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riassunto del libro eros antico di storia della filosofia antica, i primi capitoli, Schemi e mappe concettuali di Storia della filosofia antica

riassunto del libro "eros antico" di storia della filosofia antica

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 15/01/2024

fabiana-fucale
fabiana-fucale 🇮🇹

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Scarica riassunto del libro eros antico di storia della filosofia antica, i primi capitoli e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia della filosofia antica solo su Docsity! Eros antico riassunto Elena e paride L’eroe omerico Paride passa alla storia come emblema di viltà , il suo ritratto più vivido compare nel canto III , dove è chiamato ad esprimere il contrasto fra la bellezza esteriore la mancanza di forza d’animo. Omero narra che nel momento in cui i due eserciti si scontrano, Paride si fa vedere subito in prima fila palleggiando le sue aste di bronzo con un gesto teatrale e sfidando a duello tutti i migliori fra i greci. Omero accompagna il nome di Paride con l’aggettivo Theoidès , che di solito significa e si traduce: simile ad un Dio, in realtà il suffisso eides, allude all’atto di vedere, quindi theoides significa in maniera più specifica: simile ad un Dio nell’aspetto , o per quanto si possa vedere. Tuttavia questa bellezza finisce qui, non è detto che corrisponde alla bellezza interiore . Non appena tra gli eroi achei compare Menelao, la baldanza di Paride svanisce in un attimo —> l’uomo che ha sedotto sua moglie si muove leggiadro e impunito . Paride rimane bello me un dio anche quando viene colpito nel cuore dalla cista di Menelao —> bello fuori ma ha il cuore spezzato dalla paura. Paride è bello fuori ma brutto dentro, il suo Bell’aspetto è buono per ingannare le donne, ma la sua codardia è evidente , sulle prima sembra ingannare gli uomini che vedendolo così splendido avrebbero detto che si tratta di un eroe valoroso, ma ora si sono resi conto di quanto fosse codardo . Si tratta di una bellezza leziosa se non viene accompagnata da una bellezza interiore , produce un risultato che potremmo definire contro natura. Ettore —> non si sottrae alla battaglia e nemmeno al dovere di do er affrontare la patria e la sua famiglia, quando Andromaca cerca di convincerlo a rifiutare lo scontro con Achille, questi rifiuta—> ha tutte le carte in regola per inveire contro il comportamento cialtrone di Paride. Ettore e Paride Elena, la sposa sottratta da Paride a Menelao è THALEREN, un aggettivo che potrebbe essere considerato pleonastico perchè è il normale sostantivo complemento di consorte Ma significa florido, robusto, procace , Paride ha rotto il connubio naturale tra ciò che deve essere uomo e ciò che deve essere donna seducendo Elena con i doni effeminati di Afrodite: la cetra, le chiome fluenti, la bellezza esteriore —> elena ha lasciato un uomo per unirsi con un uomo che non può essere definito tale . Paride , di fronte ad Ettore, si difende come può, non nega che lui abbia ragione a rimproverarlo , tuttavia Ettore ha un cuore impenetrabile e non è giusto che gli rinfacci i doni di Afrodite perchè sono sempre doni degli dei che gli uomini devono accettare con gratitudine e soprattutto nessun uomo ha l’arbitrio di scegliere quali doni ricevere secondo la propria volontà. Anche gli Dei la pensano allo stesso modo, perche se la bellezza non fosse una cosa così buona, non la elargirebbero come un dono , e poi se gli dei non danno a tutti la stessa cosa gli uomini non ne hanno alcuna colpa? Paride non vede contraddizione nel ritenersi innocente ed al tempo stesso irresponsabile delle proprie doti naturali e dei propri comportamenti —> i veri responsabili sono gli dei Lui è responsabile in quanto causa oggettiva di tutto ciò che stanno vivendo i suoi concittadini —> se i greci saranno d’accordo combatterà a duello con Menelao , chi vince si prenderà Elena e le ricchezze che la donna porta con se. In questo modo la guerra si concluderà senza ulteriori spargimenti di sangue. Ettore felice di questa proposta si mette in moto per far arrivare la notizia ai greci e a Menelao . La bellezza di Elena e la saggezza dei vecchi Iride, messaggera degli Dei, si reca da Elena per informarla di quanto sta per accadere e la invita ad assistere all’imminente duello, allora Elena si dirige presso le porte Scee ove siedono alcuni consiglieri di Priamo che una volta furono guerrieri e ora sono abili oratori —> omero lo spiega con una metafora quella del canto delle cicale, il paragone con i canto delle cicale in realtà è positivo perche esse sono simbolo di un discorso ben costruito e persuasivo. In questo frangente è singolare la figura di Nestore, che mentre in gioventù si era distinto per il suo valore guerriero, durante la guerra di Troia eccelle per saggezza ed eloquenza. Per omero, chi è fecondo ed eloquente è anche saggio ed è proprio questa saggezza che rende la parola accattivante e persuasiva. Quando i saggi e gli anziani consiglieri di Priamo vedono passare Elena in tutto il suo splendore, non possono non trattenere un moto di ammirazione , Omero afferma che alla vista Elena sembra tremendamente simile ad una divinità immortale. Per gli anziani consiglieri di Priamo la bellezza di Elena è potente, meravigliosa ma al tempo stesso terrificante e pericolosa, pertanto è meglio che elena vada via, che vada altrove perchè è soltanto una rovina . Possiamo attribuire a questa frase un valore concessivo : elena nonostante sia bella se ne deve andare” -il fatto che sia bella rappresenta da un lato l’impulso di trattenerla e di combattere per lei, ma dall’altro proprio perchè è bella la si vorrebbe mandare via. Elena di lui ad Ettore dice: il suo difetto non risiede tanto nel non volere, ma nel non capire , non vuole perché non capisce —> la vergogna e le passioni, il biasimo, non entrano nella sua mente e nel suo cuore , non hanno nessuna influenza su di lui e sui suoi comportamenti—> Paride non sa che cosa sia la vergogna , se lui percepisse nella vergogna dell’eroe disonorato di fronte ai suoi compagni e commilitoni , quel danno gravissimo che rende la vita assolutamente indesiderabile, al punto che la morte stessa diventa preferibile, poi si allontanerebbe dalla battaglia per sua decisione volontaria. Eros: un modello diverso di virtù? Quando la moglie Andromaca lo esorta a salvarsi, per proteggere lei stessa e il figlio, Ettore rifiuta cortesemente, questi infatti è emblema del senso del d0vere , l’atteggiamento di chi non ha dubbi su che cosa si DEVE fare , nutrendo scarsa o nulla fiducia nel successo dell’impresa—> ma buona parte di questo senso del dovere è provocata dalla vergogna. Per molti valorosi guerrieri è normale vedere la battaglia non come qualcosa di ineluttabile ma di fortemente appetibile e desiderabile, al punto che si slanciano con impeto ed entusiasmo frenetici. Potrebbe sembrare che Paride accetti il quadro di riferimento che gli presenta Ettore e cerchi di scusarsi per non esserne all’altezza. Tuttavia la sua acquiescenza ai valori che gli vengono proposti in realtà è soltanto finzione—> a lui si richiede come ad ogni altro eroe dell’Iliade la virtù, l’onore e la gloria che si conquistano in battaglia. Paride è l’eroe che conquista più allori sul talamo che nel campo, si defila se può, se deve fa la sua parte, al limite può capitargli di morire , visto che nessuno è immortale. Parlando dell’ira Ettoew gli offre un facile appiglio per entrare nel novero dei valori condivisi , all’irritazione dei compagni troiani che lo hanno visto estraniarsi in battaglia, Paride potrebbe opporre un’ira uguale e contraria—> non è secondo a nessuno e non accetta ordini da nessuno. Paride sta dicendo ad Ettore che il desiderio e la necessità si sfogare un dolore , può essere anteposto a quello di difendere la patria e di fare il proprio dovere in battaglia , di contribuire alla salvezza comune. Paride ha già ammesso che Ettore ha ragione e direbbe le stesse cose sempre quando interpellato o messo alle strette , non cambia la sua natura e nemmeno la distribuzione delle parti intrinsecabilmente fidata dagli dei, non cambia la qualità degli obiettivi e dei suoi desideri—> gli dei non gli hanno conferito le doti necessarie per comportarsi eroicamente in battaglia, invece lo hanno sottoposto all’imperio dei bisogni , dei dolori e dei desideri. PARIDE E LA SESSUALITA’ FEMMINILE, PREGIUDIZI DI GENERE Era e Atena sono nemiche di Paride implacabili perchè questi ha scelto la funesta lascivia concessagli da Afrodite. machlosyne—> follia generata dal desiderio sessuale, prevalentemente di carattere femminile, ha un significato assolutamente dispregiativo. Afrodite ha concesso a Paride di suscitare la lascivia nelle donne, ma questo tipo di lascivia caratterizza anche Paride e conferma la scandalosa immagine effeminata che egli rappresenta. Questo tipo di lascivia caratterizza anche Paride e conferma la scandalosa immagine androgina ed effeminata che ne rappresenta. È decisiva in Paride l’acquiescenza al femmineo e al lato femminile della sessualità, dal momento che l’omosessualità maschile era compatibile con il quadro culturale del tempo. Lo sguardo aperto dall’Iliade sulla sessualità femminile passa attraverso la figura maschile di Paride, mentre dal lato femminile, con Elena troviamo solo silenzio. —> quando Paride la sollecita ad entrare nel letto nuziale, lei ci va senza dire nulla e subito, si tratta di un atto di sottomissione per via del ruolo subordinato che la donna aveva nella civiltà greca. Infatti poco prima Elena aveva inveito contro la debolezza di Paride prendendo le parti di Agamennone—> quindi questo ci fa pensare che lei non sia una sottomessa bensì una donna di carattere. Potremmo pensare che Elena si sia concessa a Paride perchè ammalata dalla sua bellezza—> così vede le cose Walter Otto. Ma se dessimo credito a questa ipotesi, dovremmo ritenere che la bellezza di Paride sia una sorta di narcotizzante che il possessore può attivare suscitando così il desiderio da parte dell’altro, in qualunque momento gli venga in mente di farlo. A noi non interessa però comprendere le cause dell’agire di Elena ma al contrario perchè Omero non senta il bisogno di offrire una spiegazione, di inserire uno spazio bianco —> poiché si tratta di una donna, Omero preferisce non dire niente, preferisce l’amore alla guerra, Paride è biasimato e non sente il bisogno di giustificarsi Per la donna non c’è virtù, la donna è volubile e improvvisamente la sua ragione può diventare desiderio. AMORE UMANO E AMORE DIVINO L’amore di Paride e di Elena è una forza disarmante, capace di conquistare e dominare in modo imprevisto pensieri, volontà e desideri di una persona. Questa forza sembra essere identificata come impulso sessuale di una bellezza che appare allo sguardo. La forza dell’eros colpisce in modo travolgente sia uomini che dei. Si tratti di uomini o di dei non fa alcuna differenza, l’eros colpisce allo stesso modo in maniera travolgente. L’analogia con gli Dei è uno degli argomenti più convincenti che Elena , nelle Troiane di Euripide oppone al marito Menelao che vorrebbe ucciderla a nome suo e di tutti gli Achei —> per il tradimento perpetuato a lui e a tutta la patria. Punisci la dea e diventa più forte di Zeus Che ha il potere su tutte le altre divinità Ma di quella è schiavo La dea in questione è Afrodite, Menelao vorrebbe punire Elena per il suo errore—> ma Elena non ha sbagliato nulla perchè è stata costretta dalla dea , contro il suo potere non ha difese neppure Zeus. L’AMORE CHE SCIOGLIE LE MEMBRA Il potere dell’eros secondo Esiodo ha l’effetto di sciogliere le membra, una capacità che è segnalata dall’aggettivo lusimelès , che per Omero è associato agli effetti del sonno e della morte. Le membra sciolte indicano un corpo abbandonato senza direzione e governo unitario ai suoi moti fisici, scomposto e disarticolato come capita al cadavere o a chi è sotto l’ebbrezza del vino. Secondo alcuni tale può essere anche l’effetto dell’Eros, questo aggettivo è usato da Saffo e da Archiloco, ma se lo scioglimento delle membra è assimilato al gesto di scompostezza che caratterizza il corpo umano quando la vita lo abbandona, o quando ad esempio una persona è ubriaca, in che modo si può dire che sciolga le membra? L’amore scioglie le membra a causa del suo senso di abbandono e di mancamento , come un “tuffo al cuore” , come se si avvicinasse alla morte—> il nesso tra amore e morte , ma non senza un riferimento alla morte e al lasciarsi andare. Il nesso fra amore e morte è un motivo molto frequente della poesia di tutti i tempi: -per esempio possiamo considerare Cavalcanti o la languida sensibilità di Leopardi. Leopardi: Allude all’impudico agitarsi delle membra quando i corpi si avvinghiano , mescolandosi nell’amplesso amoroso, non a caso Platone nel Filebo dirà che il piacere sta sotto il segno dell’infinito , dell’indefinito, nel senso di scomposto. EROS E INTELLETTO l’Ecuba delle Troiane di Euripide , nonostante sia consapevole del potere deduttivo della bellezza , non è disposta ad ammettere che Elena sia innocente —> Elena è colpevole perchè ha permesso che la sua mente diventasse desiderio, il nous qui è un soggetto attivo dell’azione Ecuba lascia intendere che Elena abbia potuto scegliere tra il nous e Cipride—> ha scelto con il nous di cedere all’eros , dire che il nous è diventato Cipride vuol Dire affermare che Elena ha reso i pensieri dell’intelletto conformi ai desideri d’amore : Elena non è uscita di senno - non ha smesso di ragionare - Non ha sperimentato l’incolpevole annichilamento della sua sfera interiore - HA DECISO DI ESSERE ACCONDISCENDENTE IN TUTTO E PER TUTTO CON IL DESIDERIO, QUINDI E’ COLPEVOLE “ENCOMIO” di Gorgia Gorgia tratta l’anima come tipologicamente analoga al corpo, come una cosa naturalmente conformata a dipendere dall’effetto che i corpi producono su di lei Di conseguenza l’anima e il nous non hanno -né corpo né tempo Né consistenza per diventare desiderio , sono solo ciò che o reagenti corporei li spingono ad essere. BELLEZZA, VOLONTA’ , VIOLENZA Potrebbe essere stato Paride, colpito dalla bellezza di Elena a farne violenza , senza che Elena fosse consenziente , in questo caso il colpevole, colui contro fare biasimo sarebbe Paride, non Elena. —> se Elena è stata presa con la violenza, allora nessuna colpa e nessuna contaminazione la toccano. Ma siamo sicuri che Elena sia innocente in questo caso? Qui entrano in gioco tutte le distinzioni che si fanno rispetto alla componente maschile riguardo alla violenza—> la donna potrebbe non essere stata incolpevole , potrebbe aver avuto un atteggiamento invitante o si potrebbe dire che lo abbia provocato con la propria bellezza, una cosa del genere sarebbe impensabile nell’Atene classica, dove la donna veniva quasi reclusa. Tuttavia la condizione della donna non era uguale in tutta la Grecia , a Sparta le donne godevano di maggiore considerazione. Serietà, in più vi erano più occasioni in cui potevano essere viste. Per esempio Elena poteva intrattenersi tranquillamente a conversare con più uomini, nel canto iv dell’Odissea, la vediamo sedersi e conversare accanto al marito, quindi sembra che Paride abbia avuto modo di vedere la bella consorte di Menelao. A questo proposito ricordiamo una riflessione presente nel Gorgia: Gorgia dice che Elena avesse la bellezza simile di un Dio e che non avesse fatto nulla di speciale per ammaliare Paride, se non essendo se stessa, dice che non ha fatto nulla per nascondere la sua bellezza—> e perchè avrebbe dovuto farlo? Nascondere o disprezzare un dono degli dei sarebbe empio, sarebbe paragonabile a rifiutarlo. Nel discorso di Gorgia spicca la grande naturalezza di Elena, sa di avere questo importante dono tuttavia si comporta normalmente. Ora però, per Gorgia Elena e Paride sono sullo stesso livello, perchè ne assolve uno e ne incrimina l’altro? Nell’immaginario sessista di quei tempi , il cedimento all’amore è il risultato della conseguenza che la vista provoca nell’individuo, l’impulso alla violenza è l’effetto che provoca nell’uomo. AMORE E GUERRA L’amore che scioglie le membra e abbatte le difese sembra collocarsi in un posizione di antagonismo molto forte con l’ideale di virtù coraggiosa e guerriera dell’antichità Tuttavia on un rovesciamento dei ruoli, è Proprio Paride, l’imbelle esperto in amore che sconfiggerà Ettore, l’eroe più forte a quel tempo. AMORE E CORAGGIO Non è così chiaro che amore e guerra, eros e polemos siano del tutto incompatibili, già qualche crepa la vediamo nell’Iliade Achille sospende la battaglia a causa dell’ira nei suoi confronti di Agamennone AMORE MALATTIA, AMORE MEDICINA La soddisfazione di un bisogno, Aristippo e Antistene L’EROS provoca forti sconvolgimenti nell’animo delle persone, soprattutto se inteso come forza che annebbia la mente. Nella poesia, nella letteratura, compaiono sempre molte differenze e prese di distanza: questo come tentativo di selezionare , all’interno del fenomeno erotico, ciò che per altri versi può essere accolto senza smarrimenti o perdita di controllo da parte dell’intelletto. Il rifiuto dell’eros è un tema molto ben presente nella mitologia greca—> prendiamo in considerazione le due figure emblematiche della Dea Artemide e dell’eroe Ippolito, in questo caso si tratta non già di sdegnare l’amore in quanto oggetto infido e insidioso ma di sdegnarlo in favore di attività ritenute più nobili e divine. ARISTIPPO E L’EROS Aristippo è considerato il fondatore di una filosofia edonistica —> vuol dire che non vede nella vita umana alcun fine superiore al piacere. Pertanto è necessario secondo lui, che la ricerca del piacere non si traduca in una condizione insoddisfatta che mina alla vita buona—> non deve essere controproducente. Ma è davvero possibile accedere all’eros prendendo quanto c’è di buono e scartando il resto? È possibile controllare il nostro intelletto e le nostre pulsioni? Una possibile soluzione consiste nel separare l’eros dai piaceri del sesso, perchè la follia dell’eros sembra la principale responsabile di una perdita di controllo. Come è possibile separare l’eros dalla carne? Se consideriamo l’eros in quanto passione canale, allora è possibile, alla luce della modernizzazione fra si che diventi un valore negoziabile e calcolabile alla luce della misura della moderazione. Tuttavia l’eros non deve diventare una sorta di appetito morboso rivolto ad una sola persona , perchè altrimenti, come dice Aristippo , diverremmo dominati. ANTISTENE DI MEGARA E L’EROS La sua prospettiva è diametralmente opposta a quella di Aristippo ( che professava l’eudemonismo etico), sostiene infatti che l’eros non sia eliminabile dagli uomini, perchè obbedisce ad un bisogno non eliminabile, ma deve essere fermato almeno un istante prima di permettergli di prendere il controllo sulla ragione . Per Antistene il piacere non è da annoverarsi fra le cose che rendono buona e felice la vita umana, ma al contrario sarebbe l’effetto collaterale del mancato soddisfacimento di una mancanza, un effetto collaterale che bisogna tenere rigorosamente a freno, perchè in caso contrario c’è il rischio che diventi semprepiù pretenzioso e violento sino a diventare padrone della psiche umana. AMORE MEDICO: ARISTOFANE Gli uomini dovrebbero venerare Eros perchè è grande la potenza di questo Dio e offrirgli più sacrifici di quanto non facciano, la sua potenza è molto grande, come quello che può fare per gli uomini. Da questo si evince che la potenza dell’Eros si sostanzia non tanto nell’elargire agli uomini un qualche bene, ma nel trovare un rimedio per i loro mali—> ha un valore “medico”. Ma se questo fosse vero, l’esistenza dell’eros sarebbe strettamente correlata all’esistenza del male, inteso come bisogno o mancanza—> l’eros è qualcosa che non si ha, è la ricerca costante di qualcosa che non si possiede, è desiderio. Per Lucrezio l’eros si sviluppa dall’inizio alla fine lungo una traccia di carattere fisico e materiale: i simulacri, che soni materia annunciano e rivelano altre cose materiali, come la bellezza, il volto, il bel colorito—> quindi sembrerebbe che per Lucrezio l’amore si riduca ad un qualcosa di materiale La visione di questi simulacri ferisce la mens e suscita nel corpo della persona ferita prima il ribollire degli umori e poi il versamento di questi umori nel corpo che ne ha causato l’eccitazione. Lucrezia non nega che in questo amore vi sia del piacere , ma questo piacere è una goccia, ha la durata di un attimo, si esaurisce nel brivido brevissimo dell’orgasmo e poi come dicd Lucrezio segue una frigida cura—> una condizione prolungata di fredda tensione, di dolorosa mancanza di ciò che si è posseduto e che si torna a desiderare. Questo accade a causa dei simulacri, sono capaci di produrre effetti materiali in assenza della persona desiderata—> rimangono attivi e generano il desiderio, anche quando il desiderio non può essere appagato perchè l’oggetto che lo produce è assente. È per questo motivo che si producono le pene d’amore, perchè si continua a pensare ad una persona che è assente In prima istanza potremmo pensare che il sesso e l’amore siano la stessa cosa: e che alla luce di conseguenze inesorabilmente negative debbano essere rifiutati entrambi. Lucrezio non vuol intendere questo, infatti il piacere sessuale identifica indubbiamente un bisogno che esiste , e quindi si deve trovare un modo epicureo affinché questo bisogno sia soddisfatto: UN MODO CHE NON COMPROMETTA LA FELICITà DEL SOGGETTO Quindi fa nuovamente appello ai simulacri, è il simulacro di quella persona precisa che ora non c’è più che produce l’affanno di amore, l’innamorato soffre per nessun’altra ragione se non che il suo desiderio si rivolge a quella persona, al suo viso e al suo corpo , è di quello e non di altro che sente la mancanza. Il caso dell’eros è analogo a ciò che accade, secondo la dottirina di Epicuro, con gli altri bisogni come la fame e la sete, esistono secondo epicuro maniere facili e semplici per saziarsi e per dissetarsi—> accedere a quel piacere in quiete che per epicuro è la quintessenza della felicità: l’assenza di desideri e bisogni—> ATARASSIA L’infelicità sorge quando un individuo complica i suoi bisogni in modo tale da renderne difficile il soddisfacimento : vuole cibo o una bevanda precisa e poiché difficilmente proprio quel cibo o quella bevanda possono essere sempre a disposizione, l’effetto che ne risulta è la continua alternanza tra una fulminea soddisfazione e la frigida cura. Secondo Lucrezia, in definitiva, è necessario curare le pieghe d’amore quando sono ancora fresche oppure trovare un modo di rivolgere altrove i moti dell’animo. Ciò che lui consiglia fondamentalmente è limitare il bisogno d’amore alla soddisfazione spicciola e immediata che si può inseguire semplicemente con ciò che ha a portata di mano. L’errore dell’innamorato consiste nel credere che questa figura e questa persona siano l’oggetto del bisogno ma in realtà si tratta di un bisogno falso, indotto dalla presenza ossessiva di un simulacro. È necessario convincersi che il bisogno d’amore è una cosa molto più ristretta e semplice da soddisfare. Spiegazione fisiologica—>l’innamorato trattiene dentro di se il seme, rinvia la soddisfazione del desiderio fino a quando non potrà sfogarlo con la persona che ama, da questo mancato sfogo e intasamento che derivano le sofferenze.
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