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La Crisi della Repubblica Romana: Ottimati vs Popolari (200 a.C - 27 a.C) - Prof. Zerbini, Appunti di Storia Romana

Storia AnticaStoria della civiltà classicaStoria antica romana

La serie di eventi politici e militari che hanno caratterizzato la fine della Repubblica Romana, tra cui la guerra contro Giugurta, la guerra sociale, la guerra civile tra Mario e Silla, e la dittatura di Gaio Giulio Cesare. Il testo illustra come le tensioni tra ottimati e popolari, le crisi sociali e politiche, e le invasioni esterne hanno contribuito alla fine della Repubblica e all'ascesa del Principato.

Cosa imparerai

  • Come Gaio Mario e Silla si sono scontrati e chi ha emerse vincitore?
  • Come Giugurta ha contribuito alla crisi politica a Roma?
  • Che partito aristocratico rappresentavano gli ottimati e ancor più i popolari a Roma?

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 22/12/2022

anita.nanni
anita.nanni 🇮🇹

4.4

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Scarica La Crisi della Repubblica Romana: Ottimati vs Popolari (200 a.C - 27 a.C) - Prof. Zerbini e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! LA CRISI DELLA REPUBBLICA OTTIMATI E POPOLARI • Al fallimento dei Gracchi venne incrementato il potere della nobiltà che cercò di garantirsi l'appoggio dei cavalieri. Nelle lotte che seguirono non ci furono programmi politici ma solo personalità influenti. I componenti delle classi nobiliari gareggiavano tra loro per ottenere il potere • I conflitti senatoriali si trasformarono in scontri duri che coinvolgevano anche i ceti inferiori. • A partire dagli ultimi secoli del II secolo a.C ci fù uno scontro tra due partiti dell'aristocrazia senatoria: gli optimates e i populares. • Gli optimates erano contrari a ogni tipo di cambiamento istituzionale mentre i populares erano favorevoli alla mobilità sociale. I partiti politici non erano istituzionalizzati e ruotavano intorno a personalità carismatiche. MARIO E SILLA • Le tensioni sociali e politiche a Roma esplosero in occasione della guerra contro Giugurta. Giugurta era il re della Numidia (aveva fatto uccidere i cugini, alleati dei romani e si era preso il potere) • Giugurta fù responsabile del massacro di commercianti italici e romani che si trovavano nella città → senato corrotto esitava a intervenire ma poi sotto pressione dei cavalieri dichiarò guerra nel 112 a.C • L'evento militare contro Giugurta andò male perchè i generali si lasciavano corrompere. Era evidente l'incapacità sia politica che militare dello stato. • Nel 107 a.C viene eletto console Gaio Mario, un homo novus di umili origini, a cuivene affidato il comando della guerra contro Giugurta. Egli consentì l'arruolamento volontario a tutti i cittadini romani e dopo 16 anni di servizio avrebbe regalato un appezzamento di terra. L'esercito si trasformava così in un esercito professionale i cui soldati ricevevano uno stipendium ed erano equipaggaiti dallo stato, vivevano in accampamenti e i loro diritti civili erano sospesi. Il soldato di professione viveva fuori dalla società e dipendeva totalmente dal suo generale tanto che diventava fedele più che allo stato al suo comandante. • Gaio Mario nel 105 a.C catturò Giugurta e grazie all'astuzia di Silla (ufficiale superiore ed optimates) fù giustiziato a Roma. • Mario era l'idolo del popolo e il capo dei popolari mentre Silla faceva parte degli ottimati. • Dopo la vittoria su Giugurta, Mario ottenne il consolato per 5 anni di seguito peprchè fu impegnato a portare a termine lo scontro con Cimbri e Teutoni → la legalità repubblicana poteva essere superata con l'accordo delle masse urbane e una personalità carismatica poteva ignorare la tradizione. • Cimbri e Teutoni (tribù germaniche) stavano seminando terrore nella Gallia e nella penisola iberica 1. 105 a.C: i romani furono sconfitti in Gallia 2. 102 a.C: i Teutoni furono battuti in Provenza 3. 101 a.C: i Cimbri furono sconfitti presso Vercellae • La popolarità di Mario accrebbe ulteriormente → tuttavia non fù capace di gestire la crisi politica del 101 a.C quando Gaio Servilio Glaucia e Lucio Appuleio Saturnino cercarono di ottenere il consolato con la violenza →Mario repressa la rivolta ma la sua popolarità si incrinò e si ritirò dalla politica. • Silla ottenne il consolato → la vita pubblica sarà dominata dalla violenza • A questo punto il problema sempre più urgente era quello degli italici: aristocrazia italica premeva per la cittadinanza romana e voleva partecipare al governo. • Nel 91 a.C Mario Livio Druso fù eletto tribuno della plebe e la questione degli italici fù valutata. Proprio per questo egli fù ucciso e ciò provocò la sollevazione delle popolazioni italiche che decisero di entrare in guerra. • Inizia la guerra sociale ad Ascoli Piceno nel 91 a.C → le popolazioni italiche del centro e del sud si coagularono in uno stato federale dotato di un proprio esercito. La capitale del nuovo stato era Italica e a Roma rimasero fedeli solo l'Etruria e l'Umbria con le città greche. Questa volta i popoli italici non chiedevano più l'integrazione ma uno Stato separato. Le lotte furono violente e i protagonisti erano Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla. • Il senato decise di concedere in modo graduale la cittadinanza romana a tutti i socii: nel 90 a.C con la Lex Iulia Civitate era concessa la cittadinanza a tutti gli alleati rimasti fedeli e alle comunità che si fossero arrese. • Nel 89 a.C con la Lex Plautinia Papiria era estesa la cittadinanza agli Italici che entro 60 giorni si fossero registrati presso il pretore di Roma → la guerra si concluse nel giro di pochi mesi • Tutta l'Italia peninsulare costituiva uno stato territoriale unitario di identico statuto giuridico → non fù createa alcuna istituzione amministrativa comune cosìche la frattura tra i problemi dell'Urbe e quelli reali della società erano più profondi di prima. • Mitridatre VI, re del Ponto, aveva esteso i suoi possedimenti fio al Mar Nero e ave invaso la provincia dell'Asia uccidendo più di 80.000 romani. Il senato decise di dichiarargli guerra nel 88 a.C con al comande Silla (optimates) → ceti popolari e cavalieri protestarono e l'incarico fù affidato a Mario (populares). Silla, furioso, decise di marciare su Roma → la strada verso la guerra civile era aperta. Mario fuggì e il Senato affidò il potere a lui → per la prima volta si assiste al fenomeno in cui i militari sono più fedeli al generale rispetto allo stato • 87 a.C partì in Oriente per fare guerra a Mitridate VI che si arrese nell'85 a.C (avrebbe dovuto abbandonare tutte le sue conquiste tranne il Ponto) • Silla voleva tornare a Roma ma nell'Urbe era tornato Mario. Nell'87 a.C un console, Lucio Cornelio Cinna si era schierato dalla parte dei mariani e fù deposto con la forza → si rifugiò in Campania insieme a Mario e insieme marciarono su Roma. Silla fù così bandito. • Mario fù eletto console ma morì poco dopo (86 a.C) lasciando il suo partito senza un capo autorevole. Poco tempo dopo venne ucciso il suo successore Lucio Cornelio Cinna. I popolari amministrarono malamente l'Italia commettendo abusi e vendette ma contro Silla il loro governo si msotrò privo di lungimiranza. • 83 a.C: Silla torna in Italia per ripristinare l'aristocrazia all'interno della Repubblica. Col suo esercito si schierarono anche Gneo Pompeo, Marco Licinio Crasso e Quinto Cecilio Metello. I popolari avevano l'appoggio dei Sanniti. La guerra civile fù violenta e durò 2 anni e coinvolse tutti i ceti sociali. Nell'82 ac a Roma gli eserciti di Silla vincono sui mariani. • Gneo Pompeo eliminò gli oppositori che si erano rifugiati in Sicilia e in Africa. battaglia di Farsalo. • Le provincie d'oriente e i regni alleati erano sotto il controllo dei cesariani. • Pompeo fugge in Egitto ma fu assassinato da Tolomeo sotto consiglio di Plotinio che sperava di ingraziarsi Cesare. Egli, una volta giunto in Egitto, rese onore a Pompeo e si legò sentimentalmente a Cleopatra. Tolomeo, non avendo ricevuto l'appoggio di Cesare, voleva assassinarlo assediando la reggia di Alessandria ma egli resistette e Tolomeo col suo esercito furono sconfitti. • La questione pompeiana non era ancora chiusa: Giuba, re della Numidia, legato a Pompeo fù sconfitto a Tapso da Cesare. La numidia divenne provincia romana. • Cesare aveva il pieno controllo di Roma già dal 49 a.C. LA DITTATURA DI CESARE • Cesare governò in modo autoritario, le istituzioni statali erano rimaste invariate ma nellepiù alte magistrature vi erano i suoi collaboratori. • Fù nominato console dal 48 al 44 e dictator a vita dal 44 a.C • Introdusse delle novità: la Gallia cisalpina ricevette la cittadinanza romana, i poveri dell'Urbe ricevettero sovvenzioni alimentari ma il numero dei beneficiari fù dimezzato. Opere pubbliche allevviarono i debiti che urono ridotti e dilazionati. Associazioni pubbliche o religiose furono vietate. • Cesare inizia una politica di romanizzazione attraverso la fondazione di colonie. Il suo atteggimento verso gli avversari politici cambia, non furono stilate liste di proscrizione (silla) ma al contrario i nemici politici potevano godere della clemenza del dittatore → molti rappresentanti che avevano combattuto per Pompeo furono perdonati. Il senato acquisì altri 300 membri, quindi si arriva a 900 persone (essi erano personaggi appartenti ai ceti sociali più bassi che erano devoti a Cesare). L'allargamento della base sociale inquitò la nobilitas soprattutto dopo che la cittadinanza fù estesa a stranieri, capi barbari alleati e agli aristocratici galli. Magistrature e comizi avevano un potere sempre più ridotto ormai tutto dipendeva dalle decisioni di Cesare. • La religione statale fù trascurata e il calendario divenne quello che usiamo ancora noi oggi (“giuliano”) • Cesare parlava apertamente della fine della res publica, assomando su di sé un potere sempre maggiore. Ciò era una minaccia per i ceti sociali superiori e per la libertà politica. • Venne ordita una congiura da parte di alcuni senatori, Cesare fù assassinato il 15 marzo del 44 ac → le idi di marzo. L'AGONIA DELLA REPUBBLICA • I congiurati non avevano nessun programma politico e il loro scopo era eliminare il dittatore. La popolazione condannò i congiurati e deificò Cesare. • Tra i seguaci di Cesare e i congiurati fù raggiunto un accordo cosìcche Bruto e Cassio furono inviati in Oriente mentre Marco Antonio restò a Roma. Egli (Marco Antonio), in qualità di lungo tenente di Cesare chiedeva apertamente il potere ma il senato lo concesse a Gaio Ottavio (figlio adottivo di Cesare). I rapporti tra Marco Antonio e il Senato erano tesi. • Cicerone ebbe la meglio, con l'appoggio di Ottaviano, non perse tempo nello screditare Antonio dinanzi al senato e persuadendoli nel dichiararlo nemico pubblico. L'assemblea senatoria non accolse le loro provocazioni ma al contempo annullò le decisioni più importanti del console e lo destituì da ogni incarico per l'anno seguente. Ormai la scena politica era stata riconquistata da Cicerone che ostacolava l'operato anche pacifico di Antonio. Dopo mesi di difficili negoziati ed in seguito alla guerra di Modena durante la quale Antonio, pur sconfitto nella battaglia di Forum Gallorum e nella battaglia di Modena dalle legioni riunite dei consoli Aulo Irzio e Vibio Pansa e del giovane Cesare Ottaviano, dimostrò le sue doti di condottiero tenace e coraggioso. • Il senato, temendo che il potere di Ottaviano diventasse troppo forte, appoggiò Marco Antonio → Ottaviano minacciò così lo Stato e marciò fino alle porte dell'Urbe • Nel 43 a.C Ottaviano costituì un secondo triumvirato con Antonio e Marco Emilio Lepido. Questa volta era una vera e propria magistratura e alleanza ufficiale che dava vita a una dittatura militare. • I triumviri raccolsero l'eredità politica di Cesare attraverso un colpo di Stato. Combatterono insieme i nemici comuni come ad esempio gli anti cesariani → 300 senatori e 2000 cavalieri e questo ridusse il potere dell'aristocrazia senatoria. • La repubblica era finita, i cesaricidi erano comandanti militari e agivano come ribelli contro lo stato nel 42 a.C a Filippi, in Macedonia, Cassio e Bruto furono sconfitti. • La rivalità tra Antonio e Ottaviano si fece risentire: a Lepido toccò il controllo dell'Africa mentre i due si si spartirono le provincie. Antonio ricevette le provincie orientali mentre Ottaviano quelle occidentali. La suddivisione del potere scatenò il conflitto definitivo delle guerre civili e la fine della repubblica. • Antonio incontrò Cleopatra con cui si legòe nelle provincie condusse una politica autonoma. Egli voleva trasformare la res publica in una monarchia di tipo ellenistico → minò alla fedeltà dei suoi collaboratori e lo scontento dilagò a roma. Ottaviano ebbe così l'occasione di presentare Antonio come una minaccia per l'unità di Roma. Infatti Ottaviano seguì una politica opposta: rispettava le tradizioni e la res publica e aveva uno stile di vita morale. Inoltre, amministrò bene l'Italia e le provincie occidentali. Si circondò di validi collaboratori, come Agrippa e contrasse numerose alleanze. • Nel 36 a.C Ottaviano , nella battaglia navale di Nauloco, eliminò Sesto Pompeo e fece decadere Lepido da triumviro acquistando potere sull'Africa (prima di competenza di Lepido). • Mentre la situazione di Antonio peggiorava sempre di più, quella di Ottaviano migliorava. Nessuno dei due pensava ancora alla repubblica ma Ottaviano riusciva ancora a nascondersi dietro una parvenza di legalità. • Ottaviano dichiarò guerra all'Egitto in una sorta di guerra preventiva a cui Antonio aveva porso il fianco. • Il 2 settembre del 31 ac ad Azio ci sarà lo scontro navale tra Marco Antonio e Ottaviano → l'abbandono della battaglia da parte di Cleopatra indusse Antonio a seguirla. I due si rifugiarono ad alessandria dove contavano sull'appoggio dei re vassalli orientali. Ma essi passarono dalla parte di Ottaviano e i due l'anno successivo si tolsero la vita. • L'egitto entrò in possesso dei ormani e Ottaviano era il padrone dell'impero- • la res publica dei patres conscripti era finita → iniziava il principato (27 a.C.-285 d.C.) LA CULTURA DELLA CRISI • In tutta Italia stava avendo luogo un' unificazione culturale → con la nascita delle colonie ormai tutta la penisola stava iniziando a parlare latino. • La scrittura ricevette una diffusione sempre maggiore e assunse un ruolo politico e sociale. • Il modello culturale da emulare era quello greco. • Si forma a Roma una cultura giuridica, con la sistematizzazione del diritto. • Il teatro era molto apprezzato. • Costruzione di acquesotti, terme e anfiteatri. • L'arte ebbe uno sviluppo importante, paralleloa quello dell'arte ellenistica. • Per quanto riguarda l'architettura, comparvero lussuose residenze e in generale le città romane iniziarono a forgiarsi di ornamenti. • La filosofia era sostanzialmente quella greca → lo stoicismo fù la vera filosofia della nobilitas. • La religione romana restava quella tradizionale e i riti antichi furono mantenuti benchè le immagini delle divinità erano ormai di tipo greco → la religione tradizionale era basata su forme contrattuali vuote e perdeva terreno in favore della crescita delle superstizioni. • Furono proprio i comandanti e i dittatori che si succedettero in questi anni travagliati a lasciarsi ammaliare dai culti orientali → erano culti orgiastici. L'evoluzione religiosa era connessa coi cambiamenti sociali, ad esempio in quel momento era nomale adorare il proprio comandante. • La corruzione politica era la norma. • Diminuzione della pietas, liberalizzazione divorzio ed emancipazione delle donne. Tra padroni e schiavi si delineava un rapporto più umano.
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