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Scelte di Carriera e Socializzazione Organizzativa: Una Prospettiva Psicologica, Schemi e mappe concettuali di Psicologia del Lavoro

La scelta del lavoro e la ricerca del lavoro dal punto di vista della psicologia organizzativa. delle variabili che influenzano le scelte di carriera, come bisogni individuali, autoefficacia, costruzione soggettiva dell'ambiente sociale e di sé, e relazioni con il contesto del mercato del lavoro. Vengono inoltre esaminate le attività di ricerca del lavoro, come pianificazione e utilizzo di strategie, messa a punto di un curriculum efficace, osservazione di persone di elevata efficacia, controllo degli stati emotivi e capacità di prefigurare scenari futuri. Il documento conclude con una discussione sulla socializzazione organizzativa e il ruolo della famiglia, scuola, università e organizzazioni sportive nel processo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 01/06/2022

zoe-baldan
zoe-baldan 🇮🇹

4.4

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Scarica Scelte di Carriera e Socializzazione Organizzativa: Una Prospettiva Psicologica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Psicologia del Lavoro solo su Docsity! 57 PARTE TERZA- RELAZIONE CON IL RUOLO E RELAZIONI INTERPERSONALI 12. Scelta del lavoro e socializzazione organizzativa 12.1 Scelta del lavoro e ricerca del lavoro In psicologia del lavoro delle organizzazioni esiste una copiosa letteratura relativa alle variabili che influiscono sulla scelta del lavoro, quest'ultima sarebbe influenzata soprattutto dai bisogni individuali che la persona cerca di soddisfare attraverso il lavoro (approcci motivazionali), oppure alla ricerca del miglior equilibrio nel rapporto persona- ambiente (prospettiva psicometrica), oppure dalle convinzioni di autoefficacia personale (prospettiva della teoria dell’apprendimento sociale), oppure dalla costruzione soggettiva dell'ambiente sociale e di sé nell'ambiente (prospettiva costruttivista). Viene data enfasi anche alle differenza individuali, come il genere, le condizioni socioeconomiche della famiglia di appartenenza, alle abilità intellettuali, alle esperienze scolastiche alle esperienze di socializzazione prelavorativa. Il processo delle scelte lavorative si può configurare come conseguenza delle relazioni che la singola persona è riuscita a costruire con i suoi contesti di vita e ,in senso specifico, con il contesto del mercato del lavoro. In questo modo è più facile comprendere che la scelta del lavoro non costituisce un atto, ma un processo dove diventano rilevanti le attività di ricerca del lavoro, di esplorazione dei contesti, di raccolta delle informazioni, di riflessione sulle competenze acquisite e su quelle da acquisire o da consolidare. Nelle attività di ricerca del lavoro possiamo comprendere: pianificazione e utilizzo di strategie di ricerca; messa a punto di un curriculum efficace; osservazione di persone di elevata efficacia per assumere comportamenti già dati da altri con successo; controllo degli stati emotivi; in questa serie di attività ciò che conta è la capacità di prefigurare scenari futuri verso il quale indirizzare l'azione degli sforzi, in modo da muoversi proattivamente in un contesto fluido. La ricerca e la scelta del lavoro possono essere ricondotti ai nessi esistenti tra valori professionali, efficace personale e prefigurazione del futuro. I valori professionali rappresentano delle credenze circa metri comportamenti desiderabili, dei quali le persone si servono per scegliere tra le diverse alternative occupazionali e per valutare gli esiti del proprio lavoro; i valori professionali estrinseci si riferiscono a ciò che si può ottenere mediante al lavoro (successo, indipendenza, prestigio…), mentre i valori intrinseci riguardano aspetti del lavoro in sé (creatività, autonomia,,,), infine i valori concomitanti sono più attinenti agli ambienti e le condizioni di lavoro e alle relazioni con i colleghi con i capi. Nella ricerca del lavoro l'autoefficacia gioca un ruolo cruciale: più le persone possiedono le convinzioni sulle proprie capacità e sulla possibilità di usarle minore è il rischio che la mancanza di impiego faccia rimanere la persona intrappolata nel circolo vizioso della 58 perdita del lavoro che conduce a scarsa autostima e demotivazione alla ricerca di altri lavori. Il tema della prefigurazione del futuro è studiato partendo dall’assunto che i processi di socializzazione prelavorativa e la storia complessiva delle esperienze di relazione contribuiscono a definire la prospettiva temporale futura di un individuo. Bisogna distinguere tra credenze sul futuro, che sono ancorate alla realtà poiché ipotizzano il futuro in base ad occorrenza del passato, e immagini fantasiose, che sono ancorate al desiderio che un dato evento si verifichi. Il concetto di prospettiva temporale futura poggia le sue radici nel pensiero di Lewin che la definisce come “lo spazio temporale avvenire che influenza il comportamento presente”. Le credenze sul futuro possono assumere la forma di aspettative sui risultati di un'azione, la forma di aspettative generali, oppure la forma di aspettative generalizzate. Le fantasie e gli stili di evitamento delle difficoltà comportano uno scarso confronto con la realtà e una conseguente pianificazione disfunzionale rispetto al loro superamento. Una chiara prospettiva temporale rende piu realistico il progetto lavorativo e di vita della persona virgola in termini di individuazione delle competenze possedute e quelle che possono essere acquisite incrementate (si parla di: competenza emotiva= capacità di pensare e di dare un nome alle proprie emozioni, sapendo viverle e gestirle in modo costruttivo; competenza relazionale= capacità di costruire e mantenere relazioni nel lavoro e saper lavorare con gli altri; competenza di analisi dei problemi= capacità di comprendere le situazioni scomponendole e di valutare le conseguenze di una catena di cause ed effetti al fine di sviluppare capacità di riflessione e di elaborazione; intelligenza pratica= capacità di frapporre il pensiero tra emozioni d'azione così da pianificare l'azione e aprire la dimensione della progettualità). Lo strumento che è stato predisposto per indagare la prefigurazione del futuro è composto da affermazioni che propongono una serie di situazioni che rappresentano le condizioni future in cui si potrebbe trovare la persona, rispetto alle quali è richiesto di esprimere la probabilità di avveramento, lungo una scala likert a 5 passi. Le affermazioni sono riconducibili a quattro principali dimensioni: realizzazione professionale, condizioni di lavoro, rapporti sul lavoro, vita privata. 12.2 L’ingresso nel lavoro e la socializzazione organizzativa Diventare lavoratore è considerato un momento importante per affermare la propria autonomia, uno strumento per meglio definire la propria identità, un'occasione per verificare le conoscenze e le competenze acquisite nel periodo precedente, una base per costruire un progetto professionale e di vita. La psicologia del lavoro delle organizzazioni ha da tempo studiato i processi di ingresso nel lavoro, anche se si tende a preferire l'espressione socializzazione organizzativa (organizational socialization)= è il processo grazie al quale gli individui diventano parte dell'insieme delle attività di un'organizzazione. Questa definizione consente di affrontare l'impatto dell'organizzazione dell'individuo e l'impatto dell'individuo sull'organizzazione. Il precedente processo di socializzazione dell'individuo influenza la socializzazione organizzativa:-le famiglie esercitano una consistente influenza su scelte lavorative, sui valori e gli atteggiamenti riferiti al lavoro, sugli stereotipi di genere associati al lavoro, sugli stili di 61 d. autopunizione= valutazioni negative dei comportamenti attuati al fine di comprendere le cause e di evitarli in situazioni future. e. prova= tentativo al fine di sperimentare come praticare il comportamento desiderato. Le organizzazioni hanno continuamente bisogno di inserire al loro interno nuove risorse professionali; l'ingresso di nuovi assunti costituisce un momento delicato anche per l'organizzazione, che vuole trarre profitto dall’ investimento economico legato alle nuove assunzioni e che desidera realizzare l'integrazione della nuova risorsa nella comunità di lavoro nel tempo più breve possibile. La maggior parte delle organizzazioni teme la diversità ed è sorretta da istanze di omogeneità si preoccupa, quindi, di costruire una base comune e condivisa di conoscenze e di modalità di operare e di influenzare valori, atteggiamenti e modi di comportamento dei nuovi assunti intervenendo sistematicamente nel processo di socializzazione. In letteratura si usa l'espressione per indicare una serie di azioni che sono finalizzate a raggiungere la migliore integrazione e il più efficace inserimento dei nuovi assunti. Le tattiche di socializzazione organizzativa sono sei: v tattiche collettive: rivolte al gruppo di nuovi assunti, allestendo situazioni di comune conoscenza e apprendimento; v tattiche formali: prevedono una separazione dei nuovi assunti dalle altre persone che lavorano all'interno dell'organizzazione, allestendo un'attività formativa a loro dedicata; v tattiche sequenziali: prevedono una precisa sequenza delle esperienze di apprendimento e di adattamento al contesto organizzativo; v tattiche prefissate: prevedono una scansione temporale delle diverse esperienze di apprendimento, ad esempio seguire un corso di formazione; v tattiche seriali: prevedono l'apprendimento del nuovo lavoro da un modello di ruolo quale può essere un mentore o un tutor; v tattiche di investitura: si basano sul riconoscimento esplicito dell'identità delle competenze del nuovo inserito, ad esempio nel caso di una persona assunta in forza di una particolare precedente esperienza lavorativa. La classificazione di tipo bipolare: ciascuna tattica prevede anche il suo opposto e quindi possiamo avere rispettivamente tattiche individuali, informali, casuali, variabili, disgiunte virgola di non investitura. Il contenuto comune delle tattiche di socializzazione organizzativa e l'apprendimento da parte di nuovi assunti di conoscenze, abilità e capacità operative, dello specifico lavoro e del ruolo, dei valori e delle norme che orientano le relazioni interpersonali e di gruppo. L'esito atteso dalle tattiche di socializzazione organizzativa può essere a breve termine o di medio periodo. I principali esiti a breve termine riguardano l'acquisizione della padronanza del compito e la chiarezza del ruolo da svolgere. I principali esiti di medio periodo riguardano l'efficacia della prestazione, la capacità di leggere contesti e situazioni, la padronanza nella gestione delle relazioni, il livello di impegno e la soddisfazione lavorativa. Numerosi dati empirici attestano che le tattiche di socializzazione organizzativa migliorano la 62 padronanza dei compiti e la prestazione, il fit (grado di congruenza) persona- lavoro, il fit persona- organizzazione, l'integrazione sociale di gruppo, la soddisfazione lavorativa e producono cambiamenti nelle aspettative del contratto psicologico nella gestione dello stress. Questi effetti positivi possono essere dovuti alle attività specifiche nella quale le tattiche si esplicano, ma non va sottovalutato il valore simbolico che ad esso viene associato da parte dei nuovi assunti come segno tangibile di essere considerati e di costruire un valore.
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