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Riassunto Atto per Atto della tragedia "Saul" di Alfieri, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Tragedia "Saul" di Vittorio Alfieri. Riassunto dettagliato di tutti i V atti.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 26/02/2021

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Scarica Riassunto Atto per Atto della tragedia "Saul" di Alfieri e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La tragedia alfieriana del Saul. La tragedia fu «ideata, stesa e verseggiata» nel 1782  In una lettera dell’ottobre 1784, l’Alfieri la dedica ad un suo caro amico, l’abate TOMMASO VALPERGA di CALUSO, esperto di Sacre Scritture quindi adeguatamente in grado di apprezzare una tragedia ispirata all’Antico Testamento.  Sono V atti. I atto : La tragedia si apre su un monte della Palestina, Gelboè, la notte prima della battaglia tra Israeliti e Filistei e il primo personaggio che compare è David, giunto preso l’accampamento israelita dopo essere stato cacciato da Saul (*) per ricongiungersi con i suoi affetti, l’amata sposa Micol e con il caro amico Gionata, ma soprattutto per dimostrare a Saul il suo reale valore in battaglia, ed essere da lui o perdonato o ucciso, pur non di non dover ancora vilmente fuggire. David ricorda il tempo in cui era sinceramente amato ed apprezzato da Saul ma ora vede che non è in sé stesso. Uno spirito malvagio tormenta la sua psiche e confonde i suoi pensieri e sentimenti. Ma David è venuto per combattere a fianco ai suoi, contro gli infedeli Filistei. Gionata ode la voce di David e la riconosce in quanto voce amata, gli si avvicina, lo chiama fratello. Gionata prestamente ricorda a David il pericolo che sta correndo trovandosi lì, e si inizia a lamentare della condizione del padre Saul, maledicendo Abner, il consigliere del re, poiché lo manipola e lo controlla, ed egli è il solo a cui Saul dia veramente ascolto. Quando David chiede notizie di Micol, Gionata racconta le malinconiche giornate di questa giovane sposa, passate a piangere sulle gambe del padre, che a sua volta piange il dolore della figlia, senza riuscire però a curarlo concretamente (richiamando a corte David). David racconta anche del suo soggiorno a Rama (città della Giudea), presso il sacerdote Samuele* per smentire i sospetti di Saul a proposito della lealtà e fedeltà di Samuele. Egli narra infatti che il profeta in punto di morte raccomandò sinceramente a David di restare sempre fedele, alla stessa maniera in cui lo è con Dio stesso, al suo re Saul. Gionata si lascia sfuggire una sorta di sogno premonitore sul futuro da re di Davide, lo accenna appena. Appare Micol: nella notte porta vesti bianche, che la caratterizzano ancora di più nel suo ruolo di sposa, la riconoscono da lontano per questo. Segue un breve monologo tragico di Micol che lamenta la sua sfortunata condizione di essere stata sottratta del suo sposo. I due amanti si ricongiungono e riconfermano il loro amore e il bisogno reciproco. Giunge Micol e fa nascondere il suo sposo in una grotta là nei pressi dell’accampamento, dove in quel periodo lei spesso si ritirava per piangere l’assenza del suo amore. II atto: È l’alba del giorno della battaglia contro i Filistei. Saul è in compagnia del suo consigliere Abner e con lui si lamenta della sua condizione tormentata e vaneggia; lamenta anche l’assenza del coraggioso David… ma Abner incalza il suo odio verso David e tira acqua al suo mulino, sottolineando il legame di sangue che c’è tra lui e Saul (cugini). Saul nei suoi deliri mostra la consapevolezza di non essere lucido e dichiara di non sapere egli stesso se Abner è il suo solo e più caro amico oppure suo nemico e traditore. Saul confessa un angosciante sogno: c’è il profeta Samuele seduto sulla cima di un monte e Saul lo vede dalla valle e vede David in ginocchio ai suoi piedi. Samuele lo unge con l’unguento sacro di Dio e poi tende la mano che, miracolosamente, si allunga verso Saul e gli toglie la corona dal capo e la porge a David, che però la rifiuta. Giungono Mikol e Gionata. Saul è angosciato dalla battaglia imminente e dalla paura della sconfitta, così i figli cercano di parlargli del valoroso e fedele David che, se lì fosse, certamente avrebbero la vittoria garantita ma gli fa muro Abner fino a che non appare David in persona al cospetto di Saul… David offre la sua vita a Saul come un figlio al padre (richiama Isacco e Abramo*), accogliendo anche il desiderio del re di vederlo morto, ma chiede prima di poter combattere contro i Filistei per il re e per lui vincere questa incerta battaglia. E, di fronte alle accuse di Abner, da come prova della sua fedeltà al re un lembo del suo manto regale: presso la Caverna di Engedi o anche Fonte del Capretto – così racconta – si era nascosto David mentre Saul lo cercava e, nella stessa grotta, il re riposò una notte con tutta la scorta a guardia dell’entrata. Davide lo vide dormire e avrebbe potuto ucciderlo, ma non lo fece. Tagliò solo un lembo del mantello al re per potergli dimostrare la sua sincera fedeltà al momento opportuno, cioè ora e Saul torna ad chiamare Davide «figlio» e lo fa comandante del suo esercito. Chiede che Abner e David gareggino durante lo scontro e vincerà colui che ucciderà più filistei per il suo re, ma prima manda David nel padiglione a riposarsi un poco con la sua sposa. III atto: David e Abner parlano tra loro in privato e il secondo espone nei dettagli la sua proposta di strategia militare per l’imminente battaglia con i Filistei. Essendo un’ottima strategia, David riconosce i suoi meriti al nemico. Ma David sa che ad Abner manca la cosa più importante e che lui invece per grazia divina possiede e cioè la devozione e la fedeltà dei soldati. Segue un dialogo dalle tonalità liriche tra i due sposi, tragicamente consapevoli della volubilità dei sentimenti e dei pensieri del re. Temono una nuova separazione e ricordano i miserabili momenti passati separati. Saul poco prima della battaglia ha un nuovo delirio in presenza dei due figli e di David, tanto che guardando quest’ultimo egli vede invece Samuele cinto dalla bianca veste sacrale (Samuele era un sommo sacerdote). Per convincersi che si tratti non di Samuele ma bensì di David, Saul chiede che gli venga mostrata la spada di David ma, guardandola, riconosce non solo che quella spada era stata donata al ragazzo da lui stesso dopo che David l’aveva sottratta a Golia, ma anche che successivamente a questi fatti la medesima spada era stata avvolta in un mantello (Efod = paramento del sacerdote) e collocata dentro un altare a Nob (città santa per gli Ebrei). Quando Saul chiede spiegazioni, David confessa che egli l’ha presa solamente perché quando vagava esule senza armi rischiava continuamente la vita e si è recato a Nob dove il sacerdote Achimelèch gli ha dato quella spada. Saul inizia a inveire contro il sacerdote, chiamandolo traditore e fellone, e perde di nuovo il senno dicendo di bramare la morte… ma i figli sgomenti spronano David a cantare per il suo re, come faceva in passato, visto che tanto era stato efficace a donargli un po’ di pace (Davide iniziatore del genere salmodico*) Davide canta tre volte: per prime canta tutte le gesta gloriose di Saul, poi canta di un momento di raccolta insieme agli affetti più intimi nei pressi di un paesaggio quasi bucolico, e infine, canta della prossima vittoria di Saul contro i Filistei (costruita come una visione profetica) ma, ahimè, il canto ad un punto afferma che due spade ha il popolo d’Israele, cioè elogia anche se stesso oltre saul. Tutta la tranquillità conquistata a fatica cede, Saul insinua che David così parlando si stia vantando e dichiara che David debba morire e David deve fuggire. IV atto: La situazione non si placa e Saul rimprovera Mikol della fuga di David e la manda a cercarlo per portarlo al suo cospetto. Segue un dialogo padre-figlio: Saul tradisce il suo profondo smarrimento chiede conferme dell’amore ai figli e Gionata, da figlio quale è, non può che corrispondere alle richieste di rassicurazioni paterne confermando con fermezza il suo amore ma… proprio in forza di questo amore lo rimprovera. Saul confessa il suo più grande timore che muove
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