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La crisi tardo-repubblicana: Agraria, riforme militari e società romana, Schemi e mappe concettuali di Latino

Storia EconomicaStoria SocialeStoria AnticaStoria romana tarda repubblica

La crisi economica e sociale che colpì roma nella tarda repubblica, con particolare riguardo alla crisi agraria e alle riforme militari. Vengono trattati i tentativi di soluzione promossi dai politici tiberio e gaio gracco, la riforma dell'esercito di gaio mario e la questione dei soci italici. Inoltre, vengono presentate le conseguenze politiche di questi eventi, come la dittatura di silla e l'età di cesare.

Cosa imparerai

  • Come si risolse la questione dei soci italici durante la tarda repubblica romana?
  • Che misure furono prese per attenuare gli squilibri tra ricchi e poveri durante la tarda repubblica romana?
  • Quali furono le conseguenze politiche della crisi agraria e delle riforme militari in Roma?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 07/05/2022

ares_imperial
ares_imperial 🇮🇹

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Scarica La crisi tardo-repubblicana: Agraria, riforme militari e società romana e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Latino solo su Docsity! CRISI TARDO-REPUBBLICANA LA CRISI AGRARIA E I TENTATIVI DI RIFORMA DEI GRACCHI Fin dalla metà del II sec. a.C., numerosi uomini politici si fecero promotori di riforme volte ad attenuare gli squilibri crescenti tra ricchi e poveri e porre rimedio alla crisi economica e sociale dei ceti contadini. Nel Senato sorsero due fazioni: gli ​optimates​, cioè i conservatori, e i ​populares​, sostenitori delle riforme a favore del popolo. Un primo tentativo di risolvere la questione agraria fu promosso dal tribuno della plebe Tiberio Gracco: nel 133 a.C. egli fece approvare la ​lex Sempronia​, che prevedeva la confisca di parte dell’agro pubblico per ridistribuirlo ai nullatenenti. L’opposizione degli ​optimates​ degenerò in scontro armato e lo stesso Tiberio fu assassinato. Nel 123 a.C. il fratello di Tiberio, Gaio Gracco riprese la politica riformatrice e ottenne i consensi degli equites e della plebe urbana. Gaio Gracco fece approvare una legge frumentaria, grazie alla quale veniva distribuito mensilmente il grano alla plebe a spese dello Stato. Ma l’aristocrazia e i ​socii​ italici (alleati italici) erano contrari a questa riforma. Inoltre, per non danneggiare i ​socii​, Gaio gli concesse la cittadinanza romana, perdendo così la fiducia della plebe e degli​ equites. ​Rimasto politicamente solo, fu dichiarato nemico pubblico dal Senato e venne eliminato per ordine del tribunato nel 122 a.C. LA RIFORMA DELL’ESERCITO La crisi agraria compromise il tradizionale sistema dell’esercito: il grosso dell’esercito era costituito dai piccoli e medi proprietari terrieri. Questo problema emerse nel corso della guerra contro Giugurta, re della Numidia (111-105 a.C.). Nel 107 a.C., i ​populares​ riuscirono a far eleggere al consolato Gaio Mario, un ​homo novus​. Egli fu nominato comandante in Numidia al posto di Metello. Mario istituì il reclutamento volontario. La formazione di eserciti professionisti si rivelò però pericoloso, poiché potevano esserci dei tentativi di conquista illegale di Roma: infatti, questi soldati combattevano per il loro comandante e non per Roma. Giunto in Numidia con il nuovo esercito nel 105 a.C., Mario, grazie all’aiuto di Silla, riuscì a porre fine alla guerra. Mario fu rieletto console per cinque anni di seguito e nell’86 a.C. LA QUESTIONE DEI SOCII ITALICI Nel 91 a.C., Livio Druso, un tribuno della plebe, propose di estendere la cittadinanza ai ​socii italici, ma egli fu assassinato. La morte di Druso scatenò la reazione degli alleati che si ribellarono contro Roma. Questa guerra “sociale” (da ​socii​) durò tre anni (90-88 a.C). Roma affidò il comando degli eserciti a Silla, Mario e Metello, costringendo così molti insorti alla resa. Nel frattempo, fu approvata la lex Iulia de civitate, che concedeva la cittadinanza ai socii​ rimasti fedeli agli insorti che avessero deposto le armi. LA PRIMA GUERRA MITRIDATICA E LA GUERRA CIVILE TRA MARIO E SILLA Il conflitto tra ​optimates​ e ​populares ​degenerò in guerra civile nei primi decenni del I secolo a.C., quando Roma dovette affrontare una rivolta provocata da Mitridate, re del Ponto. Approfittando della crisi interna di Roma, Mitridate occupò la Bitinia e le province romane d’Asia e di Cilicia. Nel corso dell’88 a.C. Roma intraprese la riconquista dei territori occupati dal re ribelle: il comando dell’esercito fu affidato a Silla. Ma i ​populares​ volevano trasferire il comando a Gaio Mario. Allora Silla, partendo dalla Campania, con le sue truppe rientrò a Roma e oltrepassò il pomerio, cioè il limite che non poteva essere oltrepassato con le armi. A Roma Silla ristabilì la propria autorità con la forza delle armi e poi si imbarcò con il suo esercito per l’Oriente e obbligò Mitridate a ritirarsi e a pagare un risarcimento. Durante l’assenza di Silla, a Roma i ​populares​, guidati da Cinna, con l’appoggio di Mario, avevano ripreso il controllo della città. Silla rientrò a Roma, quando Mario e Cinna erano già morti, e sconfisse i ​populares​. LA DITTATURA DI SILLA Silla convalidò la sua vittoria con massacri e proscrizioni e la gran parte delle proprietà terriere confiscate agli uccisi fu distribuita ai suoi veterani. Nel 81 a.C. Silla instaurò una dittatura costituente, per riformare lo Stato sul piano politico-costituzionale. Egli rafforzò l’autorità del Senato e incluse in esso dei membri degli ​equites​. Inoltre, privò i tribuni della plebe di quasi tutti i poteri. Silla introdusse nel​ cursus honorum​, cioè la carriera politica, altre innovazioni, elevando l’età minima per accedere alle singole cariche pubbliche. Nel 79 a.C. Silla si ritirò dalla vita politica, deponendo i poteri speciali a lui conferiti per risolvere i problemi dello Stato. L’ETÀ DI CESARE Si chiama “età di Cesare” l’ultima fase della repubblica romana, anche se Cesare è protagonista soltanto dal 60 al 44 a.C. La denominazione “età di Cesare” può essere giustificata perché nella figura e nella politica di Cesare culminò e trovò sbocco la crisi della repubblica romana e perché egli fu esponente di rilievo della cultura del suo tempo. DALLA MORTE DI SILLA AL CONSOLATO DI POMPEO E CRASSO Dopo il ritiro di Silla dalla vita politica, proseguirono i conflitti civili e le rivolte per quasi un ventennio. In questo ventennio, denso di conflitti, un ruolo di protagonista lo ebbe Gneo Pompeo. Appena conclusa la guerra civile in Italia, si ebbe una rivolta in Spagna organizzata da Quinto Sertorio. Il Senato affidò a Pompeo il compito di sedare queste rivolte. Nel 72 a.C. Pompeo pose fine alla rivolta. Intanto in Italia scoppiò una rivolta dei gladiatori di Capua guidati da Spartaco. Il Senato fu costretto ad affidare a Marco Crasso il compito di sedare questa ribellione, ma ci riuscì solo grazie all’aiuto di Pompeo. Grazie al potere finanziario di Crasso e al sostegno dei populares, questi due generali furono eletti consoli. Nel 67 a.C. Pompeo ottenne ampi poteri proconsolari per combattere i pirati. che minacciavano la sicurezza del Mediterraneo orientale. In soli tre mesi, Pompeo annientò i pirati. Nel 66 a.C. Pompeo assunse il comando della guerra contro Mitridate, che nel 73 a.C. aveva invaso nuovamente i territori romani dell’Asia Minore. Mitridate fu sconfitto e costretto a ritirarsi, e morì suicida. Pompeo attaccò la Siria, riducendola a provincia romana ed estese il dominio di Roma anche su parte della Palestina. Pompeo, tornato a Roma, chiese al Senato la ratifica dei provvedimenti presi in Oriente e la concessione della terra ai suoi veterani. Ma il Senato, temendo che il potere di Pompeo divenisse eccessivo, si rifiutò di ratificare le sue decisioni. Pompeo, per vincere l’opposizione del Senato, si unì con un accordo privato,, a Crasso e Cesare, formando il primo triumvirato. DAL PRIMO TRIUMVIRATO ALLA GUERRA CIVILE Con il primo triumvirato, Cesare ottenne il consolato nel 59 a.C. Come console Cesare fece approvare la sistemazione data da Pompeo ai territori orientali, favorì l’interesse degli
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