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Riassunto del libro Geocartografia (Lucarno, Lavagna), Sintesi del corso di Geografia Del Turismo

Riassunto completo del libro di Geocartografia di Lucarno e Lavagna, per il corso di Cartografia (Milano Bicocca)

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 22/11/2020

Luca.Bertoloni
Luca.Bertoloni 🇮🇹

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Scarica Riassunto del libro Geocartografia (Lucarno, Lavagna) e più Sintesi del corso in PDF di Geografia Del Turismo solo su Docsity! GEOCARTOGRAFIA CAPITOLO 1: LA TERRA E LA SUA RAPPRESENTAZIONE CARTA GEOGRAFICA = rappresentazione grafica RIDOTTA, SIMBOLICA e APPROSSIMATA della superficie terrestre su una superficie piana RIDOTTA = rimpicciolimento delle dimensioni reali della superficie terrestre secondo un rapporto detto scala, che consente di disegnare l’intera superficie che si intende rappresentare sul foglio SIMBOLICA = tutti gli elementi fisici presenti sulla superficie terrestre, naturali o di origine antropica, sono descritti da segni imitativi o convenzionali (---> prima imitativi poi convenzionali) APPROSSIMATA = la superfice sferica della Terra non sarà mai riproducibile con esattezza su un piano (il foglio di carta) senza dare luogo a deformazioni FORMA E DIMENSIONI DELLE TERRA = la terra è una sfera. Eratostene di Cirene, bibliotecario in Alessandria nel III secolo a. C. stabilì la misura della circonferenza terrestre in 39.000 km avvicinandosi notevolmente alla realtà, ma la scoperta rimase fine a sé stessa ELLISSOIDE DI ROTAZIONE = sfera leggermente schiacciata ai poli. Si chiama così perché è una figura geometrica tridimensionale che si può ottenere facendo ruotare una ellisse attorno ad un suo asse (asse minore nel caso della Terra). Il rigonfiamento equatoriale (e lo schiacciamento polare) è causato dalla rotazione terrestre. La differenza tra raggio equatoriale e polare è di circa 21 km. INDICE DI ECCENTRICITÁ = rapporto tra la differenza tra i due diametri e il diametro equatoriale. Tanto più il valore dell’eccentricità è alto quanto più la forma è schiacciata. GEOIDE = solido ideale la cui superficie teorica al livello del mare risulta in ogni punto perpendicolare alla direzione della gravità. Il geoide è un po’ rigonfio in corrispondenza dei continenti e leggermente depresso in corrispondenza degli oceani BIUNIVOCITÁ = a ogni punto sul terreno deve corrispondere uno e un solo punto sulla carta, così come a un punto sulla carta non può corrispondere che un solo punto sulla realtà COORDINATE ANGOLARI = sistema più utilizzato nelle carte di media e piccola scala POLI = intersezione dell’asse di rotazione con la superficie della sfera MERIDIANI = ogni circolo massimo passante per i poli il quale determina, a sua volta, due semicerchi PARALLELI = circoli minori perpendicolari ai meridiani ottenuti intersecando la superficie sferica con piani perpendicolari all’asse di rotazione PIANO EQUATORIALE = piano che passa per il centro della sfera (equidistante dai poli) LATITUDINE = il valore angolare dell’arco di meridiano compreso fra il punto e l’equatore LONGITUDINE = il valore angolare dell’arco di parallelo compreso fra quel punto e un meridiano di riferimento COORDINATE = sistema di valori che permette di trovare un punto su una superficie o nello spazio. Le coordinate più usate sono la latitudine e la longitudine QUOTA = terza coordinata utilizzata. Rappresenta l’altitudine rispetto a un livello di riferimento, quello medio del mare, nei cui confronti può assumere valori positivi e negativi TROPICO DEL CANCRO = situato nell’emisfero boreale, è definibile come il parallelo più settentrionale in cui il Sole culmini allo zenit un giorno all’anno (nel solstizio di giugno). Quando il Sole è allo zenit al tropico del Cancro si ha l’inizio dell’estate boreale (e, per contro, quello dell’inverno australe) TROPICO DEL CAPRICORNO = situato nell’emisfero australe, è definibile come il parallelo più meridionale in cui il Sole culmini allo zenit un giorno all’anno (nel solstizio di dicembre). Quando il Sole è allo zenit al tropico del Capricorno si ha l’inizio dell’estate australe (e, per converso, quello dell’inverno boreale) CIRCOLI POLARI ARTICO e ANTARTICO = i due paralleli dove rispettivamente il giorno 21 giugno (solstizio d’estate) e il 21-22 dicembre (solstizio d’inverno) il Sole a mezzanotte sfiora l’orizzonte senza tramontare LINEA DEL CAMBIAMENTO DI DATA = rappresentata dall’antimeridiano di Greenwich. Quando si attraversa questa linea andando verso est si deve ripetere la stessa data, al contrario, quando si attraversa questa linea andando verso ovest dobbiamo passare al giorno successivo CAPITOLO 2: CENNI DI STORIA DELLA CARTOGRAFIA I primordi della cartografia La RAPPRESENTAZIONE SU UN PIANO di porzioni di un territorio per indicare la posizione reciproca di elementi in esso collocati risale certamente a epoche molto antiche. Es. ---> - rudimentali mappe incise su roccia risalenti a oltre 10.000 anni fa sono state rinvenute in GIORDANIA e in UCRAINA - in VAL CAMONICA, dove viveva l’antico popolo dei Camuni, si è conservata su una roccia una mappa che rappresenta un villaggio di oltre 10.000 anni fa - dalle ANTICHE CIVILTÁ DEL MEDIO ORIENTE ci è giunta una tavoletta d’argilla risalente al 2400- 2200 a.C. raffigurante il corso dell’Eufrate con alcune città - dall’EGITTO mappe con i confini di proprietà agricole e probabilmente il tracciato di canali d’irrigazione Più recenti sono invece i tentativi di RAPPRESENTAZIONE DEL MONDO INTERO. Es. ---> - TAVOLETTA DI ARGILLA BABILONESE del VII secolo a.C. conservata nel British Museum che raffigura la terra a forma di disco circondata da un anello di acque La cartografia oggi: telerilevamento, cartografia elettronica e GIS Gli straordinari progressi registrati nel corso del NOVECENTO in campo scientifico e tecnico hanno avuto ricadute importantissime sulla conoscenza della superficie terrestre e sulla cartografia. - Introduzione della FOTOGRAFIA sul finire dell’Ottocento (FOTOGRAMMETRIA) - Applicazione della fotografia ai mezzi aerei (AEROFOTOGRAMMETRIA) - Rilevamento dallo spazio (TELERILEVAMENTO) - Sviluppo della CARTOGRAFIA ELETTRONICA ---> Già nella prima metà del Novecento era molto cresciuta la produzione di carte di tutte le scale e degli atlanti: molti stati si erano dotati di un atlante nazionale, ricco di carte generali e tematiche. L’Atlante fisico-economico d’Italia venne pubblicato nel 1940 a cura di Giotto Dainelli ---> Per quanto riguarda gli ATLANTI GENERALI è anche da ricordare che alcuni paesi, oltre a produrre notevoli opere di consultazione (in Italia l’Atlante internazionale del Touring Club italiano uscito nel 1927) e scolastici, hanno avviato la produzione di ATLANTI DI PICCOLO FORMATO con dati statistici e altre notizie sugli stati del mondo aggiornati annualmente. È il caso in Italia del Calendario Atlante De Agostini, pubblicato fin dal 1904 e giunto pertanto, con continuo arricchimento dell’apparato statistico e cartografico, a superare la centesima edizione ---> Dopo la seconda guerra mondiale la produzione di carte di tutti i tipi e di atlanti è ulteriormente aumentata, mentre si manifestava una sempre più forte necessità di collaborazione internazionale per uniformare metodi e contenuti della carte (a tal fine l’ONU ha costituito uno specifico dipartimento) ---> Con i cosiddetti GIS (Geographical Information Systems, cioè Sistemi Informativi Geografici), un sistema di carte e archivi di dati georeferenziati (cioè attribuiti a precise località, regioni, comuni o singole unità abitative) e continuamente aggiornati, i tecnici possono disporre di tutte le informazioni necessarie a un corretto intervento sul territorio CAPITOLO 3: LE PROIEZIONI CARTOGRAFICHE Una superficie sferica non è sviluppabile su un piano e, pertanto, ogni rappresentazione cartografica non potrà mai riprodurre esattamente la superficie terrestre. ---> la PROIEZIONE GEOGRAFICA è l’operazione di trasporto e di riproduzione del reticolato sferico su una superficie piana per mezzo di metodi geometrici (proiezioni vere) o con l’applicazione di formule matematiche (proiezioni convenzionali). Le proiezioni geografiche possono avere o meno le seguenti proprietà: - EQUIVALENZA: le aree delle maglie delle coordinate geografiche risultano proporzionali alle corrispondenti aree misurate sulla superficie terrestre (ad aree uguali sulla carta corrispondono territori con superfici uguali nella realtà). Si mantengono pertanto inalterati i rapporti fra le aree, ma non le forme delle figure, che risultano deformate (indicata per CARTE GEOGRAFICHE A USO DIDATTICO) - CONFORMITÁ o ISOGONIA: gli angoli formati dalle intersezioni fra meridiani e paralleli rimangono inalterati sulla carta (90°); ciò comporta, tuttavia, l’impossibilità di rispettare la proporzionalità fra le distanze (indicata per CARTE NAUTICHE, perché facilitano i calcoli nella determinazione delle rotte) - EQUIDISTANZA: tutte le distanze misurate sulla carta a partire dal suo centro sono proporzionali alle corrispondenti distanze misurate sul terreno ATTENZIONE! Poiché una proiezione non potrà possedere contemporaneamente più di una di tali proprietà, essa dovrà essere scelta in base all’uso a cui la carta è destinata ---> Tre grandi classi di proiezioni, fra le più usate nei comuni atlanti: 1- PROIEZIONI PROSPETTICHE AZIMUTALI (=rispetto al punto di tangenza del piano di proiezione le varie direzioni conservano gli azimut reali): si ottengono proiettando secondo le regole della geometria proiettiva i punti della superficie del globo su un piano tangente a esso, a partire da un centro di proiezione scelto in un punto prefissato. Il piano di proiezione (quello su cui si realizza il disegno della carta) potrà essere tangente a uno dei poli (PROIEZIONE POLARE), all’equatore (PROIEZIONE EQUATORIALE), o in un punto di latitudine intermedia (PROIEZIONE OBLIQUA). Il centro di proiezione da cui partono le visuali potrà essere situato al centro del globo (PROIEZIONE CENTOGRAFICA), sul punto della superficie del globo diametralmente opposto a quello di tangenza (PROIEZIONE STEREOGRAFICA) o all’infinito (PROIEZIONE ORTOGRAFICA). Ciascuna di queste carte, presenta dei difetti: - Centografiche: nelle zone più lontane dal centro della proiezione si produce una dilatazione progressiva delle distanze e delle aree, con conseguente alterazione delle forme. Tale proiezione non è nè equivalente, né equidistante e ha scarsa utilizzazione nelle comuni carte degli atlanti - Stereografiche: le aree periferiche subiscono una dilatazione rispetto a quelle poste al centro della terra. Tale proiezione è pertanto conforme ma non equivalente - Ortografiche: mano a mano che ci si allontana dal centro di tangenza le distanze risultano contratte 2- PROIEZIONI PER SVILUPPO: si immagina di avvolgere il globo in un cilindro o in un cono proiettando il reticolo su tali superfici, a partire da un punto prefissato, analogamente a quanto visto per le proiezioni prospettiche. Più precisamente: Nelle PROIEZIONI CILINDRICHE le maglie del reticolo risultano rettangolari. Man mano che ci si allontana dal circolo di tangenza si verifica una dilatazione delle aree se l’origine della proiezione è posta al centro del globo, uno schiacciamento delle aree se invece l’origine della proiezione è posta all’infinito. Di conseguenza la distanza fra i paralleli risulterà in aumento o in diminuzione, procedendo dall’equatore verso i poli, a seconda della posizione del centro di proiezione. I meridiani sono invece tutte rette di parallele equidistanti Nelle PROIEZIONI CONICHE i paralleli sono rappresentati da archi di cerchi mentre i meridiani sono rette convergenti verso il vertice del cono (il polo). I Meridiani e paralleli si intersecano perpendicolarmente formando maglie trapezoidali convergenti verso il polo ATTENZIONE! Mentre con la proiezione cilindrica può essere rappresentato tutto il globo, la proiezione conica consente l’adeguata rappresentazione di un solo emisfero alla volta. Sia la proiezione cilindrica, sia quella conica conservano l’equidistanza solo in corrispondenza della linea di tangenza 3- PROIEZIONI MODIFICATE o CONVENZIONALI Tra di esse rientrano: - PROIEZIONE PSEUDOCILINDRICA MOLLWEIDE (o cilindrica modificata): è utilizzata per ottenere planisferi in cui le aree siano sostanzialmente equivalenti - PROIEZIONE CILINDRICA PIANA RETTANGOLARE: le maglie del reticolato sono rettangolari, con una delle dimensioni corrispondente alla reale misura, ridotta in scala, dei gradi di latitudine e l’altra a quella dei gradi di longitudine su due paralleli equidistanti dall’equatore. È evidente che in tale rappresentazione, usata anche da Tolomeo, le zone a latitudine più bassa rispetto a tali paralleli vengono sottodimensionate, mentre si allargano progressivamente le zone a latitudine più elevata. ---> La CILINDRICA MODIFICATA DI MERCATORE è spesso utilizzata per la rappresentazione dell’intera superficie terrestre. In essa, tuttavia, gli archi di meridiani compresi tra due paralleli vengono allungati nella stessa proporzione in cui aumentano rispetto alla realtà gli archi di parallelo a causa della mancata convergenza dei meridiani al polo. Ciò comporta ovviamente una grande dilatazione delle zone a elevata latitudine, facendo per esempio apparire la Groenlandia grande quanto l’Africa. Il cartografo tedesco ARNO PETERS, ritenendo che questa carta, come altre prodotte dai cartografi dei paesi “colonialisti”, produca una distorta valutazione delle dimensioni dei vari paesi a svantaggio di quelli intertropicali, ha proposto una diversa modifica della proiezione cilindrica, tale da ridurre la distanza tra i paralleli man mano che aumentano le latitudini. Il risultato è una carta equivalente, ma tutt’altro che conforme ed equidistante, che ha avuto largo seguito più per la forte promozione pubblicitaria dell’autore e per motivi ideologici che per una qualche validità scientifica ---> Tra i planisferi ottenuti con proiezioni convenzionali, finalizzata alla rappresentazione di fenomeni economici e politici, ricordiamo quello in PROIEZIONE INTERROTTA DI GOODE ---> La scelta dell’una o dell’altra proiezione dipende da diversi fattori, innanzi tutto dal contenuto della carta e dal tipo di riflessioni e confronti che ne possono derivare. Un altro fattore da considerare è la posizione sulla superficie del territorio da rappresentare. In qualche caso, oltre che il tipo di proiezione, può essere rilevante la scelta del centro della proiezione stessa: le carte europee sono solitamente eurocentriche, mentre i planisferi degli atlanti cinesi pongono al centro proprio la Cina e l’Oceano Pacifico. Come si vede, in cartografia i punti di vista possono essere numerosi e in qualche caso anche contrapposti! CAPITOLO 4: TIPI DI CARTE Anche nella cartografia l’adozione di un criterio classificatorio può essere utile per dare ordine alla materia. Le carte possono essere suddivise principalmente in due modi: 1- in base alla SCALA utilizzata: quella indicata sulle carte può essere espressa in due modi, talvolta presenti contemporaneamente: - la SCALA NUMERICA ---> è rappresentata con una frazione che indica il rapporto di riduzione. Il numeratore è sempre l’unità, mentre il denominatore è espresso da un numero che indica di quanto deve essere moltiplicata la distanza grafica (misurata sulla carta) per ottenere il valore della distanza reale sul terreno - la SCALA GRAFICA ---> viene rappresentata con segmenti rettilinei, divisi in parti uguali, sui quali è indicato, a ogni suddivisione, il valore della corrispondente distanza reale sul terreno. Essa permette un immediato apprezzamento visivo delle distanze reali rappresentate sulla carta. ATTENZIONE! Quanto più il denominatore del rapporto di scala è grande, tanto più la scala diventa piccola. Quindi, a parità di dimensione del foglio, piccola scala significa grande superficie terrestre rappresentata, ma scarsa quantità di particolari, limitati solo a quelli di maggiore importanza, mentre a grande scala, a fronte di una minore superficie territoriale, la descrizione del terreno sarà più dettagliata. La scala, come elemento classificatorio, ha determinato una precisa nomenclatura da utilizzare correttamente per designare una carta. Possiamo distinguere le rappresentazioni cartografiche in: - MAPPAMONDI o PLANISFERI (scala da 1:100 000 000 a 1:5 000 000) ---> rappresentano l’intera superficie terrestre. Utili per fini didattici, danno una buona idea dell’ordine di grandezza delle distanze fra i continenti e della loro posizione reciproca, riportando l’insieme del reticolo delle coordinate e solo alcuni dei maggiori elementi fisici (rilievi, pianure, grandi fiumi); spesso vengono riportate le posizioni delle maggiori città; con il termine di mappamondi che sono sempre rappresentazioni su un piano, sono spesso impropriamente indicati i cosiddetti GLOBI, di scala Tutti e tre i tipi di carta citati sono largamente usati per rappresentare la densità/distribuzione territoriale di un certo fenomeno (popolazione umana, capi di bestiame, sportelli bancari, ecc.). La scelta tra essi dipende da vari fattori tra cui la disponibilità di dati, ecc. Ad esempio: un cartogramma a mosaico della distribuzione della popolazione in Liguria su base comunale, effettuato a tavolino solo sulla base dei dati statistici disponibili, potrebbe risultare in certe zone poco efficace perché taluni comuni si estendono dalla costa alla displuviale: le densità risulterebbero così uniformi (con i valori medi del territorio comunale) su aree che hanno invece al proprio interno ampie differenze di valori: altissimi lungo la fascia costiera e assai bassi nell’entroterra montano In questo caso sarebbe più realistica ed efficace una carta a curve isometriche o a punti disegnata dopo un sopralluogo sul territorio ---> Nell’ultimo secolo le rappresentazioni cartografiche hanno subito profonde trasformazioni, specializzandosi secondo le esigenze dei nuovi oggetti di studio dello spazio geografico. Alcune si sono evolute oltre il classico dominio bidimensionale (rappresentazione di una superficie in un determinato momento), per descrivere eventi che si evolvono sia nello spazio sia nel tempo. Si hanno dunque rappresentazioni risultanti da una rigorosa CORRELAZIONE SPAZIO-TEMPORALE tra una dimensione spaziale (per esempio di una linea) e il tempo. È il caso del cosiddetto “orario grafico”, una carta che descrive un processo spazio-temporale, usata nei trasporti ferroviari per descrivere l’andamento nel tempo dei flussi di traffico su una determinata linea. Esso è costituito da due assi cartesiani: i tempi sono sull’ascissa, suddivisa in opportuni intervalli (ore e minuti); in ordinata sono invece riportate, in scala, le progressive chilometriche e la toponomastica delle località di servizio presenti sulla linea. Minuto per minuto, esso consente di rilevare la posizione dei treni e di analizzare il traffico. Un’altra classe di rappresentazioni cartografiche, utilizzate per descrivere fenomeni geografici è quella delle METACARTE, cioè immagini cartografiche derivanti da carte geografiche di tipo tradizionale, opportunatamente semplificate ed elaborate rappresentando i territori non in scala, ma tenendo conto delle dimensioni del fenomeno decritto. Ad esempio: la metacarta della popolazione rappresenta in un planisfero gli stati della Terra con una conformazione che solo vagamente ricorda quella reale, ottenuta approssimando la sagoma dello stato con una composizione di quadrati e rettangoli di area complessiva proporzionale al numero degli abitanti. Ne consegue un’immagine totalmente difforme da quella tradizionale, per cui paesi come il Canada, a bassa densità di popolazione, sono rappresentati da sagome di piccola estensione, mentre altri, come l’India, con popolazione di entità ben più rilevante, hanno dimensioni molto più estese. Tale rappresentazione sta assumendo sempre maggiore rilievo nella descrizione a carattere divulgativo di fenomeni geo-economici e geo-politici ---> RAPPRESENTAZIONI PARACARTOGRAFICHE: - PLASTICI (per la rappresentazione di regioni di montagna con rilievo particolarmente accidentato) - PROFILI ALTIMETRICI (per rappresentare la stratificazione degli ambienti di vita nelle acque oceaniche o il variare della vegetazione nelle diverse fasce altitudinali. L’uso dei profili altimetrici ha soprattutto fini didattici ed è comune negli atlanti o nei testi scolastici per mettere in evidenza l’andamento delle catene di montagne o le variazioni di pendenza dei corsi d’acqua dalle sorgenti alla foce) - STEREOGRAMMA o BLOCCO-DIAGRAMMA (immagine piana che fornisce l’illusione della profondità) - PITTOGRAFIE PANORAMICHE (con vedute “volo d’uccello” di territori più o meno vasti, molto usate nella pubblicità turistica, specialmente delle località sciistiche, per la possibilità di rappresentare non solo la planimetria, ma anche i dislivelli degli impianti di risalita e delle piste) ---> La geografia, come è ben noto, ha avuto alle sue origini nel mondo greco forti contatti con la cosmologia e l’astronomia, nel medioevo con la teologia, alla sua moderna evoluzione con le scienze naturali e in seguito con la storia, le scienze politiche e l’economia. Questi contatti hanno determinato ricadute notevoli nella cartografia in quanto rappresentazione grafica dell’oggetto di studio della geografia. La nuova geografia umanistica coltiva relazioni con le scienze umane e in particolare con la psicologia, avendo spiccato interesse per le modalità attraverso le quali lo spazio geografico nei suoi vari aspetti è percepito e vissuto dai singoli individui e dai gruppi sociali. Questi studi hanno portato alla realizzazione di nuove rappresentazioni cartografiche, le cosiddette MAPPE o meglio CARTE MENTALI, espressione con cui si disegnano due diverse realtà e anche due diversi tipi di prodotti grafici. Con l’espressione carta mentale si intende la rappresentazione/percezione che ognuno di noi ha del mondo che lo circonda e che gli permette di orientarsi anche se non dispone di una carta. Per carta mentale si intende però anche il disegno che ciascuno di noi è in grado di produrre cercando di tracciare su un foglio la carta che ha in mente. Uno degli obiettivi dell’educazione geografica nelle scuole consiste nella correzione e nell’arricchimento della carta mentale degli alunni. CAPITOLO 5: L’ITALIA NELLE CARTE TOPOGRAFICHE Con la legge del 5 febbraio 1875 si stabilì che la Carta d’Italia avesse SCALA 1: 100 000. I lavori di rilevamento furono lunghi e complessi: incominciarono nelle regioni meridionali, che erano le più carenti di cartografia, e solo nel 1900 poterono dirsi completati. Dal 1875 agli anni Sessanta del Novecento, la produzione cartografica dell’IGM ha attraversato tre diverse fasi con differenti produzioni: 1- CARTE IN PROIEZIONE NATURALE, presentavano solo le coordinate con base per il calcolo delle longitudini a Monte Mario (meridiano fondamentale per l’Italia) 2- Si adotta la PROIEZIONE DI GAUSS-BOAGA, introducendo un reticolato kilometrico e lasciando in cornice le tacche per individuare le coordinate 3- Inserimento dell’UTM cioè Universale Traversa di Mercatore. I due fusi nei quali è compresa l’Italia, numerati a partire dall’antimeridiano di Greenwich, sono il 32 e il 33. In realtà l’UTM si compone di una serie di strisce (o fusi), precisamente 60, di 6° di longitudine ciascuna, suddivise a loro volta in 10 zone orizzontali distinte con lettere dell’alfabeto a nord e a sud dell’equatore. La produzione cartografica dell’IGM è varia e articolata, comprendendo anche riproduzioni di carte antiche e piante di città di particolare interesse urbanistico e artistico. ---> NUOVE TECNICHE DI RILEVAMENTO: i primordi del rilevamento si hanno con l’impiego di aerei per fotografare dall’alto territori molto accidentati. L’aerofotogrammetria dagli anni Settanta del secolo scorso, tuttavia, è stata via via superata per importanza dal TELERILEVAMENTO con SATELLITI ARTIFICIALI. I satelliti militari, e oggi anche quelli civili, sono infatti dotati di sensori in grafo di percepire, imprimere su un apposito supporto (pellicola, banda magnetica, ecc.) e trasmettere a stazioni a terra i segnali delle onde elettromagnetiche riflesse dagli oggetti della superficie terrestre, diversi a seconda della natura chimico-fisica o della temperatura. I SATELLITI sono di tipo differente e hanno orbite diversamente impostate. Quelli cosiddetti GEOSTAZIONARI praticamente ruotano alla stessa velocità di rotazione della Terra e pertanto rimangono apparentemente fermi sulla verticale di una località del pianeta. Altri satelliti a orbita ELIOSINCRONA ruotano a quota molto più bassa e quasi perpendicolarmente all’equatore; compiono diverse rotazioni complete al giorno, passano su luoghi diversi e ritornano allo zenit di una certa località sempre alla stessa ora ma a distanza di diversi giorni. Proprio i satelliti eliosincroni che inquadrano con i loro sensori spazi abbastanza limitati, sono in grado di fornire immagini del territorio ad alta risoluzione, adatte al rilievo cartografico. L’Italia partecipa ai progetti più avanzati di telerilevamento. Tra le basi in Italia è da citare innanzitutto quella della zona di Avezzano, dove si trova una delle stazioni di rilevamento a terra dei segnali satellitari più importanti del mondo; altri centri spaziali operano in Lombardia presso Como, in Sicilia e a Matera. ---> Per alcune regioni d’Italia non è stata ancora assicurata la copertura cartografica. Per la cartografia a grande scala di cui c’è ovviamente bisogno non solo per le esigenze della didattica geografica, dell’escursionismo e del turismo, ma anche in campo tecnico per ogni tipo di intervento sul territorio, provvedono le Regioni, sia con carte tecniche sia con carte tematiche relative alle competenze regionali in materia di agricoltura e ambiente. CAPITOLO 6: SIMBOLOGIA E TOPONOMASTICA La SIMBOLOGIA è costituita da un insieme di segni convenzionali, cui si associa un ben preciso significato in relazione agli elementi rappresentati. Requisiti fondamentali della rappresentazione convenzionale sono la CHIAREZZA e la LEGGIBILITÁ, raggiungibili solo a condizione che la quantità dei segni riprodotti non sia eccessiva. Inoltre, è importante ricordare che ciò che è riportato sulla carta corrisponde a quanto il topografo ha rinvenuto all’epoca del rilevamento. Carte vecchie o non aggiornate possono risultare notevolmente difformi dalla situazione reale, soprattutto per quanto riguarda le opere umane o quei tratti della morfologia (coste, spiagge, alvei fluviali) che più di altri sono soggetti a mutamenti naturali. E ancora, il topografo riporta solo le opere umane già presenti e non quelle allo stato di progetto. Orografia e idrografia Gli elementi fisici più caratterizzanti del territorio da cartografare sono certamente quelli dell’orografia e dell’idrografia che, sia nella realtà che sulla carta, sono visivamente i primi ad essere percepiti. OROGRAFIA = descrive la distribuzione e la conformazione dei rilievi IDROGRAFIA = tratta la configurazione delle reti idriche e degli specchi d’acqua (mari, fiumi, ecc.) OROGRAFIA: ---> Nelle moderne carte topografiche l’elemento fondamentale per la descrizione dell’altimetria è la CURVA DI LIVELLO o ISOIPSA, definita come il luogo dei pinti della superficie terrestre aventi la stessa quota altimetrica rispetto al livello del mare. Essa nelle carte topografiche si distingue in CURVE DIRETTRICI, rappresentate con un tratto più spesso, e CURVE INTERMEDIE, disegnate con un tratto più fine. In taluni casi le carte possono riportare, con linee tratteggiate, CURVE AUSILIARIE atte a descrivere meglio le irregolarità locali del terreno. L’EQUIDISTANZA è definita come differenza di quota tra due isoipse consecutive ed è sempre indicata a margine delle carte. Minore è l’equidistanza, maggiore è la precisione con cui viene rappresentato l’andamento del terreno. L’INTERVALLO è invece la distanza planimetrica (in orizzontale) tra due isoipse consecutive. ---> Dunque: - Curve di livello molto distanziate (intervallo ampio) sono indice di un terreno con modesta pendenza - Curve di livello fitte (intervallo breve) sono indice di pendii molto ripidi - Curve chiuse concentriche contengono, di norma, la sommità di colline o di montagne - VALICO Attraversamenti di corsi d’acqua - PONTI - VIADOTTI - PONTI: che possono essere coperti, di barche ecc. Altre vie e mezzi di trasporto - CANALI - PORTI - AEROPORTI Segni delle attività produttive - AGRICOLTURA: distingue in colture a maggiore stabilità come le risaie, i vigneti, gli oliveti ecc. - IMPIANTI PER l’IRRIGAZIONE: pozzi, cisterne, canali ecc. - MINIERE - OPIFICI CAPITOLO 7: L’ORIENTAMENTO E LA LETTURA DELLE CARTE TOPOGRAFICHE La BUSSOLA è uno strumento efficace per risolvere il problema dell’orientamento. È noto che essa è costituita da un piccolo ago magnetico, libero di ruotare sospeso su un perno all’interno di una scatola provvista di quadrante angolare graduato. Il movimento dell’ago è determinato dalle forze di attrazione su di esso esercitate dal CAMPO MAGNETICO TERRESTRE, presente su tutti i punti della terra. Come tutti i campi di forza, il campo magnetico generato da una calamita e, quindi, anche quello terrestre segue questo comportamento: un piccolo dipolo magnetico (l’ago della bussola) che si trova all’interno del campo di forze tenderà a disporsi con il proprio asse in direzione parallela a quella della linea di forza che lo attraversa; in tal modo, una delle punte dell’ago si dirigerà verso uno dei poli magnetici (non direttamente, ma seguendo la direzione della linea di forza), l’altra verso il polo opposto. L’ago della bussola ha quindi la proprietà di puntare costantemente verso il POLO NORD MAGNETICO (e la sua opposta estremità verso il POLO SUD) seguendo la direzione della linea di forza che lo attraversa. Da ciò discende la consuetudine comune di affermare che l’ago della bussola segna la direzione del nord sottintendendo quella del nord geografico. In realtà ciò non è in general esatto, in quanto l’ago punta verso il nord magnetico, che non corrisponde al polo nord geografico, per cui solo in pochi punti della Terra le due direzioni coincidono. Il polo nord magnetico si trova attualmente nel Canada settentrionale. A circa 1100 km dal polo nord geografico, mentre il polo sud magnetico oggi è in Antartide. Infine, la posizione dei poli magnetici NON RIMANE FISSA NEL TEMPO, ma si sposta lentamente sulla superfice terrestre, anche di qualche decina di chilometri all’anno, secondo direzioni non prevedibili, in conseguenza di una lenta mutazione dell’intero campo magnetico. In sostanza, dunque, anche l’indicazione della bussola potrà subire, dopo alcuni decenni, apprezzabili scostamenti. Tutto ciò complica l’impiego della bussola se non si conosce preventivamente l’esatta conformazione del campo magnetico terrestre e la sua prevedibile evoluzione nel tempo. ---> Stabilito che la direzione dell’ago della bussola non coincide con quella del nord geografico ed è variabile nel tempo, è necessario precisare alcune informazioni sull’angolo di scostamento detto più precisamente di DECLINAZIONE MAGNETICA. Nelle tavolette alla scala 1:25 000 dell’IGM, la declinazione magnetica è sempre indicata in margine alla carta con la rappresentazione grafica del relativo angolo. Ai due lati dell’angolo corrispondono le lettere N (nord geografico) e Nm (nord magnetico). In margine alla carta è anche riportata la data in cui è stato compiuto il rilevamento del campo magnetico terrestre su quel territorio. Accanto all’indicazione si riporta la VARIAZIONE ANNUALE dell’angolo di declinazione, in genere piuttosto modesta che, nell’arco di qualche anno si può approssimativamente supporre costante nel tempo. L’insieme di tali informazioni consente di calcolare l’ANGOLO ATTUALE DI DECLINAZIONE MAGNETICA. La determinazione dell’angolo attuale di declinazione magnetica è pertanto un’operazione da compiere prima di iniziare a orientare la carta con la bussola. Solo a questo punto lo strumento può cominciare a essere impiegato per rilevare la direzione del nord geografico e degli altri punti cardinali ---> Se il campo magnetico terrestre è alterato dalla presenza di altre fonti magnetiche, la bussola ne subirà l’influsso e fornirà indicazioni non attendibili ai fini dell’orientamento. Si raccomanda pertanto di non considerare le misurazioni eseguite in vicinanza di materiale ferromagnetico. Inoltre, vi sono zone della superficie terrestre in cui l’uso della bussola è alquanto problematico: si tratta delle cosiddette ZONE DI ANOMALIA MAGNETICA, in cui il fascio delle linee di forza del campo magnetico terrestre può assumere un andamento sinuoso non facilmente descrivibile con formule matematiche, in genere a causa della presenza nel sottosuolo di masse di minerale ferromagnetico, il cui effetto si sovrappone a quello del campo magnetico naturale fino a modificarlo anche in maniera considerevole ATTENZIONE! Se proprio non è possibile farne a meno, è bene non ricorrere a metodi empirici poco attendibili, come cercare il muschio sul lato settentrionale del tronco degli alberi o simili, per trovare la direzione dei punti cardinali. ---> Un metodo di orientamento che fornisce un grado di approssimazione inferiore, tuttavia accettabile in mancanza di strumentazione migliore, prevede l’impiego dell’orologio analogico e il riferimento alla posizione del Sole. Il principio su cui si basa tale metodo è semplice e facile da applicare. È noto che a mezzogiorno il Sole si trova nella direzione del sud geografico. Se alla stessa ora orientiamo il quadrante dell’orologio in modo che la lancetta delle ore sia rivolta verso il Sole, esso potrà essere utilizzato come il quadrante di una bussola, con il Sud corrispondente alle ore 12, il nord alle ore, l’est alle ore 9 e l’ovest alle ore 3. Ma non p necessario attendere il mezzogiorno per orientare correttamente la nostra bussola-orologio. (Il sole e la lancetta delle ore hanno in comune nell’emisfero settentrionale, il fatto di ruotare in senso orario. La lancetta ha però una velocità angolare doppia: il Sole infatti descrive un giro completo in 24 ore, mentre la lancetta compie due giri nello stesso lasso di tempo. In pratica, in una determinata ora della giornata, è sufficiente calcolare a quale cifra corrisponde la bisettrice dell’angolo al centro dell’orologio formato dalla lancetta delle ore e dalla direzione della cifra 12 e puntare la bisettrice in direzione del Sole. Così orientato, il quadrante dell’orologio continuerà a indicare il sud in direzione della cifra 12 e a fornire, di conseguenza, anche gli altri punti cardinali. Orografia e bacino imbrifero L’analisi di una carta topografica a grande scala parte dal riconoscimento dei tratti morfologici della regione rappresentata. Da una linea di costa è possibile riconoscere la morfologia: rettilinea, frastagliata, scoscesa, bassa, sabbiosa ecc. - BACINO IMBRIFERO (o IDROGRAFICO): porzione di territorio in cui tutte le acque di scorrimento superficiale, apportate dalle precipitazioni atmosferiche o dallo scioglimento di neve e ghiacciai, confluiscono in un corso d’acqua. Lettura del paesaggio umanizzato Una volta completata la comprensione della morfologia e dell’idrografia, si inizia la lettura del PAESAGGIO UMANIZZATO, con il riconoscimento degli elementi topografici costruiti dall’uomo. L’utente-lettore della carta deve individuare la presenza di centri abitati, valutarne la concentrazione o la dispersione sul territorio, riconoscendo a prima vista i motivi di ordine fisico- geografico che hanno determinato quella particolare struttura di rete urbana (presenza del rilievo, di ostacoli naturali alle comunicazioni ecc.). L’individuazione delle reti stradale e ferroviaria è di fondamentale importanza per capire quale tipo di economia può caratterizzare o aver caratterizzato in un passato recente la regione: in tal modo si traccia mentalmente una prima bozza di gerarchizzazione dei centri urbani sulla base della loro posizione nodale all’interno delle reti di comunicazioni. La lettura di ulteriori particolari simboli topografici, come quelli che testimoniano la presenza di opifici, linee elettriche, cave, miniere, o altri centri di produzione industriale, e la valutazione dell’estensione e dei tipi prevalenti delle colture agricole completano il quadro macroeconomico dell’area, consentendone una prima classificazione in base al grado di antropizzazione del paesaggio e alla densità presunta di popolazione e di siti abitativi. Valutazione delle distanze Il modo più rapido e semplice per calcolare la distanza in linea d’aria fra due punti di una carta consiste nel moltiplicare la DISTANZA GRAFICA per il denominatore del rapporto di scala. In formula, detti R la distanza reale (misurata sul terreno), G la distanza grafica (misurata sulla carta) e s il denominatore del rapporto di scala, avremo: R = G x s G = R/s s = R/G ---> Il problema più ricorrente, in particolare quando si usa la carta durante le escursioni in campagna, è comunque quello di determinare la distanza reale, nota quella grafica, fra due punti rappresentati sulla carta. La laboriosa conversione fra unità di misura lineari prima dell’applicazione della formula può essere superata confrontando direttamente la distanza grafica “rilevata con il righello” con la scala grafica eventualmente riportata in calce alla carta, ovvero utilizzando lo SCALIMENTRO, righello graduato che riporta le distanze già tradotte in metri o chilometri a seconda della scala a cui viene fatto riferimento. ---> Valutare DISTANZE NON RETTILINEE, quali, per esempio, la lunghezza di un sentiero sinuoso che si snoda lungo i fianchi di una montagna è piuttosto complicato. In tal caso un apprezzamento delle distanze può essere fatto approssimando la linea curva a una spezzata di cui si provvederà a sommare la lunghezza dei singoli tratti. Il tracciato spezzato potrà essere misurato con una certa rapidità con l’ausilio di un BALAUSTRINO, piccolo compasso a due punte, aperto su una distanza prefissata. Per calcoli di maggiore precisione è conveniente usare il CURVIMETRO. Pendenza in montagna - PENDENZA: rapporto percentuale fra dislivello e distanza planimetrica
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