Scarica Riassunto del libro "Siddharta" con commento personale e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! SIDDHARTA Alla fine del romanzo Siddharta si ricongiunge, per l’ultima volta con il vecchio amico d’infanzia Govinda e ormai anziani discutono sul significato della saggezza. I due pur essendo arrivati al termine della loro vita e avendo vissuto a lungo insieme, riflettono su come hanno raggiunto la saggezza. “D’ogni verità anche il contrario è vero. In altri termini: una verità si lascia enunciare e tradurre soltanto quando è unilaterale.” Questa citazione segue il lungo discorso di Siddharta all’ amico Govinda per fargli comprendere che nel corso della vita si è accorto che la verità non è unica, ma sono molteplici. Siddharta arriva a questa tesi solo grazie alla sua saggezza che ha acquisito solo con l’esperienza, lui è giunto a questo pensiero sperimentando non perché gli è stato insegnato da altri, non attraverso lo studio, ma solo vivendo. Siddharta è un personaggio attivo e dinamico, a differenza dagli altri del romanzo che sono passivi e statici, infatti vivono tutti una vita sedentaria e monotona, ad esempio Kamala che prima dell’arrivo di Siddharta ha sempre vissuto nel suo villaggio, Vesuadeva che percorreva ogni giorno lo stesso percorso sul fiume, ma soprattutto Govinda, con cui si confronta. L’amico nel corso della sua vita ha appresi la saggezza attraverso un’unica dottrina, quando Siddharta gli propone di cambiare vita, nei primi capitoli del libro, lui afferma di aver trovato colui, ovvero il Buddha Gotama che gli permetterà di trovare la saggezza in sé stesso. La differenza principale tra le esperienze dei due è che Siddharta non esita mai a mettersi in gioco e a cambiare, sapendo di poter raggiungere la saggezza e il suo equilibrio interiore senza l’aiuto degli altri mentre Govinda sostiene che questa si possa acquisire anche attraverso l’insegnamento di altri. Entrambi alla fine del romanzo riescono a raggiungere il loro obbiettivo, così riflettono anche sul tempo che per i due risulta un’illusione, infatti Siddharta arrivato alla fine della sua vita si sente di aver sfruttato al meglio ogni momento, pur avendo fatto degli errori e si sente finalmente soddisfatto. L’insoddisfazione nel corso della sua vita l’ha sempre portato a fare dei cambiamenti e a cercare sempre qualcosa che lo soddisfasse, inizialmente con le cose materiali, come la ricchezza oppure con le pratiche spirituali, come la conversione alla dottrina dei Samana, che ha reso soddisfatto l’amico Govinda, che pur avendo raggiu; solo alla fine della sua vita si accorge che ciò che l’ha reso davvero soddisfatto è la saggezza. Io personalmente sono d’accordo con Siddharta anche se avrei un comportamento più simile a Govinda, secondo me la saggezza non è solo una dote ma è una disciplina che si comprende con il passare degli anni. Siddharta infatti subito dopo aver aderito alla dottrina del Gotama sostiene che la saggezza non debba essere insegnata, quindi che non ci siano dei “maestri di saggezza”, mentre Govinda dopo aver raggiunto l’illuminazione si rende conto che i suoi insegnamenti non possono portare gli altri a trovare la saggezza. Secondo me, delle indicazioni possono essere utili, altri invece superflui perché il concetto di saggezza è legato ad un equilibrio interiore che solo noi possiamo trovare, quindi gli altri non possono farlo per noi. Confrontato in generale la figura di un vecchio con quella di un giovane, il primo sarò sicuramente più saggio del secondo probabilmente perché nel corso della sua vita ha affrontato più cose rispetto al ragazzo, anche se magari egli riuscirà a raggiungerla al termine della vita.