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Valori e Norme Sociali: Significato, Funzioni e Tipi, Appunti di Sociologia

Il concetto di valore e norma sociale, discutendo i loro significati, le loro relazioni e i loro tipi. il concetto di valore come fine delle azioni umane, discutendo i valori terreni e ultraterreni, e i valori come fatti sociali. Inoltre, il testo introduce la nozione di norma come obbligazione e guida per il comportamento, discutendo le norme giuridiche e implicite. Il documento conclude con una discussione sulla importanza della comprensione di valori e norme sociali per la comprensione della società moderna.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 02/02/2022

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Scarica Valori e Norme Sociali: Significato, Funzioni e Tipi e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! CAPITOLO 5 SOCIOLOGIA 149-151 VALORE: concetto di cui non si può fare a meno , nel linguaggio comune si parla di “valore” sia per indicare qualcosa che non appartiene al mondo delle cose reali ma alla sfera degli ideali e dei desideri, sia per indicare qualcosa di reale di cui si teme la perdita. Nel primo caso il valore orienta l’azione verso la sua realizzazione, nel secondo caso orienta l’azione in vista della sua difesa. Il concetto di valore varia il suo significato in base all’uso, in sociologia troviamo una pluralità di significati in base allo statuto che le varie teorie assegnano alla categoria dei valori.  I valori discendo i fini delle azioni umane, valori e fini sono legati tra loro, i valori sono i fini ultimi dell’azione.  I valori, se non riguardano qualcosa che si ha e si teme di perdere, indicano un dover essere, una tensione verso uno stato di cose ritenuto ideale e desiderabile, ma che non è, o non è ancora, realizzato. Può essere orientato sia a mondo terreno(i valori stimolano l’impegno per la loro realizzazione su questa terra) sia ultraterreno (i valori favoriscono un atteggiamento passivo nei confronti del mondo, i valori trovano la loro realizzazione solo nel “ regno dei cieli”)  Per lo scienziato sociale i valori esistono come “ fatti sociali” in quanto vengono fatti propri da individui o gruppi sociali i quali orientano in base ad essi il loro agire. In questo caso i valori diventano forze operanti poiché forniscono le motivazioni del comportamento.  I valori vengono addottati dagli individui attraverso processi di scelta. 151-154 Marx afferma che i valori dominanti di una società sono i valori della classe dominante. Affermazione importante perché :  Stabilisce un collegamento tra il dominio e dominio culturale, ovvero ciò che avviene nella sfera dei valori deve essere messo in relazione con ciò che avviene nelle altre sfere.  Apre la strada all’idea di valori come ideologie, se i valori dominanti sono quelli della classe dominante vuol dire che essi vengono accettati anche dalle classi dominate. L’affermazione di Marx presenta un severo limite in quanto esclude la possibilità di valori universalmente condivisi nell’ambito culturale e nell’epoca. Si può invece formulare l’ipotesi che tali valori siano stati prodotti nell’ambito di processi storici di lungo periodo e che siano l’esito di una lotta tra classi. I valori universalmente condivisi si possono evidentemente dare interpretazioni diverse, ciò non togli nulla alla loro “ universalità”. Es. il valore della pace è diventato universale dopo la seconda guerra mondiale; allo stesso tempo le stesse forze armate si considerano portatrici di pace nonostante vadano a fare “la guerra”. Dunque noi viviamo in un’epoca caratterizzata dal pluralismo dei valori, cioè pluralismo dei valori e diversità di posizioni rispetto un unico valore. Secondo Parsons le società stanno insieme perché sono tenute insieme dai sistemi di valori sufficientemente integrati e coerenti. 155-156 Il processo di secolarizzazione che hs fortemente indebolito l’ancoraggio dei sistemi di valori nelle credenze religiose, nonché il declino delle grandi costruzioni ideologiche fondate su qualche filosofia della storia, hanno indotto alcuni a parlare di morte dei valori ( Nietzsche ). Tuttavia non si può dire che i valori si siano estinti poiché la dinamica dei valori è continuamente alimentata da nuovi movimenti sociali capaci di mobilitare energie e nuovi criteri. In conclusione si possono formulare le seguenti ipotesi per lo studio della società moderna : nelle società moderne si sta allargando il grappolo dei valori universali ; i sistemi di valori si frammentano ma al loro posto si creano nuovi valori; si assiste ad un processo in cui ogni individuo cerca di realizzare il proprio ideale di VITA BUONA 156-160 La norma diventa il rendere operativa l’interpretazione del valore di uguaglianza , essa determina concretamente ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare per la realizzazione di un determinato valore. In altre parole le norme sono quasi sempre interpretabili come mezzi che prescrivono o vietano dei comportamenti in vista di qualche fine/valore. Se ci poniamo , però, dal punto di vista dell’attore sociale le norme si presentano essenzialmente come dei vincoli che prescrivono o vietano certi comportamenti e che ne consentono altri. Possiamo intendere le norme come delle obbligazioni e i valori come delle guide capaci di orientare i comportamenti nell’ambito consentito dalle norme. A differenza delle abitudini o delle norme tecniche, le norme sociali sono tali in quanto i comportamenti che esse scostano incontrano qualche tipo di sanzione( le sanzioni possono prendere pieghe diverse che vanno dalla disapprovazione sociale alla pena capitale. Possono essere , in alcuni casi , anche positive perché comportano un premio in caso di conformità). Se dovesse dipendere solo dalle sanzioni esterne la deviazione delle norme sociali sarebbe molto più frequente. Esse sono in molti casi un detenere abbastanza efficace per indurre gli uomini a non deviare le norme sociali, ma la probabilità che della deviazione di una norma scatti immediatamente una sanzione è assai scarsa ( ES. il salumiere che bara sul peso della merce ). In effetti, il tribunale interno giudica le nostre azioni e ci fa sentire in colpa quando deviamo da una norma sociale, è spesso più efficace di qualsiasi sanzione esterna. Perché il tribunale interno funzioni è necessario che le norme sociali siano state fatte proprie dall’individuo, siano ciò state interiorizzate e trasformate in norme morali. L’interiorizzazione delle norme avviene mediante la socializzazione e dipende dagli insegnamenti educativi di riferimento. Difatti non tutte le culture hanno le medesime norme (Es. il bacio in oriente e nel mondo islamico). Certe norme vengono interiorizzate in modo più forte rispetto ad altre, più basso è l’interiorizzazione di una norma e più sono necessarie le sanzioni esterne al fine di far rispettare la norma stessa. Tuttavia, non è solo il timore di trasgredire una norma che convince le persone ad agire in modo conforme alle regole, difatti possiamo seguire le norme per abitudine o conformismo. Inoltre è possibile che un individuo trasgredisca una norma nonostante essa sia stata ben interiorizzata, si parla allora di “debolezza della volontà”. 160- 162 Tipi di norme :  Regole costitutive : pongono in essere delle attività che non esisterebbero all’ infuori delle regole stesse, non ammettono eccezioni e la loro applicazione non richiede un apparato preposto alla loro interpretazione. Es. le regole dei giochi  Regole regolative: indicano ciò che è prescritto o ciò che è vietato nell’ambito di un’attività già costituita; ammettono eccezione e danno spazio all’interpretazione. Richiede un’opera di interpretazione. Questo primo criterio è stato individuato da J. Rawls.  Norme giuridiche ( inserite in un insieme più ampio le norme sociali) : le seggi, esse sono emanate da un’autorità e presuppongono un apparato per la loro applicazione. Questo secondo criterio distingue l’insieme generale dal suo sottoinsieme.  Nella quotidianità si seguono norme senza nemmeno esserne consapevoli. In realtà, spesso ci accorgiamo di una norma solo dopo che è stata trasgredita Terza distinzione tra norme implicite e norme esplicite.  Gli esseri umani sviluppano una sensibilità che suggerisce loro come devono comportarsi in una data situazione; senza dover riflettere più di tanto si adeguano alle norme implicite della situazione stessa e si aspettano che gli altri facciano altrettanto. Le buone maniere sono seguite normalmente dalla maggior parte di persone.  Molte norme, inoltre, valgono solo per gli appartenenti a determinati questo si ripercuotere sulle altre istituzioni collegate e queste a loro volta si modificano per retro-azioni. Il tipo e l’intensità della risposta alle side dell’ambiente dipendono dalla capacità di percepire e valutare mutamenti esterni di organizzare la propria reazione. Il mutamento delle istituzioni non dipene solo dalla loro capacità di rispondere efficacemente alle sfide che provengono dall’ambiente sterno, ma anche dal modo di affrontare le tensioni e i conflitti che sviluppano al loro interno. I fattori di mutamento possono essere sia esogeni sia endogeni. In generale si può dire che le istituzioni dispongono potenzialmente di una vasta gamma di possibili risposte, ma che solo alcune di queste sono effettivamente attivabili nelle circostanze date. Due, possono essere i tipi di risposta strategica alle sfide ambientali:  Da un lato, un tipo di risposta rigida, tendente a conservare l’identità e l’integrità dell’istituzione di fronte alla turbolenza interna o esterna;  All’altro, un tipo di risposta flessibile, in grado di modificare la propria struttura interna, di ridefinire i confini con l’ambiente e quindi l’identità stessa dell’istituzione. CAPITOLO 6 175-177 Ogni società ha una vita assai più lunga della vita degli individui che la compongono: esisteva già quando i suoi attuali membri non erano ancora nati ed esisterà quando essi saranno già tutti morti. Dunque, è necessario che essa disponga di pratiche e istituzioni per trasmettere ai nuovi venuti una parte del patrimonio culturale che ha accumulato nel corso delle generazioni. Il patrimonio culturale è tutto l’insieme d quei valori, norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità e linguaggi che consentono alla società di esistere, si adattarsi al suo ambiente esterno e ( di modificare a sua volta quest’ultimo e se stessa. Il patrimonio culturale in una società differenziata non può essere trasmesso in un blocco unico a tutti coloro che rappresentano a loro volta le nuove leve. In società altamente differenziate e complesse una parte del patrimonio culturale (quella che va a formare le competenze sociali di base, esse non hanno a che fare con l posizione sociale dell’individuo ma riguardano la minima competenza comunicativa, la capacità di scambiarsi informazioni mediante il linguaggio, la capacità di entrare in rapporto con gli altri ) deve essere trasmessa a tutti i membri della società, mentre una seconda parte ( comprende le competenze sociali specifiche, esse consentono agli individui di svolgere ruoli particolari, e consente di disporre di conoscenze condivise soltanto da parte di coloro che sono coinvolti nell’esercizio di tali ruoli) va distribuita in modo differenziato a seconda del grado e del tipo di lavoro. Il processo per formare le competenze sociali di base è chiamato socializzazione primaria ( avviene nei primi anni di vita), mentre con l’espressione socializzazione secondaria ( fase successiva e per tutto l’arco della vita) si indica l’insieme di processi di formazione delle competenze specifiche. Le società sono in continuo cambiamento, dunque una parte del patrimonio culturale deve venire accantonata senza essere trasmessa alle nuove generazione, mentre queste devono mostrarsi pronte a recepire le innovazioni che consentono di affrontare i nuovi problemi. Le agenzie alle quali sono affidati i compiti della socializzazione operano in un campo inevitabilmente attraversato da esigenze contrastanti di conservazione e innovazione: da un lato vi sono coloro che spingono a socializzare le nuove generazioni nella tradizione, anche se questa mostra palesemente la propria inadeguatezza, dall’altro lato vi sono coloro che inducono a scartare sbrigativamente come sorpassati e non più adeguati molti contenuti culturali alle quali si erano alimentate le generazioni precedenti. 178-180 Il processo di socializzazione è un processo mediante il quale una persona entra a far parte di una società, ne assume i ruoli. Più le società sono frammentate e variegate, più risulta difficile per le persone individuare il comportamento da mettere in atto in una società. Individuare il processo( utilizzo di questo termine perché le società sono sempre più variegate) di socializzazione tra natura e cultura. Per affrontare questo problema è utile considerare gli studi sull’etologia. Quando ad espemio vediamo un ragno che tesse la tela o una rondine che costruisce il suo nido, questi comportamenti sembrano chiaramente dettati dl loro istinto, ovvero sono informazioni che sono state loro trasmesse geneticmnete senza che nessuno glielo abbia insegnato. In realtà, però, anche gli animali sono capaci di apprendere, cioè di incamerare attraverso l’esperienza informazioni che vanno a cambiare il loro comportamento ( es. topi che imparano a evitare le esche avvelenate). Molto spesso è difficile distinguere ciò che è imputabile all’istinto e ciò che invece dipende dall’apprendimento; si può tuttavia affermare con certezza che la differenza tra gli uomini e gli animali consiste nella capacità di apprendimento maggiore dell’uomo, la quale viene accompagnata dalla capacità istintuale molto meno ridotta. ( vedi esempi nel libro) 181- 185  SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA ( famiglia): Alla nascita il bambino deve avere una forte plasticità, egli ha davanti una vasta gamma di modalità di sviluppo. Egli no ha la possibilità di influire sull’ambiente che lo circonda, anzi è l’ambiente che in un certo senso influisce su di lui. Il bambino instaura un rapporto di forte dipendenza dalla persona che lo nutre, se questo rapporto risulta gratificante ( perché soddisfa i suoi bisogni) egli svilupperà un rapporto di fiducia nei confronti dell’ambiente che lo circonda; al contrario se egli non è in grado di comunicare il suo bisogno o se le persone non se ne prendono cura, egli svilupperà un rapporto di sfiducia nei confronti dell’ambiente che lo circonda. Fin da queste prime fasi risulta evidente come operano i meccanismi di socializzazione. Da un lato si sviluppa un rapporto di affettività tra la madre e il bambino; dall’altro la madre inizia a stabilire delle regole. Alcuni studiosi hanno unito l’approccio personalistico a quello etologico, essi hanno notato che il fatto di poter contare su un legame affettivo stabile e duraturo fondato su un rapporto fisico frequente consente al bambino di sviluppare fiducia nell’ambiente e in se stesso. Questo legame presenta fattori indispensabili per l’acquisizione dell’autonomia. Come abbiamo visto nel rapporto adulto-bambino vengono a stabilirsi delle regole, che comportano un premio per il comportamento conforme ad esse e una punizione per il comportamento che si scosta da esse. Non sempre ricompense e punizioni hanno l’effetto di rafforzare il comportamento desiderato, in quanto la loro efficacia dipende da una serie di fattori che riguardano il contesto di interazione. Un primo fattore è la coerenza con la quale tali sanzioni vengono applicate; un secondo fattore è l’immediatezza con cui il premio o la punizione seguono l’azione ( soprattutto nel caso delle punizioni non sempre l’educatore ottiene l’effetto desiderato, anzi molte volte ottiene l’effetto opposto). Il tipo di premi e punizioni condiziona anche la loro efficacia si può dire che le punizioni di carattere fisico inducono a un rispetto esteriore della norme, mentre le punizioni di carattere psicologico ne facilitano l’interiorizzazione. Tuttavia affiche l’interiorizzazione avvenga sono necessarie figure extrafamiliari. Questo sviluppo è stato individuato da H.Mead, uno psicologo sociale americano, con il concetto di altro generalizzato, che corrisponde largamente a quel processo di decentramento di Piajet, pone alla base dello sviluppo intellettuale e morale del bambino, il bambino si trova ad agire in una cerchia di persone allargata e quindi, man mano che cresce, opera un’astrazione e generalizzazione dai ruoli e degli atteggiamenti delle figure parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale. In questo modo, i valori e le competenze assumono generalità sempre più ampia fino a includere la società nel suo complesso.  LA FORMAZIONE DELL’IDENTITA’: l’identità personale si esprime nella capacità di rispondere alla domanda “chi sono”. Le risposte a queste domande hanno visto tre fasi per la formazione di essa. 1. Questa fase corrisponde all’acquisizione della capacità di riconoscere l’esistenza di un mondo esterno. L’acquisizione di questo primo punto è determinato dal rapporto con la madre, tuttavia il bambino non ha ancora imprto a distinguere tra la madre e le altre persone. 2. Questa fase corrisponde alla capacità del bambino di distinguere la madre dagli altri adulti, quindi di isolare le caratteristiche fisiche singole delle persone, dunque la su visione dell’ambiente inizia ad assumere un sistema di ruoli tra loro correlati. 3. Questa fase corrisponde alla tipizzazione sessuale delle persone, inizia a distinguere tra maschi e femmine e a riconoscere la propria appartenenza ad un gruppo o all’altro. Ma al di là delle caratteristiche di genere, esiste l’acquisizione dell’identità di genere. 4. L’eventuale presenza di fratelli o sorelle consente la sperimentazione di ruoli familiri di tipo orizzontale, ovvero differenzia il sistema di ruoli familiari. La formazione dell’identità personale corre parallela alla scoperta del mondo sociale. L’individuo struttura la propria identità in relazione con l’ambiente. Nonostante si incontrino difficoltà è necessario adattarti , senza cambiare radicalmente la propria identità. Da un punto di vista analitico si possono distinguere due componenti nel processo di formazione dell’identità: l’identificazione in cui il soggetto fa riferimento alle figure rispetto alle quali si sente uguale o simile e con le quali condivide determinati caratteri; l’individuazione in cui il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri.  SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA è l’insieme di pratiche messe in atto dalla società che consentono agli individui assumere ed esercitare ruoli adulti. Poiché tali ruoli sono straordinariamente vari e differenziati, il compito della socializzazione secondaria consiste nella formazione delle capacità sociali specifiche necessarie all’esercizio dei ruoli stessi. Ogni individuo ricopre nella società una oluraità di ruoli, che si collocano in diverse sfere di vita. Vi è o Ruoli familiari: dove un individuo può essere sia figlio, che marito o Ruoli lavorativi: che si diffeerenziano a seconda del ramo, del tipo di mansione, del tipo di organizzazione del lavoro o Ruoli del tempo libero: fan riferimento alla sfera di amicizie es. appartenente a un club sportivo, un campione di biliardo o Sfera sociale e politica: es. presidente di una commissione del consiglio di zona L’insieme di ruoli svolti si indica con il termine role set. Ed i ruoli nell’ arco della vita di un amico muta continuamente. Ogni svolta nlla vita comporta la perdita di un ruolo e l’assunzione di uno nuovo. Ogni ridefinizione comporta una serie di operazioni: la disattivazione di atteggiamenti che valevano nella situazione precedente alla svolta, l’attivazione di nuovi atteggiamenti adeguati alla situazione. Bisogna sottolineare due aspetti: o Il primo si riferisce alla natura più o meno cumulativa dei processi di apprendimento che accompagnano la socializzazione. Quando l’apprendimento di cose nuove entra in conflitto con una parte di quanto è già stato appreso, questa parte deve in qualche modo essere accantonata per far postoe
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