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Elezione di Giovanni Sobieski: la vittoria di un sovrano contro gli Ottomani, Schemi e mappe concettuali di Storia dell'Europa

La vita e le imprese di giovanni sobieski, sovrano di polonia dal 1674 al 1696, e la sua elezione al trono. Il documento racconta anche della sua politica estera, in particolare la sua alleanza con la francia e la sua campagna militare contro gli ottomani, che portò alla liberazione di vienna nel 1683. Inoltre, il documento descrive la reazione della santa sede e della diplomazia europea alla sua elezione e alla sua politica.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 27/02/2024

Silviaa.M
Silviaa.M 🇮🇹

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Scarica Elezione di Giovanni Sobieski: la vittoria di un sovrano contro gli Ottomani e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia dell'Europa solo su Docsity! RZECZPOSPOLITA: EUROPA E SANTA SEDE TRA INTESE ED OSTILITÀ Le vicende politiche e religiose riguardanti la Polonia, sono fortemente legate al nome della principessa italo-francese Maria Luisa Gonzaga Nevers. Era una donna con grandi capacità politiche, diplomatiche e militari; si sposò per la prima volta con Ladislao III ma poco dopo egli morì e si sposò con suo fratello, Giovanni Casimiro Wasa, divenuto re polacco. Lei era giansenista, cultura dichiarata eretica, quindi svariate volte venne richiamata dalla santa sede alla buona condotta; Papa Pamphili la invitò al giubileo che si dimostrò un vero e proprio successo ma lei preferì rimanere in polonia per occuparsi delle questioni politiche e militari. Anche il nunzio De Torres dichiarò alla santa sede che la regina non si interessava più alla cultura giansenista ma in realtà privatamente lei non smise mai di leggere testi che nel giro di poco tempo spopolarono tra la nobiltà polacca. Oltre a tutti i problemi che la Polonia stava attraversando si aggiunsero i problemi religiosi quindi la politica pontificia entrò in conflitto con la politica polacca. POTOP: Lungo le rive del fiume Nipro viveva una comunità di militari che si autogestiva: i cosacchi zaporoghi; essi chiesero di far entrare nel sejm un loro rappresentate visto che venivano chiamati in caso di necessità, ma la loro richiesta fu rifiutata quindi si ribellarono; le rivolte furono soffocate nel sangue, quindi decisero di rivolgersi allo zar Alessio I. Iniziò così la guerra russo- polacca con Giovanni Casimiro II Wasa alla guida della Polonia. Lo zar conquistò prima Kiev e poi Vilnius (capitale lituana) proclamandosi gran Duca di Lituania, L’esercito polacco era dunque impegnato sul fronte orientale quindi la Svezia decise di entrare da nord e attaccare la Polonia conquistando Varsavia e spostandosi poi verso Cracovia. I regnanti polacchi decisero di scappare e Carlo X Gustavo con Alessio I furono entrambi riconosciuti come re. A questo punto entrò in gioco la Nevers la quale scrisse delle varie lettere di aiuto alla santa sede ma i soldi tardarono ad arrivare perché Roma si stava preparando all’arrivo della regina Cristina di Svezia. La regina polacca decise quindi di vendere il proprio patrimonio per pagare l’esercito e nel 1655 nacque la Lega Generale la quale raccolse intorno al regno polacco tutte le forze rimaste fedeli al re. La lega ebbe un importante vittoria sull’esercito svedese e Giovanni Casimiro decise di tornare nel suo regno per combattere. Lo zar temeva un’avanzata dell’esercito svedese sul confine moscovita così nel 1656 fece un accordo con i polacchi che prevedeva una campagna congiunta militare contro la Svezia; a questo punto Carlo X Gustavo strinse un accordo con il re di Transilvania che però poi si tirò indietro lasciando sola la Svezia. Nel 1660 venne stipulata la pace di Oliva tra Polonia, impero, Svezia e Brandeburgo stabilendo che tutto rientri all’interno dei confini pre-guerra e soprattutto che Giovanni Casimiro smetta di firmarsi come sovrano di Svezia. Nel 1667 fu firmata la pace di Andrusovo con la Moscovia che divise l’Ucraina in due parti: la parte orientale spettava alla Moscovia quindi Kiev e Smolensk divennero moscovite, la parte occidentale restava in mano alla confederazione polacco-lituana. Nello stesso anno la regina polacca morì e il re decise di abdicare al trono riconsegnando la corona nelle mani di Dio e non nelle mani della dieta. Nel 1686 venne stipulata la pace perpetua ossia la messa in atto del trattato di Andrusovo. Il trattato permetteva alla Moscovia di entrare a far parte di una coalizione europea in funzione anti-turca. La corona di Polonia era aperta a qualsiasi candidato nazionale o straniero purché cattolico; i vari candidati erano lo zar Alessio I e Federico Hohenzollern ma non essendo cattolici non avevano nessuna possibilità. Non mancò la candidatura di un nazionale gradito dalla piccola nobiltà, Wisniowiecki, che dopo varie discussioni riuscì ad avere la maggior parte del consenso dei senatori e nel 1669 firmò i pacta conventa. Egli si sposerà con Eleonora Maria d’Asburgo, rafforzando l’asse polacco-austriaco. Sul fronte militare la situazione non era tranquilla perché l’esercito polacco era impegnato a difendere i confini minacciati dai turchi mentre ad est combatteva contro i cosacchi e i tartari vincendo grazie al comando del generale Sobieski. Nel frattempo, i turchi riuscirono ad oltrepassare il Danubio giungendo a Chocim pronti ad attaccare la fortezza chiave di Kamieniec Podolski. A questo punto il malcontento degli oppositori del sovrano si fece sempre più forte fino ad invocare le dimissioni del re. Fortunatamente l’esercito polacco vinse una battaglia contro i turchi quindi firmarono un armistizio in cui la Podolia e parte dell’ucraina vennero cedute ai turchi. I polacchi rimasero delusi da questa trattativa quindi Wisniowiecki, sentendosi pressato da tutte le parti, convocò una dieta volta a trovare delle soluzioni per evitare una guerra civile; anche il papa mandò in qualità di suo rappresentante il lucchese Francesco Buonvisi con il compito di calmare le acque e soprattutto per organizzare una lega anti-turca tra principi cristiani. Il sovrano polacco si riappacificò con Sobieski ma le condizioni di salute si aggravarono portandolo alla morte nel 1673; nel frattempo l’armata polacco-lituana al comando di Sobieski sbaragliava l’esercito turco a Chocim. Alla morte del re tutti gli stati europei si mossero per candidare i propri uomini e venne riunita una dieta per le nuove elezioni; Luigi XIV mandò in polonia l’ambasciatore Forbin-Janson il quale aveva il compito di impedire l’elezione di un candidato asburgico. Forbin doveva far eleggere un alleato della Francia in modo da poter favorire gli interessi del paese; da qui nacque l’idea di candidare Sobieski visto che era un alleato. Ci fu anche una candidatura di un principe italiano, Rinaldo D’Este, nipote del cardinale Barberini, il quale fu sostenuto dalla santa sede in quanto chi meglio di un principe italiano poteva contrastare gli infedeli turchi? ELEZIONE SOBIESKI: Alla fine ad avere la meglio (1674) fu proprio Sobieski. L’ambasciatore francese presso la corte polacca raccontò di un’elezione avvenuta con l’appoggio di tutto il sejm quindi era una vittoria della diplomazia francese mentre il nunzio Buonvisi disse che l’elezione fu un fulmine a ciel sereno ed era una cosa preoccupante perché egli temeva che Sobieski potesse abbandonare l’idea della politica anti-turca; questo perché il progetto in politica estera di luigi non era lo stesso progetto della santa sede. Nello stesso periodo in Ungheria fu firmata la pace di Vasvar la quale pose fine alla guerra tra Ungheria e impero ottomano ma essa non ebbe il consenso della dieta ungherese. Leopoldo I reagì in maniera dura ritirando la costituzione ungherese e cancellando i privilegi dei nobili. I nobili magiari si organizzarono (gli scontenti) militarmente contro gli Asburgo e si rivolsero a luigi che gli promise dei soldi ma un aiuto indiretto militare quindi essi decisero di allearsi con gli ottomani programmando una guerra contro gli Asburgo. Nel frattempo, a causa del pericolo turco che avanzava sul territorio nazionale Sobieski decise di mantenere la carica di gran generale a dimostrazione del suo reale interesse per il paese. La Francia voleva una pace tra polonia e turchi ma soprattutto voleva rivendicare la Slesia e la Prussia; dal canto suo Sobieski avrebbe ricevuto del denaro da parte di essa. Venne così sottoscritto l’accordo di Jawarow nel 1675 in cui Sobieski si impegnava a realizzare le cose precedentemente scritte e a fornire dei soldati all’esercito francese da usare in Ungheria e in Transilvania. Da qui si capì che la politica estera di Sobieski era prettamente di stampo filo francese e ciò preoccupava sia la polonia che la santa sede. Sobieski riorganizzò il suo esercito, anche se in realtà non arrivò al numero di soldati previsti, e nel 1676 nonostante la superiorità numerica dell’esercito turco-tartaro decise di intraprendere una campagna militare contro il nemico. Egli partì con l’intenzione di fare uno scontro diretto ma non escludeva una via pacifica; infatti inviò qualche giorno prima dei rappresentanti polacchi dal nemico per verificare la disponibilità di fare un accordo che venne rifiutato. Lo scontro fu inevitabile e cruento nei pressi di Zurawna; grazie alla complicità della notte l’esercito polacco riuscì a trincerarsi all’interno delle mura della città. L’assedio durò 20 giorni e fu l’alleanza polacco-veneto-imperiale, il governo veneziano mandò l’ambasciatore Morosini da Sobieski per ufficializzare la pratica. Anche la Moscovia si era decisa ad entrare nella coalizione cristiana e inviò un rappresentante da Sobieski per negoziare un’alleanza. ELEZIONE DI WETTIN: Tommaso Antici, ministro polacco a Roma, scrisse dell’ultimatum lanciato da Caterina II di Russia, la quale aveva intimato al governo di Varsavia di interrompere per sempre ogni rapporto politico con i propri rappresentanti all’estero. Venne così cancellato un regno che si era imposto nell’Europa centro orientale come una delle maggiori potenze; una traumatica conclusione che continuò con la morte di Sobieski nel 1696. Si aprì la competizione per il trono polacco e le cancellerie europee presentarono alla dieta una serie di nomi; concorrenti nazionali, francesi, imperiali, tedeschi ma anche italiani come Livio Odescalchi, nipote del pontefice. La candidatura più autorevole era quella del principe reale Sobieski ma durò ben poco perché pare che egli avesse allungato l’orecchio ad alcune lusinghe francesi. Anche Maria Casimira Sobieska provò a candidarsi e propose uno dei suoi figli. Nel frattempo, nel regno dominava gran confusione e il rischio di una guerra civile diventava sempre più certo; la nobiltà polacca non riusciva a trovare l’accordo su nulla, nemmeno sulla data della convocazione della dieta generale di elezione. Le opposizioni erano molto serie perché nascondevano una questione strategica orchestrata dalla grande nobiltà magnatizia la quale aveva richiesto la riunione dell’assemblea nei mesi invernali. Era un modo esplicito per scoraggiare la partecipazione della szlactha (ricchi proprietari terrieri) viste le somme di denaro che questa avrebbe dovuto affrontare nelle lunghe settimane di permanenza nei dintorni della capitale. A riportare la serenità fu Radziejowski, primo senatore, il quale impose il periodo primaverile. Superata questa difficoltà ci fu un nuovo ostacolo; lo zar moscovita, infatti aveva organizzato un preoccupante piano politico-militare volto a sostenere l’elezione del gran generale di Lituania. Nel 1696 venne aperta la dieta generale con la partecipazione di una notevole quantità di nobili mai vista prima; l’assemblea apparve fin da subito incapace di prendere decisioni e ad aggravare la situazione si aggiunsero le notizie che i Tartari avevano invaso le contrade di Zolkiew devastando i raccolti e facendo molti prigionieri. La seconda metà dell’anno portò più chiarezza all’interno dell’assemblea e tra gli aspiranti rimasero solo il principe De Conti appoggiato da luigi XIV e Wettin appoggiato dallo zar di Russia. Nel 1697 il principe francese fu eletto sovrano di Polonia e del gran ducato di Lituania; egli però fece ritardo nel presentarsi davanti ai suoi nuovi sudditi, quindi venne proclamato sovrano Wettin, prendendo il possesso di un paese sull’orlo di una guerra civile. Wettin mirava prevalentemente a creare una monarchia forte, mediante l’unione di un piccolo ducato come la Sassonia ed un regno grande come la confederazione polacco-lituana. Una strategia che non ebbe successo perché le potenze interessate volevano mantenere lo status quo nell’Europa di centro. Nel frattempo, in Lituania scoppiarono delle rivolte e Wettin fu obbligato a intervenire per evitare una carneficina; a riportare l’ordine contro i ribelli anti-nazionali fu un generale sassone incaricato dal sovrano polacco. PACE DI KARLOWITZ: Dopo un secolo di lotte contro gli infedeli, fu firmata la pace di Karlowitz nel 1699; venne ristabilito lo status quo quindi tutti i territori rientrarono nei confini pre-guerra. Vennero firmati patti separati tra impero ottomano e ogni singolo altro paese (Polonia, Moscovia, Austria e Venezia). Con l’accordo la rzeczpospolita si impossessò del regno d’Ungheria e proclamò la sovranità sulla Transilvania; tornò in possesso anche della fortezza di kamieniec, della Podolia e dell’Ucraina occidentale. Solo la Moscovia non partecipò con esito positivo ai negoziati di Karlowitz. Il sultano metterà la sua firma per l’accordo l’anno successivo, nel 1700. Dopo questo successo, la santa sede pensava che ora wettin voleva riprendersi quei territori ceduti con la pace eterna da Sobieski alla Russia, in realtà non fu così anzi egli strinse un’alleanza polono- russa-danese in funzione anti svedese. Fu una scelta che causò forti contrasti all’interno del regno dei sarmati europei. Wettin sperava di annettere la Livonia all’interno dei confini non polacchi ma della Sassonia visto che egli era il sovrano ereditario. Egli era convinto che fosse un’impresa facile visto la giovanissima età e l’inesperienza del nuovo sovrano di Svezia, quindi mandò le truppe che riuscirono ad entrare nella Livonia avanzando fin sotto le mura di Riga. Tutti erano impauriti dalle conseguenze di questa azione soprattutto quando i polacchi scoprirono che wettin era appoggiato dallo zar Pietro di Russia. Le truppe svedesi riuscirono ad avere la meglio sia sui russi che sui sassoni e la sua intenzione ora era di entrare in polonia per raggiungere la capitale. Wettin si trasferì da Varsavia a Cracovia sperando ancora in un aiuto moscovita e nel frattempo mandò un diplomatico dal sovrano svedese per capire quali fossero le sue intenzioni. Egli assicurò la sua amicizia ma spese parole molto dure nei confronti del sovrano polacco il quale decise di riorganizzare l’esercito per la difesa. Carlo riuscì ad entrare a Varsavia occupando il castello e nominò un nuovo re; nel frattempo Wettin riuscì a creare un esercito congiunto polono-sassone composto da uomini ben formati. Lo scontro fu terribile per i polacchi e i sassoni. La strada per Cracovia era dunque spianata e Wettin scappò in Slesia. Carlo XII entrò a Cracovia e il regno cadde in preda alla più totale confusione. Wettin fu accusato dai polacchi di aver seguito una politica volta a guardare gli interessi della Sassonia piuttosto che della Polonia. In accordo con gli svedesi, quindi fu eletto un sovrano ritenuto più degno e venne firmato un trattato polono- svedese. (stanislao leszczynski). In pochi credevano che Wettin rimanesse immobile davanti a questa situazione; i polacchi infatti erano divisi a metà tra sostenitori e non. Tra vari avvenimenti Wettin tornò sul trono nel 1710, a capo di un paese che si trovava in una situazione disastrosa. Carlo XII durò ben poco in Polonia a causa dei colpi inferti da Pietro di Russia. La seconda guerra del Nord terminò con la morte del sovrano svedese e la sottoscrizione della pace di Stoccolma.
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