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Riassunto atto per atto di "Amleto" e "Antonio e Cleopatra", Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Riassunto di ogni scena dei libri, con citazioni principali

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 16/12/2017

silvia.s97
silvia.s97 🇮🇹

4.3

(7)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto atto per atto di "Amleto" e "Antonio e Cleopatra" e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! AMLETO Atto1, sc 1: spalti del castello di Elsinore; ci sono delle sentinelle; dicono di aver visto una “cosa” la notte precedente ma Orazio non gli crede, decide di fare la guardia con loro e all’una di notte appare lo Spettro (the Ghost), ma non parla, forse è lì perché deve avvisarli di qualcosa; in effetti il Re uccise Fortebraccio di Norvegia e il figlio vorrà riprendersi le terre perse dal padre, motivo della loro guardia al Castello. Lo spirito ritorno ma il gallo canta e questo fugge. Devono dirlo ad Amleto. Sc. 2: Sala del trono del Castello: Re Claudio, annuncia che si è sposato con la cognata, regina e sovrana (moglie del suo defunto fratello). Il giovane Fortebraccio chiede le terre perse dal padre ma chiedono a suo zio di impedirgli ogni mossa; Laerte chiede il permesso di tornare in Francia, il padre Polonio è d’accordo e il Re accetta. Passa ad Amleto (prima sua apparizione): “my cousin Hamlet, and my son” “a little more than kin and less than kind”. Deve smettere di soffrire per la morte del padre perché è cosa comune, lui risponde di sì e lei chiede perché allora gli sembra così speciale; lui risponde che non conosce “sembra” ma “è”, le azioni e fatti che si vedono “sembrano” perché sono azioni che un uomo può recitare ma lui ha dentro ciò che non si mostra (opposizione fuori/dentro, apparenza/realtà). Il re gli dice che perseverare questo dolore è condotta di volontà che si ribella al Cielo, animo impaziente e cuore non fortificato. La sua intenzione di tornare a Wittenberg è contro i loro desideri. 1SOLILOQUIO: “oh se questa troppo, troppo solida carne potesse disfarsi, squagliarsi e sciogliersi in rugiada. Se l’Eterno non avesse scritto la propria legge contro il suicidio.. tediose e banali le usanze di questo mondo… che schifo. Un giardino che a possederlo sono solo cose marce e grossolane.. tutta lacrime, proprio lei, bestia priva di ragione, sposata a mio zio, fratello di mio padre. Entro un mese lei si sposò. Rapidità vergognosa, dentro lenzuola incestuose. Ma spezzati cuore, devo frenare la lingua”. Amleto incontra Orazio, questo gli dice di aver visto suo padre così Amleto sarà di guardia “gli parlerò, dovesse l’inferno spalancare la bocca e ordinarmi di tacere. Non parlate”, capisce che c’è qualcosa di strano, “anche se la terra le seppellisce, le azioni turpi si levano agli occhi degli uomini”. Sc. 3: Laerte sta partendo, saluta la sorella consigliando di stare lontano da Amleto, c’è una differenza sociale tra i due e lei lo prega di non fare come colore che mostrano la strada giusta agli altri e poi la calpestano loro stessi. Ofelia rivela al padre che Amleto le ha dichiarato il suo amore ma il padre le ordina di non parlare più con lui perché è un imbroglio. Scena 4: spalti del castello: Amleto è a far la guardia ed entra lo spettro, lo prega di spiegare il perché della sua fuga dalla tomba, questo gli fa un cenno ed escono insieme. Scena 5: EPIFANIA: spettro ad Amleto: “I am thy father’s spirit” “revenge his foul and most unnatural murder”, gli rivela che il fatto che sia stato ucciso dal morso di un serpente è una bugia “the serpent that did sting thy father’s life now wears his crown” “oh my prophetic soul! My uncle?”. Gli rivela che mentre lui dormiva suo fratello gli verso del veleno nell’orecchio che entrò in contrasto con il sangue correndo nel corpo come argento vivo. È morto senza purgarsi, deve rivendicarlo. Amleto è inquieto. 2SOLILOQUIO: “reggi mio cuore, ricordati di me? Cancellerò ogni annotazione e tutte le massime dei libri dalla mia tavola della memoria, il tuo comandamento vivrà da solo nel mio libro. O donna perniciosa. O criminale. Ora la mia parola d’ordine “addio, addio, ricordati di me” l’ho giurato” Dice ai compagni che c’è un delinquente in Danimarca, gli fa giurare di non dire niente di quella notte, dovranno far finta di niente perché potrebbe essere che egli ritenga opportuno recitare la parte del MATTO. “il secolo è fuor di sesto. Sorte maledetta, dover esser nato per rimetterlo a posto” Atto 2, sc. 1: castello: Ofelia spaventata, ha parlato con il principe Amleto e ne descrive gli abiti, tipica descrizione del folle . Lo descrive dicendo che sembrava uscito dall’Inferno per parlare degli orrori. Il padre, Polonio, le chiede se sia pazzo d’amore per lei, ritiene che sia motivo della sua follia. Scena 2: il Re da il benvenuto a Rosencrantz e Guildenstern, amici d’infanzia di Amleto, chiede di scoprire la causa della sua metamorfosi. Polonio rivela la sua idea, legge davanti a loro una lettera che A. ha mandato ad Ofelia dove le dichiara il suo amore. Pensa di mandargli la figlia, e lui e il Re si nasconderanno. Incontro A. e Polonio, A. gli dice che è un pescivendolo e poi gli chiede se ha una figlia; Polonio gli chiede cosa legge e A. risponde “words,words,words” (parole apparenti e vere), gli dice che il libro parla di calunnie, uomini vecchi con mancanza di cervello. P:” questa pazzia ha del metodo”. Incontro A. con Rose. e Guild.: A. dice che la Danimarca è una prigione, “magari è troppo stretta per la sua mente” “potrei venir chiuso in un guscio di noce e considerarmi Re dello spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni. Il sogno stesso non è che l’ombra”. Riesce a fargli dire che sono stati mandati dal Re e la Regina, è sempre lucido. Amleto gli dichiara di aver subito una metamorfosi ma non sa perché, “che capolavoro è l’uomo, nobile nella ragione, infinito nelle sue facoltà, preciso nella forma e movimento, simile ad un angelo nell’azione, ad un Dio nell’intrattenimento. Eppure cos’è per me questa quintessenza di polvere? L’uomo non mi piace”. Arrivano gli attori, ora c’è una nidiata di bambini che se la prendono con i teatri comuni, A. fa moltissime domande. C’è stata una battaglia e i ragazzi hanno vinto “si portano via anche Ercole col Globo” (Globe theatre). A. chiede di mettere in scena Enea e Didone, quando lui parla dell’uccisione di Priamo, chiede se conoscono “l’assasinio di Gonzago”, la sera successiva vuole metterlo in scena ma dovranno imparare un discorso che lui butterà giù. 3SOLILOQUIO: “sono solo adesso. Che vigliacco e malfattore sono, mostruoso quest’attore che in mera funzione, in un suo sogno di passione, possa aver tanto forzato la sua anima al concetto che per il suo operare tutto il suo volto è impallidito, lacrime, disperazione e voce rotta e tutto per niente, per Ecuba, chi è per lui? Che farebbe se avesse il motivo e la spinta alla passione che ho io? Io, canaglia fangosa e ottusa perdo tempo come un idiota incurante della mia causa, non so dire niente, nemmeno per un Re che è stato derubato, furto maledetto, dei suoi beni e della sua vita. Sono un codardo? Vendetta! Al lavoro cervello mio” assistendo ad un dramma dei malfattori sono stati colpiti a fondo fino alla confessione dei loro delitti, così lui metterà in scena l’uccisione del padre e osserverà lo zio. “il teatro è la cosa con cui metterò in trappola la coscienza del re”. Atto 3, sc. 1: Re e Polonio organizzano l’incontro fra A. e Ofelia, Polonio da ad Ofelia un libro. 4SOLILOQUIO: “essere o non essere, questa è la domanda, se è più nobile per la mente sopportare le sassate e le frecce dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di guai e combattendo finirli. Morire, dormire, e con un sonno dire che poniamo fine al male del cuore e ai mille travagli naturali di cui la carne è erede. Morire, dormire, forse qui è l’intoppo, in quel sogno di morte quali sogni possano venire quando ci siamo liberati di questo groviglio mortale, è cosa da farci meditare. Chi sopporterebbe la frusta e l’ingiuria del tempo quando lui stesso potrebbe darsi quietanza con un nudo pugnale? Chi sopporterebbe fardelli, se non fosse che la paura di qualcosa dopo la morte? La terra inesplorata dai cui confini non torna il viaggiatore, paralizza la volontà. Ci rende tutti codardi.” Incontra Ofelia che gli dice di dovergli ridare i suoi doni ma lui le dice che non l’ha mai amata, di non fidarsi di nessuno, dovrebbe andare in un convento e non generare più peccatori. Sa di essere spiato e vede Ofelia come una tentatrice. Il re pensa dunque che non sia questa la causa della sua pazzia, “c’è qualcosa nella sua anima su cui siede la malinconia e quando si schiuderà ci sarà qualche pericolo” decide quindi di mandarlo in Inghilterra “forse i mari e i paesi diversi espelleranno questa materia” Polonio suggerisce di farlo parlare prima con la madre, dopo la recita. Sc. 2, A. parla con gli attori dandogli delle dritte sulla recitazione. Si recita il dramma davanti al Re, chiede ad Orazio di osservarlo, se non esce allo scoperto lo spettro che hanno visto è malefico e le sue fantasie sono nere come la forgia di Vulcano. PLAY WITHIN THE PLAY. Quando si ha la scena la Regina: “il Re si alza”, re “fatemi luce, via” A. “se ne vada piangendo il cervo colpito, resti giocando quello non ferito”. Rosencratz gli dice che la madre lo vuole vedere, gli richiede perché è turbato, sarà l’erede al trono di Danimarca, ma Amleto gli dice che loro vorrebbero suonarlo come un flauto ma loro non sanno nemmeno farlo parlare. “mi trattano da pazzo fino a farmi saltare le corde”. 5SOLILOQUIO “questa è l’ora più stregata, potrei bere sangue caldo e fare cose tanto cattive che il mondo a vederle tremerebbe. O cuore, non perdere la tua natura. Fa che io sia crudele, non snaturato. Con lei le mie parole saranno pugnali ma questi non li userò.” Sc. 3: Re, da solo, si rende conto che Amleto sa dell’assassinio, ma non esiste preghiera per ciò. si inginocchia e Amleto lo vede, 6SOLILOQUIO “ora potrei farlo tranquillamente, ora che prega, lo farò. E così se ne va in Paradiso. Così io sono vendicato. Ci devo riflettere. Un malfattore uccide mio padre e io lo mando in Paradiso. Questo è un salario non una vendetta. Lui ha preso mio padre in stato impuro, con tutte le sue colpe. Al tuo posto spada, aspetta di conoscere una ferita più orrenda. Sorprendilo in modo che la sua anima possa essere dannata e nera come l’inferno in cui cadrà”. Sc. 4: Polonio si nasconde dietro l’arazzo, la Regina: “A. voi (thou) avete molto offeso il padre tuo” “madre, voi (you) avete molto offeso il padre mio” “mi rispondi con lingua sciocca” “mi interrogate con Atto 3, sc.1: pianura in Siria: soldati fedeli ad Antonio, hanno battuto i Prati. Sc.2: Roma: i fratelli si sono separati e Pompeo se n’è andato. Lepido ama entrambi. Cesare consegna in moglie Ottavia a A. “nei suoi occhi c’è aprile, è la primavera dell’amore. E queste le piogge che l’annunciano” ma Ottavia dice in un orecchio al fratello “la sua lingua non vuole obbedire al suo cuore, né il suo cuore può dettare alla sua lingua”. Cesare piange. Sc.3:Alessandria: chiede come sia Ottavia, il messaggero è “adattissimo a certi servizi”. Sc.4: Atene: A “io preparerò una guerra che eclisserà tuo fratello”. O” una guerra tra voi due sarebbe come se il mondo si spaccasse e solo i corpi di uomini uccisi potessero culminare lo squarcio”. Sc.5: ibidem: Cesare e Lepido fanno la guerra a Pompeo. Sc.6: Roma: Ottavia riferisce tutto a suo fratello, Cesare “cleo gli ha fatto un cenno. Lui ha dato il suo impero ad una puttana, e adesso arruola tutti i re dell’Universo per farci la guerra” Ottavia può tornare a Roma dove tutti la amano. Sc.7: Azio, accampamento di Antonio. Cleo e Enobarbo: “hai ostacolato la mia presenza in questa guerra dicendo che non è opportuna” E “La tua presenza deve turbare A. è già accusato di frivolezze e si dice, a Roma, che quella guerra è condotta da Fotino, un eunuco, e dalle tue ancelle. C “che Roma affondi e marciscano le lingue che parlano contro di noi.” Antonio vuole combattere contro Pompeo per mare e Cleo è l’unica ad appoggiarlo. Enobarbo “le tue navi non sono ben equipaggiate, le sue sono leggere, le tue pesanti. Non ti verrà nessun disonore se rifiuti di combattere in mare, pronto come sei per la terra.” C “io hho sessanta vele- cesare non ne ha di migliori” soldato “non combattere per mare. Dubiti di questa spada, di queste ferite? Noi siamo abituati a vincere sulla terra” “il nostro comandante è comandato, e noi siamo gli uomini delle donne” Sc.8,9,10 Azio: Enobarbo: l’ammiraglia egiziana è fuggita con le altre sessanta navi. Ha invertito la rotta.” Scaro” la parte più grande del mondo s’è perduta per pura insipienza. In cambio d’un bacio abbiamo dato regni e province. Quella turbe giumenta d’Egitto- nel mezzo della battaglia, quando il vantaggio era uguale- come una vacca in giugno punta da una vespa, alza le vele e fugge. Dopo che lei ebbe virato di bordo, il nobile rudere della sua magia, A., dispiega la sua vela marina e fugge dietro di lei. Azione vergognosa.” Sc.11: Alessandria. A. “la terra mi ordina di non calpestarla più, si vergogna di portarmi. Sono fuggito io stesso e ho insegnato ai codardi a correre e a mostrare le spalle. Amici andate, ho deciso di seguire una strada che non ha bisogno di voi. Chi abbandona sé stesso venga abbandonato. Ho macchiato la mia reputazione e questa è la più ignobile delle colpe. Cleo “oh mio signore, perdona le mie vele impaurite. Non credevo mi avresti seguita” “tu sapevi, Egitto, che il mio cuore era legato con le corde al tuo Timone, e che mi avresti rimorchiato. Tu sapevi la tua supremazia assoluta sul mio spirito, e che un cenno poteva farmi ignorare l’ordine degli dei. Non versare una lacrima. Una sola vale tutto quello che è stato vinto e perduto: dammi un bacio, basta a ripagarmi.” Sc.12: Egitto, accampamento di Cesare: ambasciatore va da Cesare, da parte di A. gli chiede di poter vivere in Egitto, altrimenti di lasciarlo respirare tra cielo e terra, da privato cittadino, ad Atene. Cleo implora la corona dei Tolomei per i suoi eredi. Cesare non ha orecchie per la proposta di Antonio ma alla regina sarà data udienza e concesso ciò che desidera purché scacci dall’Egitto il suo amante o gli tolga la vita. Sc.13: Alessandria: Enobarbo ricorda la fuga di A., non doveva seguire Cleo quando metà del mondo s’opponeva all’altra e il motivo era lui. A. “torna da Cesare, digli che su di sé lui porta la rosa della giovinezza. Lo sfida spada contro spada. A. “fredda con me?” cleo “se così fosse facesse il cielo piovere grandine dal mio cuore freddo, cadesse la prima pietra sul mio collo dissolvesse la mia vita” A.”se tornerò dal campo a baciare ancora queste labbra, ti apparirò nel sangue: io e la mia spada ci guadagneremo un posto nelle cronache” “poiché il mio signore è di nuovo Antonio, io sarò Cleopatra”. Atto 4, sc.1: Alessandria, accampamento Cesare: C “mi chiama ragazzo e mi sfida come se avesse il potere di scacciarmi dall’Egitto, il vecchio ruffiano” Sc.2: Alessandria, palazzo di Cleo: A. “domani combatterò per mare e per terra: o vivrò o bagnerò il mio onore morente nel sangue che lo farà rivivere” Enobarbo “combatterò e griderò “chi vince piglia tutto””. A. “sappiate cuore miei che nutro speranze per domani e che voglio condurvi dove m’aspetto vita vittoriosa piuttosto che morte, e gloria”. Sc.3,4,5: Alessandria, accampamento di Antonio: A. “ oh, soldato, se tu e le tue ferite mi avessero persuaso a combattere per terra” Enobarbo è fuggito da Cesare ma A. capisce che la colpa è di lui, le sue fortune hanno corrotto gli onesti. Sc. 8: sotto le mura di Alessandria, A. dice a Cleo che li hanno battuti. Sc.9: accampamento di Cesare: “ieri è stato un giorno disgraziato”. Enobarbo evoca la Luna, si pente, “o sovrana signora della vera malinconia, versa su di me l’umido veleno della notte, sì che la vita, possa non restare attaccata a me. O A. più nobile di quanto la mia diserzione non sia infame, perdona ciò che ho fatto a te, lascia che il mondo mi iscriva tra coloro che hanno abbandonato il padrone e disertato. MUORE. Sc.12: dopo la battaglia navale, Scaro “le rondini hanno fatto il nido sulle vele di Cleopatra” A.”tutto è perduto. Questa turpe Egiziana mi ha tradito: la mia flotta si è arresa al nemico e laggiù gozzovigliano come amici che si sono ritrovati. La fortuna e A. si separano qui” usa la parola per trasformarsi in un eroe mitologico. Sc.14: Palazzo di Cleo: A. “Eros mi vedi ancora? Vediamo a volte come una nuvola a forma di drago, un vapore che è come un orso o un leone.. tu hai visto questi segni che sono i teatri mobili del nero vespro. Quello che ora è un cavallo, nel tempo il cirro lo cancella e lo rende indistinto come acqua nell’acqua. Il tuo capitano è uno di quei corpi: qui Io sono A. ma non posso, soldato mio, conservare questa forma visibile. Ho fatto questa guerra per l’Egitto e la Regina il cui cuore credevo di possedere ma ne aveva conquistato un milione. Ha passato al nemico la carta del Trionfo. Oh la tua vile padrona mi ha rubato la spada. Mi ha tradito e avrà la morte”, Mardiano “la morte di una persona può essere pagata una volta sola, e lei ha pagato. L’ultima cosa che ha detto “Antonio nobilissimo Antonio” poi un lamento strazziante spezzò a metà il nome di A. che rimase diviso tra il suo cuore e le sue labbra. Morta” A”ti raggiungerò Cleo, e piangendo ti chiederò perdono. È tutto finito mia regina aspettami, andremo dove le anime si sdraiano sui fiori e con il nostro passo veloce sbalordiremo gli spettri. Da quando Cleo è morta io ho vissuto in disonore che gli dei detestano la mia bassezza. Io che con la mia squadra ho squartato il mondo, creato città con le navi, mi accuso di non avere il coraggio di una donna, di possedere un’anima meno nobile di lei. Tu hai giurato, Eros, che quando fosse arrivato il momento, in cui io vedo vergogna e orrore, mi avresti ucciso. Fallo è giunta l’ora. Vorresti dalla finestra vedere il tuo padrone con le braccia legate, il collo curo, il viso abbassato perché vi entri la vergogna e il carro di Cesare, vittorioso?” Eros non vorrebbe ma non riesce ad ucciderlo e si uccide lui stesso. A. “sarò lo sposo della mia morte e corro da lei” cade sulla spada “come non sono morto? Guardi oh finitemi”. Arriva Diomede che gli rivela che Cleo è chiusa nel Mausoleo, lei voleva la credessi morta ma poi temeva delle conseguenze e ha mandato lui per dir la verità; A. vuole essere portato da lei. Sc.15: mausoleo: raccontano tutto a Cleo e lo portano da lei. A” non è stato il valore di Cesare a rovesciare Antonio ma quello di A. a trionfare su sé stesso. Muoio Egitto, un momento ancora per poter deporre l’ultimo, il più povero di tante migliaia di baci, sulle tue labbra C “rivvivati coi baci” A.”rallegra i tuoi pensieri nutrendoli della fortuna in cui ho vissuto prima: il più grande principe del mondo. Sono un romano che con onore è stato sconfitto da un Romano. Il mio spirito se ne va. Non posso più nulla” MUORE . C” la corona della terra si discioglie” sviene e la chiamano “signora d’Egitto, Imperatrice” C “non più, solo donna. È peccato irrompere nella casa segreta della morte prima che la morte osi venire da noi? Lo seppelliremo secondo l’alto costume romano” Atto5, sc1: Alessandria: Decretas raggiunge Cesare e lo avvisa della morte di A.. C”il rompersi di una cosa tanto grande dovrebbe fare più rumore, nel suo nome viveva metà del mondo” dice di dire alla regina di stare di buon animo, prenderà onorevoli decisioni. Sc.2: Mausoleo: Proculeio viene mandato da Cesare a Cleo e lei chiede almeno un regno poi estrae un pugnale “una fossa d’Egitto mi sia tomba pietosa- oppure stendetemi sul fango del Nilo e lasciate che le mosche d’acqua mi gonfino fino all’orrore”. Parla con Dolabella chiedendole se ci sia mai stato o ci sarà un uomo come A., se così fosse è al di là della misura del sogno che lei hai fatto, dove ha visto A. Cesare e Cleo si incontrano per la prima volta, loro saranno indulgenti se lei saprà conformarsi alle loro disposizioni benigne. “mie donne vestitemi da regina, andate a prendermi i costumi più belli, vado sul Cidno per incontrarmi con Antonio” ma arriva un contadino “hai il grazioso serpente del Nilo che uccide e non fa male?” “mettetemi il mio mantello e la corona, sento desideri immortali. Mi sembra di sentire A. vengo, marito: io sono fuoco e aria, gli altri elementi li lascio a una vita più vile” iras viene morsa dal serpente e MUORE . Cleopatra: “perché restare”- MUORE. Carmiana MUORE. Entrano Dolabella e le guardie e vedono che sono tutte morte; “è il morso di un aspide, su queste foglie di fico c’è del limo, come quello che l’aspide lascia nelle caverne del Nilo” Cesare “stendetela nel letto e portate le sue donne fuori dal Mausoleo, lei sarà sepolta accanto al suo Antonio. Sulla terra nessuna tomba racchiuderà una coppia così famosa”.
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