Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto del libro "Ucraina in 100 date", Appunti di Storia dell'Europa Orientale

Attraverso cento date significative, il testo ricostruisce la storia dell'Ucraina dall'antichità fino al 24 febbraio 2022. Le vicende degli Slavi orientali nei secoli IX-XIII dell'era cristiana, la storia della medievale Rus' di Kyiv , l'appartenenza dell'Ucraina al Granducato di Lituania e poi alla Confederazione lituano-polacca, la parziale unione con la Russia zarista nel 1654, la nascita del sentimento nazionale ucraino nell'Ottocento, le vicende legate ai due conflitti mondiali, il periodo sovietico e l'indipendenza ottenuta nel 1991, fino agli avvenimenti più recenti con l'elezione di Volodymyr Zelens'kyj nel maggio del 2019 e l'aggressione russa nel 2022.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/05/2023

shapiro77
shapiro77 🇮🇹

4.5

(10)

7 documenti

1 / 24

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto del libro "Ucraina in 100 date" e più Appunti in PDF di Storia dell'Europa Orientale solo su Docsity! L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni S t o r i a c o n t e m p o r a n e a d ' E u r o p a f r a E s t e O v e s t C d l i n S t o r i a - A . A . 2 0 2 2 / 2 3 – C o r s o m o n o g r a f i c o s u l l ’ U c r a i n a – P r o f . s s a G i u l i a L a m i U n i v e r s i t à d e g l i S t u d i d i M i l a n o « L a S t a t a l e » L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 2 L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 5 Tutto questo percorso aveva fatto dell’Ucrain un paese a “geografia variabile”, con una statualità non tanto incerta, quanto minacciata, che poteva essere diviso, secondo linee di faglia dettate dalla storia, ma anche dalla crisi economica, politica e sociale. L’unico tasto dolente era sempre la questione della sua collocazione internazionale, della sua posizione di Stato cuscinetto fra la Russia e l’Europa. Alla Prof.ssa Lami, autrice del testo, non sembra corretta, sotto il profilo storico, l’affermazione ripetuta che Mosca, già ai tempi di Gorbaciov, avrebbe ricevuto la rassicurazione che la NATO non si sarebbe allargata ad est: fu detto che non avrebbe avuto carattere offensivo per Mosca, ma non si è di fatto impedito l’accesso alle strutture euroatlantiche ai paesi dell’ex Patto di Varsavia. Né sarebbe stato possibile, col successivo venir meno dell’URSS, lasciare quei paesi fuori dall’Europa e dall’unico sistema militare che l’Europa aveva. La Russia aveva perso e non perché aggredita dall’esterno, l’impero sovietico, un impero de facto, che rispecchiava grandemente l’impero de iure precedente e veniva a trovarsi al confine con la UE e con la NATO. Indubbiamente il suo status mutava da quello di grande potenza a quello di potenza regionale ed essa non era più divisa da queste realtà se non grazie agli Stati cuscinetto dell’Ucraina, Moldavia e Georgia. Ciò che colpisce è che la Russia giustifica la propria ostilità contro l’Ucraina con una serie di affermazioni di carattere storico, volte a colpirne la sovranità e l’integrità. L’Ucraina attuale, dice Putin, è stata creata da Lenin e poi da Stalin dopo la IIWW. È vero, ma si omettono molti passaggi e cioè si cancella la legittimità e la ragion d’essere del percorso storico compiuto dall’Ucraina fino al momento attuale. È di questo che si dà conto nel libro e cioè dell’Ucraina e della sua storia che è stata a lungo vista ed interpretata attraverso una visione fortemente sbilanciata nei confronti della Russia, sia in epoca zarista, sia sovietica, facendo dell’Ucraina una sorta di provincia di quel paese e ribadendone, così, in vario modo, la subalternità, negando il suo diritto ad una piena indipendenza. Ora l’Ucraina è in guerra, e non per sua volontà, ed è stupefacente constatare che si cerchi di addossare alla stessa anche questa colpa. La prof.ssa Lami non crede che sia solo il desiderio dell’Ucraina di aderire alla NATO o di entrare nella UE ad aver determinato in Putin la scelta di attaccarla. Crede che sia anche perché l’Ucrain è l’esempio di una parte del mondo che, per tanto tempo, è stato russo e sovietico e che ha voluto lasciarsi alle spalle l’eredità di quel passato, da cui, invece, la Russia attuale non riesce ad allontanarsi. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 6 L’UCRAINA IN 100 DATE 400 A.C. – VI SEC. D.C. L’ipotesi attualmente più accreditata è che i popoli indoeuropei abitassero la zona a nord del Mar Nero e del Mar Caspio. Queste popolazioni si espansero in 3 differenti ondate: 1ª: dal 4400 al 4300, più ristretta, verso Nord 2ª: dal 3500 al 3000 verso est, superando il Mar d’Aral e verso ovest, lungo la costa del Mar Nero e in Anatolia 3ª: dal 3000 al 2800 molto più ampia verso l’Iran, l’India e l’Asia centrale a est e l’Europa centro orientale a ovest Queste tre ondate diffusero una lingua che, nelle sue variazioni di lungo periodo, sta all’origine delle attuali lingue indoeuropee. Anche le lingue slave sono lingue indoeuropee, ma prima di arrivare alla comparsa degli slavi vediamo una lunga serie di popoli nomadi di origine iranica arrivare sui territori dell’Ucraina attuale, quali i cimmeri, gli sciti, i SARMATI (200 a.C. – 200 d.C.). I Sarmati lasciarono un’impronta nella memoria collettiva. L’immagine del guerriero sarmata ha esercitato un grande fascino presso gli slavi: il capo cosacco Chmelnyckyj si sarebbe dichiarato “Principe dei Sarmati”. Degli Slavi si inizia a parlare nel VI secolo d.C. quando, dal vasto spazio fra la Vistola e il Dnipro (si legge Dniprò), mossero a colonizzare un’estesa area dell’Europa in tutte le direzioni, dal Nord-est oggi russo ai Balcani. Presto la loro lingua si divise in 3 sottogruppi e cioè: 1° - SLAVO OCCIDENTALE (Slovacco; Ceco; Polacco) 2° - SLAVO MERIDIONALE (Bulgaro; Macedone; Serbo; Croato) 3° - SLAVO ORIENTALE (Ucraino; Russo; Bielorusso) Fra il VII e l’VIII secolo d.C. gli slavi orientali si espansero nello spazio dell’Ucraina, della Russia e della Bielorussia dividendosi in vari gruppi tribali. 482: FONDAZIONE DELLA CITTÀ DI KYIV. Una leggenda narra che la città sarebbe stata fondata dai tre fratelli KYJ, SCEK E CHORYV e dalla loro sorella LYBID. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 7 Altre fonti indicano che la città avrebbe preso il nome da KYI, principe dei poliani, una delle maggiori tribù che costituivano il popolo degli anti, ritenuti gli immediati predecessori degli slavi. È la posizione che ne ha determinato l’importanza, facendone uno snodo essenziale sul percorso che andava verso il Mar Nero, legando fin dall’Alto Medioevo il mondo slavo orientale al mondo mediterraneo. Si inserirono a un certo punto i vichinghi provenienti dalla Scandinavia. Inizialmente essi si stabilirono vicino alla costa baltica e poi a Novgorod, da cui mossero per esplorare la rete fluviale che lungo il Dnipro portava al Mar Nero ed a Costantinopoli. Sulla loro strada incontrarono KYIV e contribuirono a farne il centro di una vasta compagine statale che passò alla storia colò nome di RUS’ DI KYIV. 882: CONQUISTA DI KYIV DA PARTE DEL VARIAGO OLEH DI NOVGOROD CHE NE DIVENTA PRINCIPE La Cronaca degli anni passati del monaco Nestor vissuto nel XII secolo riporta che furono le tribù slave ad invitare i Variaghi (in antico scandinavo) e cioè i cosiddetti Normanni, a prendere il potere, sicché questi giunsero, installandosi a Novgorod e poi a Kyiv, sotto la guida di un leggendario capo, RJURIK, FONDATORE DELLA DINASTIA DEI RJURIKIDI, destinati a governare per via dinastica una serie di principati legati a quello di Kyiv. Il termine RUS’, di origine scandinava, e quindi di RUS’ DI KYIV, venne usato per indicare questo INSIEME STATALE che si estendeva sulle attuali Ucraina, Bielorussia e su una limitata area occidentale della Federazione russa. Anche se l’impatto fu minimo in termini di lingua o di cultura rispetto alla società slavo orientale, i Variaghi o Normanni sono stati all’origine, come élite di governo, di un potente sviluppo politico, nonché commerciale e militare della RUS’ DI KYIV. Nell’882 OLEH, variago di Novgorod conquista Kyiv e ne diventa principe. Non è chiara la natura del rapporto che legava OLEH alla FAMIGLIA DEI RJURIKIDI e in particolare a IHOR (Igor in Russo), suo successore. La Cronaca degli anni passati narra che OLEH fosse il cognato di RJURIK che avrebbe retto Novgorod in nome di suo figlio IHOR. Muovendosi lungo la via che va dal Baltico al Mar Nero, si sarebbe fermato a Kyiv, uccidendo i guerrieri scandinavi che ivi comandavano, impossessandosi della città e facendone la nuova capitale della Rus’. Quali che siano le circostanze dell’arrivo di Oleh a Kyiv, È OLEH LA FIGURA STORICAMENTE ATTESTATA CUI VIENE ATTRIBUITA LA FONDAZIONE DELLO STATO DI KYIV e la sua trasmissione ai successori: IHOR (912 – 945) / OLHA, Olga, (945 – 962) / SVJATOSLAV (962 – 972). 911 – Conclusione di un trattato vantaggioso tra la Rus’ di Kyiv e l’Impero bizantino che inaugura una proficua epoca di rapporti commerciali. OLEH si è fatto anche valere con i CAZARI, che sono a capo di un potentato dell’epoca dal Mar Caspio al Mar Nero. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 10 Fa gioco anche il termine «RUS’» che viene assimilato al termine «RUSSIA» tanto da far ritenere naturale che la Russia in epoca moderna e contemporanea sia la naturale erede della Rus’. Questa sinonimia è presente in una miriade di tesV sulla storia della Russia, a meno che non si voglia specificamente disVnguere l’ EPOCA DELLA RUS’ (IX – XIII secolo = 400 ANNI) da QUELLA DELLA RUSSIA PROPRIAMENTE DETTA la cui affermazione come Stato, dopo il tracollo della Rus’, si realizza nel 1400 con il GRANDUCATO DI MOSCOVIA che, soWo Ivan III il Grande (1462 – 1505) si EMANCIPA DAL DOMINIO TARTARO iniziando un percorso che ne farà una grande potenza dal 1700 in poi. LA QUESTIONE STORIOGRAFICA SULL’EREDITÀ DI KYIV: *riguarda il profilo storico di Ucraina, Bielorussia e Russia *aWualizza in senso nazionale rivendicazioni dinasVche anVche *meWe in primo piano come precursori degli odierni StaV insiemi statali di origine, consistenza e natura profondamente diverse *legge in chiave strumentale travagliaV percorsi storici aWraverso fronVere diverse in epoche diverse La storiografia russa afferma che: dopo il venir meno della Rus’ di Kyiv, l’unità della Rus’ sarebbe rinata più a Nord con i principaV di Volodymyr e di Mosca. La storiografia ucraina asserisce che: la tradizione di Kyiv si sarebbe conservata in Galizia Volinia, ma anche questa quesVone è più complessa in quanto anche la GV venne meno e nel vuoto che si creò subentrarono la Lituania e la Polonia. 1362: IL GRANDUCATO DI LITUANIA INCORPORA LA MAGGIOR PARTE DELLA RUS’, CITTÀ DI KYIV COMPRESA 1362: Il primo a subentrare nello spazio ex-Rus’ fu uno stato pagano, il Granducato di Lituania che ne incorporò la maggior parte, Kyiv compresa. I regnanV lituani erano deY Gediminidi. La Lituania ebbe in sorte di salvarsi, per la sua posizione spostata più a ovest rispeWo alla Rus’, dall’invasione mongola. Pose le base per diventare nel 1400 una grande potenza. I lituani furono insomma uno dei grandi aWori nello spazio che andava dalle naVve terre balVche fino al Mar Nero. I sovrani lituani acceWarono il baWesimo secondo il rito caWolico solo nel 1300. Fu una scelta obbligata per stringere un’alleanza strategica con la Polonia. Mentre la Polonia di Casimiro il Grande si impadronì della Galizia e di parte della Volinia, la Lituania si estese praVcamente su quasi tuWe le terre ucraine. Il Granduca Jogaila sposò la Regina di Polonia, Jadwiga, garantendosi così l’accessione al trono di Polonia. 1385: I DOMINI LITUANI SI UNIRONO COSI CON QUELLI POLACCHI. Non è sbagliato parlare di ucraini e bielorussi in questa fase come di “Ruteni”, ovvero della Rus’. Della Rus’ potevano anche essere definiV quelli che definiamo propriamente “russi”, rientranV nella Moscovia, perché tuY e tre i popoli slavo-orientali avevano coabitato nell’ampio spazio della Rus’ prima della sua disgregazione, lì avevano la loro radici. Ma appunto SEGUIRONO TRAIETTORIE STORICHE DIVERSE: POLONIA-LITUANIA e MOSCOVIA rimasero, con i loro territori, REALTÀ SEPARATE, spesso in confliWo, dal 1500 al 1700. 1569: l’unione dinasVca fra Granducato di Lituania e Regno di Polonia si trasformò in un’unione interstatuale, con L’UNIONE DI LUBLINO che DIEDE ORIGINE alla cosiddeWa CONFEDERAZIONE POLACCO-LITUANA desVnata a dominare per quasi due secoli sulle terre polacche, lituane e gran parte di quelle già della Rus’, deWe, alla laVna, rutene e quindi anche su quelle dell’Ucraina e della Bielorussia. In questo contesto, LE TERRE UCRAINE FINIRONO PREVALENTEMENTE NELLA PARTE POLACCA, mentre quelle bielorusse rimasero in Lituania. Gli Ucraini nella gerarchia della Confederazione detenevano, non diversamente dai bielorussi, una posizione decisamente subalterna in cui il faWo di essere ortodossi finiva per cosVtuire un discrimine neWo. Le condizioni dei contadini ucraini, che erano staV liberi nello Stato lituano, peggiorarono sensibilmente, quando furono soWomessi ai signori polacchi. In questa tesa dialeYca tra Signori e Contadini si inserivano gli EBREI che servivano i nobili nella gesVone delle loro vasVssime proprietà, finendo per DIVENTARE SIMBOLI DELL’OPPRESSIONE SOCIO-ECONOMICA AGLI OCCHI DELLE MASSE CONTADINE. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 11 1506-1572: IL SECOLO D’ORO DELLA CULTURA POLACCA Periodo di crescita economica, fioritura della vita culturale e scienVfica, basV pensare a Mikolaj Kopernik (Copernico). Varietà confessionale e religiosa in quanto diverse le origini degli abitanV della Confederazione. Per quanto soWorappresentata la cultura ucraina trovò modo di svilupparsi e di promuovere valori ortodossi e slavo-orientali, creando un ambiente favorevole al mantenimento di un senso idenVtario ucraino. 1596: UNIONE DI BREST: NASCE LA CHIESA GRECO-CATTOLICA, DETTA “UNITA” O “UNIATE”. 1448: Mosca proclama l’autocefalia formalizzata da CostanVnopoli soltanto nel 1589 (141 anni dopo). La condizione della Chiesa ortodossa in Polonia-Lituania non era facile. Nacque da parte caWolica la proposta di un’unione religiosa che annullasse le differenze fra caWolicesimo e ortodossia, secondo uno schema che prevedeva: - riconoscimento dell’autorità del Vescovo di Roma, il Papa - mantenimento della liturgia con rito bizanVno (greco) Nacque così la Chiesa greco-caWolica ucraina, deWa poi “unita”, ma comunemente “uniate” a fianco di quella ortodossa. TuWavia l’Unione non fu acceWata da una parte consistente della popolazione ortodossa e del suo clero, creando un’ulteriore divisione all’interno della comunità ucraina e della società polacca in generale. 1632: FONDAZIONE DELL’ACCADEMIA DI KYIV ad opera di PETRO MOHYLA, figura di grande spicco nel XVII secolo europeo, per la sua indefessa opera di promozione dell’idenVtà culturale e religiosa ucraina all’interno della Polonia- Lituania. Nell’Accademia l’insegnamento religioso e laico si fondevano. TuWavia non si può trascurare il faWo che proprio questa riproposizione dell’ortodossia in un contesto caWolico-laVno e caWolico-greco portò allo scoperto la divisione religiosa, ma anche etnica e poliVca che aWraversava la società polacco-lituana. La Chiesa Uniate si trovò ben presto in una posizione subalterna rispeWo alla Chiesa caWolica ed alla Chiesa ortodossa. I successivi 3 paragrafi sono momenti dirimenti della storia ucraina:  1648: RIVOLTA COSACCA GUIDATA DA CHMELNYCKYJ COSACCO (Qazaq) è un termine di origine turco-tatara designante un libero guerriero al servizio di sovrani lituani, polacchi o slavo-orientali. A costoro si sarebbero uniV ucraini e russi che avrebbero privilegiato come base d’operazioni i corsi dei principali fiumi, dal Dnipro al Don, dalla Volga al Terek. Si cosVtuì quindi a poco a poco una comunità di fronVera, fra Polonia e Russia, con una fisionomia, uno sVle di vita e una cultura specifici. È Vpica della comunità cosacca l’impostazione militare della vita all’interno di una forma democraVca di governo che vedeva come organi principale l’Assemblea di tuY i cosacchi (il Kolo) e il Consiglio (Rada) che eleggeva il Capo cosacco (l’ ETMANO) che era dotato di grande potere. In Ucraina i Cosacchi si insediarono nelle foreste, lungo le rive o anche sulle isole oltre le rapide (za porohamy in Ucraino) del Dnipro, dove avevano il loro principale campo for>ficato (Sič); da qui il nome tradizionale di Zaporožci per designarli. I cosacchi, con l’Unione di Lublino del 1569, vennero posV soWo l’autorità del re di Polonia. Finirono per cosVtuire una forza specifica, in grado di avanzare rivendicazioni poliVche e religiose (tutela della confessione ortodossa). Punto di roWura:  RIVOLTA COSACCA GUIDATA DA CHMELNYCKYJ meWerà in seria crisi la Polonia-Lituania, portando soWo la sovranità russa quasi metà del territorio ucraino. [Chmelnyckyj era figlio di un piccolo nobile ucraino passato nelle file dei cosacchi. A seguito di varie vicissitudini (pag. 56 del libro) egli (lui, non il padre) cercò rifugio presso la Sic dei Zaporozci di cui divenne Etmano nel 1648 facendosi interprete delle loro frustrazioni.] Fu in grado di sconfiggere le truppe polacche infiammando tuWo il PalaVnato (divisione amministraVva polacca) di Kyiv e si estese a macchia d’olio fino a raggiungere parte della Bielorussia. Si apriva finalmente la possibilità di garanVre all’Ucraina un’effeYva parità con la Polonia e la Lituania all’interno di una nuova Confederazione. Ma così non fu. 1649: TRATTATO DI ZBORIV  che riconosceva i pala>na> di Kyiv, Braclav e Cernihiv (denomina> ‘Ucraina’) come uno Stato autonomo all’interno della Polonia-Lituania. La rivolta catalizzò diversi elemenV del sostrato polacco-lituano. Le viYme si contarono a migliaia. Si giunse al TRATTATO DI ZBORIV  che riconosceva i palaVnaV di Kyiv, Braclav e Cernihiv (denominaV ‘Ucraina’) come uno Stato autonomo all’interno della Polonia-Lituania. Se si considera che sia la Zaporižža a sud che territori a Nord riconoscevano L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 12 1 Guardando una cartina geografica frontalmente, quando si dice “riva sinistra” si intende la “riva destra” e v.v. l’autorità di Chmelnickyj c’era spazio per organizzare la struWura del nuovo Stato ucraino. Ma le osVlità non finirono e davanV alle renitenze polacche, Chmelnickyj giunse alla conclusione che forse soltanto un’alleanza con la Moscovia avrebbe potuto garanVre il successo della causa ucraina. La Moscovia allora non era uno Stato più potente della Polonia- Lituania, ma stava conoscendo una vivace ripresa dopo la morte di Ivan IV il Terribile. CosVtuiva pertanto un polo d’aWrazione per molV abitanV ucraini e bielorussi degli anVchi territori della Rus’. In questo contesto e in questo senso la scelta pro-moscovita di Chmelnickyj aveva le sue buone ragioni. 1654: TRATTATO DI PEREJASLAV  L’ETMANATO DEI COSACCHI SI UNISCE ALLA MOSCOVIA! Il territorio controllato dai cosacchi si unì alla Moscovia. La controversia storiografica e poliVca su questo frangente storico è infinita. Le quesVoni implicite sono Se si traWò di un accordo O di un vero e proprio traWato. E sopraWuWo se si traWò di un accordo poliVco-militare oppure di un’unione personale fra due StaV indipendenV e ne sancì un rapporto di proteWorato oppure di vassallaggio. Il dato certo è che l’incorporazione nella Moscovia del territorio dei cosacchi zaporozci e dei palana polacchi di Cernihiv, Kyiv e Braclav costuì per la compagine polacco-lituana una perdita enorme, MENTRE PER LA MOSCOVIA SEGNÒ UN RISULTATO FONDAMENTALE SULLA STRADA DELLA COSIDDETTA «RIUNIFICAZIONE» DELLE TERRE DELLA RUS’ CHE I SUOI SOVRANI PERSEGUIVANO DA TEMPO E CHE AVREBBERO PORTATO A COMPIMENTO NEI SECOLI SEGUENTI. Già ai tempi di Ivan III che aveva sposato la principessa bizanVna Sofia dei Paleologi era stata creata l’immagine di Mosca come novella Kiev, cui si era aggiunta quella di “Terza Roma”, erede naturale di Bisanzio. L’Etmanato cosVtuì allora il primo nucleo della cosiddeWa Piccola Russia o Ucraina in termini moscovito-russi, corrispondente alle terre dell’Ucraina centrale e centro-orientale odierna. Dal punto di vista degli ucraini, l’Etmanato svolse un ruolo cruciale nella formazione dell’idenVtà ucraina, della sua cultura, lingua e tradizione. CosVtuì per gli ucraini moderno-contemporanei un riferimento statuale più solido di quello della Galizia Volinia, un serbatoio di orgoglio e spirito combaYvo, pronto a risorgere più volte nei secoli. Fino ai nostri giorni… Perejaslav, per quanto passato alla storia come il punto nodale del rapporto Ucraina-Russia, non mise fine alle vicissitudini dell’Etmano. Chmelnyckyj decise di accrescere le proprie conquiste lanciando un aWacco alla Polonia. Ma per tuWa risposta fu la Polonia a giungere ad un armisVzio con la Moscovia irritando profondamente Chmelnyckyj. Il confliWo tra Moscovia e Polonia si concluse con la sVpula di una “pace eterna” e il traWato di Grzymultowski nel 1686. Il periodo tra il 1654 (TraNato di Perejaslav) e il 1686 (TraNato di Grzymultowski) cioè 32 anni fu tragico sia per la Polonia che per l’Ucraina che si ritrova divisa fra Polonia, Moscovia e Impero ONomano. 1686: DATA DELLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA FRA RUSSIA E POLONIA. La Polonia: - rinunciava alla riva sinistra del Dnipro e a Kyiv, già in mano russa1 - lasciava allo zar il controllo dei cosacchi della Zaporizzja - garanVva i diriY agli ortodossi sulla riva destra polacca Rimanevano in mano oWomana: • i palaVnaV di Podolia, Braclav e la parte meridionale del PalaVnato di Kyiv Le rive seWentrionali del Mar Nero restavano soWo il controllo dei Tatari di Crimea, vassalli dell’Impero OWomano. In sostanza, solo i territori ucraini del lato sinistro del Dnipro formavano, sia pur soWo i moscoviV, uno Stato cosacco propriamente deWo, o Etmanato, che includeva sul lato destro, la ciWà di Kyiv. Nasceva insomma quella che sarebbe stata L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 15 che fu repressa meWendo fine, per il momento, non solo alla rivolta polacca, ma a qualsiasi velleità rivoluzionaria. 1834: FONDAZIONE UNIVERSITÀ DI KYIV CON DOCENTI RUSSI oYca di formare giovani colV, aWraverso un’educazione superiore affidata a docenV russi di provata osservanza zarista. Il Paese aveva bisogno di quadri competenV anche solo per gesVre la macchina burocraVco-amministraVva. GOGOL è in genere un nome che viene rievocato quando si vuole significare lo spazio dedicato all’Ucraina nella leWeratura, ma Gogol era sì ucraino di nascita, ma russo come lingua e come visione espressa (piccolorussa). Il nome invece da associare alla cultura ucraina è sicuramente TARAS SEVCENKO, poeta e padre della lingua ucraina (1814 – 1861) la cui vita è un’antologia di ingiusVzie, sofferenze e genio. È Sevcenko che scientemente sceglie per definire la sua terra il nome «Ucraina» disVnguendo fra questa e la Piccola Russia, resuscitandone il passato glorioso e preconizzando la sua rinasciata, nel futuro, sulle rovine degli imperi. La prima raccolta poeVca data 1840. Egli fu il Dante della lingua ucraina di cui seppe esprimere le potenzialità. Di tuWe le sue poesie, la più incriminata agli occhi delle autorità è «IL SOGNO» in cui descrisse in modo impietoso la società del suo tempo, arrivando fin nei saloY dei grandi e nell’inVmità dello zar stesso. (Vedi pag. 102 del libro) 1846: INSURREZIONE DI CRACOVIA ispirata dagli emigraV polacchi a Parigi. I leader polacchi avevano sperato in un’estensione della rivolta che avrebbe dovuto travalicare i confini della Galizia, ma incontrarono un’inaspeWata e compaWa resistenza da parte dei contadini, i quali, polacchi o ruteni che fossero, tennero un aWeggiamento di assoluta lealtà nei confronV della Monarchia asburgica. 1848: l’Europa viene invesVta da una crisi rivoluzionaria. Gli ucraini crearono la loro prima organizzazione poliVca, il Consiglio Supremo Ruteno, con a capo esponenV della Chieso greco-caWolica, che, dopo aver dichiarato che i ruteni appartenevano ad un unico, grande, popolo che parlava una sola lingua, riaffermò la fedeltà alla Monarchia, da cui si aspeWava di veder riconosciuV, cosVtuzionalmente, i propri diriY. 1855: GUERRA DI CRIMEA + MORTE DELLO ZAR NICOLA I + ASCESA DELLO ZAR ALESSANDRO II Dall’estero una voce potente fu quella di Herzen che nel 1857 fondò a Londra una propria testata, Kolokol, (La campana). Qui trovò spazio in forma anonima nel 1860 un testo di Kostomarov in cui quesV traWeggiava il passato dell’Ucraina, esaltandone le specificità e dove mise in luce come fossero due le nazionalità gemmate nel grembo della Rus’. 1861: FIRMATO IL MANIFESTO SULL’ABOLIZIONE DELLA SERVITU’ DALLO ZAR ALESSANDRO II Il più grande sogno di Sevcenko che non potè vedere realizzato. 1863: La Polonia insorge e NASCE IL CANTO PATRIOTTICO “NON È ANCORA MORTA LA GLORIA DELL’UCRAINA NÉ LA SUA LIBERTÀ” oggi inno ufficiale dell’Ucraina. 1866: L’Austria asburgica perde il suo plurisecolare ruolo di guida del mondo germanico. 1867: L’anno del COMPROMESSO e della nascita del Regno bicefalo di Austria ed Ungheria. 1868: La situazione in Galizia è caraWerizzata da una forte predominanza economica, poliVca e culturale dell’elemento polacco. In Transcarpazia da quello magiaro; nella Bucovina da quello romeno, sicché non è facile per quello ruteno trovare una collocazione in contesV così diversi. Guardando alla Galizia, il maggior laboratorio dell’ucrainità nell’Impero asburgico, individuiamo 3 ORIENTAMENTI rispeWo alla QUESTIONE IDENTITARIA: 1. VECCHIO RUTENO 2. UCRAINOFILO 3. RUSSOFILO TuY si riconoscono come popolo della Rus’ che parla la lingua rusina o rutena: - per gli Ucrainofoli questa va considerata “ucraina” - per i Russofili “russa” L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 16 - per i vecchi Ruteni “rutena”, quasi a soWolineare la sua delimitazione all’ambito austriaco Diverge l’interpretazione delle proprie origini: • i Vecchi Ruteni e i Russofili considerano che gli slavo orientali (grandirussi, bielorussi, piccolorussi) facciano parte di un’unica nazionalità • postulato, quest’ulVmo, che viene rifiutato neWamente dagli Ucrainofili per i quali gli ucraini sono una disVnta nazionalità vivente su un vasto territorio etnografico che si estende dai Carpazi agli Urali. Diverge ovviamente l’interpretazione della storia post-kieviana: - i russofili acceWano la teoria russa del passaggio della sovranità dalla Rus’ di Kiev alla Moscovia per cui la Galizia sarebbe una terra russa, separata dalla Russia dalla dominazione polacca ed austriaca, - mentre per gli ucrainofili la Rus’ di Kiev cosVtuiva una civiltà specifica centrata sul territorio ucraino, perpetuatasi nel Regno di Galizia e Volinia e poi nello Stato cosacco. - la posizione dei vecchi ruteni non è dissimile da quella dei russofili, ma solo dal punto di vista culturale, perché essi temono una subordinazione all’Impero russo. 1876: DIVIETO DI PUBBLICAZIONE DI QUALSIASI COSA IN LINGUA UCRAINA POLITICA DI RUSSIFICAZIONE 1881: ASSASSINIO DELLO ZAR ALESSANDRO II: STOP A PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE 1890: NASCE IL PRIMO PARTITO POLITICO UCRAINO (POPULISTA SOCIALISTA) 1894: Il giovane professore HRUSEVSKYJ è invitato ad insegnare all’Università di Leopoli. Si traWa di un avvenimento in quanto egli è un valente esperto di storia ucraina e una mente indipendente. È il maggiore storico ucraino. È universalmente noto per la sua Storia dell’Ucraina-Rus’ di cui pubblicò 10 volumi fra il 1898 e il 1934. 1895: Viene pubblicato il celere pamphlet di BACYNSKYJ Ucraina irredenta dove si esplicita il programma di riunificazione degli ucraini austriaci e russi in una sola enVtà indipendente. 1900: In Russia nasce clandesVnamente il ParVto rivoluzionario ucraino (RUP) di ispirazione marxista. 1905: LA RIVOLUZIONE DEL 1905 al termine della quale, ristabilito l’ordine sociale, sembra aprirsi una nuova fase liberale in cui saranno garanVV diriY civili e poliVci e sarà rivista la quesVone delle minoranze etniche e religiose. In realtà si susseguiranno quaWro Dume (ParlamenV) e tuWe le proposte sull’autonomia cultura ed amministraVva da parte della rappresentanza ucraina cadranno nel vuoto. 1914: ASSASSINIO NEL GIUGNO DELL’EREDE AL TRONO AUSTRIACO, L’ARCIDUCA FRANCESCO FERDINANDO A SARAJEVO. SCOPPIO DELLA IWW Le terre ucraine furono subito terreno di contesa fra AUS UNG e RUS. Gli Ucraini erano la 2ª nazionalità dell’esercito russo e la 5ª di quello austro-ungarico. Col prosieguo della guerra era ormai evidente a parecchi ucraini di entrambi gli Imperi che non era da quesV organismi che sarebbe arrivato l’agognato riconoscimento delle proprie aspirazioni nazionali e che solo un loro eventuale crollo avrebbe potuto aprire nuovi spazi. 1917: RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO E POI D’OTTOBRE IN RUSSIA La prima fase si ebbe a febbraio. Rinuncia al trono di Nicola II e formazione di un GOVERNO PROVVISORIO (GP) guidato da Kerenskij che ad oWobre avrebbe lasciato il potere ad oWobre nelle mani dei bolscevichi. In questo quadro, l’Ucraina del Dnipro andò incontro a rivolgimenV di enorme portata. LA RICHIESTA DI AUTONOMIA DIVENTA SUBITO IL TERMINE DEL CONTENDERE COL GOVERNO PROVVISORIO. A Pietrogrado, i contrasV all’interno del GP ed anche all’esterno con i Soviet portarono a due tentaVvi di colpi di stato. Kerenskij non fu in grado di salvare il GP: in oWobre i bolscevichi si impadronirono del potere e diedero inizio ad una nuova, conclusiva fase della rivoluzione. In Ucraina la Rada prese aWo della scomparsa del GP proseguendo sulla strada che dall’autonomia poteva portare all’indipendenza. Il 7 novembre la Rada proclamava la fondazione della REPUBBLICA POPOLARE UCRAINA (UNR) di cui non veniva ancora dichiarata l’indipendenza. Al contempo la Rada non riconosceva l’autorità del nuovo governo centrale, denominato dai bolscevichi CONSIGLIO DEI COMMISSARI DEL POPOLO ed assumeva su di sé la responsabilità di governo. Ma i bolscevichi non avevano intenzione di permeWerlo ed iniziarono una strategia per rovesciare il “governo borghese” ucraino ed impadronirsi di Kyiv. 1918: I bolscevichi posero la loro base operaVva a Charkiv e proclamarono un nuovo governo sovieVco ucraino subordinato a quello di Pietrogrado. Ben presto le truppe sovieVche si installarono a Kyiv. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 17 Il TRATTATO DI BREST-LITOVSK fra IMPERI CENTRALI e RUSSIA fu generoso con l’UCRAINA in quanto le veniva riconosciuta la sovranità su un territorio più ampio di quello formato dalle nove province precedenV; oWeneva l’impegno da parte bolscevica di evacuare le loro truppe ove presenV. ERA LA FINE DELL’ISOLAMENTO ED IL PRIMO RICONOSCIMENTO ESTERNO DI UNA SUA STATUALITÀ. Ma quanto fosse fragile si capisce dal faWo che proprio mentre esso veniva firmato i bolscevichi si installavano a Kyiv. 1919: IL 22 GENNAIO 1919 AVVENNE LA STORICA DICHIARAZIONE DI UNITÀ DELLA REPUBBLICA POPOLARE UCRAINA (UNR) CON LA REPUBBLICA POPOLARE DELL’UCRAINA OCCIDENTALE (ZUNR) che comprendeva teoricamente Galizia, Bucovina e Transcarpazia. Ma già nel febbraio 1919 i bolscevichi insediavano a Kyiv la REPUBBLICA SOCIALISTA SOVIETICA UCRAINA. UNR e ZUNR rimanevano due enVtà separate, anche fisicamente, dal peso degli aWori presenV sul suolo ucraino: i rossi, i bianchi, l’Intesa, gli eserciV contadini, i polacchi… Uno dei faWori che portarono alla viWoria dei bolscevichi furono anche i rapporV difficili tra UNR e ZUNR. Alla fine i bolscevichi ebbero ragione di tuY i contendenV. 1921: FINE DELLA (BREVE) INDIPENDENZA UCRAINA MACHNO, dopo aver aiutato i bolscevichi a vincere la guerra in Ucraina, contro il DireWorio ‘borghese’ e le armate bianche ‘controrivoluzionarie’, fu dagli stessi militarmente aWaccato e costreWo a riparare in Romania. Nesto MACHNO (1888-1934) fu una figura di primo piano nella storia dell’anarchismo non solo russo ed ucraino, ma anche europeo. Anch’egli apparVene al panorama dell’insorgenza ucraina, rappresentandone l’anima popolare, lontana dai fasV dell’Etmanato cosacco. Egli rappresentava un modello alternaVvo al bolscevismo teoricamente internazionalista, ma in fondo neoimperiale e poi russocentrico. IL 1921 SEGNÒ LA FINE DELL’INDIPENDENZA avvi CRAINA. La PACE DI RIGA DEL 18.03.1921 tra Polacchi e Russi portò al riconoscimento della Repubblica socialista sovieVca ucraina da parte dei polacchi e v.v. all’incorporazione della Galizia orientale, insieme ad altre terre ucraine, nella Repubblica polacca. Il resto delle terre abitate da ucraini e già austro-ungariche fu diviso fra gli StaV successori dell’Austria-Ungheria. Gli ucraini erano ancora una volta divisi fra diverse enVtà statali. LA STORIA DELL’UCRAINA NON È UNA STORIA DI STATUALITÀ DEBOLE, BENSÌ DI STATUALITÀ NEGATA. 1921-1922: L’Ucraina orientale era uscita distruWa dalla guerra civile e dalle poliVche del comunismo di guerra, prima fra tuWe quella delle requisizioni forzate di grano, che aveva pagato con una tremenda caresVa. Questa situazione spinse LENIN ad introdurre la NEP (NUOVA POLITICA ECONOMICA) che fu in vigore dal 1921 al 1928 che ridiede fiato all’economia. Nel 1922 fu avviata la costruzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste SovieVche Russe (URSS). 1923: POLITICA DI INDIGENIZZAZIONE volta a radicare il sistema sovieVco nelle repubbliche. In Ucraina questo segnò l’avvio di un processo di ucrainizzazione, che aWraverso la promozione della lingua e della cultura avrebbe dovuto agevolare la trasformazione socialista del paese. Campagna per l’alfabeVzzazione. Standardizzazione dell’idioma ucraino. Rinascita culturale ucraina. Il punto è che la rinascita culturale doveva per forza calarsi nella realtà “sovieVca” che permeWeva, sì, una forma ucraina, ma con un contenuto socialista in tuY gli ambiV. E tuWavia questa fu l’ulVma stagione di relaVva libertà di cui godeWe l’Ucraina sovieVca fra la fine degli anni VenV e l’inizio degli anni Trenta. L’ondata di repressione messa in aWo da Stalin spazzò via tuWo. 1928: STALIN INTRODUCE L’ECONOMIA PIANIFICATA DI COMANDO. La NEP VIENE SOSTITUITA DAL PRIMO PIANO QUINQUENNALE che stabiliva gli OBIETTIVI IN CAMPO AGRICOLO ED INDUSTRIALE. LO SCOPO DELL’ECONOMIA PIANIFICATA ERA QUELLO DI ESTRARRE IL PIÙ POSSIBILE DALLE CAMPAGNE PER SOSTENERE L’INDUSTRIA PESANTE E RAFFORZARE LA POSIZIONE DELL’URSS RISPETTO AL MONDO CAPITALISTA. 1929: a solo un anno dall’avvio della colleYvizzazione Stalin è deluso dai risultaV oWenuV in Ucraina, paese agricolo per eccellenza e quindi banco di prova della sua nuova poliVca economica. Si torna dunque alla retorica del comunismo di guerra, con il reiterato appello alla loWa di classe ed alla sorveglianza dei sabotatori, che assumono subito le vesV del L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 20 2 Fonte: Wikipedia 1989: Il quadro poliVco muta rapidamente 1990: MolV ucraini organizzano un pellegrinaggio in Zaporižžja, terra per eccellenza dei cosacchi. Seguendo l’esempio dei Paesi balVci e della Russia, nell’estate del 1990, l’Ucraina dichiarò la propria sovranità il che significava che le leggi repubblicane avevano preminenza su quelle dell’Unione. 1991: GOLPE IN AGOSTO. Gorbaciov confinato dai golpisV. A Mosca si prende la scena ELTSIN che costringe i militari a riVrarsi. Eltsin obbligò di faWo Gorbaciov a rassegnare le dimissioni da Segretario del PCUS ed assunse di faWo il governo dell’Unione. IL 24 AGOSTO 1991 IL PARLAMENTO UCRAINO DICHIARÒ L’INDIPENDENZA. [Il 25 dicembre 1991, alle ore 18, Gorbačëv si dimise da presidente dell'Unione SovieVca e dichiarò abolito l'ufficio, inoltre conferì tuY i poteri e l'archivio presidenziale sovieVco al presidente della Russia Boris El'cin. Alle 18:35 la bandiera sovieVca sopra il Cremlino fu ammainata e sosVtuita con il tricolore russo. Infine, il 26 dicembre 1991 il Soviet delle Repubbliche del Soviet Supremo dell'URSS raVficò le decisioni del presidente dimissionario dell'URSS e dissolse formalmente l'URSS. La dissoluzione fu resa definiVva nella noWe tra 31 dicembre 1991 e il 1º gennaio 19922] 1994: l’Ucraina tuWavia non aveva solo il problema della collocazione geopoliVca fra Est e Ovest, ma anche della difficile transizione poliVca ed economica al post-comunismo. >>> PrivaVzzazione non controllata >>> 1994: Presidente Kucma >>> 1996: Nuova CosVtuzione Il compito di aWuare le riforme, non più procrasVnabili, anche per oWenere i finanziamenV del FMI e della UE, vennero affidate al Primo Ministro, Viktor JUSCENKO, in carica del 1999 al 2001. JUSCENKO si presentò con un suo parVto alle elezioni parlamentari del 2002, non vincendole. Alla guida del governo arrivò Viktor JANUKOVIC. 2004: JUSCENKO candidatosi come Presidente stringendo un’alleanza eleWorale on Julia TIMOSHENKO, promeWendole la carica di Primo Ministro in caso di viWoria. Gli schieramenV: JUSHENKO : PRO RIFORME UE JANUKOVIC : SOSTENUTO DALLA RUSSIA La viWoria di JANUKOVIC FU SUBITO CONTESTATA. JUSHENKO riempì le piazze per protestare, il che va soWo il nome di RIVOLUZIONE ARANCIONE. Si decise per un 3° turno di balloWaggio e questa volta risultò vincitore JUSHENKO . Bisogna soWolineare che qui fu la gente, la piazza, a sostenere la “democrazia”. Questa gente, questa piazza, non vennero mai meno nei grandi momenV di svolta al di là di tuWe le speculazioni su presunV golpe fomentaV dall’Occidente. È invece vero che fin d’ora si poté valutare quanto la Russia non fosse disposta a tollerare scelte in poliVca interna ed estera confliggenV con il suo sistema e con quello adoWato dai paesi gravitanV nella sua orbita. 2008: GUERRA DEL GAS CON LA RUSSIA. JUSHENKO puntò molto sulla poliVca culturale, intesa come recupero, seleYvo, della memoria, conceWualizzando lo holodomor come genocidio e dandogli una connotazione anV-russa. Questa sua poliVca per la verità non trovò concordi tuY gli ucraini, ma aprì un ulteriore contenzioso con l’erede dell’URSS e cioè la FEDERAZIONE RUSSA consentendo ai suoi avversari poliVci di bollarlo quale ‘sciovinista anV-russo’. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 21 In parVcolare fu materia controversa il riconoscimento di Stepan BANDERA, leader del nazionalismo radicale degli anni 30 e 40 (vedi pag. 18 di questo riassunto), come «Eroe dell’Ucraina». AffreWate riabilitazioni pongono le basi a legiYmazione del passato fascista dell’Ucraina. Si crea così la narraVva dell’UCRAINO NAZISTA che sarà poi centrale nella propaganda russa di discredito della poliVca ucraina dal 2010 al 2022. 2010: ANNO CRUCIALE PER LA TRASFORMAZIONE INTERNA E LA COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE DELL’UCRAINA. L’ALLEANZA DI JUSHENKO E TIMOSHENKO NON FUNZIONA. ALLE PRESIDENZIALI VINCE INFATTI JANUKOVIC . Laddove JUSHENKO aveva interpretato il senVmento anV-russo, JANUKOVIC fa banalmente il contrario. Lo scopo di JANUKOVIC era di giocare sulle linee di divisione, esasperando le differenze fra le varie parV dell’Ucraina, invesVte da problemi diversi. 2011: Julija TIMOSHENKO (ex alleata di JUSHENKO ) fu condannata a seWe anni di carcere con l’accusa di tradimento per le traWaVve condoWe ai tempi della guerra gas con la Russia (vedi sopra). 2012: Nuova legge sulla lingua che finiva per favorire, per il suo impianto, la lingua russa in molte regioni, contraddicendo l’art. 10 della CosVtuzione, che invece riconosceva l’Ucraino come l’unico idioma di Stato. Si apriva così un contenzioso sulla lingua che si sarebbe rinnovato ad ogni tentaVvo dei governi successivi di modificare la legge del 2012 rendendo la quesVone linguisVca altamente divisiva e negaVva per l’unità del paese. Presto apparve patente che JANUKOVIC mirava a meWere in piedi un regime autoritario. 2013: IL PUNTO DI ROTTURA CON JANUKOVIC da parte di coloro che lo giudicavano autoritario, corroWo, filo-russo e quindi incapace di condurre una poliVca indipendente che facesse davvero gli interessi dell’Ucraina scaWò nel 2013 e si aprì proprio sulla COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE DEL PAESE: - mentre PuVn proponeva una zona di scambio comune anche con la Bielorussia - dall’altro lato la UE proponeva un accordo di associazione al quale avrebbero aderito anche Georgia e Moldova Quando al VERTICE DI VILNIUS DEL 28-29/11/2013 si traWò di firmare l’accordo con la UE, JANUKOVIC annunciò che l’UCRAINA NON AVREBBE FIRMATO lasciando intendere di VOLER ADERIRE ALLA PROPOSTA RUSSA. QUESTO INNESCÒ UNA PROTESTA POLOARE CHE È PASSATA ALLA STORIA COME EUROMAJDAN che si concluse con la FUGA DEL PRESIDENTE JANUKOVIC IN RUSSIA NEL FEBBRAIO 2014. Di lì è nata una forte polarizzazione delle posizioni tra Ucraina e Russia che è andata acuendosi per tuY i governi successivi, senza più trovare composizione. Se teniamo presente i precedenV, tra cui la Rivoluzione Arancione, NON SI PUÒ DIRE CHE EUROMAJDAN SIA STATO UN COLPO DI STATO GUIDATO DAGLI USA per aYrare l’Ucraina nella sfera di influenza euroatlanVca al fine di distruggere la posizione della Russia come grande potenza. L’EuroMajdan fu un fenomeno complesso, arVcolato, che si trasformò da manifestazione pacifica in un confronto violento fra il governo ed i manifestanV. Se consideriamo la dimensione Panucraina delle proteste, che non furono limitate alla sola piazza di Kyiv, si deve concedere agli ucraini di essersi pronunciaV contro la forzatura imposta da JANUKOVIC che li avrebbe risospinV nella sfera di influenza di Mosca, orientandone l’evoluzione poliVca ed economica nella direzione per le più conveniente, di volta in volta, secondo uno schema già sperimentato in passato. L’Occidente con il suo insistere sul tema caro agli ucraini della ‘grande cultura europea’, cultura di diriY civili e poliVci anzituWo e quindi di libertà, aveva un’aWraYva incomparabilmente superiore alla retorica dell’unità fra Russia e Ucraina, con una Russai, peraltro, sempre più autoritaria in poliVca interna ed asserVva nei cfr dei vicini in poliVca estera. L’Ucraina in 100 date – Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni 22 La RIVOLTA che ormai conosciamo con il nome di EUROMAJDAN svoltasi a KYIV fra il 2013 ed il 2014 segna uno SPARTIACQUE DIRIMENTE nella storia ucraina perché è proprio in CONSEGUENZA a questo evento che ha inizio l’INTERVENTO DELLA RUSSIA IN CRIMEA e l’AVVIO DELLA GUERRA IN DONBASS. 27.02.2014: LA RUSSIA INVADE LA CRIMEA con sue truppe senza insegne. Il processo fu concluso da un referendu, che sancì l’adesione della penisola alla Fed. Russa. L’episodio umanamente e poliVcamente più grave avvenne ad ODESSA il 2 maggio 2014 con l’INCENDIO DEL PALAZZO DEI SINDACATI dove esponenV di posizioni filorusse e filoucraine si scontrarono: i militanV filorussi si rifugiarono nel Palazzo dei SindacaV che andò a fuoco causando un gran numero di viYme. Per molV il Massacro di Odessa è diventato l’emblema delle violenze delle “destre ucraine”. La destabilizzazione dell’Ucraina conVnuò, dopo la Crimea, in DONBASS, la regione più ricca da un punto di vista minerario ed industriale, terra di riferimento di oligarchi ed esponenV poliVci ( JANUKOVIC compreso). Le radici del problema sono storiche, perché il DONBASS era certo una regione della Russia meridionale dell’ex-impero zarista, più che una regione preWamente ucraina, fin da quando venne inserito nella nascente Repubblica socialista sovieVca ucraina. In quesV territori si trovano facilmente linee di roWura su cui far leva. In Donbass ha avuto avvio quindi nel 2014 un confliWo a parVre dall’autoproclamazione a repubbliche, filorusse, di DONETSK e LUHANSK che hanno goduto ovviamente dell’appoggio della RUSSIA sopraWuWo aWraverso truppe irregolari. Kyiv, soWo la presidenza di Petro POROSHENKO (2014 – 2019) ha lanciato più di un’operazione bellica per riportare quesV territori soWo la propria sovranità. I tentaVvi di composizione di questo confliWo non hanno avuto esito e gli accordi cui si è giunV, MINSK I e MINSK II, fra Ucraina, Russia, Repubblica popolare di Donetsk e Repubblica popolare di Luhansk sono rimasV senza implementazioni, DA AMBO LE PARTI. Si può rimproverare a KYIV: - di non aver avuto la capacità negli anni di ovviare alle difficoltà che molte regioni incontravano nella transizione al post-comunismo - di non aver saputo tranquillizzare i russofoni (da non confondersi con i russi etnici in queste regioni ad alta immigrazione sovieVca) sui loro diriY linguisVci - di non essere scesi a compromessi sulle autonomie MA bisogna anche tenere conto della propaganda dei filorussi, alimentata artatamente dalla Russia, nel far credere che Mosca potesse cosVtuire un’alternaVva al governo di Kyiv, presentato come lontano dai problemi delle regioni. Molto rilievo è stato dato alla partecipazione alle operazioni militari ucraine del BATTAGLIONE AZOV, che, per l’uso di SIMBOLI RICHIAMANTI IL TERZO REICH è stato immediatamente eleWo ad emblema della “violenza nazista” di cui sarebbe portatore il governo di Kyiv che ha inquadrato l’Azov nella Guardia nazionale ucraina. L’esistenza di formazioni poliVche di estrema destra in Ucraina non deve però farne sopravvalutare il peso nel sistema poliVco complessivo che è andato decisamente diminuendo fino a diventare residuale, dal 2014 in poi. 2019: L’ELEZIONE A MAGGIO DI VOLODYMYR ZELENS’KYJ (ZELENSKY), aWore comico, regista, produWore cinematografico, personaggio brillante, ma non certo un poliVco navigato, con il 73% (SETTANTATRE PER CENTO) DEI VOTI, molV dei quali ANCHE DAL DONBASS, ha dimostrato come il Paese fosse ormai stanco di questa interminabile transizione al post- sovieVsmo che lo indeboliva e puntasse su un volto nuovo. L’elezione di Zelensky, di origine ebrea, russofono, senz’altro confuta di per sé l’immagine di un’Ucraina impregnata di nazionalismo “filonazista”. La Russia, davanV all’ipotesi che un domani l’Ucraina entri nella NATO e magari riprenda la Crimea, ha deciso di prevenire, anche con un aWo di forza, questa eventualità. In questa luce, quindi, possono essere interpretate le successive mosse di Mosca e l’allesVmento di una propaganda storica e poliVca anV-ucraina, in cui, paradossalmente, viene inverVto l’onere della prova e finisce per l’essere l’Ucraina a dover dimostrare la sua non osVlità nei cfr della Russia. 2022 IL 24 FEBBRAIO 2022 È SCATTATA L’ «OPERAZIONE SPECIALE» e cioè un aWacco militare che ha violato le fronVere ucraine e soWoposto il paese ad una guerra di cui non si vede ancora la fine (al momento lo scrivente è al 12/05/23, n.d.R.). L’eufemismo “operazione speciale” usato al posto di “guerra” si spiega anche per un risvolto emerso chiaramente nei primi giorni dell’aggressione: Mosca ha semplicemente ritenuto che fosse possibile rimuovere il presidente con l’appoggio di una parte dell’esercito ucraino ed installare un governo filorusso senza colpo ferire. È in questo contesto che è stata coniata l’espressione “nazista” per definire il governo legiYmo di Kyiv. Ma la c.d. “operazione speciale” non è andata come
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved