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Riassunto Cricco Di Teodoro, Sintesi del corso di Storia dell'arte contemporanea

Riassunto accurati capitoli 25, 26, 27 del manuale Cricco Di Teodoro

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 11/05/2019

TillGore
TillGore 🇮🇹

4.3

(11)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Cricco Di Teodoro e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! CAPITOLO 25 Dalla sconfitta di Waterloo agli Stati nazionali Uscita di scena di Napoleone dopo sconfitta di Waterloo lascia Europa sollevata e sconvolta, Restaurazione imposta 1815 da Congresso di Vienna per ripristinare situazione antecedente, base di crisi politica. Borghesia preoccupata da ristabilirsi del predominio aristocratico, intellettuali progressisti intuivano impossibilità di ritorno al passato, protagonisti di movimento di opposizione liberale, agendo in clandestinità per abbattere monarchie assolute sostituendole con costituzionali. Industrializzazione soprattutto in Francia e Inghilterra, si consolida borghesia capitalista ricca e potente e proletariato povero. In tutta Europa ci furono moti di rivolta repressi dai vari governi, operai e contadini si organizzarono in sindacati proclamando primi scioperi, ci furono primi movimenti di ispirazione socialista. C’è compattazione nazionalistica, ci sono condizioni per formazione dei grandi Stati nazionali in cui ci si può riconoscere per tradizione di lingua, religione e cultura, anche in Italia attraverso guerre d’indipendenza, ci sarà unità 1861 grazie a conte di Cavour e Garibaldi. IL ROMANTICISMO È movimento politico, filosofico, artistico e culturale diffuso in Europa tra fine del Settecento e prima metà dell’Ottocento. È prodotto di società in grave crisi economica e sociale per problemi di industrializzazione e restaurazione. Sturm und Drang tra 1770 e 1780 apre strada al Romanticismo, concetto di popolo che Romanticismo esalta è connesso a idea di Nazione (individui legati da lingua, religione, cultura, tradizioni). C’è attenzione ai sentimenti, si prediligono individualità e fattori ambientali/culturali che le hanno formate. Nostro presente è intriso del nostro passato prossimo, insoddisfazione del presente spinge a cercare rifugio nel passato. Romanticismo è in contrapposizione a Neoclassicismo e cultura illuminista, quest’ultima faceva riferimento a passato ideale, Romanticismo al medioevo con suoi fermenti nazionalistici, da lì desiderio di conoscere e studiare proprie origini. Fede, sentimento e irrazionalità che Illuminismo aveva condannato riaffiorano, si predilige romanzo storico e poesia dei sentimenti soggettivi. Si riscoprono le favole e i componimenti dialettali. Ci sono soggetti nuovi legati a leggende ossianiche, natura personificata che suscita emozioni. Il naufragio della speranza by Friedrich: nave affondata tra i ghiacci, celebra grandiosità della natura. Si preferiscono ambientazioni fosche con riferimenti simbolici, magici e religiosi che coinvolgono emotivamente. Passione e turbamento sono motivazioni artistiche. C’è sentimento del sublime, teorizzato da Burke, sensazioni indescrivibili davanti a spettacoli naturali, è orrore dilettevole, legato a concetto di genio, che grazie a sua sensibilità artistica ci consente di accedere al sublime, geni si nasce e non si diventa, da qui inutilità della scuola, nella sua libertà morale e espressiva è simile a Dio nel momento della creazione, comportamento del genio può essere sempre giustificato. NEOCLASSICISMO E ROMANTICISMO Neoclassicismo e Romanticismo sono due fasi di stesso processo storico, Neoclassicismo vuole ritorno all’ordine, regolarità e disciplina ispirandosi a modelli classici, Romanticismo esalta fantasia, malinconia, ma in entrambi artisti hanno formazione simile: ricercano forme espressive in grado di far evadere da insoddisfazione del presente. Artista romantico si sente parte della natura e vi si immerge, neoclassico si sforza di rimanere estraneo e indagarla razionalmente per padroneggiarla. John Constable Nasce 1776 in Inghilterra, primi anni li trascorre in fattoria nella campagna inglese, che influenza sua pittura: cieli sconfinati, boschi e mulini. Si iscrive a Accademia Reale. Attratto da natura e paesaggio come teatro dell’agire umano, diventa soggetto artistico autonomo. Ha stile autonomo la cui libertà gli procurerà amarezze. Predilige schizzo immediato, studio dal vero, soggetti sono paesaggi dell’infanzia. A lui guarderanno Delacroix, Corot, Realisti francesi e Impressionisti. Studio di nuvole a cirro: tema del cielo, ideologia romantica gli attribuisce espressione degli stati d’animo della natura, che può essere madre o matrigna. Soggetto apparentemente banale può avere mille variazioni. È olio su carta del 1822, c’è tecnica nuova, colore steso con poche e veloci pennellate, senza ritocchi, per congelare irripetibilità dell’attimo. Opera realizzata dal vero, inaugurando tecnica en plein air. La cattedrale di Salisbury: 1823, commissionata da arcivescovo di Salisbury, trionfo del naturalismo, ricca di chiaroscuri. Alberi flessi a formare arcata gotica, cielo con bianchi nuvoloni primaverili, luminosità degli alberi per cui impiega tonalità distinte di verde senza sporcarle con bruni. William Turner Nasce a Londra 1775, accettato a Royal Academy dove studia prospettiva. Viaggia molto, fa paesaggi ad acquerello o schizzi, visita Europa e vede calda luce mediterranea. È interprete importante di poetica del sublime. All’inizio vuole fondere aderenza al soggetto con possibilità di produrre sensazione del mutamento atmosferico, in seguito fa ricerca luministica, alla fine colore è svincolato da ogni riferimento naturalistico, si fa pura modulazione di luce. Disegnatore attento, esce sempre di casa col taccuino. Ombra e tenebre, la sera del diluvio: 1843, toni caldi e luminosi della porzione centrale e inferiore contrapposti a cupe ombre. Descrive stato della terra corrotta quando arriva diluvio che la purifica. C’è massa globulare accennata al centro, lingua di terra in direzione del punto più abbagliante, calma sospesa e innaturale. Tramonto: c’è astrazione quasi totale, restano solo gli effetti della luce. 1830-35, fa un sacco di schizzi e acquerelli preparatori. Terra è fascia marrone, in alto c’è fascia più ampia gialla con pezzi di bianco, rosso carminio e nero uniscono terra e cielo. Theodore Gericault Nasce a Rouen 1791, sospeso tra Neoclassicismo e Romanticismo. Sta per un po’ in Inghilterra, poi rientra e ha interesse per tragica condizione umana, fa indagine pittorica in mondo della follia per rivelare dignità dei malati mentali. Leda e il cigno: fatto in Italia, ispirato a stampa cinquecentesca derivata da opera perduta di Michelangelo. Disegno a matita nera su carta bruna, con inchiostro bruno stemperato in acqua e acquerello azzurro. Soggetto mitologico reso in modo quasi sensuale, ambiente agreste e idilliaco. Si esercita a lungo in accademie di nudo virile. Uomo seduto visto da tergo: postura per studiare muscoli messi in azione. Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia: unisce amore per i cavalli e attenzione a fatti contemporanei. Esposto a Salon 1814, connesso a disfatta napoleonica. Manca espressione di sofferenza nel volto, c’è attenzione a perfezione formale che denuncia ispirazione neoclassica. Soggetto è un vinto, caduta delle certezze e delle aspirazioni napoleoniche, presagio di fine di un’epoca. Cattura di un cavallo selvaggio: studi del periodo romano, non era costretto a seguire regole accademiche, viene colpito da vita quotidiana, feste e studia artisti del Rinascimento. Nascono bozzetti su corsa dei cavalli rigoroso con cielo che occupa terzo superiore del dipinto. Tavolozza semplice: ocra delle crete, verdi della vegetazione e azzurro del cielo. Visione luminosa per masse di colore compatte e armoniose. la cattedrale di Chartres: paesaggio arricchito da presenza di architettura gotica in sintonia con gusto romantico, 1830 a olio, ritoccato 42 anni dopo con aggiunta di figura accovacciata di sx e carrettiere. Composizione misurata, frutto di osservazione diretta della realtà testimoniato da schizzo a matita della struttura della cattedrale. La scuola di Barbizon Alla base ci sono rapporto tra luce e natura, studio dal vero e temi paesaggistici. Non c’è nulla di scolastico o accademico, è gruppo di artisti e amici. Animatore è paesaggista Pierre Rousseau. Alcuni si avvicineranno condividendo tematiche ma rimanendone fuori come Corot e Millet. Rousseau Ammira Constable dal quale impara uso di pennellata libera, rifiuta chiaroscuro accademico, deluso da esiti di moti insurrezionali del 1830 si rifugia in natura trepidante e nostalgica, vuole approfondire resa dei fenomeni atmosferici. Tramonto nella foresta: romantica partecipazione, infuocato tramonto tra gli alberi, effetto violento del controluce, pennellate rapide. Gustave Courbet e la rivoluzione del Realismo 1848 anno delle sommosse popolari in Europa, arte attraversa crisi di identità, artista non sembra potersi nascondere fuggendo in mondo della mitologia o storicismo romantici, movimenti realisti nascono per rispondere a richiesta del vero e del quotidiano. Si cerca di documentare realtà in modo distaccato, in Francia realismo si sviluppa come metodo per indagare la realtà, fine dell’artista sarà annotare caratteristiche del mondo che lo circonda astenendosi da giudizi. Capostipite è Courbet, nato 1819, inizia nel solco della tradizione romantica, poi dice che pittura può rappresentare solo oggetti visibili e tangibili. 1861 apre sua scuola, dice che non ci possono essere scuole, arte non può essere appresa meccanicamente ma è individuale. 1871 partecipa a insurrezione di Parigi e viene condannato quale sovversivo. Gli spaccapietre: piccoli fatti quotidiani registrati con distacco, 1849, due oli su tela, il più grande distrutto in bombardamenti alleati su Dresda 1945. Rappresenta manovale che frantuma sassi aiutato da garzone, toppe sulla camicia e sui pantaloni, calzini bucati, povero pasto. Natura è arida, tratteggiata in modo scarno, riflette miseria dei lavoratori. L’atelier del pittore: grandi dimensioni alludono provocatoriamente a dipinti accademici di moda, 1855. Al centro c’è lui che dipinge paesaggio della città natale di Ornans con cielo realistico, a sx c’è chi conduce esistenza banale, il popolo, vivono senza consapevolezza della propria condizione (bracconiere con i cani, prostituta, popolana che allatta, banchiere ebreo, prete) simboli delle categorie sociali, volti senza sorriso per fardello dei dolori della vita. A dx c’è gente che lo aiuta (Baudelaire= Poesia, Filosofia, Musica, Letteratura), Verità nuda al suo fianco, bimbetto guarda incuriosito, verità è semplice e innocente. Fanciulle sulla riva della Senna: 1857, scuote critica benpensante perché non rappresenta personaggi storici o mitologici e ambiente è quello riconoscibile della Senna. Ragazze vestite secondo gusto dell’epoca, volti assonnati e volgari, quotidiani, posizioni goffe e sgraziate. Tuttavia pone attenzione alla composizione perché fa moltissimi schizzi preparatori, vuole rispecchiare realtà. Il fenomeno dei Macchiaioli In Italia preunitaria, da anni ’40 dell’800 Firenze è una delle capitali culturali più libere d’Italia, artisti si ritrovano in Caffè Michelangelo. Anima intellettuale è Diego Martelli, primo a teorizzare la macchia in opposizione alla forma, poi Telemaco Signorini che propose di adottare nome di Macchiaioli, usato in modo spregiativo dalla stampa. Macchiaioli nascono tra 1855 e 1867, contro accademismo, vogliono rappresentare senso del vero. Per realismo devono riprodurre sensazione della luce, nella realtà non esistono né disegno né linea di contorno, nostro occhio è colpito solo da colori organizzati in masse. Pittura deve ricostruire realtà per masse di colore. Abbandonano soggetti storici e mitologici, fanno paesaggi di campagna, vita cittadina, da qui nasce interesse sociale perché rappresentano anche miseria della realtà. Giovanni Fattori (macchiaiolo) Nasce a Livorno 1825, partecipa a moti rivoluzionari del ’48, frequenta Caffè Michelangelo, aderisce alla macchia. Vuole indagare realtà secondo puro verismo, insieme a sofferenze fisiche e morali. Temi preferiti sono quelli di vita militare e lavoro dell’uomo, soldati non hanno nulla di eroico, strappati a loro lavoro e affetti. Attenzione a contadini, butteri e fatica d’ogni giorno. Nominato professore a Istituto di Belle Arti di Firenze, poi docente dell’Accademia. 1875 suo dipinto esposto a Salon di Parigi. Attenzione a figura umana ma anche a natura e animali. Fa disegni dal vero a matita, a volte ripassati a penna e inchiostro. Tratto leggero ma continuo e sicuro, privo di tratteggi e effetti chiaroscurali. Campo italiano alla battaglia di Magenta: a studio dal vero fu indirizzato da Nino Costa, lo incoraggia a partecipare a concorso del 1859 per realizzazione di 4 grandi tele celebrative di battaglie risorgimentali. Vince, con dipinto su mesto e dignitoso ritorno dei feriti. Opera non è ancora macchiaiola perché disegno e chiaroscuro seguono regole accademiche anche se colore viene già usato per estese campiture orizzontali. Ricerca verista. La rotonda di Palmieri: pittura macchiaiola, tela piccola del 1866, ci sono signore benestanti che fanno bagni di aria di mare. Fasce di colore sovrapposte, abbandona chiaroscuro preferendo accostare pure e semplici macchie di colore, personaggi rappresentati in modo sintetico. In vedetta: 1872, senso straordinario della prospettiva dato dalla bianca parete, scena giocata sui forti contrasti delle macchie e sensazione immobile e sonnolenta di afosa giornata d’estate. Bovi al carro: tema del paesaggio e duro lavoro dei campi, orizzonte amplissimo, campiture di colore sovrapposte in fasce, profondità prospettica enfatizzata da preponderanza della larghezza rispetto a altezza e sottolineata da viottolo. Composizione squilibrata verso dx, per rendere vastità dello spazio. Silvestro Lega (macchiaiolo) Nato 1826, formatosi a Accademia di Belle Arti di Firenze, volontario 1848 e partecipa a Seconda guerra d’indipendenza. Si ispira a disegno nitido e preciso del 400 fiorentino dopo aver esordito come pittore di temi storici, si avvicina alla macchia e si converte 1861. Fa temi di soggetto quotidiano, società piccolo- borghese. Il canto dello stornello: olio 1867, temi importanti di ritratto e riproduzione d’interni. Virginia Batelli, Maria e Isolina Cecchini cantano e suonano il piano, in controluce, naturalezza, studio delle espressioni, scelta dei colori. Il pergolato: originariamente chiamato Un dopo pranzo perché c’è consuetudine italiana del caffè pomeridiano, spazio a dx è limitato e compresso da basso muretto, punto di fuga a estrema sx, toni dorati della luce danno sensazione della calda ora di un pomeriggio d’estate, equilibrio controllato della composizione. La nuova architettura del ferro in Europa Forte industrializzazione da ultimi decenni del 700 aveva causato in XIX sviluppo tecnologico. Da invenzione 1776 della prima macchina a vapore ci sono scoperte, c’è seconda rivoluzione industriale. Si facevano grandi strutture come stazioni ferroviarie, serre e padiglioni espositivi. Esposizioni universali da 1851 in capitali europee, allestite in tempi brevi. Prima Esposizone Universale 1851 a Londra, Joseph Paxton crea struttura in ghisa e vetro in pochi mesi, chiamata Palazzo di Cristallo, aveva navata centrale, volta a botte in ghisa e vetro, costruita per non dover abbattere alcuni alberi secolari. Aveva forme ricorrenti così poterono essere realizzate in serie da varie fonderie. Dopo esposizione edificio venne smontato e rimontato a Sydenham, 1936 distrutto da un incendio, prima cattedrale moderna. Costruzione simbolo dell’esposizione è Torre di Gustave Eiffel, dovette fare conti con necessità di contrastare azione del vento, non è uomo a imporre la propria idea ma leggi di natura. 4 enormi piloni e struttura reticolare, struttura essenziale per motivazione funzionale, non fu smontata perché ci si accorse che aspetto di Parigi sarebbe cambiato. L’IMPRESSIONISMO C’è consolidarsi della Terza Repubblica a Parigi, si arricchisce di musei, ristoranti, sale da ballo e caffè, ci sono metropolitana e lampioni a gas che le danno nome di ville lumiere (città della luce), ci sono novità e progresso. Impressionisti sono figli di borghesia mercantile che aveva contribuito al progresso, vanno contro accademismo. Privo di base culturale omogenea, aderenti provenivano da esperienze e realtà diverse, si aggregavano spontaneamente senza manifesti o teorie a Cafè Guerbois. Per loro tutto ciò che percepiamo con gli occhi continua al di là del nostro campo visivo, c’è quasi totale abolizione di prospettiva geometrica, ciò che conta è l’impressione che stimolo suscita nell’artista che opera una sintesi e elimina il superfluo per cogliere sostanza delle cose, ricerca dell’impressione pura. Abolizione quasi totale del disegno e delle linee di contorno, abolizione dei contrasti chiaroscurali, dissolvono il colore locale in accostamenti di colori puri. Teorizzano assoluta inesistenza del colore locale in quanto ogni colore non esiste di per sé ma in rapporto agli altri colori che ha vicino. La luce determina in noi la percezione dei vari colori, pennellate non sono fluide e studiate ma date per veloci tocchi virgolati, picchiettature, trattini, esclusi il nero e bianco. Quando artista dipinge rappresenta sensazioni che realtà suscita in lui, deve essere il più rapido possibile, preferiscono dipingere en plein air. Realtà è soggetta a evoluzione continua, cercano di rendere senso della mobilità, ricorrente è il tema dell’acqua. Giustappongono colori puri primari e secondari che, pur distinti sulla tela, vengono percepiti insieme dalla nostra retina. Alla base ci sono esperimenti ottici di Chevreul e Maxwell, invenzione della fotografia, invenzione di primi colori a olio in tubetto. Si diffondono stampe giapponesi per commerci con oriente, impressionisti le collezionano perché badano a armonia dei colori piuttosto che a volumi e giustappongono i colori. Inizio del movimento 15 aprile 1874, alcuni artisti (Monet, Degas, Cezanne, Renoir) le cui opere erano state rifiutate ai Salons fanno mostra allo studio di fotografo Felix Nadar, fu fallimento ma prendono il loro nome da critica a dipinto Impressione, sole nascente di Monet. Durano fino a 1886. Edouard Manet Nasce 1832, formazione sotto pittore accademico Couture ma non gli piace suo stile, viaggia in Olanda, Germania, Austria e Italia, vede Tiziano, Rembrandt, Tintoretto, Velazquez. Ammira Delacroix, copia Barca di Dante, nel secondo dipinto usa colori più liberamente per masse giustapposte prefigurando sua tecnica. senso del movimento e stato d’animo collettivo gioioso. Apparente casualità ma attenta valutazione compositiva, non ci sono piani stabiliti ma nessun personaggio è isolato, inseriti in gruppi, insieme dei gruppi dà profondità prospettica. Colazione dei canottieri: 1881, ultima prima del viaggio in Italia e ripensamento sulla pittura. Colazione al ristorante sulla Senna, frequentato da sportivi e loro amici, en plein air, luce chiara filtrata dal tendone a righe dà riflessi dorati in contrasto con verde della vegetazione. Attenzione a colori e loro giustapposizione per cui prendono corpo volumi e la prospettiva, non c’è disegno, naturalezza. Apparecchiatura della tavola è natura morta. Le bagnanti: pochi mesi prima di morire, vuole dare più volume e consistenza alle figure tornando a separazione tra personaggi e sfondo. In paesaggio ha forti intenti impressionisti ma per figure ricorda ritrattistica cinquecentesca. Corpi per campiture di colore larghe e uniformi che rimandano a Veneri di Giorgione e Tiziano e contribuiscono a isolarle dallo sfondo. Gli altri impressionisti Camille Pissarro Nasce 1830, formazione in Francia poi si rifugia a Londra. 1874 tra i più convinti organizzatori della prima esposizione impressionista, aderisce per qualche tempo a Divisionismo neoimpressionista di Seurat, ispirato da paesaggi campestri en plein air, colori freschi e vivissimi che vanno oltre a semplice impressione transitoria. Tetti rossi: 1877, solida struttura volumetrica, caratteristiche tematiche dell’Impressionismo, sobria, calde tonalità dei bruni, alberi spogli, ambientazione invernale, sua passione era paesaggio privo di figure, se proprio doveva inserirle le metteva a fine dipinto, come fosse un dovere. Campi e alberi tratteggiati in modo impressionista, case al contrario hanno geometrica fermezza, spazio definito prospetticamente da volumi netti e sicuri evidenziati da piani inclinati dei tetti. Ha capacità di essere impressionista e nel contempo non farsi limitare. A impressione immediata preferisce composizione solida e equilibrata in cui luce modelli e evidenzi le forme. Tendenze postimpressioniste Orientamenti artistici in Francia in ultimo ventennio dell’’800 ma ebbero ripercussioni anche in Europa, alla base c’è conquista impressionistica della natura, tutto quanto si presentava agli occhi era degno di essere rappresentato così come appariva alla vista. Caratteristiche comuni a Postimpressionisti: rifiuto della sola impressione visiva, tendenza a cercare la solidità dell’immagine, sicurezza del contorno, libertà del colore. Erano Cezanne, Seurat, Gauguin, van Gogh, tutti ebbero inizi impressionisti. Paul Cezanne Nato 1839 da famiglia benestante, amico di Emile Zola, va a Parigi per dedicarsi a pittura, per tutta la sua vita cerca di far accettare sue opere ai Salons ma viene rifiutato. Fa breve viaggio in Svizzera. A Parigi entra in contatto con Impressionisti tra cui Pissarro, partecipa a loro prima esposizione ma poi se ne allontana. Opere di inizio anni 80 mostrano già differenze. Da Impressionismo impara a dipingere en plein air e ricerca di massima luminosità dei colori. Sua ricerca genera insoddisfazione per tutto quello che riusciva a fare e frustrazione. Disegno deciso, con linee ondulate che si sovrappongono nel delimitare i contorni, macchie di acquerello. Lascia che si veda bianco del foglio quando vuole evidenziare parti colpite dalla luce. La casa dell’impiccato: 1872-3, esposta a prima mostra degli Impressionisti, plein air e piccoli tocchi di colore con numerosi chiari, opera impressionista. Ci sono già elementi che mostrano volontà di andar oltre: paesaggio senza presenza umana, vallata grandissima limitata dal cielo, scarso olio nel diluire i pigmenti colorati he dà a superficie corposità inusuale in Impressionisti. Per lui intelligenza deve spronare artista a indagare realtà per scoprirne l’essenza. Geometria permea tutte le cose, uso costruttivo del colore determina piani, curve, spigoli, luce. Natura deve essere trattata secondo sfera, cilindro e cono in modo che ogni lato di un oggetto si diriga verso punto centrale. I bagnanti: 1890, più che per l’acqua (soggetto impressionista) ha interesse per struttura del dipinto che ha forte architettura e decisa prospettiva. Personaggi sono lungo superficie laterale di un cono ideale con vertice rivolto verso l’alto o interno di esso. Azzurri rendono palpabile la presenza dell’aria, circondano i corpi e ne costituiscono le ombre, trattamento del colore per modulazione ossia giusto rapporto dei toni che crea il modellato. I giocatori di carte: 1898, non c’è nulla di impressionista, specchio è quasi opaco, attenzione per tavolo e due giocatori, isola puri volumi geometrici, pennellate contribuiscono a resa volumetrica in pezzature di diverso colore. La montagna Sante-Victoire vista dai Lauves: paesaggio che era abituato a vedere sin da bambino, lo dipinge innumerevoli volte sempre in modo diverso, in quello dipinto a Filadelfia c’è ricerca della profondità senza prospettiva geometrica ma tramite i colori. Vuole mostrare spessore e corposità dell’aria, aria e cielo hanno anche colore delle case e degli alberi. Natura vinta e svelata, sezionata e ricomposta. Cubisti lo riterranno loro ispiratore. Georges Seurat Da 1839 Chevreul pubblica risultati di sue ricerche di cromatica, principio di contrasto simultaneo per cui se si accostano due colori complementari la luminosità di ognuno è esaltata, se si accostano due colori qualsiasi l’aureola di ognuno andrà a sovrapporsi all’altro dando luogo visivamente a due colori velati che si presentano un po’ diversi da come sarebbero isolati. Se accostiamo due complementari l’aureola di ognuno andrà a rafforzare l’altro che apparirà brillante. Crea cerchio cromatico diviso in 72 parti, ogni colore è opposto al suo complementare. Seurat conosce queste teorie, fa proprio cerchio cromatico. Nato 1859 in famiglia agiata. Inizi impressionisti, 1886 aveva già creato capolavoro con tecnica divisionista creata da lui, accostamento di colori puri tenuti fra loro divisi. Fa anche principio della ricomposizione retinica ossia colori accostati sulla tela sarebbero ricomposti e fusi dalla retina dell’occhio degli osservatori, dava massima luminosità. Colori messi sulla tela con punta del pennello per minuscoli tratti o puntini (da cui Puntinismo), chiamato anche Impressionismo scientifico. Disegno fatto con matita COntè, su cartoncino o carta ruvida che tendono a sfumare e sgranare naturalmente il segno. Un bagno ad Asnieres: 1883-84, uomini e ragazzi che prendono il sole sulle rive della Senna o fanno il bagno, tutti volti a destra tranne bambino che guarda l’acqua. Tema e tecnica di prati, alberi, cielo e acqua sono impressionisti, invece puntini azzurri e arancione del cappello del bambino e punti gialli nell’acqua no. Anche formato della tela non è impressionista perché è grande e impedisce en plein air. Non è impressionista nemmeno immobilità delle figure, pose statiche e classicheggianti. Una domenica all’isola della Grande Jatte: 1886 esposta all’ottava mostra degli Impressionisti, tecnica del Pointillisme da lui inventata. Fatta con numerose sedute sul posto, quasi 2 anni di lavoro, soggetto impressionista della folla sull’isola della Senna. Puntini di colore infiniti, ognuno posto sulla tela badando a quello vicino e secondo teoria del contrasto simultaneo e cerchio cromatico per avere massima luminosità. Effetto è nuovo, sensazione di calma e silenzio, immobilità costante nella sua arte. Disposizione geometrica, rapporti studiatissimi. Il circo: 1886 conosce scienziato Henry, dice di poter determinare scientificamente come linee e colori suscitino emozioni negli osservatori, esempio di questo è questo dipinto. Paul Signac Moto perpetuo tra Europa, Sud America e Oceania. Nato 1848, viaggiò per amre, partecipa a mostre degli Impressionisti. Visse per breve periodo ad Arles con Van Gogh. Inizi impressionisti, da 1888 cambia. Colori dati per ampie campiture piatte, usa colori primari rosso, giallo, blu. Sensibile a pittura giapponese, suo dipinto L’Onda 1888 risente di opere di Utagawa Hiroshige. Utilizza colori non naturali, visione antinaturalistica perché riproduce realtà come la sente. Da Emile Bernard apprende cloisonnisme, contornare con marcato segno nero le figure e riempire spazio al loro interno, come nelle vetrate. Linea di contorno ha forte valore espressivo, mette in risalto ciò che viene dipinto, è sostitutiva dei valori spaziali, recupera bidimensionalità della pittura. Il cristo giallo: 1889, donne bretoni in costumi tradizionali inginocchiate davanti a crocifisso ligneo. Colline gialle, alberi rosso vivo, Cristo contornato in nero e verde è giallo, uguale cromia di Cristo e delle colline che indica essenza religiosa dei bretoni. Recupero di bidimensionalità, precisa struttura geometrica, antinaturalismo, cloisonnisme, essenzialità del paesaggio, figure semplificate, Sintetismo. Come! Sei gelosa?: 1892, soggetto è fatto a cui aveva assistito. Sabbia rosa, acqua per chiazze di colore grigio, ocra, arancio e nero, fra due fanciulle c’è contrasto, corpi fusi in massa compatta, metà scura metà chiara, volti e corpi hanno forte carica erotica, trattate sinteticamente, antinaturalismo. Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?: poco prima di tentativo non riuscito di suicidio, testamento spirituale, più lungo che alto, in alto a dx firma e data di esecuzione, a sx il titolo, voleva riprodurre effetto di affresco con angoli rovinati, realizzato su parete d’oro. 12 persone, 6 animali, statua di divinità. Personaggi secondo schema a doppia piramide, rapporti armoniosi. Simboleggia nascita, vita, morte per bambino, giovani e vecchia, figura eretta che coglie frutto è la più luminosa, unica maschile, rimanda a concetto cristiano del peccato, sintesi tra religione occidentale e orientale per idolo azzurro. Vincent van Gogh Uomo solitario e istintivo, sentimenti forti, incompreso, depressione, poi alienazione che lo porta a suicidio 1890. Studia in atelier di Cormon, conosce de Toulouse-Lautrec, conosce Monet, Degas, Renoir, Impressionisti e Divisionisti. 1887 amicizia con Gauguin, finita 1888, hanno vissuto insieme ad Arles sognando comunità di artisti ma litigavano sempre e Vincent si taglia orecchio per gesto autopunitivo. Ricoverato in ospedale per accessi di follia. In primi disegni sperimenta tecniche grafiche, come in Studio di albero, 1882, presenza spettrale in paesaggio nordico, gessetto bianco e matita nera, matita verde e inchiostro per contorni di rami e tronco, acquerello per suggestione ambientale. Esprime sentimenti di chi si sente abbandonato e solo. I mangiatori di patate: primo capolavoro, varie versioni preparatorie, fatto 1885. In povera casa ci sono 5 contadini che mangiano patate e bevono caffè nero. Colori terrosi e pastosi di ocra, marrone e verde molto simili danno impressione di dipinto monocromo. Messa a nudo della povertà, volontà di affrontare temi sociali, pittura deve esprimere con violenza le caratteristiche di quello che rappresenta anche deformando la realtà. Trasferimento a Parigi 1886, vede Impressionisti e Divisionisti. Autoritratto con cappello di feltro grigio: giacca per rapidi tocchi di colore accostati, volto per linguette di colore con disposizione raggiata e centrifuga, fondo per pennellate di media lunghezza. Artista usa accostamenti di colori complementari. Traspare suo carattere instabile. Il ponte di Langlois: punti di contatto con Divisionisti ma esplora altre vie, era artista impulsivo e impaziente, 1888, equilibrio cromatico per colore cristallino e uniforme del cielo che si riflette nelle acque.
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