Scarica L'infanzia nell'Ottocento tra tradizione e innovazione: modelli di classe e sfruttamento e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! Capitolo 3 L’infanzia ottocentesca: vecchi e nuovi modelli nella società borghese L’idea di infanzia nel passaggio dalla modernità alla contemporaneità subisce un processo di cambiamento, che ha due aspetti: -da un lato: la cultura ottocentesca eredita dal Settecento l’idealizzazione di un’infanzia da amare come età della purezza e della bontà -dall’altro lato: è nel secolo dell’Ottocento che l’infanzia sperimenta un alto grado di alienazione, sfruttamento, sofferenza per colpa del mondo adulto, che utilizzerà il bambino reale per alimentare il processo di industrializzazione. È presente una nuova ideologia dell’amore verso il bambino. Nella famiglia borghese l’amore è importante quanto lo sono il controllo e la disciplina. Ci sono valori da incarnare attraverso l’educazione privata. Fuori dal contesto borghese c’è il problema a cui l’infanzia continua ad essere soggetta: abbandono, miseria, mortalità, violenza. Nell’Ottocento diversi modelli di infanzia convivono, perché c’è il nuovo che si innesta su un tessuto sociale tradizionale. Le società occidentali si fanno più complesse di quelle ottocentesche. La ricchezza circola in modo più diffuso, questo significa che nuovi soggetti sociali hanno la possibilità di avanzare nella gerarchia sociale (ricchi anche se non nobili). Emergono anche nuovi valori. Accanto al nuovo sopravvive il vecchio. L’infanzia delle classi lavoratrici presenta tratti distinti rispetto a quella dei ceti privilegiati. Negli ambiti agricoli le famiglie sono organizzate secondo la gerarchia tradizionale e patriarcale: c’è sempre l’adultizzazione dei bambini attraverso il lavoro. L’infanzia popolare è quella è quella dei contesti cittadini immersi nei processi di industrializzazione e urbanizzazione: la fabbrica è un popolo di attrazione per le famiglie che lasciano le campagne. L’infanzia vive in questi contesti adultizzandosi in solitudine. In entrambi i contesti, in quello agricolo e quello urbano, vige il vecchio principio del lavoro -> si ha la precoce adultizzazione precoce dovuta alle pressanti esigenze materiali. Il lavoro occupa tutta la giornata dei soggetti. Nella fabbrica si ha la razionalizzazione degli orari, dei ritmi e dell’intensità. Nella fabbrica si lavora per il prodotto, ma il prodotto non è connesso al bisogno per cui si lavora. Nell’ottica del lavoro di fabbrica i bambini nascono, crescono e muoiono nella fabbrica, e sono sottoposte a giornate di lavoro sproporzionate. Nei campi il lavoro anche più precoce a quello della fabbrica, però permette una partecipazione attiva e libera alla vita familiare e comunitaria -> la mancanza di questo aspetto nella vita della fabbrica rende più tremenda la vita dell’infanzia proletaria. Anche l’infanzia borghese è caratterizzata da aspetti negativi, infatti ci sono contenuti di violenza, violenza psicologica che è giustificata da motivazioni educative. Il modello borghese che si sta diffondendo nell’Ottocento riguarda una minoranza di soggetti. Nell’infanzia borghese si da importanza ai bisogni di cura, di amore e affettuosità e la necessità di provvedere alla difesa dei pericoli della realtà esterna. Si ha la privatizzazione, essa rimanda alla dimensione privata dei rapporti familiari, caratterizzata dalla vicinanza affettiva dei genitori verso i figli e anche alla necessità di controllare l’infanzia. I pericoli da cui l’infanzia borghese deve essere protetta non sono solo esterni, ma anche interni: cioè le rigide pratiche educative volte al disciplinamento del corpo attraverso la repressione degli istinti e delle manifestazioni infantili non accettabili (controllo dei comportamenti). L’infanzia borghese è separata dal mondo esterno e dall’adultizzazione precoce. È un’infanzia amata, protetta, coccolata e viziata. Si occupano del bambino-> balie, nutrici, medici, precettori, tutori, servi e domestici; tutti hanno un ruolo nella formazione del corpo e della mente del soggetto. L’infanzia ottocentesca è un’infanzia di classe, ci sono diversi modelli presenti nella realtà -> si possono individuare tre modelli di infanzia, appartenenti alle tre classi che compongono la società ottocentesca: ■ Infanzia borghese -> caratterizza da privatizzazione, intesa come cura, controllo, protezione, disciplina, modelli educativi per dare ordine. Il bambino borghese è allontanato dal contatto con il mondo esterno, viene relegato nella dimensione privata. La casa è un ambiente che soddisfa i bisogni del bambino: in cui ci sono spazi riservati e separati a quelli degli adulti; i percorsi educativi sono rigidi, perché lui possa crescere in linea con i modelli del mondo borghese. Lo sviluppo biologico non basata per lo sviluppo completo, occorre un apprendistato più complesso grazie ad un’istruzione privata. Le parole chiave di questo modello sono ordine e conformismo. ■ Infanzia contadina -> caratterizzata da adultizzazione precoce, attraverso il lavoro tradizionale. Nell’Ottocento l’infanzia contadina vive secondo modelli arcaici e tradizionali e continua ad essere adultizzata attraverso il lavoro nei campi. Questa infanzia è rapidamente socializzata: nella comunità trova protezione e sicurezza che non si ritrova nel contesto urbano. Nelle campagne, all’interno delle piccole comunità, ci sono rituali che scandiscono gli eventi che conferiscono maggior significato (elementi magico superstiziosi e credenze irrazionali). La socializzazione e l’inculturazione avvengono secondo passaggi intergenerazionali nei più giovani. La vita a contatto con l’ambiente naturale può offrire brevi momenti di gioco, libertà e scoperta e appagamento dei bisogni tipici dell’età infantile. ■ Infanzia proletaria -> si tratta di figli dei proletari, che condividono lo stesso destino dei genitori (caratterizzato dallo sfruttamento attraverso il lavoro).