappiamo che dinastia che si insedia a Roma proviene da Tarquinia e che nella cultura di questa dinastia vi era collegamento diretto con Corinto. Tarquinia e Roma sono più vicine a Corinto ➔ conferma che i dinasti etruschi di Roma hanno provenienza da Tarquinia Olpe della necropoli dell’Esquilino: Proviene da una tomba datata alla fine del VII sec, prima delle mura serviane Si tratta di ceramica protocorinzia Ancora prima dell’allargamento del circuito murario ➔ Roma era già interessata ai contatti e alle merci di Corinto Inoltre questo ritrovamento fa pensare all’Olpe Chigi: capolavoro del protocorinzio che risale allo stesso periodo e alla stessa produzione (ritrovata in una tomba in una delle necropoli di Veio) Ristrutturazione del 530-20 aC: fine del VI sec ➔ si rinnova la decorazione sculturea Siamo nel regno di Tarquinio il Superbo, quindi alla fine della monarchia Frammenti fittili conservati nei Musei capitolini ci permettono di ricostruire la decorazione della trabeazione Le coperture di paglia sono rimpiazzate da tetti di nuova concezione, con adozione di tegole e decorazioni fittili del tipo Veio-Roma-Velletri Cornici frontonali raffigurano: Processioni di carri a carattere trionfale Corse di cavalieri armati e di bighe/trighe trainate da cavalli alati Banchetti che esaltano la mentalità eroico-cerimoniale dei gruppi dirigenti Temi mitici = Ercole, paradigma dell’uomo che con le sue imprese acquista immortalità Le divinità sono molto simili alle sculture attiche e ioniche di questo periodo (kuroi e korai) Questi rilievi sono chiamati del tipo “Veio-Roma-Velletri” in quanto abbiamo maggiori riscontri di questo tipo di coroplastica proprio da queste località ➔ si può definire il linguaggio formale comune che tiene insieme Etruria e Lazio Acroterio = gruppo di Ercole e Minerva del Maestro di S.Omobono: Ercole = caratterizzato da un gioco di panneggi e un modellato che lo avvicinano alla scultura attica (vedi Moscoforo) e ionica ➔ il riferimento culturale in questo periodo non è più solo Corinto, ma anche Attica e Ionia Minerva = accompagnatrice di Ercole nelle 12 fatiche e nell’Olimpo; stile rimanda all’ambito ionico (occhi allungati, zigomi pronunciati, sorriso); elmo induce a confronti con altre rappresentazioni di – – 1. 2. – – – – donata ai romani da Sisto IV Da quel momento la scultura trova molte riproduzioni tra cui quella su facciata del Campidoglio. La lupa = si pensa sia originale della fine VI sec o massimo inizi V sec aC ➔ periodo di produzione scultura più significativa ⇩ Presenta caratteristiche tardo-arcaiche: Definizione anatomie per elementi modulari ripetuti: costole tutte uguali ripetute modularmente che scandiscono volume della parte centrale della lupa; mammelle sono tutte uguali e ripetute modularmente; criniera con incisioni a ciocche a fiammella accostate e poste modularmente Opera che sul finire del VI sec rievoca il mito delle origini di Roma ➔ periodo in cui si chiude periodo monarchico e nuova fase repubblica che recupera queste memorie, legandole al nuovo corso politico e istituzionale Fonti ➔ a Roma esistevano almeno 2 versioni della lupa (fino a età imperiale): Sul Campidoglio, colpita da un fulmine nel 65 aC (cit. Cicerone) Dedicata nel 295 aC dagli edili Ogulnii e vengono aggiunti i gemelli ➔ guerra sannitica prende piega drammatica, Sanniti riescono a raggirare Roma e si alleano con Etruschi, Umbri e Piceni. Dopo questo pericolo scampato, Roma si riappropria dei simboli delle origini della città. Si trovava presso il Lupercal (= luogo dove i romani ritenevano fossero stati ritrovati i gemelli mentre la lupa li allattava; santuario in una grotta naturale sacralizzato) Questione datazione lupa: Studi in occasione del restauro del bronzo nei primi anni 2000 Nel 2006 la restauratrice coordinatrice pubblica un volume dove dice che il bronzo è medievale ➔ tecnica di “fusione a cera persa con metodo diretto” non era usata nella Roma antica, ma in epoca medievale Fusione a cera persa con metodo diretto: Si crea sagoma in argilla con lamine in metallo per creare intelaiatura su cui scultore modellava argilla Si ricopre sagoma con la cera su cui si crea altra anima di argilla all’esterno Quando il tutto veniva posto nella fornace, l’argilla diventa terracotta e la cera all’interno si scioglie ➔ cavità nella quale si cola il bronzo che prende forma di questa matrice negativa Si rompe terracotta e rimane scultura in bronzo Questa tecnica in realtà non può essere antica ➔ ripresa di analisi scientifiche per questione datazione, sui campioni di argilla all’interno del bronzo con radiocarbonio ➔ raggio cronologico ampio ma non così antico (dal VI al XVI sec dC) ➔ conferma XII-XIII sec grazie a studi di laboratori specialistici 2011 ➔ ulteriore passo avanti: analisi precisano tipo di fusione ➔ precedenti studi sottovalutavano i chiodi distanziatori, che si mettevano nella cera Si riconosce così un’altra specifica tecnica di fusione = fusione a cera persa con metodo indiretto ➔ non c’è un unico calco fatto con argilla, ma calchi di diverse parti della fusione che si mettevano insieme in officina usando i chiodi quadrangolari ➔ tecnica sempre medievale È un calco fedele della Roma antica ma con una tecnica diversa ➔ stile della lupa è così aderente all’effettivo stile tardo arcaico che si pensa sia un calco diretto fatto su lupa antica EDILIZIA ABITATIVA NELLA ROMA ARCAICA Si documenta una trasformazione significativa delle case ➔ prime testimonianze della casa ad atrio, uno dei – – – – – – – – principali esempi di architettura domestica della fine del VI sec aC Questo tipo di casa si attesta a Roma dopo fase di formazione di un modello che parte in Etruria e che interessa quasi tutto il VI sec Domus regia (inizi del VI sec): Pendici Palatino, verso Foro romano Periodo dei Re Etruschi ➔ Roma è riflesso e espressione dei modelli etruschi Domus regia = residenza del rex come capo religioso, perché in sua prossimità vi era luogo di culto di Vesta (dea che tutelava il focolare domestico, fuoco legato a vita di Roma) ➔ luogo di importante rappresentazione Organizzazione casa: Accesso con due ambienti ai lati che si affacciano su strada (alle spalle della Via Sacra) Cortile da cui si accede ai vari ambienti della casa Regia di Murlo (Poggio Civitate, prima metà VI sec): Nome con cui le fonti chiamano questo tipo di residenze aristocratiche Non accoglievano solo una famiglia, ma di un gruppo familiare (date le dimensioni) guidato da capo famiglia che esercita potere molto rilevante ➔ organizzazione tribale (gens) Siamo a Poggio civitate (vicino Siena) Organizzazione: Ingresso con grande cortile Tracce di porticato che andava intorno a cortile Tra gli ambienti disposti intorno, spicca uno posto sul lato opposto all’ingresso ➔ sacello dei culti domestici nel cortile: elemento chiave della casa ad atrio In asse con sacello, ci sono 3 ambienti con funzioni complementari, che scandiscono spazio in 2 elementi: uno aperto su cortile e altri due sui lati ➔ antecedente del tablinio (ambiente principale di rappresentanza in cui il dominus incontra esterni per stringere affari): luogo nel quale il dominus si manifesta nel suo potere economico e politico Sacello familiare: si veneravano divinità più vicine a famiglia e, in associazione, i capifamiglia defunti (tutti uomini) Frammenti decorazione ricomposti ➔ tetto a doppia falda spiovente con fregio fittile rappresentante un consiglio di divinità sia maschili che femminili, riconoscibili dai loro attributi. Due situazioni (in alto e basso) che rappresentano momenti quotidiani della famiglia: Simposio (mostra ellenizzazione aristocrazia etrusca) Corteo nuziale (nozze che sanciscono famiglia sotto la tutela divina) da cui nascono i capifamiglia capaci di esprimere e affermare le virtù per cui questa famiglia è riconosciuta. Nella decorazione ci sono sculture dei capifamiglia (= acroterio) ➔ posto sul tetto, quindi più importante delle raffigurazioni delle divinità. Più antiche immagini di antenati custodite in casa, da cui nasce la tendenza al ritratto romano Gonfienti (Prato, 500 aC), Lotto 14: Stessa organizzazione di Murlo ma si articola con più precisione la disposizione degli spazi all’interno. Bacino di raccolta dell’acqua al centro del cortile = novità che diventerà è caratteristico nelle case aristocratiche romane (impluvium) Dimensioni di 1400 mq – – – – – – – – – – Trova rapido sviluppo nella prima metà del III sec in accordo con la pittura protoellenistica e con la ceramica italiota, in particolare del tipo “Gnathia”: Sottoclasse della ceramica apula che si sviluppa dalla decorazione dello stile ornato Superficie ricoperta da vernice nera su cui sono raffigurate scene figurate e ornamentali dipinte in bianco (con tocchi di giallo e paonazzo) Colori sono poi fissati da una seconda cottura Piatto da Capena (necropoli delle Macchie, prima metà III sec aC): Uno degli esemplari di ceramica figurata più interessanti Vi è rappresentato un elefante da guerra messo in relazione con la vittoria su Pirro (re d’Epiro) e il trionfo di Manio Curio Dentato nel 275 aC ➔ probabilmente si tratta di una rappresentazione elaborata già nell’ambiente di Alessandro Magno che viene ripresa Attorno abbiamo dei fregi decorativi con elementi vegetali MONUMENTALIZZAZIONE DEL FORO ROMANO Foro romano (VIII sec aC) = creato nel momento in cui nell’ insediamento dell’età del Ferro, ai cui margini si creano i luoghi pubblici e politici necessari alla prima città stato Si tratta di una piazza pubblica dove i magistrati incontravano il popolo in assemblee (contiones) e per amministrare la giustizia e si svolgevano anche altre attività (processioni, ludi gladiatori, orazioni, esecuzioni, vendite e acquisti) Seconda metà VIII sec aC ➔ si definisce la Via Sacra che unisce i nuovi luoghi di culto dedicati a: Vesta sul Palatino Vulcano sul Campidoglio Fine VIII sec ➔ area tra Palatino e Campidoglio si colma e viene realizzata una pavimentazione ➔ All’estremità N-W della piazza, presso il santuario di Vulcano, si trovava il Comitium, luogo di riunione dell’assemblea delle curiae (a cui poi si aggiunge la curia Hostilis nella prima metà del VII sec) Alla prima età regia (750-616 aC) risalgono: La Regia = la dimora associata nelle fonti con Numa Pompilio; doveva trovarsi nel santuario di Vesta sull’estrema pendice del Palatino Secondo monumento chiamato Regia (fine VII sec) = all’estremità orientale del Foro; edificio trapezoidale con ampio cortile su cui danno 3 ambienti comunicanti (ha planimetria simile alle residenze principesche etrusche) Alla seconda età regia (616-509 aC) risalgono: Creazione della Cloaca Maxima Dimore dei nobili ai lati della piazza Nuova sede dei comitia centuriata viene spostata in Campo Marzio ➔ in questo periodo il Foro viene incluso nel poemerium esteso da Servio Tullio, quindi le assemblee politiche armate non potevano più tenersi qui – – – – – Con l’inizio della Repubblica (509 aC), quando si accende lo scontro tra patrizi e plebei, appaiono i primi grandi monumenti: Tempio di Saturno (493 aC), sul Campidoglio Tempio dei Castori (484aC) presso l’angolo orientale della piazza, vicino alla sacra sorgente di Giuturna, in riferimento alla vittoria dei Romani sui Latini al lago Regillo ➔ secondo la tradizione, i Dioscuri sono apparsi ai Romani proprio lì e li hanno guidati alla vittoria; i due gemelli sono ricordati con due statue di marmo accompagnate da due cavalli (che però sono considerate creazioni arcaicizzanti della fine del II sec aC) Prime pedane che definiscono l’area del Comitium = dove il pretore amministrava la Giustizia Graecostasis = dove gli ambasciatori greci assistevano ai comizi Pedana riservata agli oratori (in seguito al 338 detta rostra) Caio Menio (console nel 338 aC): Personalità che si rende responsabile di una serie di interventi che vanno a perfezionare e ad arricchire l’organizzazione del Foro romano in maniera significativa negli ultimi decenni del IV sec aC Alla sua personalità possiamo riferire diversi interventi, alcuni dei quali hanno influenza significativa nella risistemazione del Foro Columna Moenia (fine IV sec): Intervento MENO incisivo È riportata anche nell’effige monetaria del denario emesso da Lucio Marcio Censorino nel I sec aC ➔ evidentemente questa colonna era ancora pienamente visibile 3 secoli dopo È un dato importante a livello topografico perchè, insieme alla statua di Marsia, era prossima al Comitium, che nei primi anni del III sec riceverà la forma circolare La battaglia contro i pirati e i Rostra (338 aC): Caio Menio è celebre anche perchè guidava la flotta romana che vince contro i pirati ad Anzio nel 338 Per celebrare questa vittoria, Menio organizza un’operazione senza precedenti a Roma ➔ fa staccare dalle navi dei pirati i rostri (= punte metalliche con cui le navi pirata speronavano le altre imbarcazioni) per esporli proprio davanti al Comitio, sulla tribuna che serviva a pronunciare discorsi ufficiali ➔ tribuna che prende il nome di ROSTRA, ed è uno spazio che acquisisce grande rilievo nelle attività che si svolgono vicino alla Curia (dove si riunisce il Senato) e al Comitio (dove si riunivano i comizi) Fine IV - III sec = Foro cambia progressivamente Foro viene sempre più sentito come spazio delle attività civili, politiche e giudiziarie La piazza acquista così in dignitas e diventa lo spazio privilegiato per la manifestazione del potere senatorio Per questo i macellai e le loro botteghe vengono allontanate dalla piazza e sono sostituite dalle taberne dei banchieri e iniziano a proliferare monumenti pubblici fondamentali per la memoria e l’identità di Roma La sua funzione economica e politica implica l’allontanamento di molti venditori e il loro trasferimento in altri quartieri ⇩ Su iniziativa di Caio Menio, vengono realizzate delle balaustre sulle botteghe da cui affacciarsi, più alte rispetto ai portici antistanti, in modo che chiunque si affacciasse dalle botteghe potesse avere vista libera sul Foro A questo tipo di spazio architettonico viene dato il nome di MOENIANUM – – – – Anfiteatri: Prima del IV sec gli anfiteatri non erano ancora nati ➔ ludi gladiatori si svolgevano principalmente nel Foro È proprio all’iniziativa di Caio Menio che viene attribuita questa nuova soluzione, creando un edificio adibito a questi spettacoli LA PIÙ ANTICA PITTURA ROMANA PER NARRARE I TRIONFI Necropoli Esquilina: Accoglie sepolture di particolare prestigio come il sepolcro dipinto celebre perchè conserva la più antica pittura funeraria a Roma Sepolcro dipinto dell’Esquilino: Rinvenuto nel 1871 Rodolfo Lanciani parla di “sepolcro singolare”, ovvero un grande sepolcro relativo a una sola sepoltura Siamo a pochi metri dalla strada che passava dalla Porta Esquilina e che permetteva di entrare e uscire dalla città Da questa sepoltura proviene l’affresco dei primi decenni del III sec ➔ di grande rilevanza in quanto la più antica pittura funeraria a Roma Affresco racconta vicenda militare = combattimento tra opposti schieramenti e che fa pensare allo scontro contro i Sanniti che si svolgeva in quegli anni Narrazione si sviluppa in maniera continuata su più registri, dove ricorrono gli stessi personaggi Primo registro ➔ si tratta di un gesto militare, di riconoscimento, che impegna i due personaggi FUORI dalle mura I personaggi sono proporzionati gerarchicamente ➔ i due protagonisti eguagliano in altezza le mura cittadine Quello che si vede dei loro attributi li qualifica entrambi come appartenenti all’esercito romano: Personaggio di alto rango con la toga Esponente dell’esercito romano perchè ha la corazza anatomica e il mantellino e schinieri (determinato allestimento esercito di Roma) ➔ potrebbe essere la consegna della cosiddetta hasta pura, lancia consegnata a livello onorifico a personaggi che si erano distinti nel guidare un reparto dell’esercito Ci sono anche didascalie scritte = conservano parti dei nomi e che confermano l’appartenenza all’ambito romano-latino di entrambi i personaggi: Marcus Fannio (SX) Quintus Fabius (DX) Non si sa se la tomba fosse destinata all’uno o all’altro Ciò che è importante è il tipo di rappresentazione che riflette pittoricamente nella tomba i grandi pannelli dipinti che venivano portati ed esibiti nelle processioni dei trionfi (TABULAE TRIUMPHALES) Tabulae triumphales: = Grandi tavole in legno, dipinte con le vicende più significative del conflitto, che servivano a fare una – – – – Continuità dell’ideale greco del kalos kai agathos (bello e buono) Ideale che la cultura greca codifica già dal VI sec (kouroi e korai) Ideale che ha una forte continuità a livello gentilizio e che a Roma viene molto riproposto dalla classe senatoria Contatto ancora più diretto con la grecità mediata con la cultura della Magna Grecia Facciata lato del sepolcro (monumentalizzazione del II sec aC) Non si tratta di strutture in elevato, ma di una parete di roccia levigata e tagliata per assumere quest’aspetto (architettura in negativo) Siamo nel periodo in cui gli Scipioni hanno ancora più prestigio dopo il conflitto annibalico ➔ si occupano della monumentalizzazione del sepolcro Elementi che abbiamo a disposizione ci danno poche informazioni certe: Zoccolo dipinto in rosso ➔ strato di rosso copre altri strati di intonaco; sono state trovate 5 fasi di rivestimento: raffigurazioni di scene militari, combattimento, simili alla tomba dell’Esquil. SEQUENZA DI SCENE BELLICHE SOSTITUITE PERIODICAMENTE ➔ sappiamo di diversi Scipioni che avevano celebrato il trionfo e ciascuno aveva voluto riprodurre parte delle tabulae triumphales sullo zoccolo del sepolcro, tra l’altro nella parte più bassa che era quella più LEGGIBILE Sopra lo zoccolo la parete era ritmata con usa serie di colonne Elemento di dibattito: La facciata era liscia, segnata solo dalle colonne OPPURE ospitava nicchie con statue tra le colonne (proposta di F. Coarelli) Altre ipotesi: statue di cui parlano le fonti non sono qui ma si trovavano all’interno del sepolcro in altri spazi Chi aveva la statua nel sepolcro? Scipione Africano, l’Asiatico e Ennio, scrittore molto vicino e protetto da Scipione Africano, tanto gli è legato che la sua statua è custodita nel sepolcro STATUE ONORARIE IN BRONZO TRA LA FINE DEL IV-III SEC Bruto capitolino (fine IV sec aC): Bisogna analizzare solo il volto Il busto è il risultato di un accorpamento di due opere distinte Volto rimanda al ritratto di un grande esponente dell’aristocrazia, forse condottiero anch’egli Questo ritratto non era su un busto ➔ era il ritratto di una statua ritratto: questo personaggio si fa realizzare una statua intera con il ritratto, di cui ci resta solo il volto montato su un busto diverso Che tipo di ritratto è: c’è intenzione di riprodurre con esattezza la fisiognomia del personaggio o un “tipo”? In questa fase a Roma non c’è ancora il ritratto fisiognomico È un RITRATTO TIPOLOGICO = ritratto in cui le fattezze del volto sono sfumate per far risaltare dei tratti che si collegano a un tipo di individuo, al tipo di attività che svolge o ruolo che ricopre (es. tipo del filosofo, dell’ oratore, del generale) Si rifà ai modelli greci del ritratto che riproducono tipologicamente le virtù dell’oratore e del filosofo: Zigomi sempre sporgenti segnati da solchi sulle guance Occhi ravvicinati – – – – – Infossamento delle orbite Fronte corrugata ➔ accorgimenti visivi che vogliono sottolineare lo sforzo del pensiero, la concentrazione del pensiero per rendere efficace l’azione politica/militare È la maniera di rendere nel ritratto quella Sapientia e Fortitudo che sono le cifre distintive della cultura aristocratica di questo periodo Risponde anche alla tradizione della bronzistica etrusca e italica: Soprattutto nel trattamento della capigliatura e della barba Ciocche a fiammella, fitte e calligraficamente segnate, in modo da creare un decoro, voluto anche a livello di luce per fare da contrasto con il volto Resa delle ciocche a fiammella è tipicamente etrusca (es. Lupa capitolina) Ancora una volta il modello greco viene ripreso e adattato alla tradizione della bronzistica e ritrattistica dell’Etruria e dell’Italia È impossibile chiedersi se l’artigiano che ha scolpito questo ritratto fosse un etrusco, un romano o un campano ➔ perchè questi distretti condividevano la stessa tradizione della bronzistica (tradizione italica) e tutti assimilano in questo periodo il modello greco Bronzo da San Giovanni Lipioni (Chieti, fine IV-III sec): È interessante la resa naturalistica della barba rasata Contrasto con il volto è affidato alla capigliatura ricca, con uso delle ciocche a fiammella Sopracciglia sono molto naturalistiche che incorniciano gli occhi, resi intensi dalla presenza di un innesto ➔ iride doveva essere rappresentata con pietre preziose o pasta vitrea (occhi colorati = sguardo efficace) È RITRATTO TIPOLOGICO (tipo del condottiero militare) Resa degli zigomi, della fronte la troviamo nei ritratti dei condottieri Sembra però che l’artigiano abbia marcato di più i tratti effettivi dell’individuo Viene da San Giovanni Lipioni che in questo periodo era un posto interno del Sannio Pentro, una zona abitata da comunità sannite contro cui i Romani stavano combattendo ➔ non si tratta di un ritratto di Roma Ciò significa che gruppi dirigenti sanniti si aprono alla stessa cultura greca e trovavano prestigioso farsi rappresentare alla stessa maniera degli aristocratici romani e campani LE BASILICHE II sec aC = periodo in cui si affermano le architetture che vengono dalla Grecia e dai regni dei Diadochi Tutta l’area del Foro trova una più compiuta organizzazione architettonica Nell’arco del II sec vengono costruite 4 basiliche civili: Tipo di edificio nuovo che viene scelto per una funzione ben precisa Spazio viene meglio organizzato attraverso queste 4 basiliche porticate che vanno a chiudere l’area del Foro Tutte hanno un portico che si affaccia sulla piazza e all’interno si sviluppano con una planimetria simile Nel mondo romano, le basiliche civili vengono costruite perchè non c’era più possibilità di gestire all’aperto – la grande mole di processi che si svolgevano nel Foro e che erano diversificati (il diritto romano si sviluppa così tanto da prevedere diverse procedure in base al tipo di processo) In ognuna delle 4 si dovevano svolgere processi con procedimenti differenti Nello spazio dei portici trovano spazio delle tabernae di cambiavalute Si tratta di un modello ellenistico ben preciso che rimanda ai Regni dei Diadochi, in particolare all’Egitto tolemaico dove questa planimetria era dei grandi padiglioni colonnati costruiti in muratura o grandi tende rette da supporti in legno Qui il sovrano incontrava i dignitari di corte, organizzava feste più significative Questi padiglioni erano legati alla manifestazione del sovrano, tanto che in greco prendono il nome di basiliké (da basileus, “re”) ➔ quindi letteralmente è il “padiglione del re” Portare nella Roma senatoria il modello del padiglione del re non è un’operazione tranquilla in quanto era un modello legato alla monarchia Viene accettato a Roma perchè il modello cambia completamente funzione ➔ diventa un’architettura nobile, di prestigio per funzioni pubbliche di servizio al popolo (PROCESSI) Queste basiliche creano la prima effettiva cornice architettonica sul Foro romano: finora, nel Foro, vi erano realizzazioni isolate che creavano un paesaggio monumentale non coordinato, ma con accostamento di monumenti costruiti in momenti differenti Questo è il primo momento in cui si imposta un progetto coordinato ➔ le diverse basiliche vanno a monumentalizzare i lati di questa piazza, lasciando al centro l’area libera Basilica Porcia (184 aC): Costruzione proposta dal censore di quell’anno = M. Porcio Catone La proposta di un monumento pubblico viene da un censore (o da un console) ➔ sono gli unici magistrati che possono proporre al Senato un progetto di edificazione di un monumento pubblico (per altri monumenti potevano anche gli edili, per esempio infrastrutture idriche, rete servizi, …) Però il committente ufficiale di tutti i monumenti pubblici è sempre il Senato, in quanto è lui che approva i progetti Catone e la basilica: È interessante come, a proporre la costruzione della basilica, sia proprio quel Catone noto da tutte le fonti come uno dei più accaniti oppositori della ricezione incondizionata della cultura greca Catone ribadiva spesso in Senato pericolo dell’ellenizzazione rispetto al patrimonio dei valori della tradizione (mos maiorum) Eppure fa realizzare per primo una struttura che viene dai REGNI ELLENISTICI ⇩ Basilica = trasposizione delle sale colonnate in cui i dinasti (Diadochi) manifestavano il proprio potere, ricevevano gli ospiti, soprattutto nell’Egitto tolemaico La giustificazione di questa ripresa è profondo cambio di funzione ➔ il tipo architettonico viene ripreso ma viene destinato a esigenze specifiche dell’attività giudiziaria romana Cronologia BASILICHE: 184 aC, Basilica Porcia ➔ la prima basilica che, non a caso, occupa un posto privilegiato, legato alla un’apertura sul fondo Si tratta quindi un grande complesso che gioca tutto sulla profondità di questi corridoi In questo periodo, Roma non ha più quel pericolo militare (ha vinto su Cartagine, Grecia) tale da piazzare in un luogo di commercio un arsenale che avrebbe creato conflitto con le navi commerciali, richiedendo anche personale specializzato in altre mansioni Emporium inizia inoltre a 90 metri dal fiume ➔ tirare in secco le navi per 90 metri era irrazionale, dispendioso, soprattutto se si fosse creata l’esigenza di farlo in fretta per mettere al sicuro le navi da una minaccia Quote del pavimento nell’Emporium erano in progressiva salita, si andava dalla quota più bassa fino a salire di 6 metri ➔ rende difficile mettere in secca e gestire l’alaggio delle imbarcazioni Sul fondo c’erano le uscite e chi doveva proteggere le navi non creava uscite sul fondo perchè così era facile far entrare chi voleva danneggiarle Questo era un luogo di passaggio di persone e merci nell’ambito dell’attività commerciale di questo che diventa un nuovo distretto commerciale della Roma Repubblicana All’inizio del II sec aC, le fonti parlano di un’enorme PORTICUS EMILIA: Quel “LIA” poteva essere la terminazione di Emilia (tanto più che “Porticus” sulla Forma Urbis era spesso abbreviato) Molto probabilmente in questo Emporium si riconosce la Porticus Emilia, che è un’altra infrastruttura voluta dagli Emili, più nello specifico da Lucio Emilio Paolo (edile curule nel 193) e Marco Emilio Lepido Anche in questo caso il modello greco è molto rielaborato: recepisce la scansione della stoà greca e la trasforma ad altre esigenze In Grecia non abbiamo portici con 7 file di colonne una dietro l’altra, né una stoà lunga mezzo chilometro Quindi il modello viene adattato per una funzione utilitaristica, di favorire il commercio e sfruttando nuove possibilità tecniche Questi livelli in salita avevano la volta a botte ➔ ottenibile grazie all’invenzione del calcestruzzo (caementa), agglomerato di pietre che si tengono insieme grazie alla malta di calce (pulvis puteolana) che permette di rivoluzionare l’architettura romana ⇩ Grazie al cambio di materia prima cambia la tecnica costruttiva e cambia l’architettura ➔ così si trasforma il modello greco in un nuovo modello A cosa serviva tutto questo? Non era luogo di botteghe, ma di transito, un interporto = un primo arrivo delle merci dal Tevere, per cui passavano uomini, carri e prendevano le diverse destinazioni dei diversi spazi commerciali che erano alle spalle Negli anni dopo la costruzione della Porticus, queste zone vengono occupate soprattutto da Horrea Horrea = nascono come mercati di derrate, ma si intendono anche mercati di altre merci – – Horreum Galbani (fine II sec): Tra i primi horreum Su proposta del console Servio Sulpicio Galba Esigenza è pratica, funzionale ➔ si tratta infatti di una grande piazza tutta circondata da un portico, dentro cui si scandiscono piccoli magazzini uno accanto all’altro per la vendita di derrate alimentari Un lato o un settore era destinato alla vendita degli schiavi (anche a Delo una parte dell’agorà degli italici serviva alla vendita degli schiavi, chiamata Ergastula) ➔ molto importanti perchè senza il lavoro schiavile non si spiega la grandiosità di esecuzione di monumenti tanto complessi come la Porticus/Emporium Il Testaccio: Sono innumerevoli i recipienti utilizzati in questi magazzini (resti di anfore, contenitori) ➔ quando non servivano più questi rifiuti si rompevano e si accatastavano nella zona retrostante A furia di accatastare frammenti di anfore si crea una collina artificiale di “testae” (cocci) ➔ ecco perchè questo luogo prende nome di Testaceum Da qui viene il repertorio di anfore e merci che hanno caratterizzato i consumi di Roma e dell’Italia; si può vedere anche il cambiamento nei secoli (Emporium funziona fino a età Tardo Antica) IL CAMPO MARZIO II sec aC ➔ questo settore di Roma recepisce le principali novità dell’architettura con le stesse modalità che si vedono nell’Emporium: ripresa di variegati modelli greci rielaborati secondo le novità romane, che sono principalmente di 2 tipi: Nuove esigenze legate alle situazioni specifiche della società romana Nuove tecniche costruttive che permettono una articolazione diversa degli spazi STORIA DEL CAMPO MARZIO Zona = compresa tra le mura serviane e l’ansa rientrante del Tevere, subito a Nord dell’ansa vicino al Foro Boario Si chiama “Campo di Marte” in quanto nasce in relazione alle esigenze militari In origine ➔ anche qui vi era una situazione idrologica molto superiore a quello che è avvenuto dopo La parte centrale era occupata da una grande palude, chiamata Palus Caprae (“palude della capra”), che viene bonificata a partire dall’età arcaica come gli altri spazi centrali (valle del Foro, Vallis murcia, …) VI sec aC: La bonifica della Palus Caprae è propedeutica a occupare in maniera più stabile questo settore a partire dalla costruzione dei più antichi comizia centuriata (attribuiti al periodo di Servio Tullio, come le mura, la bonifica e la costruzione del capitolium) Tra V-III sec aC: Gradualmente, agli edifici civili si affiancano i luoghi di culto Tempio di Apollo Medico (433 aC): Uno dei più antichi edifici di culto, di cui però sappiamo poco archeologicamente della fase più antica Sappiamo dai Fasti che viene edificato nel 433 aC Sarà completamente ristrutturato nel periodo augusteo da Caio Sosio e diventerà il tempio di Apollo Sosiano (caratterizzato da una decorazione in chiave augustea) Villa pubblica: Zona verde aperta per le adunanze militari (discorsi e preparazione delle truppe prima di una spedizione; incontro tra consoli-truppe) Ospitava gli eserciti al rientro dalle campagne militare e qui le truppe si preparavano per celebrare il corteo trionfale con il quale entravano nella città ➔ valicavano la porta triumphalis (N) ed entravano in città Trionfo = situazione che più caratterizza culturalmente il Campo Marzio nei secoli della media e tarda Repubblica, periodo in cui Roma di continuo vince campagne militari in ambito dell’espansione territoriale Si tratta di un momento di vita collettiva che particolarmente condiziona la cultura e immaginario di Roma Tempio di Bellona (296 aC): Legato alle vicende militari ➔ nasce negli anni cruciali della guerra sannitica Circus Flaminius (221 aC) Risale agi anni del conflitto contro Cartagine Si tratta di una costruzione molto importante in quanto poi condizionerà la costruzione di tutti gli altri Proposto al Senato dal censore Caio Flaminio Nepote Si tratta di un luogo di una particolare valenza ➔ dà uno spazio monumentale a un’assemblea che acquisisce sempre maggiore incisività nella vita di Roma = Assemblea della Plebe (concilium plebis) Funzione = ospitare il concilium plebis e ludi plebei Fino a quel momento è l’edificio più grande realizzato in CM Orientamento cambia completamente (diventa NW-SE) ➔ dopo il Circo Flaminio, gli edifici del II sec aC riprendono lo stesso orientamento (lasciando la rigida impostazione N-S dei precedenti edifici) Circo crea una direttrice vincolante nella progettazione urbanistica: Il Circo Flaminio condiziona gli altri, ma segue anch’esso una logica costruttiva = si allinea al percorso dei trionfi ⇩ Il corteo parte dalle adiacenze dei septa (luogo di voto dei comizi) e prosegue fino a cambiare orientamento proprio in corrispondenza del Circo Flaminio Il Circo è stato costruito in quel modo per far passare al proprio interno il corteo trionfale (non è la processione che si adegua al Circo, ma il Circo che si adegua al corteo) Dopo entrava nella città dalla porta triumphalis e proseguiva il percorso per il Foro Boario, dentro il Circo Massimo (più tardo però), risaliva la Via Sacra e la Piazza del Foro e terminava in Campidoglio al Tempio della Triade Capitolina II sec aC: Alcuni dei più importanti viri triumphales (= condottieri che celebravano il trionfo, ce avevano l’onore di celebrare il trionfo per una propria vittoria) si fanno promotori di nuovi edifici monumentali nella cui costruzione investono il bottino di guerra a beneficio dell’intera urbs Questo tipo di evergetismo ufficiale diventa la maniera più efficace di creare consenso politico, favorendo ed erano diretti nei templi Turma = gruppo dei comandanti della cavalleria dell’esercito macedone ➔ composta da 24 condottieri + Alessandro Erano i più diretti collaboratori militari di Alessandro Dopo la campagna d’Asia ➔ Alessandro dedica al santuario questo gruppo per celebrare la vittoria con questi condottieri e il suo ritratto equestre Sono 25 sculture di cavalieri in bronzo, con quella di Alessandro al centro Plinio: Descrive il gruppo perchè lo vede a Roma Ci dà un elemento significativo = l’opera era di LISIPPO ➔ Alessandro aveva affidato solo a lui la facoltà di rappresentare la sua immagine in scultura (mentre ad Apelle di rappresentarlo in pittura) Ne abbiamo un’idea grazie alle pitture di Pompei: Affresco dai Praedia di Giulia Felice ➔ riproduce il Foro di Pompei nell’atrio di una casa Dimostrazione di come Pompei nel proprio foro riproduce gruppi bronzei che si ispirano alla turma di Alessandro e che, ancora in età augustea, era l’attrattiva di questa porticus Bronzetto da Ercolano di Alessandro a cavallo (di Lisippo): Bronzetto che riproduce in maniera miniaturistica quella che doveva essere la statua equestre della turma e in generale delle raffigurazioni equestri di Alessandro che Lisippo aveva stereotipato Iconografia = Alessandro-condottiero a cavallo rappresentato nel momento in cui sferra il colpo vincente con la spada ⇩ Possiamo quindi immaginare che al centro della turma, il plinto dedicato ad Alessandro, avesse sul basamento un bronzo fatto in questa maniera ma di dimensioni molto maggiori (anche più del naturale) Questo modo di rappresentare Alessandro è sempre la stessa sia in scultura, sia in pittura e anche in mosaico (vedi mosaico di Alessandro di Pompei: un ricco padrone si fa realizzare un mosaico con la campagna di Alessandro in casa, rappresentato sempre nello stesso schema iconografico) Rilievi degli imperatori romani ➔ riprendono lo stesso schema iconografico per farsi rappresentare come condottieri trionfanti (vedi Traiano, Marco Aurelio, Costantino) Imitatio Alexandrii: Porticus Metelli = prima grande manifestazione di un grande fenomeno culturale = imitatio Alexandrii Significa atteggiarsi come Alessandro, fare propri e rappresentarsi com’era rappresentato Alessandro per sottolineare di avere le stesse virtù, capacità di comandare l’esercito Significato = esaltare la propria capacità di Metello di comandare l’esercito riuscendo a vincere quella potenza, che ai tempi di Alessandro aveva conquistato il Mediterraneo Metello si presenta come il nuovo Alessandro Metello fa propri nella società di Roma quei valori di areté, di virtù che vince le condizioni avverse, tipiche della società ellenistica e che Alessandro sottolineava molto nella sua propaganda Per la prima volta in un grande monumento si parla di mos maiorum, ma non più con esempi di Roma, ma – – – – – – – – – – con esempi greci che mostrano un’altra impostazione culturale Imitatio Alexandrii nasce dopo le guerre macedoniche ma continuerà a esserci anche in seguito I protagonisti delle guerre civili (Cesare, Pompeo) e anche lo stesso Augusto si ispireranno ad Alessandro anche nei ritratti Diventa Porticus Octaviae (30-23 aC): Tra il 30-23 aC ➔ complesso viene ristrutturato in maniera radicale da Augusto con il bottino della vittoria sui Dalmati e viene ridedicato alla sorella dell’imperatore ➔ diventa Porticus Octaviae: Mantiene la turma Alexandrii Fa ristrutturare i due templi e li rende etrusco-italici, su podio con altare antistante Mantiene la struttura a porticus duplex con il doppio corridoio sui lati lunghi Aggiunge sul fondo nuovi spazi dove forse ci sono 2 biblioteche e vi è una Curia, un luogo di riunione del Senato sotto l’egida diretta di Augusto Diventa Porticus Severi (203 dC): Ristrutturata dopo un incendio da Settimio Severo e Caracalla CAMPO MARZIO: LARGO ARGENTINA È una zona esclusivamente religiosa del Campo Marzio e tra le più conservate archeologicamente Tra fine del III e nel II sec aC ➔ in questo spazio si addensano edifici religiosi fino a occupare l’intera superficie (non doveva apparire diversa da quella attuale) È un’area ben conservata dove almeno in fondazione i templi sono tutti conservati e alcuni mantengono anche una parte dell’elevato che ci permette di cogliere novità architettoniche significative che esprimono altre rielaborazioni di modelli greci Ci sono varie ipotesi sulle divinità venerate in questi templi ➔ non è chiara la dedica di questi templi Tempio D (179 aC, censore Marco Emilio Lepido): Forma quadrangolare, rettangolare Siamo certi sulla data in quanto si riconoscono elementi architettonici significativi, attestati dalle fonti (Fasti), che lo riconducono al 179 aC Si tratta di una realizzazione promossa da un esponente della gens Emilia, Marco Emilio Lepido (lo stesso della Porticus Emilia) che nel 179 ricopriva la censura Fonti (Fasti) ci trasmettono notizie sul culto particolare a cui è dedicato questo tempio = culto dei Lares Permarini Sono divinità che hanno varie sfaccettature: Carattere privato nella singola casa Riflesso pubblico nell’intero Stato inteso come casa collettiva Tutelano l’integrità e il vivere positivo, la buona riuscita sia della casa sia della casa collettiva Allo stesso modo dei Penati e Dioscuri I Lari in particolare hanno una diversa articolazione: Lares prestites: legati alla terra, allo spazio terrestre – – Lares permarini: si affermano in età repubblicana, tutelano tutto ciò che attraversa il mare ➔ mostrano affinità con i càbiri di Samotracia (divinità che tutelano le vittorie belliche sul mare) All’inizio del II sec aC ➔ un antenato di Emilio Lepido, Emilio Regillo fu responsabile di una vittoria militare (191 aC) che impedì ad Antioco di Siria di avanzare verso Italia e verso Roma Le fonti concordano nel ricordare questa minaccia come particolarmente gravosa per Roma, in un periodo in cui Roma stava affrontando anche altre campagne d’espansione nel Mediterraneo orientale e verso la Grecia Emilio Regillo, per la vittoria, fa una dedica proprio nel santuario di Samotracia (alcuni dicono che la Nike di Samotracia dedicata dai Rodi fosse legata a questa vittoria, dove i Rodi affiancarono i Romani in battaglia) ⇩ È in questo momento che i càbiri di Samotracia iniziano ad essere accostati ai Lari Permarini Anche i culti della Grecia orientali vengono adattati a Roma Emilio Regillo volle dedicare un tempio ai Lari Permarini ma non ci riuscì (morì prima) Emilio Lepido completa allora questa dedica ➔ rimarca così il ruolo militare di questa famiglia nell’ assicurare la salvezza di Roma Nel II sec aC ➔ questo culto legato all’attraversamento del mare acquisisce una valenza anche commerciale (non più solo militare), soprattutto nel momento in cui Roma diventa arbitro degli scambi commerciali marittimi dopo la conquista della Grecia Tempio B “Rotondo” (101 aC): Dedicato alla Fortuna huiusce dei (“la fortuna di questo giorno presente”) ➔ ce lo dice anche un passo di Varrone che spiega anche il significato di questo culto ⇩ In questo periodo ci sono molti templi dedicati alla Fortuna, ma sono tutti diversi tra loro in quanto la fortuna ha una serie di declinazioni cultuali molto adattate alle realtà specifiche di Roma Fortuna huiusce dei = divinità che favorisce la buona riuscita del giorno e che può dare un corso migliore alle cose; non solo dal punto di vista spirituale, ma anche dal pdv materiale Questo tempio infatti si trova in una zona collegata al luogo di culto delle nymphae, luogo dove si svolgevano le frumentationes = distribuzione del grano gratuita alla plebe (un’altra delle evergesie che i viri triumphales facevano grazie al bottino vinto) ⇩ Alla buona riuscita della giornata influisce anche la Fortuna huiusce dei ➔ fortuna che dava una svolta positiva alla giornata perchè assicurava anche il cibo, il nutrimento Tempio costruito alla fine del II sec aC ➔ dopo trionfo di una campagna militare che aveva date filo da torcere ai Romani, contro le popolazioni germaniche dei Cimbri e Teutoni (sconfitti nel 101 aC) Dedicato da Quinto Lutazio Catulo, uno dei due consoli che guidò l’esercito L’altro console era Caio Mario Ognuno dei due dopo la vittoria dedica un tempio: Mario ➔ Tempio di Honos et Virtus: in linea con il mos maiorum e con la tradizione, di tradizione etrusco-italico, sulla Velia (a Nord del Foro Romano) ➔ questo perchè era un homo novus che doveva affermarsi nella carriera politica e che doveva essere accettato dal Senato – – – – – – – – – – – – – – – Nuovo rapporto architettura-ambiente Organizzazione su terrazze Definizione di un preciso percorso “ascensionale” che si snoda al centro delle terrazze Significativa comunicazione con la rete viaria principale Planimetria di questi santuari viene da modelli greci diffusi soprattutto tra il IV e III sec aC Santuario di Atena a Lindo (Rodi): Organizzato su terrazze, ognuna delle quali è monumentalizzata da portici (stoai) Le irregolarità del suolo non sono più un ostacolo per la progettazione architettonica, ma diventano un’opportunità di avere quote diverse da sfruttare per avere effetti scenografici Lo spazio sacro non vive più su un piano, ma su diversi piani tutti porticati che creano quinte monumentali molto rappresentative Da una terrazza all’altra non si accede in maniera libera, ma preferibilmente attraverso un percorso assiale, al centro, segnato da scalinate ➔ crea un percorso di ascesa e ascesi verso la divinità Questo modello diventa una moda a cui ricorrono le città più ricche, ovvero quelle impegnate nel commercio nel Mediterraneo orientale Molti di questi sono legati al culto di Asclepio: Cos (III-II sec aC) ➔ su terrazze Coo (II sec aC) ➔ importanza della ripidità della scalinata: la ripidità era voluta perchè ci doveva essere la fatica di arrivare alla divinità (si poteva scegliere quanti gradini modellare nella roccia) Pergamo ➔ modello terrazzato nasce nella progettazione delle città ellenistiche; qui nasce il modello del tempio legato al teatro su due terrazze differenti che poi diventa una costante dei santuari italici Santuario di Giunone Lucina a Gabii (metà del II sec aC) Uno dei più antichi santuari terrazzati in Italia Passa il rapporto tempio-teatro su due terrazze sovrapposte C’è già la rigida assialità frontale: dal teatro si arriva al tempio solo attraverso l’ingresso centrale Questi santuari ricevevano fedeli da tutto il Lazio e oltre ➔ per questo sono sempre vicini ad arterie stradali importanti Secondo alcuni studi, si tratta di un progetto di Ermodoro di Salamina, attivo negli stessi anni nel Campo Marzio, ma non è certo Teatro: Ospitava rappresentazioni sacre, legate ai rituali per la divinità, che a volte accoglievano anche opere letterarie che noi inseriamo nella commedia o tragedia PALESTRINA Santuario della Fortuna Primigenia (120 aC): Prima della WW2 ➔ non si vedeva nulla del santuario antico, tutto coperto dalle case del centro storico nate nel Medioevo, nel 500, 600 ecc Solo in alto si vedeva il Palazzo Barberini Colonna (grandi feudatari di Palestrina), sorto sul teatro del – – – – – – santuario Il palazzo viene poi bombardato durante la WW2 e viene distrutto in parte Nella rimozione delle macerie ➔ si individuano consistenti strutture del santuario che si decide di scavare e di lasciare in vista È uno dei primi esempi di archeologia post-bellica che ha trovato un’integrazione nella città attuale Alcune terrazze del santuario sono a vista, così come sono nate intorno al 120 aC Pianta: Articolato su 7 terrazze, ognuna con una funzione Si adagia al pendio del monte e incombe a tutela del Foro sottostante Prime due terrazze: accessibili dal Foro (attraverso scale laterali) e sono destinate all’accoglienza dei fedeli Intorno al 120 aC ➔ il cantiere si chiude prima che a Roma viene realizzato il primo grande edificio terrazzato (Santuario di Cibele sul Palatino, dopo il 111 aC) Il modello dunque non è romano centrico, ma Roma e queste città guardano INSIEME a un modello elleno centrico, di ambito ellenistico Ricostruzione del santuario di Palestrina si avvale degli scavi e delle fonti letterarie, grazie a cui si è riconosciuto il cuore della funzione cultuale = quarta terrazza, detta Terrazza degli emicicli (di cui abbiamo riscontro in Cicerone) Cicerone, De divinatione ➔ quello di Palestrina era un culto oracolare: si consultava l’oracolo per ricevere dai sacerdoti oracolari un responso sul volere della divinità Cicerone dice che dove ci sono le sortes (= tavolette di legno di quercia con incisioni), quello è il luogo accanto dove si trova la statua di Giove, Fortuna e Giunone Cicerone conosceva questo santuario e ci dà un’istantanea di quello che ha visto Gli scavi hanno mostrato che la quarta terrazza era la terrazza centrale, più favorita per accedervi (vi si accedeva facilmente attraverso rampe, perchè l’affluenza doveva essere tanta) Colonnato (stoai) duplex di ordine ionico interrotto da due esedre semicircolari (emicicli, da cui il nome), ciascuna realizzata dietro degli elementi importanti ➔ non è un caso che dietro questi due fulcri il portico si apre e ospita delle banchine, dove i fedeli potevano sedersi Davanti l’emiciclo di destra: Piccola tholos coperta a cono, con piccole colonne corinzie in marmo, che sormontava il profondissimo pozzo sacro da cui si estraevano le tavolette ➔ questa è una Fortuna primigenia, “prima generatrice”, poliade, che protegge la città e i cittadini Statua della Fortuna che allatta Giove e Giunone bambini, posizionata su un basamento ancora in parte conservato (descritta da Cicerone accanto al pozzo) ➔ si è rinvenuta la testa della grande scultura della Fortuna proprio nel riempimento del pozzo Cista quadrangolare del rituale di estrazione di Palestrina: Raffigura un bambino che sporge da un pozzo e porge una tavoletta a un sacerdote alla presenza di – – – – – – alcuni soldati (forse pellegrini prima di una campagna militare in cerca di un responso divino) ➔ indizio che ci fa comprendere come avveniva l’estrazione delle sortes Secondo una diversa ipotesi: rappresenta il momento di ritrovamento delle sortes raccontato da Cicerone Da questo punto in poi si iniziava a salire solo dalla scalinata centrale Sesta terrazza o “piazza della cortina”: Presenta un cripto-portico (cioè nascosto) ➔ si sviluppa sotto il teatro Il portico sostiene il teatro ➔ soluzione possibile sempre grazie all’innovazione dell’opus cementicium Teatro e tempio: Al teatro si accedeva sempre da una scalinata e ospitava rappresentazioni legate ai rituali Ancora una volta c’è il legame teatro-tempio ➔ sul teatro, il tempio è una tholos tutta in marmo che inquadrava un’altra statua di Fortuna (non conservata) ➔ si sente ancora di più l’influsso del modello ellenistico Fra teatro e tempio c’è un altra porticus duplex corinzia ➔ sulle fondazioni del portico si erge il Palazzo Barberini Colonna LE TECNICHE COSTRUTTIVE DEL II SEC AC A Roma si creano ex novo delle terrazze in più anche non aderenti al profilo di roccia, utilizzando le SOSTRUZIONI = realizzazioni architettoniche che non aderiscono al pendio, ma si tengono perché coperte con volte realizzate in opera cementizia ➔ hanno stabilità nuova, tale da reggere un altro portico sovrastante Si chiama sostruzione perché capace di sostenere costruzioni a livello superiore Non è però struttura tutta piena ➔ all’interno il portico è accessibile, perché la tenuta dell’opera cementizia non ha bisogno di riempire tutti i volumi, ha bisogno solo che le volte siano capaci di scaricare la spinta che viene dal livello superiore Con l’opus cementicium si possono assemblare materiali disomogenei, blocchi non regolari nella forma, tenuti inx dalle proprietà legati della malta (miscela di sabbia, calcina e pulvis puteolana) Il cementizio non era lasciato in vista: il nucleo della struttura era in cementizio I paramenti esterni (rivestimenti del nucleo, cortine murarie esterne) erano assemblate con altra tecnica che le rendeva più esteticamente valide ➔ tutte le strutture dal II sec aC assommano queste due tecniche: Il cementicium per il nucleo Altro opus per i paramenti Paramenti esterni sono di vario tipo: OPUS INCERTUM: tipico dei palazzi pubblici e santuari del II sec aC - prima metà I sec = lastre in pietra di forma poligonale che venivano montate riducendo al minimo lo spessore dei giunti OPUS QUASI RETICULATUM: a metà del I sec, momento di passaggio da incertum a reticulatum; reticolo non è tutto regolare ma ha irregolarità nel montaggio degli elementi, perché maestranze venivano dall’opus incertum – – – – – – – – – – – artisticamente e economicamente) Si tratta di un mosaico che copia un originale di Alessandria ➔ molto probabilmente l’originale era una grande pittura parietale commissionata dai Tolemei (Tolomeo II Filadelfo, fine IV-III sec aC) Mosaico doveva trovarsi sulla parete di fondo del Tempio, come omaggio alla provenienza del suo culto ➔ riproduce l’ambientazione del luogo in cui quel culto ha la sua sede Plinio: dice che a Roma sono attivi dei mosaicisti alessandrini, intorno al 165 aC, come Demetrio il Topografo (topografo = colui che dipinge luoghi e paesaggi), ospite di Tolemeo VI e poi esiliato Già nella prima metà del II sec aC ci sono artisti che rappresentavano paesaggi, trasferiti da Alessandria a Roma Fine II sec aC ➔ realizzano anche in mosaico copie delle loro pitture celebri È una carta geografica animata prospettica: riproduce rilievi nella loro consistenza di volume e che si anima delle città, porti, animali, imbarcazioni Si tratta di un uso proprio della pittura ellenistica di paesaggio che nel III sec trova ad Alessandria una vivacità significativa In basso: parte urbanizzata; 2 porti, uno commerciale e uno militare ➔ in prossimità del delta del Nilo Verso alto: si ricostruisce il corso del Nilo fino a sorgente sui monti dell’Etiopia ➔ orientamento ribaltato, abituale nelle pitture di paesaggio ➔ ciò che per noi è a Nord viene messo in basso e si va dalla costa fino all’interno Dettagli: Tempio di Alessandria e cerimonia della Pompé di Tolemeo, processione solenne per l’istituzione dei Ptolemaia, giochi transmediterraneici; intorno c’è enorme cura del dettaglio: coltivazione del papiro che caratterizza ambiente Strutture portuali Festa su acqua ➔ banchettanti sotto pergolato vicino la reggia di Tolemeo, cura della vegetazione (attenzione botanica) Caccia all’ippopotamo ➔ divertimenti dei sovrani e corte ➔ mondo della regalità alessandrina Tempio con obelischi e pozzo (non identificabile) al centro del corso del Nilo Caratterizzazione zoologica degli animali che popolano monti etiopi: speci differenti, didascalie in greco indicano i nomi delle specie ➔ conoscenze zoologiche molto chiare: ad Alessandria c’è la Biblioteca che aveva sezione amplissima dedicata a flora e fauna, riferimento per tutti gli studiosi del Mediterraneo Casa del Fauno di Pompei (fine II sec aC): Chiamata così dalla sculturina di fauno dell’impluvium Ogni casa di Pompei ha un’indicazione numerica ➔ questa è la domus VI 12,2: Primo numero (VI) indica la regio = quartieri, settori abitati in cui era divisa Pompei; regio VI = vicina al Foro Secondo numero (12) indica l’insula = isolato all’interno della regio Terzo numero (2) indica la casa Topograficamente ➔ questa casa gravita rispetto al Foro, è una delle domus più vicine al Foro – – – – – – Case romane (soprattutto nel periodo Tardo Repubblicano) sviluppano questa tendenza di ricercare i luoghi più affollati: aristocrazia si contende le posizioni più vicine al Foro e ai teatri per costruire le proprie dimore Questo perchè erano i luoghi in cui transitavano più persone e potevano vedere la magnificenza della casa e quindi dello dello status dei proprietari Cicerone: Dice che da mattina a sera queste case mantenevano le porte aperte, perchè anche chi passava poteva guardare gli atri lussuosi delle case nobili Queste dinamiche non sono solo romane, ma da fine II e fino a I sec dC ➔ c’è la ricerca delle posizioni più vicine ai luoghi pubblici (terme, Foro, teatri, …) Anche in luoghi più marginali rispetto a Roma, come in Puglia (Taranto, Egnazia, …) si nota questa tendenza Altra caratteristica importante: è una delle prime case che occupa un intero isolato, prima non era mai successo ➔ tutta l’insula 12 è occupata da un’unica casa Pianta: 2 atri, ciascuno con le proprie fauces (corridoio d’ingresso affiancato da due vani) Atrio principale (tuscanico) ➔ ha in corrispondenza delle fauces il tablinio Atrio tetrastilo ha un vano aperto che già mostrava il peristilio Dietro il peristilio c’è un peristilio più grande che occupa un terzo dell’insula e che accoglie un enorme giardino ➔ è da questo momento che si sviluppano delle domus i grandi giardini, che si chiama viridarium, luogo del verde che entra nella casa e che vive per il benessere dei proprietari Centro della casa ➔ esedra di fondo del primo peristilio: È il raccordo tra primo peristilio e viridarium Accoglie il famosissimo Mosaico di Alessandro che occupa l’intero pavimento Programma figurativo dell’esedra = assemblaggio molto ricercato e lussuoso delle maggiori novità che ci sono nel mosaico di questo periodo Già la soglia era occupata da un mosaico nilotico ⇩ Egittomania entra nelle case degli aristocratici che così mostrano il loro essere all’avanguardia Mosaico nilotico: Nilo si popola di tutta la fauna tipica nilotica, quella su cui nella biblioteca di Alessandria c’erano i trattati Ci sono serpenti, coccodrilli, ippopotami, anatre, cinghiali Forse opera della stessa officina alessandrina che si occupa del mosaico di Palestrina Mosaico di Alessandro: Copia di una raffigurazione che nasce come pittura parietale ➔ il modello era un affresco della fine IV sec aC Si tratta forse di una rappresentazione idealizzata del combattere di Alessandro vincendo, e non una precisa battaglia della campagna d’Asia Ma, una tendenza storicistica, tende a identificarne la battaglia di Gaugamela (per ritirata di Dario) Mosaico che si estende per 20 metri quadri ➔ figure sono a dimensione naturale Uso di 3 tonalità: giallo, rosso, bruno – – – – Plinio indica lo splendor = tocchi di luce che simulano luce e che servono a tirare lo sguardo su alcuni elementi ➔ attenzione luministica: cavallo in primo piano che porta attenzione su sgomento del cavaliere e di Dario, la guancia dell’auriga di Dario per enfatizzare sguardo Alessandro rappresentato alla maniera dell’iconografia statuaria: incedere di Alessandro pronto a dare il colpo vincente che cambia andamento della battaglia Particolare dell’occhio ➔ si pensa che le tessere dell’iride siano montate al contrario Tecnica chiamata opus vermiculatum: tecnica musiva con le tessere più piccole ➔ per ottenere un risultato molto più dettagliato e particolare Scelta di portare sul pavimento una grande opera non è casuale: Così facendo, le persone potevano camminare sulla rappresentazione della battaglia vittoriosa di Alessandro Si tratta del riflesso nel privato della imitatio Alessandri iniziata alla Porticus Metelli ➔ si pensa che un antenato del proprietario potesse aver fatto parte dell’esercito di Metello Macedonico Ma comunque, da questo momento, la imitatio Alessandro è strumento per esprimere valori che non ha bisogno di discendenza diretta o legami con condottieri che hanno combattuto in Macedonia, potrebbe essere solo paragone per esprime pari virtù e valore politico, areté nella gestione della città, dal momento che un aristocratico doveva avere ruolo di prestigio nelle magistrature cittadine IL TABULARIUM (78 aC, Foro Romano): Monumento che definisce architettonicamente il lato NW del Foro Romano, in particolare il pendio che esisteva tra Campidoglio e l’area del Foro Il tabularium oggi: sotto ci sono le strutture conservate L’edificio è un enorme palinsesto che presenta i resti antichi del Tabularium e i segni di tutti i rifacimenti successivi fino al secolo scorso Planimetria: Edificio su 3 piani Quello più basso = imponente sostruzione (soluzione introdotta a Roma nel Santuario di Cibele sul Palatino) fatta con delle quote disomogenee per foderare il pendio del Campidoglio (che all’interno erano colmate da scale) Muratura era realizzata con roccia e blocchi di pietra di Gabii (tufo) in opera quadrata ➔ su queste murature vengono realizzate le volte in cementizio, senza le quali non può esserci sostruzione Su queste volte si realizza il primo ordine (= serie di spazi aperti al piano terra) che si affaccia direttamente sul Foro romano (è la parte che conserviamo ancora) = loggiato ad arcate inframezzate da semicolonne doriche Secondo livello (accessibile per le scale) = a sua volta sostruzione per l’ultimo piano, più leggero ➔ si affaccia sul Foro con colonnato di colonne alte e molto leggere di ordine corinzio (ne conserviamo solo alcuni frammenti) Planimetria del primo ordine = spazio con vani laterali, abbastanza modulari ➔ dovevano essere uffici amministrativi – – Tra Pompeo e Augusto ci sono molti elementi in comune Teatro di Pompeo = primo teatro in pietra A Roma era vietato realizzare teatri in muratura, perchè i teatri erano luoghi in cui si poteva aggregare consenso politico verso il promotore/evergete Per lo stesso motivo per un lungo tempo non si realizzano anfiteatri (ma nel I sec aC c’erano già a Pompei, Capua) ⇩ A Roma i ludi gladiatori erano ancora all’aperto e i teatri erano in legno per evitare che la Repubblica corresse dei pericoli Non sorprende che il primo che riesce a realizzare un teatro in muratura è proprio Pompeo, che fa realizzare anche la Curia all’interno dell’Opera pompeiana Questo perchè: Nella sostanza ➔ Pompeo ha più potere in Senato rispetto a Cesare in questo momento A livello ufficiale ➔ questo teatro non viene presentato come un monumento isolato per le rappresentazioni ludiche, ma come luogo sacro legato al Tempio di Venere, alla stessa stregua dei santuari laziali Ancora oggi la forma del teatro condiziona l’urbanistica moderna ➔ le costruzioni che poi nei secoli si sono susseguite non si sono mai affrancate dalla forma curvilinea della cavea del teatro Stabili a forma circolare perchè riprendono la forma perchè sotto hanno le fondazioni del teatro di Pompeo Teatro di Pompeo = una delle prime attestazioni a Roma dell’opus reticulatum, tecnica che vediamo nelle fondazioni conservate della cavea del teatro ⇩ C’è un famosissimo ristorante di Roma dove si cena proprio a contatto con le fondazioni del teatro e dove si può ammirare l’opus reticulatum Statua colossale di Pompeo nella Curia: Quindi davvero il Senato si riuniva sotto l’egida e “sotto i piedi” di Pompeo Gli spalti della Curia erano sormontati dalla statua colossale che, secondo alcuni, è la celeberrima statua che oggi si trova a Palazzo Spada Non a caso, la Curia di Pompeo è il luogo dove fu assassinato Giulio Cesare alle idi di Marzo nel 44 aC, sotto questa statua Siamo già alle avvisaglie della fine della Repubblica, ai tentativi di imporre un controllo personale delle magistrature repubblicane ➔ Pompeo ha in mano il Senato, se no non sarebbe mai stato approvato un complesso tutto legato all’esaltazione della sua persona CAMPO MARZIO CON CESARE 46 a.C. ➔ Giulio Cesare fece costruire uno stadio nel Campo Marzio per celebrare anche con le gare di atletica il suo trionfo È la prima volta che in questi complessi che rimandano ai viri triumphales viene concepito uno stadio, ma non era in muratura – – Una volta compiuta la manifestazione, lo stadio venne rimosso Con Cesare fu avviata la sistemazione degli edifici legati alle elezioni (comitia centuriata), i Saepta lulia (completati da Augusto) L'antica area ritualmente “inaugurata”, destinata ad accogliere i cittadini che si recavano a votare in occasione dei comizi centuriati, era detta ovile per la forma di recinto con ripartizioni lignee in cui era suddiviso per facilitare le operazioni elettorali, a guisa dei ricoveri per le pecore 45 aC: Lex de Urbe augenda “Legge sulla città da accrescere, migliorare, riqualificare” Prevedeva vari provvedimenti: Deviare il corso del fiume per allargare il Campo Marzio Creare un colossale tempio di Marte e un teatro di ampiezza superiore a quello di Pompeo Ci sono tanti motivi per cui si arriva all’assassinio di Cesare e questa è uno di quelli ➔ questi provvedimenti non sono stati realizzati ovviamente dopo la sua morte, ma se lo fosse stato Roma avrebbe un’altra forma oggi (es. il Tevere non passerebbe dove passa oggi) Roma è un’osservatorio particolarissimo in cui la politica condiziona la forma e gli assetti della città Il Foro di Cesare (46 aC): Primo foro individuale a cui poi si legato i seguenti Fori imperiali È il più vicino al Foro romano I lavori iniziano intorno al 50 aC e viene inaugurato nel 46 ➔ quindi Cesare lo vede, anche se non è terminato (sarà poi completato da Augusto) Sappiamo da una serie di fonti che per la realizzazione di questo Foro, molto da Cicerone: Egli stesso, in una lettera ad Attico, racconta quello in cui era impegnato intorno al 54 aC ➔ Cesare lo aveva incaricato di acquistare dei terreni in questa zona per realizzare questo progetto che nessuno aveva mai osato Si tratta di un Foro Adiectum = aggiunto al Foro Romano, ufficialmente perchè il Foro Romano non riusciva più a smaltire tutte le sue attività Cicerone riceve la procura per acquistare questi suoli e la cifra che ricaviamo è una cifra enorme = almeno 60 milioni di sesterzi solo per le terre Possiamo solo immaginare quanti milioni di sesterzi costò a Cesare l’investimento dei bottini per realizzare il monumento In occasione dello scontro di Varsalo, che porta Cesare alla vittoria su Pompeo ➔ Cesare fa voto alla Venus Genetrix Fa riferimento a Venere e c’è il recupero dell’origine divina della propria gens, la gens Iulia, che viene da Iulo, figlio che Venere concepisce con Enea È già Cesare che recupera il mito troiano della fondazione di Roma da parte di Enea ⇩ Augusto si riallaccia a questa discendenza divina, che suo padre adottivo ha già fatto e lo potenzia nella sua propaganda – – – – – – – – – Tutta la politica culturale di Augusto è nel segno della sua discendenza divina da Venere Ma Augusto è entrato per adozione in questa gens di cui si presenterà come rappresentante massimo di questa gens Legame Venere e Pompeo/Cesare: Si richiama l’ascendenza divina per rimarcare l’affermazione che a Cesare era riuscita sconfiggendo Pompeo, che aveva osato dedicare il Tempio dell’opera Pompeiana alla Venus Victrix Quella di Pompeo era una Venere Vincitrice ➔ aveva promosso una vittoria Quella di Cesare è un legame ancora più forte con Venere perchè è una Venere Generatrice, punto di origine divina della sua stirpe Planimetria: Una grande piazza porticata inquadrata da una imponente porticus duplex su due lati (come quelle in Campo Marzio) La porticus si lega alla Curia Julia = il nuovo spazio realizzato per le riunioni del Senato, a cui si accedeva dal Foro di Cesare (la dinamica di controllo del Senato è la stessa che emerge dalla Curia che Pompeo realizza pochi anni prima nel suo complesso in CM) Sul lato di fondo ➔ Tempio di Venus Genetrix: ancora una volta l’architettura e i culti entrano nella lotta politica ➔ la Venus Genetrix è una risposta eloquente alla Venus Victrix di Pompeo Tempio di Venere Genitrice: Su podio particolarmente elevato Tempio con pronao profondo e cella con colonne addossate alle pareti (non semicolonne come si era già visto a Roma, ma colonne complete), che creano un effetto di cornice visiva alla manifestazione della divinità nella scultura Di tradizione etrusco-italica, periptero sine-postico ➔ lato di fondo non ha colonne Novità: sfondamento lato di fondo da parte dell’abside in cui era ospitata la statua di culto Davanti al podio ci sono 2 fontane monumentali Podio non è accessibile da una scalinata antistante, viene sovvertita quella assialità che caratterizza i templi etruschi-italici ➔ si accedeva lateralmente attraverso delle scalinate che poi portavano a quella centrale Cesare riceveva il Senato in questo Foro: il dictator riceveva i Senatori dal pronao del Tempio, mentre i senatori stavano su un piano inferiore Anche fisicamente, i Senatori erano posti in una situazione di dipendenza nei confronti di Cesare, che stava dando una svolta autocratica al funzionamento delle istituzioni di Roma L’architettura si lega anche all’utilizzo politico che si fa degli spazi Statua della dea (di Arkesilas): È l’originale che si trovava nell’abside del Tempio Sappiamo da Plinio che è realizzata da Arkesilas, uno degli scultori più celebri della tendenza neoattica (tipica del periodo di Cesare e che si afferma con Augusto) ⇩ Neoatticismo = recuperare modelli iconografici dell’arte attica, soprattutto del V-IV sec aC, utilizzando anche come stile predominante lo stile di quel periodo – – – – – – – – – Rimando al macedone è ridotto solo ai capelli ➔ l’anastolé qui è ancora più simile con la tenaglia aperta Volto invece è molto più aderente alla fisionomia Pompeo stava esaltando al massimo la propria personalità nel duro scontro contro Cesare (sono gli anni dove fa costruire l’enorme complesso pompeiano al Campo Marzio) Esempio di contaminazione tra le due tendenze: adesione ad Alessandro Magno, cifra distintiva della propaganda degli ultimi repubblicani (Pompeo e Cesare), e affermazione della riconoscibilità dei propri tratti Plutarco: dice che Pompeo aveva gli occhi piccoli, aveva lo sguardo vispo e furbo, aveva sempre il pensiero in movimento Leggendo il ritratto Copenaghen con Plutarco capiamo che c’è anche l’elemento fisiognomico Cesare “tipo Tuscolo” (prima della morte nel 44 aC): Ritratto fisiognomico: si distinguono i tratti fisiognomici tipici di Cesare che conosciamo grazie alla descrizione che ci fornisce sempre Plutarco (fronte schiacciata, volto trapezoidale) Cesare “tipo Vaticano” (dopo la sua morte): Ritratto divinizzato di Cesare di cui Ottaviano si serve per la sua propaganda ➔ si presenta come Divi Filius (Figlio divino) Sembra un’altra persona ➔ i contemporanei lo capivano, perchè erano abituati a vedere i ritratti sotto “diversi filtri” Ritratto patetico (anche se non c’è molto di Alessandro): c’è la torsione del volto, gli occhi profondi, le rughe studiate per esaltare la concentrazione intellettuale Trasformazione giustificata con la divinizzazione, con il fatto che ora era divus Il tipo di ritratto cambia a seconda anche dell’utilizzo politico dell’immagine Il ritratto romano non può andare sotto una sola etichetta ➔ bisogna conoscere le due tendenze e riconoscere quanto c’è dell’una e quanto dell’altra in ogni opera – – – – – DAGLI IMPERATORI GIULIO-CLAUDI ALLA DINASTIA FLAVIA (I sec aC-I sec dC) ROMA DA OTTAVIANO AD AUGUSTO Subito dopo la vittoria di Azio (31 aC) e la risistemazione delle istituzioni, Augusto parte con una riforma amministrativa che interessa Roma e anche l’Italia Questo avviene SUBITO, appena prende il potere, con il sostegno stabile del Senato Sia a Roma che nell’Italia ➔ i distretti vengono chiamati regiones Roma acquista la divisione in 14 regiones che rimarranno fino al Medioevo Italia viene divisa in regiones ➔ la nostra Puglia entra a far parte della regio II (Puglia et Calabria) Dobbiamo leggere le trasformazioni di Augusto a Roma, nel segno della sua politica culturale, in riferimento a un quadro più ampio di riorganizzazione amministrativa ed economica Augusto compie una riorganizzazione amministrativa importante, ma non stravolge il paesaggio della forma Urbis, non è invasiva È un’azione mirata che si rivolge a: Potenziare le infrastrutture Migliorare la distribuzione idrica: acquedotti e terme urbane (che nascono con Augusto) Interventi sui sacra, luoghi di culto e templi ⇩ Al tempo della presa del potere, molti edifici religiosi di Roma erano in rovina perchè gli anni delle guerre civili avevano portato risorse all’approviggionamento dell’esercito e meno alla manutenzione Da Augusto, questa decadenza delle strutture viene ideologicamente collegata alla crisi dei culti tradizionali, di cui si erge a restauratore Quindi promuove nuovamente i culti tradizionali e allo stesso modo finanzia una campagna di ristrutturazione di templi e santuari, dell’Urbs e di molte colonie Augusto assume anche la carica di Pontifex Maximus = capo di tutti i collegia di sacerdoti I sacerdoti dei vari culti erano riuniti nei collegia = organizzazione con patrimonio, attività, cariche Il Pontefice massimo le coordinava tutte ➔ questo spiega perchè Augusto può intervenire così liberamente anche sui templi CAMPO MARZIO Area di Roma in cui c’è un intervento più netto e incisivo che cambia e trasforma profondamente l’imago urbis Già Cesare aveva provato a cambiare i connotati di quest’area con la Lex de Urbe augenda che avrebbe creato una trasformazione notevole, ma non fece in tempo ad attuarlo Zona settentrionale del CM viene scelta come luogo di enorme valore rappresentativo Augusto si concentra tra l’ansa del Tevere e l’antica via Flaminia, il cui tracciato è ripreso dall’attuale via del Corso Qui mette in atto un programma molto articolato 32-28 aC ➔ costruzione dell’enorme mausoleo (32-28 aC), ancora fortemente presente nel paesaggio di Roma Il programma inizia dalla tomba e in una fase che precede di poco Azio; i lavori si concludono nel 28 (ancora prima che assume ufficialmente il titolo di Augustus) 27 aC ➔ il nuovo capo del principato prende ufficialmente da Senato il nome di Augustus Sappiamo dalle fonti che, dopo Azio, Ottaviano voleva prende il nome di Romulus, ma cambia idea consigliato dai suoi più diretti collaboratori perchè quel nome avrebbe ricordato troppo la monarchia, e quindi prende il nome di Augustus ⇩ Augustus ha varie connotazioni ➔ dal verbo Augere = accrescere, sviluppare, nutrire ➔ colui che dà una nuova crescita e alimenta Roma e il suo impero (a cui si legano altri significati come venerabile, sacro) È quindi un equivalente di Romolo ma connotato in un ambito più sacrale Pantheon ➔ nella parte meridionale a ridosso dei saepta È il primo Pantheon (non quello rotondo ristrutturato da Adriano) realizzato per iniziativa di Agrippa (nome indicato sull’architrave della facciata) Secondo la tradizione, questo era il preciso luogo dove il corpo di Romolo era scomparso perchè era asceso al cielo Anche le posizioni della topografia diventano emblematiche e tracciano un programma ideologico Tra Mausoleo e Pantheon ➔ c’è la strada che collega direttamente la tomba di Augusto e il luogo in cui si veneravano tutti gli dèi tradizionali, di cui Augusto si fa restauratore, e in cui si è divinizzato Romolo Augusto si presenta come da divinizzare dopo la sua morte Al centro ➔ c’è l’Horologium = grande piazza rivestita in marmo, una meridiana, un grande orologio solare esteso su tutta la piazza con il quale era strettamente collegata l’Ara Pacis Mausoleo di Augusto (32-28 aC): Si tratta di esaltazione del potere tutto personale? Non poteva esserlo perchè se no avrebbe compromesso il consenso nei suoi confronti, sarebbe apparso troppo lontano dalla tradizione repubblicana Già erano rare le sepolture in Campo Marzio Rapporto con il Testamento di Marco Antonio prima di Azio ➔ in maniera illegale, Augusto rende pubblico questo testamento perchè vi erano elementi che rendevano Antonio più attaccabile Tra questi la volontà di Antonio sulla propria tomba (mausoleo) ➔ voleva essere sepolto ad Alessandria, dov’era Cleopatra Propaganda di Ottaviano in quegli anni presenta questo passo come riprova dell’abbandono di Antonio della tradizione repubblicana = Antonio rinuncia alla sepoltura a Roma per legarsi a una dinastia nemica Dopo la morte di Antonio ➔ Augusto impedisce che questo mausoleo venga realizzato e lo fa seppellire nella tomba regale dei Tolemei Ecco perchè Ottaviano risponde con una tomba A ROMA, vicina alla città di cui è il nuovo arbitro Il mausoleo si pone come segno di rispetto per Roma, al contrario di Antonio che voleva farsi seppellire – – (53 aC), una delle sconfitte più rovinose e vergognose che aveva infangato l’onore di Roma ➔ evento realmente accaduto che diventa elemento cardine nella propaganda di Augusto Quest’occasione si fa viva quando gli ambasciatori dei Parti chiedono di liberare il figlio del Re, prigioniero a Roma ➔ così Augusto chiede in cambio la riconsegna delle insegne che viene ufficializzata nel 20 aC, ridonando l’onore a Roma Quindi questa statua è sicuramente successiva al 20 aC Se la posizione della statua richiama il colosso sulla sommità del Mausoleo, in realtà la decorazione della lorica non può essere la stessa: i fatti rappresentati avvengono dopo la costruzione del Mausoleo e perchè una tale minuzia di decorazione non l’avrebbe vista nessuno dalla sommità del monumento Questa consegna avviene sotto la protezione di Marte Ultore (vendicatore) ➔ colui che assicura la ripresa del potere di Roma A Marte Ultore verrà anche dedicato il Tempio nel Foro personale di Augusto, che assicura la vendetta, nel senso in cui Roma riprende il controllo sull’Impero (e nel caso dei Parti, riprende le insegne) Tutte le figure sono state decifrate e non a caso al centro c’è la restituzione delle insegne da parte del Re dei Parti, vestito alla Orientale Non è chiaro a chi le restituisce: potrebbe essere Marte stesso, o una personificazione dell’Esercito di Roma, o Tiberio (sappiamo che partecipò a quella spedizione) Tutto questo avviene sulla rappresentazione della Tellus, della Terra con la cornucopia, il corno dell’abbondanza, della prosperità, della ricchezza nell’agricoltura e che porta floridezza dei commerci Rimanda a un’età dell’oro che è richiamata da tutta l’arte di Augusto e che trova maggiore espressione nell’Ara Pacis Non dimenticare: questa statua era tutta dipinta, quindi doveva essere ancora più visibile ➔ il rosso del paludamentum incorniciava i tratti della raffigurazione simbolica Eros sul delfino che fan riferimento a Venere ➔ la genetrix della gens Iulia in cui Augusto era entrato una volta adottato da Giulio Cesare Augusto porta avanti una serie di interventi che vanno a migliorare la città e a renderla più splendida ➔ nella sua propaganda Augusto si presenta infatti come un nuovo fondatore della città, ruolo che si rispecchierà in tutto quello fa (architetture, decorazioni, …) Questi interventi però non sono invasivi ➔ rispetta l’assetto di Roma Infatti Augusto vuole sottolineare che rispetta la Res Publica ➔ il suo obiettivo è porsi in continuità con la Roma antica (come possiamo vedere dalla scelta del luogo del Mausoleo in asse con il Pantheon) Horologium (13-9 aC): Piazza in marmo travertino, che fa ella stessa da quadrante a questo orologio Ago dell’orologio = obelisco, chiamato Gnomone, che proietta ombra scandendo il tempo Particolarità = sull’Ara Pacis, viene proiettata l’ombra in due date importanti: 21 aprile (data nascita di Roma) 23 settembre (nascita Augusto) – – – Fa in modo che, anche nella proiezione dell’ombra, ci sia questa correlazione tra la fondazione di Roma e la rifondazione di Roma da parte di Augusto La sua costruzione è approvata dal Senato nel 13 aC (in quanto si tratta di iniziative pubbliche) ➔ il vero committente quindi è il Senato, non Augusto Quindi non è Augusto che commissiona quest’opera, ma il Senato che esalta la figura del princeps 13 aC = Augusto torna vittorioso dalle province occidentali, dopo aver preso Gallia e Spagna, e se ne voleva quindi celebrare la vittoria 9 aC = i lavori si concludono e avviene l’inaugurazione Gnomone: Obelisco in granito rosso di 30 metri Proveniente da Eiopoli, Egitto Apparteneva a un faraone ➔ sottolinea la supremazia di Roma sulle province: un obelisco egiziano, simbolo delle province assoggettate d’Africa, in una piazza dedicata alla vittoria sulle province di Gallia e Spagna ➔ abbiamo il quadro di Roma vincitrice Questo orologio è stato ideato da matematici, astronomi, in particolare grazie all’opera di Manlio Matematico Plinio il Vecchio ➔ ci dice che però l’ora forse non funzionava molto bene perchè, a causa delle inondazioni del Tevere e di terremoti, si era spostato un po’ l’asse dell’orologio Nel Medioevo (IX sec) ➔ obelisco crolla e si rompe in 5 pezzi XV sec ➔ obelisco viene rialzato da Pio VI, divenendo l’obelisco di Piazza Montecitorio Rinvenuta la base obelisco: Iscritta dedica a dio Sole = Apollo Augusto vanta discendenza da Apollo (sua madre Azia si sarebbe unita con Apollo) Vanta una discendenza divina da parte di madre (Apollo) e da parte del padre adottivo (Venere) ➔ sottolinea il suo legame sempre più importante con la divinità in una piazza posta in asse con Mausoleo e Pantheon Lastre in travertino dell’horologium rinvenute a 6 metri di profondità in via Campo Marzio Le tacche dovevano avere all’interno degli elementi in bronzo dorato che andavano a designare dei comparti temporali ➔ l’ombra passava su queste tacche e indicava il tempo che passava Ara Pacis: La stessa sorte è toccata anche all’Ara Pacis: crolla, viene ristrutturata I suoi resti vengono ritrovati per la prima volta nel 1500 circa nelle fondamenta di un palazzo ➔ sono stati recuperati solo pochi frammenti 1800 ➔ si cerca di recuperare altri frammenti: si ritrovano i fregi decorati che facevano capire che in queste fondamenta ci fosse un monumento importante dell’antica Roma – – – – – 1903 ➔ scavi sistematici e si procede al recupero di 53 frammenti della decorazione Poi gli scavi vengono interrotti per non compromettere la stabilità del palazzo che inglobava il monumento 1937 ➔ i lavori riprendono definitivamente, durante l’epoca fascista Il Fascismo infatti riprende quelli che sono i simboli dell’antica Roma per legittimare il proprio potere In occasione del bimillenario della nascita di Augusto, il Consiglio dei Ministri decreta la ripresa dello scavo Contestualmente viene costruito il padiglione in cemento e vetro che doveva contenerlo L’inaugurazione avviene proprio il giorno del compleanno di Augusto, il 23 settembre Teca: Costruita nel ‘38 in cemento e vetro per conservare il monumento È sostanzialmente una serra: c’erano però dei problemi di condensamento all’interno dovuti allo sbalzo termico ➔ il monumento si deteriorava Ripristinata negli anni ‘70 in travertino 2006 ➔ elaborata nuova struttura in acciaio, travertino e stucco dall’architetto Richard Meier Questa struttura tutela l’Ara perchè ha molto più spazio interno, quindi permette una fruizione più fluida, garantisce il rapporto interno-esterno grazie alle vetrate ed è molto illuminata Differenza: viene installato un impianto di climatizzazione all’interno e delle vetrate che isolano acusticamente e mantengono una temperatura stabile Ricostruito vicino a Mausoleo di Augusto (non nel luogo originario) Sulle pareti del vicino museo dell’Ara è inciso il testo delle Res Gestae di Augusto (in origine inciso su tavole bronzee collocate in prossimità dell’ ingresso del Mausoleo) ⇩ Nota bene: nelle Res Gestae si vede bene come Augusto sottolinea spesso la sua devozione e il suo rispetto verso Roma Quando il Senato e il popolo romano gli hanno dato dei poteri, sono poteri che lui non ha mai chiesto e che ha accettato solo per il senso del dovere Questo si riflette in tutta la sua propagande e nelle sue opere Anche l’Ara Pacis è di committenza senatoriale È propaganda augustea, ma non l’ha commissionata lui Ara Pacis = altare dove vengono fatti sacrifici Il Senato ha decretato che ogni 30 gennaio (ricorrenza inaugurazione Ara) bisognava fare sacrifici per onorare: Vittorie di Augusto sulle Province Pace restituita da Augusto Ha 2 ingressi opposti: Sul Campo Marzio ➔ lato principale, dove arrivava l’ombra dell’obelisco Sulla Via Flaminia All’interno del recinto: Registro inferiore: decorazione che ricorda travi lignee ➔ ricorda i templi minori che recintavano lo 1. 2. successori, Livia (o Giulia), Tiberio, Antonia Minore, Druso (in abiti militare), … e chiude Antonia Maggiore Augusto apre la processione dei Flamines, Agrippa la chiude Pontefici ➔ figura di spalle = lictor proximus che cammina di spalle per non dare le spalle al pontefice massimo = Augusto Augusto è presentato con il capo cinto e velato (simbolo del pontefice massimo), rappresentato come sacerdote ➔ ci tiene a rappresentarsi come uomo di spirito, più che uomo di armi Dettagli che fanno capire perchè non è la processione del 13: Sappiamo che Augusto è pontefice massimo nel 12 aC ➔ quindi non può essere processione del 13 Tiberio e Druso in quel periodo erano in Illiria e Germania, non potevano essere presenti neanche loro Non è quindi processione realmente avvenuta, ma un’esaltazione della famiglia imperiale che garantisce la pace e l’ordine a Roma Flamines ➔ confraternita religiosa ripristinata da Augusto, riconoscibile per cappello fatto in pelle e metallo ➔ confraternita ripristinata da Augusto e potevano essere nominati solo da pont max Esempio di ARTE STATALE: Non ci sono figure isolate, ma abbiamo più figure poste su più piani, forte caratterizzazione dei singoli personaggi, che non avviene per i sacerdoti che hanno tutti volti molto simili ⇩ Sapendo che è un’opera di committenza del Senato, questo assume un valore importante: vuol dire che sacerdoti e chiunque mette da parte le ambizioni personali per esaltare solamente la famiglia imperiale Il piccolo Gaio Cesare ➔ abbigliato alla troiana: tunica, collana e capelli lunghi Si designa l’immediata successione dopo Agrippa e la volontà di Augusto che anche i giovani partecipino attivamente alla vita militare di Roma Figura che invita al silenzio in secondo piano ➔ per rispettare momento sacrale e rituale (forse Orazio o Mecenate, figure vicine alla famiglia) Piccolo Germanico ➔ vestito diversamente da Gaio Cesare Modello = fregio del Partenone Altro esempio del classicismo augusteo che riprende modelli classici e li declina secondo nuovi contesti tutti romani Lo schema del corteo è molto simile al corteo rappresentato sul Partenone Anche il vestiario degli anziani del Partenone è simile a quello di Enea nella facciata principale, solo che Enea aveva il capo velato (segno che distingue l’arte romana) Fregio della processione (settentrionale): Processione continua ➔ ma è mal conservato e i volti sono stati tutti rifatti (quindi non sono riconoscibili) Schema rimane lo stesso: prima i sacerdoti (septemviri, augure, quindecemviri) e poi familiari di Augusto Septemviri = sacerdoti addetti all’organizzazione di giochi e banchetti durante le feste religiose Quindecemviri = legati al culto di Apollo e avevano la possibilità di decidere se accettare o meno un culto a Roma; avevano il potere di entrare nelle questioni amministrative ➔ con il capo coronato con alloro; il camillo porta cassetta sacra con simboli di Augusto che connota personaggi legati al culto di Apollo Lucio Cesare ➔ vestito alla troiana come suo fratello, che abbraccia la gamba del padre È una processione istituzionale che conserva comunque una certa umanità, sempre per le sue ideologie alla prosperità, all’armonia e per incitare alla maternità L’ara com’era: Progetto che consente di vedere l’Ara Pacis con tutti i colori che dovevano caratterizzarla È stato possibile questa ricostruzione oleografica grazie allo studio dei pigmenti ritrovati sul marmo di Carrara, che ci hanno permesso di capire come doveva essere colorato in origine Rilievi “Grimani” da un ninfeo del Foro di Praeneste: Soggetti idillico-sacrali sul modello dell’Ara Pacis Rilievi che rappresentano una delle prime imitazioni dirette del modello dell’Ara Pacis Fanno parte della collezione Grimani e sono conservati nel museo archeologico di Palestrina Questi rilievi infatti vengono proprio dall’antica Praeneste Forma ➔ la superficie non è completamente piatta Si accenna una lieve concavità: questi rilievi decoravano una fontana monumentale (ninfeo), vicino al Foro Si conservano 4 rilievi che rappresentano diversi animali che hanno appena partorito e allattano cuccioli ➔ forse in riferimento a un ciclo delle stagioni Potevano essere di più però ➔ qualcuno ha pensato a 12 rilievi in riferimento ai mesi, perchè sul ninfeo c’erano delle lastre con il calendarium NB: Augusto, nella sua serie di riforme, riforma anche il calendario ➔ quindi questo è uno dei primi calendari monumentalizzati dopo la riforma Questi rilievi quindi esaltano lo scorrere del tempo florido, di una stagione propizia e fertile, con la stessa impostazione tematica dei rilievi dell’Ara Pacis = nuova età dell’oro che si riflette nel carattere rigoglioso della natura Qualità rilievo molto elevato: i soggetti sono leonessa, cinghialessa, pecora ➔ quindi animali sia domestici che selvatici, in quanto tutta la natura rifiorisce Il quarto rilievo si conosce poco in quanto ne abbiamo solo pochi frammenti, ma dovrebbe rappresentare un bovino La qualità del rilievo è così alta, da far pensare sia opera di una stessa officina che ha lavorato nell’Ara Pacis È certo che a distanza di pochi anni dell’Ara, abbiamo già delle riprese di temi e stile molto efficaci Ambientazione: in grotta, paesaggio molto stilizzato ma naturalistico, come nella scena di Enea e i Penati dell’Ara Da notare il grande naturalismo degli elementi del paesaggio (rocce, canneti) Gli animali sporgono dalla superficie con un rilievo molto alto in modo da rendere meglio le anatomie degli animali Le altre opere in Campo Marzio: – C’è un rapporto visivo e topografico netto in Campo Marzio tra Mausoleo e Pantheon attraverso strada che collegava monumenti, che passava all’esterno dell’Horologium Interventi augustei su distribuzione idrica: Se è vero quanto dice Plinio, almeno 150 impianti termali sono costruiti da Agrippa, a partire dalla prima therma vicino al Pantheon Si avvia così un distretto termale che si amplia con interventi di imperatori successivi che continuano a far realizzare terme pubbliche vicino alle terme di Agrippa (tra questi Adriano) Si tratta di una novità nella vita di Roma, nel senso del miglioramento del tenore urbano: molte abitazioni infatti non avevano acqua corrente, quindi l’unica possibilità di lavarsi era grazie a terme Non è solo un intervento di incremento del patrimonio monumentale dell’Urbs, ma è un miglioramento dell’igiene pubblica, della salubritas Stagnum Agrippae: Grande invaso pubblico di acqua che raccoglieva l’acqua piovana da cui poi le genti potevano attingervi liberamente Quando il Campo Marzio non era così edificato, in questa zona vi era una formazione acquitrinosa (“palus caprae”) ➔ questa conformazione è superata ma non del tutto eliminata Quando si riempiva troppo ➔ c’era canale monumentale (Euripus) che faceva defluire acqua in eccesso nel Tevere L’Euripo era affiancato dal Nemus Agrippae = bosco sacro di Agrippa ➔ diventa un luogo curato anche dalla parte del verde Quest’area diventa il teatro delle più importanti realizzazioni Augustee che evidenziano la nuova età del nuovo Romolo con grande qualità nell’ architettura, lusso dei rivestimenti, creazione di spazi verdi di grande immensità ➔ Campo Marzio settentrionale si arricchisce notevolmente FORO DI AUGUSTO (42-2 aC): Secondo la planimetria dei primi anni 2000, il Foro presenta un’abside su ciascun lato lungo Scavi recenti hanno permesso di aggiornare la planimetria ➔ il Foro presenta 2 absidi per lato lungo, per un totale di 4 absidi Schema planimetrico simile a foro di Cesare Modello è dato sempre dai padiglioni porticati dei dinasti ellenistici (Tolemei in Egitto e Attalidi di Pergamo) Augusto lo potenzia maggiormente e realizza un enorme complesso Votato nel 42 aC ➔ 11 anni prima allo scontro di Azio, quindi il progetto del Foro viene avviata poco dopo morte di Cesare ➔ si collega direttamente a Foro di Cesare, anche perché Augusto promuove il completamento delle opere incompiute di Cesare (es. curia Julia) Inaugurato nel 2 aC ➔ 7 anni dopo l’Ara Pacis: si completa prima lo scenario del Campo Marzio e poi il Foro di Augusto Planimetria: Grande piazza porticata: ogni portico presenta due absidi, una minore all’ingresso e una maggiore vicino al tempio (che chiude lato di fondo dedicato a Marte Ultore) – – – – – – augusta, o Merida, Afrodisia in Asia Minore) Gruppo di Romolo: Ne abbiamo meno riproposizioni, ma ci aiuta sempre un affresco di una domus pompeiana nella ricostruzione Girato verso DX e convogliava sguardo verso tempio (mentre Enea, dall’altro lato, era girato verso SX) Rappresenta la virtus di Romolo ➔ rappresentato mentre porta con sé gli spolia opima = l’armatura di un nemico presa come trofeo dopo averlo ucciso ➔ qui si parla del primissimo trofeo che Romolo prende al primo avversario sconfitto = Àcrone, re dei Ceninensi; questi spolia furono messi nel tempio di Giove Feretrio, sul Campidoglio (colui che proteggeva il successo in arme, equivalente di Marte Ultore) Sala del Colosso: Si conserva il pavimento pavonazzetto Su un basamento si ergeva statua (10m) che occupava il volume dell’aula alta circa 14m Colosso = Genius Augusti, la divinità che protegge l’incolumità del principe, ne protegge il valore, l’efficacia politica, l’intelletto, a cui si poteva sacrificare per favorire il buon governo di Augusto Genius = punto di congiunzione tra la sfera umana e divina di Augusto, è il genio divino che tutela Augusto, ma anche la prefigurazione di Augusto che dopo la morte diventerà divus (vedi collegamento tra Pantheon- Mausoleo) Decorazione del fondo: Ricostruita nel 3D attraverso molti frammenti rinvenuti Si tratta di marmo di Luni dipinto È una pittura su marmo che riproduce un tendaggio, un velario, con una tale accuratezza nelle ombre da rievocare le pieghe del panneggio e l’andamento del panneggio come se la tenda fosse sistemata davvero Crea uno sfondo tale da movimentare la quinta e far risaltare la personificazione del Genius Augusti Decorazione del Foro (parte della balaustra dell’attico del portico lungo): Abbiamo una combinazione che mostra la tendenza del classicismo augusteo di prendere modelli diversi di periodi diversi dell’arte greca Classicismo augusteo guarda all’età arcaica, classica e ellenistica Es. Filone neoattico ➔ guarda all’arte greca del V-IV sec aC che porta a ricreare le cariatidi dell’Eretteo, riprese fedelmente a indicare le numerose province dell’Impero Abbiamo anche una ripresa dell’Ellenismo Es. Scena di Enea e i Penati: ambientazione idillico-sacrale, paesaggio naturalistico sono tipici dell’arte ellenistica Volto di Giove Ammone: È una delle riprese più dirette di un filone particolare della scultura ellenistica e di una scuola di scultura particolare = stile patetico e barocco ellenistico (dell’Altare di Pergamo) Altro centro della scultura patetica = Rodi Tant’è che si parlava di scultura rodio-pergamena e che poi diventa “barocco ellenistico”, ma sono la stessa – – – – – scuola: Contrasto tra capigliatura e barba, mossi, enfatizzati dall’uso del trapano, e il volto, che è il fulcro in quanto esprime lo stato d’animo Grande pathos che emerge dalle figure che si muovono e si contorcono nello spazio Grande peso alle emozioni Nel periodo augusteo, questa predilezione si vede nell’arte ufficiale e soprattutto nel Foro di Augusto La ripresa del “barocco ellenistico” al tempo dei princeps: Inizia già in età augustea in contesti non ufficiali e si sviluppa poi al tempo del successore di Augusto, con Tiberio HORTI DI ROMA Intorno alle mura serviane, dal I sec aC e in età imperiale, si estendono dei grandi horti = grandi estensioni di terra, fondi privati, in cui i più alti esponenti della nobilitas realizzano le proprie ville circondate da giardini fastosi, terrazzati È uno dei tratti più significativi di una zona particolare della città subito fuori dalle mura, del suburbio ➔ fascia che in tutte le città si trova fuori dalle mura e fa da cerniera con ager Inoltre, molte questioni che riguardano l’arte imperiale hanno un’ attinenza con opere che erano negli horti del suburbio di Roma Horti di Asinio Pollione: Vi era il gruppo del Supplizio di Dirce (copia del I sec aC) Gruppo entrato nella collezione Farnese, conservato al MANN di Napoli Rappresentato il momento di massimo pathos ➔ Dirce è stata scoperta nel suo intento criminale per cui aveva distrutto l’esistenza della madre dei gemelli, i quali la legano al toro per fare in modo che sia lei ad avere la fine che ella aveva progettato per la madre Scultura diventa una macchina teatrale: Torsione quasi innaturale del toro a cui fa riflesso la torsione del corpo di Dirce Impostazione piramidale che culmina nel corno del toro ➔ tipica del barocco rodio-pergameno e che permette un’ulteriore enfatizzazione del pathos Plinio riporta i nomi degli scultori = Apollonio e Taurisco Scultori di Rodi e provenienti da Tralles, città romana dell’Asia Minore molto vicina a Rodi Plinio dice che questi scultori, a Rodi, realizzano in marmo l’opera copiando un originale bronzeo del III sec Plinio ha visto in prima persona l’opera negli Horti di Asinio Pollione, perchè frequentava quella casa, quindi parla di un’opera che conosce dal vero La copia di un originale bronzeo così monumentale e articolato implicava lavoro tecnico e ingegneristico per fare in modo che nel marmo potesse reggersi un gruppo che era stato pensato nel bronzo (vista la grande differenza statica dei due materiali) A livello culturale: ci dice che non solo Augusto aveva attenzione all’arte ellenistica, ma anche l’alta aristocrazia aveva un’ interesse e predilezione per questa Asinio Pollione fa portare nei suoi Horti questa copia realizzata a Rodi e un’opera di questo genere doveva – – – avere un effetto di enorme sorpresa negli ospiti Nel 500, l’opera è stata rinvenuta nelle Terme di Caracalla, che si impostano su una parte degli Horti Di recente, c’è chi ha affermato che questo è il gruppo del I secolo che poi è finito nelle terme Altri hanno ipotizzato che questo non è il gruppo del I secolo, ma sia un’ulteriore copia in marmo fatta appositamente per le terme in età severiana Il gusto rodio-pergameno nel periodo di Tiberio: Nel periodo di Tiberio inizia a predominare il gusto per il barocco ellenistico, soprattutto per la scultura di Rodi Questo perchè Tiberio vive per diversi anni a Rodi Negli anni in cui la sua figura era più in crisi, perchè Augusto designava altre persone come successori, Tiberio aveva dei problemi alla corte imperiale e se ne andò volontariamente a Rodi A Rodi conosce direttamente la scultura del Laocoonte e ne matura una ammirazione notevolissima che porta con sé a Roma Nel 2 dC rientra a Roma (Marcello, Gaio Cesare e Lucio Cesare erano già morti) richiamato dalla madre, perchè inizia a diventare attendibile la sua successione al principato Si porta nella residenza dove va a vivere la statua del Laooconte La residenza faceva parte degli Horti di Mecenate, poi diventati proprietà imperiale Già Augusto rende questa residenza di grandissimo lusso, ma ancora di più Tiberio quando ci va a vivere al suo rientro da Rodi Laocoonte = uno dei capolavori della scultura rodia Plinio vede anche quest’opera in prima persona e ci dà i nomi degli autori: Agesandro Atanodoro Polidoro Si tratta di alcuni degli scultori rodi più noti in questo periodo Anch’essi copiano grandi originali bronzei della tradizione rodia, realizzandoli in marmo ➔ copie che implicano un’enorme maestria nel rendere la scultura sostenibile dal punto di vista statico (vedi dietro enorme puntello che lo doveva sostenere) Rappresentato il momento della massima sofferenza inferta dal volere degli dèi che avevano già tracciato il corso degli eventi Il sacerdote è deformato anche nella statica: la torsione del collo è innaturale per esprimere il dolore e per mostrare il volto che diventa una maschera teatrale del dolore Volto = la parte in cui meglio si percepisce lo stile patetico, il pathos attraverso l’accentuazione delle rughe, lo sguardo deformato, le orbite molto infossate, la smorfia della bocca ⇩ Sono tutti elementi enfatizzati dalla capigliatura e barba, dalle ciocche addensate, con rilievo plastico, estremamente movimentato, che compongono una sorta di cornice al volto Si crea un chiaroscuro molto marcato ➔ risultato ottenuto grazie all’utilizzo del trapano Le maschere di pathos si vedono anche nei figli che non hanno la barba ➔ si può fare un confronto della – – – – – – Diversi livelli di profondità: si vedono 3 piani attraverso 3 gradi di aggetto del rilievo; il princeps è davanti a tutti, in altissimo rilievo, quasi a tutto tondo; livello intermedio con i dignitari e terzo livello a bassorilievo che mostra la folla di persone che si distribuisce diversamente nello spazio Spazio si articola diversamente anche a livello ambientale: sullo sfondo ci sono in monumenti che via via venivano costeggiati dal corteo (pendici del Palatino, via Sacra con i portici) ➔ il corteo si contestualizza nello spazio Rapporto più equilibrato con lo spazio: c’è una caratterizzazione spaziale, dello sfondo su cui la scena si svolge Proporzioni: Non sono naturalistiche, anzi c’è la ricerca di un effetto contrario Non c’è una prospettiva lineare La prospettiva è sempre narrativa (simbolica) = le proporzioni si adeguano all’importanza delle figure nel racconto storico Non c’è gerarchia tra le persone, ma c’è tra persone e monumenti (i monumenti sono molto più piccoli) Toro = rappresentato molto più grande del naturale in quanto è il centro del sacrificio, è la vittima che suggella il trionfo ⇩ È una manifestazione di come, ancora nella piena età imperiale, i rilievi ufficiali recepiscono tradizioni diversi da cui era nata l’arte romana C’è una piena adesione al naturalismo greco e prospettiva narrativa dell’arte italica Questi stilemi dell’arte popolare entrano pienamente nell’arte ufficiale e si contaminano con il naturalismo d’impronta greca Arco di Tito (82 aC ca): Sulla via Sacra, nel tratto cui il corteo del trionfo arrivava al Foro Non è un arco propriamente trionfale Iscrizione: mostra la dedica a Titus Divus, quindi Tito già deificato dopo la sua morte ➔ è un arco di dedica a un imperatore che è diventato sacro Anche se il tratto trionfale è fondamentale ➔ all’interno del fornice i due rilievi principali riguardano il trionfo di Tito e Vespasiano dopo la presa di Gerusalemme del 71 dC Arco viene dedicato a Tito intorno all’82 dC, subito dopo la morte di Tito a 10 anni dal trionfo Rilievi dell’arco (in confronto con i rilievi dell’Ara Pietatis di 40 anni prima): Legame più intenso tra figure e ambiente: raffigurato il corteo che porta il bottino mentre oltrepassa la porta trionfale Sfondo architettonico di scorcio: i monumenti entrano in una maniera più organica con le figure e viceversa Disposizione parabolica del rilievo: figure laterali sono più a basso rilievo (max su 2 piani), al centro sono ad altorilievo e su 3 piani, man mano che si va verso la porta il rilievo si appiattisce di nuovo (per questo BBandinelli la definisce “disposizione parabolica”) ⇩ Il rilievo sporge al centro per includere più da vicino lo spettatore e dargli l’idea di figure che si muovono su più piani dello spazio L’andamento parabolico del rilievo è pensato rispetto alla posizione da cui l’osservatore doveva guardarli, bisogna sentirsi parte di quel trionfo che aveva fatto grande Roma – – – – – – Stessa soluzione interessa l’altro rilievo con Tito sul carro trionfale: La quadriga visualizza questo andamento parabolico dalla parte più vicina allo spettatore alla parte più lontana C’è un senso di apertura nello spazio: passa l’imperatore e si apre la folla Chiave di volta con l’apoteosi di Tito con l’aquila: Questo rilievo, ancora di più dell’Ara Pietatis, mostra l’adozione dello stile popolare in un monumento ufficiale Si tratta di una scena per cui non c’è un precedente figurativo Apoteosi = dimensione romana ➔ quando l’arte romana ufficiale non ha un modello greco a cui fare riferimento, attinge alla tradizione italica popolare fortemente narrativa Elemento fondamentale da marcare = aquila, segno della divinità, gigantesca rispetto a Tito, di cui c’è solo il volto (ritratto realistico) DOMUS AUREA (64-68 aC): Enorme residenza che invade il centro di Roma, alle pendici del Palatino e occupa la parte orientale della Velia e una parte rilevante del colle Oppio A questo complesso è accorpato anche il Tempio che Nerone dedica al Divus Claudius, suo predecessore, che si affaccia scenograficamente sul Celio ➔ propriamente era fuori dalla Domus, ma erano interconnessi Estensione Domus: più di 65 mila metri quadrati nel centro di Roma ➔ quasi una città nella città Vi erano 2 grandi corpi architettonici, inframezzati da enormi giardini, ninfei monumentali, parchi verdi con giochi d’acqua che, in molte occasioni, il princeps apriva alla città Area di raccordo tra Foro romano e la Domus = Vestibolo: Grande piazza d’accesso a cui si accedeva dalla Via Sacra Con grandi portici rivestiti di marmi colorati Prima parte della residenza = Stagnum: Enorme invaso d’acqua che sfruttava una cavità naturale (diventerà area del Colosseo) Circondato da portici doppi Tanto grande che Nerone ci faceva entrare le navi (si costruivano all’interno direttamente) Si svolgevano spettacoli privati dove incontrava una parte ristretta della popolazione e sappiamo che si manifestava su queste navi mentre nella porticus avevano preso posto i suoi invitati Atria (Atri): Ci sono diverse interpretazioni sulla funzione di questi ambienti Ricostruzione tradizionale: vani rettangolari dedicati a attività di rappresentanza in cui il princeps incontrava gli ambasciatori, dignitari di corte, celebrava delle udienze ➔ una parte aperta al pubblico Ipotesi Carandini: qui doveva trovarsi la Cenatio rotunda, sala triclinare con la volta che si apriva per far vedere le costellazioni durante le cene serali; sotto ci sarebbe stato il letto circolare (stibadium) ⇩ Alessandro d’Alessio invece è della scuola di pensiero che pone la Cenatio Rotunda nella Domus transitoria sul Palatino, quella che Nerone costruisce prima della Domus Aurea – – – – – – – – Padiglione Oppio: Domus privata sul colle Oppio con gli spazi residenziali Si articola su una serie di 2 grandi terrazze affacciate sull’altra parte della Domus, sull’area della Velia, oggi area del Colosseo Padiglioni a forma poligonale alternati a spazi curvilinei Caratterizzato da: Architetture scenografiche Volte che si aprivano a seconda delle luci del giorno Terme per la parte della mattina e Terme per il pomeriggio, a seconda dell’esposizione al Sole Decorazioni in stucco dorato Pitture ➔ dove nasce il cosiddetto quarto stile della pittura Tutto era pensato per vivere in relazione alla LUCE Ma tutto questo non è più percepibile nel suo aspetto originale, perchè quest’area viene coperta dalle Terme di Traiano Si è perso quindi il rapporto di quelle architetture con la luce Dallo stagnum all’Anfiteatro Flavio: Tutta l’area dello stagnum, sfrutta la cavità naturale per impiantare l’arena dell’Anfiteatro Flavio Non viene toccata dai Flavi l’area del vestibolo, dove viene eretto da Vespasiano nel 75 dC il grande Colosso che Nerone aveva iniziato a realizzare: Struttura colossale alta 15 metri, in bronzo dorato Iniziato da Nerone per rappresentare se stesso come Sol invictus, dio Sole Completato dopo la morte di Nerone e viene eretto da Vespasiano solo come statua del Sole (senza più collegamento con Nerone) È per la vicinanza a questo colosso che già le fonti antiche chiamavano l’Anfiteatro Flavio “Colosseum” (l’Anfiteatro prossimo al Colosso) Il vestibolo riadattato della Domus Aurea resta al tempo dei Flavi ➔ infatti è l’ultima parte dell’antica Domus che viene trasformata da Adriano che fa costruire il Tempio di Venere e Roma, spostando la statua del Colosso ancora più vicina al Colosseo Anfiteatro Flavio (72-80 aC): Lavori vengono avviati da Vespasiano e vengono completati con Domiziano Si tratta di uno dei primi interventi di edilizia pubblica commissionati da Vespasiano per il forte valore ideologico ➔ è il primo settore della Domus Aurea che veniva cancellato e restituito al popolo con una funzione nuova (da stagnum per le manifestazioni regali, diventa luogo aggregativo essenziale nella vita della città) Finanziato con il bottino della guerra giudaica ➔ ricavato soprattutto dal saccheggio del tempio di Gerusalemme (70 dC) È il primo vero e proprio anfiteatro stabile in pietra, dopo quello di Statilio Tauro in Campo Marzio, ma aveva ancora parti lignee nella parte alta delle gradinate L’arena, sfruttando la concavità della dolina, si riempiva d’acqua (grazie al collegamento con l’acquedotto vicino) ⇩ È un aspetto importante nella prima fase del Colosseo: lì si svolgevano le neomachie del “Dio crudele” e Vespasiano vuole immediatamente presentare nuove neomachie al popolo, non solo gestite dal tiranno – – – – – – – – – – – I FORI IMPERIALI: NUOVO CENTRO DELLA VITA POLITICA E DELLA PROPAGANDA IMPERIALE I primi Fora realizzati dopo Augusto si trovano sul lato sud-orientale, subito a Nord della Basilica Pauli Sono entrambi iniziative dei Flavi ➔ incidono tantissimo sui luoghi pubblici di Roma, soprattutto Vespasiano, urbanista di prim’ordine Tempio della Pace (71-75 dC) Nasce al tempo di Vespasiano come Templum Pacis (non come Foro) Era profondamente diverso da quelli realizzati da Augusto e Cesare, sia nell’aspetto che nelle funzioni È un grande complesso pubblico dedicato alla pace (Pax Augusta) Vuol dire cancellare il periodo terribile di Nerone e ricollegarsi alla Pace che il primo fondatore dell’Impero che il nuovo Romolo, Augusto, aveva realizzato Lo conosciamo anche come Foro della Pace: Più avanti, da Costantino in poi, quando cambiano le attività all’interno, questo luogo acquisisce attività anche amministrative e prende il nome di Forum Pacis Modello architettonico = porticus tardorepubblicane del Campo Marzio Viene pensato come luogo di aggregazione per attività culturali, non politiche (proprio come nelle porticus tardorepubblicane) Planimetria: Porticato su tutti i lati Tempio sul fondo = ambiente più grande del quadriportico (non ambiente autonomo staccato) Piazza quadrata occupata da un lussuoso giardino scandito da 6 canali d’acqua (euripi) Ai lati dei canali dovevano esserci delle piante (le fonti parlano di roseti) Uno dei vani ai lati del Tempio doveva ospitare la Biblioteca Pacis, che secondo le fonti doveva avere un ricco corredo decorativo e ospitare una ricca collezione di opere d’arte Portici: Lato settentrionale ➔ colonnato aggettante dalla parete insieme alla trabeazione, con colonne di marmo africano con fusti lisci Lato meridionale ➔ al centro aveva 6 gigantesche colonne corinzie lisce, in granito rosa, sormontate da un frontone e che formavano il pronao del tempio Tempio della Pace: Consiste in una profonda aula di culto introdotta da una seconda fila di 6 colonne uguali a quelle del pronao Sul fondo doveva trovarsi la statua colossale della Pace, seduta e posta su un alto basamento in laterizio rivestito in marmo Basamento della statua ➔ doveva essere collocato su un podio con avancorpo centrale e vasche laterali Pavimento del tempio doveva essere in opus sectile, costituito da grandi tondi in marmi colorati – – – – – inseriti in riquadri di porfido rosso Giuseppe Flavio: Dice che il Tempio ospitava una grande quantità di opere d’arte di diversa provenienza e che, per vedere quelle opere nei loro luoghi originari si sarebbe dovuto fare il giro del Mondo Opere vengono portate qui anche dalla Domus Aurea ⇩ Laocoonte che era stato negli Horti di Mecenate ai tempi di Tiberio, passa poi nella Domus Aurea con Nerone e viene poi “restituito al popolo” nel Templus Pacis (luogo poi di ritrovamento) Nel Tempio della Pace si trovavano anche le copie in marmo del Donario di Attalo II di Pergamo che dedica sulla terrazza di Atena per la vittoria sui Galati Capolavoro del barocco ellenistico, questa volta pergameno Ne conserviamo solo due (Galata morente e Galata suicida), ma dovevano far parte di un gruppo più ampio che doveva essere presente nel Tempio Tempio della Pace diventa una delle gallerie d’arte tra le più nobili di Roma Occasione costruzione = bottino del sacco di Gerusalemme della campagna giudaica Sappiamo infatti dalle fonti che il Tempio della Pace custodiva gli oggetti simbolo del sacco, alcuni dei quali sono rappresentati sull’Arco di Tito: Menorah, conservata nell’aula del Tempio Trombe del tempio Al tempo dei Severi: questo Tempio inizia ad assumere anche attività amministrative L’ambiente laterale più vicino al Foro Romano ospita sulla parete la Forma Urbis Foro di Nerva o Foro transitorio (97 dC): Domiziano avvia tante opere architettoniche di grande rilevanza ma a nessuna di queste lascia il suo nome ➔ anch’egli è condannato alla damnatio memoriae La prima di queste opere è il Foro, ideato e fatto realizzare da Domiziano Quasi completato perchè muore nel 96 dC e viene inaugurato da Nerva nel 97 dC Perchè si chiama Foro transitorio? Nel senso letterale del transitus: questo spazio era da sempre la strada d’ingresso del Foro romano da uno dei quartieri più degradati di Roma (la Subura) = chiamata Argiletum Sotto il pavimento dell’Argiletum passava la Cloaca Maxima Gli architetti del Foro di Augusto fanno molta attenzione a innalzare sul retro del Foro di Augusto un muro altissimo, anche più alto del Tempio di Marte Ultore ➔ perchè dal Foro non si dovevano vedere le abitazioni decadenti della Subura Non è una piazza porticata ➔ i colonnati laterali sono addossati alle pareti Sono una cornice monumentale di questo luogo di passaggio Vera realizzazione = Tempio di Minerva sul lato di fondo, che richiama il Foro di Cesare e Augusto: Alto tempio su podio (non periptero per il limitato spazio) ➔ è una semplice aula su podio Colonne sono interne, addossate alle pareti per inquadrare la statua di culto – – – – – collegamento tra i due Fori È un collegamento non solo fisico, ma anche ideologico: Traiano si presenta come optimus princeps, continuatore diretto del primo princeps Anche il programma decorativo del Foro di Traiano si collega a quello di Augusto Grande iscrizione all’interno di questo portico celebrava il trionfo di Traiano, alta 15 cm e doveva avere le lettere in bronzo dorato All’ingresso del Foro c’era un’altra grande iscrizione ➔ quindi ad ogni step del passaggio dal Foro di Augusto a quello di Traiano, c’erano iscrizioni che a caratteri cubitali celebravano il trionfo di Traiano sui Daci Scavi recenti hanno rinvenuto parte del fregio interno del portico: Si tratta del vano porticato che tocca il Foro di Augusto Fregio decorato da coppie di grifoni ai lati del tripode = attributi più tipici del culto di Apollo ⇩ Tripode di Apollo: Augusto lo aveva fatto dipingere nella sua Domus sul Palatino Era l’elemento caratteristico del Tempio di Apollo che era sempre nella sua Domus sul Palatino È un collegamento più che diretto con il culto di Apollo e quindi ad Augusto Moneta aurea di Traiano: aiuta nella ricostruzione della struttura “trisegmentata”: 3 segmenti tutti caratterizzati da colonne I lati obliqui hanno le colonne addossate alla parete (in pavonazzetto) con il fregio che fuoriesce in corrispondenza della colonna (stesso modello che Rabirio idea per il Foro di Nerva) ➔ queste colonne inquadravano nicchie con statue onorarie In corrispondenza dell’ingresso ➔ colonne libere in marmo giallo antico ⇩ Colore dei marmi = cifra della monumentalità traianea, più che con gli altri imperatori I marmi colorati hanno un enorme incremento con il suo principato Sull’attico: c’era la scultura in bronzo dorato di Traiano sulla sestiga Traiano aveva celebrato infatti il suo trionfo sulla sestiga Statua equestre di Traiano: Fulcro compositivo e visivo del complesso, posizionata nella grande piazza (secondo il modello del Foro di Augusto e di Cesare) È stato ritrovato il grande basamento della statua ➔ dimostra che le dimensioni di questa dovevano essere molto più grandi rispetto a quella di Augusto e Cesare Importante: statua stabilisce un rapporto diretto con l’architettura Non è perfettamente al centro, ma è arretrata verso l’ingresso di una 20ina di metri La statua si incontrava poco oltre l’ingresso e doveva essere rivolta verso la Basilica civile ➔ questo perchè, se fosse stata rivolta verso l’ingresso, la visuale sarebbe stata schiacciata per la poca distanza, mentre girata dall’altra parte sarebbe stata visibile da tutti i lati della piazza Diventa così il vero fulcro della piazza attorno a cui si articola questo complesso di portici Di questa statua abbiamo testimonianza fino all’età tardoantica – – – – – – – – – Ammiano Marcellino, Res Gestae: Parla del momento in cui Costanzo II entra nel Foro di Traiano Il Foro era ancora pienamente in opera e diventa la principale meraviglia di Roma in età TA almeno fino al VII sec dC Tra la statua e la basilica = i portici: Imponenti portici molto profondi al cui centro si apre un abside su ogni lato, anch’essa con fronte colonnata e delle colonne in marmo colorato Attico: Sormontante rispetto al portico Riprende la scansione decorativa del Foro di Augusto, con sculture alternate a clipei (imagines clipeate) Negli scudi = membri famiglia imperiale e maggiori condottieri esercito che avevano permesso la vittoria contro i Daci, non più il ricorso alla divinità, ma una storicizzazione che diventa la base dell’ esaltazione politica Sculture = prigionieri ➔ si esaltano rappresentanti del popolo vinto, le famose “Sculture dei Daci” Nella parte più vicina alla Basilica Ulpia ➔ c’è il clipeo con il ritratto di Traianus Pater, il padre di Traiano Statue dei Daci: ne abbiamo vari frammenti del corpo e dei volti Raffigurano i capi delle tribù daciche Questa novità di rappresentare i prigionieri implica il fatto che noi ci interroghiamo sulla maniera in cui i prigionieri vengono rappresentati, sullo statuto che ai prigionieri si riconosce ⇩ Questi prigionieri daci sono rappresentati nella loro dignitas, non sono umiliati, sono pienamente autorevoli pur sottomessi C’è la consapevolezza che esaltando la grandezza dei vinti, ancora di più emergeva il valore di chi era riuscito a vincerli (quindi delle truppe di Traiano) Questa dinamica di esaltare i vincitori attraverso i vinti ha dei precedenti nelle sculture di guerra ellenistiche = donari pergameni Sculture che rappresentano il valore dei Galati, al servizio dell’ esaltazione del potere degli Attalidi La copia di quelle sculture infatti si trovava a pochi metri nel Templum Pacis C’è una conoscenza diretta di quei modelli La Basilica Ulpia: È la parte che più si percepisce passando da Via dei Fori Imperiali: Complesso di grandi dimensioni ➔ è l’edificio basilicale più grande della storia dell’architettura di Roma Altezza massima di 35 m ➔ dalla piazza impediva di vedere la colonna Traiana Divisa in 5 navate all’interno, quella centrale più ampia, separate da colonne Si doveva articolare su un doppio ordine su tutti i lati ➔ colonne primo ordine = granito grigio egiziano; colonne secondo ordine = cipollino Ci sono tracce che fanno pensare a un terzo ordine in corrispondenza della navata centrale con semicolonne in cipollino – – – – La sua altezza progressiva ➔ crea un diaframma visivo, quindi per chi era nella piazza il complesso si chiudeva con la Basilica Bisognava attraversarla per vedere la grande novità rappresentata dalla zona della Colonna Traiana e dalle due cosiddette Biblioteche (ambienti ai lati della colonna) ⇩ Era un effetto voluto rispetto al fatto che bisognava attraversare la Basilica per raggiungere questo nuovo settore, con al centro la Colonna Traiana e due edifici speculari ai lati (le Biblioteche) Attico della Basilica: Sulla balaustra ➔ rilievi con cataste di armi, soprattutto daciche e di altre province dell’Impero Ancora una volta la storia per l’esaltazione politica A creare l’alternanza, ancora una volta, sono rappresentati i prigionieri daci ⇩ Cataste di armi = modello di Pergamo Il Propileo di accesso al Temenos di Atena aveva le cataste di armi Lo studio iconografico fa capire che queste del periodo Traianeo sono molto simili a quelle pergamene Apollodoro di Damasco aveva una conoscenza diretta di Pergamo Iscrizioni ➔ lungo il fregio della Basilica che ricordano ciascuna una Legione guidata da Traiano che aveva combattuto in Dacia Era chiaro il riferimento a una particolare connotazione militare di Traiano come capo dell’esercito I trofei delle insegne delle Legioni, di cui sono stati ritrovati dei frammenti metallici, erano collocati sopra ogni statua dei Daci Anche in corrispondenza del portico, sul Dace, c’è l’insegna della Legione Statua di Traiano: Guarda nella direzione della Basilica perchè risponde a un preciso programma figurativo ➔ risponde al rapporto specifico tra Traiano e le sue Legioni che hanno sottomesso i Daci e hanno portato alla massima espansione dell’Impero Questo Foro ha una caratterizzazione militare che gli altri fora non hanno avuto Il cortile retrostante la Basilica Questione della datazione: I muri portanti hanno bolli laterizi dell’età di Traiano Il pavimento del portico, intorno alla Colonna, si poggia a dei muri che hanno dei bolli del 125-127 dC, dell’età di Adriano ⇩ Questo vuol dire che, quando è stato inaugurato il tutto nel 112 dC, questo settore aveva la Colonna, ma non era ancora completo Viene ultimato da Adriano successivamente Infatti, gli ambienti laterali avevano: Nella prima fase ➔ solo una serie di colonne interne Nella seconda fase ➔ ricevono un secondo ordine di colonne
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