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RIASSUNTO BALZAC + PERE GORIOT, Appunti di Letteratura Francese

RIASSUNTO DISCORSIVO DI BALZAC E DEL ROMANZO PERE GORIOT + INTEGRAZIONE SBOBINE

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 28/09/2023

paola.k.t
paola.k.t 🇮🇹

4.3

(4)

25 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica RIASSUNTO BALZAC + PERE GORIOT e più Appunti in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! BALZAC Honoré de Balzac è stato uno dei più importanti scrittori francesi del XIX secolo. Nato il 20 maggio 1799 a Tours, in Francia, e morto il 18 agosto 1850 a Parigi, è conosciuto principalmente per la sua monumentale serie di romanzi intitolata "La Comédie Humaine" (La Commedia umana). Balzac era un autore molto prolifico e scriveva con uno stile realistico e dettagliato. La sua opera più significativa, "La Comédie Humaine", è un ambizioso progetto letterario che mirava a descrivere e rappresentare l'intera società francese del suo tempo. Comprende oltre cento romanzi e racconti, che offrono un ritratto complesso e approfondito delle varie classi sociali, delle loro interazioni e dei loro conflitti. Il pensiero di Balzac si concentra spesso sulla natura umana e sulle forze sociali che influenzano la vita delle persone. Era interessato all'ascesa sociale, alla corruzione, all'avidità, all'amore e all'ambizione umana. Le sue opere esplorano le ambiguità e le contraddizioni dell'animo umano, raffigurando personaggi complessi e realistici che agiscono secondo i loro istinti, desideri e aspirazioni. Il suo stile di scrittura è noto per essere dettagliato e descrittivo, spesso caratterizzato da lunghi periodi e ricche descrizioni. Balzac era attento ai dettagli dei contesti sociali, delle ambientazioni e degli oggetti, e utilizzava tali descrizioni per creare un quadro vivido e realistico del mondo che stava ritraendo. La sua narrativa si basa su una solida osservazione della realtà sociale e sull'attenzione ai dettagli psicologici dei suoi personaggi. Balzac era noto per il suo impegno nell'analizzare le motivazioni dei suoi protagonisti e nel dipingere ritratti vividi della società francese del suo tempo. Le sue opere sono un affascinante specchio dell'epoca, offrendo una visione approfondita della vita quotidiana, delle aspirazioni e delle disuguaglianze sociali del periodo della Restaurazione e della Monarchia di Luglio in Francia. In sintesi, Balzac è stato un autore influente che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del romanzo realista. La sua "La Comédie Humaine" è un'opera monumentale che offre un ritratto complesso della società francese dell'epoca, e il suo stile dettagliato e descrittivo ha reso le sue opere realistiche e coinvolgenti per i lettori di allora e di oggi. LA COMEDIE HUMAINE "La Comédie Humaine" è una serie di romanzi e racconti scritti da Honoré de Balzac, che costituiscono uno dei progetti letterari più ambiziosi nella storia della letteratura. L'opera è composta da oltre cento opere, scritte tra il 1829 e il 1850, che offrono un ritratto complesso e dettagliato della società francese del XIX secolo. Quest’opera è stata concepita da Balzac come un'opera corale, in cui ogni romanzo o racconto rappresenta un episodio o un ritratto di un personaggio che si inserisce all'interno di una vasta trama sociale. L'obiettivo di Balzac era quello di descrivere e rappresentare l'intera società francese del suo tempo, in tutte le sue sfaccettature e complessità. DIVISIONE DELL’OPERA "La Comédie Humaine" di Balzac può essere considerata divisa in due gruppi principali: uno basato sulla divisione per ambientazione geografica e uno basato sulla divisione per temi e generi letterari. 1. Divisione per ambientazione geografica: • "Scènes de la vie privée" (Scene della vita privata): Questa parte esplora la vita familiare, le relazioni intime e le dinamiche domestiche. Include romanzi come "Eugénie Grandet", che racconta la storia di una giovane donna oppressa dalla sua famiglia e "Le Père Goriot", che segue le vicende di un padre che sacrifica tutto per le sue figlie. • "Scènes de la vie de province" (Scene della vita di provincia): Questa sezione si concentra sulla vita nelle città di provincia, con una particolare attenzione alle ambizioni sociali e alla lotta per l'ascesa sociale. Tra i romanzi di questa parte vi sono "Illusions perdues", che narra la storia di un giovane poeta che cerca la fama a Parigi, e "La Rabouilleuse", che presenta una storia di intrighi familiari e rivalità. • "Scènes de la vie parisienne" (Scene della vita parigina): uesta parte affronta la vita nella capitale francese, Parigi. Esplora i diversi aspetti della società parigina, inclusi i salotti letterari, la finanza, la politica e i teatri. Alcuni dei romanzi di questa sezione includono "Splendori e miserie delle cortigiane", che presenta una panoramica della società parigina attraverso il mondo delle cortigiane, e "Cousin Bette", che tratta di vendetta e gelosia in una famiglia parigina. Queste sottosezioni rappresentano diverse ambientazioni all'interno della società francese, che includono la vita familiare e intima, la vita nelle città di provincia e la vita nella capitale francese, Parigi. In ognuna di queste ambientazioni, Balzac esplora le dinamiche sociali, le convenzioni, le aspirazioni e le relazioni umane specifiche. 2. Divisione per temi e generi letterari: • "Études philosophiques" (Studi filosofici): Questa sezione dell'opera di Balzac si concentra su temi filosofici e metafisici. Balzac esplora questioni più ampie riguardanti l'esistenza umana, la morale, il destino e il significato della vita. Attraverso i suoi romanzi e racconti in questa sezione, Balzac indaga sulle influenze filosofiche dell'epoca e sulle riflessioni sulla condizione umana. • "Études analytiques" (Studi analitici): Questa sezione riguarda l'analisi dettagliata di vari aspetti della società e dell'individuo. Balzac esamina temi come la giustizia, la politica, la scienza e la morale, cercando di comprendere le leggi che governano il comportamento umano e la società nel suo complesso. Gli studi analitici di Balzac offrono una sorta di osservazione sociologica e psicologica, cercando di spiegare le dinamiche e le motivazioni dei personaggi e delle azioni nella società. • "Études de mœurs" (Studi dei costumi): Questa sezione costituisce la parte più ampia dell'opera di Balzac, che esplora i costumi sociali, le convenzioni e le relazioni umane in varie sfaccettature della società. Balzac analizza le dinamiche familiari, le interazioni sociali, le ambizioni individuali e le pressioni sociali. Attraverso i suoi studi dei costumi, Balzac cerca di ritrarre la società nella sua interezza, evidenziando le disuguaglianze, le tensioni e le relazioni complesse che caratterizzano la vita sociale. Queste sottosezioni si concentrano su temi specifici e offrono una prospettiva più dettagliata su aspetti come la filosofia, l'analisi sociale e il ritratto dei costumi e delle convenzioni dell'epoca. Mentre gli "Studi filosofici" esplorano temi più ampi riguardanti la condizione umana, gli "Studi Somiglianze tra Stendhal e Balzac nei vari aspetti letterari: 1. Stile di scrittura: • Entrambi gli autori utilizzavano uno stile realistico nella loro scrittura, anche se con sfumature diverse. Entrambi si sforzavano di rappresentare la realtà in modo accurato e dettagliato, sia nella descrizione dei luoghi che nella psicologia dei personaggi. 2. Tematiche: • Entrambi affrontavano tematiche sociali e politiche. Esploravano la società dell'epoca, le sue gerarchie sociali, le dinamiche di potere, le ambizioni individuali e le contraddizioni della condizione umana. Entrambi riflettevano anche sulle passioni amorose e sulle sfide emotive dei loro personaggi. 3. Analisi psicologica: • Tanto Stendhal quanto Balzac si interessavano alla psicologia dei loro personaggi. Entrambi cercavano di analizzare le motivazioni, i desideri e le emozioni dei personaggi in modo approfondito, offrendo una comprensione più profonda delle loro azioni e dei loro rapporti con gli altri. 4. Personaggi: • Sia Stendhal che Balzac creavano personaggi complessi e sfaccettati. I loro protagonisti erano spesso caratterizzati da contraddizioni interne, lottando con le loro passioni, le ambizioni e i limiti imposti dalla società. Entrambi gli autori erano in grado di dipingere personaggi memorabili e di far emergere la loro umanità. 5. Luoghi: • Entrambi gli autori utilizzavano la descrizione dei luoghi come mezzo per rappresentare la società e il contesto in cui i loro personaggi si muovevano. Stendhal e Balzac erano in grado di creare ambientazioni vivide e realistiche, che riflettevano le diverse sfere sociali e i loro valori. 6. Ambizione letteraria: • Sia Stendhal che Balzac avevano l'ambizione di creare opere complesse e panoramiche che rappresentassero in modo accurato la società del loro tempo. Entrambi si sforzarono di creare un'opera letteraria ambiziosa e vasta, che offrisse una rappresentazione completa delle dinamiche sociali e umane dell'epoca. In conclusione, Stendhal e Balzac condividevano similitudini nello stile di scrittura realistico, nelle tematiche sociali e psicologiche affrontate, nell'analisi approfondita dei personaggi e nella creazione di ambientazioni realistiche. Entrambi gli autori hanno lasciato un'impronta significativa sulla letteratura del XIX secolo e sono considerati maestri del realismo. Stendhal e Balzac, nonostante condividano alcuni aspetti simili nel loro contributo al realismo letterario, presentano anche alcune differenze significative: 7. Approccio psicologico: • Stendhal: Stendhal era noto per la sua profonda analisi psicologica dei personaggi. Si concentrava sull'indagine delle loro emozioni, dei loro desideri interiori e delle loro motivazioni. La sua scrittura era caratterizzata da un'introspezione accurata e da una rappresentazione dettagliata delle dinamiche interne dei personaggi. • Balzac: Balzac, d'altra parte, si interessava di più alla tipizzazione dei personaggi e alla rappresentazione di archetipi sociali. I suoi personaggi spesso rappresentano determinate classi sociali o tipi umani specifici. Balzac si concentrava sulle loro interazioni sociali, sulle ambizioni individuali e sulle dinamiche di potere. 8. Stile di scrittura: • Stendhal: Lo stile di scrittura di Stendhal era più asciutto e diretto, con un'enfasi sulla precisione e sulla concisione. La sua prosa era spesso descrittiva e psicologica, ma tendeva a essere più concentrata sulla rappresentazione dei personaggi e delle loro emozioni. • Balzac: Balzac utilizzava uno stile di scrittura più dettagliato e descrittivo. Le sue opere erano caratterizzate da una ricchezza di particolari e da una minuziosa rappresentazione delle ambientazioni e delle atmosfere. Balzac era noto per il suo stile ornamentale e per la cura nella creazione di un quadro completo della società. 9. Rappresentazione della società: • Stendhal: Stendhal si concentrava sulla rappresentazione delle dinamiche sociali e delle contraddizioni della società. Spesso metteva in evidenza la lotta tra i desideri individuali e le restrizioni sociali, esplorando tematiche come il conflitto di classe e il ruolo dell'individuo all'interno della società. • Balzac: Balzac aveva un approccio più ampio nella rappresentazione della società. La sua monumentale opera "La Comédie Humaine" comprendeva una vasta gamma di personaggi e di sfere sociali, offrendo un quadro completo della società francese dell'epoca. Balzac si interessava alle dinamiche politiche, economiche e culturali della società. Queste differenze negli aspetti psicologici, nello stile di scrittura e nella rappresentazione della società contribuiscono a distinguere Stendhal e Balzac come due scrittori con approcci distinti, nonostante condividano alcune caratteristiche del movimento realista. Balzac e Stendhal. Questi due autori trattano temi romantici ma in uno stile realista, perché entrambi hanno in comune quest’egemonia del presente. Ci sono, appunto, modi diversi perché entrambi hanno in comune quest’egemonia del presente. Ci sono, appunto, modi diversi di raccontare: questi due autori partono da unico punto, ovvero quello proprio di descrivere la Francia di quel periodo, quel momento di grande instabilità, perché appunto nel 1830 con la monarchia di Luglio in Francia abbiamo questo stato di instabilità dove anche i giovani sono totalmente persi, e loro attraverso la letteratura, attraverso questo scrivere, attraverso questo raccontare, vogliono essere una guida per la società, analizzare i dubbi e l’instabilità di quel periodo. Possiamo vedere questa instabilità proprio tra Balzac e Stendhal nel finale, perché Stendhal lo rende arbitrario, mentre con Balzac è come se un finale non c’è mai, c’è sempre quel dopo, è come se prendesse il pretesto del finale di un racconto per raccontare sempre una nuova storia sia per intrattenere ma anche perché lui non voleva un’unica cosa ma voleva parlare di una moltitudine; questo lo si vede anche nei personaggi: mentre Stendhal si focalizza maggiormente su un personaggio per poi magari descriverne le piccole cose, Balzac analizza dettagliatamente ogni personaggio. Quindi entrambi hanno questo desiderio di mettere in luce i giovani dell’800, ma lo fanno in maniera un po’ diversa: mentre possiamo definire il realismo di Stendhal scientifico (perché descrive ogni cosa così com’è, veritiero così com’è), Balzac, invece, descrive la società, descrive tutto ciò che è, ma è come se ingigantisca anche un po’, è come se descrivesse più i vizi che le virtù e quindi è come se volesse mettere in evidenza più i problemi, però li giudica. Quindi d’altro canto possiamo vedere anche un altro tipo di arbitrarietà, ovvero questo Stendhal che magari parla di un progresso, è tanto rivoluzionario, mentre Balzac parla di progresso, ma più che altro è conservatore perché, giudicando le persone, l’autore pone dei limiti. Stendhal descrive la verità per quella che è, Balzac la descrive ma possiamo vedere anche vari commenti negativi. Quindi abbiamo parlato di due autori tanto diversi, ma che in questa diversità hanno lasciato un segno nella storia difficile da dimenticare. Mentre Stendhal vede l’ultimo accesso per un progresso della città della società, Balzac è come se lo giudica perché analizza un altro punto: il denaro. Stendhal parla del denaro come qualcosa di progresso, Balzac si sofferma sul punto della perdita dei valori perché maggiormente in questo momento abbiamo un interesse per il denaro. Un’altra differenza è che Balzac ha scritto tantissimo, ha creato sempre un racconto, mentre invece Stendhal no. BENE-MALE Balzac affronta la questione del bene e del male in modo complesso e sfumato. Nei suoi romanzi, non esiste una distinzione netta tra il bene assoluto e il male assoluto, ma piuttosto una rappresentazione della complessità morale e delle ambiguità umane. Balzac esplora le sfumature delle azioni e dei motivi dei suoi personaggi, riconoscendo che l'essere umano è un mix di virtù e vizi, di luce e ombra. In molti dei suoi romanzi, Balzac dipinge i personaggi come creature desiderose, spinte dalle passioni, dalle ambizioni e dai bisogni materiali. Alcuni personaggi possono compiere azioni immoralmente discutibili per raggiungere i propri scopi o soddisfare i loro desideri. Tuttavia, Balzac cerca di fornire una comprensione e una spiegazione delle motivazioni di questi personaggi, cercando di trovare una sorta di umanità anche nelle azioni negative. Balzac riconosce che il contesto sociale e le circostanze possono influenzare le scelte dei personaggi e il loro comportamento. La società, con le sue gerarchie, le sue ingiustizie e i suoi valori, spesso contribuisce a plasmare il carattere dei personaggi e le loro azioni. In questo modo, Balzac sottolinea l'importanza del contesto sociale nel comprendere le dinamiche morali dei personaggi. In definitiva, Balzac presenta una visione complessa del bene e del male, evitando una divisione netta e offrendo invece una rappresentazione realistica delle ambiguità morali umane. I suoi personaggi sono soggetti a conflitti morali, a lotte interne e alle pressioni della società, creando un ritratto sfaccettato della condizione umana. il personaggio di Vautrin in diverse opere di Balzac, come "Padre Goriot" e "Illusioni perdute", rappresenta un esempio della complessità morale che Balzac esplora nei suoi scritti. Vautrin è un personaggio ambiguo, dotato di una personalità magnetica e ambiziosa. Da un lato, può essere considerato come un criminale astuto e senza scrupoli, coinvolto in attività illegali. D'altra parte, Vautrin può essere interpretato come un personaggio che cerca di rompere con le convenzioni sociali, sfidando le strutture di potere e cercando di liberare gli individui dalle loro limitazioni. Vautrin incarna molteplici sfaccettature: è un manipolatore, ma anche un mentore per alcuni personaggi; può essere considerato come un cattivo influente o come una figura di saggezza. Balzac non lo raffigura come un personaggio completamente buono o completamente malvagio, ma come un individuo complesso e contraddittorio. La sua presenza sottolinea l'ambiguità morale presente nell'opera di Balzac e la sfumatura delle motivazioni umane. Vautrin è quello che conosce il sistema delle regole della società francese e le sa sovvertire, quindi, colui che incarna il male, perché Vautrin è un vero e proprio genio del male, ed è allo stesso tempo colui che conosce meglio la città di Parigi di questo sistema: è colui che ha vissuto tutti i gradi di quella società. Il più basso sono i forzati, che sono quei detenuti che sono tutti legati insieme da una catena alla caviglia, e sono assegnati a lavori veramente fastidiosi e pesanti, come era la costruzione di ferrovie o lo scavo di miniere, che era solitamente il lavoro che nessuno voleva fare ed erano considerati come proprietà dello stato. Questa condizione di forzato perché è la più bassa della società? Perché non ha neanche l'autodeterminazione di sé stesso, la sua identità è nelle mani dello stato, non ha libertà, non può fare quello che vuole. Vautrin però rispetto agli altri forzati evade, questa è una breccia, una vera e propria breccia nel sistema … perché? Perché Vautrin dimostra in questo modo che non conosce soltanto in maniera teorica le regole del sistema francese, ma le conosce talmente bene da averle sapute modificare dall'interno. Il suo soprannome "Trompe-la-Mort" dipende dal fatto che lui non soltanto è riuscito ad ingannare lo stato francese, ma addirittura la morte, cioè, la inganna. Quindi Vautrin un po’ come il normale, lo stato di normalità è dato dallo stato patologico con la metafora della malattia, cioè è l'assenza di uno stato anormale che permette di dire ciò che è normale, perché la normalità è data all'esclusione di qualche altra cosa. Vautrin rappresenta proprio questa eccezione. Ci dà la misura all'interno dei personaggi per poterci collocare dalla parte del bene o dalla parte del male. ROMANZO DI FORMAZIONE "Père Goriot" di Honoré de Balzac viene spesso considerato un romanzo di formazione perché segue il percorso di crescita e sviluppo del protagonista, Eugène de Rastignac. Il romanzo racconta la sua trasformazione da giovane ingenuo a individuo consapevole delle realtà della società parigina dell'epoca. Eugène de Rastignac è un giovane studente di provincia che si trasferisce a Parigi per cercare fortuna e successo. Nel corso del romanzo, viene esposto a un mondo di ambizioni, ipocrisie, lussi e corruzione. Inizialmente affascinato e desideroso di farsi strada nella società parigina, Rastignac si rende presto conto delle dinamiche oscure che sottendono al suo percorso. Attraverso le sue esperienze, Rastignac matura e acquisisce una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle sue azioni e delle scelte che deve fare per avanzare nella scala sociale. Il romanzo mette in luce il processo di apprendimento di Rastignac, sia attraverso le sue interazioni con personaggi come il misterioso Vautrin e il tragico Père Goriot, sia attraverso le sue esperienze personali di amore, ambizione e perdita. Balzac esplora i temi dell'illusione, dell'ambizione smodata e della corruzione nella società attraverso la storia di Rastignac. Il protagonista è costretto a confrontarsi con la sua morale e le sue priorità mentre cerca di trovare il suo posto nella società. Alla fine del romanzo, Rastignac ha acquisito una comprensione più profonda della complessità umana e dei compromessi che deve fare per raggiungere il successo. "Père Goriot" è quindi considerato un romanzo di formazione perché narra il percorso di crescita, consapevolezza e maturità di Rastignac mentre naviga attraverso le sfide e le tentazioni del mondo parigino. Il romanzo offre una riflessione sulla società e sull'individuo, esplorando il processo di formazione e la scoperta di sé nel contesto delle dinamiche sociali e morali dell'epoca. La formazione di Rastignac si forma in maniera un po' casuale, quello che Balzac introduce è un nuovo tipo di crescita del personaggio che si distingue nettamente da quel famoso romanzo di prose, perché il processo a cui è sottoposto il personaggio è casuale. La formazione di Rastignac avviene perché incontra determinate persone che ogni volta lo portano a cambiare la direzione, però non cambia strada, la strada è sempre la stessa. Lui porta con sé tutto il suo percorso, non c'è un cambiamento: quello che cambia è la sua direzione, nel senso che lui resta sempre lo stesso e porta con sé tutte le sue lezioni, perché la vita è fatta anche di occasioni, di ostacoli, di incontri che presentano altri percorsi. Le linee non bisogna immaginarle come verticali ma come orizzontali, sono veramente degli zig-zag. Questa immagine è rappresentata anche da Gautier in un’antologia di racconti di viaggio e si chiama Zig-zag, ci sono delle deviazioni, e il percorso di Rastignac è sicuramente di questo tipo. Per esempio, all'inizio del romanzo Rastignac è innamorato di Anastasie, però, la vita dei personaggi cambia a mano a mano che vanno avanti e non resta sempre la stessa. Quindi, Rastignac inizialmente si innamora di Anastasie: il romanzo ha inizio proprio così, dopo la descrizione dell’ambientazione e della pensione, un altro luogo che è molto simile a quella linea perchè è un luogo che cambia continuamente, lo stesso Père Goriot passa dal primo piano all’ultimo. C’è una mobilità, non c’è una fissità, perché la Rivoluzione Francese c’è già stata, è fondamentale. Che cosa succede quando lui incontrerà Anastasie? Viene quasi preso in giro, Anastasie è talmente tanto piena, ha già un amante, ha già un marito, ha già un usuraio (Balzac ci presenta sempre queste donne tra usurai e amanti, perché il denaro veicola tutti i rapporti quindi l’usuraio è il migliore amico della donna). Il percorso di Rastignac quindi cambia continuamente. Va alla festa, torna alla pensione, vede Père Goriot, va a casa di Anastasie e rivede Père Goriot, torna alla pensione e poi comincia questo racconto con Père Goriot che lo porterà verso Delphine. Delphine chi è? È l’altro personaggio femminile importante di questo romanzo, ed è l’altra figlia di Goriot. La differenza tra Anastasie e Delphine è di vario tipo: la prima differenza riguarda lo stato sociale. L’aristocrazia francese durante la Restaurazione, dice Balzac (desunto per le informazioni che ci dà), è divisa in tre principali gradini: Delphine è nel gradino più basso cioè l’aristocrazia fasulla, quella dei ricchi che si sono comprati piccoli titoli, sono i nuovi aristocratici, coloro che hanno guadagnato attraverso il capitalismo (il marito di Delphine è un banchiere, massimo simbolo del capitalismo dato che vende i soldi). Il titolo di cui si pregiano, il Barone, è un titolo in realtà vuoto, ma è comunque nobile. L’aristocrazia fondiaria storica la rappresentano gli altri due gradini, quello intermedio a cui appartiene Anastasie de Restaud che ha sposato un vero nobile, ma un vero povero anche perché in realtà la famosa aristocrazia fondiaria, che aveva determinato la storia francese fino alla Rivoluzione francese, se con il rientro della Restaurazione ottiene molti titoli è stata poi coniata di tutti i suoi beni. Infatti, Anastasie ha un usuraio a cui rivolgersi, perché ha dei palazzi che possiede per eredità, proprietà familiari, ma non ha un’entrata economica come la sorella che le permette di condurre uno stile di vita; quindi, fa parte del terzo gradino che sono i ricchi arricchiti attraverso il progresso e il movimento del capitalismo. Poi, secondo gradino, un’aristocrazia che non è di facciata ma ha una ricchezza di facciata, nel senso che finge di essere ricca ma in realtà è un’aristocrazia che ormai è stata svuotata del suo potere economico. È nobile ma non ha più il potere di un tempo. C’è poi il primo gradino ed è rappresentato dal terzo personaggio femminile di questo romanzo, che è la cugina Madame de Beauseant, che rappresenta l’apice di questa piramide sociale. È all’apice perché il suo titolo ha un valore pieno, storico, quindi lei è assolutamente un’aristocratica già prima della Rivoluzione, ma è allo stesso tempo ricca. Infatti, le sue feste rappresentano gli eventi mondani più importanti della società parigina. Balzac in questo caso utilizza i personaggi per compiere una sociologia, lui scrive una vera e propria sociologia parigina, una sociologia che è uno studio della società attraverso il romanzo. Quindi, questi personaggi che lui crea rappresentano ognuno delle classi sociali. Questa è ovviamente la classe sociale da Delphine in sù, invece i personaggi delle classi sociali più basse li abbiamo visti nell’altra lezione, come lo stesso Rastignac. Questi tre personaggi femminili determinano moltissimo le azioni di Rastignac. La prima che incontra è Anastasie, bellissima, si innamora immediatamente, ma si rende conto ben presto che non fa per lui. Chi gli da questa informazione è la donna che si trova all’apice di questa piramide, cioè Madame de Beauseant, che è sua cugina e quindi si pone come altro maestro di Rastihgnac. Rastignac ha due maestri: Vautrin e Madame de Beauseant. Quando si rende contro che l’università non gli darà il successo che lui vuole, si mette, grazie anche a Vautrin, nelle mani di Madame de Beauseant. Madame de Beauseant è dall’alto, quindi ha una visione su tutti e conosce tutte le famiglie aristocrstiche, sa tutto perchè è la più potente di tutti; diciamo che non si trova nella posizione di Rastignac, che invece era dal basso e non riusciva a comprendere le azioni dei personaggi. Madame de Beausant gli dice una serie di cose che gli fanno cambiare idea, e gli dice che una buona opzione che potrebbe avere è Delphine, la sorella di Anastasie, differenti per scala sociale ma anche perché sembra amare di più suo padre. Se entriamo nella psicologia dei personaggi, infatti, Anastasie ci sembra totalmente rapita dall’amante invece Delphine, non sembra amare suo marito. I matrimoni felici non esistono, nei romanzi di Balzac sono sempre matrimoni di convenienza, era una consuetudine tradirsi perché il matrimonio non era fondato sull’amore ma sul denaro, come tutti i rapporti sociali francesi. Quindi Delphine sembra avere un carattere molto più generoso nei confronti del padre e quindi Rastignac di fronte a questo suo atteggiamento sente che il consiglio della cugina è un consiglio positivo. Uno dei più importanti stravolgimenti nella vita di Rastignac nasce nel solco della lezione che gli fa Vautrin. Vautrin gli dice: tu studi, fai quello che vuoi, ma cosa riuscirai mai ad ottenere dal tuo studio? Il massimo che puoi ottenere se tutto va bene è questo, ma io lo leggo negli occhi non ti basti, allora cosa devi fare? Gli suggerisce un piano tremendo. Victorine Taillefer è questa giovane ragazza che si trova nella pensione insieme al loro, è una ragazza molto educata, molto carina anche un po' innamorata di Rastignac, ed è stata diseredata da suo padre per una serie di ragioni. L'eredità che le spettava è stata completamente destinata a suo fratello. Quindi Victorine, se dobbiamo immaginarla all'interno di quella linea di Sterne, si trova sicuramente poco prima di una svolta possibile. Vautrin dice a Rastignac: questa ragazza ora la vedi così passiva, così poco attraente ma se il fratello morisse all'improvviso diventerebbe un'altra persona. Vautrin, visto che è colui che inganna la morte e che conosce tutte le regole della società e come modificarle, dice “e se questo fratello morisse in maniera non accidentale che cosa accadrebbe?”. Rastignac è indignato perché Vautrin gli sta praticamente suggerendo di sposarla ora che è povera e di attendere questo evento accidentale, ma in realtà già deciso; Rastignac è indignato perché significherebbe essere complice di un omicidio. Vautrin, infatti, ha in mente già il suo strappata dalle sacre emozioni di un cuore puro, una di quelle lacrime che dalla terra, dove vanno a finire, salgono su nei cieli. Incrociò le braccia, contemplò le nubi, mentre Christophe, vedendolo in quella posa, si allontanava.”” Quindi che cosa succede? I becchini gli chiedono soldi e lui fruga le tasche: c’è questa scena e sembra insignificante, una scena quotidiana, e invece è come se la valutasse in una dimensione completamente diversa. Cioè all’improvviso lui non è più lì, è sempre lì ma guarda altrove, incrocia le braccia e guarda verso il cielo; quindi, è come se volesse in qualche modo estraniarsi da questa situazione in cui si trova. E anche Christophe, che era l’ultimo che gli era rimasto vicino, se ne va. “Rimasto solo, Rastignac fece qualche passo verso la parte alta del cimitero, laddove vede Parigi sinuosamente adagiata lungo le rive della Senna, e cominciarono a sfavillare le luci.” Effettivamente, se si vede la Senna dall’alto, ha una forma molto simile al serpente in epigrafe, a questa linea. Se vedete la Senna dall’alto, la forma della Senna ha tutte queste curve, è sinuosa. Parigi è adagiata lungo la Senna: all’epoca era considerata come un punto di riferimento importante della città, la divideva in due parti. Ancora oggi si sente dire la rive gauche e la rive droite. La rive gauche è la rive dei poveri, dove si trova il Quartiere Latino; la rive droite invece è la riva più ricca diciamo, dove si trova il Louvre e il Palazzo Reale. Quindi la Senna è un riferimento spaziale importante per identificare la visione che ha Rastignac di Parigi. “I suoi occhi si fissavano quasi con cupidigia, tra le colonne di Place Vendôme e la Cupola des Invalides, là dove finiva quel bel mondo nel quale aveva voluto penetrare.” Vediamo che qui ritorna quell’immagine iniziale del suo passaggio dal quartiere di Saint German al quartiere Latino. Lui è dall’alto, vede la città come una carta, e vede quel quartiere che si trova tra la Place Vendôme e Les Invalides, dov’è sepolto Napoleone. “Gettò su quell’alveare ronzante uno sguardo, pronunciando quelle parole grandiose: ‘A noi due adesso!’” Questo è un finale molto importante. Rastignac, dopo aver pianto le ultime lacrime di giovane, si rivolge alla città come se fosse una persona. Sceglie il quartiere dove lui vuole entrare, lo definisce un alveare di cui lui sta già prendendo il miele. Lui si vuole nutrire di quell’alveare, di quelle persone, e dice “a noi due adesso”. E come primo atto di sfide, rivolto alla società (è un duello che lui vuole compiere), Rastignac va a cena da Delphine. Perché è un atto di sfida andare ad una cena? Perché vuole vendicare Père Goriot, in un certo senso, e vuole sfidare questa società che lo distrugge. Ma il vero motivo per cui è una sfida è che lui adesso odia anche Delphine: adesso lei è dall’altra parte. Quando ha pianto la sua ultima lacrima di giovane romantico, lui ha abbandonato completamente tutto quell’idealismo alla Julien Sorel, e ha deciso che non vuole morire. O almeno non vuole morire per quegli ideali lì. È come se Père Goriot si fosse martirizzato al posto suo; quindi, quella lacrima rappresenta il corpo di giovane di Rastignac, che è potenzialmente Julien Sorel, che però viene seppellito insieme a Père Goriot. E lui che fa nel momento in cui questa bara viene seppellita? Si volta, si posiziona verso l’altro quartiere e cambia totalmente rotta. Adesso la sfida è anche nei confronti di Delphine: nessuno rientra più nel suo compromesso. Prima invece ci rientrava, lui pensava che Delphine fosse buona, che avesse una bontà d’animo tale che gli permetteva di coniugare gli ideali con la ricchezza. Invece, nel momento in cui Père Goriot muore in questo modo, come un martire, ucciso dall’avidità delle figlie, seppellisce con Père Goriot tutti quegli ideali: quella lacrima così piccola in realtà ha un significato enorme, profondissimo. È il passaggio tra due secoli, tra due età. Lui da romantico e idealista diventa un eroe, borghese e realista. Lo ritroveremo negli altri romanzi come un uomo di successo. Infatti, questa famosa cena da Madame de Nucingen diventerà l’inizio di una delle sue manovre di speculazione che lo porteranno ad essere ricchissimo, uno dei giovani più ricchi e importanti della città, esattamente quello che lui voleva essere. Ma a patto di che cosa? Di sacrificare ogni speranza di essere innamorato. É stato fatto l’esempio di Julien Sorel, ma Balzac stesso ci offre un contraltare di Rastignac: l’altro personaggio, con cui paragonare in qualche modo colui che invece viene schiacciato dai suoi ideali romantici, è Lucien de Rubempré, il protagonista di Illusions Perdues. Già il titolo ci fa capire. Però qual è la differenza tra i due? É che Rastignac riesce a seppellire le illusioni e a diventare altro, mentre Lucien no. L’unica alternativa che Lucien vede alle sue illusioni è il suicidio. Ci proverà una prima volta al termine di Illusions Perdues, ma non ci riesce perché incontra un personaggio che gli salva in qualche modo la vita. Chi è? Carlos Herrera, cioè Vautrin travestito. Quindi vediamo come Carlos Herrera, alias Vautrin, è il personaggio che arriva e fa fare la curva della linea: Lucien stava per uccidersi alla fine del libro, e cambia idea perché Carlos Herrera, che vede in lui un altro Rastignac (cioè un altro giovane bellissimo con tanta voglia di successo e pieno di qualità), pensa di poter fare con lui quello che voleva fare Rastignac, ossia fargli sposare una donna ricchissima e arricchirsi alle sue spalle. Ovviamente però non è tutto così semplice, perché Balzac in questo rapporto tra Vautrin- Rastignac e tra Herrera-Lucien in realtà inserisce un elemento molto ambiguo e sottile: quello dell’omosessualità. Quindi, in realtà è vero che lui si vuole arricchire attraverso questi giovani, ma c’è anche un rapporto di innamoramento. Perché? Perché Vautrin non è un personaggio totalmente negativo: incarna il rovescio della società, ma non è un personaggio completamente negativo. La morale conclusiva di Balzac è che non c’è il bene da una parte della società e il male dalla parte di Vautrin: anche la società fa del male, pur sembrando giusta perché segue le leggi. Non esiste una moralità assoluta, c’è sempre una relatività.
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