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Riassunto capitolo 12, Il classicismo nel primo Cinquecento., Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Riassunto capitolo 12, Il classicismo nel primo Cinquecento. Manuale G. Barberi Squarotti-G. Amoretti-G. Balbis-V. Boggione, Storia e antologia della letteratura, Bergamo, Atlas

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 21/05/2023

Franzi21
Franzi21 🇮🇹

4.5

(98)

125 documenti

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Scarica Riassunto capitolo 12, Il classicismo nel primo Cinquecento. e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Indice 1 Il Classicismo nel primo Cinquecento. 2 1.1 I teorici minori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2 Pietro Bembo. 2 2.1 La vita e le opere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2.2 Gli Asolani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2.3 Le Prose della volgar lingua. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 2.4 La teoria dell’imitazione secondo Bembo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 2.5 L’importanza del capolavoro di Bembo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 3 La poesia petrarchista. 4 3.1 Luigi Tansillo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 3.2 Galeazzo di Tarsia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 3.3 Bernardo Tasso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 4 Michelangelo Buonarroti. 5 4.1 Vita. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 4.2 Le Rime. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 4.3 Il significato storico delle Rime. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 5 La poesia al femminile. 5 5.1 Vittoria Colonna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 5.2 Gaspara Stampa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 5.3 Veronica Gambara. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 5.4 Tullia d’Aragona. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 6 Imitazioni e rifacimenti dei testi del mondo classico. 6 1 1 Il Classicismo nel primo Cinquecento. 1.1 I teorici minori. Numerosi sono gli autori del primo Cinquecento che si ispirano ai canoni classicisti. • Gian Giorgio Trissino -> autore di una Poetica, ricca di osservazioni di ordine metrico e stili- stico, ma noto anche per alcuni importanti testi su questioni linguistiche, quali: Il Castellano, dibattito sulla lingua; Epistola de le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua toscana, in cui propone una riforma ortografica della lingua italiana con l’adozione di lettere dall’alfabeto greco; L’Italia liberata dai Goti, poema epico in endecasillabi sciolti; Sofonisba, tragedia. • Sperone Speroni -> autore di una serie di Dialoghi e di una tragedia, Canace • Claudio Tolomei -> partecipa al dibattito sulla lingua, sostenendo la preminenza del toscano contemporaneo e tenta di trasferire la metrica latina nella poesia italiana come testimoniano i Versi e regole della nuova poesia toscana. 2 Pietro Bembo. Pietro Bembo codifica il classicismo letterario e affronta la questione linguistica in termini che influenzeranno il futuro sviluppo della lirica italiana. 2.1 La vita e le opere. Nasce a Venezia nel 1470. Segue il padre a Firenze e poi a Ferrara. Agli inizi del Cinquecento cura le rime volgari di Petrarca e la Commedia di Dante. A Venezia completa la stesura degli Asolani, in tre libri, sul tema dell’amore platonico. Nel 1511 dà inizio al suo capolavoro, le Prose della volgar lingua. Ad Urbino conosce Giovanni de’ Medici che eletto papa come Leone X, lo chiama a Roma e lo nomina segretario pontificio, con l’incarico di stendere in latino le bolle papali. Nel 1513 scrive l’epistola in latino De imitatione che proponeva la necessità di imitare un unico modello: Cicerone per la prosa e Virgilio per la poesia. Torna a Venezia e finalmente è libero di dedicarsi alle Prose che conclude nel 1524, offrendone il manoscritto a Clemente VII. Nel 1530 è nominato storiografo della Repubblica di Venezia, inizia a scrivere i Rerum Venetarum historiae libri XII. Torna infine a Roma, nel 1544, e vi morirà nel 1548. 2.2 Gli Asolani. Gli Asolani, trattato in forma dialogica in tre libri, sul tema dell’amore platonico, viene scritto fra il 1497 e il 1503 e pubblicato a Venezia nel 1505. Lo scrittore immagina che nel castello di Asolo si incontrino tre giovani: Perottino, Gismondo e Lavinello, e tre donne, che si riuniscano per tre giorni in un giardino per dialogare dell’amore (modello del Decameron). • nel primo giorno Perottino difende la tesi secondo cui l’amore conduce all’infelicità • nel secondo giorno Gismondo confuta gli argomenti di Perottino e afferma che l’amore dà la felicità • nel terzo giorno Lavinello sostiene che l’amore vero non è materiale, quindi non è né felice né infelice ma si risolve platonicamente in un puro desiderio di bellezza Lo scopo di Bembo è letterario: egli mira a fornire una base ideologica alla poetica dell’imitazione petrarchesca. Difatti, nel testo sono inserite 16 poesie di ispirazione petrarchesca, disposte secondo uno schema simmetrico: tre cantate all’inizio da tre damigelle, 5 recitate da Perottino sull’amore infelice, 5 recitate da Gismondo sull’amore felice e infine 3 recitate da Lavinello che esprime il suo 2 4 Michelangelo Buonarroti. Le sculture, i dipinti e le architetture di Buonarroti sono ammirati nel Cinquecento in quanto considerati superiori ai modelli classici. La produzione letteraria è stata ritenuta a lungo irrilevante rispetto alle opere artistiche, mentre oggi si tende a rivalutarla fino a cogliere in essa inquietudine e tensione spirituale. 4.1 Vita. Nasce ad Arezzo. E’ indirizzato agli studi umanistici e intanto studia scultura da un allievo di Donatello. Si trasferisce a Roma dove scolpisce la Pietà di San Pietro; torna poi a Firenze, dove da un blocco di marmo abbandonato ricava una delle sue sculture più celebri, il David, che può essere considerato il simbolo dell’uomo rinascimentale. Muore nel 1564. 4.2 Le Rime. Le Rime, di 302 componimenti, vengono pubblicate postume nel 1623 per cura del nipote. I temi sono: meditazione sul dramma della vita e il senso del peccato, ineluttabilità della morte, riferimenti all’arte e alla figura dell’artista. Significative sono le poesie scritte per l’amico Tommaso Cavalieri e quelle rivolte a Vittoria Colonna, conosciuta nel 1536 e in cui un amore appassionato e intenso viene interpretato secondo gli schemi del platonismo. 4.3 Il significato storico delle Rime. Nel conflitto fra tentazione passionale e senso del peccato, il narratore Giovanni Testori scorge uno dei motivi centrali delle Rime e dell’umana angoscia dell’artista. Michelangelo non potrebbe essere definito un classicista per l’intensità drammatica dei suoi versi e per la profonda lacerazione della sua personalità. Buonarroti tende a poetare in una forma dura, spezzata, tesa e spesso incompiuta, tanto da esprimere la disarmonia e il tormento interiore con modalità che si aprono al manierismo. 5 La poesia al femminile. Il successo delle Rime diverse di alcune nobilissime e virtuosissime donne testimonia l’importanza che nel Cinquecento viene acquistando la poesia al femminile. Le rime delle poetesse presentano tutte notevole dignità letteraria e un’eleganza di dettato. Accanto alle maggiori scrittrici vanno ricordate: • Isabella di Morra -> i suoi versi sembrano anticipare accenti leopardiani quando toccano il tema della solitudine e dell’abbandono • Veronica Franco -> restano un ricco epistolario e una raccolta di Rime, comprendenti una serie di capitoli in terza rima, nelle quali parla di sé e della propria esistenza con una civetteria da personaggio di commedia. 5.1 Vittoria Colonna. Conosce personaggi come Bembo, Castiglione, Aretino e Bernardo Tasso. Vive a lungo in conventi. Il suo Canzoniere, pubblicato postumo nel 1558, presenta una bipartizione che distingue le rime d’amore in memoria del marito e i componimenti spirituali. Tutte le poesie rivelano uno spirito malinconico e una profonda e intensa religiosità. 5 5.2 Gaspara Stampa. Le sue Rime, 311 liriche, sono pubblicate a Venezia nel 1554 dalla sorella Cassandra, senza essere apprezzate dai contemporanei. Si ha la contrapposizione tra i momenti felici della passione amorosa e il dolore dell’abbandono. Il pregio dei suoi versi è da ricercare nella loro tenue e malinconica musicalità: segno di attenzione al rapporto parola/musica è la presenza di madrigali, componimenti predisposti per essere cantati. 5.3 Veronica Gambara. E’ amica di Bembo, Aretino e Bernardo Tasso. Segue il modello petrarchista di Bembo. I suoi testi più validi sono da ricercare nei componimenti in ottave in cui affronta temi inconsueti. 5.4 Tullia d’Aragona. I suoi versi trattano dell’amore, e sono ora felici ora infelici, ora spirituali, ora sensuali. Notevole è il Dialogo dell’infinità d’amore del 1547, che rivela una buona conoscenza della trattatistica amorosa del tempo. 6 Imitazioni e rifacimenti dei testi del mondo classico. Una conseguenza dell’interesse dei classici è la tendenza ad imitare, riscrivere o tradurre in volgare i teti classici: tendenza che ha il merito di ripristinare opere o generi utilizzati in antichità e abbandonati. Fra i pochi autori meritevoli di essere considerati ci sono: • Giovanni Rucellai -> autore di una tragedia: Rosmunda e di un poemetto didascalico in endecasillabi sciolti, Le api • Luigi Alamanni -> amico di Machiavelli. Si rifà ai poeti classici e alle Georgiche di Vir- gilio nella sua opera più significativa, il poemetto didascalico in endecasillabi sciveti: Della coltivazione, dove sono descritti i lavori agricoli nel corso delle quattro stagioni dell’anno • Annibal Caro -> noto per la traduzione in endecasillabi sciolti dell’Eneide, pubblicata postuma nel 1581. Nella traduzione evidenzia gli aspetti patetici e drammatici o accosta forme auliche ed espressioni più consuete, tanto che sarà definita la bella infedele. 6
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