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Monarchie composite e guerre d'Italia: la frammentazione politica europea al XVI secolo, Sintesi del corso di Storia Moderna

Storia politica d'EuropaStoria economica d'EuropaStoria della Chiesa in EuropaStoria culturale d'Europa

Nel XVI secolo, Carlo V d'Asburgo unisce molti territori come i Paesi Bassi, la Sicilia, Napoli e la Sardegna, ma le monarchie europee, tranne la Francia, non migliorano amministrativamente, culturalmente e politicamente. La Francia, governata dai Valois, afferma l'unità del regno grazie all'esercito, alle tasse e al controllo sulla Chiesa. Enrico VIII separa la Chiesa d'Inghilterra dalla Roma, creando la Chiesa anglicana. L'Europa centro-orientale è bloccata da realtà politiche poco innovative, mentre l'Italia è instabile. Nel 1521 Carlo V torna in guerra contro la Francia e papa Clemente VII forma una lega anti-ispanica con Francia, Venezia, Milano, Genova e Firenze. Carlo V cerca di creare un impero europeo come quello della Roma imperiale e dell'impero carolingio medioevale.

Cosa imparerai

  • Perché le varie monarchie europee non portarono a miglioramenti amministrativi, culturali e politici?
  • Come il continente era dominato da realtà politiche di poca innovazione istituzionale?
  • Come Enrico VIII separò la Chiesa d'Inghilterra dalla Roma?
  • Come la Francia riuscì ad affermare l'unità del regno nella difesa dalle pretese inglesi?
  • Come Carlo V riunì sotto di sé molti possedimenti?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 26/12/2021

ludovica_carbwon
ludovica_carbwon 🇮🇹

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Scarica Monarchie composite e guerre d'Italia: la frammentazione politica europea al XVI secolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Cap.1 nuove monarchie e guerre d'italia All’inizio del XVI secolo, Carlo V d'Asburgo riunisce sotto di sé molti possedimenti come i Paesi Bassi, regno di Sicilia Napoli e Sardegna. Sembra realizzarsi la rinascita del Sacro Romano Impero in cui l'imperatore era come un esecutore della volontà divina in terra. Nei secoli precedenti anche Carlo Magno provò ad imitare il Sacro Romano Impero, ma fallì. Anche Carlo V fallisce questo progetto poiché riconosce l'incapacità di superare le difficoltà legate alla politica europea e anche per quanto riguarda tenere uniti i possedimenti acquisiti per darli ad un unico erede. Alla sua morte, infatti, lascia l'Aragona, la Castiglia, le Fiandre e i possedimenti italiani al figlio Filippo II, e al fratello Ferdinando, l'Austria e acquisì la Boemia e l'Ungheria. Nascono così due rami dinastici diversi, nonostante l'alleanza e la parentela, e guidati dai diversi interessi. In questo modo nasce l’idea di un unico impero cristiano europeo, sconfitta dai nuovi processi che investirono l'Europa. L'elemento principale delle società europee all'inizio dell'età moderna è la formazione di poteri monarchici attraverso la creazione di strutture burocratiche per il controllo della vita civile e religiosa, della giustizia, della fiscalità e dell'esercito. Di solito, i sovrani erano considerati come i possessori della virtù della giustizia che, come Dio, punivano e premiavano. Tra il XV e il XVI secolo, i sovrani aumentano le capacità di controllo dei possedimenti territoriali che causa l'aumento della capacità economica. Questo potere dei sovrani permetterà loro di liberarsi di ogni potere che li minacci, come i feudatari che si consideravano quasi pari al re. | sovrani pretesero un ruolo decisivo nel nominare vescovi e abati, quindi, cercarono di condizionare le strutture ecclesiastiche al loro controllo. Nel Novecento la creazione di un'entità superiore, come la monarchia, è sembrata la condizione necessaria per l'affermarsi dell'uguaglianza dei sudditi. Tuttavia, in tempi più recenti si è affermato che le varie esperienze monarchiche europee, a parte la Francia, non hanno portato al miglioramento dei problemi riguardanti le disuguaglianze amministrative, culturali e politiche in quanto i sovrani si limitano ad accumulare vari possedimenti e territori senza l'unione delle varie unità politiche, giuridiche ed amministrative; quindi, rimanevano regni diversi ma con lo stesso sovrano, questo si definisce “monarchia composita”. La prima e più importante monarchia europea è quella di Francia, retta dalla monarchia dei Valois che nella guerra contro l'Inghilterra, guerra dei Cent'anni 1337-1453, riuscì ad affermare l’unità del regno nella difesa dalle pretese di dominio inglese. Il re Luigi XI di Valois (1451-1483) prosegue questo processo di unione aggiungendo al regno di Francia le regioni dell'Angiò e della Provenza. Infine, suo figlio, Carlo VIII (1483-1498) completerà questo processo di espansione sposando Anna di Bretagna, erede di quel territorio. Questo processo fu possibile grazie ad un rafforzamento dell'esercito, nuove tasse, crescente controllo sulla Chiesa francese. | successori di Carlo VIII, nella prima metà del 1500, operano per limitare la potenza degli Asburgo e della riforma protestante. In Inghilterra, dopo la sconfitta nella guerra dei Cent'anni, vi furono una serie di conflitti per la successione al trono fra le casate degli York e dei Lancaster, questi conflitti sono noti come la “guerra delle due rose”, che durò trent'anni (1455-1485). Soltanto con Enrico VII, (1485-1509) erede dei Lancaster e marito di Anna di York, la monarchia inglese ritrova la sua capacità politica riorganizzando il sistema fiscale, istituendo un tribunale dipendente dalre che gli permetteva di giudicare i reati politici. Successivamente Enrico VIII (1509/47) separerà la Chiesa d'Inghilterra da Roma, dando vita alla Chiesa anglicana. In Portogallo, la dinastia degli Avis, dà il via alla ricerca per scopi commerciali, della costa atlantica africana costruendo basi lungo le coste e sviluppando una rete marittima di scambi tra Europa e Africa. Gli altri stati iberici, a seguito del matrimonio di Ferdinando Il d'Aragona con Isabella di Castiglia, si uniscono mantenendo però leggi ed istituzioni distinte, si creano quindi i regni di Aragona e Castiglia. Loro, detti i re cattolici, creano un potente esercito comune per la riconquista della Castiglia meridionale ancora sotto il dominio arabo/mussulmano. Nel 1492, dopo la caduta del regno di Granada e la cacciata dei musulmani dalla penisola, i re cattolici si ritrovarono a governare su una popolazione molto unitaria dal punto di vista culturale, etnico e religioso. I due sovrani, approfittando dell'Inquisizione spagnola riescono ad imporre, con la forza, l'uniformità religiosa cristiana. Vennero espulsi gli ebrei e si cercò di convertire i musulmani alla fede cristiana, però il numero elevato di ebrei e musulmani convertiti alimentarono l'odio religioso e la discriminazione. Solo dopo l'acquisizione del regno di Navarra si incomincia a parlare di Spagna. Mentre si affermavano le monarchie di Francia, Inghilterra e Spagna, il continente era dominato da realtà politiche di poca innovazione istituzionale. Si tratta di un insieme di regni, città autonome e repubbliche ma anche dai territori soggetti all'autorità del Sacro Romano Impero o dello Stato della Chiesa. L'universo delle organizzazioni statali appare frammentato e multiforme. In questo periodo la Germania si presenta come l'unione di entità territoriali e politiche diverse: piccole città Stato affiancate da grandi principati laici ed ecclesiastici. Due erano le principali differenze tra l'impero e le nuove monarchie: l'imperatore viene eletto; l’esistenza di poteri autonomi. Dal 1488 l’imperatore vien eletto fra i membri di una sola dinastia: Asburgo. Questo crea un forte blocco territoriale nell'Europa centro-orientale Ma anche i sovrani della Russia pretendono di essere i legittimi eredi dell'Impero Romano affermando che la loro sovranità deriva dall'impero romano d'Oriente. A Costantinopoli, si insedia l'impero ottomano che era di fede musulmana ma venivano tollerati religioni e culti differenti. La presenza, all'interno del territorio, di popoli di diversa radice etnica, culturale e religiosa è un grande elemento di debolezza. Molti regni, nell'Europa orientale e settentrionale, continuano a mantenere caratteristiche diverse dalle «nuove monarchie ». In Polonia la monarchia non riesce a divenire ereditaria, rimanendo elettiva e quindi più debole e condizionata. In Italia vi sono una varietà di entità politiche diverse: città indipendenti in forma di repubbliche eredi dei comuni medievali. Le più importanti repubbliche sono: Venezia che si è espansa in Veneto, Lombardia e Friuli; Firenze che ha dato vita ad uno Stato di dimensioni regionali. Genova che aveva creato una serie di basi commerciali sparse nel mediterraneo. In Svizzera le piccole repubbliche si sono unite in una confederazione che si occupa della politica estera comune. Però la repubblica è considerata una forma di governo adatta solo a comunità cittadine o Stati di piccole dimensioni perché è esempio di democrazia diretta difficilmente applicabile in governi di grandi Stati. Le guerre d'italia Dal 1494 al 1554 l'Italia divenne un vero e proprio campo di battaglia, a dimostrazione di quanto fosse potente e popolare il modello della "nuova monarchia" rispetto alle precedenti istituzioni statali. Questo momento viene definito come uno sfortunato periodo di dominio straniero, la perdita della cosiddetta "libertà italiana". Chi governa la penisola ha l'egemonia dell'intero continente. Nel 1494, il signore di Milano, Ludovico Sforza, chiese al re Carlo VIII di Francia di effettuare un intervento militare per risolvere alcuni conflitti interni con lo scopo di ottenere il Regno di Napoli, che sosteneva essere l'erede dell'estinta famiglia degli Angiò. Tuttavia, a causa del contrasto tra i governanti locali, la spedizione francese evidenziò l'instabilità e la debolezza della realtà italiana, e lo spregiudicato papa Alessandro VI mirò a stabilire una vera dinastia nel paese della chiesa per sostenere suo figlio Cesare. Successivamente, Girolamo Savonarola predicò un ritorno allo spirito del vangelo e la purificazione dei peccati della chiesa corrotta, e spingendola ad allearsi con la Francia, riuscì ad influenzare il governo repubblicano della città. Per contrastare la minaccia veneziana, il Papa cambiò strategia e formò la Santa Alleanza, una nuova alleanza tra l'Italia e le potenze europee per cacciare i francesi dalla penisola. Luigi XII, sconfitto, dovette abbandonare Milano. Nel 1521 salì al trono Carlo V della dinastia degli Asburgo e tornò in guerra contro la Francia. Nel 1525, il re Francesco | di Francia sconfisse la Francia nella battaglia di Pavia e fu costretto a firmare il Trattato di Madrid, rinunciando a qualsiasi pretesa in Italia e creando Fiandre. A questo punto papa Clemente VII opera un rovesciamento delle alleanze e dà vita ad una lega anti-ispanica con Francia/Venezia/Milano/Genova/Firenze. L’orrore e lo sconcerto per il sacco di Roma alimentano ansie apocalittiche e di fatto suggella l'egemonia spagnola sull'Italia. Solo nel 1559 i francesi vengono definitivamente espulsi dall'Italia che finisce sotto l'egemonia politica spagnola, egemonia destinata a durare quasi 200 anni. Solo nel 1530, con la trionfale incoronazione da parte di Clemente VII, Carlo V, eletto imperatore nel 1519, ottiene il decisivo riconoscimento del suo ruolo solo grazie alla potenza dei suoi eserciti temuti in tutta Europa. In Spagna la sua ascesa suscita timori e resistenze e viene contrastata sino a dar vita ad una divisione politica che degenera in una guerra civile tra gli oppositori al nuovo sovrano e i suoi sostenitori che fu vinta da questi ultimi e l'ordine fu ristabilito. A questo punto Carlo V sembra in grado di dar vita ad un impero europeo che si richiami al modello della Roma imperiale e all'impero carolingio medioevale. Le truppe di Carlo V, pur ottenendo significative vittorie contro gli ottomani e contro i corsari arabi loro alleati, non riescono mai a raggiungere successi decisivi. Con questa divisione muore il progetto di un unico impero europeo. popolo azteco in Messico e quello Inca in Perù, che inizialmente non si opposero neanche, credendoli portatori di ‘una nuova vita. La scoperta del Nuovo Mondo comporta una serie di conseguenze: la prima tra queste fu la distruzione dell'universo religioso e culturale delle popolazioni americane. Ciò avvenne con la distruzione dei templi e delle divinità locali, da parte dei conquistadores, che comportò anche la perdita dei punti di riferimento religiosi, culturali e mentali. Superata la fase di esplorazione del Nuovo Mondo ha inizio l’assestamento della corona castigliana; gli indios vengono raggruppati in villaggi per vendere i loro terreni ai nuovi coloni. Il lavoro forzato degli indigeni venne utilizzato nelle grandi fattorie dove, oltre all'allevamento, veniva praticata la coltivazione del tabacco, del caffè e della canna da zucchero. Il pagamento delle tasse viene forzatamente monetizzato, obbligando gli indios ad adeguarsi. A differenza dei portoghesi, i conquistadores provano ad organizzare il territorio castigliano nelle terre di nuova conquista: vennero organizzate città, villaggi e municipi. La monarchia castigliana cerca di ottenere un certo controllo della vita coloniale istituendo l’ encomienda de indios. Con l’encomienda il sovrano affidava a ciascun colono un certo numero di indios ai quali insegnare la fede cattolica. Gli indios erano tenuti a prestare il proprio lavoro, obbligatorio e non retribuito, nelle terre e nelle miniere degli encomenderos (i coloni) che diventano i loro padroni. I coloni erano anche tenuti a prestare servizio militare per la corona. L'encomienda divenne, quindi, oggetto di tensioni fra la società coloniale e il sovrano. Ferdinando II d'Aragona, divulga le leggi di Burgos con le quali accetta l'encomienda ma sottolinea la dipendenza diretta degli indios dal sovrano. Nonostante i successivi tentativi di Carlo V e del figlio Filippo Il di ridurre il ruolo delle encomiendas, esse rimasero il punto principale della società coloniale fino alla fine del XVI secolo, quando gli indigeni si estinsero a causa delle malattie e delle pessime condizioni di vita. Per quanto riguarda i rapporti economici tra la madrepatria e le colonie, venne istituita la Casa de Contrataci 6n, un ufficio che aveva il compito di organizzare i traffici commerciali con le colonie. Per quanto riguarda il commercio invece: le navi dall'Europa portano farina, armi, utensili, tessuti, mentre dall'America arrivano oro, zucchero e legnami pregiati. La principale merce di esportazione dall'America fu l'argento, mentre dalla Castiglia venivano importati i manufatti di qualità. Tuttavia, le manifatture castigliane non furono in grado di far fronte alla crescente domande di merci e si affermò il contrabbando da parte dei mercanti portoghesi, francesi e inglesi che violarono il monopolio castigliano del commercio con le colonie. La scoperta del nuovo mondo segnò l'affermarsi di nuove rotte che misero quelle mediterranee in una posizione di secondo piano. Cap.5 Durante la prima metà del XVI secolo si diffusero in Europa idee cristiane sulla religione e sulla vita, diverse da quelle impartite dalla Chiesa di Roma. In passato la Chiesa aveva già affrontato sostenitori di idee contrarie a quelle cattoliche, ma aveva identificate tali persone come eretiche. Questi soggetti, chiamati eretici, venivano solitamente scomunicati e perseguitati dalle autorità civili e dopo venivano sterminati con crudeltà. Le nuove idee cristiane che stavano diffondendosi affermavano che la parola di Cristo prevedeva un'etica lontana da quella della Chiesa Cattolica, interessata ai beni materiale e di potere. Nasce così una riforma della Chiesa che viene vista come una guida spirituale per i propri fedeli, proprio come alle origini, con valori evangelici del cristianesimo delle origini. Le prime dottrine riformatrici si basarono sulla critica alla ricchezza della Chiesa e al potere temporale dei papi. Tra i primi, sarà proprio Erasmo da Rotterdam a dar vita ad un lungo e acceso dibattito riguardo l'inadempienza spirituale e la corruzione della Chiesa di Roma. Il pensatore umanista Erasmo da Rotterdam, denuncia tali avvenimenti col proprio testo: L'elogio della pazzia (1509), in cui egli critica la corruzione e l'immoralità della Chiesa e l'eccesso di potere del papa, che non solo si comportava da sovrano nei suoi domini ma pretendeva anche di influenzare la vita civile degli altri stati. Nonostante ciò, Erasmo decise comunque di rimanere un uomo di fede cattolica. Intorno al 1517, un monaco agostiniano: Martin Lutero, diffonde 95 tesi teologiche scritte in latino, che sconvolgono il mondo cattolico, distruggendo per sempre l’unità della Chiesa. Le idee di Lutero, quindi, furono una spaccatura profonda nell'Europa cristiana, che da allora fu divisa tra cattolici, ovvero i fedeli alla Chiesa di Roma e protestanti, gli appartenenti a una delle tante Chiese originate dalla critica al cattolicesimo. La riflessione di Lutero pone in confronto il messaggio di Cristo, con il sapere tramandato dalla Bibbia. Lutero si accorse che i testi sacri affermano che la salvezza per l'uomo discende dalla grazia divina, che dona al singolo la vita eterna, perciò basandosi sulle Sacre scritture, la Chiesa non svolge alcun tipo di ruolo ed il pontefice non viene menzionato. Per lui, la volontà di mediazione tra l'uomo e Dio che la Chiesa pretende di esercitare è inutile e pericolosa. ll tradizionale insegnamento cattolico affermava che solo attraverso la Chiesa potevano veder accompagnata la loro anima verso il Paradiso. Secondo la dottrina cattolica, l'anima dei defunti passerebbe per un luogo di sofferenza temporanea necessaria a liberarsi dai peccati, il purgatorio: una prigione prowisoria dove l'anima si libera dei peccati, che vengono annullati con il tempo. Per ridurre la pena bisognava svolgere opere di carità, rispettare gli insegnamenti della Chiesa o fare offerte in denaro. Secondo la posizione di Lutero, soltanto la grazia salverebbe l'uomo: il fedele non ha bisogno di compiere azioni particolari per cercare la salvezza eterna, ma dovrebbe soltanto avere fede, che sottrarrebbe l'uomo alla schiavitù del peccato originale. La pratica delle indulgenze è perciò un'impostura, venne sottolineata anche l'inutilità delle preghiere indirizzate ai santi che non possono intercedere per l'anima del fedele, e venne criticato il culto delle reliquie. La messa in discussione del ruolo della Chiesa fu alla base delle tesi di Lutero. La straordinaria diffusione delle idee luterane evidenzia il fatto che esse interpretano bisogni diffusi nella società del tempo, un desiderio di critica e di mutamento rispetto all'ordinamento sociale. Vi è una necessità di rinnovamento, inoltre la teologia luterana rappresentò un passo verso una religiosità popolare e meno misteriosa. Alcuni sovrani trovano nelle idee luterane la possibilità di ridurre l'influenza della Chiesa non solo in campo religioso, ma anche politico. Infine, le dottrine di Lutero appaiono come lo strumento per ottenere libertà per tutti. Dichiarando che solo la Sacra Scrittura è l'autorità legittima a cui il cristiano deve fare riferimento nella sfera religiosa, Lutero nega qualunque valore al ruolo sacro del papato. Inoltre, veniva affermato il principio della libera interpretazione dei testi sacri da parte del cristiano. Successivamente il papa Leone X condannò la dottrina di Lutero. Lutero affermò inoltre che il papa non è al di sopra dei testi sacri,e che si deve tornare ai valori del cristianesimo delle origini. Egli criticò anche i sacramenti, gli unici che riconosceva erano il battesimo,il momento di ingresso, e l'eucaristia, la presenza divina nella comunità, e la figura del sacerdote inutile perché ogni cristiano è chiamato al rapporto diretto con Dio. Grazie all’allontanamento delle interpretazioni del suo pensiero, Lutero mantiene l'alleanza con i principi tedeschi, mentre nasce la Chiesa luterana. L'imperatore Carlo V, contemporaneamente impegnato nella guerra con la Francia e con l'impero ottomano, tenta ripetutamente la mediazione, ma costretto a concentrarsi sui conflitti contro la Francia e l'impero ottomano, dovette concedere una temporanea tolleranza nei confronti del culto luterano. Il tentativo di ricondurre i territori imperiali all'unità religiosa fallì, numerosi principi e città rifiutarono di sottomettersi all'autorità di Carlo V e fu stilato un documento di protesta, da qui il nome di «protestanti». Si trattò di una soluzione non completamente tollerante, tuttavia essa pose termine per un certo periodo alla guerra civile religiosa nei territori dell'impero.La diffusione del protestantesimo nelle città libere in cui vigevano princìpi di autogoverno e tradizioni di tipo repubblicano, comportò la maturazione degli elementi democratico-religiosi impliciti nell'impostazione luterana contro i quali lo stesso Lutero si schierò, preoccupato degli effetti di insubordinazione sociale. A Basilea prima e poi a Ginevra operò il riformatore francese Giovanni Calvino: il suo pensiero era fondato sul luteranesimo ma accentuava il valore dell'idea della predestinazione. Accade così che le Chiese riformate riproducano l'intolleranza contro la quale avevano originariamente protestato. Enrico VIII re d'Inghilterra si schierò apertamente contro le idee luterane, guadagnandosi il titolo onorifico di «defensor fidei» dal papa Leone X. Alla richiesta di Enrico VIII di annullare le nozze dalla moglie Caterina d'Aragona , dalla quale il re temeva di non ricevere un erede maschio, il papa Clemente VII assunse una tattica attendista, temendo che l'approvazione al divorzio potesse scatenare l'ostilità di Carlo V. Il re inglese ne approfittò per rompere il legame di sudditanza spirituale alla Chiesa di Roma. Enrico VIII, oltre a risolvere il problema matrimoniale divorziando da Caterina d'Aragona e sposando Anna Bolena, nel 1534 emanò l'Atto di supremazia, mediante il quale si proclamò unico capo della Chiesa d'Inghilterra , assegnando il governo degli affari ecclesiastici all'arcivescovo di Canterbury. Da un punto di vista dottrinale la Chiesa anglicana non conobbe innovazioni. portoghesi. D'altra parte, il successo delle sue strategie è influenzato da forze potenti: l'insostenibilità di enormi costi militari, il policentrismo geopolitico europeo, la lotta al calvinismo. Con la morte di Enrico VIII, l'Inghilterra entra in una successione dinastica che è anche una crisi religiosa. Il parlamento inglese, tuttavia, si pronunciò in favore di Elisabetta, la nuova regina d'Inghilterra dal 1558.Sul piano diplomatico internazionale , l'ostilità inglese verso gli spagnoli cresce, elevando l'Inghilterra al ruolo di massima potenza della Spagna e del cattolicesimo.L'Inghilterra è diventata la paladina del movimento di rivolta antispagnolo e di tutto contro la monarchia di Filippo II, come nei Paesi Bassi. Filippo Il decide di fare guerra all'Inghilterra, istituendo l'Armada Invincibile, la più grande flotta mai vista fino ad allora. Il conflitto religioso in Inghilterra resta aperto ma è ridotto a una minoranza e non può ribaltare la situazione. Dopo lo scoppio della guerra tra Spagna e Inghilterra, inoltre, essi finirono per rappresentare uno spauracchio collettivo, considerati come possibili alleati della monarchia di Filippo Il. Alla morte del re Enrico Il, la monarchia fu guidata dalla vedova Caterina de' Medici, in reggenza dei figli. Il principale problema di Caterina fu, oltre alle ambizioni di potere dei grandi aristocratici del regno, la diffusione dei calvinisti/ugonotti che si concentrano in alcune città del sud ed in aree del Centro/Nord dove raccolgono adesioni fra artigiani, professionisti e nobiltà. Caterina non si schiera mai completamente a favore delle due parti in contesa , nel tentativo di difendere l'autorità della sua corona sempre più debole. Caterina concesse una limitata libertà di culto agli ugonotti ma tale decisione scateni la reazione dei cattolici che, sotto la guida dei Guisa, si resero artefici di un eccidio di un gruppo di ugonotti . Caterina evita di schierarsi a favore di uno o dell'altro fronte in lotta ma tenta sempre di aizzarli l'uno contro l'altro per difendere l'autorità della corona, che comunque si mostra sempre più debole. Le tensioni religiose aumentarono e nel 1567 scoppi una vera e propria guerra civile, che si concluderà con l'ammissione al Consiglio di Stato di una dei capi ugonotti, Gaspard de Coligny. Inizi la fase più violenta della guerra di religione, che trasse alimento dalla morte di Carlo IX nel 1574 e dall'ascesa al trono di Enrico III, altro figlio di Caterina. Il nuovo sovrano era considerato dai Guisa debole e arrendevole nei confronti degli ugonotti, ai quali egli concesse libertà di culto. | cattolici si organizzarono, perciò, in una lega cattolica capeggiata da Enrico di Guisa. Gli ugonotti ottengono comunque libertà di coscienza e di culto in luoghi prestabiliti. Conclusa la lunga fase di lotte religiose Enrico IV può dedicarsi a ripristinare la sua autorità e a risanare le disastrose finanze della Francia. Durante e subito dopo le guerre di religione, due sovrani francesi, Enrico III ed Enrico IV, vennero assassinati. Una pratica estrema di lotta politica dovuta alla contrapposizione della spaccatura tra cattolici e protestanti. Secondo l'aristotelismo politico la monarchia tende, secondo un processo naturale, a diventare un regime tirannico, cercando di recuperare la teoria politica greco-romana, . | primi ad elaborare queste idee sono gli ugonotti francesi. Si deve obbedienza al sovrano solo se è un re di grazia e di giustizia. Successivamente queste tesi vengono teorizzate da entrambi le parti in lotta, cattolici/protestanti. Queste idee minano il fondamento sacro dell'autorità regia, il ruolo di rappresentate di Cristo. Nella Francia delle guerre di religione si afferma anche una teoria politica che consente al sovrano di sottrarsi allo scontro religioso. | sostenitori di queste idee vengono definiti politiques, i quali sostengono un rafforzamento dell'autorità regia e della concessione di una certa libertà di culto come unico rimedio alla divisione religiosa. Il principe, secondo Bodin, deve essere legibus solutus, ovvero sciolto dalle leggi a cui egli stesso dà vita. La teoria di Jean Bodin aprì la strada alla teorizzazione del potere assoluto dei sovrani. La radicalizzazione promossa dallo scontro religioso tende a spingere sia il papa, che i capi delle sette protestanti a pretendere di intervenire nelle questioni religiose degli Stati. Un ulteriore elemento di instabilità fu dato dalla grande influenza che acquista la politica castigliana sugli equilibri di potere nei Paesi Bassi e dalle difficoltà di relazione tra la corte di Filippo Il e l'aristocrazia dei Paesi Bassi, la quale chiedeva una diminuzione delle impose e che aveva il suo massimo esponente in Guglielmo d'Orange, detto il Taciturno. La pressione dei nobili dei Paesi Bassi condusse al ritiro delle truppe ma con l'ascesa di Fernando Alvarez de Toledo, a ruolo di massimo consigliere di Filippo II, la politica spagnola nei confronti dei Paesi Bassi cambi: Filippo Il rifiuta di mitigare la repressione dell’eresia calvinista, facendo scoppiare la crisi. La piccola nobiltà si unì per ottenere l'espulsione dell'Inquisizione spagnola dai Paesi Bassi, riunendo una folla davanti al palazzo della governatrice Margherita d'Austria, sorellastra di Filippo II, per chiedere l'annullamento delle disposizioni volute dal sovrano e una convocazione degli Stati Generali per rivedere tutta la politica religiosa. Per evitare che la situazione peggiorasse, Margherita cedette e promulga l’editto di moderazione, con il quale invito le autorità ad attenuare la repressione, con conseguente aumento dei calvinisti. Guglielmo d'Orange, a differenza degli altri grandi nobili che preferirono schierarsi dalla parte di Margherita e aiutarla a riprendere il controllo, si schiera dalla parte dei protestanti. La repressione esercitata dal duca d'Alba and a colpire i settori della classe dirigente locale a cui Margherita si era appoggiata per guadagnarsi il consenso in nome della corona. Margherita dette le dimissioni e il duca d'Alba venne nominato nuovo governatore. Nel 1575, a causa dell'impossibilità di sostenere le spese di tutti gli impegni militari, Filippo Il dichiara la bancarotta. L'incapacità del duca di Alba a sconfiggere i ribelli, spinge Filippo Il a sostituirlo, ponendo fine alla politica del terrore e cercando un accordo con le province ribelli. Filippo Il decise di inviare come governatore il fratellastro Giovanni d'Austria, vincitore della battaglia di Lepanto, il quale in cambio del ritiro delle truppe e del rispetto delle leggi delle province, ottenne il riconoscimento della propria autorità e il ripristino del cattolicesimo come religione ufficiale. Le province cattoliche offrono il posto di governatore al nipote di Filippo II, Mattia d'Asburgo, ma anche questa soluzione fallisce. | Paesi Bassi si trovarono divisi in due aree: Province ribelli, calviniste e guidate dall'Olanda, e le province fedeli alla corona, cattoliche. Alla fine, gli stati generali delle provincie ribelli decisero di evocare a sé la piena sovranità proclamandosi autorità suprema della nuova entità statale delle Province Unite.
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