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Riassunto del libro "Esperienza e Educazione" di John Dewey, Dispense di Pedagogia

Riassunto del libro "Esperienza e Educazione " di John Dewey.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 09/02/2023

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4.6

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Scarica Riassunto del libro "Esperienza e Educazione" di John Dewey e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! CAPITOLO1°-Educazione tradizionale e educazione progressiva La storia della teoria dell'educazione è caratterizzata da due idee in opposizione: 'educazione come sviluppo dal di dentro (basata sulle doti naturali); l'educazione come formazione dal di fuori (prevede il soggiogamento delle inclinazioni naturali). Queste idee riassumono il concetto di Educazione tradizionale e progressiva. L'educazione tradizionale prevede 3 caratteristiche: 1. materia dell'educazione: composta da "corpi" di informazioni e abilità elaborati in passato che devono essere trasmessi alle nuove generazioni; norme e regole di condotta (che sono la saggezza del passato); addestramento morale: formare "abiti di azione" che siano conformi alle regole e norme di condotta (di cui sopra). L'obiettivo dell'educazione tradizionale è preparare il ragazzo alle responsabilità futuree al successo nella vita attraverso l'acquisizione di conoscenze e abilità. discenti devono avere caratteristiche di docilità, ricettività, obbedienza. Gli insegnanti sono gli agents, i mezzi per trasmettere le abilità, le conoscenze e rafforzare le regole di condotta. La critica di Dewey. Il sistema tradizionale prevede una imposizione dal'alto e dal di fuori. Vengono imposte regole, programmi, metodi di persone adulte a minori che si aviano alla maturità molto lentamente. Ciò impedisce una partecipazione attiva a ciò che gli viene insegnato. I programmi sono prestabiliti, statici, non considerano nessun cambiamento nonostante la società si evolvi. L'educazione nuova prevede: esperessione e cultura dell'individualità (che non sia imposta dall'alto); libera attività (e non disciplina esterna); apprendimento attraverso l'esperienza (non dai libri o dai maestri); acquisizione di abilità e tecniche come mezzi per raggiungere scopi che rispondono a esigenze vitali (e non mediante l'esercizio) preparazione alla vita presente (e non al futuro remoto); familiarizzazione con un mondo in movimento ( e non un modno statico). Per Dewey è fondamentale che vi sia una relazione tra il processo dell'esperienza effettiva e l'educazione. Una idea esatta dell'esperienza comporta uno svolgimento positivo e costruttivo dell'educazione. I contatti con Il'adulto ( il maestro e la sua esperienza ) e il minore (Vimmaturo e la sua esperienza) è possibile attraverso un'educazione che sia al passo con i fattori sociali che costruiranno l'esperienza individuale. L'educazione tradizionale limita la libertà del minore, blocca il progresso intellettuale e morale. Le materie di studio vincolate al passato sono poco utili ai problemi del presente. L'educazione nuova valorizza la libertà dell'allievo e la conoscenza del passato e un mezzo per agire nel futuro. CAPITOLO 2°-Bisogno di una teoria dell'esperienza Dewey sostiene che c'è un collegamento tra educazione ed esperienza personale. Per esperienza si intende la conoscenza acquisita attraverso il contatto con un determinato settore della realtà. Non tutte le esperienze sono educative, vi sono quelle diseducative che arrestano lo svolgimento dell'esperienza ulteriore. Quando le esperienze sono sconnesse tra di loro succede che: 'energia si dissipa; l'attenzione si disperde; - si è incapaci di controllare le esperienze future. Queste esperienze prese come oggetto di divertimento o di rivolta non permettono l'autocontrollo. Nell'educazione tradizionale, che si svolge in aula, gli alunni fanno esperienza ma sono esperienze negative poichè gli alunni perdono il desiderio di apprendere e diventano incapaci di generare idee. Lo scopo di Dewey è quello di evidenziare la caratteristica della continuità dell'esperienza ossia una buona esperienza genera un'altra esperienza. La qualità dell'esperienza ha due aspetti: essere immediatamente gradevole o sgradevole; l'esperienza influenza le altre esperienze. In questo secondo aspetto l'effetto dell'esperienza non si vede subito. Per questo motivo l'educatore deve fare in modo che le esperienze non devono solo essere immediatamente gradevole ma devono promuovere nel futuro le esperienze che si desiderano. Per cui le esperienze di oggi continuano a vivere nelle esperienze future. II problema centrale dell'esperienza è proprio quella di scegliere un tipo di esperienza che vivrà nelle esperienze future che seguiranno. Le scuole tradizionali sono basate su programmi, piani, abitudini prestabilite e legate al passato, alle tradizioni. Le scuole nuove (educazione progressiva) avverte il bisogno di organizzarsi su idee, su una filosofia dell'educazione fondata su una filosofia dell'esperienza. Capitolo 4-Controllo sociale. Se si considera l'educazione come esperienza di vita diventa necessario che progetti educativi si ispirino ad una teoria intelligente (o filosofia dell'esperienza). Due sono i principi fondamentali nella costituzione dell'esperienza: principio dell'interazione e della continuità che sono intimamante connessi tra di loro. Quando si prendono in esame i problemi dell'educazione spesso si comincia da altre situazioni che non siano propriamente la scuola. Un cittadino è soggetto al controllo sociale. Tale controllo non è avertito dal cittadino come una restrizione della libertà personale . La vita quotidiana (libertà individuale) quindi subisce un controllo sociale. Es. I ragazzi dopo la scuola o la ricreazione giocano (nascondino, calcio..)i giochi implicano delle regole che pongono un ordine nella loro condotta. Ne deriva che: - le regole sono parte dle gioco; - un giocatore nonostante trovi che una decisione non sia giusta o che lo irriti non può opporsi alla regola,ma ne può solo denunciare la violazione; - le regole e dunque la condotta sono un modello. Le regole possono essere modificate dai ragazzi solo se il gruppo di adulti (modello da seguire) hanno introdotto dei mutamenti nelle regole. II punto cruciale è sapere da chi viene esercitato il controllo. Il controllo delle azioni individuali è dato dall'intera situazione di cui gli individui ne fanno parte, non avvertono di sottostare a un individuo o di essere soggetti alla volontà di una persona. Possono sorgere delle dispute solo se un individuo tenta di imporre la sua volontà personale per un proprio fine. Quindi si può affermare che il controllo sociale non viola la libertà dell'individuo poichè il controllo è esercitato dall'intero gruppo (è sociale) di cui l'individuo fa pienamente parte. Lo scopo è quello di fare l'interesse del gruppo. piani ed i In una scuola bene ordinata: l'insegnante deve esercitare il proprio ruolo cercando di ridurre la autorità personale. Quando parla o agisce fermamente lo fa per il bene del gruppo. Questa è un'azione "giusta" e leale perchè si fa il bene del gruppo e non un' azione "arbitraria"; azione motivata dal potere personale e dal desiderio di imporla. Nella scuola tradizionale l'insegnante doveva temere l'ordine per cui assumeva il ruolo di "padrone" (dittatore). La scuola non era un gruppo nè una comunità. Nella scuola nuova l'insegnante agisce come se fosse un dittatore dell'attività associata, in cui tutti gli individui ne prendono parte e di cui si sentono i responsabili. La vita di comunità si organizza con un pensiero e piani di lavoro ben precisi (l'organizzazione non lede la libertàl). L'educatore deve conoscere gli educandi e predisporre un piano di lavoro flessibile ma fermo nel rispetto dei bisogni dei minori per sviluppare le loro capacità. Leducazione è essenzialmente un processo sociale perchè lo sviluppo dell'esperienza (educativo) si compie attraverso l'interazione. CAPITOLO5°-La natura delle libertà Quando si parla di natura della libertà, si intende la ibertà dell'intelligenza, ossia la libertà di osservare e di giudicare i piani che hanno un valore intrinseco. La libertà non deve essere identificata con la libertà di movimento (lato esterno o fisico) dell'attività. II lato esterno (o fisico) dell'attivitä non può essere separato dal lato internob di esso ( dalla libertà di pensare di desiderare, di fare progetti). Nella scuola tradizionale vi era una grande limitazione della libertà intelletuale e morale del morale, ed una grave limitazione della libertà del movimento esetrno ( vi era una vera e propria immobilità fisico). Una maggiore libertà di movimento è un mezzo di crescita (non un fine). Una maggiore libertà di movimento esteno permetta allinsegnante di conoscere meglio il minore di modo che esso possa rivelare la sua natura (in quantoil minore non è costretto e vivere una situazione arificiale di "obbedienza"). Inotre il processo di apprendimento dato dall'attività intellettuale (cervello) + attività fisica (mani, laboratorio). Nella scuola tradizionale era "premiata" la passività e ricettività, dove il silenzio è la principale virtù. Gli impulsi e i desideri naturali costituiscono un punto di partenza ma la crescita intellettuale si ha solo quando tali impulsi e desideri vengono in qualche modo inibiti attraverso la riflessione e il giudizio individuale e quindi la creazione del potere di autocontrollo. CAPITOLO 6°-Il significato del proposito. La formazione dei propositi e l'oragizzazione dei mezzi per eseguirli sono opera dell'intelligenza. lI punto di partenza di un proposito è limpulso. Quando un impulso non viene appagato si converte in un desiderio, ma nè un impulso nè un desiderio sono un proposito. ll proposito è la visione di un fine ossia è la previsione delle conseguenze dell'opera spinta da un impulso. La previsione delle conseguenze l'osservazione delle condizionie delle circostanze con la quale ci deve essere interazione e cooperazione. Ad es. L'azione del camminare non può essere appagato se non vi sia un collegamento al suolo sulla quale camminiamo. In condizioni nomali non facciamo molta attenzione al suoloma se esso è pieno di insidie poniamo più attenzione ad osservarlo. Ma solo l'osservazione non basta, bisogna comprendere anche il significato di ciò che vediamo, udiamo e tocchiamo. Questo significato risulta dalle conseguenze dell'azione che si intraprende. Es. un bambino che vede una fiamma è attratto dal suo splendore e vuole afferrarlo. II significato della fiamma non è il suo splendore ma il potere di bruciare, come si verificherà se il bambino la toccherà. implica l'attività dell'intelligenza che richiede Le esperienze anteriori (se il bambino siè già bruciato in passato) potrà avvertirlo delle conseguenze di toccare la fiamma. Per cui la fiamma per noi significa luce e calore, se abbiamo avuto esperienze passate (scottature) si richiamano alla memoria esse, si riflette su di essa... La formazione dei propositi è un'operazione intellettuale complessa implica le osservazioni circostanti, la conoscenza di ciò che è accaduto in passato in situazioni analoghe ottenute tramite il ricordo o con l'informazione con l'avvertimento di coloro che hanno più esperienza. Un proposito è diverso da un impulso e da un desiderio poichè il proposito è tradotto in un piano e metodo d'azione basato sulla previsione delle conseguenze delle operazioni fatte in certe condizioni. L'educazione deve fare in modo che l'azione sia preceduta dall'osservazione e dal giudizio e non dal desiderio immediato. Questo è importante per le scuole progressive che devono basarsi su un'attività intelligente. Il desiderio può essere convertito in proposito e il proposito in piano d'azione. L'educazione tradizionale ignora l'importanza dell'impulso e del desiderio come spinta iniziale all'azione. Il compito dell'insegnante è quello di aiutare l'alunno ad osservare in maniera intelligente le circostanze e di formulare un giudizio su di esse al fine di sviluppare un proposito. L'insegnate deve verificare la capacità, i bisogni, le esperienze passate degli alunni e trasformare i propositi in piani e metodi d'azione. In questa prospettiva il piano (progetto educativo) è un'impresa cooperativa e non un imposizione dove il proposito nasce e prende forma attraverso il processo dell'intelligenza sociale.
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