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Riassunto del capitolo "teatro" de libro di Quaglino, Appunti di Sociologia Della Conoscenza

Il teatro come metodologia formativa è un tema centrale nell'ambito dell'educazione. l'importanza del teatro come strumento di apprendimento e di crescita personale, ma anche le difficoltà legate alla sua applicazione in ambito organizzativo. Inoltre, viene presentato il Teatro d'Impresa come metodo di formazione basato sull'utilizzo del teatro. Viene anche descritto l'utilizzo dei testi teatrali come caso di studio per affrontare diverse questioni realizzative. Il documento offre esempi di brani teatrali utilizzati per analizzare il fenomeno della leadership.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 06/10/2023

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Lelessia_ 🇮🇹

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Scarica Riassunto del capitolo "teatro" de libro di Quaglino e più Appunti in PDF di Sociologia Della Conoscenza solo su Docsity! Teatro Introduzione Il teatro ha da sempre avuto uno spazio all'interno del panorama della formazione in ragione della centralità degli individui nel processo formativo. Il teatro, in quanto metodologia esperienziale, sarebbe in grado di attivare una partecipazione e un interesse maggiore per i temi al centro del progetto formativo. L'elemento analogico/metaforico, inoltre, potenzierebbe le possibilità di apprendimento. Ma è altrettanto vero che in diverse circostanze l'elemento ludico e soprattutto il di-vertimento, prendono il sopravvento sull'aspetto formativo. Allo stesso tempo non si possono omettere le potenzialità offerte dal teatro: la centralità dell'individuo, il fine e il traguardo della formazione. La metodologia teatrale permette all’ individuo di riconsiderare il proprio vissuto, le proprie vicende la propria storia, ricollocano il tutto in una dimensione nuova che lo porta alle ricerche di uno spazio di vita professionale e personale. Accanto allo sviluppo e al miglioramento di competenze trasversali, il teatro, offre la possibilità di un lavoro di ricerca su sé stessi, di scoperta e di recupero, un percorso individuativo nel quale ri-trovarsi. Inoltre offre la possibilità di sviluppo della persona che vanno oltre le esigenze organizzative. Alcune forme di pratica teatrale sono soprattutto centrate sull'individuo. Si può scegliere di fare un percorso teatrale indipendentemente dall'essere appartenenti a un'organizzazione o dalla presenza di un progetto formativo organizzativo. Il teatro consente possibilità di crescita individuale enormi; membri o meno di una realtà organizzativa, le persone partecipano a laboratori teatrali per sviluppare competenze comportamentali e relazionali o per ripensare i diversi ruoli nella vita si interpretano. Teatro e formazione sono uniti da un legame solido. Le logiche organizzative alterano la natura di questa connessione. Lo spostamento del baricentro dell'individuo all'organizzazione implica sostanziali differenze nel modo in cui i percorsi formativi sono progettati. Quanto più ci si avvicina a esigenze o questioni salienti per l'organizzazione tanto più ci si allontana dalle persone. Le traiettorie formative sono condizioni dell'equilibrio o dallo sbilanciamento tra il polo dell'organizzazione e quello dell'individuo. Quanto più prevale il primo tanto più nei progetti teatrali si abbandonerà il lido nella formazione per approdare a quello della comunicazione se non dell'intrattenimento perché spettacolo e intrattenimento danno lustro all'azienda, sono occasioni di visibilità. Questo spiega perché la sfera della razionalità, dell'organizzazione accetti di incontrare quella della creatività, il teatro. I metodi possono essere organizzati e distinti per modalità di partecipazione, metodi nei quali soggetti sono implicati in modo diretto all'interno del setting formativo, categorizzabili sotto l'etichetta a teatro agito, e metodi nei quali partecipanti sono solo, o principalmente, spettatori, il cosiddetto teatro osservato. Le stesse tecniche possono essere create regolarizzate sulla base delle differenti origini o della scuola di provenienza e stiamo parlando del Teatro d’Impresa (TdI). Teatro d'impresa - Insieme di metodi basati sull'utilizzo del teatro che ha contaminato il panorama della formazione anche in Italia nell'ultimo quindicennio. - Nato negli anni ‘80 in Canada e Francia il TdI è giunto in Italia più tardi. - Metodologia che comprende una serie di metodi tra loro eterogenei per una serie di variabili: presenza di attori professionisti, grandezza della popolazione organizzativa alla quale si rivolge, durata dell'esperienza, modalità di partecipazione degli individui. Rago (2004) definisce il TdI “un'espressione informati teatrale rivolta a una specifica appartenenza o comunità aziendale è rappresentata allo scopo di formare, animare promuovere prodotti e migliorare l'organizzazione della lavoro oppure per comunicare e promuovere prodotti e servizi aziendali”. Teatro osservato Teatro agito I testi teatrali come caso di studio È opportuno partire dal nome etologia che rimanda al mondo teatrale, ma dal quale si distanzia per la mancanza della fase scenica: l'utilizzo di testi teatrali come casi di studio. Attraverso la lettura e l'analisi di testi teatrali possono essere affrontate diverse questioni realizzative che sono al centro del testo (ES. le opere di William Shakespeare). Da un punto di vista metodologico il brano di un testo teatrale viene trattato come un caso o un qualsiasi altro brano letterario. - Tecniche di matrice teatrale, quasi sempre riconducibile al TdI, nelle quali hai partecipanti richiesto di assistere a uno spettacolo che può avere diversi formatori. - Il compito di chi partecipa a tale esperienza è quello di essere spettatore. - Tratto distintivo: presenza in scena di attori professionisti. - Sebbene vi sia una netta separazione tra attori e pubblico, talvolta nel corso dello spettacolo teatrale possono esserci interazioni tra attori e pubblico. È possibile che partecipanti siano coinvolti nella performance, in modo estemporaneo per creare interruzioni e aprire spazi di riflessione nel corso della rappresentazione. - La caratteristica principale di queste formule teatrali e la partecipazione diretta, tocca alle persone fare teatro cinema tarsi in prima persona, il soggetto è totalmente coinvolto (anima, mente e corpo). - L’azione teatrale permette allo stesso tempo la coesistenza e l'integrazione dell'elemento emotivo, di quello analitico-razionale e di quello fisico. - Nel corso di una sessione teatrale si ricerca e si sperimenta e si esplorano territori, si favoriscono ascolto e comunicazione. Il fare l'agire creano condizioni di apprendimento unico. ESEMPI (pag. 889) Enrico V, Atto IV, Scena III Enrico V parla ai suoi uomini si dimostra un grande motivatore, in grado di coinvolgere il proprio esercito, sottolineando il valore di partecipare a una simile impresa Enrico V, Atto III, Scena III Enrico V si rivolge ai suoi avversari Non si fa scrupoli nel minacciare gli avversari utilizzando termini forti che rimandano a scenari cruenti per convincerli alla resa. ATTRAVERSO QUESTI 2 BRANI È POSSIBILE, UTILIZZANDO PROSPETTIVE DIFFERENTI, FARE UNA DISAMINA PIÙ ALLARGATA SU UN FENOMENO QUALE QUELLO DELLA LEADERSHIP PER TRARNE RIFLESSIONI E INDICAZIONI. I due brani mettono in evidenza come nella stessa figura, così come più in generale nella leadership, possano coesistere luci ed ombre. Uno spazio di riflessione conclusivo è necessario. Su questo punto Meisiek (2001) sottolinea l'importanza della condivisione sociale dell'emozione scatenata dalla visione dell'evento teatrale, condizione a base di quella a conoscenza emotiva sulla quale instaurare l'attività di follow up. Abbiamo una presenza di attori professionisti. Il potenziale formativo di questo metodo è il fondamentale il concetto di “osservazione di second'ordine” che Screyogg (2001) riprende da Lhumann (1998) → ciò che il pubblico osserva e interpreta non è nella realtà, ma una sua rappresentazione che, a sua volta, frutto di una precedente osservazione. La realtà presentata sulla scena molto probabilmente divergerà da quella quotidianamente esperita. Questa bidimensionalità permette all'individuo e all'organizzazione di vedere la realtà da prospettive differenti attraverso le quali poter forse analizzare ed è strutturare le certezze derivanti da routine, pratiche, procedura, norme, valori e certezze. Questa tecnica ha certamente il vantaggio di essere tagliata su misura per il cliente, e permette di calibrare la comunicazione raggiungendo un vasto uditorio. Elemento discriminante: lo spazio e la sostanzialità della fase di follow up. Nel caso in cui le rappresentazioni sono rivolte a grandi numeri diventa più difficile pensare, costruire dedicare una fase al debriefing. Il TM, quindi, proposta un vasto pubblico, può avere finalità di intrattenimento e di comunicazione, manifestatamente formativa se non inserita in un programma più ampio e proposta a un pubblico ridotto. Il Teatro alla Carta (TC) Tra le prime tecniche del TdI, ci sono rappresentazioni a tema, copioni standard e me definiti che affrontano tematiche organizzative specifiche. Talvolta le stesse pièce teatrali vengono utilizzate con differenti finalità poiché si presentano trattare più di un argomento specifico (come nel caso del TM). Trattandosi di rappresentazioni standardizzate, specifiche per argomento, vengono inscenate indipendentemente dalle peculiarità dell'organizzazione della difficoltà nella quale coinvolta. Esistono delle tecniche presenti nel mercato del TI che nella sostanza appartengono a questa categoria. Una di queste è la Lezione Spettacolo. Sostanzialmente si tratta di un monologo a soggetto fisso su questioni o situazioni aziendali. Nel corso del monologo uno di questi temi viene presentato sotto forma di spettacolo al pubblico. TC: la bontà formativa della tecnica dipende dalla presenza e dalla qualità della fase post rappresentazione, oltre che dall'approfondimento dei temi emersi. La fase di follow up è importante perché tramite la riflessione può portare una rilettura del quadro degli eventi. È possibile che il campo di azione sia ancora una volta quello della comunicazione se non dell'intrattenimento. Il “buffone” o Giullare Organizzativo (GO) Nota anche come clown-analisi, in questa tecnica il giullare fa la sua apparizione in particolare i momenti organizzativi, attraverso un atteggiamento goliardico, scherzoso e ironico, il giullare affronta questioni delicate e “serie” (funzioni di supporto). Tuttavia, il giullare che si trova ad animare dovrebbe agire affinché l'organizzazione la sua leadership riflettano sulla realtà. Il giullare, infatti, può essere tagliente, ironico, sarcastico e irriverente; tuttavia, la sua condizione gli permette tutto ciò. Nulla può essere precluso a questa figura, il suo istinto dissacratorio può andare in qualunque direzione. La sua finalità è quella di “provocare” la messa in dubbio delle strutture di pensiero e di azioni consolidate nell'organizzazione. Questa tecnica ha spesso può avere solo finalità di intrattenimento. La libertà di espressione del giullare fa di pari passo con il rischio di non essere preso troppo sul serio. Il suo modo di comunicare può oscurare il messaggio, il contenitore prevalere sul contenuto. Anche se questa tecnica si posiziona più sul versante del teatro-spettacolo poggia mostrare caratteri di interattività tra attori e professionista e pubblico. Il Format Teatrale (FT) È un particolare tipo di spettacolo che mira a simulare nella realtà accadimenti fantastici e narrativi con un grado variabile di verosimiglianza, con l'obiettivo di nascondere o infrangere la convenzione che separa la rappresentazione dallo spettatore, stimolando spesso a diventare parte attiva della storia narrata. Questa formula prevede il reclutamento dei discendenti all'interno della performance. Affinché non ci siano forme di rifiuto a partecipare, l'inserimento nel contesto scenico/narrativo deve essere fatto in modo soft. Un lavoro di preparazione sempre doveroso per rompere il ghiaccio ed è sempre necessario sia per dare credibilità all'esperienza teatrale sia per creare quel clima di fiducia che permette ai partecipanti di giocare le situazioni senza la paura di esporsi o, di più, di mettersi a nudo agli occhi degli altri. Il metodo prevede la contemporanea presenza in scena di attori professionisti e dei discendenti. In questa formula teatrale assume particolare centralità la storia la cui struttura è definita priori dalla consulenza teatrale e in collaborazione con un responsabile della formazione. Il valore formativo sta in questa trasposizione: la lettura e l'analisi dei comportamenti lavorativi viene fatta attraverso le azioni dei partecipanti nel setting teatrale. Il metodo utilizza l'elemento metaforico, sfrutta l'analogia tra quanto accade nell'esperienza formativa e quello che succede nel contesto lavorativo. L'idea di fondo che la finzione teatrale faciliti l'espressione di comportamenti che in azienda non sono pensabili e che l'analogia permette di recuperare per una futura trasferibilità. Il genere di questi FT può essere poliziesco o avventuroso, e dunque rimandare a situazioni di problem solving. I temi che si vogliono rendere centrali all'interno del FT dipendono dagli obiettivi formativi, la storia dovrà essere costruita in funzione di questi obiettivi, i passaggi decisivi e i nodi devono essere utilizzati come momenti nei quali riflettere sui temi messi a fuoco. In questa formula, particolare importanza è data alla location e materiali di scena funzionali per lo sviluppo dell'azione. Queste esperienze possono essere progettate anche in occasione di convention annuali o meeting, eh avere la durata di una singola o più giornata; in ogni caso resta fondamentale la questione del luogo, o meglio del set, che deve contenere supportare la performance per garantire un livello minimo di credibilità. Per queste ragioni la costruzione di un tale evento richiede un notevole impegno anche dal punto di vista economico. Il Laboratorio Teatrale (LT) Quando si parla di “teatro agito” è difficile individuare tecniche ben definite oltre quelle che sono state presentate. Le esperienze e le tecniche possono essere molteplici, tuttavia soprattutto nel panorama del TdI le differenze terminologiche sono spesso più legate alla paternità della tecnica che non alla sostanza delle cose. In questi casi il pensiero cade sull'idea di laboratorio (teatrale). Le finalità del LT possono essere le più disparate. L'attività di training può essere finalizzata allo sviluppo di competenze: comunicazione, parlare in pubblico, gestione dell'imprevisto, leadership e lavoro di gruppo, creatività e proattività. Le situazioni possono essere le più eterogenee per tempi e modalità. Dal punto di vista della durata, l'esperienza informative teatrali possono prendere la forma di workshop di pochi giorni oppure di percorsi di lungo periodo con incontri settimanali. Condensare in una o più giornate elimina quello spazio di tempo, con la fase di decantazione che intercorre tra due diverse sedute e che permette alla persona di riflettere, ripensare rielaborare quanto fatto. Inoltre, gli incontri settimanali forniscono gradualità all'esperienza, il tempo stringe meno, è più facile rispettare un programma. Anche il carico cognitivo è ridotto rispetto alla full immersion. Avere tempo per rielaborare è fondamentale per capire il significato dell'esperienza. Per quanto riguarda il numero dei partecipanti e opportuno fare un gruppo da 8 a 14 persone; meglio se pari. Un numero di partecipanti come quello indicato permette a tutti di sperimentare senza eccessiva dispersione ed evita lunghi periodi di attesa. Nel caso in cui il numero di partecipanti sia più ampio è necessaria la suddivisione in sottogruppi e la presenza di più conduttori. Dal punto di vista dello spazio di lavoro è necessario avere a disposizione una stanza o un locale commisurato al numero di partecipanti indicato e che permetta di muoversi liberamente senza dispersione, preferibilmente privo di arredi ma con la possibilità di utilizzare materiali di scena o accessori che il conduttore/formatore riterrà utili. Gli LT presentano esercizi con funzioni diverse: di riscaldamento, esercizi di conoscenza e apertura di sé stessi, esercizi relativi alla tematica da sviluppare ed esercizi di chiusura dei lavori. Perché il laboratorio sia ricco è fondamentale lavorare preliminarmente sulla dimensione del gruppo, creare un clima di gruppo a favorevole per la libera espressione risulta fondamentale. È pressoché impossibile parlare di azione teatrale o di LT senza far riferimento al concetto di improvvisazione. L'improvvisazione è argomento che appartiene tanto al mondo del teatro quanto a quello della quotidianità è una competenza trasversale. L'improvvisazione divenuta una competenza indispensabile per far fronte alla costante mutevolezza e alla discontinuità delle cose degli eventi che rendono gli ambienti nei quali gli esseri umani operano in certi e provvisori. La capacità di improvvisazione implica anche proazione e sperimentazione. L'improvvisazione è un modo per esprimere nuovi scenari, per anticipare gli effetti che la discontinuità produce sugli individui e sulle organizzazioni. Allo stesso tempo è una manifestazione della libertà di azione e di pensiero. L'improvvisazione teatrale è un laboratorio che favorisce il pensiero creativo, spesso chiuso e limitato da quello razionale. Viene definita da Hodgson e Richards “un mezzo di ricerca che favorisce il verificarsi di esperienza immaginative individuali o di gruppo: un mezzo che sollecita la reazione spontanea una o più idee, o a un insieme di circostanze”. L'improvvisazione è parte del bagaglio formativo dell'attore professionista, in teatro viene solitamente utilizzata come mezzo privilegiato per sperimentare, ricercare e conseguentemente apprendere. Resta un momento e un'opportunità di ricerca, di studio e quindi di apprendimento. Gli esercizi di improvvisazione sono innumerevoli, multiformi ed estremamente versatili. Lo scenario base da cui partire può essere qualunque. Una proposta interessante per valutare il potenziale formativo dell'arte dell’improvvisare è quella di Moshavi (2001) che identifica 6 componenti strutturali dell'improvvisazione: 1) Yes and; 2) Ascolto attivo; 3) pensare senza criteri; 4) astenersi dal giudicare; 5) utilizzare la conoscenza contestuale condivisa; 6) riconoscimento delle linee guida imposte dal pubblico. INTERNE → Comuni a qualunque setting di improvvisazione ESTERNE → Specifiche del contesto o dell’esercizio Nissley, Taylor e Houden (2004) sulla base di due dimensioni, il controllo del testo e il controllo del ruolo da parte dei formandi, hanno creato una griglia attraverso la quale analizzare le diverse tecniche. ´ Incrociando le due dimensioni individuate si giunge alla griglia presentata qui sotto. Controllo del testo La posizione è che sia nel contesto teatrale, il destinatario di un intervento formativo basato sul teatro può avere tre possibili ruoli: 1. Spettatore → Il partecipante è solo spettatore di un evento teatrale che vede protagonisti altri, solitamente attori professionisti. In questa situazione il controllo è nelle mani dell'organizzazione. 2. Attore diretto → Sebbene l'individuo sia diretto da un regista che fornisce indicazioni circa il ruolo, aumenta la possibilità di controllo del ruolo proprio per l'azione di prima persona; 3. Attore autodiretto o attivo → I soggetti hanno il massimo livello di controllo del ruolo perché hanno nelle loro mani la piena facoltà di determinare l'azione. Controllo del ruolo Tre possibilità sulla scrittura del testo: 1. Scritto dai professionisti → Il controllo sarebbe appannaggio dell'organizzazione; 2. Scritto in collaborazione tra consulenza teatrale e attori organizzativi; 3. prodotto dai partecipanti al percorso formativo, anche sotto forma di improvvisazione → quest'ultima ipotesi è quella nella quale i formandi hanno il maggior controllo dell'azienda teatrale. Per maggiori info esplicative sulla tabella, guardare il libro “Formazione” di Quaglino da pag. 904 a pag. 906 La questione posta da questi autori riguarda il controllo della performance: che determina l'indirizzo e la metà dell'intervento, l'individuo o l'organizzazione? Secondo Nissley, Taylor e Houden questo potere può variare e può essere ora nelle mani degli individui ora nelle mani dell'organizzazione a seconda del metodo. Per gli autori gli interventi basati sul teatro potenzialmente più formativi sono ovviamente quelli nei quali gli individui trovano sé stessi, il loro ruolo, la propria voce e la propria storia mettendosi in gioco in modo diretto. Conclusione Il teatro è uno strumento con grandi potenzialità che fornisce varie opzioni sul piano della formazione. Il suo valore formativo va preso come indicazione di massima, altre variabili possono amplificare o ridurre la portata formativa e la qualità dell'intervento. Non ci sono tecniche buone o tecniche cattive, ci sono però metodi soprattutto soluzioni più o meno indicate ma non sono necessariamente interscambiabili. Allo stesso tempo, quando l'organizzazione è parte del processo formativo è auspicabile che si conosca questo mondo con tutto il suo portato. Un punto fondamentale in questo senso è la relazione tra i progettisti della formazione e la consulenza teatrale; perché l'incontro tra teatro e organizzazione sia proficuo è necessario comprendere le logiche della controparte. Soprattutto quando i mondi sono così distanti. In questo senso, lo sforzo maggiore spetta al progettista della formazione: tocca a quest'ultimo l'opera di traduzione delle esigenze, degli obiettivi e dei vincoli organizzativi, tocca a lui il ruolo di mediatore tra le istanze dell'organizzazione e quelle di colore che provengono dal mondo teatrale.
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