Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Marx e la funzione storica della borghesia: lotta di classe e produzione, Appunti di Filosofia

Storia Economica ModernaFilosofia politica di MarxSociologia della classe sociale

La teoria di Marx sulla borghesia come classe dinamica che ha trasformato strumenti di produzione e rapporti sociali, portando alla fine del regime aristocratico. Marx vede la storia come lotta di classe, con la società civile e lo Stato come strutture distinte. Ogni periodo storico ha avuto un modo specifico di produzione, costituito da forze produttive e rapporti di produzione. Secondo Marx, lo Stato è solo un apparato di potere che mantiene i rapporti di produzione esistenti. La borghesia ha acquisito potere economico e ha incentivato lo sviluppo delle forze produttive, portando all'emergere di una nuova classe sociale. Il capitalismo ha portato a contraddizioni tra forze produttive e rapporti di produzione, che si risolveranno attraverso eventi rivoluzionari.

Cosa imparerai

  • Come Marx descrive la relazione tra società civile e Stato?
  • Che cosa significa per Marx la borghesia?
  • Come Marx descrive il ruolo dello Stato nel mantenere i rapporti di produzione esistenti?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 19/01/2022

evacelestini
evacelestini 🇮🇹

4.3

(19)

22 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Marx e la funzione storica della borghesia: lotta di classe e produzione e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Karl Marx. Karl Marx propose un progetto politico tentando di superare una filosofia puramente teorica con la filosofia della prassi. E’ difficile però distinguere ciò che è stato realmente sostenuto da Marx e quanto invece appartiene ai movimenti politici a lui ispirati. Sicuramente sappiamo che il suo pensiero prende avvio dalla critica all’hegelismo come filosofia di una forma di governo (lo Stato liberale moderno) che formalmente garantisce il rispetto delle libertà individuali ma di fatto impedisce la vera realizzazione di ogni individuo, infatti l'intento di Marx, come dice l’amico Engels, è “cambiare quel mondo che gli intellettuali si erano fin ora limitati ad interpretare”, permettere agli esseri umani di emanciparsi tramite azione rivoluzionaria, conquistando la propria libertà. La vita e le opere. Karl Marx nasce nel 1818 in Renania, uno stato allora prussiano, da padre ebreo avvocato, ammiratore dell'Illuminismo e politicamente liberal moderato. Inizia a studiare giurisprudenza ma passerà subito alla filosofia e frequenterà i circoli dei giovani hegeliani e nel momento in cui si trasferisce a Parigi si avvicina al comunismo, conosce meglio le condizioni del proletariato cittadino, la Rivoluzione francese e le teorie di Adam Smith, conoscenze che confluiranno nei Manoscritti economico-filosofici (1844). Inoltre entra in contatto con esponenti del socialismo francese come Blanc, Proudhon e Bakunin, e per ultimo ma non per importanza Engels, fedele amico benestante che lo sosterrà finanziariamente nel corso della vita con cui scrive il Manifesto del partito comunista. A Londra Marx approfondisce l’economia politica studiando alla biblioteca del British Museum e nel 1864 entra a far parte della Prima Internazionale, cui scopo era coordinare a livello internazionale vari partiti di sinistra come socialisti, comunisti, mazziniani, anarchici, infatti proprio per una divergenza tra Marx e l’anarchico Bakunin l’Internazionale si scioglierà. Intanto Marx pubblica il primo volume dei tre de Il Capitale. Critica dell’economia politica, la sua opera più importante, cui ultimi due volumi verranno terminati da Engels a causa della morte di Marx. Manifesto del partito comunista. Nella Londra del 1848, Marx ed Engles scrivono il Manifesto del partito comunista sotto richiesta della Lega dei comunisti che voleva un documento programmatico per definire i contorni del comunismo, fino ad allora vago, definito dagli autori stessi “uno spettro che si agira per l’Europa”, ponendo l’accento sulla necessità storica della auto-emancipazione del proletariato. Qui espone tre concetti: la funzione storica della borghesia, il concetto di storia come lotta di classe e la critica a famosi socialismi non scientifici, contrapposti quindi al suo che si basa sull’analisi scientifica dei meccanismi capitalistici. Per analizzare la funzione storica della borghesia bisogna sapere che secondo Marx è una classe dinamica, che ha rivoluzionato strumenti di produzione e rapporti sociali portando alla fine del regime aristocratico, cercando sempre di migliorarsi e stare al passo con lo sviluppo economico, al contrario dell'aristocrazia che è statica e vive di rendita. Il capitalista ha bisogno di forze di produzione proletarie che però si rivolteranno ai capitalisti a causa della scarsa distribuzione sociale della ricchezza, questo porterà a lotte di classe superando il capitalismo e le riforme istituzionali. Marx vede la storia come lotta di classe, la divide in epoca antica, feudale e borghese e tutte le società sono andate da un modello meno ad uno più compiuto, non eliminando le disparità tra classi bensì affermando nuove idee con nuove forme di oppressione. Marx muove inoltre critica a vari tipi di socialismi non scientifici: -reazionario, in quanto vuole riportare la società al periodo precedente della borghesia, cosa impossibile da realizzare -conservatore, non vuole abolire il capitalismo bensì modificare i suoi aspetti negativi, improbabile in quanto lo sfruttamento del lavoratore è una caratteristica insita alla sua natura -utopico, ossia il primo tipo di socialismo a nascere, ambisce ad arrivare a una società socialista tramite riforme, cosa da cui Marx diffida vedendo la rivoluzione come necessaria per capovolgere il rapporto tra proletari e capitalisti, e inoltre gli utopici vedono come soggetto i contadini. Il problema dell’emancipazione umana. Critica al giustificazionismo di Hegel. Secondo Feuerbach, l’errore principale di Hegel era porre a fondamento della realtà il pensiero, l'Idea, e considerare i fenomeni come sue manifestazioni, ad esempio le istituzioni umane, teoria agli antipodi della tradizione contrattualistica moderna che vede gli uomini come creatori dello Stato, Hegel invece credeva fosse l'Idea ad oggettivarsi nelle singole volontà e a guidare le azioni di noi umani, dando vita ai diversi Stati. E' per questo che Hegel riteneva che nello Stato si realizzasse la massima libertà possibile ed era la più compiuta delle forme di eticità, ne deriva il giustificazionismo per il quale qualunque cosa derivasse dall’Idea fosse necessaria e ulteriore conseguenza era un atteggiamento politico conservatore che non mette in discussione l'ordinamento vigente perché imprescindibile, posizione molto criticata da Marx. Critica allo Stato liberale moderno. Oltre alle critiche di Marx muove ad Hegel, apprezza la distinzione tra società civile e Stato. Hegel individua nella società civile un’organizzazione sociale pre-statale in cui gli individui si associano per soddisfare i propri bisogni particolari, creando una rete di interdipendenza economica e lotte. Lo Stato, formazione sociale istituzionale che riflette gli interessi dei gruppi sociali che detengono il potere economico, dovrebbe garantire la coesistenza della società civile mediando i conflitti, come dice Hegel, cosa che Marx sconferma dicendo che le istituzioni andranno a consacrare questi conflitti. L'uguaglianza dei cittadini che la legge sancisce, è solo formale poiché nella società civile gli individui vivono spesso in condizioni di subalternità rispetto agli altri. Emancipazione politica ed umana. Il filosofo Bauer asseriva che la discriminazione verso gli ebrei in Germania potesse finire attraverso la completa laicizzazione dello Stato, ma Marx osserva che lo stato liberale moderno proclama l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, indipendentemente da credo religioso o estrazione sociale, tuttavia sappiamo che ci saranno differenze anche tra una persona povera ed una ricca, ad esempio la seconda potrà permettersi avvocati migliori in un eventuale processo. Quindi l'emancipazione politica che proclama l'uguaglianza giuridica di tutti gli uomini non trova realizzazione sostanziale in quanto non comporta effettiva emancipazione umana, ossia condizioni concrete che permettano a tutti di essere uguali davanti alla legge, non solo formalmente. La concezione di religione. Marx condivideva le tesi di Feuerbach secondo cui la religione deriva da un processo di alienazione delle caratteristiche umane che vengono proiettate su entità divine in realtà inesistenti, teoria che tuttavia trova incompleta perché non spiega il motivo per cui gli umani abbiano questa tendenza, che Marx individua nella condizione di sofferenza in cui l'umanità si trova a vivere. Non potendo l'uomo realizzarsi pienamente sulla terra trovando la felicità, tende a creare il “cielo” ossia un'altra dimensione in cui poter finalmente trovare soddisfazione ed essere felici. La religione viene da lui definita come l'oppio dei popoli in quanto aiuta gli uomini a sopportare la loro dolorosa condizione. Un’inversione di prospettiva. Feuerbach credeva che mostrando l'illusorietà della religione l'uomo si sarebbe liberato dal potere superiore a cui egli stesso si era asservito, mentre Marx credeva che la fede in Dio fosse alimentata dalla condizione di sfruttamento e infelicità dell'uomo che lo portava a sperare in un mondo ultraterreno migliore. La religione viene da Marx paragonata a dei fiori per abbellire le catene della schiavitù, ma per rimuovere le catene non basta togliere i fiori, ossia la religione, come sostenuto da Feuerbach, bisogna invece rimuovere le condizioni che portano allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, così svanirà anche il bisogno del divino, tramite emancipazione pratica. La concezione materialistica della storia. Oltre l’antropologia speculativa di Feuerbach- il materialismo storico. Nell'Ideologia tedesca scritta con Engels, Marx si distacca dalla sinistra hegeliana e critica non solo il sistema di Hegel bensì tutti gli “idealismi” in generale, dove invece che lo Spirito c’erano altre entità astratte. In generale la posizione marxiana viene riassunta con “Marx corregge Hegel con Feuerbach e Feuerbach con Hegel”, questo perché Feuerbach ha il merito di essere materialista, ovvero di aver posto al centro della sua riflessione l'essere umano concreto anziché l'idea astratta, mentre nell’Ideologia tedesca Marx descrive la filosofia di Hegel come una camera oscura dove il vero soggetto della storia ossia l'umanità, è trasformata in un mero attributo del pensiero, che invece diventa soggetto. D'altra parte la critica a Feuerbach è data dal suo essere a-storico, cioè non si accorge di come il mondo sensibile sia un prodotto storico di varie generazioni che hanno modificato l'ordinamento sociale in base ai loro bisogni, cosa che invece apprezza nell’atteggiamento storicistico di Hegel, per cui l’uomo deve esser considerato solo all’interno della sua determinata situazione storica, altrimenti sarebbe un’astrazione. L’errore di storiografia e ideologia. Marx critica la storiografia tradizionale in quanto ha sempre descritto la storia come risultato delle azioni di alcuni uomini politici importanti come imperatori e pontefici, ignorando la base reale della storia ossia gli uomini comuni. Marx ed Engels perciò ribaltano tutte le rappresentazioni ideologiche della storia in quanto false rappresentazioni della realtà, che andrebbe invece analizzata obiettivamente osservando gli eventi. E' per questa prospettiva che la parola “ideologia” corrisponde a qualcosa non supportato da indagine oggettiva ed empirica della realtà, opposta al concetto di scienza. L'organizzazione del lavoro come base materiali della storia. Marx vede la storia come il risultante della somma delle azioni compiute da milioni di persone comuni, che lottano per la sopravvivenza e devono saper creare da sé i mezzi per soddisfare i propri bisogni, nasce così il lavoro, proprietà distintiva degli esseri umani che li differenzia dagli animali permettendoci di andare oltre la mera sopravvivenza e producendo diverse forme di cultura. Ogni periodo storico ha avuto un modo di produzione caratteristico, costituito da: - forze produttive, cioè gli esseri umani che lavorano, mezzi di produzione impiegati e le competenze scientifiche tecnologiche che supportano la produzione - rapporti di produzione, ovvero le relazioni che si sono andati a stabilire a seguito di un certo modo di produzione, quindi dipendono dalle forze produttive Questi due elementi costituiscono la base materiale della società che si trova alla base della storia e secondo Marx non saranno le leggi a determinare l'organizzazione dei rapporti economici di una società, bensì i rapporti economici determineranno lo
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved