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Riassunto completo e dettagliato per esame di letteratura per l'infanzia., Sintesi del corso di Letteratura

Riassunto preciso e completo dei seguenti libri, per lo svolgimento dell'esame di letteratura per l'infanzia: - Letteratura per l'infanzia, Barsotti, Cantatore; - Caldecott&Co, Sendak. - Come si uccidono le anime, Radice. - Piccolo blu e piccolo giallo, Lionni (albo illustrato); - Rosa bianca, Innocenti (albo illustrato); - Nel paese dei mostri selvaggi, Sendak (albo illustrato); - Mary Poppins, P.L Travers (romanzo a scelta, edizione Rizzoli).

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 18/01/2023

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Ludovica_270 🇮🇹

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Scarica Riassunto completo e dettagliato per esame di letteratura per l'infanzia. e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! LETTERATURA PER L’INFANZIA L’IMPORTANZA DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA A partire da Rousseau, l’infanzia è stata il centro di un’importantissima rivoluzione pedagogica, che ha visto fissare il suo fulcro nell’importanza dell’infanzia, a cui assegnare un ruolo attivo nella società, in quanto tappa fondamentale per lo sviluppo dei futuri cittadini. D’altronde, proprio, Rousseau, nel suo Emilio, definiva l’infanzia come una condizione della vita sconosciuta e incompresa dagli adulti. Importante, quindi, per la costruzione dell’identità del piccolo e futuro cittadino è la letteratura, grazie alla quale è possibile costruire un percorso educativo qualitativamente elevato, garantendo lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino in età evolutiva. La letteratura, del resto, è il luogo d’eccellenza in cui avviane l’ascolto e l’incontro con l’altro. Anch’essa, però, così come l’infanzia stessa, inizialmente furono invisibili. Infatti, bisognerà attendere circa gli anni 80 dello scorso secolo affinché essa inizierà ad acquisire la giusta importanza. In questi anni, del resto, numerosi studi di linguistica, psicologia cognitiva e di pedagogia hanno dimostrato quanto l’uso precoce dei libri sia fondamentale per l’acquisizione del linguaggio e per lo sviluppo della cosiddetta visual literacy, cioè la capacità di decodifica dei codici comunicativi e visivi, leggendo ed interpretando criticamente il testo. Sicuramente la prima forma di narrazione utilizzata in tal senso è stata la fiaba, che viaggia nello spazio e nel tempo e, grazie ai suoi numerosi linguaggi, assume varie sfaccettature di significati. Accanto alla fiaba, molto utilizzati sono anche i nonsense (con una dimensione magica, quasi immobile), le filastrocche e gli albi illustrati (talvolta in rima, in quanto essa e la sua musicalità stimolano l’apprendimento e la curiosità), accompagnati da immagini, che affiancano le parole (dunque interdipendenti), per rendere più chiara la trasmissione del messaggio e del significato. È importante, però, che queste immagini siano chiare e facili da riconoscere dal bambino. LA VISUAL LITERACY E L’IMPORTANZA DELL’ILLUSTRAZIONE Nella letteratura è sicuramente essenziale il ruolo svolto dalla parola, che, già a partire dal ‘600, ha evidenziato la sua forza dominatrice, come importante mediatore educativo. Infatti, sebbene anche l’immagine abbia una straordinaria valenza in ambito comunicativo, è grazie alla parola che è possibile raggiungere gradi di comprensione maggiore (ad esempio, proprio spiegando l’immagine rappresentata, che, dunque, assume più significato e porta ad una maggiore comprensione). Verso la fine dello scorso secolo, lo studioso Mitchell ha tentato di riportare sullo stesso piano il ruolo dell’immagine e quello della parola, per secoli superiore. Del resto, continuare a ribadire la superiorità della parola rispetto all’immagine vorrebbe dire essere scollati da una società, sempre più intrisa di immagini, anche grazie al mondo digitale: i giovani d’oggi, infatti, sono costantemente circondati da immagini, imparando a distinguere gli oggetti rappresentati, prima ancora di imparare a nominarli. Questa alfabetizzazione visiva, quindi, prima ancora che verbale, sottolinea come nel mondo moderno la ricezione delle informazioni sia affidato perlopiù alle immagini, non alle parole. Tutto questo si è riversato molto negli albi illustrati, in cui testo e immagini sono un tutt’uno, inscindibili tra loro. È grazie a questa impossibilità di scindere tra i due che gli albi consentono di coltivare competenze di visual literacy, in cui l’alfabetizzazione visiva è importante quanto quella letteraria. Grazie a questo, quindi, è andata dilagando sempre più l’importanza dell’illustrazione, del libro in quanto oggetto narrativo verbale e visivo. Senz’altro, poi, l’illustrazione si è riversata anche nell’ambito della divulgazione, ad esempio scientifica, consentendo una più chiara ed immediata trasmissione di messaggi e significati, talvolta difficili da interpretare solo a parole. Le illustrazioni, quindi, vivono al fianco delle parole, in piena armonia. Un importantissimo esponente dell’illustrazione nella letteratura dell’infanzia è sicuramente Shaun Tan, che adopera, anche all’interno di un unico racconto, una moltitudine diversa di tecniche (come la matita di grafite, la tempera, i colori ad olio o i pastelli), come avviene nell’opera “Piccole storie di periferia”, composta da 15 racconti, ognuno dei quali con una differente tecnica illustrativa (diverse stilizzazioni), che risponde poi anche ad una differenze intenzione espressiva e comunicativa. Molto utilizzata in questo senso è anche la tecnica del collage, ad esempio da Beatrice Alemagna nella sua “Che cos’è un bambino”, in cui assembla materiali diversi, di varie dimensioni e con tecniche diverse (matite colorate, acquerelli, pastelli…) per creare un effetto di forte contrasto. suscitare la curiosità del giovane lettore, divertendolo e facendogli arricchire il suo linguaggio. Rifiuta, così, la poesia dell’infanzia, come un genere separato da tutto il resto della letteratura e la centra su temi universali, come la pace, la solidarietà e l’uguaglianza. • Nel nuovo millennio la letteratura per l’infanzia è stata anche investita da un sempre maggior impegno nel renderla più contemporanea e vicina, per tematiche e linguaggi, ai bambini e adolescenti della nuova generazione. Questo adattamento dei marcatori affettivi (cioè gli scopi e gli effetti delle azioni della storia) consentiranno un maggior coinvolgimento emotivo da parte del lettore. Una figura di rilievo della contemporaneità è sicuramente Chiara Carminati, autrice di una letteratura per l’infanzia, contenuta ad esempio nella sua opera “Sassolini”, che tenta di coinvolgere e affinare tutti i sensi, rendendosi promotrice di una letteratura sinonimo di esperienza. Vista la capacità editoriale di stare al passo con i tempi, questo ha portato alla nascita di una categorizzazione importante al suo interno: la letteratura Young Adults, dedicata al pubblico giovanile. IL RAPPORTO TRIADICO TRA LETTERATURA, MUSICA E INFANZIA Soprattutto nello scorso secolo, ha iniziato a prendere sempre più piede la visione di una letteratura strettamente connessa alla musica, riscontrabile, ad esempio, nell’opera “Music and Literature”, di Calvin Smith Brown. Questa forte connessione, che viene a crearsi tra letteratura e musica (interdipendenti e influenzabili tra loro), si lega, a sua volta, alla visione dell’infanzia. Importante, in tal senso, fu, ad esempio, Schuman e il suo “Poema sinfonico”, in cui evidenzia come la narrazione possa procedere anche secondo forme comunicative extra-letterarie, come può essere, appunto, la musica. Del resto, numerosi studi hanno evidenziato come l’udito si inizi a formare già in età gestazionale, in cui il bambino, grazie alla voce materna, inizierà a collegarsi e a relazionarsi con ciò che lo circonda e lo aspetta. Una volta nato, poi, il bambino sarà in grado di memorizzare, con una elevata velocità, vecchie e nuove melodie, discriminandole tra loro (soprattutto dai 6 mesi in poi). La musica, quindi, consente di ricreare una situazione narrativa, tanto quanto la lettura di un testo. Un altro importantissimo esempio di come la musica possa accompagnare il racconto, tanto quanto le parole del suo testo, è rappresentato dal romanzo “Alice nel paese delle meraviglie”, di Lewis Carroll: la storia, infatti, è ricca di suoni, versi, canti e danze, che accompagnano lo svolgimento del racconto e spesso ne rendono più immediata la comprensione e la trasmissione. L’ALBO ILLUSTRATO Prima che l’albo illustrato assumesse l’importanza che ha oggi, con raccolte ben definite, i bambini dell’Ottocento, nutrivano la loro fame di lettura con fogli sparsi, che venivano portate dai venditori nelle piazze. A partire dalla seconda metà del ‘900, però, l’albo iniziò ad essere un vero e proprio genere, caratterizzato da rapidità di trasmissione, grazie al rapporto speciale fra immagini e parole, anche se negli ultimi anni si sono sviluppati parecchi albi, detti silent book, che tentano di educare alla sola grammatica visiva, quindi al riconoscimento e alla decodifica delle immagini, senza l’uso di parole. Per il suo essere, quindi, molto coinciso (testo breve e numerose immagini) e nel caso dei silent book, addirittura solo grafico, l’albi illustrato è stato sempre caratterizzato da una sua grande circolazione anche a livello internazionale, creando un ponte tra l’adulto e il bambino. Quando poi l’albi è bilingue il ponte che si viene a creare è a bidirezionale: non solo di mediatore tra adulto e bambino ma anche tra lingue e culture. Possiamo quindi sottolineare come l’albi illustrato sia fondamentale per l’editoria per l’infanzia, grazie alla sua capacità di affermare e rappresentare il rapporto tra bambino e ambiente, e di tutte le sue relazioni in esso (non solo di amicizia o di affetto, ma anche con se stesso: stupore, meraviglia, scoperta…). Un tipo importante di albi illustrato di recente diffusione è il non-fiction, con una connotazione scientifica, ma concepiti per realizzare, prima di tutto, un’esperienza sensoriale, coinvolgendo i sensi attraverso illustrazioni importanti e coinvolgenti, lasciando, così, anche un margine per la propria interpretazione personale e percettiva. Questo tipo di albi, quindi, descrivono accuratamente il mondo e i suoi aspetti, lasciando però, al contempo, la libertà di guardarlo e immaginarlo soggettivamente, grazie all’esperienza dei propri sensi. IL FUMETTO E IL GRAPHIC NOVEL Molto importante nell’editoria per l’infanzia è anche il fumetto e, soprattutto, una sua branca: il graphic novel, che, quindi, rappresenta una forma, relativamente recente, del fumetto. Il fumetto e il graphic novel si sono sempre più integrati alle varie forme editoriali: vengono prodotti e distribuiti dalle librerie (e non più solo dalle fumetterie) e sono spesso autoconclusivi, anche se possono esistere narrazioni a più volumi. In Italia, fino alla metà dello scorso secolo, il fumetto veniva visto come un genere esclusivamente e prettamente infantile, nonostante vari tentativi, falliti, di generalizzarlo all’intero pubblico editoriale. Affinché ciò avverrà bisognerà attendere i primi anni del nuovo millennio, in cui è iniziata una massiccia produzione, che in termini qualitativi e quantitativi, abbraccia tutti. LA FIABA La fiaba è, senz’altro, uno dei generi più diffusi nell’editoria della letteratura per l’infanzia, passando dall’essere un genere prettamente orale a forme di scritture, che hanno portato persino le più antiche ai giorni nostri, rappresentando, così, anche varie forme di civiltà, realizzando anche paragoni e comparazioni (grazie alla loro struttura in parte iniziale, centrale e finale). La fiaba, inoltre, ha una forte matrice filosofica, cercando di rispondere, anche grazie all’uso di metafore, alle grandi domande dell’esistenza, che, persino i bambini, a modo loro, si pongono (come la morte, il dolore o la violenza). Inoltre, essa è stata oggetto di un processo di trasposizione cinematografica non indifferente: sono molteplici, infatti, le fiabe che sono state riadattate per il cinema, talvolta modificandole e reinterpretandole, ma consentendo, così, una loro diffusione sempre più vasta. Pragmatico, ad esempio, è il caso della trasposizione cinematografica “Biancaneve e il cacciatore”, che riprende la favola di Biancaneve in un mondo tutto al femminile, tra protagonista e antagonista. Biancaneve si ritroverà quindi ad assumere i connotati di un personaggio forte, solitamente riservato al mondo maschile. I personaggi, quindi, tendono ad essere sempre più verosimili (non icone fiabesche), con i quali il lettore può immedesimarsi. Sicuramente, uno degli elementi costitutivi della fiaba è il processo del viaggio, inteso come un percorso letterale e metaforico, in cui si pone il protagonista, al termine del quale ne uscirà cambiato, maturato e realizzato, segnando un passaggio all’età adulta. Il viaggio, quindi, consentirà al protagonista di passare da una situazione insoddisfacente ad una più realizzata, di equilibrio e crescita. Questo è ciò che avviene nel romanzo di Gaiman, “Coraline”, in cui la protagonista, in conflittualità con una famiglia poco presente, si metterà in viaggio, nell’Altrove, per LE RIVISTE : DI DIVULGAZIONE E SCIENTIFICHE A partire dagli anni 50 dello scorso secolo, ad opere di alcune biblioteche per ragazzi, sono nati i primi periodici volti ad un percorso di alfabetizzazione culturale e civica dell’infanzia, come, ad esempio, il Minuzzolo o Le Pagine Giovani. Questo tipo di riviste, di divulgazione, si distinguono da quelle scientifiche, come La Rivista di storia dell’educazione o le Ricerche di pedagogia e didattica, aventi l’obiettivo di ripercorrere la storia della pedagogia, per mostrarne il cambiamento nel corso del tempo e l’evoluzione dei vari modelli educativi, avvalendosi anche di contributi derivanti dalla storia dell’educazione o dalla letteratura per l’infanzia, ponendosi anche come strumento di aggiornamento per molti professionisti del settore. Lo scopo di queste riviste, così come della letteratura in genere, è quello di sviluppare in chi legge un forte spirito critico e affinché ciò avvenga, quindi, è importante che il bambino possa contare su produzioni appositamente pensate e realizzate per la sua fascia d’età, assecondando il livello di astrazione del suo pensiero, in quel determinato momento. In questo senso, sia il bambino che l’adulto sono protagonisti attivi: il bambino di un progetto educativo che è alimentato da un processo letterario ben pensato e strutturato e l’adulto è responsabile proprio di questo processo letterario, per garantire il dialogo e lo sviluppo con e del bambino ed alimentare il lui spirito critico, su cui si baserà la sua passione per la lettura e la letteratura. L’IMPORTANZA DELL’ILLUSTRAZIONE: ALCUNI ESEMPI IMPORTANTI Oltre ai già citati Shaun e Caldecott potremmo citare una moltitudine di altri illustrati, che si sono contraddistinti nell’editoria per l’infanzia. • Un importante illustratore è il danese Hans Andersen, scrittore di successo di molte storie per bambini e non solo: le sue fiabe, rivolte a tutti, così da generalizzare pensieri e sentimenti, ne sono una prova. Da un punto di vista illustrativo Andersen ha la straordinaria capacità di dar vita a qualsiasi oggetto, o persona, egli descriva, così da immedesimarsi con esso. Nelle sue opere più popolari, come “La Sirenetta”, o “La piccola fiammiferaia”, riflette proprio il cuore del suo modo di operare: la convivenza tra la saggezza di un uomo adulto, e l’ingenuità di un giovane fanciullo. • George MacDonald è una delle figure più illustri della letteratura vittoriana, per la quale ha realizzato opere, come “La principessa e i Goblin”, i cui personaggi, i cui ambienti e le cui immagini sono assolutamente generalizzabili e rivolte a chiunque possa rispecchiarvisi. MacDonald ha, quindi, la capacità di esaminare le proprie emozioni, rievocare i sogni e applicarli all’esperienza emotiva immaginativa. • Anche Meggendorfer fu un grande maestro dell’animazione, con disegni che sembrano essere davvero reali, in movimento ed estremamente convincenti in ogni loro minimo dettaglio, attentamente pensato. • Un’altra importante illustratrice è Beatrix Potter. Ella si è sempre schierata, come dimostrano alcune sue opere, tra cui “Peter Coniglio”, su una linea illustrativa, che tenta di osservare e registrare in maniera accurata la realtà circostante, ponendo, quindi, per così dire, in linea antitetica al non-sense. Scrisse anche un diario sulla sua gioventù, caratterizzato dal difficile rapporto con la famiglia. È proprio da questo diario, dagli eventi e dalle persone descritte con accurata memoria, che ella trarrà spunto per i suoi disegni e i suoi personaggi, che si rifanno a persone reali della sua vita. In “Peter Coniglio”, infatti, ella sintetizza elementi reali e fantastici: Peter, d’altronde, è sia un bambino affettuoso, che sta in piedi e cammina (cosa che un coniglio non fa) sia un coniglietto che saltella da una siepe all’altra (cosa che un bambino non saprebbe fare così). • Winsor MacCay è autore del “Little Nemo”, che, come tutte le altre opere dell’autore, è centrato sul tema del rifugio dalla realtà, in un posto lontano, nel quale Nemo, nello specifico, si rifugia, grazie ai suoi sogni, abitati da personaggi strani, che, talvolta, gli incutono timore (al contrario di ciò che accade ad Alice nel paese delle meraviglie, che, seppur folli, li affronta con coraggio). MacCay riprende, quindi, quei sogni infantili, che tutti abbiamo fatto, descrivendoli con maestria. • Un altro grande esempio è Maxfield, tra gli artisti più popolari in America nel primo dopoguerra ed autore non solo di molti libri per l’infanzia, ma anche di molte illustrazioni, come nel “Fante di cuore” di Saunders. • Se parliamo di illustrazione per l’infanzia una menzione particolare la merita Walt Disney, fondatore di un vero e proprio impero. Una sua creazione è Topolino, che, però, nel corso del tempo è andato mutando: ai suoi esordi, in bianco e nero, era un personaggio minuto, dalla fisionomia semplice; col passaggio alla televisione a colori, invece, ha assunto proporzioni più bizzarre e buffe. Walt Disney si è reso anche protagonista di molte riscritture di grandi classici (talvolta criticato per non esserci sempre pienamente riuscito), come il Pinocchio di Collodi: nel 1940 venne ripresa la sua storia, che riflette, però, complice anche il periodo (in piena guerra), i caratteri cupi della storia, rielaborandoli. Secondo quanto emerge dall’originale di Collodi, i bambini sono cattivi e il mondo spietato; il Pinocchio Disney, invece, è amabile e amato, nonché molto ingenuo, pertanto, aiutato dal Grillo Parlante, non noioso come nel libro, ma autentico, un vero amico. Il desiderio di Pinocchio di diventare un bambino reale sarà l’elemento di connessione tra il libro e il film ma assumerà connotazioni differenti: nel libro tale desiderio è legato alla sua volontà di diventare buono, nel film, invece, a quella di crescere. Alla fine, grazie alla Fata Turchina Pinocchio, dopo aver dato la sua vita in cambio di quella del padre e creatore Geppetto, tornerà in vita, e diventerà un bambino vero. Il Pinocchio di Disney è, quindi, un’opera estremamente complessa, la cui realizzazione ha impiegato più di due anni e circa cinquecento mila disegni e schizzi, ma la cui verosimiglianza alla realtà, da un punto di vista emotivo, la rende, ancora oggi, un grande capolavoro. • Una menzione meritano anche i libri illustrati di Edward Ardizzone, tra cui “Little Tim and the brave sea captain”, in cui racconta storie d’avventura divertenti e allo stesso tempo toccanti, aggiungendo tocchi del suo pungente umorismo. • Importante è anche William Allingham, le cui illustrazioni sono caratterizzate da tratti e colori molti fitti, che descrivono dettagli minuziosi, senza, comunque, andare ad appesantire la lettura. • Un altro illustratore importante è Maurice Sendak, che ha iniziato la sua attività di illustratore nell’America della seconda metà del ‘900, pubblicando più di settanta libri, tra cui, ad esempio, “Nel paese dei mostri selvaggi”, che accompagna alla musica, riprendendo il suo maestro, Caldecott. La musica, quindi, gli consente di realizzare una struttura ben ritmata e di dar vita a delle immagini strettamente legate al testo, senza il quale, quindi, apparirebbero come insensate. In tale opera, nello specifico, egli riprende anche molti episodi autobiografici (come la sua “paura” per l’aspirapolvere, grande e rumoroso, che la madre spesso adoperava). Gli stili che accompagnano le sue opere e le sue illustrazioni sono molteplici, poiché egli sostiene che la monotonia stilistica porti ad opere banali. lavoro con superficialità, quasi per inerzia, lontani, quindi, dall’attenzione culturale, che bisognerebbe rivolgere al presente. Il tentativo di combattere questa condizione, che definisce essere una malattia cronica dei sistemi educativi, lo porta ad elaborare il concetto di critica didattica. Lavorò attivamente anche nell’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia, partecipando ad attività pubblicistiche ed editoriali, da lui stesso promosse, per la lotta contro l’analfabetismo, così da garantire l’accesso all’istruzione anche ai ceti più svantaggiati. Scrisse moltissime opere contenenti il suo pensiero, come “Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale” e “Come si uccidono le anime”, quest’ultima, in particolare, scritta in un periodo storico e culturale molto complesso, quello dello scoppio (e la conseguente incertezza dell’Italia) della prima guerra mondiale. In tale opera contiene quello è che, senz’altro, uno degli aspetti cardini del suo pensiero: il tentativo di volgere ogni azione educativa e didattica verso un sempre più progressivo miglioramento di sé. Affinché ciò accada, però, l’insegnante deve poter effettuare su di sé un attento esame di coscienza, col quale indagare tutto ciò che occorre evitare nell’azione educativa, come, ad esempio: - L’immobilismo dogmatico; - La rigidità del metodo; - La chiusura mentale e culturale; - La distribuzione precettistica e manualistica della conoscenza, rilegata, quindi, in maniera statica ai libri di testo. Tutto questo sarà facilitato da un excursus storico, grazie al quale indagare nel passato le radici dei mali presenti. Lombardo Radice, quindi, si immedesima in prima persona, nei panni del suo maestro ideale, attuando un esame di coscienza, in grado di mostrare il suo forte tormento interiore. Il maestro, quindi, non deve seguire rigidi schemi prestabiliti, ma deve assecondare la creatività e la curiosità di ogni alunno (affiatamento con ognuno di loro), così da garantire il raggiungimento di obiettivi realmente formativi. Il rischio, altrimenti, è quello di portare a ciò che Radice definisce “uccisione delle anime”, manipolandole e svilendole (portando l’esempio dei Gesuiti, che si comportano così). Definisce, del resto, un vero e proprio delitto scolastico non ascoltare e assecondare le curiosità di ogni alunno ed essere educativamente pigri di fronte ad esse. Quel che conta, del resto, non è un programma da impartire ai bambini, ma un’ anima, che loro possano seguire, cioè quella del maestro. In tal senso, sostiene l’importanza della lettura, in grado di stimolare questa curiosità che il bambino ha per sua natura, ad emergere e si schiera, pertanto, contro, tutte quelle letture obbligate e imposte, che il bambino non riesce a rielaborare come proprie, lasciando dunque, ogni eventuale risultato del tutto fine a se stesso e assolutamente non produttivo e formativo. La voglia di imparare è, quindi, fondamentale: senza di essa l’uomo non si muoverebbe più e si illuderebbe che ciò di cui egli è convinto sia la sola e unica verità. È da essa, infatti, che scaturisce la sua voglia di migliorarsi. Del resto, l’uomo è fatto dal suo passato, che deve essere superato per creare presente e futuro. La scuola, dunque, è una rivoluzione in cammino, che nasce dall’esigenza morale di sviluppare un senso di rispetto dell’uomo, in ogni uomo, facendo coincidere l’amore di sé, con l’amore di tutti e del tutto. UN PILASTRO DELL’INFANZIA: LA MARY POPPINS DI P.L. TRAVERS Uno dei grandi pilastri dell’editoria infantile, che ha attraversato e accompagnato generazioni e generazioni, è, sicuramente, il romanzo “Mary Poppins”, scritto dall’autrice P.L Travers nel 1934. Nello specifico, questo romanzo è di forte richiamo autobiografico: Mary Poppins, infatti, richiama la figura della zia, sorella della madre, venuta in aiuto alla sua famiglia dopo la morte del padre. Racconta la storia di una tata, Mary Poppins, che giunge in una famiglia inglese, i Banks, fino a quando il vento non cambierà, per educarne i figli, che, scapestrati, fanno fuggire e licenziare ogni tata, che abbia a che fare con loro. La tata si presenterà severa e molto attenta alle norme di comportamento, che impartirà ai bambini, con l’immaginazione: Mary Poppins, del resto, farà vivere loro numerose avventure al limite del reale, ad esempio, viaggiando introno al mondo, grazie ad una bussola d’oro, oppure incontrando una stella della costellazione del sagittario mentre compra dei regali di Natale per le altre stelle. I bambini apprenderanno così che ogni faccenda può diventare un’avventura magica. Tuttavia, ella è sempre pronta a negare questa sua eccentricità ed anche i bambini impareranno a non smentirla. Malgrado, quindi, appaia severa e quasi anaffettiva, in realtà, sarà molto attenta ai suoi bambini, consapevole delle risorse, che ognuno di loro ha. Alla conclusione del romanzo, Mary Poppins, col suo ombrello e la sua borsa magica, estremamente capiente, volerà nuovamente verso il cielo. Non saluterà i bambini ma lascerà ad ognuno di loro lo splendido ricordo delle avventure vissute insieme. Tale opera è accompagnata da molte illustrazioni, che nell’edizione edita da Rizzoli, sono affidate a Julia Sardà, che rielabora quelle originali di Mary Shepard, dinamicizzandole: ogni scena rappresentata, infatti, possiede dettagli ricchi e colori brillanti, trasmettendo una forte sensazione di movimento. Molte illustrazioni possiedono, infatti, contorni più stondati e curvi, che alludono proprio ad una sensazione di movimento, quasi di danza (ad esempio, la scena in cui ballano con l’orso, il coccodrillo ed altri animali sotto la luna) e di divertimento (come quando, al momento del tè, la sala inizia a rigirarsi e le espressioni dei personaggi, in movimento, ad esempio, cadendo dalla sedia, sono molto divertite). Non tutte le scene del romanzo sono accompagnate da illustrazioni, che, comunque, cercano di essere presenti un po’ in tutta l’opera: alcuni momenti, infatti, sono rappresentati soltanto da degli oggetti citati e significativi (come la valigia al lato di pagina 27 o il pittore che dipinge e che Mary Poppins incontra a pag 26). Anche la copertina, del resto, trasmette questo gran movimento e divertimento, che troveremo poi all’interno, con Mary Poppins che, con il suo magico ombrello, vola nel cielo, in mezzo a stormi di uccelli colorati, che svolazzano. Anche tale opera, così come molti grandi classici editoriali, è stata rielaborata cinematograficamente da Walt Disney, che, seppur parzialmente modificandola, rendendo la tata un po’ meno scontrosa, seppur sempre severa, ne ha realizzato un capolavoro, in grado di rafforzare la memoria del libro nel cuore della gente.
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