Scarica riassunto crisi della repubblica e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! CRISI DELLA REPUBBLICA LA CLASSE DEI LATIFONDISTI Dalla metà del III e del Il secolo a.C. la gestione dello Stato era ancora nelle mani della nobiltà senatoria. Gli esponenti di questa classe avevano aumentato le loro terre e l'afflusso di schiavi grazie alle guerre di conquista. Nacquero così i latifondi (/atus “ampio”, fundus “podere”), possedimenti terrieri destinati alle aziende agricole, organizzate in villae (fattorie). L'obiettivo della villa era la produzione su vasta scala di prodotti alimentari; sui latifondi erano presenti anche allevamenti di bestiame. Poiché i proprietari terrieri aristocratici preferivano trasferirsi a Roma per partecipare al governo, le villae erano affidate ai villici. LA NASCITA DEGLI EQUITES Nel Il secolo a.C. si afferma una nuova classe sociale: gli equites. In questo periodo molti cittadini avevano accumulato grandi ricchezze tramite bottini di guerra e tributi imposti ai popoli vinti. Allo stato serviva un aiuto per governare i territori conquistati e secondo la legge Claudia del 218 a.C. i senatori non potevano praticare il commercio marittimo. | cittadini liberi a cui affidarono questi incarichi presero il nome di “publicani”, esattori di tributi. Alcuni di loro crearono la classe degli equites, i quali: * dirigevano i commerci su larghissima scala; * gestivano gli appalti pubblici; * influenzavano le scelte politiche grazie alle loro enormi quantità di denaro. LA NASCITA DEL PROLETARIATO URBANO Essere una grande potenza provocò gravi problemi sociali. * l'inflazione e le tasse avevano portato alla rovina i piccoli proprietari terrieri; * le campagne erano state abbandonate dei contadini a causa degli obblighi militari. La coltivazione dei cereali non era più redditizia è l'unica soluzione per superare questa crisi era la conversione delle coltivazioni in vigneti e oliveti, ma a mancare era il denaro. Piccoli contadini provarono a farsi assumere come lavoratori salariati ma i grandi proprietari avevano già la manodopera gratuita degli schiavi. Gli ex contadini si riversarono in città aumentando il numero di proletarii (cittadini che non avevano altro bene che i propri figli). Per sopravvivere molti diventarono clientes di nobili famiglie: pedine facilmente manovrabili in cambio di vari benefici. CONDIZIONE SERVILE PEGGIORA Quando gli schiavi erano limitati erano considerati membri della familia. Nell'Atene di Pericle la manodopera servile era impiegata nell'artigianato, ma nella Roma della tarda età repubblicana il numero di schiavi era talmente aumentato che era possibile suddividerli in categorie: * gli schiavi rurali erano considerati semplici strumenti di lavoro e sfruttati al massimo nelle attività agricola; e gli schiavi pubblici erano costretti a lavorare nelle miniere, nelle cave e nelle opere pubbliche. Vi erano anche categorie privilegiate: * gli schiavi domestici, trattati come familiari, con il compito di aiutare il padrone delle attività commerciali e la fortuna di possedere una casa e un patrimonio; * gli schiavi intellettuali, utilizzati come pedagoghi o medici, che in segno di riconoscenza venivano messi in libertà dopo qualche anno. LA RIVOLTA DI EUNO (136-132 a.C.) La quantità enorme di schiavi era anche un problema di ordine pubblico: * alcunisi davano al brigantaggio; * altri assumevano il controllo di intere zone; * altre ancora organizzavano sollevazioni. Le prime rivolte furono modeste ed ebbero luogo in Etruria, in Puglia e nel Bruzio. In Sicilia invece, nel 136 a.C., scoppiò una grande rivolta alla quale parteciparono non solo schiavi ma anche proprietari terrieri, pastori e braccianti. La rivolta scoppiò in una tenuta, dove il proprietario, Damofilo, trattava gli schiavi con grande crudeltà; egli venne ucciso. Euno prese il potere, si proclamò re e guidò la rivolta che contò ben 200.000 persone armate. | governatori riuscirono a fermare la rivolta solo nel 132 a.C., con un esercito comandato da Publio Rupilio. DIFESA DEL MOS MAIORUM Il II secolo a.C. segnò un momento decisivo per la cultura romana. L'influenza greca si manifestò prima con l’immigrazione e poi con la conoscenza della lingua greca, utilizzata come idioma internazionale. Ciò produsse una reazione, soprattutto da parte dei tradizionalisti, che difendevano il mos maiorum (valori tradizionali ereditati dagli antenati) e guardavano con sospetto le novità della Grecia e dell'Oriente. IL “CIRCOLO DEGLI SCIPIONI” A Roma, i nobili ritenevano che l’influenza greca avrebbe contribuito alla creazione di una nuova mentalità. L'ambiente dove le due culture potevano convergere era il cosiddetto “circolo degli Scipioni”. Gli Scipioni erano un ceppo della potente gens Cornelia ed il periodo di maggior splendore del circolo fu raggiunto con Scipione “Emiliano”. NUOVE RELIGIONI Roma, con le influenze nel mondo greco, incominciò a distaccarsi dall'antica mentalità e ad amare il lusso. | ricchi mandavano i propri figli a studiare in Grecia, sfoggiavano gioielli e abiti preziosi. Le basi patriarcali diminuirono e le donne ottennero maggiore libertà; si diffusero nuove forme di divertimento, come le lotte dei gladiatori. Vennero introdotte anche nuove
