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Riassunto de "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto dettagliato del libro di Carlo Emilio Gadda, utile per gli studenti di Scienze Umanistiche per la comunicazione (UNIFI), relativo all'esame di letteratura italiana moderna e contemporanea.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 19/06/2021

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4.7

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Scarica Riassunto de "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Quer pasticciaccio brutto de via merulana- Riassunto Capitolo 1 : il romanzo si apre con la descrizione di Francesco Ingravallo, soprannominato don Ciccio, uno dei più giovani funzionari della sezione investigativa. Egli è di statura media, piuttosto rotondo, con i capelli neri. Ha 35 anni e ha una certa conoscenza del mondo e delle donne. Lavora ad ogni ora del giorno ed è adorato dalla sua padrona di casa. Egli ritiene che non ci sia mai una sola causa, un unico motivo per cui accade qualcosa ma che si arrivi a un certo evento solo tramite una molteplicità di cause. Il 20 febbraio è a cena da Balducci da cui si trova anche la nipote, giovane e timida. Durante la cena, mentre cerca di ignorare l’attrazione per la serva Assunta, nota che la signora Liliana sembra triste e preoccupata. Don Ciccio crede sia perché essa non riesce a dare alla luce figli, motivo per cui forse il marito la tradisce e per cui lei cerca di sostituire i figli con le nipoti. Durante la cena arriva Giuliano, ovvero il cugino di Liliana; il commissario sembra notare qualcosa di strano tra di loro. Nel palazzo dei Balducci (dei pescecani) c’è stata una sparatoria. Quando il commissario e la polizia arrivano lì trovano molte persone che fremono fuori dal palazzo. Non si tratta di un omicidio ma di una rapina a domicilio, a mano armata. L’assassino (così chiamato anche se non c’è nessun morto) ha prima suonato alla signora Liliana che era a farsi la doccia e poi alla porta davanti, quella della signora Menegalli , vedova, che ha aperto. La più grande paura della signora Menegalli era proprio quella che qualche delinquente potesse entrare in casa sua, e sembrava quasi vivere nell’attesa di ciò, Ingravallo pensa infatti che la gran paura che aveva che ciò avvenisse alla fine l’ha fatto davvero realizzare. Il delinquente viene descritto come un giovane uomo, alto, in tuta grigia da meccanico, con una sciarpa verde, nascosto da un berretto. Ha suonato e ha chiesto di entrare in casa poiché incaricato dall’amministrazione dello stabile di una visita ai termosifoni ma non aveva con sé nessuna borsa; la signora Menegalli è convinta di essere stata ipnotizzata. Una volta in casa aveva adocchiato tutto ciò di valore e l’aveva rubato, dopo aver puntato la pistola alla signora. Poi era uscito senza problemi e la signora aveva gridato dalla finestra ‘A ladro’. Il ladro era stato inseguito prima dai coniugi Bottafavi, che stavano al piano di sopra, e poi da un ragazzetto. Il signore Bottafavi però non era riuscito a sparare perché il suo revolver aveva la sicura, non è stato quindi lui a sparare i due colpi che si sono sentiti. Vengono quindi narrati vari punti di vista : i coniugi non hanno visto il ragazzino, una professoressa che tornava dal lavoro invece ha visto prima uscire il ragazzo e poi il ladro, entrambi correndo, poi ha sentito gli spari fuori dal portone, la portinaia invece ha sentito prima i due colpi, ancora per le scale, poi ha visto correre via il ladro e al suo seguito il ragazzetto. Il commissario sale a casa della signora Menegatti per un breve sopralluogo e lì incontra la signora Liliana, che dice di aver sentito i colpi di pistola poco dopo che il suo campanello ha suonato. In casa della signora viene ritrovato un biglietto della tranvia e fermata Torraccio, che non può essere d’altri se non dell'assassino. Intanto il commissario cerca di capire se qualcuno stesse aspettando un pizzicarolo (questa sembra essere l'identità del ragazzetto) ma nessuno doveva ricevere niente quella mattina. L'unico che di solito riceve dei pacchi da un garzone è il commendator Angeloni che, molto nervoso, prima nega poi ammette che qualche volta si è fatto portare qualcosa a casa, e dice di ricordarsi di essersi fatto portare un prosciutto da un garzone del salumaro in Via Panisperna, che però non risulta essere il ragazzo della mattina. La portiera spiega che il ragazzo è un altro, veniva spesso due o tre mesi prima e saliva fino a casa del commendatore. Intanto la signora Menecacci, che sembra aver sventolato le sue ricchezze in giro (una volta perse un anello con un topazio che poi ritrovò), va a stare dai Bottafavi, mentre a casa di Liliana, che ha perduto per colpa di Tina la sua cagnolina al parco, va a stare un collega del marito. Intanto mercoledì al dottor Fiumi cade l’occhio sulle generalità di una donna, Ines Cioni, ‘cucitrice senza dimora’ ma in realtà prostituta, che proviene proprio da Torraccio. Capitolo 2 : Ingravallo è riuscito a parlare col bigliettaio che ha dato il biglietto al ladro, egli non aveva nessuna tuta né berretto ma aveva la sciarpa verde. Il 17 Marzo alle 11 Ingravallo arriva in questura e gli viene raccontato che quella mattina in Via Merulana è successo il fattaccio: il cugino di Liliana che stava per partire ed era andato a salutarla l’ha trovata morta, sgozzata, supina sul pavimento della camera da pranzo, in un mare di sangue, con la gonna alzate e le mutande a vista. Così si dirige verso via Merulana. La descrizione del corpo ha dei tratti erotici: vengono descritte le mutande, le ginocchia e la posizione delle gambe della donna. Il suo volto è graffiato, da un occhio fino al naso. Il sangue che ricopre tutto il pavimento, raggiunge anche gran parte del corpo della donna, c’è del sangue anche intorno alle scarpe della donna, probabilmente impronte dei poliziotti stessi.Valdarena racconta che quando lui era arrivato la porta era socchiusa. Egli viene interrogato e Ingravallo nota una macchia di sangue sul polsino: egli gli spiega che aveva voluto inginocchiarsi per dare una carezza alla cugina, ma il pantalone non è macchiato se non per una lieve traccia di polvere, lui si giustifica dicendo che aveva fatto attenzione a non mettere il ginocchio nel sangue. Vengono interrogati anche Gina, la nipote, e Giuliano, il fattorino dei Balducci. Il Valdarena intanto viene arrestato, un arresto provvisorio. Nella casa della morta il pavimento della cucina è bagnato, e manca un coltello ‘affilatissimo’, probabile arma del delitto. Le dita della vittima sono senza anelli, la fede è sparita. Gocce di sangue si trovano, oltre che in camera da pranzo, in cucina e nel corridoio. Alcuni cassetti sono stati vuotati. Ingravallo pensa che il furto e l’omicidio siano due fatti separati. Capitolo 3 : Viene indagata la famiglia di Liliana: il fratello del padre di Liliana è il padre di Giuliano, e la nonna che ha cresciuto Giuliano (perché la madre se ne è andata a vivere a Torino col nuovo marito) è la zia Marietta di Giuliano. [Liliana e Giuliano sono cugini di secondo grado. Liliana è la cugina di primo grado del padre di Giuliano] Viene inoltre ribadito che Liliana era molto ricca, in quanto aveva ereditato tutta la ricchezza del padre. Intanto Ingravallo pensa al movente di Valdarena, probabilmente i soldi, ma gli sembra strano che sia stato proprio l’assassino a chiamare la polizia, e inoltre si chiede dove avrebbe messo la refurtiva. Pensa quindi che lui sia andato a casa della cugina prima di quando ha chiamato (verso le 10.30) la polizia, che abbia nascosto la refutiva e poi sia tornato. Questo sarebbe stato reso possibile dal fatto che la portineria, Manuela, era a servizio da un uomo della scala B, che non poteva più camminare e quindi non era in portineria. Breve excursus politico : Gadda descrive la distrutta separazione dei tre poteri ( legislativo-esecutivo- giudiziario) riuniti in adesso ‘una camorra’. Sembra inoltre che sia stato ricevuto un ‘invito’ a velocizzare le indagini. confidente e probabilmente l’aveva anche pagato per andarci a letto insieme. I due però poi avevano litigato probabilmente perché Diomede voleva portar via Ines da Zamira. Poco prima che l'interrogatorio finisse Ines si fa fuggire che Diomede ha un fratello minore: Ascanio, che aveva incontrato a Piazza Vittorio giorni primi, il 13, che fa il pizzicarolo e il venditore ambulante, la sua descrizione assomiglia molto a quella del ragazzetto complice del furto in via Merulana. Capitolo 8: intanto i carabinieri presiedono da Zamira per avere più informazioni sul proprietario della sciarpa. Viene narrato il sogno del Pestalozzi che aveva sognato un "topazio" che si trasforma in un “topo" e la contessa Menegazzi che diviene una "Circia ebriaca”. Lungo excursus sul dipinto di Pietro e Paolo di Manieroni che si trova ai due santi. Intanto il Pestalozzi è andato al laboratorio di zamira per chiedere di Camilla Mattonari e Clelia Farcioni. Mentre aspettano le giovani egli domanda a Zamira quando le due avessero chiesto un giorno di riposo, se fossero rimaste a casa martedì e/o venerdì, nel frattempo una gallina entra e fa i bisogni sulle scarpe del carabiniere. Entra una ragazza che saluta il brigadiere e cerca, senza farsi vedere, di levarsi un anello dal dito,ma il brigadiere nota il gesto e le apre la mano trovandoci un topazio. Ella dice di essere Lavinia Mattonari, cugina, dice Zamira, di Camilla, che lei però fa finta di non conoscere. L'anello rientra nella lista della refurtiva. Lavinia confessa che l'anello le era stato prestato dalla cugina per il giorno del suo 19º compleanno. Allora il Pestalozzi chiede alla ragazza di portarla dalla cugina. Ella si rifiuta però di dire l'indirizzo che gli viene invece dato dalla Zamira. Capitolo 9: essendo lunga la strada manda il Farafilio, altro carabiniere che era con lui ( con la licenza elementare !) sul calesse insieme alla ragazza ( cosa che apprezza in quanto può guardarle le gambe) mentre lui va a cercare una bicicletta. I carabinieri arrivano a destinazione dove li attende un cane che abbaia e una donna che cerca di calmarlo ma che non si interessa dei due uomini, viene anche descritta la scena del treno che arriva al casello. Si rivolgono poi alla ragazza che ammette di essere Camilla ma di non sapere niente dell'anello che le viene mostrato, dice che la cugina è una bugiarda. Entrano così tutti e tre in casa per cercare altri gioielli. E così viene ritrovata nella casa di Camilla (in un comodino, in un pitale )la refurtiva della signora Menegazzi. Camilla dice di non saperne niente che non è stata lei a nascondere la refurtiva, così lei e lo zio vengono portati in commissariato per testimoniare mentre la nonna sorda attende il treno. Le due cugine litigano in quanto Camilla accusa Lavinia di essere una spia. Intanto vengono narrati i pensieri di Lavinia : era stato proprio Enea a donarle l'anello per chiederla in sposa, pensava quindi a chi potesse essere la spia, sicuramente una donna, non poteva essere Camilla, in quanto aveva proprio lei la merce che Enea aveva rubato, né Clelia, in quanto amica. Il Pestalozzi intanto cerca di capire come la refurtiva fosse finita a casa di Camilla e dove poi fosse fuggito l’uomo. Intanto il litigio fra le due ragazze continua: Lavinia dice a Camilla che Iginio si faceva passare per il suo fidanzato soltanto perché lei gli dava i soldi ed era questo il motivo per cui Iginio aveva lasciato la merce da lei, poiché lei si era detta stanca di dare i soldi e lui aveva voluto darle questa merce come garanzia. Capitolo 10 : il biondo va al mercato dove trova Ascanio a vendere la porchetta con la nonna, e lo porta con sé in questura. Intanto Ingravallo va ad interrogare a domicilio la domestica dei Balducci, Tina Crocchiapani. Ella dice di aver in casa solo il padre morente e una signora del suo paese che la sta aiutando ma Ingravallo vuole comunque perquisire la casa pensando che magari lei potesse avere fornito informazioni utili all’assassino di Liliana e che addirittura egli potesse aver lasciato da lei la refurtiva. Il libro si conclude con Ingravallo e Assunta davanti al letto del padre, che non si capisce nemmeno se sia vivo o morto, coperto dalla coperta che Liliana aveva dato alla sua domestica (insieme ad altri oggetti nella stanza), e con Ingravallo che dice ad Assunta che la polizia sa chi è stato ad uccidere Liliana e che adesso lei deve dire il nome o glielo faranno dire in questura. Lei però grida di non essere stata lei e Ingravallo, così si conclude l’ultima parte del libro, dubita e si pente delle sue convinzioni, poiché la sua anima ha capito qualcosa che però a noi non viene detta. Modi in cui Gadda si riferisce a Mussolini : imbecillissimo, scemo, fondatore dell’impero quinquennale, Testa di morto dagli occhi spiritati e dalle mandibole dello sterratore analfabeta.
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