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Riassunto "ARTE. Una Storia Naturale e Civile" volumi 3 e 4 + integrazioni delle lezioni, Sintesi del corso di Storia dell'Arte Moderna

Riassunto completo e dettagliato del volume "ARTE. Una Storia Naturale e Civile" volumi 3 e 4 (Salvatore Settis e Tomaso Montanari) + integrazioni delle lezioni tenute dalla Prof.ssa Chiara Gauna. Esame superato con 30/30esimi.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 06/11/2023

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Scarica Riassunto "ARTE. Una Storia Naturale e Civile" volumi 3 e 4 + integrazioni delle lezioni e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Storia dell’arte moderna. -Giorgio Vasari (Vite de' piu eccellenti pittori scultori, e architettori) è il primo storico dell’arte italiana:  Arte come grande impresa collettiva dove ogni artista, maggiore o minore, dà un suo contributo.  La storia dell’arte è la comprensione di tale contributo collettivo.  Egli analizza la storia dell’arte da Cimabue e Giotto per arrivare ai suoi contemporanei.  Tre età: medioevo, 1400 e maniera moderna (contemporanea a Vasari).  Nella sua opera colloca le vite e le biografie degli artisti.  Non tutto è possibile in ogni epoca: le possibilità di un artista a lui contemporaneo sono diverse da quelle di un artista del medioevo. -Le opere sono un oggetto concreto che una volta manipolato o distrutto non c’è piùtutela delle opere. La storia dell’arte è anche comprensione e studio del patrimonio culturale. -“Caselle”:  Stato di conservazione.  Autore/scuola (geografia): sono molte le opere delle quali non si conosce l’autore, molte opere non sono firmate. Alcuni nomi sono inventati dalla critica dell’arte o sono uno pseudonimo (es Carlo Braccesco chiamato prima Maestro dell’Annunziazione del Louvre. A tale opera ne sono state associate altre per motivi stilistici ecc.). Collocazione geografica: anche se non si conosce l’autore si può comunque collocare l’opera in un contesto geografico.  Cronologia.  Iconografia: es Annunciazione che non è un momento unico ma un’azione che si svolge nel tempomomento della conturbazione, riflessione e ascolto dell’angelo (cogitazione), interrogazione, umiliazione. Le arti figurative non rappresentano l’interezza di un episodio continuativo nel tempo bensì un momentoscelta di tale momento.  Committenza: volevano e pagavano un’opera. Un artista in età moderna non dipinge per sé. Esistenza di un contratto tra artista e committenti firmato da un notaio (es Domenico Ghirlandaio e Giovanni Tornabuoni, committente).  Collocazione originaria e spostamenti nel tempo: es David di Donatello, pensato per un palazzo dei De Medici e poi spostato dopo poco dopo in un altro palazzo; prima scultura nuda dell’età moderna basata sui modelli antichi; doveva essere posta su una colonna alta 1,80 metrilo sguardo basso in realtà è uno sguardo fiero verso l’osservatore=scultura creata per essere guardata dal basso verso l’alto.  Fortuna critica: scarti di oscillazioni di gusto influenzano la sopravvivenza materiale delle opere. Es morte della Vergine: commissionata a Caravaggio per una cappella di Santa Maria della Scala a Roma (contratto nel giugno 1601, una clausola del contratto consisteva nel fatto che l’opera dovesse essere sottoposta a perizia prima della consegna). Tra il marzo e l’aprile del 1606 il dipinto viene rifiutato da padri di Santa Maria della Scala (mancanza di decoroin realtà l’opera costituisce un nuovo modo di raccontare la storia sacra). L’opera viene messa all’asta e viene comprata dal duca di Mantova, grande collezionista. Il duca di 1 Mantova giocava d’azzardo e vende il quadro in Inghilterra. Il quadro va poi in Francia a Parigi. Lo spostamento di un’opera è anche la base per una sua possibile influenza. -Roberto Longhi: “Paragone”, editoriale nato nel 1950. Convinzione che lo specifico della cultura italiana fossero la letteratura da un lato e le arti figurative dall’altronecessità di mettere le opere in confronto, in un contesto. -Un’opera d’arte si colloca in un campo soggetto a diverse forze artisticheEnrico Castelnuovo: un’opera deve tenere conto dei committenti, del pubblico, delle istituzioni e degli artisti. -Campo intellettuale (Bourdieu): “irriducibile a un semplice aggregato di agenti isolati, o a un insieme additivo di elementi semplicemente giustapposti, il campo intellettuale, al modo di un campo magnetico, costituisce un sistema di linee di forza. Ciò equivale a dire che gli agenti o i sistemi di agenti che ne fanno parte possono essere descritti come altrettante forze che ponendosi, opponendosi e componendosi, conferiscono al campo la sua struttura specifica a un determinato momento”. Un’opera è frutto di più forze. Le opere sono da collocare in un sistema complesso. Leggere le opere vuol dire fare agire nel campo magnetico le componenti che sono più utili a capire il contesto e il sistema produttivo dell’opera. -Con storia dell'arte moderna si intende tutto ciò che è stato eseguito dalla fine del 1400 al 1700. La storia dell’arte moderna italiana ha delle costanti, delle caratteristiche come la componente geografica molto forte. Esistono anche delle caratteristiche politiche che diventano poi culturali portando ad una frammentazione politica molto articolata (sistema delle corti, papato). Per esempio Urbino è una corte molto più centrale che Roma, poverissima in quegli anni. Ø Pluristilismo dell’arte italiana, una ricchezza che non trova pari in altre realtà artistiche in Europa, forse solo in Spagna≠omogeneità francese, svizzera ecc. -Scuola: identità stilistica (es scuola veneziana, fiorentina, milanese ecc.). -L’attenzione per l’antico: gli artisti, nonostante non conoscessero il latino o il greco, percepiscono l’importanza del patrimonio dell’antichità classica (costante degli artisti). -La centralità dell’antico irrompe anche in scene sacre:  San Sebastiano di Andrea Mantegna, inizio anni ’80 del 1400: Mantegna inscena il martirio di San Sebastiano, santo romano; ambizione di ricostruire l’ingresso di una città antica; precisione e adesione quasi prevalenti rispetto alla scena del martirio.  Un’altra citazione all’antico è costituita dalla Punizione dei ribelli di Botticelli, dipinta per la Cappella Sistina di Roma: la scenografia sullo sfondo deriva direttamente dall’antico che si inizia ad osservare e copiare con grande attenzione.  Michelangelo negli Ignudi della cappella Sistina studia profondamente una serie di sculture antiche come il Torso del Belvedere. -L’antico è anche una modalità narrativa:  Es Pala Baglioni di Raffaello conservata oggi alla Galleria Borghese: grande sforzo tecnico (si deve affermare); iconografia molto comune del corpo di Cristo trasportato nella tomba; risultato di grande armonia; Raffaello si basa su un modello antico (che non aveva ovviamente a che vedere con il trasporto di Cristo cioè l’iconografia del trasporto del corpo di Melegaro, diffuso sui sarcofagi antichi che Raffaello ebbe modo di vedere). Ø Rapporto tra il recupero dell’antico e della tradizione cristiana. 2 Le corti d’Europa parlavano ancora la lingua del gotico internazionale mentre a Roma fioriva il rinascimento maturo di Raffaello e Michelangelo. La scultura di Claus Sluter (1360-1406). -Gotico internazionale. -Olandese che fece fortuna in Francia presso Filippo l’Ardito, duca di Borgogna, e presso la Certosa di Champmol, monastero vicino a Digione fondato da Filippo. -Pozzo dei profeti (Certosa di Champmol di Digione, 1395):  Grande gruppo scultoreo installato al centro del chiostro ed in gran parte distrutto durante la Rivoluzione francese.  Rimane la base esagonale con i rispettivi profeti.  Possente monumentalità, tendenza al tutto tondo, vigore delle espressioni e dei gesti, tracce di policromia (caratteristica costante del gotico internazionale) e dell’oro. -Monumento funebre di Filippo l’Ardito (Digione, 1404):  Completato dal nipote di Sluter.  Solo le mani del duca appartengono al monumento originale. Oggi vediamo una riproduzione ottocentesca.  Monumento isolato su quattro lati (non è addossato ad una parete).  Ininterrotta galleria di pleurantsfigure a tutto tondo di addolorati incappucciati e piangenti. Pur mostrando solo panneggi artificiosi e non un volto o delle lacrime, provocano nell’osservatore grande dolore. La Lombardia di Gian Galeazzo Visconti (1351-1402). -Frammentazione della fine del 1400: la Milano dominata dal duca Gian Galeazzo Visconti è molto internazionale (sua moglie era francese)il gotico internazionale si impose come linguaggio artistico del Ducato di Milano. -Duomo di Milano (1387):  Grandioso progetto: si voleva competere con le grandi cattedrali francesi.  Ricerca quasi affannosa di architetti e scultori stranieri (francesi, tedeschi ed italiani) spesso in contrasto tra loro.  Spesso i pittori fornivano i disegni ed i modelli per gli scultorirapporto tra invenzione ed esecuzione.  Jacopino da Tradate: notevole scultore attivo nel cantiere del Duomo di Milano dal 1401; Rilievo di Martino V=pontefice seduto e benedicente, sfrenato panneggio della lunga veste (che apparente i gusti di Jacopino a quelli di Michelino da Besozzo). -L'importanza del tardogotico milanese ha avuto una storia critica novecentesca (Pietro Toesca, prima cattedra di storia dell’arte di Torino, con “La pittura e la miniatura nella Lombardia”recuperare la cultura figurativa lombarda). -La circolazione molto importante per il tardogotico si deve in gran parte ai manoscritti miniati che viaggiavano molto facilmente. Ø Circolazione molto intensa di manoscritti miniati in tutta Europa (a Parigi un particolare genere di miniature si chiamavano lombarde , riconoscibili stilisticamente e figurativamente). 5 Ø Le miniature decoravano libri di preghiere, romanzi e Tacuina Sanitatis. -Elogio Funebre di Gian Galeazzo Visconti di Michelino da Besozzo (Parigi, 1403).  Sermone in memoria di Gian Galeazzo di Pietro da Castelletto (cortigiano e frate agostiniano).  Frontespizio: Gian Galeazzo è incoronato da Gesù Bambino in paradiso.  Scena cortese: lussuoso mantello, corte celeste come corte mondana, visi fanciulleschi, linee sinuose, coloratissime figure quasi incorporee.  Virtù, angeli ed insegne viscontee.  No interesse per resa spaziale: figure bidimensionalivisione “paradisiaca”. -Matrimonio mistico di Santa Caterina di Alessandria di Michelino da Besozzo (Pinacoteca di Siena, circa 1405).  Fondo oro.  Atmosfera onirica.  Nessuna concretezza spaziale.  Magrissimi santi.  Architettura trono, aureole, corone e scritte (compresa firma) sono a rilievo attraverso l’uso della pastiglia dorataeffetto di una grande oreficeria. -Giovannino de Grassi, protagonista della miniatura lombarda, realizza il libro di preghiere per Gian Galeazzo Visconti. Egli non era solo miniatore ma era anche disegnatore, pittore, scultore e architetto (disegnatore per i vetrai e gli scultori del duomo di Milano). Libro d’ore di Gian Galeazzo:  Presenza di figure sacre.  Ritratto di Gian Galeazzo.  Nuova attenzione per gli animali che popolano la base della pagina.  Gusto naturalista e decorativo del tutto nuovo. Ø Il libro di modelli tardogotici veniva conservato dalla bottega anche dopo la morte dell’artista. Taccuino di disegni di Giovannino de Grassi (Biblioteca civica di Bergamo):  Taccuino di disegni non solo di Giovannino ma anche della sua bottega.  Disegni su pergamena (materiale molto costoso), colorati acquerellati e molti sono dedicati ad animali. Ø Attenzione per i fiori e per gli animali tipica del tardogotico. 6 Filippo Maria Visconti. -Cappella di Teodolinda del Duomo di Monza dei Fratelli Zavattari (team famigliare costituito da fratelli ed il padre che aveva lavorato nel cantiere del Duomo di Milano, 1444):  Teodolinda era la sovrana che aveva convertito il suo popolo alla fede cristiana.  La sua vita viene raccontata in un ciclo di affreschi sulle pareti della cappella che ne conserva le spoglie.  La biografia è trasformata in una sorta di avventuroso romanzo cavalleresco.  Il ciclo è un ripetersi di scene di corte che danno l’effetto di miniature sovradimensionate.  Nelle scene il cielo è sostituito da un fondale dorato con motivi geometrici.  Il ciclo dipende molto dalla lezione di Michelino da Besozzo. -Le carte dei tarocchi: nella prima metà del 1400 si diffuse soprattutto nelle corti del nord Italia il gioco delle carte come passatempo.  Mazzo di tarocchi visconteo detto “Brambilla” della Bottega dei Bembo (“Cavallo di lance” e “Ruota della fortuna”, circa 1445): vi si riconosce lo stesso linguaggio fantasioso e lussuoso delle Storie di Teodolinda. Artisti itineranti: Gentile da Fabriano. -Circolazione non solo di codici miniati ma anche di artisti itineranti (non hanno una bottega fissa ma lavorano per diversi centri e committenti, sono quindi in aggiornamento continuo):  Gentile da Fabriano: attivo a Pavia, Firenze, in Umbria ecc. Nato nel pieno 1300 e morto nel 1427. Lavora per diversi committenti e in diversi luoghi geografici. Egli è attestato a Venezia dove compie un ciclo di affreschi per il Palazzo Ducale di cui oggi non rimane traccia. Il letterato Bartolomeo Facio (metà del 1400) lo cita tra gli uomini illustri del suo tempo e ripercorre in sintesi la carriera del pittore (notevole reputazione del maestro).  Antonio Pisano chiamato Pisanello (1395-1455).  Jacopo della Quercia: scultore. -Pala di Berlino (circa 1400, Berlino):  Pala dipinta per una chiesa di Fabriano.  Prato fiorito, eleganza figure femminili, virtuosa lavorazione dell’oro degli angioletti nascosti tra gli alberi. -Polittico di Valle Romita (“Incoronazione della Vergine e santi”, Pinacoteca di Brera, tra il 1406 ed il 1414):  Sfolgorante polittico commissionato da un eremo francescano di Valle Romita (iconografia molto diffusa in ambiente francescano).  Tavole del polittico arrivano in momenti diversi a Brera (tavola centrale dell’Incoronazione, tavole laterali dei santi e le altre tavolette del registro superiore).  Cornice tardogotica non originale (è datata 1925).  Incoronazione attorniata dai santi fondatori dell’ordine.  I protagonisti dell’Incoronazione sembrano galleggiare sul fondo dorato. 7  Medaglia di Lionello d’Este (Capodimonte, 1444): medaglia per celebrare le nozze del signore. -Madonna della Quaglia (Verona, 1420):  Iconografia della Madonna dell’umiltà.  Due angeli incoronano la Vergine.  Estrema eleganza della Vergine (dolcezza realistica).  Grande attenzione naturalistica nella resa di fiori (siepe e prato fiorito) ed uccelli.  In primo piano è presente una quaglia che dà il nome al dipinto.  Preziosità, raffinatezza, attenzione per la natura. -Compresenza in Pisanello di tendenze diverse, tardogotiche e fermenti umanistici. Costeggia un momento di passaggio. -Utilità di macro definizioni che devono servire come bussole di orientamento e non come camice di forza. Jacopo della Quercia (Siena, 1371-1438). -Scultore. -Tomba di Ilaria del Carretto (Lucca, 1406).  Moglie del signore di Lucca morta molto giovane per parto.  Tomba isolata di tipo borgognone (come quella di Claus Sluter per Filippo l’Ardito).  Il gisant (=giacente, rappresentazione scultorea della persona defunta sdraiata) è disteso sul sarcofago con ai piedi un fedele cagnolino (dettaglio tipico della scultura funeraria d’oltralpe).  Naturalismo del volto.  Elegantissimo abito alla moda. -La fonte Gaia a Siena (1414):  Jacopo ottenne dal comune l’incarico della Fonte Gaia per Piazza del Campo.  Per la decorazione della fontana si scelsero soggetti connessi con i temi civili espressi nell’antistante Palazzo Pubblico attraverso cicli di affreschi (es Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti).  Si ergevano le statue di Rea Silvia e Acca Larentia, madre e nutrice di Romolo e Remoallusione alla leggendo secondo la quale Siena fu fondata dai figli di Remo.  La versione di Jacopo fu sostituita verso la fine del 1800 da una copia di Tito Sarrocchil’originale era molto mal ridotta a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici. San Petronio a Bologna. -A Jacopo della Quercia venne affidato il progetto del portale centrale della Basilica che però riuscì a completare solo in parte. Realizzò però tutti i rilievi dei fianchi (es Scena del Peccato originale=episodio ridotto ai soli protagonisti, possenti nudi dei progenitori probabilmente studiati da Michelangelo che influenzarono il David). -Cappella di Bartolomeo Bolognini (ricco mercante e uomo politico, erige la cappella per la propria sepoltura, primi decenni del 1400): affreschi eseguiti da Giovanni da Modena (=il più alto rappresentante del gotico internazionale nella pittura emiliana). Cappella dallo stile fortemente gotico (vetrate, polittico ligneo e affreschi) – le altre cappelle sono state alterate durante i secoli successivi. Egli dipinge anche Storie dei Re Magi dallo stile fortemente fiabesco. 10 Firenze all’inizio del 1400: le novità prospettiche. Le formelle del Battistero (porta nord). -Alberti racconta l’esperienza di osservare Firenze nel 1434; egli fino a quel momento aveva creduto nell’assoluto primato dell’antichità e aveva guardato al suo tempo come ad un’epoca in cui la natura non riusciva più a partorire gli uomini geniali di cui si leggeva nei testi greci e romani. Alberti vedendole opere di Brunelleschi, Donatello, Lorenzo Ghiberti e Masaccio capì che l’antichità fosse rinata. La generazione eroica che inventa il rinascimento lo fa dal nulla (a differenza degli antichi che avevano goduto di un’interrotta continuità culturale). Ø Filippo Brunelleschi, Donatello e Massaccio. -Firenze in questi anni è minacciata da Gian Galeazzo Visconti (resiste 13 anni)inizia la costruzione di un mito, di un ideale culturale che porterà ad una lunga storia di Firenze nel 1400 come nuova Atene/nuova Roma. -Nel 1401 viene indetto a Firenze un concorso; i committenti, i promotori, sono la signoria di Firenze e la corporazione di Calimala, quella dei mercanti, per stabilire l’artista migliore in grado di eseguire e portare a termine le porte mancanti del battistero di Firenze (la prima era di Andrea Pisano)celebrare in maniera nuova l’arte e gli artisti. -Le modalità di lavoro tradizionali consistevano nella richiesta di disegni da parte dei pittori; si convocavano gli scultori e si sollecitavano delle offertelo scultore che chiedeva meno si aggiudicava la commissione della scultura (così è accaduto per il duomo di Milanosculture eseguite quindi da scultori non molto affermati). A Firenze questo non accade: il battistero di Firenze è centrale alla città (=si battezzavano le persone e diventano ufficialmente cittadinidoppia funzione, civile e religiosa). -Il tema è il Sacrificio di Isacco: i due più importanti artisti del concorso furono Lorenzo Ghiberti, il vincitore, e Filippo Brunelleschi. Essi dovevano creare delle formelle mistilinee (=con cornice gotica). Vasari spiega che fu scelto un tema adatto ad affrontare le difficoltà dell’arte poiché implicava la realizzazione di personaggi nudi, di personaggi vestiti, l’ambientazione di una scena esterna, che ha continuità temporale e la presenza di più piani della scenaobbligava gli artisti alla resa dei nudi, degli animali, della coordinazione di tutta la scena. -Testimonianze scritte sul concorso:  Lorenzo Ghiberti stesso nei suoi Commentari (dopo il 1447) racconta anche del concorso (inserisce la propria autobiografia) che segna profondamente la sua carriera e afferma che a consegnare effettivamente la formella furono solo 6 artisti alla presenza di 34 giudici.  Manetti: biografo di Brunelleschi. -Le formelle sono oggi conservate al museo del Bargello a Firenze, confluirono nelle collezioni medicee e costituiscono un documento storico importante fin dal 1400. Ø Due interpretazioni diverse: Brunelleschi aveva una perizia tecnica meno esperta di Ghiberti. 11 -Formella di Ghiberti:  Ghiberti aveva un’ottima dimestichezza con la lavorazione del bronzo.  Isacco è già inginocchiato sull’altare (altare all’antica).  Rimando all’antico anche nel nudo di Isacco (muscolatura abbastanza dettagliata che sembra riprendere quella di un torso antico).  Abramo sta per sacrificare il figlio e l'angelo sta per intervenire.  Componente tardogotica del linguaggio di Ghiberti: panneggi che catturano la luce e pose delle figure (servi uno di schiena e uno di fronte).  Grande impegno esecutivo dei panneggi, delle figure, del nudo, della scena generica.  Lettura da sinistra a destra: servi con asino e poi sacrificio. -Formella di Brunelleschi:  I personaggi sono gli stessi: due servitori (uno si prende il piede e l’altro è accovacciato), asino sellato, scena principale sullo sfondo quasi in secondo piano.  Panneggi un po' più pesanti e semplificati.  Momento diverso, più drammatico: il coltello è più vicino, il sacrificio sta per essere compiuto.  Agnello trovato impigliato lì vicino.  Dettagli di invenzione molto importanti: es velo del panneggio di Abramo che sembra impigliarsi in un ramo lì a fianco.  Ripresa dell’antico: il servitore che si toglie la spina dal piede riprende delle sculture antiche che Brunelleschi conosceva direttamenteSpinario, ragazzo che si toglie spina dal piede. Ø Due modi differenti di interpretare la scena e una diversa competenza e sapienza nella scultura della formella. Ø La tecnica e la composizione di Ghiberti viene preferita: una lunga tradizione storiografica vorrebbe vedere l’opera di Brunelleschi come un manifesto del rinascimento contro un Ghiberti ancora del tutto gotico.  Ghiberti utilizza la fusione a cera perduta, usata per la scultura in bronzo nell’antichità e recuperata grazie alle fonti antiche all’inizio del 1400lavorazione molto precisa della scultura in bronzo che permette una leggerezza molto maggiore poiché le sculture risultano cave cioè vuote.  Brunelleschi non conosce la tecnica e la sua scultura è piena (pesa infatti 7 kg in più). -Ghiberti segue il cantiere delle porte (il suo primo contratto risale al 1403). -A Ghiberti spetta il compito della fusione delle varie scenelungo lavoro di limature della fusione in bronzo, della doratura delle porte ecc. eseguito da molti aiutanti. -La prima ad essere realizzata è la porta nord (1403-1424): scene del nuovo testamento (cambio iconografico in corsa – la formella del concorso non viene utilizzata)eleganza del gotico internazionale. 12 Al centro è presente San Giorgio, da un lato la caverna e dall’altro lato la principessa con alle spalle un’architettura. -San Ludovico di Tolosa di Donatello (1423) per il tabernacolo della parte guelfa, il partito dominante in città:  Prima opera di Donatello in bronzo.  La statua venne poi spostata nella facciata della Chiesa di Santa Croce ed oggi è esposta nel museo di quest'ultima.  Tabernacolo in Orsanmichele dove per la prima volta si preferì un arco a tutto sesto anziché il coronamento gotico. -San Giovanni Battista di Lorenzo Ghiberti (1412-1416): per la corporazione di Calimala; appartiene ancora al linguaggio stilistico del gotico internazionale. Filippo Brunelleschi e la prospettiva. -Filippo Brunelleschi insieme a Donatello si recò a Roma per studiare le sculture degli antichi. -Esegue degli esperimenti mirati sulla prospettiva e sulle regole geometriche della visione. -Prima della messa a punto delle regole prospettiche le opere di Giotto, di Ambrogio Lorenzetti ecc. hanno un’interpretazione molto aderente dello spazio reale anche se molto intuitiva attraverso degli accorgimenti empirici (es Presepe di Greccio di Giotto: rappresentazione del retro della croce; Cappella degli Scrovegni di Padova: rappresentazione di uno spazio interno con una finestra, una volta, un oggetto decorativo appeso alla volta – coretti prospettici; Presentazione al Tempio di Ambrogio Lorenzetti nella Cattedrale di Siena: ricorda da molto vicino gli interni delle chiese tardogotiche). -Tecnica per rappresentare gli oggetti nello spazio ed ottenere l’effetto della terza dimensione su una superficie bidimensionalefar apparire gli oggetti come l’osservatore li vede nella realtà da un determinato punto di vista. -Brunelleschi crea un metodo matematico che prevede di individuare sulla superficie un punto di fuga (=centro dell’orizzonte verso il quale guarda l’occhio dell’osservatore). -Brunelleschi crea due vedute prospettiche, quella del Battistero e quella di Piazza della Signoria, in oro brunito che si dovevano guardare di fronte ai monumenti per verificarne la verosimiglianza: bisogna guardare da una parte l’immagine dipinta e dall’altra il riflesso dell’immagine reale per ottenere una perfetta adesione della versione dipinta con la raffigurazione dello spazio disegnata. Al posto dell’azzurro del cielo Brunelleschi inserì delle lastre metalliche per riflettere il cielo reale e dare un effetto più realistico. Il Battistero era stato disegnato tirando le linee prospettiche da un punto di fuga centrale. Chi si fosse sistemato nel punto esatto in cui Brunelleschi aveva eseguito il dipinto, osservava la tavoletta riflessa in uno specchio attraverso un piccolo foro posto in corrispondenza del punto di fuga e avrebbe visto un’immagine identica al vero.  Regole geometrico-matematiche che consentono di riportare l’immagine degli oggetti su una superficie pianaprospettiva intesa come la convergenza delle linee di profondità tracciate da un punto di fuga unificato (prospettiva lineare).  Due tavolette, oggi perdute ma menzionate da più fonti biografe, nelle quali è sempre l’uomo ad essere il punto di vista. 15  L’osservatore, fronteggiando il retro del pannello, doveva guardare attraverso un foro realizzato al centro della tavoletta dietro la quale è raffigurata l’immagine mirando uno specchio, disposto di fronte alla tavoletta in maniera tale da riflettere la superficie del lato dipintoleggi della prospettiva e dimostrazione dell’esistenza di un punto di fuga.  Per rendere ancora più efficace la dimostrazione prospettica Brunelleschi ricoprì con dell’argento brunito l’area della tavoletta corrispondente al cielo affinché quello reale vi si specchiasse con le sue nubi, accrescendo l’effetto di profondità nella terza dimensione degli elementi architettonici illustrati. -Questo metodo prospettico viene poi messo a punto e utilizzato in architettura (es cupola del Duomo di Firenze), scultura (Donatello, Lorenzo Ghiberti e Nanni di Banco) e in pittura (Masaccio). La cupola di Santa Maria del Fiore (1418-1436). -Brunelleschi divenne l’unico direttore del cantiere a scapito di Ghiberti. -Mise a frutto quanto imparato dai monumenti antichi riguardo alle tecniche ma la forma per ragioni strutturali era ancora gotica (ricorso a grandi costoloni ogivalispiccato verticalismo). -La cupola fu ultimata nel 1436. -Manifesto civile e politico di Firenze. La loggia degli innocenti (1421-1424). -Filippo Brunelleschi ricevette l’incarico di progettare l’Ospedale degli Innocenti (=pubblica istituzione deputata ad accogliere e crescere i bambini abbandonati)edificio pubblico. -Il loggiato dell’ospedale è costituito dal regolare succedersi di campate contraddistinte da identiche proporzioni in larghezza ed in altezza e dal susseguirsi di arcate a tutto sesto impostate su colonne. -Esso può essere definito la prima architettura del rinascimento. -L’architettura è qui per la prima volta pensata in termini geometrici ed aritmetici. La ristrutturazione della Basilica di San Lorenzo. -L’opera venne affidata a Brunelleschi. -Tre navate; copertura piana al centro e volte nei corridoi laterali. -Per le campate venne utilizzato il proporzionale modulo cubico (già utilizzato per l’Ospedale degli Innocenti) generato dalle colonne monolitiche. -Nonostante la pianta fosse simile a quella delle grandi basiliche gotiche il vocabolario dell’architettura ed il senso dello spazio erano radicalmente nuovi perché antichi cioè perché ispirati all’architettura romana. -Il progetto nacque intorno alla costruzione di una sagrestia pensata come mausoleo mediceo. -La Sagrestia Vecchia di San Lorenzo (Brunelleschi, 1420-1428):  Aula che appare come spazio cubico.  Colore neutro delle pareti.  Elementi architettonici classicheggianti in pietra serena (=pietra arenaria di colore grigio, cara all’architettura toscana).  Lunette a tutto sesto su ogni lato.  Pennacchi con stemma mediceo.  Sotto il tavolo marmoreo al centro è presente la tomba di Giovanni de Medici (il vano si riflette proporzionalmente ma in dimensioni minori nella scarsella che ospita l’altare).  Colorati rilievi di Donatello: agitate figure di evangelisti e di santi/storie di San Giovanni Evangelista, monumentali scenografie prospettiche, attori in movimento. 16 o Es Resurrezione di Drusiana: donna nera miracolata che risorge dal letto funebre e provoca esaltazione dei presenti rappresentati da figure bianche che risaltano sul fondo color mattone di un’enorme sala caratterizzata da archi a tutto sesto. Il capitolo de’ Pazzi in Santa Croce. -Opera affidata a Brunelleschi. -Andrea Pazzi, ricco esponente di una famiglia nobile fiorentina, aveva partecipato alla ricostruzione di alcuni ambienti del convento di Santa Croce distrutti da un incendio. -Nel 1429 decise di costruire una propria cappella che i frati francescani avrebbero potuto utilizzare per le riunioni del capitolo (assemblea dei membri dell’ordine). -Edificio a pianta centrale impostato in un’area cubica con cupola e scarsella (modella della Sagrestia Vecchia). -Decorazione però differente: corredo scultoreo in terracotta invetriata della bottega robbiana. -Sia Brunelleschi che il committente però non videro mai la cappella completata. -Esterno: elegante porticato all’antica, colonne corinzie che sorreggono trabeazione interrotta al centro da un arco a tutto sestonon si sa se la facciata dipenda da un originale progetto brunelleschiano. Michelozzo di Bartolomeo, l’architetto di Cosimo de Medici. -La Giuditta si innalzava nel giardino del nuovo Palazzo. -Il David venne spostato dalla sala del Vecchio Palazzo Medici nel cortile di quello nuovo. -Michelozzo di Bartolomeo si forma nel cantiere ghibertiano della Porta Nord, diventa socio di Donatello soprattutto come scultore e si afferma poi come architetto seguendo la lezione di Brunelleschi. -Era l’architetto di fiducia di Cosimo de Medici che gli affida il progetto della sua nuova dimora (1444-1460).  Prototipo di edificio gentilizio rinascimentale (famiglia nobile).  Sobria magnificenzadimostrare ricchezza e potere ma senza fasto eccessivo e offensivo per i cittadini della Repubblica.  Facciata alterata in età moderna (finestre cinquecentesche di Michelangelo e prolungamento sulla strada del tardo 1600).  Serie di bifore con archi a tutto sesto. -Michelozzo di era anche occupato della ristrutturazione del Convento di San Marco finanziata da Cosimo il vecchio (1437-1443): spazi razionali del chiostro e della biblioteca (scanditi dai moduli delle campate e degli archi a tutto sesto). 17 Altare di Sant’Antonio di Padova (nell’omonima basilica, 1446-1448). -Costoso altare scultoreo in bronzo. -La posizione attuale (fine 1800) non era quella originale: i santi collegati in cima dovevano avere un’articolazione spaziale molto più complicata che però non sappiamo replicareera infatti presente una cornice architettonica che inquadrava le statue. -Sette statue a tutto tondo. -Rilievi in bronzo:  Piazza quasi ad anfiteatro al centro della quale si svolge la scena.  Miracolo della mula: immensa scenografia architettonica; voluminosa monumentalità dei personaggi trattati dal sottinsù. Ø Scene della vita di Sant’Antonio collocate in una scenografia architettonica all’antica (bassorilievi). Ø Complessità delle architetture che fanno da scenografia alla vita del santo. Ø Interesse per l’antico. Ø Narrazione frenetica. Ø Virtuosistica applicazione dello stiacciato della razionale tridimensionalità prospettica. Monumento equestre di Gattamelata (Padova, 1443-1453). -In bronzo. -Erasmo da Narni detto il Gattamelata. -Grande evoluzione rispetto al Cangrande della Scala (metà del 1300), la più celebre tra le sculture delle arche scaligere di Verona. -Donatello preferisce il bronzo rispetto al marmo e si ispira all’antichità (rilettura del marco Aurelio alla in San Giovanni in Laterano). -Vasari: “grande animo e fierezza”. 20 Masaccio. -Pittura a Firenze all’inizio del 1400. -Vita breve ma cambiò il destino della pittura a Firenze e poi italiana. -Ruolo di importanza già compreso dai suoi contemporanei e fissato in maniera lucida da Vasari nelle Vite. -Masaccio viene chiamato così per la sua astrattezza, pensava sempre alla prospettiva e alla pittura. -Masaccio guarda a Filippo Brunelleschi per la prospettiva e a Donatello per la pittura. -Nuovo realismo, nuovo modo di rendere i nudi e gli scorci in una maniera che in pittura non si era mai vista prima. Ø Le arti guida del primo rinascimento furono l’architettura e la scultura: la lezione di Brunelleschi e Donatello venne messa in pittura da Masaccio, un giovane pittore che per affermarsi si mise in società con un pittore più anziano, Masolino da Panicale. -Nel 1500 si guarderà ancora a Masaccio. La Sant’Anna Metterza di Masolino da Panicale e Masaccio (Uffizi, 1424-1425). -Il maestro più anziano si fece aiutare da Masaccio. -La Vergine e Gesù (Masaccio) sono caratterizzati da una peculiare concretezza tridimensionale. -Gesù bambini è caratterizzato da uno studio dell’anatomia molto moderno. Polittico per la Chiesa del Carmine a Pisa (National Gallery di Londra, 1426). -Masaccio a Pisa lavora a stretto contatto con Donatello. -Polittico oggi smembrato tra diversi musei e giuntoci frammentario. -Scena centrale con la Madonna con il Bambino. -Madonna:  Molto tridimensionale.  Posizione leggermente di tre quarti.  Ginocchio destro un po' più avanzato rispetto al sinistro.  Volto molto serio. -Gesù bambino:  Corporatura molto formata.  Aureola tridimensionale che sembra bucare lo spazio.  Costruzione tonale e tridimensionaleresa più realistica del volto.  Ricostruendo l’impianto prospettico del pannello centrale il fuoco è più o meno posizionato sul piede destro del bambino. -Presenza di angeli musicanti. -Architettura del trono molto tridimensionale e imponente. Ø La struttura del trono e l’impaginazione della scena rispondono alle leggi della prospettiva. 21 -Confronto del pannello con la Madonna con angeli musicanti (Madonna Hildburgh) di Donatello (probabilmente opera di bottega realizzata su un disegno del maestro, Victoria and Albert Museum a Londra):  Esse sono due opere contemporanee.  Idea di impalcatura e scenografia architettonica molto accentuata in entrambe le opere.  Ripresa dell’idea del doppio scalino e degli angeli musicanti da Donatello. Ø Donatello è più avanti in quel momento; ragionava da più tempo su tali aspetti; è un modello per l’artista più giovane. Ø In quel momento la scultura e più avanti della pittura. -Cimasa del polittico (Crocifissione di Capodimonte):  Impostazione molto prospettica pensata per essere vista dal basso verso l’alto (corpo incassato del Cristo crocifisso). Ø Masaccio opera le regole prospettiche in pittura. -Confronto tra l’Adorazione dei Magi della predella centrale e l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano:  Rifiuto dell’aspetto prezioso (uso dell’oro e attenzione per i dettagli naturalistici).  Adorazione di Masaccio: presenza di fiorentini tradizionali, accurato studio delle ombre, aureole in scorcio, impostazione molto sobria e severa, Affresco della Trinità di Santa Maria Novella (1427).  Spazio tridimensionale.  Architettura illusionistica che finge un’intera cappella.  Cristo crocifisso con il Padre sopra; santi (Madonna e San Giovanni) dentro l’architettura dipinta.  Al di fuori dello spazio della scena sacra sono presenti i due committenti inginocchiati (di solito venivano rappresentati sottodimensionati rispetto alle divinitàper Masaccio le ragioni della prospettiva contano molto di più delle gerarchie, in uno spazio tridimensionale le figure umane o divine che siano devono rispettare i rapporti proporzionali).  Presenza di una sepoltura dipinta ad affresco (scheletro) collocata sotto la scena sacra (“io fui già quel che voi siete e quel che’i son voi ancor sarete”). Ø Forte illusionismo della scena: sembra una cappella aperta davanti al fedele, una finestra aperta nel muro. Ø Collaborazione con Filippo Brunelleschi che probabilmente aiuta nella resa a cassettoni così realistica. Affreschi della cappella Brancacci (1424-1427/1428 probabilmente a più riprese). -Affreschi commissionati da Felice Brancacci, ricco mercante di seta. -Come soggetto vengono scelte le Storie di San Pietro come omaggio al fondatore della cappella, Pietro Brancacci, un avo di Felice che vuole omaggiare. -Opera più impegnativa di Masaccio. -Due registri: uno superiore ed uno inferiore. -Masaccio collabora con il pittore più anziano ma la sua personalità si rivelò dominante. -Completata anche da Masolino e Filippino Lippi (figlio illecito di Filippo Lippi e allievo della bottega di Botticelli, 1457-1504). -Lettura dall’alto a sinistra e poi passando sulla destra sempre da sinistra a destra. 22  Rapporto stretto tra potenzialità delle arti figurative e la realtà.  Nomina Brunelleschi, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia e Masaccio. -Il trattato, disponibile sia in latino che in volgare, è diviso in tre parti: “el primo, tutto matematico, dalle radici entro dalla natura fa sorgere questa leggiadra e nobilissima arte. El secondo libro pone l’arte in mano allo artefice, distinguendo sue parti e tutto dimostrando. El terzo instituisce l’artefice quale e come debba acquistare perfetta arte e notizia di tutta la pittura”.  Definizione di prospettiva, I libro: “qui dicemmo tutto quanto apartenga alla forza del vedere [...] dove io debbo dipingere scrivo uno quadrangolo di retti angoli quanto io grande io voglio, el quale reputo essere una finestra aperta per donde io miri quello che quivi sarà dipinto”.  Circonscrizione: attorniare l’orlo nella pittura. Quello che diventa nella trattatistica successiva il disegno.  Composizione: o Le storie devono essere ricche di personaggi, animali e architetture (varietà, ricchezza) ma razionali (perfettamente leggibili). o Rapporto tra figure, scenografie, architetture e paesaggi; l’intero della storia raffigurata con tutte le sue componenti. o Varietà e ricchezza delle storie. o La storia deve dilettare e suscitare emozioni in chiunque la guardi. o La Pala di Gentile da Fabriano probabilmente Leon Battista Alberti non l’avrebbe definita una composizione ordinata. o Rifiuto di materiali preziosi e del fondo oro che disturbano la rappresentazione della pittura.  Ricevere di lumi: rapporto tra luci e ombre, tra colori. -Presentazione al tempio di Fra Carnevale (Boston, circa 1467): condizioni di visione internaarchitettura di una chiesa contemporanea con al fondo dei polittici con cornici goticheggianti. Stefano di Giovanni detto il Sassetta (1400-1450). -Uno dei protagonisti della pittura senese del primo 1400. -Polittico per l’Arte della Lana di Siena (1423-1424) oggi smembratoframmento della predella con Sant’Antonio battuto dai diavoli:  Novità di Brunelleschi (es cielo atmosferico, demoni che danno il senso dello spazio).  Figure che conservano sottigliezza gotica. Filippo Lippi (1406-1469). -Si forma su Masaccio e Donatello e grazie agli affresca della Cappella Brancacci (può essere considerato il più precoce ed autentico seguace di Masaccio). -È un frate carmelitano. -Lavora presso i Medici e diventa un pittore famoso e affermato. -Landino descrive lo stile di Filippo Lippi come grazioso, ornato e artificioso. -Madonna Trivulzio (Milano, 1431):  Pala d’altare di piccole dimensioni.  Soggetto gotico (Madonna dell’umiltà) tradotto in termini masacceschi.  Riprende i bassorilievi schiacciati di Donatello e qualcosa di Massaccio. 25  Non piena raffigurazione dei volti.  Fondo azzurro anziché oro. -Pala Barbadori (Louvre, 1437): commissionata dalla famiglia Barbardori per la Cappella della Chiesa di Santo Spirito a Firenze.  È il primo grande dipinto Filippo Lippi.  Abbandono totale del fondo doro.  Sacra conversazione: iconografia più diffusa nel 1400.  Tre cuspidi/arcate ma spazio unificato: la pala non è un polittico ma è formata da uno spazio unificato costituito da un'unica grande tavola (spazio organizzato attraverso una struttura architettonica).  La composizione poggia su due scalini: su quello più alto è presente la Madonna, su quello più basso due santi inginocchiati ai lati (intercessori per fedeliSan Frediano in rosso e Sant’Agostino in verde). Un altro gradino è solo accennato e allude allo spazio idealmente riservato allo spettatore.  Attraverso i pilastri ed i gradini l’architettura ha la funzione di scandire la scena sacra e di aiutare nella lettura della composizione.  L’architettura inoltre permette di esibire il dominio della prospettiva.  Verità dell’espressione dei volti.  Riferimento alla scultura contemporanea negli angioletti (Donatello). -Per alcune sue opere Filippo Lippi può essere considerato un parallelo in pittura della scultura pacata di Luca della Robbia: es Trittico con la Madonna con il Bambinio, quattro angeli, San Giovanni Battista e San Giorgio (Cambridge, circa 1430):  Le forme e le figure si fanno più larghe e pacate.  Fondo ancora dorato.  No cuspidi gotiche ma timpano all’antica con stemma del committente.  Il committente è rappresentato “in abisso” (=metà inferiore del copro tagliata dalla cornice) che raccoglie la benedizione di Gesù Bambino.  Figure molto simili a quelle presenti nella cantoria di Luca della Robbia.  Non è una Madonna dell’Umiltà perché in realtà è sospesa sopra un tappeto di nuvole. -Madonna di Tarquinia (Palazzo Barberini, 1437): la pala fu probabilmente posseduta da Giovanni Vitelleschi, potente prelato di Tarquinia che fu arcivescovo di Firenze, città nella quale incontrò Filippo Lippi e gli commissionò l’opera.  Cornice ancora gotica.  Linguaggio del rinascimento masaccesco (Cappella Brancacci) ma il Gesù bambino ricorda in qualche modo gli angeli delle cantorie di Donatello e di Luca della Robbia.  Ambientazione interna.  Luce tenue che entra dalla finestra laterale.  Grande attenziona i dettagli degli oggetti (libro, cartellino in basso). Ø Scenario, illuminazione e dettagli di questa “prima natura morta” della storia dell’arte italiana sono ispirati non a Masaccio ma alle novità fiamminghe di Jan van Eyck. -Annunciazione Martelli (San Lorenzo di Firenze, 1440): Brunelleschi occupandosi della ristrutturazione della Chiesa aveva auspicato che si preferissero pale quadrate anziché polittici di tradizione gotica.  Annunciazione illustrata in uno spazio unificato da ingegnosa scenografia architettonica. 26  Arcate di un loggiato all’anticacornice brunelleschiana.  A destra: Arcangelo con Vergine; a sinistra: coppia di angeli.  Iperrealistico dettaglio di una trasparentissima ampolla di vetro (ospitare giglio arcangelo) ospitata in una specie di nicchia progettata appositamente. Un simile virtuosismo si spiega solo attraverso la conoscenza del linguaggio di van EYcke (=amore per piccoli oggetti e le loro proprietà fisiche, capaci di porpore allo sguardo giochi di luce e di ombra). Paolo Uccello (1397-1475). -Cultura artistica complessa che Landino cerca di definire. -Monumento equestre di Giovanni Acuto (1436):  Affresco di una parete del Duomo di Firenze per onorare un condottiero inglese che aveva servito la repubblica il secolo precedente.  Ripresa dell’illusionismo della Trinità di Masacciosimulazione di un complesso scultoreo. -Battaglia di San Romano (1438): tre pannelli (trittico) che descrivono in pittura la battaglia tra fiorentini e senesi (1432) attraverso un uso spintissimo della prospettiva (es lance). Ø Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini (Nation Gallery di Londra, 1435-1438). Ø Disarcionamento di Bernardino della Ciarda (Uffizi di Firenze, 1435-1438). Ø Michele Attendolo guida i fiorentini alla vittoria (Louvre).  Abilità nella prospettiva e nella rappresentazione di paesaggi (paesaggio toscano elaborato che fa da sfondo alle battaglie) e di animali.  Resa prospettica dello sfondo attraverso studi geometrici molto complicati.  Ossessione per gli scorci difficili.  Copricapo di Nicola da Tolentino: solido ruotato nello spazio e decorato con damaschi molto evidenti.  Netto contrasto tra l’impeto della battaglia in primo piano e le scenette dei lontani paesaggi dove il pittore evoca preziosità gotiche.  Disegni di paolo Uccello conservati agli Uffizi e al Louvre. Fra Giovanni Angelico cioè Beato Angelico. -Sempre maggiore attenzione al “ricevere di lumi” cioè alla luce e all’ombra. -Grande sensibilità per il colore della luce e per le ricerche cromatiche e luministiche. -Frate domenicano che lavora spesso a Firenze. -Incoronazione della Vergine (Louvre, circa 1429): pala commissionata per un convento domenicano di Fiesole (opera presa da Napoleone dopo il trattato di Tolentino).  Pala quadrata.  Colori squillanti e luminosi.  Interessata da un restauro molto violento (colori fin troppo squillanti). -Pala della Deposizione (Museo di San Marco di Firenze, circa 1432-1434):  Luce molto chiara, primaverile.  Rappresentazione di una città.  Resa di abiti chiari e luminosi. -Trittico di San Pietro Martire (circa 1429).  Echi del Polittico di Pisa di Masaccio. 27 Andrea del Castagno. -Appartiene ad una generazione successiva rispetto a Filippo Lippi. -È uno dei primi seguaci della pittura di luce di Domenico Veneziano. -Grande disegnatore, resa dei corpi tridimensionali, appassionato delle difficoltà dell’arte, buon frescante. -Apparizione della Trinità (Basilica della Santissima Annunziata, Firenze, fine anni ’40 del 1400):  Affresco.  Parte del registro superiore.  La Trinità è ammirata da San Girolamo, da Santa Paola e da Santa Giulia.  Qualità scultorea delle figure, resa dei panneggi, Cristo crocifisso che quasi si cappotta sui Santi  messa a punto e impiego quasi estremo della prospettiva.  Artificio anche per attirare e stupire lo spettatore (croce molto dall’alto con i santi sotto). -Cenacolo di Sant’Apollonia (Firenze, 1447):  Grande scatola prospettica.  Episodio ambientato in edificio all’antica illustrato in sezione poiché privo della parte anteriore.  Effetto prospettico esagerato grazie alle linee del pavimento, del soffitto e delle pareti laterali che convergono verso il centro dell’architettura.  Sfarzo della sala degno di un imperatore romano (es pareti ricoperte di porfido e marmo colorato).  Apostoli molto statuari.  Luce molto intensa (accende il bianco della tovaglia). -Gli uomini illustri di Villa Carducci (vicino a Firenze, 1447-1448).  Figure anch'esse monumentali.  Ciclo di affreschi profano.  Recupera la tradizione di biografie letterarie classiche (Svetonio, Plutarco ecc.).  Gruppi di tre affacciati ad un’illusionistica loggia all’antica (anch'essa ornata sul fondo da lastre di porfido e marmi colorati).  Es triade di Dante, Petrarca e Boccaccioidentità civile e culturale di Firenze. -Monumento equestre di Nicolò da Tolentino (1456).  Affresco in Santa Maria del Fiore.  Onore al condottiero dell’esercito d Firenze nella Battaglia di san Romano.  Modello di Giovanni Acuto di Paolo Uccelloentrambi esemplati sul Marco Aurelio in San Giovanni in Laterano e oggi nei Musei Capitolini. 30 L’Italia e le Fiandre. -Relazioni artistiche e commerciali tra due mondi lontani: nel corso del 1400 intercorsero rapporti molto stretti tra l’Italia e le Fiandre a causa di relazioni mercantili e finanziarie che imponevano quotidiani contatti. Ø Anche gli artisti, i committenti e le opere facevano parte di questo circuito in perenne movimento. -Cosimo de Medici aprì nel 1440 una filiale della sua banca a Bruges. -Tra la Francia nord orientale e i paesi bassi nacque un nuovo tipo di pittura i cui pionieri furono Jan van Eyck e Rogier va der Weyden. Essi indagarono empiricamente la quotidiana realtà delle cose (ossessione per l’indagine dei più minuti particolari della realtà) con una luce ed uno sguardo nuovo e accuratissimo, scrupolosamente attenti ai minimi particolari grazie alla tecnica ad olio. Ø “Rinascimento” alternativo rispetto a Firenze (rigore matematico della prospettiva, materialità opaca dei corpi umani, ombre). -Il duro giudizio di Michelangelo: egli ebbe un’opinione pessima della pittura fiamminga. -In realtà la pittura fiamminga non fu completamente incompatibile con quella italiana: infatti si può per esempio notare l’immediato riflesso che essa ebbe su Filippo Lippo, fedele allievo di Masaccio. Oppure si può notare come i maggiori pittori fiamminghi dopo van Eyck (quindi van der Weyden e Hans Memling) arricchirono la loro pittura con significative inflessioni italiane. -Il nuovo linguaggio eyckiano, pur sottintendendo un gusto mercantile e borghese, ebbe tra i committenti anche corporazioni, confraternite, ospedali e signori (le città protagoniste di questa vicenda rientravano nel Ducato di Borgogna). -Madonna di Tarquinia di Filippo Lippi (Palazzo Barberini, 1437). -Annunciazione Martelli di Filippo Lippi (San Lorenzo di Firenze, 1440). Jan van Eyck. -Ritratto dei Coniugi Arnolfini (National Gallery di Londra, 1434): probabilmente Giovanni Arnolfini, toscano che si arricchì nelle Fiandre, e la moglie.  Pittura a olio che permette colori più brillanti e resa luministica di grande intensitàscalda gli interni e si diffonde nei paesaggi con veristico senso atmosferico.  No conoscenza della prospettiva lineare brunelleschiana ma costruzione empirica di essa.  Volontà di rappresentare analiticamente la realtà: minuta descrizione di ogni dettaglio. Accentuato verismo dei particolari: pavimento di legno, zoccoli, frutti sul davanzale e mobile, lampadario, rosario, specchio convesso che riflette la coppia ed il pittore. Ø Insieme di tante nature morte.  Clima di intimità domestica: sorta di fotogramma di una coppia.  Fotografica descrizione delle fisionomie, delle carni e delle vesti. -Uomo con il turbante rosso (National Gallery di Londra, 1433):  Mezzo busto e di tre quarti.  Pittura ad olio. 31  Luce proiettata a far risaltare le forme del volto contro il fondo scuro.  Verismo della stoffa del copricapo, pelliccia del coletto, peluria della barba, colore della pelle e intensità dello sguardo.  Forse autoritratto?  Intorno al ritratto è dipinta una finta cornice con firma, data e motto fiammingo (“come posso”=l’artista rappresenta la natura per quanto è possibile pur essendo cosciente di non avere pari tra i suoi contemporanei). -Polittico dell’Agnello Mistico (San Bavone di Gand – Belgio, 1426-1432):  Opera monumentale.  Tardomedievale nel soggetto e nel formato.  Sportelli dipinti sia davanti che dietro.  Sportelli chiusi: o In basso è presente il ritratto del committente con la moglie inginocchiati alle statue dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista o Sopra Annunciazione. o Nel coronamento: sibille e profeti.  Sportelli aperti: o Giardino con agnello (Cristo) adorato da angeli e persone. o Sopra: Dio, Vergine e Giovanni Battista affiancati da angeli cantori. o Ante laterali: Adamo ed Eva.  Attenzione ai dettagli preziosi delle vesti, corone, strumenti musicali, fisionomie.  Chiarore del cielo.  No rigore prospettico. -Madonna del Cancelliere di Filippo il Buono Nicolas Rolin (Louvre, 1430-1434):  Pala di formato quadrato.  Sala di suntuosa dimora.  Devoto con ricchissima veste di broccato (tessuto lavorato con disegni a rilievo).  Vergine con Figlio incoronata da un angelo.  Scena che si apre a luminoso loggiato: paesaggio lontano (fiume che riverbera la luce diffusa dal cielo, architetture gotiche, vegetazione delle circostanti colline). Ø Capacità di raccordare descrizione minuziosa e realistica di un interno con paesaggio naturale (esempio poi seguito da Piero della Francesca). Rogier van der Weyden. -Nato a Tournai (Ducato di Borgogna) si trasferì a Bruxelles e divenne pittore ufficiale di quest’ultima. -Deposizione di Lovanio (Museo del Prado, circa 1443):  Pala d’altare che aveva al centro la Deposizione.  Personaggi accalcati senza interesse per una razionale organizzazione spaziale.  Precisione dei dettagli (lacrime della dolente).  Solidità e gestualità teatrale di gruppo statuario tardomedievale. -Polittico del Giudizio Universale di Beaune (circa 1443):  La pala di Gand di van Eyck è una sorta di modello. 32 Verso una Roma moderna. Antonio Averlino detto il Filarete. -Copia del monumento equestre di Marco Aurelio in piccole dimensioni: prototipo della tipologia del bronzetto (scultura in bronzo intesa a replicare in piccolo un’opera d’arte antica). -Porta di San Pietro (1433-1445):  Realizzata su richiesta di Eugenio VI.  Rilievi che appaiono privi di profondità.  Scene affollate all’inverosimile.  Libertà della fantasia e decorazione dominano sul rigore della razionalità prospettica.  Vasari: “sciagurata maniera”. Beato Angelico. -Cappella Niccolina (1447-1448) su richiesta di Niccolò V. Leon Battista Alberti. -Nato a Genova da una famiglia di mercanti fiorentini in esilio, si applicò agli studi di legge, lettere, matematica, astronomia, arti figurative e non solo. La sua solida preparazione umanistica gli permise di entrare nella cancelleria di Papa Eugenio VI. -Autoritratto (1435) in piccola placchetta metallicasevero profilo e corta capigliatura come imperatore romano. -De re eadificatoria (1452): trattato di architettura costruito sul modello del De architectura di Vitruvio.  Definire principi tecnici ed estetici di edifici corrispondenti ai gusti umanistici.  Dimostra grande consapevolezza anche critica dell’architettura antica.  Austera proporzionalità brunelleschiana con prepotente apparato decorativo all’antica (gusto “neoimperiale”). -Rimini: Rimini era nell’antichità un’importante città romana (Ponte di Tiberio, Arco di Augusto). Sigismondo Pandolfo Malatesta volle il Castel Sismondo ed il Tempio Malatestiano. -Tempio Malatestiano (1453-1457): Sigismondo decise di rinnovare la Chiesa di San Francesco (Croce dipinta di Giotto).  Il tempio venne costruito fino all’altezza dell’architrave.  L’interno non ricorda, come l’esterno, un tempio antico: grandi cappelle gotiche (opera di Matteo de Pasti). o Archi acuti. o Ampio apparato scultoreo decorativo (Agostino di Duccio) delle cappelle. o Semplice copertura a capriate della navata. o Semplicità transetto. Ø Incompiuto.  Esterno (Leon Battista Alberti): o Involucro di marmo bianco. o Colonne. o Archi a tutto sesto. 35 o Portale sormontato da motivo che ricorda l’opus sectile romano (=decorazione in marmi policromi). o Secondo il progetto originario (mai portato a termine) doveva svettare in cima al tempio una cupola rotonda simile a quella del Pantheon (lo sappiamo grazie al rovescio di una medaglia celebrativa fusa da Matteo de Pasti).  Decorazione scultorea di Agostino di Duccio (navata e 6 cappelle): motivi tratti dalla letteratura antica (es Marte, gruppo di puttistiacciato, bidimensionalità, no consistenza). -Facciata di Santa Maria Novella (1470):  Alberti dovette per forza armonizzarsi con quanto era già stato fatto.  Predilezione per l’antico raccordata con una personale attenzione al recupero della tradizione architettonica tardomedievale fiorentina (“romanico fiorentino”).  Volute di raccordo tra la zona inferiore e l’attico della facciata (soluzione che avrebbe dovuto esserci anche nel Tempio Malatestiano). -Palazzo Rucellai (1455-1456):  Progetto per il nuovo palazzo fiorentino del ricco mercante Giovanni Rucellai.  Intervento su edificio preesistente.  Prospetto suddiviso in tre piani: o Sedile che sporge (collegamento tra dimora privata e città). o Scansione dei livelli che recupera gli ordini vitruviani dell’architettura romana.  Piano terra: ordine dorico.  Primo piano: ordine ionico.  Secondo piano: ordine corinzio. Ø Modello del Colosseo. o Bifore con arco a tutto sesto. -De statua: trattato dedicato alla scultura.  Scultura per via di porre: modellare una materia plasmabile. Scultura per via di levare: scavare la pietra.  Metodo scientifico per realizzare una scultura tramite l’individuazione delle proporzioni base del corpo umano.  Una statua doveva essere a tutto tondo e studiata nell’anatomia e nelle proporzioni. -Sepolcri di Santa Croce: due riflettono bene il gusto antiquario di Leon battista Alberti. Monumento Bruni di Bernardo Rossellino (seguace di Alberti, 1445-1450):  Monumento sfacciatamente all’antica.  Modello dell’arcosolio: sepolcro inserito entro una nicchia sormontata da un arco a tutto sesto.  Sul fondo sono presenti dei riquadri in porfido.  Solo nella lunetta soprastante è presente un tondo con la Madonna e il Bambino (unico elemento cristiano). Ø Rigoroso classicismo albertiano. Monumento Marsuppini di Desiderio da Settignano (1459-1460):  Interpretazione più espressiva e virtuosistica nella cura dei dettagli rispetto a Rossellino.  Vasari: “imitatore della maniera” di Donatello. 36 Bambino sorridente (1460-1464): opera di Desiderio destinata ad una qualche dimora fiorentina; spensieratezza del fanciullo; perfetto esempio dell’imitazione della natura cui si riferiva Leon Battista Alberti. Urbino e la corte di Federico da Montefeltro. -Urbino era la capitale dei Montefeltro. Protagonista della storia è Federico da Montefeltro. -Palazzo Ducale: facciata dei torricini (allungate ed eleganti torri rotonde); Leon battista Alberti aveva forse giocato qualche ruolo nell’ideazione della facciata (attestato ad Urbino nel 1464) la cui costruzione venne sovraintesa da Luciano Laurana. Cortile d’onore (attorno al quale è organizzato il Palazzo Ducale) su disegno di Luciano Laurana:  Razionale successione sui quattro lati di loggiati con archi a tutto sesto. -Allestimento di due studioli da parte di Federico (sia nel suo palazzo di Urbino che in uno a Gubbio): quello di Urbino è il più completo studiolo del primo rinascimento giuntocicomplesso programma iconografico.  Registro superiore: serie di dipinti dedicati agli uomini illustri di mano di pittori fiamminghi (es Giusto di Gand).  Registro inferiore: tarsie in legno prospettiche che rappresentano delle vedute, delle nature morte e degli scaffali con ante chiuse che simulano una biblioteca (Maiano). -Dittico Montefeltro (1460-1465). Piero della Francesca. -Viene riscoperto alla fine del 1800/inizio 1900 nel momento in cui si schedano le opere di molti musei. -La sua importanza nella storia dell’arte italiana si deve a Roberto Longhi grazie ad un breve articolo del 1914 sull’ “Arte” e poi ad una monografia del 1917. -Piero della Francesca è molto importante per Longhi per il valore di aver congiunto le esperienze artistiche italiane dell’Italia centrale e centro settentrionale con quelle fiamminghe. Ø Nuovo rapporto tra forma e colore sul fondamento della prospettiva [nuovo raccordo tra forma, contenuto, colore e prospettiva]. -Piero della Francesca nasce intorno al 1410/1412 a Borgo San Sepolcro, al confine tra la Toscana e l’Umbria (luogo eccentrico per la geografia del tempo rispetto ai centri dell'Umbria e della Toscana); guarda all’arte locale (soprattutto Arezzo, il centro più grande vicino alla sua città natale). La sua maturazione artista avviene però a Firenze (1435-1440). -Rigorosi studi di matematica e prospettiva (De prospectiva pingendi). -Coerenza spaziale, colori chiari e luminosi, architetture all’antica, figure volumetriche. -Lavorò gomito a gomito con Domenico Veneziano nel ciclo oggi perduto di Sant’Egidio. Battesimo di Cristo (National Gallery, anni ’40 del 1400). -È una delle sue prime opere dopo il soggiorno fiorentino. -Dipinto abbastanza spellato. -Pannello unico di un grande polittico lasciato incompiuto da Piero (polittico completato poi anni dopo da un altro pittore di Borgo San Sepolcro). -Luce primaverile molto chiara che inonda le figure in primo piano ed il paesaggio retrostante (luce che riprende quella della Pala di Santa Lucia di Domenico Veneziano). 37 All’interno sulla destra è presente l’incontro tra Salomone e la reginadare un ordine al racconto e dividere i due episodi ma raccordarli in uno spazio coerente (simile alla flagellazione): la scena avviene sotto il loggiato, architettura, marmi policromi sul fondo e sul soffitto, architettura all’antica (albertiana) inondata di luce.  [Sollevamento del legno per ordine di Salomone].  Annunciazione: scansione di pianola colonna divide il momento dell’annunciazione dal dialogo con la Vergine; nella parte bassa è presente un richiamo all’antico ma nella parte alte è presente un edificio contemporaneo.  Sogno di Costantino: Costantino sta dormendo in una tenda da campo (rosso e ocra), notturno (scena illuminata dalla luce fredda della lunauno dei primi notturni moderni della storia della pittura), Costantino vegliato dalla sua scorta e dai suoi soldati (uno di fronte e l’altro di schiena).  Battaglia di Ponte Milvio: Costantino, ostentando la croce, guida le sue truppe contro Massenzio; Costantino è rappresentato con le fattezze del suo legittimo erede Giovanni VIII Paleologo (che il pittore aveva certamente visto a Firenze in occasione del concilio nel 1439).  [Tortura dell’ebreo].  Ritrovamento e Prova della Vera Croce: Elena, la madre di Costantino, ritrovò la reliquia della Vera Croce in Terrasanta; osserva il recupero delle tre croci e poi si inginocchia di fronte alla croce che con il solo contatto fece resuscitare un morto (la croce di Cristo). o Scelta cromatica. o Prospettiva data dalla croce (scorcio). o Abiti orientaleggianti e copricapi che sembrano solidi nello spazio. Si tratta di nuovo di due episodi in uno spazio unico (alternanza di uno spazio agreste e poi di uno urbano).  [Battaglia di Ninive tra Eraclio e Cosroe].  [Esaltazione della Croce riconquistata da Eraclio]. Polittico di Sant’Antonio (Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia, 1465-1468). -Commissionato dalle suore del convento di Sant’Antonio: -Cornici della cimasa e della predella non in linea con la pala. -La cimasa è di dimensioni gigantesche che dà modo a Piero di inventare uno spazio luminoso strepitoso:  Ali piumate molto realistiche.  Pavimento con intarsi bianchi.  Loggiato di arcatelle che sembra quasi bucare la scena.  Descrizioni luministiche (es ombre delle colonne e della balaustra sotto). -La luce rimbalza sul pavimento, sulle colonne bianche e sui volti dei personaggi. Ø Rapporto tra luce e colore nuovo che va molto più in là rispetto a Domenico Veneziano. -Deve affrontare dei limiti come la richiesta di un fondo dorato: inserisce un fondo dorato nella parte centrale che però simula, dà l’impressione di una tappezzeria preziosa (fondo ora lavorato a simulare una tappezzeria su cui si staglia il trono della Madonna con il Bambino). -Disco dorato specchiante come aureola. Soggiorno ad Urbino dominata da Federico di Montefeltro (1444-1482)corte culturalmente 40 diversa dalla cultura fiorentina. Federico nutre interessi circa l’ottica, la matematica e la pittura fiammingacultura basata su una sintesi tra letteratura, matematica ecc. Ø Declinazione dell’umanesimo più razionale e matematica a differenza di quella fiorentina (più filosofica, neoplatonica). Doppio ritratto dei coniugi Montefeltro (Uffizi, 1473-1475). -Federico e la moglie Battista Sforza. -Battista Sforza è caratterizzata da un incarnato molto chiaro (forse era già morta nel momento del ritratto – in realtà nel genere della ritrattistica la figura maschile è caratterizzata da maggiore realismo, es doppio ritratto Doni di Donatello). -Modello antico del doppio ritratto:  I personaggi sono di profilo (Pisanello): richiamo alle monete antiche.  Ambientazione all’aperto: paesaggio molto chiaro che rappresenta i domini dei Montefeltropittura fiamminga importante nella ricerca paesaggistica (tradizione fiamminga=paesaggi molto lontani). -Il verso del ritratto rappresentava una celebrazione dei trionfi dei Montefeltro: Trionfo di Federico e Trionfo di Battista accompagnati da allegorie delle virtùdoppio paesaggio unificato oggi confuso da una cornice molto spessa (riprende quelle rinascimentali ma è moderna, quella originale forse aiutava di più la percezione dello spazio unificato). Madonna di Senigallia (Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, circa 1475). -Dialogo con la pittura fiamminga (indagini sulla luce). -Luce che filtra dalla finestra con i vetri. -Stanza che si intravede dietro l’angelo. -Atmosfera domestica. -Qualità luminosa delle perle. -Piccola nicchia a destra: natura morta sugli scaffali (gusto nordico/fiammingo). Pala di Urbino/Brera/Montefeltro (1472). -Genere della sacra conversazione. -Bambino addormentato: scelta inconsueta che evoca la vicenda di Cristo fino alla pietà (corpo di Cristo morto sulle gambe della Vergine). -Federico è rappresentato con l’armatura, di profilo, in ginocchio e con le mani giunte. -Virtuosismo nella rappresentazione della luce che si riflette sullo spallaccio di Federico. -Architettura all’antica (riprende il gusto di Leon Battista Alberti).  Volta cassettonata intarsiata di marmi policromi.  Grande conchiglia che chiude la decorazione della nicchia (che contiene idealmente la figura della Madonna con il Bambino). 41  Uovo di struzzo appeso alla sommità della conchiglia che accentua l’effetto tridimensionale dell’architettura.  Pareti decorate con marmi policromi, lesene scanalate e capitelli. Ø Effetto fortemente illusionistico. -La Vergine è il centro della rigorosa composizione prospettica. -Cura e dettaglio dei panniabilità nella raffigurazione dei tessuti degli abiti e della qualità dei gioielli. -La cornice architettonica doveva potenziare l’architettura dipinta. Ø La pala di Brera sarà di ispirazione per molti artisti tra cui Antonello da Messina nella Pala di San Cassiano (Madonna con Bambino su trono sopraelevato e presenza attorno di santi). Piero si dedica anche alla scrittura di trattati (“De prospectiva pingendi” e il “De quinque corporibus regularibus”).  Lettura abbastanza ostica.  Mette per iscritto le sue idee e le sue sperimentazioni negli anni. Esempio della rappresentazione dello spazio: incisione (una delle prime in Italia, a bulino, “Interno di un tempio con figure”, 1481) di Bernardino Prevedari (lo sappiamo da un contratto stipulato nel medesimo anno):  Spazio architettonico complesso e all’antica.  Dettagli decorativi che guadano all’antico (fregi ecc.).  Al centro è presente la firma di Bramante (inventore del disegno)l’incisione costituisce il manifesto della cultura prospettica di Bramante  Stampa di grandi dimensioni (70x51 cm). Presenze fiamminghe ad Urbino. -Oltre le inflessioni nordiche di Piero della Francesca ad Urbino sono presenti le opere di un paio di maestri fiamminghi che lavorarono per il duca. Giusto di Gand. -Pala del Corpus Domini (1473-1474): Grande pala d’altare. Paolo Uccello, fiorentino, ne aveva eseguito solo la predella (1467-1468). La commissione passò dunque a di Gand. Predella di Paolo Uccello: Miracolo dell’ostia profanataambientazione interna che permette di allestire un’essenziale scatola prospettica. 42 -Madonna dell’Umiltà di Domenico di Bartolo (Pinacoteca di Siena, 1433):  Reca la data e la firma.  Fondo oro.  Formato rettangolare.  Prato fiorito ma scena concentrata sulla figura della Madonna.  Solido Gesù bambino con l’aureola in scorcio.  Drappello di angeli musicanti in secondo piano traduce in pittura i gesti e la quieta consistenza delle figure della cantoria scolpite da Luca della Robbia. -Filippo Lippi ha il supporto di Brunelleschi che probabilmente non trovava opportuno il linguaggio molto espressivo di Donatello. -Lunetta con la Resurrezione per la porta della Sagrestia delle Messe (sotto la sua cantoria, 1442- 1444):  Opera realizzata interamente con la rivoluzionaria tecnica della terracotta invetriata.  Contrato cromatico tra il vivo fondo azzurro dove risalta il bianco delle figure in altorilievo. Ø Qualche anno dopo gli venne affidata la commissione della lunetta dell’Ascensione per la porta della Sagrestia dei Canonici (sotto la cantoria donatelliana, 1446-1451). -La tecnica della terracotta invetriata: la scultura in terracotta consiste nel plasmare con l'argilla sia i rilievi che le figure a tutto tondo, poi cotti in forno per assumere una definitiva solidità. Essa era una tecnica nota fin dall’antichità, poi abbandonata nel medioevo, e riscoperta a Firenze ad inizio del 1400 nella cerchia di Brunelleschi, Donatello e Ghiberti. Luca della Robbia sperimentò un particolare tipo di terracotta colorata realizzata attraverso uno speciale smalto superficiale capace di aumentare la resistenza della terra e di conferire lucentezza vitrea ai rilievi ed alle figure. Ø Robbiane. Questa tecnica fu destinata a grande fortuna: fin da subito fu chiaro che l’invetriatura fosse molto più luminosa e resistente delle tradizionali policromie. -Tabernacolo di Sant’Egidio di Luca della Robbia (Chiesa di Sant’Egidio di Firenze, 1441-1442).  Le edicole di solito avevano forme gotiche. Luca propose invece una variante architettonica di gusto brunelleschianotempietto all’antica (lesene scanalate e timpano).  Parte dell’opera è in marmo bianco e parte è composta da invetriatura che impreziosisce il fondo azzurro della lunetta, i pennacchi ed il motivo decorativo del basamento e dell’architrave. -Coppia di Angeli cerofori (Cappella di Santo Stefano, Duomo di Firenze, 1448): la nuova tecnica poteva anche venire applicata a sculture a tutto tondo. -Luca della Robbia decise poi di dedicarsi interamente alla terracotta invetriata organizzando una bottega dal carattere proto industriale (utilizzo di stampi, soddisfare in tempi rapidi diverse committenze).  Madonne con il Bambino per devozione privata, pale d’altare, elementi decorativi ecc. 45  Le pale d’altare potevano così essere realizzate mediante pezzi diversi spediti e poi assemblati in loco.  Committenze religiose (Santuario francescano della Verna; ordini mendicanti=austero contrasto cromatico) e profane (serie di robbiane con immagini di neonati sulla facciata dell’Ospedale degli Innocenti). Andrea Mantegna e l’antico. -Warburg, autore de “Rinascita paganesimo antico”, indaga anche l’ingresso dello stile classicheggiante nella pittura del primo rinascimento. -Panofsky, autore de “Rinascimento e rinascenze nell’arte occidentale”, specifica cosa possiamo intendere come rinascimento e come rinascimento italiano in particolare. -Andrea Mantegna nasce vicino a Padova nel 1431; giovanissimo (1445) viene adottato da un pittore (Francesco Squarcione) presso il quale sta molti anni. -Padova era un centro importante in quegli anni grazie alla presenza di Donatello (1443) dove rimane circa un decennio (Monumento equestre di Gattamelata e Altare di Sant’Antonio a Padova). Ø Mantegna guarda molto attentamente alle novità portate da Donatello a Padova. Francesco Squarcione. -Principale pittore di Padova. -Pittore poliedrico (era anche sarto e ricamatoreattività variegata e grande bottega presso la quale si formano diversi pittori). -Polittico de Lazara (Chiesa del Carmine di Padova, 1449-1452):  Formato ancora gotico.  San Girolamo nello scomparto centrale: studio dove la parete si rompe e mostra cielo e paesaggio.  Altri santi sono su fondo oro ma pensati come sculture tridimensionali (sono disposti su appositi basamenti). Ø Carattere donatelliano: vivaci espressioni ed eccentriche posizioni (es Sant’Antonio che mostra le spalle). -Madonna de Lazara (circa 1452):  Madonna con Bambino ispirata ad una placchetta di Donatello.  Vergine di profilo che non guarda l’osservatore.  Davanzale in primo piano che dà il senso di uno spazio reale e prospettico.  Cielo vero e nuvoloso.  Esuberanza decorativa: festone di frutta in alto, candelabro, natura morta in primo piano. 46 -Prima commissione di Mantegna (molto complessa): Affreschi della Cappella Ovetari (Padova, 1448)l’opera viene commissionata a quattro pittori di cui si hanno i contratti ed i nomi; Mantegna ha un colpo di fortuna, di questi artisti tre muoiono in tempo breve quindi diventa il protagonista degli affreschi. Affreschi dedicati sulla parete sinistra a San Giacomo e sulla parete destra a San Cristoforo. Gli affreschi sono stati distrutti dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale; li conosciamo grazie ad alcune fotografie (alcune a colori e alcune in bianco e nero). Il Martirio di San Cristoforo ed il trasporto del suo corpo si è conservato poiché staccato nella seconda metà del 1800. Vasari sottolinea la ricerca dell’antico nell’opera di Mantegna:  Ambientazione storica della scenapresenza dell’antico (arco trionfale dietro alla scena principale).  Attenzione e cura delle decorazioni (es ritratto dei tondi, decorazione dei fregi, ecc.).  Prospettiva studiata da Donatello (Storie di Sant’Antonio): punto di vista ribassato che dà maggiore risonanza alla scena (la vediamo un po' dal basso verso l’alto).  Presenza di personaggi che popolano la scena (es bimbotto con elmo troppo grande probabilmente preso ad uno dei soldati).  Narrazione teatrale e tragica. Ø Linguaggio prospettico e variopinto. -Polittico per la Cappella di San Luca per la Chiesa di Santa Giustina di Padova (chiesa benedettina):  San Luca nello scrittorio nel riquadro maggiore (scorcio dal sottinsù/dal basso verso l’alto),  Santa Giustina a destra con un delicato panneggio rosato quasi aranciato (scelta di colori molto chiari per contrastare l’invadenza del fondo dorato).  Cornice moderna.  Scatola spaziale molto evidente (vasetti con inchiostro incastrati nel banco dello scrittorio, fili dei libri ecc.).  Punto di luce unificato.  Santi impaginati in un loggiato (vediamo le figure intere del registro inferiore con un leggero sottinsù e quelle del registro superiore che si sporgono dalla parete le vediamo a tre quarti). -Pala per la Chiesa di San Zeno a Verona (1457-1459): prima opera fuori Padova da parte di Gregorio Correr (committente colto e aggiornato sulle novità della pittura; veneziano di educazione mantovana, poeta in latino nel tempo libero):  Mantegna progetta completamente l’opera e la cornice (disegnata da Mantegna ed eseguita da alcuni artigiani/intagliatori del legno, è originale, cornice classicheggiante che simula un tempio).  Scena sacra come collocata in un tempio : o La scena si svolge in un loggiato aperto dove si intravede il cielo. o Alcune parti architettoniche giocano con le colonne della cornice esterna. o Decorazioni che riprende da Donatello (aspetto turgido e metallico delle vesti) e da Squarcione (illusionismo delle ghirlande nella parte alta della decorazione). Ø Impaginazione spaziale prospettica. Ø Quadriportico costruito attraverso l’interagire della cornice lignea con l’architettura illusionistica. 47 o Repertorio di frammenti all’antica: piedi di una scultura vicino al piede vero di San Sebastiano, pezzo di arco decorato). o Attenzione alla qualità illusionistica attraverso l’invenzione di due personaggi (uno porta le frecce con cui è stato trafitto San Sebastiano=santo romano, non moderno). o Paesaggio dietro: porta di una città antica. -Pala della Vittoria (1496): dipinta per il nipote di Ludovico, Francesco.  Dipinto per celebrare l’“esito” (in realtà nullo) di una battaglia contro i francesi di Carlo VIII (battaglia di Fornovo).  Pergolato di frutti e animali (formazione con Squarcione).  Sacra conversazione: figure solenni ed eroiche.  Su un piedistallo all’antica è presente la Vergine con il Bambino.  È presente il committente in armi che riceve la benedizione della Vergine. -Nove tele per i Gonzaga: rappresentano i trionfi di Giulio Cesare.  Tele depauperate della superficie pittorica.  Dà corpo visivo alle fonti antiche letterarie raccontando i trionfi con effetto cinematografico (tutto ciò che viene raccontato dalle fonti lo mette in pittura).  Rappresentazione teatrale a Mantova durante il carnevale del 1501.  Serie venduta verso il 1626 in Inghilterra (oggi conservate nelle Collezioni reali inglesi).  Fantasia archeologica sfrenata -Studiolo di Isabella d’Este (Mantova, 1490): ultima impresa di Mantegna che ci dimostra in maniera significativa la sua capacità di manipolare fonti le letterarie e di inventare scenografie all’antica.  Isabella d’Este sposa Francesco Gonzaga (matrimonio molto celebrato, sancisce alleanza politica con Ferrara).  Progetta uno studiolo nel castello di San Giorgio dove raccogliere diversi oggetti moderni e sculture anticheera molto appassionata di lettere, musica, moda ecc.  Ambiente molto documentato, sono rimaste molte opere che lo costituivano, rimangono inventari e descrizioni.  Ambiente isolato per attività intellettuali (suggestioni dello studiolo di Gubbio e di Urbino che conosceva).  Conosceva sicuramente anche lo studiolo di Belfiore di Ferrara (le cui decorazioni sono oggi disperse ma possiamo ricostruirne il programma iconograficocelebrazione delle muse associate alle attività umane da parte di artisti diversi, es Musa Talia e Musa Calliope).  Affida un quadro per ogni artista importante in quel momento (grazie a ciò conosciamo gli artisti più importanti ed affermati del momento).  Contatta Giovanni Bellini dandogli carta libera (l’importante è che si trattasse di un soggetto antico) ma lui era troppo indaffarato e rifiuta.  Contatta Piero Perugino (maestro di Raffaello) che accetta la commissione: dipinto consegnato all’inizio del 1500 ma non apprezzato per nulla da Isabella.  Isabella coinvolge anche Leonardo da Vinci ma senza successo: solo abbozzo per un ritratto di profilo (disegno, 1499-1500). 50  Coinvolge anche Mantegna, ormai alla fine del suo percorso. Egli accetta e consegna due dipinti: o Parnaso (Louvre):  Venere nuda in alto con Marte vestito all’antica: dall'unione di Venere e Marte scaturisce armoniaessi dovrebbero rappresentare Isabella e il marito Francesco sotto i quali fioriscono le arti.  Spirito antiquario.  Muse che danzano. o Minerva che scaccia i Vizi dal giardino delle Virtù (1502): molto complesso, non tutte le figure sono state riconosciute, opera da vedere en pendant con il Parnaso, rupe rossa sullo sfondo, Minerva vestita di giallo, preceduta da un esercito di Amorini con ali da farfalla, vizi come avarizia, ingratitudine, ozio, inerzia riconoscibili grazie ai cartigli posti sulle fronti (celebrazione di un’idea morale di antico). Ø Idea di protezione delle arti. Ø Rapporto con l’antico sia come opere che come fonti antiche letterarie. -Mantegna inizia a praticare anche l’arte dell’incisione a bulino (direttamente sulla lastra metallica) per far girare le proprie invenzioni anche non tramite dipinti (non poteva divulgare le proprie invenzioni poiché solo su approvazione dei Gonzaga): a Firenze realizza le prime incisioni parallele a quella Prevedrai (incisione a bulino=diretta sulla lastra metallica).  Battaglia dei dieci Nubi (Antonio Pollaiolo, prima 1470): incisore fiorentino, stampa conosciuta per la sua spettacolarità, unica incisione di Pollaiolo, manifesto della propria ricerca pittorica e grafica, attenzione per la rappresentazione dei corpi in movimentoMantegna probabilmente conosceva questa prima sperimentazioni di incisione.  Baccanale con Tino e Baccanale con Sileno=soggetto all’antica collocato quasi come un fregio all’antica. Sono due incisioni diverse concepite come un pendant (da guardare probabilmente insieme per ottenere l’effetto di un fregio).  Azzuffa dei dei marini: passione per l’antico, incisione a bulino che rappresenta un’azzuffa degli dei maligni (soggetto all’antica), sono due fogli attaccati insieme.  Compianto, Madonna dell’umiltà=altre incisioni di Mantegna. Ø Le sue incisioni vengono tirate in tanti esemplari (grande circolazione dei disegni). Leon Battista Alberti a Mantova. -Progetti di alcune chiese realizzate da Luca Fancelli. -Chiesa di San Sebastiano (circa 1460):  Aspetto classico del prospetto (poi alterato rispetto all’originale progetto).  Originale struttura rialzata su di una cripta.  Pianta centrale che metteva insieme un cerchio e un quadrato. -Chiesa di Sant’Andrea (circa 1470):  La chiesa custodiva la reliquia del sangue di Cristo.  Progetto completato solo nel 1700 grazie alla cupola di Filippo Juvarra.  Facciata ispirata ad un tempio antico. 51 Ferrara e gli Estensi. -Tempo prima di trasferirsi a Mantova, Mantegna aveva soggiornato anche a Ferrara presso la corte di Lionello d’Este. Durante il suo mandato in città giunsero Pisanello, Piero della Francesca, Roger van der Weyden e Leon Battista Alberti. -Arco del Cavallo di Niccolò Baroncelli (1450-1451):  Gruppo equestre in bronzo raffigurante Niccolò III d’Este.  Oggi è una libera copia novecentesca poiché l’originale è andato distrutto.  La statua del destriero fu eseguita da Baroncelli e quella di Niccolò da Antonio di Cristoforo.  La tipologia riprende palesemente il Gattamelata ma presenta un’invenzione antiquaria ancora più raffinata: la statua equestre è posta sopra un arco (innalzare il rappresentato sopra ogni altro mortale). -Cosmè Tura: primo importante protagonista della scuola pittorica ferrarese. Musa (National Gallery di Londra, 1458-1463):  La tavola era originariamente parte di una serie di nove muse destinata a decorare lo studiolo di una residenza degli Estensi che non ci è giunto (Belfiore).  Tono cortese: Pisanello.  Piero della Francesca: saldezza strutturale e panneggio aderente.  Cromie accese e precisione dei dettagli: van der Weyden.  Irrefrenabile fantasia del trono: Francesco Squarcione. Ø Linguaggio molto eccentrico. -Mesi del Palazzo Schifanoia (circa 1469):  Ciclo allegorico dei 12 mesi organizzato su tre registri paralleli (Francesco del Cossa – marzo, aprile, maggio – per Borso d’Este). o In alto: trionfo della divinità mitologica del mese. o In centro: segno zodiacale con figure allegoriche. o In basso: scorcio vita di corte. Ø Lessico metallico di Tura. Ø Capacità di collocare le figure nello spazio.  Ercole de Roberti per settembre. o Atmosfera meno idilliaca e più legata alo stile di Tura. 52  Mancanza di concezione tridimensionale dello spazio: le figure della tavola superiore sembrano galleggiare su un pavimento esageratamente scosceso.  Panneggi nordici.  Nella tavola inferiore è presente lo studiolo di San Girolamo pieno di libri riprodotti con grande attenzione al dato realefamiliarità con Jan van Eyck; i libri sono molto simili a quelli effigiati da Berthelemy d’Eyck nel trittico per Aix-en-Provence (pittore di Renato d’Angiò). Antonello da Messina. -Antonello da Messina si ispira alla Pala di Brera sarà per la Pala di San Cassiano (Madonna con Bambino su trono sopraelevato e presenza attorno di santi). -Leonardo studia da vicino i ritratti di Antonello da Messina (adotta il fondo nero per potenziare il contrasto con il volto profondamente illuminato; inserimento di una balaustra ricavato dalla pittura fiamminga che funge da quinta prospetticasembra che il personaggio si sporga). -Antonello da Messina prende ispirazione nel Ritratto Trivulzio (Muso Civico di Torino, 1476) o nel Ritratto d’uomo dall’Uomo con turbante rosso di Van Eyck. -Siciliano, si formò nella bottega di Colantonio dove ebbe modo di apprendere le novità stilistiche e tecniche della pittura fiamminga. -Egli ebbe il merito (Vasari) di aver portato in Italia il modo di dipingere ad olio eyckiano. -Crocifissione di Sibiu (Romania, circa 1460).  Nelle figure di Cristo, dei dolenti e dei ladroni guarda alla pittura fiamminga.  Nel paesaggio sullo sfondo propone un’immagine dello Stretto di Messina: veduta distesa e dilatata del mare (simile a quelle di Konrad Witz o di Enguerrand Quarton). Ø È documentato che nel 1460 Antonello rientrò a Messina dopo una lontana trasferta: ciò spiegherebbe forse la sua conoscenza della pittura fiamminga e provenzale. -Ritratti siciliani. Egli seppe rendere non solo la realtà di un paesaggio ma anche quella di un volto: fu infatti, come i pittori fiamminghi, uno specialista del ritratto. Antonello fu il primo italiano ad adottare nei suoi ritratti una luce fiamminga, la tecnica ad olio e la disposizione del personaggio do tre quarti su fondo scuro (anziché la tradizionale immagine italiana di profilo).  Ritratto d’uomo (Museo Mandralisca di Cefalù, 1460-1470): sorriso enigmatico che ha interrogato la cultura siciliana del 1900 (Leonardo Sciascia). Busto di Eleonora di Aragona di Francesco Laurana (Palermo, 1468-1471): stessa passone per il naturale, solido rigore geometrico di Piero della Francesca. -Polittico di San Gregorio (Chiesa di San Gregorio di Messina, 1473): 55  Cartiglio dipinto con sapienza illusionistica fiamminga (firma e anno di esecuzione).  Spazio unificato nonostante fondo oro: il basamento del trono della Vergine si espande anche ai panelli laterali.  Al centro pende un rosario.  I due santi hanno un piede in bilico sul gradino. -Annunciazione di Palazzo Acreide (Siracusa, 1474):  La Vergine e l’angelo riprendono gli stessi modelli delle cuspidi del Polittico di San Gregorio.  Interno domestico.  Sfondo scuro e finestre aperte.  Efficace resa tridimensionale.  La colonna in primo piano scandisce la scena. -Risiede per un certo tempo a Venezia dove diffonde la luce e il colore tipici del linguaggio nordico. -Pala di San Cassiano (Chiesa di San Cassiano di Venezia, 1475-1476).  Rimane solo una parte della zona centrale della Pala.  Vergine con il Bambino su un trono posto su un alto basamento con Santi entro la solenne architettura di un’abside spaziosa. Ø Ripresa della Pala di Brera di Piero della Francesca. -San Girolamo nello studio (circa 1475):  Il santo è rappresentato come se fosse un umanista nel suo studio.  La scena si svolge al di là di una sorta di finestra illusionistica.  Rigorosa prospettiva (fuga prospettica della galleria dove è presente il leone).  Linguaggio nordico: paesaggi al di là delle finestre, architettura gotica con volta a crociera, uso della luce e minuziosa attenzione per i dettagli. -Ritratto di Giovane con veste rossa (1474):  Uomo di tre quarti, fondo scuro, in basso cartellino con la firma dell’artista e la data. -Annunciata di Palermo (Palazzo Abatellis di Palermo, circa 1475):  Effetto di un ritratto: fondo scuro (tradizione fiamminga).  Spazio tridimensionale del libro delineato dalla luce. -San Sebastiano di Dresda (circa 1476):  Eseguito per una chiesa di Venezia.  Edifici tipicamente veneziani, perfetta scansione spaziale e plasticismo del nudo che ricorda le figure di Piero della Francesca.  Linee prospettiche della pavimentazione, scorcio del frammento di colonna e uomo sdraiato sulla sinistra. Giovanni Bellini. -Pittura veneziana: la Padova di Donatello, Squarcione e Mantegna stimolò Venezia ad aprirsi al rinascimento. -Due linguaggi differenti, quello rinascimentale fiorentino (giunto attraverso Padova) e quello nordico (giunto attraverso Antonello da Messina) confluirono in un unico temperamento. Ø Giovanni Bellini fu il principale protagonista di tale vicenda. -Guarda all’arte di Piero della Francesca (ed in particolare alla Pala di Brera). 56 -Pietà Correr (Museo Correr di Venezia, 1460):  Stile padovano.  È una sorta di alternativa rispetto alla Pietà di Donatello per l’altare di Sant’Antonio di Padova.  Luce calda.  Sullo sfondo è presente un borgo murato dell’entroterra veneto ma arricchito da alcune architetture all'antica secondo il gusto di Mantegna. -Orazione di Cristo nell’Orto (1460-1465).  Durezze mantegnesche addolcite.  Rispetto a quella di Mantegna la luce calda rischiara il cielo. -Trasfigurazione Correr (1455-1460).  Sono presenti i segni di un’originale cornice cuspidata (poi mutilata dalla volontà di ridurre a quadro da galleria una tavola nata per stare al centro di una pala d’altare).  Saldezza delle figure, pieghe indurite dei panneggi e base rocciosa in primo piano tipiche di Mantegna. -Trasfigurazione di Capodimonte (1478-1479):  Stile radicalmente diverso.  Asperità di Mantegna limitate alle rocce.  Luce estiva grazie alla pittura ad olio. Ø Pittura ad olio, colore e natura. -Incoronazione della Vergine/Pala di Pesaro (1473-1475):  Struttura quadra  un’unica scena.  Manca la cimasa (Compianto contenuto oggi ai Musei Vaticani).  Gioco di spazi e di luci.  Si apre al linguaggio antiquario e prospettico di Leon Battista Alberti.  Rigorosa razionalità prospettica del pavimento e del trono (motivi di gusto antiquario).  La spalliera mostra un quadro nel quadro  veduta. -Pala di San Giobbe (Galleria dell’Accademia di Venezia, 1480):  Sacra conversazione impaginata in un’architettura che ricorda il mosaico di San Marco.  Cornice marmorea (contenuta ancora oggi nella Chiesa di San Giobbe) potenzia lo spazio dipinto per far sembrare più vera la scena sacra.  Riprende la Pala di San Cassiano nel modello, nella luce, in San Domenico Ø Lo spazio interno dell’opera gioca con lo spazio esterno della navata. -Pala di San Zaccaria (San Zaccaria di Venezia, 1505).  Sacra conversazione.  Idea di architettura che si apre ad uno spazio aperto (si apre uno spazio esterno a destra e a sinistra dove si intravede un paesaggio dietro).  Trono sopraelevato.  Loggiato aperto lateralmente sul paesaggio  Abside all’antica.  Angelo che suona in basso al centro. 57 con le reliquie che ognuna conservava nella propria sede.  Realistica veduta: mosaici dei portali della Basilica, angolo di Palazzo Ducale, edifici che sarebbero poi stati rinnovati o abbattuti. Ø Eccezionale immagine dal vero. Ø Inaugurazione della predilezione veneziana per a veduta (poi Canaletto). Ø Stile nitido e ritrattistico (≠Giovanni). Ø Scena civile (il miracolo ha ruolo marginale=figura quasi nascosta del mercante bresciano inginocchiato dietro il baldacchino). Vittore Carpaccio. -Miracolo della reliquia della croce al ponte di Rialto (1494):  Venezia trafficata.  Spiritosi momenti di vita. -Storie di Sant’Orsola (1495):  Grande fantasia.  Scene pompose e regali.  Incontro e partenza: racconto vivace, aneddoti esotici, due momenti (Inghilterra e Bretagna).  Sogno di Sant’Orsola: tono fiabesco, attenzione ai particolari, luce di retaggio fiammingo. Ø Luce e colore. -Leone di San Marco (1516). Albercht Durer. -Celebre incisore. -Festa del Rosario (1506): paesaggio alpino, scena colorata e fastosa, in basso al centro angioletto (Giovanni Bellini). Resistenze gotiche. -Resistenze soprattutto nei domini di Venezia dove le committenze erano meno aggiornate di quella della capitale. Carlo Crivelli – Marche. -Colossali polittici di carattere gotico. -Polittico di Sant’Emidio (Cattedrale di Ascoli Piceno, 1473):  Fondo oro.  Colori accesi.  Caratteri di Squarcione: espressioni nervose, panneggi metallici e festone di frutta che corona il trono della Vergine. Alvise Vivarini – Venezia. 60 -Egli proveniva da una bottega familiare che aveva sede nella Laguna. Suo padre era il capostipite della bottega e si era formato nell’ambito del gotico internazionale. Alvise si aprì alla cultura di Squarcione. -Polittico di Montefiorentino (Urbino, 1476):  Spazio unificato nel pavimento.  Luce che segue le sperimentazioni di Giovanni Bellini. L’arte a Firenze al tempo di Lorenzo il Magnifico. -Mito dell’età laurenziana: gruppo di letterati guidati da Marsilio Ficino (Accademia Neoplatonica) e artisti (raccolta di sculture del Giardino di San Marco). Altare Corbinelli di Andrea Sansovino (Santo Spirito di Firenze, 1490-1492):  Anch'egli, come Michelangelo, si formò nel Giardino di San Marco.  Statue e rilievi. -Passione per il collezionismo: la raccolta laurenziana si distinse per il numero e l’eccezionalità dei pezzi (es Sigillo di Nerone=corniola attribuita a Dioscuride). -Orazione sulla dignità dell’uomo di Pico della Mirandola (1486): illimitata fiducia nelle possibilità dell’uomo considerato la più splendida creatura del mondo e dotato di libero arbitrio; attraverso la filosofia, la letteratura e le arti l’uomo può ascendere a qualcosa di divino. -Accademia Neoplatonica di Marsilio Ficino (1462): intellettuali sotto la protezione medicea; recupero del pensiero di Platone attraverso gli scritti del neoplatonico Plotino (III secolo) e sulla convinzione di una possibile armonizzazione del pensiero filosofico con la spiritualità e la fede cristiana. Marsilio Ficino proclamò che nel tempo di Lorenzo il magnifico si aveva il privilegio di vivere una vera e propria età dell’oro. -Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli, miglior allievo di Beato Angelico (Palazzo Medici, 1459- 1460):  Moduli dell’architettura brunelleschiana impreziositi da pavimento marmorei di gusto albertiano.  Spazio per la devozione privata.  Viaggio dei Magi: oro, colori e lapislazzuli.  Nei personaggi si riconoscono esponenti della famiglia de Medici.  Il paesaggio non ricorda la campagna fiorentina. Ø L’autore sembra ignorare le novità del linguaggio rinascimentale: volumetria delle figure umane e dei cavalli, paesaggio fiabesco e tardogotico (altissimo fusto degli alberi), no tridimensionalità. Ø Scena completamente cortese. 61 -Villa di Poggio a Caiano su progetto di Giuliano da Sangallo (Prato, 1485-1492).  Principale commissione architettonica di Lorenzo il Magnifico.  La villa ha l’aspetto di un elegante palazzo: porticato alla base, soprastante terrazza, coppia di scale, pronao all’antica con colonne ioniche e timpano.  Nel fregio al di sotto del timpano in facciata è presente una terracotta invetriata (Bertoldo di Giovanni) con la Sorte dell’anima (filosofia neoplatonica) di gusto antiquario e donatelliano. -Santa Maria delle Carceri su progetto di Giuliano da Sangallo (Prato, 1485).  Insieme a San Sebastiano di Mantova di Leon Battista Alberti è uno dei primi esempi di chiesa a pianta centrale (che avrebbe avuto molto successoes disegno di Bramante per San Pietro).  Esterno: alcune parti non vennero mai completate, partiture bicrome rinascimentali (marmo bianco di Carrara e verde di Pratoriferimento ai gusti “neoromanici” di Leon Battista Alberti).  Interno: austera e razionale scansione spaziale simile a quella della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo e del Capitolo de Pazzi di Brunelleschi. -Palazzo Strozzi su progetto di Giuliano da Sangallo o Benedetto da Maiano (Firenze, 1489-1505).  Palazzo voluto da Filippo Strozzi, ricchissimo mercante e banchiere.  Riprende Palazzo Medici: forme cubiche, tre piani, prospetto a bugnato digradante in altezza.  Modello ligneo giunto fino ad oggi. Antonio del Pollaiolo. -Incisore fiorentino. -Terzetto di Storie di Ercole (1470-1475):  Tre grandi dipinti su tele di formato quadrato andate perdute. Si conservano però due tavolette (Uffizi), forse delle repliche (Ecole sconfigge l’idra e Ercole e Anteo).  Scene descritte alla fiamminga (paesaggio retrostante, forse su esempio di Domenico Veneziano).  Atletici nudi: precisione anatomica, dinamica tensione dei corpi, vitalismo.  Espressioni dei personaggi. -Versione bronzea dell’Ercole e Anteo (1470-1475):  Uno dei casi più antichi di bronzetto rinascimentale insieme al Marco Aurelio di Filarete. Ø Piccole statue in bronzo per collezionismo.  Passione per lo studio di nudo. -Battaglia dei dieci Nubi (prima del 1470):  È l’unica incisione di Pollaiolo. 62 -Doppio ritratto di Uomo anziano con nipotino in braccio (Louvre, 1490): altro esempio di ritratto come trasmissione della memoria.  Resa molto realistica (es naso danneggiato da una malattia, cifra molto affettuosa tra nonno e nipote).  Invenzione di uno sfondo che richiama la nicchia rappresentata nel ritratto di Giovanna Tornabuoni: qua però non è chiusa ma è una finestra aperta sul paesaggio dietro.  Confronto con un disegno di Ghirlandaio realizzato dopo la morte del personaggio : o Ha gli occhi chiusi (studio dal vivo anatomico dei morti). o Indagine dei volti molto intensa. o Disegno realizzato con punta d’argento (non poteva essere cancellata, spesso utilizzata con fogli di carta preparati come qua il foglio rosato, luci date con colpi di biaccadisegno molto cromatico che dimostra bene lo studio dal vivo). o Il disegno ha una cornice successiva poiché entrò a far parte della collezione di disegni di Giorgio Vasari (faceva realizzare delle cornici che valorizzassero il disegno=in questo caso si tratta di una cornice manierista di metà 1500). Leonardo.  Bisogna valutare la loro potenzialità comunicativa.  La pittura ha maggiore potenzialità comunicativa poiché passa per la virtù visiva: chiunque è in grado di leggere un’immagine mentre se non si conosce una lingua è difficile leggere un testo in tale lingua.  Il buon pittore deve dipingere l’uomo (sembianze esterne) e il concetto della sua mente (i moti dell’animo): il concetto della mente è difficile da dipingere (ciò si può fare attraverso una gestualità spiccatabisogna imparare dai muti poiché comunicano senza la parola).  La pittura è in grado di suscitare emozioni più forti della poesia (il ritratto della donna amata suscita emozioni più forti del ritratto a parole). -Ritratto psicologico: es ritratto di Ginevra de Benci (circa 1474).  Rappresentazione della luce e del paesaggio.  Dipinto che non ha più le sue dimensioni originale (si è persa la parte inferiore).  Busti ritratto di Andrea del Verrocchio: es Dama con Mazzolino (1475):è un ritratto scolpito a tutto tondo ma non si sa di chi, le mani sono probabilmente caratterizzantipotrebbe essere Ginevra de Benci=sono molto simili, ha un’acconciatura simile. Alle spalle di Ginevra è presente un ginepro (=allegoria del nome). Le mani danno movimento al busto. -Ritratto di Musico (Pinacoteca Ambrosiana di Milano, 1485).  In mano ha uno spartito musicale (allusione alla sua attività di compositore di corte)  Ritratto non finito che rappresenta un musicista attivo alla corte milanese.  Sfondo nero molto evidente che amplifica la plasticità e la tridimensionalità del volto.  Sguardo concentrato nei suoi pensieri, meditaritratto psicologico che rimanda al lavoro e all’attività del personaggio. Ø Antonello da Messina, i cui ritratti vengono studiati da vicino da Leonardo (adotta il fondo nero per potenziare il contrasto con il volto profondamente illuminato), ricava 65 dalla pittura fiamminga l’idea della balaustra illusionistica ampliata dal cartiglio sulla base dove appone la sua firma e funge anche da quinta prospettica (sembra che il personaggio si sporga). Antonello da Messina prende ispirazione nel Ritratto Trivulzio (Muso Civico di Torino, 1476) o nel Ritratto d’uomo dall’Uomo con turbante rosso di Van Eyck. Ø In particolare es Isabella di Aragona: fondo nero, figura frontale, impostazione di tre quarti e balaustra che fa da invito all’immagine. -Ritratto di Cecilia Gallerani (Dama con Ermellino, dopo il 1485):  Cecilia era la giovanissima amante di Ludovico Sforza (che sposerà Beatrice d’Este nel 1491 – il ritratto è quindi precedente).  Nervatura anche psicologica dell’opera.  Ha in mano un ermellino (variatamente interpretato=simbolo di purezza).  È un ritratto in movimento (si sta voltando verso una fonte di luce, si gira rispetto al busto, anche la mano accarezza l’ermellino).  Attenzione per i dati della moda. Ø Leonardo nel Trattato della pittura afferma che i pittori devono studiare il controluce (molto importante), il gioco di luci e di ombre. Ø Cecilia ha modo di vedere il ritratto e non si riconosce (inquietata dalla psicologia del ritratto). -Ritratto della Mona Lisa (prima del 1506):  Ritratto con parte di inquietudine.  Icona talmente abusata che si fa fatica a liberarsi dai filtri  Elisa Gherardini era la moglie del mercante di seta Francesco del Giocondo.  Paesaggio dietro.  Elisa guarda lo spettatore negli occhi e abbozza una sorta di sorriso.  Velature e scatti tonali (no compattezza luministica e pittorica della Ginevra o della Cecilia). Raffaello. -Grande protagonista del ritratto, sia ufficiale che più privato (ritrae anche alcuni suoi amici, umanisti e poeti). -Ritratto di Elisabetta Gonzaga (circa 1502).  Elisabetta Gonzaga era la moglie di Guidobaldo da Montefeltro (figlio di Federico da Montefeltro) nonché il protagonista del “Cortegiano” di Baldassar Castiglione, uno dei testi letterari più importanti della prima metà del 1500 ambientato al loro tempo. 66  Elisabetta era una donna molto colta: si fa fare un ritratto da Raffello, giovane artista che si sta affermando.  Presenza di uno scorpioncino legato con un sottilissimo filo alla fronte.  Abito nero elegante e molto decorato.  Gusto per la pittura fiamminga.  Grande attenzione alla luce; ambientazione esterna; alle sue spalle è rappresentato un paesaggio illuminato. -Ritratto di Agnolo e Maddalena Doni:. [-Ritratti di Raffaello: grande protagonista del ritratto, sia ufficiale che più privato (anche di suoi amici, umanisti e poeti). Ritratto di Elisabetta Gonzaga, protagonista anche del Cortegiano di Baldassare Castiglionegusto per la pittura fiamminga, gioco di luci tra Elisabetta in primo piano con vestito accuratamente decorato e attenzione per il paesaggio retrostante illuminato, attenzione per i dettagli (es scorpioncino)]. -Raffaello a Firenze incontra la pittura di Leonardo e Michelangelo e ne assimila le novità (già i contemporanei si accorgono della sua abilità nell’assimilare novità). -Studia la Mona Lisadisegno di Raffaello che è solo un appunto sulla costruzione della Mona Lisa e che ci fa vedere la presenza di due colonne oggi tagliate (=scatola spaziale prospettiva più definita). -Doppio ritratto dei Coniugi Doni (Agnolo e Maddalena Doni) (Firenze, circa 1508):  I coniugi erano grandi appassionati e collezionisti d’arte.  I personaggi sono su due sedie, braccia appoggiate ad un bracciolo.  Forte caratterizzazione fisiognomonica.  Ottima resa de tessuti e dei vestiti (capacità di raffigurare la diversa consistenza degli abiti).  Presenza dietro di un paesaggio aperto (che riprende il doppio ritratto Montefeltro e anche la Mona Lisa). Ritratti ufficiali. -Ritratto di Giulio II (National Gallery, 1511):  Riflessioni sul punto di vista=il Papa è raffigurato come se noi fossimo in piedi (non si sta seduti davanti al Papa, impressione di essere al cospetto del Papa seduto).  Effetto realistico del ritratto e dell’espressione del Papa, ormai affaticato e segnato dalla vecchiaia e dalla stanchezza (no idealizzazione).  Grande attenzione per i gioielli (es Elisabetta Gonzaga).  Tenda verde dietro che accentua la finezza della resa cromatica dei vestiti del Papa (velluto rosso e panno bianco pieghettato). Ø Cambia il modo di interpretare il ritratto ufficiale, persino quello di un Papa (non è più un Papa frontale schiacciato dalle sue caratteristiche ufficiali ma il ritratto qua dà senso di vita e di immediatezza). -Ritratto di Leone X con i cardinali Luigi de Rossi e Giulio de Medici (Uffizi, 1518):  Allusione ai rapporti del Papa: Leone X era molto colto, era uno dei figli di Lorenzo il Magnificocelebrazione della sua cultura.  Vasari descrive il ritratto, consapevole della novità dei ritratti di Raffaello, sottolineando 67  Tratto rapido e deciso.  Inedito senso atmosferico delle cose che dà l’impressione di poter avvertire il circolare dell’aria. -Annunciazione di Monteoliveto (Uffizi, 1472-1473): è una delle prime opere autonome.  Panneggi studiati dal vivo/dal vero (no scultorei) : bagnava dei panni nel gesso in modo che assumessero tridimensionalità e studiava l’incidenza della luce e dell’ombra.  Resa della luce e del paesaggio: colore chiarissimo del paesaggio, cipressi in controluce (ritratto di Ginevra de Belci).  Formato lungo (anche se ipotesi non ancora provata) e grande vuoto centrale spiegabile con la collocazione dell’opera che doveva essere guardata lateralmente (non avrebbe molto senso come pala centrale).  Prato fiorito di un hortus conclusus.  Elementi presi dal Verrocchio: panneggi delle vesti plasmati dalla luce tipici di Verrocchio (Battesimo di Cristo), gusto archeologico del piede del leggio (Tomba di Piero e Giovanni de Medici).  Elementi personali di Leonardo: morbidezza delle capigliature, lontano paesaggio nebbioso e roccioso. -Leonardo disegna molto:  Disegni di anatomia (punto di vista scientifico, studio accurato dello scheletro, della muscolatura).  Disegni di panneggi. -Studio dal naturale: studio della luce e dei fenomeni luminosi. -Sperimentazione di tecniche diverse:  Penna (fogli conservati al British Museum dedicati ad una Madonna con Bambino e gatto che sfugge all’abbraccio un po' violento del Bambino; testa della Madonna provata in due posizioni differenti). -Leonardo nel Trattato della pittura consiglia ai pittori di ispirarsi ai poeti che quando scrivono dei versi cancellano una parola per sostituirla con una miglioreil pittore deve inventare la composizione.  Non ci si deve concentrare sulle singole figure perché quello che conta è la composizione della storia.  Pittura come scienza per eccellenza poiché unica imitatrice delle cose naturali.  La pittura è anche molta pratica, molta tecnica. Ø Primato della pittura. -Leonardo non praticò mai la scultura per via di levare (marmo=Michelangelo) ma solo per via di porre (bronzo). Ø Gruppo di tre statue in bronzo sopra le porte del battistero di Firenze di Giovan Francesco Rustici (1511), amico e seguace di Leonardo, che si ispirò agli studi leonardeschi del copro umano (regia leonardescaricorda il San Giovanni Battista di Leonardo del Louvre). -Adorazione dei Magi di Firenze (Uffizi, 1481) rimane incompiuta (è solo abbozzata) a causa della sua partenza.  Grande disegno monocromo. 70  Non rappresenta un momento favolistico.  Madonna con il Bambino al centro (tre magi di fronte a lei) attorno ai quali è presente una folla un po' scomposta dove ogni personaggio partecipa con una gestualità diversa (gestualità marcata, i moti corporali della folla rivelano gli atti e i moti mentali).  In secondo piano sono presenti delle scale, un edificio in costruzione e l’incessante movimento di uomini e cavalli. Ø Un disegno preparatorio dimostra l’assoluta competenza prospettica di Leonardo (utilizzo di una griglia tridimensionale focalizzata su un punto di fuga). Ø Vasari: “diede alle sue figure il moto ed il fiato”. -Leonardo, ormai trentenne, da Firenze va a Milano da Ludovico Sforza detto il Moro (1482). Ø Lettera di presentazione a Ludovico Sforza: si presenta prima come un ingegnere bellico e solo come decimo punto pittore e scultore (fa un elenco delle sue competenze – architetto pubblico e privato). -Monumento equestre di Francesco Sforza (disegni relativi al 1489-1490): impresa mai portata a compimento.  Immaginò il duca in groppa ad un cavallo impennato su due zampe al di sopra della figura distesa e sconfitta del nemico.  Realizzò poi un modello in terracotta di un più stabile cavallo al passo. -Leonardo studiò inoltre un sistema di chiuse per i Navigli”Conca dell’Incoronata”. -Due versioni della Vergine delle Rocce (1483-1485 e 1494-1508):  Prima importante commissione pittorica milanese.  Vergine seduta a terra in un paesaggio roccioso con però abbondante vegetazione. Protegge San Giovannino.  Gesù Bambino è accompagnato da un giovane angelo.  Disposizione piramidale dei personaggi (Verrocchio).  Le figure appaiono vive grazie allo sfumato==tecnica per attenua i contorti, tende a fondere attraverso il colore le diverse figure. Ø Aria umida e nebbiosa.  Sullo sfondo si intravede uno specchio d’acqua circondato da montagne rocciose e nebbiose.  Nella cappella della confraternita dell’Immacolata finì però la seconda versione: o Atmosfera più limpida. o Tutto è più definito. -Ritratto di Cecilia Gallerani di Leonardo (Dama con Ermellino, dopo il 1485):  Notevole abilità di ritrattista.  Fondo scuro.  Figura di tre quarti.  Cecilia era la giovanissima amante di Ludovico Sforza (che sposerà Beatrice d’Este nel 1491 – il ritratto è quindi precedente).  Nervatura anche psicologica dell’opera.  Ha in mano un ermellino (variatamente interpretato=simbolo di purezza). 71  È un ritratto in movimento (si sta voltando verso una fonte di luce, si gira rispetto al busto, anche la mano accarezza l’ermellino).  Attenzione per i dati della moda. Ø Leonardo nel Trattato della pittura afferma che i pittori devono studiare il controluce (molto importante), il gioco di luci e di ombre. Ø Cecilia ha modo di vedere il ritratto e non si riconosce (inquietata dalla psicologia del ritratto). -Cenacolo (Convento di Santa Maria delle Grazie, 1497): realizzato probabilmente grazie all’intermediazione di Ludovico il Moro.  Storia molto travagliata: inizia a rovinarsi dopo molto poco della sua realizzazione (già Vasari lo vede danneggiato); il precoce deterioramento si deve a causa della tecnica scelta: non è un affresco ma pittura su muro (dipingeva sull’intonaco asciutto).  Restauro molto impegnativo, il più difficile dell’intero 1900, durato vent'anni e condotto da Pinin Brambilla (i restauri precedenti si erano concentrati soprattutto sui visi degli apostoli). Ø Oggi nell’opera c’è molto più di perduto che di conservato (i dettagli meglio conservati sono quelli decorativi; la parte destra è meglio conservata di quella sinistra nella quale alcuni volti sono ormai solo una ricostruzione).  Di aiuto al restauro è stata la presenza di alcune copie cinquecentesche dell’opera: es quella Giovanni Antonio Boltraffio (Royal Academy di Londra, circa 1515)un po' irrigidita nella rappresentazione delle emozioni; dalla copia si possono notare dei particolari come la tavola imbandita con pane, bicchieri, piatti, le pieghe della tovaglia ecc.  Impianto prospettico straordinario con sfondato architettonico : o Tre finestre che danno luce e si aprono verso il paesaggio esterno. o La stanza sembra moltiplicata. o Serie di arazzi con fiori (oggi sono solo più dei quadrati neri/marroni). Ø Rigore spaziale e prospettico.  Luce soffusa grazie all’adozione dello sfumato.  Iconografia molto diffusa (soprattutto per la decorazione dei refettori dei conventi) e di solito interpretata in maniera poco complicata (es Ultima Cena nella Chiesa di Ognissanti di Firenze di Ghirlandaio, 1480=interpretazione canonica, momento conviviale in una loggia aperta).  Leonardo cambia completamente il significato dell’iconografia: rappresenta il momento in cui Cristo scopre che uno degli apostoli presenti l’avrebbe tradito (momento del tradimento)dipinge i moti dell’animo (interpretazione nuova delle figure). Ø Impatto emotivo e psicologico dell’annuncio drammatico. Ø Studio dell’espressione e dell’intensità dei volti (c’è chi è dubbioso, chi chiede al vicino, ogni apostolo muove il corpo e le mani in modo diverso creando un effetto di onda, gruppi di tre). 72  Una medaglia celebrativa del 1506 ci fa conoscere come fosse il progetto originario di Bramante: chiesa a pianta centrale a croce greca (=4 bracci della stessa lunghezza), grande cupola centrale ispirata a quella del Pantheon.  Bramante morì quando erano stati innalzati appena i quattro piloni per la cupolasuccessione di molti diversi architetti. -Bartolomeo Suardi venne detto il Bramantino poiché dipendente dall’artista urbinateprospettiva, forme grandiose e monumentali. Ø Cristo Risorto (circa 1490): versione enigmatica e lunare del Cristo alla colonna di Bramante (luce fredda, accurato studio delle anatomie panneggio metallico). Cantieri lombardi. -Certosa di Pavia (circa 1470):  Impressione di un’architettura gotica ma in realtà elementi rinascimentali come bifore, archi a tutto sesto, gusto antiquario. Ø Elementi del nuovo linguaggio presenti ma organizzati in modo ampolloso (no chiarezza e rigore di Brunelleschi e Leon Battista Alberti).  Storie dell’antico e del nuovo testamento nello zoccolo in facciata di Giovanni Antonio Amadeo. o Espressività (Squarcione). o Gusto archeologico. o Precisione prospettica degli sfondi architettonici (Bramante). -Cappella Colleoni di Bergamo di Giovanni Antonio Amadeo (Santa Maria Maggiore, circa 1470):  Facciata ricca di elementi architettonici rinascimentali e sculture.  Idioma colorato tipico dell’architettura lombarda del secondo 1400.  Edicole rinascimentali che incorniciano busti clipeati (collocati cioè entro un tondo) di Giulio Cesare e di Triano (che Colleoni voleva emulare per gloria)il collo dei personaggi si allunga esageratamente per favorire la visione dal basso.  Pianta quadrata. -Monumento sepolcrale di Bartolomeo Colleoni di Giovanni Antonio Amadeo (Cappella Colleoni di Bergamo, 1472-1476):  Due sarcofagi.  Sopra è presente la statua equestre di Colleoni (oggi una copia).  Gusto antiquario.  Figure di antichi condottieri seduti ai piedi del sarcofago. -Monumento sepolcrale di Medea Colleoni di Giovanni Antonio Amadeo (Cappella Colleoni di Bergamo, 1475):  Figlia morta giovane.  Versione lombarda dei modelli di sepolcri all’antica di Bernardo Rossellino e Desiderio da Settignano a Firenze.  Cornice antiquaria. 75  Fondo bicromo. Sandro Botticelli. -1445-1510. -Gli inizi sotto Filippo Lippi: si notano somiglianze per esempio tra il Convito di Erode di Lippi (Storie di San Giovanni Battista per il Duomo di Prato) e la Madonna con il Bambino in gloria di serafini di Botticelli. -Dipinse due Virtù per il Tribunale della Mercanzia (1470) dove mostra di essersi aggiornato sulle novità del Verrocchio e di Pollaiolo (costruzione del panneggio e della luce). -Adorazione dei Magi (Uffizi, 1475-1476).  Per primo collocò il gruppo della Madonna con il Bambino all’interno di un edificio in rovina al centro del dipinto.  I personaggi dell’Adorazione sono ritratti come gli esponenti della famiglia Medici.  Il pittore si è ritratto sulla destra nel giovane in giallo che guarda l’osservatore. -Primavera e Nascita di Venere: commissionati da Lorenzo di Pierfrancesco, cugino di Lorenzo il Magnifico, e destinati al Palazzo Medicisoggetto profano e mitologico, linguaggio enfatizzante che tende alla raffinatezza ed alla bellezza. -Venere=dea dell’amore e della bellezza, temi cari al circolo neoplatonico. -Queste sono due opere della maturità di Botticelli che rinuncia alle predilezioni prospettiche della pittura fiorentina del 1400.  Si concentra sulla resa dettagliata delle specie botaniche.  Linearismo.  Figure bidimensionali e prive di vigore plastico (≠Brunelleschi, Donatello e Masaccio). Ø Paradiso divino ed ideale. -Primavera (Uffizi, 1478-1482):  Al centro di un bosco di aranci è presente Venere.  In alto: Cupido bendato.  Vento zefiro rapisce la ninfa Clori che rinasce nelle forme di Flora, personificazione della primavera.  Tre Grazie.  Mercurio scaccia le nubi.  Infinite specie vegetali. -Nascita di Venere (Uffizi, 1482-1485). 76  La dea al di sopra di una conchiglia approda sull’isola di Cipro sospinta dal vento Zefiro, abbracciato ad una figura femminile (un altro vento oppure una ninfa). La dea viene accolta da un’ancella nelle vesti della Primavera che le porge un manto fiorito per coprirla.  L’episodio è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico si instituì la repubblica di Savonarolano statue antiche poiché pagane. I seguaci di Savonarola vennero chiamati piagnoni. Anche Botticelli passò dal neoplatonismo al misticismo di Savonarola. -Compianto sul Cristo morto (1495):  No temi profani.  Carattere bidimensionale di sempre. La Firenze di Savonarola. -Pietro Perugino era molto apprezzato tra i piagnoni. Es Crocifissione: essenziale, spazio rigoroso, chiarezza, severa cornice architettonica. -Baccio della Porta (poi Fra Bartolomeo), ed Annunciazione: reticolo prospettico del pavimento precisissimo, portale con sfondo di paese alla fiamminga, luce cristallina, tenere fisionomie dei volti. Cicli ad affresco di fine 1400 in spazi gotici. Cappella Sassetti – Ghirlandaio (1482-1485). -Cappella nella Chiesa di Santa Trinita. -Storie della vita di San Francesco. -Linguaggio chiaro e sereno. -Conferma della regola: sembra quasi un pretesto per allestire una veduta di Piazza della Signoria; sono ritratti una serie di personaggi del circolo laurenziano. -Al centro della cappella è presente la Pala SassettI: una specie di trittico con l’Adorazione dei Pastori e le figure inginocchiate dei committenti.  Molti richiami all’antico (es sarcofago adattato a mangiatoia).  Verismo dei pastori e dei committenti (pittura fiammingaTrittico Portinari di Hugo va der Goes, 1477-1478). Il trittico Portinari ebbe ripercussioni anche su Filippino Lippi: Pala con l’Apparizione della Vergine a San Bernardo da Chiaravalle (1484-1485).  Suggestioni nordiche: scrupolosa definizione dei dettagli, realismo del committente in abisso (tagliato a mezzo busto), vibrante accensione cromatica. Cappella Tornabuoni – Ghirlandaio (1485-1490). -Nella Chiesa di Santa Maria Novella. 77 La corte di Roma. -Nel 1475 Papa Sisto IV della Rovere sancì la fondazione della Biblioteca Vaticana. La carica di bibliotecario ricadde su Bartolomeo Sacchi detto il Platina. -Sisto IV nomina il Platina direttore della Biblioteca Vaticana di Melozzo da Forlì (Pinacoteca Vaticana, circa 1477):  L’affresco era originariamente presente su una delle pareti della Biblioteca.  Scena di corte dal carattere celebrativo.  La scena è ambientata in un contesto architettonico rinascimentale (soffitto a cassettoni, pilastri squadrati, arcate a tutto sesto).  Caratteri prospettici studiati per una visione dal sotto in su. Ø Composizione giocata sui valori della luce e della tridimensionalità.  Il Platina indica con la destra l’iscrizione latina che inneggia alla Biblioteca come alla maggiore tra le imprese realizzate nel contesto del generale rinnovamento di Roma promosso dal pontefice.  Muto dialogo tra le figure monumentali (es Flagellazione di Piero della Francesca).  Personaggi dipinti con grande corrispondenza al vero. -Sisto IV trasferì dal Laterano al Campidoglio quasi tutti i preziosi bronzi antichi (tranne il Marco Aurelio) donandoli con gesto teatrale al popolo romano. -Rifacimento di Santa Maria del Popolo: facciata tripartitica con richiamo alla predilezione per l’antico di Leon Battista Alberti (solennità ed elementi architettonici).  Pala del Cardinale Rodrigo Borgia di Andrea Bregno (1473) per custodire immagine della Vergine dipinta secondo la tradizione da San Luca. -Cappella Sistina: voluta da Sisto IV.  Grande aula rettangolare.  Alla severità dell’esterno si contrappone il fasto dell’interno. Dal basso: o Zoccolo con finti arazzi. o Riquadri narrativi. o Figure di Papi entro nicchie illusionistiche ai lati dei finestroni. o Volta dipinto come cielo stellato (simile alla Cappella degli Scrovegni di Giotto).  Secondo registro: Vocazione di Pietro e Andrea di Domenico Ghirlandaio (1481-1482): o Serena veduta sul lago Tiberiade. o Ordinata serenità. 80 o Rigore di Masaccio e splendore della “pittura di luce”. Punizione dei ribelli di Sandro Botticelli (1481-1482): o Paesaggio lacustre dell’Italia centrale. o Arco di trionfo antico. o Tre episodi: assalitori armati di sassi, disperde i ribelli, cacciata agli inferi. o Storia concitata. o Figure più bidimensionali che volumetriche. Consegna delle chiavi di Pietro Perugino (1481-1482): o Ampia piazza composta da lastre di marmo bianco che individuano con chiarezza la fuga prospetticaordine e precisione della composizione prospettica. o Edificio a pianta centrale sul fondo affiancato da due archi antichi. o Quieto paesaggio in lontananza con alberi dal fusto esilissimo. o Luce nitida e chiarissima. o Forme tridimensionali dei personaggi e delle architetture. o In secondo piano sono presenti delle eleganti figure che narrano altri due episodi evangelici (Tributo della moneta e Tentata lapidazione di Cristo)anche questo quadro contiene quindi tre episodi come quello di Botticelli. Pietro Perugino. -Formazione a Firenze presso Andrea del Verrocchio (effettivamente alcuni personaggi della Consegna delle chiavi sembrano riprende la grazia dell’Incredulità di San Tommaso). -San Bernardino risana una fanciulla (1473): dalle Storie di San Bernardino (8 tavole)luce e prospettiva derivano dal Verrocchio e costituisce un buon precedente per la Consegna delle chiavi. -Sisto IV gli affida diverse storie della Cappella Sistina dove in tutte ricorre lo stesso paesaggio sereno e verdeggiante con alberi esilissimi. -Nella Cappella Sistina ebbe molti assistenti tra i quali Pinturicchio. La derivazione dalla Consegna delle chiavi di Perugino è evidente nei Funerali di San Bernardino (1486). -Perugino maturo: Madonna con il Bambino per San Domenico di Fiesole (1493).  La serenità del paesaggio umbro si diffonde a tutta la composizione.  Semplice e severo loggiato.  Figure solenni, aggraziate e languide. -La sua fama si diffuse presto (pittura ad olio e medesimo linguaggio): Ludovico il Moro gli commissionò una pala per la Certosa di Pavia e Isabella d’Este un dipinto per il suo studiolo di Mantova. -Sale dell’udienza del Collegio del Cambio di Perugia (1496-1500):  Sede della corporazione professionale dei banchieri di Perugia che talvolta fungeva anche da tribunale per cause civili.  In basso: scranni lignei intarsiati.  In alto: pitture di Perugino.  Volta: fantasiose grottesche.  Lunetta con Prudenza e Giustizia: ogni virtù è rappresentata da un terzetto di personaggi antichi eletti ad esempio di tale virtù.  Sdolcinato stile maturo. Luca Signorelli. 81 -Collaborò nella Cappella Sistina con Pietro Perugino nonostante i loro linguaggio fossero molto diversi. Egli infatti rispetto all’equilibro ed alla serenità di Perugino preferì il movimento dei corpi. -Era stato allievo di Piero della Francesca ed entrò in contatto con il Verrocchio. Confrontando la Flagellazione di Piero della Francesca con quella di Signorelli (1482-1484) si nota come quest’ultimo opti per:  Composizione più agguerrita nel movimento e nelle torsioni dei corpi.  La carne si gonfia all’energia dei muscoli (lezione fiorentina del Pollaiolo).  Omaggio all’antichità (colonna sormontata da statua come Piero, rilievi sul fondo). -Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto (1499-1505):  Storie della fine del mondo e del Giudizio Universale.  Forme drammatiche, nudi studiati nelle anatomiche, scorci difficili.  Resurrezione della carne: i corpi emergono da un terreno candido, alcuni in forma di scheletri altri come giovani possenti.  Inferno: trionfo di nudi colti nelle pose più complicate, diavoli e dannati, precedente per la pittura di Michelangelo (Vasari).  Alle basi delle pareti erano presenti immagini di illustri letterati antichi e moderni (es Dante). La scoperta della Domus Aurea. -Verso la fine del 1400 venne riscoperta l’antica villa urbana dell’imperatore Nerone. -Le decorazioni pittoriche romane conservate al suo interno ebbero un successo immediatotipologia ornamentale estrosa (figure esili, mostruose, intrecciate, simmetriche, fantasiose)=grottesche (poiché la Domus era stata interrata con il tempo e quindi gli accessi si aprivano sotto forma di grotte). -Cappella Carafa di Filippino Lippi (Santa Maria sopra Minerva di Roma, 1488-1493):  Il primo a dar luce alle grottesche fu Filippino Lippi secondo Vasari.  Al centro della parete principale della cappella è presente una pala d’altare affrescata (Annunciazione).  Attorno all’Annunciazione si svolge una vasta Assunzione popolata da figure bizzarre e capricciose.  Per incorniciare le storie Filippino dipinse ad affresco delle paraste ornate a grottesche (che tornano ancora in altre scene).  Composizione ariosa, rimani all’antico, iscrizioni sorrette da puttini, visione sullo sfondo del Marco Aurelio (Laterano). -Pinturicchio fu uno dei primi interpreti della decorazione a grottesche: affreschi dell’appartamento in Vaticano di Papa Alessandro VI Borgia (1492-1494).  Pittura estremamente decorativaridondanza d’oro, grottesche (Resurrezione, Disputa di Santa Caterina d’Alessandria).  No severità compositiva di Perugino.  Estrose minuzie, particolari preziosi degli abiti, gusto cortese, ricerche antiquarie. Libreria Piccolomini (Siena, 1502-1508): 82 -Pietà Vaticana (1498-1499):  Commissionata dall’ambasciatore francese a Roma, il cardinale Bilheres de Lagraulas, per la Cappella di San Petronilla in San Pietro.  Il soggetto non era molto diffuso nella scultura italiana: deriva infatti dai Vesperbilder nordici (anche se la differenza da queste ultime è abissale).  Michelangelo voleva scolpire ex uno lapide (in un solo sasso) esattamente come la statue antiche (quando si scoprì il Laocoonte si capì che l’ex uno lapide era un topos pliniano poiché scolpita in più parti).  È l’unica opera con firma.  Bellezza avvenente (neoplatonismo laurenziano). All’inizio del 1500 Vasari fa iniziare la maniera moderna cioè la fase più matura del rinascimentoLeonardo, Raffaello e Michelangelo, il più grande artista di tutti i tempi secondo Vasari, ma anche Giorgione, Tiziano, Correggio e Parmigianino. Questo è il momento culminante dell’arte dove i maestri riescono a superare gli antichi e la natura stessa. -David (1501-1504):  La statua era stata commissionata per essere posta ad una notevole altezza su uno dei contrafforti del duomo di Firenze.  Il blocco di marmo era già stato sbozzato anni prima da Agostino di Duccio.  Quando Michelangelo completò l’opera fu subito chiaro che una statua così sarebbe stata sprecato per un contrafforte nel Duomo. Venne perciò nominata una commissione per stabilire il luogo dove collocarlovenne poi stabilito di collocarlo davanti a Palazzo Vecchio.  Statua come simbolo della Repubblica.  Nei David quattrocenteschi (Donatello, Verrocchio) egli appare effeminato, trionfante sulla testa mozzata a terra di Golia sconfitto. Michelangelo invece raffigura un giovane atleta completamente nudo, dal fisico perfetto, attento studio anatomico.  Alternanza di parti in tensione e rilassatecontrapposto della scultura antica.  Anche Raffaello e Leonardo (che lo trasformò in un Nettuno forse per una fontana) studiarono il David. -Cartone della battaglia di Cascina (1504-1505): la Battaglia di Cascina sarebbe dovuto essere un affresco di Michelangelo da collocare in una sala di Palazzo Vecchio a Firenze (Salone dei Cinquecento). Venne realizzato solo un cartone oggi perduto ma conosciuto attraverso alcune descrizioni (Vasari) e copie (come quella fatta da Aristotele di San Gallo). Ø Rappresenta il momento precedente la battaglia: i soldati stanno facendo il bagno, sono ancora nudi e vengono chiamati dal richiamo della battaglia imminente. Ø Studio di nudi in movimento, tensione dei corpi colti in scorci difficili Ø Disegni preparatori della posizione dei corpi, ognuno posizionato diversamente (movimenti innaturali). Ø Catalogo di corpi in movimento all’antica. Ø Le forme avrebbero contato molto di più dei colori. 85 -Tondo Doni (Uffizi, 1504-1507): l’opera deve il nome ai committenti (Agnolo Doni e Maddalena Strozzi).  Formato circolare.  Cornice ideata forse da Michelangelo stesso ed eseguita dal legnaiolo Francesco del Tasso.  Gruppo della Madonna con San Giuseppe ed il Bambino (Sacra Famiglia)massiccio gruppo scultoreo.  Posa eccentrica e innaturaleLonghi: “divina famiglia di giocolieri”.  Dietro è presente una serie di ignudi che incarnano forse l’umanità pagana prima di Cristo (due riprendono le pose dell’Apollo del Belvedere e il Laocoonte). Ø Reinterpretazione nuova di alcune iconografie. Ø Concezione scultorea della pittura (scultura in pittura). Ø Plasticità forte ed evidente dei corpi sia in primo piano che di quelli nudi in secondo piano. Ø Colori acidi, paesaggio spoglio. Ø Ripresa del tondo di Luca Signorelli per Lorenzo il Magnifico (1490). -Tondo Pitti (1505):  Il capo oltrepassa la cornice.  Opera probabilmente non finita.  Notevole virtuosismo sugli effetti della materiain certe parti è poco più che grezza.  Lo spessore del marmo distingue gerarchicamente i personaggi. o Maria è in altorilievo, testa quasi a tutto tondo. o Gesù: solo testa quasi a tutto tondo. o San Giovannino: stiacciato. San Lorenzo di Firenze. -Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, decise di completare la chiesa con una solenne facciata (1516)Michelangelo. La facciata non venne mai realizzata ma si conserva ancora un modello ligneo. -Biblioteca Laurenziana (a fianco della Basilica) progettata da Michelangelo e voluta dal cardinale Giulio de Medici (1519). -La Sagrestia nuova (progetta da Michelangelo, 1520-1534).  Nuovo mausoleo mediceo nella Chiesa di San Lorenzo.  Sepolture di Lorenzo il Magnifico e Giuliano.  Esattamente dal lato opposto della Sagrestia Vecchia.  Michelangelo: progetto e apparato scultoreo.  Pianta quadrata, cupola.  Anche qua severo gusto brunelleschiano: candore delle superfici, grigio delle 86 modanature in pietra. Due tombe gemelle:  No policromia.  Tre nicchie con al centro la statua del defunto (vivo e seduto).  Sarcofago con una figura maschile e femminile (allusione al tempo che consuma il tuttoaurora e crepuscolo/notte e giorno)=figure possenti, muscolose, pose difficili ed espressioni malinconiche (Cappella Sistina). Michelangelo a Roma. -Roma riacquista la sua centralità politica e culturale grazie a Giulio II (della Rovere, cultura personale molto raffinata) prima e a Leone X poila Roma moderna doveva competere con l'antica Atene e superarla (renovatio urbiiis). -Risistemazione scenografica del complesso vaticano e rifacimento della basilica paleocristiana di San Pietro (Giulio II rade al suolo San Pietro lasciando solo l’altarenuova San Pietro affidata a Bramante). -Michelangelo viene chiamato a Roma per la costruzione del monumento funebre di Giulio II:  Realizzazione grandiosa che doveva competere con i mausolei imperiali.  Giulio II cambiò poi idea nel corso del tempo: risultato a metà. -Nel 1508 Giulio II affida a Michelangelo la realizzazione della decorazione ad affresco della Volta sistina. La volta era decorata con un semplice e medievale cielo stellato. Michelangelo accetta mal volentieri perché non aveva grande pratica nell’affresco. Nonostante ciò l’esecuzione risulta velocissima (1508-1511). Il tema iconografico era la Redenzione dell’Umanità, forse consigliato dagli umanisti o forse da Michelangelo stesso (Giulio II gli diede carta libera e lui era in grado di elaborare un programma iconografico così complesso). Episodi dell’antico testamento o evocativa della venuta di Gesù.  Inizialmente Michelangelo chiama degli aiutanti da Firenze ma poi li caccia via e lavora alla volta completamente da solo e in un tempo molto veloce. Si chiude dentro la Cappella e fa entrare solo Bramante (una volta con Raffaello). Ø Crescita stilistica molto importante per Michelangelo: l’esecuzione di grandi affreschi di solito impone una grande maturazione stilistica negli artisti.  Intelaiatura architettonica dipinta che dà un ordine alla rappresentazione iconografica.  Nove episodi della Genesi in ordine cronologico. Nella spina centrale della volta (scene della genesi) si può notare che le prime scene hanno figure più piccole ed in quelle finali le dimensioni aumentano (la prima scena a sinistra è molto piccola).  Gli Ignudi (20) sono seduti su dei cubi a lato di ogni scena: o Essi sono spiriti, figure intermediarie tra uomini e divinità (simili agli angeli). o Reggono delle ghirlande di foglie di quercia (riferimento al casato della Rovere) e dei medaglioni bronzei in cui erano raffigurate scene bibliche. o Sono tutti diversi nei visi e nelle posizioni. o Posizione e potenza dell’anatomia dei corpi degli Ignudi, non pensabile senza un confronto diretto con la scultura antica (es Torso del Belvedere).  Figure dei profeti e delle sibille incastonate nei lati superiori ed inferiori che accompagnano le scene della Genesi. Vasari ne offre una descrizione: o Geremia: rappresentazione del corpo e dell’atteggiamento. o Sibilla Libica: 87 -Piazza del Campidoglio (circa 1540).  Sede municipale di Roma.  Palazzo Senatorio al centro e palazzo dei Conservatori a destra.  Progetto affidato da Papa Paolo III a Michelangelo.  Pianta trapezoidale per dare l’illusione di uno spazio più grande e focalizzare l’attenzione sul palazzo Senatorio.  Piazza pavimentata con elegante motivo geometrico con al centro l’antica statua equestre di Marco Aurelio (Prima in San Giovanni in Laterano). La Maniera Moderna: Raffaello. -Nasce ad Urbino nel 1483 dove sono presenti delle opere di Piero della Francesca. Il padre, Giovanni Santi, era un pittore e sculture alla corte dei Montefeltro. La sua formazione avviene nella bottega di Pietro Perugino. -Leonardo era un grande sperimentatore, dedito al disegno; Michelangelo aveva un carattere molto solitario (concezione solitaria dell’operare artistico, gli davano fastidio anche gli aiutanti); Raffello si distingue per la dolcezza di carattere e la capacità di assimilazione che notano già i contemporanei (sottolineata da Vasari – a Firenze assimila le novità di Michelangelo molto velocemente). Ø Tre personalità forti ma totalmente diverse. -Crocifissione Gavari (1502-1503):  Riporta alla lettera tutte le caratteristiche della pittura del maestro  Corrisponde perfettamente al medesimo quadro di Perugino nella composizione, tenerezza delle figure, quieto paesaggio sullo sfondo. -Confronto tra lo sposalizio della Vergine di Perugino (1501-1504) e l’analogo soggetto di Raffaello (Brera, 1504):  Confronto già fatto da Vasari.  Ricorda in parte la Consegna delle chiavi di Perugino.  Stessa iconografia=assimilazione profonda ma anche superamento del maestro: o Naturalezza in più soprattutto nei visi. o Maggior dominio della prospettiva (tempio tondo che acquista profondità e spazio). o Raffaello dispone i personaggi in primo piano con maggiore libertà mentre quelli di Pietro Perugino si dispongono in maniera più rigida. -Realizza della Sacre Famiglie:  Quella conservata a Vienna (1506): Madonna seduta all’aperto con Gesù Bambino e San Giovanni, riprende il Cartone di Sant'Anna di Leonardo.  Sacra Famiglia Canigiani (Monaco, 1507): o Madonna con Bambino, Santa Elisabetta e San Giovannino. o Gioco di sguardi tra i personaggi coinvolti (interazioni tra le figure e moti dell’animo si ispirano alla lezione di Leonardo). o Gruppo piramidale che deve qualcosa allo studio del tondo doni di Michelangelo.  Madonna Alba (National Gallery di Washington, 1511). 90 -Doppio ritratto dei Coniugi Doni – Agnolo e Maddalena Doni (Firenze, circa 1508):  I coniugi erano grandi appassionati e collezionisti d’arte.  Forte caratterizzazione fisiognomonica.  Sono di tre quarti e a mezza figura.  Sono seduti su un balcone affacciato sulla campagna toscana (stile di Perugino – ritratto di Francesco delle Opere –, idea di Memling).  Ottima resa de tessuti e dei vestiti (capacità di raffigurare la diversa consistenza degli abiti).  Concretezza del corpo  Presenza dietro di un paesaggio aperto e mano destra appoggiata sulla sinistra che riprendono il doppio ritratto Montefeltro e la Mona Lisa. -Trasporto al sepolcro (Galleria Borghese a Roma, 1507): opera che lo fece notare a Giulio II.  L’iconografia del sepolcro è collegata alla volontà del committente (fu commissionata da Atalanta Baglioni in memoria del figlio Grifonetto=ricordare il figlio ucciso brutalmente).  Cristo, dopo essere stato deposto dalla croce, viene portato al sepolcro.  A sinistra è presente Maria svenuta per il dolore insieme ad altre donne.  Vasari sottolinea la capacità narrativa di Raffello: non solo illustrazione ma anche rappresentazione del dolore per la separazione con le persone care non più in vita.  Sottili fili d’oro delle aureole e della decorazione degli abiti.  Punto di vista laterale.  Paesaggio verdeggiante.  Divisione in due gruppi (sollevatori e le donne).  Sintassi leggibile: particolare del braccio rilasciato senza vita.  Modello di impaginazione nuovo reso possibile grazie allo studio di diversi disegni preparatori abbastanza sintetici: alcuni sono solo schizzati a penna e altri sono più definiti. Una prima versione era con il copro morto a terra e la Madonna che gli tiene il capo (no idea dei due gruppi). L’idea del corpo a terra (momento precedente al trasporto) rappresenta un’interpretazione più tradizionale della scena (es Trasporto di Perugino, suo maestro). Questa idea viene abbandona in un secondo momento da Raffaello sulla suggestione di un modello narrativo e compositivo antico=iconografia antica del trasporto del corpo morto di Meleagro (bassorilieviuno ai Musei Capitolini, uno ricostruibile attraverso un’incisione e uno al Metropolitan Museum di New York che riporta dei restauri del cinquecento) da parte di un gruppostesso braccio che cade, personaggio che tiene la mano. Ø Grande capacità di assimilare. Ø Grande finezza della realizzazione, narrazione piana ma potente. Ø Confronto con la stampa/incisione del Trasporto alla tomba di Mantegna. Ø Confronto con il Tondo Doni (donna che regge la Madonna svenuta). Raffaello a Roma. -Giulio II licenzia tutti i pittori (Perugino, Signorelli e altri) e affida le Stanze Vaticane a Raffaelloazzardo perché Raffaello non aveva ancora messo mano ad un affresco così impegnativo ed era ancora giovane (non ha ancora grande esperienza con la tecnica dell’affresco). -Giulio II distrugge gli affreschi precedenti: rimangono solo quelli di Perugino mentre quelli di Piero della Francesca vengono cancellati. 91 -Stanza della Segnatura (1508-1511): il nome deriva dal fatto che la stanza era il più alto tribunale della santa sede (Tribunale della Segnatura Apostolica), all’epoca di Giulio II forse ospitava la biblioteca privata (spiegherebbe la scelta iconografica). Disputa del Sacramento (teologia), Scuola di Atene (filosofia), Parnaso (poesia), La virtù e la legge (giurisprudenza/giustizia). Ø Programma iconografico=amalgama tra cristianesimo e mondo classico Volta all’antica: modelli della Domus Aurea e di Pinturicchio. Scuola di Atene:  Corrisponde alla filosofia.  Platone al centro con il Timeo in mano (indica verso l’alto=mondo delle idee), Aristotele (indica verso il basso=visione materiale delle cose), Euclide, Epicuro, Eraclito con le sembianze di Michelangelo (aggiunto forse in un secondo momento), Raffaello stesso ecc.Atene del V secolo. Ai filosofi sono dati i volti di contemporanei (Pietro Bembo, Michelangelo come Eraclito al centro, Raffello stesso ecc.)Roma moderna che gareggiava con l’Atene del V secolo (nessuna soggezione nei confronti dell’antico). Ø Volti eseguiti con incroci sovrapposti di pennellate a tratteggio. Ø Gestualità dei personaggi.  Enorme architettura all’antica molto ariosa sottolineata da sculture di soggetto antico (es Apollo e Minerva).  Volta a lacunari della navata (basilica di Massenzio)come doveva essere l’interno della Basilica di San Pietro di Bramante (pianta centrale con cupola).  Luce molto chiara e colori cangianti dei vestiti. Ø Rigore compositivo. Disputa del Sacramento:  Corrisponde alla Teologia.  Perfezione pavimento prospettico.  Molti personaggi (santi, pontefici ecc.) che esaltano il Sacramento.  A sinistra calvo e con il libro è presente Bramante.  A destra si riconosce la figura di Dante.  Il blocco di marmi sullo sfondo allude alla nuova fondazione della Basilica di San Pietro.  In alto è presente Cristo accompagnato da Maria e Giovanni Battista.  Ancora sopra a Cristo è presente Dio Padre e la colomba dello spirito santo.  Angioletti con i quattro vangeli.  Schiere di profeti e santi (Cristo) e angeli (Dio)compongono una sorta di calotta di un’abside (figure disposte ad emiciclo). Ø Gestualità leonardesca dei personaggi. Ø Rigore della composizione. Parnaso:  Corrisponde alla poesia.  Presenza di una finestra.  Paesaggio montano, Apollo e Muse.  Carrellata di poeti antichi e moderni coronati di alloro (Saffo, Dante, Omero, Virgilio). 92 Ø Cartone dal quale deriva l’arazzo tessuto a Bruxelles. -Loggia di Psiche nella Farnesina (villa di Agostino Chigi, 1517-1518):  Mentre era occupato nella decorazione delle Stanze Vaticane, Raffaello è chiamato anche da Agostino Chigi, ricchissimo imprenditore e banchiere (gestiva anche le finanze pontificie). Villa progettata dall’architetto Baldassare Peruzzi: palazzo a due piani, loggia, due ali aggettanti verso il giardino, decorazioni all’antica non pervenuteci. Trionfo di Galatea: trionfo della ninfa su conchiglia trainata da due delfini e corte di divinità marine e puttini con frecce. Polifemo: opera di Sebastiano del Piombopaesaggio e colore veneziani ma influenza di Michelangelo nella possenza del corpo.  Decorazione all’antica: volta con Storie di Amore e Psiche come il Banchetto Nunziale da una parte ed il Concilio degli dei dall’altra (storia tratta dall’Asino d’Oro di Apuleio=fonte antica). Ø Le due scene sono rappresentate come degli arazzi appesi, simula il tessuto degli arazzi circondati da ghirlande dove colloca anche altri personaggi. Ø Confronto con le fonti antiche (gusto antiquario). -Loggetta Bibbiena (Palazzi Vaticani, 1519): fascino per le grottesche, scoperte nella Domus Aurea Neroniana alla fine del 1400. Ø Scoperta della libertà inventiva e creativa= insieme di figurine antropomorfe, draghi, draghetti, ghirlande ecc. Raffaello modifica nel giro di pochissimo lo schema della pala d’altare. Aveva alle spalle la riflessione di Leonardo sulla scena sacra, conosce le sue opere fiorentine e le studia direttamente. -Madonna di Foligno (Musei Vaticani a Roma, 1511-1512):  Dipinta per l’altare maggiore della chiesa francesca di Santa Maria Aracoeli.  Non è una sacra conversazione bensì è una Visione della Madonna con Bambino.  La Madonna con il Bambino è seduta su delle nuvole, presenza di tre santi in primo piano.  Due piani: quello sacro e uno più terreno. Il piano sacro è raccordato a quello più terreno grazie alle nuvole sempre più realistiche nella parte bassa (es il piede sinistro della Madonna poggia su nuvola molto soffice)nella parte superiore sono presenti degli “angioletti nuvolosi”. Progressiva discesa sul piano terreno resa dal paesaggio retrostante con presenza di un arcobaleno (forse è un riferimento al committente, Sigismondo de Conti, segretario di Papa Giulio II, la cui casa era stata colpita da un fulmine ma miracolosamente non danneggiata). 95  Paesaggio un po' alla fiamminga.  In primo piano è presente un piccolo putto (con in mano una scritta), San Giovanni, San Francesco, San Girolamo ed il ritratto del committente con le mani congiunte (=è parte dell’opera ed è partecipe della visione, San Girolamo ha una mano protettiva sul capo del committente).  Modelli: Piero della Francesca (=committente rappresentato quasi come un ritratto, Tondo Doni (citazione diretta al bambino), Adorazione dei Magi di Leonardo. Ø Il fedele doveva sentirsi parte dello spazio. -Madonna Sistina (Dresda, 1513):  Dipinta per la Chiesa di San Sisto a Piacenza ed eseguita a Roma.  Il committente è Giulio II che muore nel 1513.  Visione della Madonna con il Bambino.  Gesù bambino un po' michelangiolesco.  La Madonna è giovanissima, in movimento e non è staticaposizione dei piedi e velo rigonfio=si avvicina a chi guarda.  Presenza di due angioletti appoggiati sulla balaustra bassa.  San Sisto: ha il volto di Giulio II (cosa perfettamente comprensibile ai contemporanei).  Santa Barbara: è inginocchiata sulle nuvole, ha un vestito molto elegante, colori acidi, guarda in basso (=al piano terreno), è la protettrice dei morenti (“pala percorsa da un brivido di morte” che ne accentua la teatralità)riferimento forse alla morte del committente (Giulio II).  Visi dolci.  Doppio registro di nuvole: nel registro superiore le nuvole sono composte da facce di angioletti mentre nel registro inferiore sono più realistiche.  Visione che si apre tra due tende verdi da entrambi i lati il cui realismo è sottolineato dall’asta superiore a cui sono attaccate le tende: l’asta è incurvata, è una specie di sipario che si apre, richiamo alle immagini sacre antiche coperte da tendine e aperte solo in occasioni speciali. Ø Spazio giocato sulle nuvole, sulla mancanza di costruzioni architettoniche e forte illusionismo. -Pala della Visione di Santa Cecilia:  Dipinta per la Chiesa San Giovanni in Monte di Bologna.  Il committente era una devota di Santa Cecilia.  Santa Cecilia ha uno strumento in mano, natura morta di strumenti musicali, solo Santa Cecilia vede la visione del registro superiore. Gli altri apostoli non sembrano partecipare di tale visione (San Paolo è molto concentrato nei suoi pensieri – mano che si accarezza la barba).  Lo spettatore partecipa della visione della Santa Cecilia (=vediamo tutto, vediamo più dei santi rappresentati nella pala, partecipiamo alla visione dal punto di vista della Santa Cecilia).  Finezza del vestito di Santa Cecilia che riflette la luce.  Cura dei dettagli (es degli strumenti musicali).  Posa statuaria della Maddalena (panneggio derivato in parte dalle sculture antiche).  Paesaggio che si intravede dietro. 96 -Strage degli Innocenti (incisione a bulino, 1510):  Alcune donne fuggono con i bambini in braccio, qualche bambino è già morto.  Corpi desunti dalle sculture antiche.  Raffaello fornisce il disegno mentre l'incisione e l’esecuzione tecnica a bulino è di Marcantonio Raimondi (opera a doppia firma). Ø Primato del disegno (si conservano diversi disegni dell’opera). Ø Le incisioni potevano essere tirate in tanti esemplari. Ø Nell’incisione Prevedari conosciamo solo il nome di Bramante (contava il nome dell’inventore). -Trasfigurazione (1518-1520):  Tavola divisa in due parti: in alto Trasfigurazione (Gesù con apparizioni dei profesti Mosè e Elia e apostoli sbigottiti)serenità; in basso altri apostoli a sinistra con gruppo di persone che accompagnano un fanciullo posseduto dal demoniotensione.  Personaggi monumentali della scena inferiore.  Paesaggio in lontananza. Ø Pala in competizione con la Resurrezione di Lazzaro di Sebastiano del Piombo. Lettera a Leone X scritta a quattro mani (1519): stesa forse da Baldassare Castiglione con idee di Raffaellotutelare i monumenti antichi e trasmetterli alle generazioni future=cadavere della patria. Tale rovina non si deve ad un nemico esterno ma ai Papi che ne hanno ricavato materiale da costruzione. I Papi devono essere i tutori delle vestigia di Roma. Ø Novità: consapevolezza dell’antico come patrimonio su cui la Roma moderna è fondata. 97
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