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riassunto del manuale di letteratura latina, Sintesi del corso di Letteratura latina

riassunto dettagliato del manuale di letteratura latina

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 01/07/2024

anna-tansella
anna-tansella 🇮🇹

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Scarica riassunto del manuale di letteratura latina e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Origini della letteratura latina Problema che si poneva ai Romani stessi opinione dominante: data di nascita 240 a.C., rappresentazione di una tragedia di Livio Andronico (periodo “muto” alle spalle) Romani avevano ben presente il riferimento alle origini della letteratura greca poesia omerica presupponeva una ricca tradizione di canti epici  anche i Romani diventano curiosi della loro preistoria letteraria Greci avvantaggiati dall’esistenza di Omero; nessun testo letterario romano gode di simile posizione privilegiata le opere di Andronico sono testi che nascono dalla tradizione di un genere letterario già maturo, la tragedia greca di età classica e ellenistica Questioni indispensabili per la discussione delle origini letterarie: a) cronologia e diffusione della scrittura: fin dal VII secolo per gli abitanti del Lazio l’uso della scrittura è legato a momenti della vita pratica (un invito a bere, una proibizione religiosa su un cippo)  crogiolo di popoli e lingue in cui si afferma solo progressivamente l’uso del latino e dell’alfabeto latino. La presenza di queste iscrizioni su oggetti di uso quotidiano prova che già nella Roma più arcaica una certa capacità di scrivere era diffusa anche tra persone di media condizione  scrittura più diffusa nei ceti superiori. uso della scrittura indispensabile per: - funzioni pubbliche (conservazione di oracoli, liste di magistrati e sacerdoti, leggi, trattati..) - genealogie, memorie di famiglia e iscrizioni celebrative per la nobiltà in questa fase non è attestata una vera e propria circolazione libraria libri Sibyllini testi religiosi probabilmente scritti in greco Roma medio-repubblicana sorgere di veri e propri testi letterari + notevole estensione della capacità di leggere e scrivere: fascia larga di cittadini usano tenere documentazioni scritte sulla propria attività (commentarii); sullo scorcio del III secolo è pubblicamente riconosciuta una corporazione di scrivani, gli scribae. b) forme comunicative non letterarie forme e modi della comunicazione che presuppongono l’uso della scrittura ma che non costituiscono “letteratura”: - leggi e trattati uso della scrittura legato alla necessità di avere precise registrazioni ufficiali (trattati, patti internazionali, leggi ebbero influsso sulle origini della prosa latina). Importanza enorme delle prime leggi di Roma. Abbiamo tracce di leges regiae, che dovrebbero risalire alla fase monarchica impostazione rigidamente sacrale; conquista civile e politica costituita dalle Leggi delle XII Tavole, nelle quali i Romani di età classica ravvisano il vero fondamento della loro identità culturale - i Fasti e gli annales comunità romana aveva sviluppato un suo calendario ufficiale, regolato e sancito dalle autorità religiose: giorni dell’anno divisi in fasti e nefasti a seconda che fosse permesso o no il disbrigo degli affari pubblici; termine fasti ben presto inizia a designare non solo il calendario annuale, ma anche le liste dei magistrati nominati anno per anno e la registrazione dei trionfi militari riportati dai magistrati in carica (fasti triumphales). Passo importante: uso della tabula dealbata il pontefice massimo esponeva pubblicamente una tavola bianca che dichiarava date di trattati, dichiarazioni di guerra, fatti prodigiosi… queste registrazioni ufficiali presero il nome di annales. Publio Muzio Scevola in età graccana si incaricò di riunire in volumi gli annales degli ultimi 280 anniAnnales Maximi questi Annales ufficiali dei pontefici assunsero enorme importanza come impulso per la struttura di opere storiografiche latine che basano sullo schema “anno per anno” la narrazione della storia di Roma - i commentarii di per sé indica “appunti”, “memorie” a carattere privato. I commentarii di Cesare sulla guerra gallica e sulla guerra contro Pompeo non consistevano in una letteratura storiografica ma in una rievocazione condotta di prima mano.  si presentano come opere “non professionali” caratterizzate da un apporto di informazioni e memorie personali  i magistrati importanti in età repubblicana tendevano a raccogliere i provvedimenti e gli eventi principali del loro periodo di carica in una sorta di diario potevano assumere un carattere di documentazione ufficiale e venivano depositati presso i collegi sacerdotali - oratoria  prima della grecizzazione decisiva il saper parlare era ben più importante del saper scrivere abilità oratoria vista dai Romani come forma di potere e fonte di successo, unica attività intellettuale degna di un cittadino di elevata condizione. Capacità di convincere base necessaria di una carriera politica. Appio Claudio Cieco: figura semileggendaria di iniziatore dell’oratoria  ci appare per certi versi come predecessore di Catone viene ricordato per la sua efficacia e abilità oratoria (si oppose alle proposte di pace di Pirro con un famoso discorso). Inoltre fu esperto di diritto e si occupò anche di questioni linguistiche rotacismo attribuito a lui c) forme pre-letterarie: i carmina significato più usuale di carmen è poesia, ma Ennio definisce il suo lavoro con una parola greca, poema, per marcare la sua predisposizione a poetare ‘alla greca’ e il rifiuto di una certa tradizione antichissima, in cui carmen significa ben di più che versi e poesia (i poeti augustei specializzeranno il termine)  nella Roma arcaica: - Cicerone definisce le XII Tavole un carmen - Le XII Tavole indicano le formule magiche come carmen - Stessa parola si applica a preghiere, giuramenti, profezie, sentenze del tribunale, cantilene infantili La tradizione stilistica dei carmina è il più potente tratto di continuità che unisce il periodo delle origini della storia letteraria di Roma la tradizione dei carmina non sparisce mai del tutto. Modo di scrivere che non pratica nette distinzioni tra versi e prosa ma nel suo complesso si oppone allo stile casuale e informale della conversazione quotidiana Le più antiche forme di carmina riguardano una produzione a carattere religioso e rituale principali testimonianze riguardano due carmina rituali:  Il carmen Saliare  canto di un venerando collegio sacerdotale, i Salii, istituito da re Numa Pompilio 12 sacerdoti del dio Marte ogni anno recavano in processione i 12 scudi sacri, gli ancilia. I Salii dovevano avere una serie di carmina diversi che proferivano avanzando in un balletto rituale che scandivano in tre tempi. Preoccupazione fondamentale era di invocare tutte le potenze divine per evitare omissioni che potevano essere irritanti (alle divinità “ellenizzate” si affiancavano una serie di potenze legate alla minuta dinamica delle attività quotidiane)  Il carmen Arvale/Fratrum Arvalium  nel mese di maggio i Fratres Arvales (collegio di 12 sacerdoti) levavano un inno di purificazione dei campi, implorando protezione da Marte e dai Laresinsistenza su un ritmo ternario triplicazione di parole e atti è diffusamente considerata come una garanzia di efficacia. I Fescennini versus produzione orale e improvvisata che aveva caratteri di motteggio e comicità. Etimologia: > Fescennia (cittadina nell’Etruria del sud) / fascinum = “malocchio”  traccia di un influsso etrusco/espressione di una funzione apotropaica. La sede più propria dei fescennini erano le feste rurali Circolavano in numerose occasioni sociali  carmina triumphalia: soldati improvvisavano canti in cui alle lodi del vincitore si mescolavano schemi e pasquinate < esaltazione del successo moderata e temperata dal riso I canti eroici/carmina convivalia  poesie a funzione celebrativa concepite oralmente ed eseguite in riunioni private. Questi canti avevano scarsa rilevanza nella Roma arcaica e ne abbiamo pochissime notizie, non abbiamo indizi di una circolazione scritta. Questa poesia trovava praticanti e ascoltatori nell’ambiente delle grandi famiglie le famiglie sono i gruppi sociali in cui più rapidamente prende piede una cultura di tipo grecizzante per questo non ne cogliamo alcuna risonanza  grecizzazione fine III secolo e tramonto canti eroici. La funzione celebrativa della poesia on andò scomparendo, al contrario con i ‘grecizzanti’ la poesia si presenta sempre più come mezzo che assicura e perpetua la gloria degli uomini La questione del saturnio: verso usato nelle poesia romana più antica Odissea di Livio Andronico e Bellum Poenicum di Nevio; anche gli elogi funebri ritrovati sui sepolcri di Lucio Cornelio Scipione e suo L’atellana genere popolare che penetra a Roma già prima dell’istituzione di un teatro letterario e regolare. Si presume che si basasse su canovacci rudimentali: - intreccio scenico che prevedeva equivoci, bisticci e battute salaci - maschere fisse e ricorrenti: Bucco, il fanfarone, Dossennus, il gobbo malizioso, ecc influssi dell’atellana sul teatro regolare e grecizzante sono molto verosimili. LIVIO ANDRONICO Date di nascita e di morte ignote Notizie certe: 240 a.C.  rappresentazione del primo testo drammatico a Roma, una tragedia sul modello greco; 207 a.C.  mette in scena un partenio in onore di Giunone, dopo ricevette pubblici onori Le altre notizie riportate essenzialmente da Cicerone e Livio sono molto controverse - Andronico era a tutti gli effetti un greco; giunge a Roma forse da Taranto intorno al 272 a.C.; assunse il prenome del suo patrono Livio Salinatore di cui fu liberto. - A Roma fu grammaticus (professore), autore di testi scenici e attore Di Andronico abbiamo una 60ina di frammenti dovuti a citazioni di autori repubblicani. Abbiamo i titoli di 8 tragedie tutte legate al ciclo della guerra di Troia Compose anche palliate, che evidentemente ebbero minore risonanza delle tragedie Opera più importante è l’Odusia, la versione in saturni dell’Odissea di Omero l’iniziativa di tradurre in lingua latina e in metro italico l’Odissea di Omero ebbe una portata storica enorme già nelle culture più antiche si traducevano testi giuridici o politici, ma neanche la cultura greca arrivò mai a concepire la traduzione di un’opera letteraria da una lingua straniera. Livio rese disponibile ai Romani un testo fondamentale della cultura greca l’Odusia ebbe fortuna come testo scolastico: Andronico riuscì insieme a divulgare cultura greca a Roma e a far progredire la cultura letteraria in lingua latina. Traduzione concepita per la prima volta come operazione artistica  con lui comincia la tendenza arcaizzante e conservatrice che avrà tanta importanza nella storia della poesia latina. Non avendo una traduzione epica alle spalle Livio cercò in altri modi di dare solennità e intensità al suo linguaggio letterario: - La lingua letteraria si stacca dal linguaggio quotidiano Andronico si rivolge al formulario della tradizione religiosa (Musa-Camena) - Volontà di aderenza all’originale e chiarezza - Modifiche per intenzioni specificamente artistiche  ricerca del pathos Capacità di drammatizzare il racconto omerico ci fa pensare che fu anche drammaturgo testi drammatici sempre di modello greco ma meno propriamente traduttori forte ricerca del patetico NEVIO Cittadino romano di origine campana, forse plebeo di nascita rarità Si racconta che attaccasse in poesia la famiglia nobiliare dei Metelli e si sospetta che fosse incarcerato per certe allusioni contenute nei suoi drammi tracce di polemica antinobiliare Muore a Utica nel 204/201 (incerta) Scrisse numerose tragedie (di cui ci rimangono 7 titoli e una 50ina di frammenti per una 70ina di versi) e commedie (28 titoli dei quali abbiamo un’80ina di frammenti per un totale di 125 versi) Opera principale: Bellum Poenicum, poema in saturni doveva contenere 4000/5000 versi ma ne rimangono solo 60; la divisione in 7 libri viene operata da Lampadione. Narra la storia di Enea che da Troia giunge nel Lazio e la storia della 1° guerra punica. Viene composto negli anni della guerra annibalica Fonti: notizie occasionali su Nevio ci pervengono da Cicerone e da S. Girolamo; Plauto ci parla di un poeta incarcerato e costretto al silenzio, forse Nevio Nevio è il primo letterato latino di nazionalità romana e vivacemente inserito nelle vicende contemporanee forte impegno e partecipazione nella vita politica Ciò traspare dal fatto che il Bellum Poenicum è il primo testo epico latino che abbia un tema romano Romulus e Clastidium: primi titoli a noi noti di praetextae Nel Bellum Poenicum Nevio non si limita a trattare in poesia la 1° guerra punica ma il racconto affondava nella preistoria di Roma - Strato “omerico” in cui si parla della leggenda di Enea, quindi della fondazione di Roma ricollegata alla caduta di Troia  notevole spazio all’intervento divino - Strato storico  racconto della guerra contro Cartagine Non c’era nessun tipo di narrazione continua  mito di fondazione e storia contemporanea si affrontavano a blocchi distinti Nevio conoscitore della poesia greca Bellum Poenicum presuppone Omero e la tradizione ellenistica del poema storico-celebrativo Lo stile: notevoli varietà di tono e di impasto lessicale, importanza delle figure di suono (allitterazioni, assonanze, ripetizioni Nella sezione “mitica” utilizzo del linguaggio poetico greco, epiteti, sperimenta nuovi compiti e nuove combinazioni sintattiche Nella sezione “storica”  creazione di un linguaggio ‘storiografico’, semplice, concreto; ordine delle parole lineare opera di forte sperimentalismo, che dopo il tramonto del saturnio sarà sempre più oscurata dagli Annales di Ennio. Oltre alle praetextae, Nevio compose anche tragedie mitologiche prevalentemente legate al ciclo Troiano; ci rimangono frammenti del Lycurgus, una tragedia in cui veniva trattato il culto di Dioniso, che stava prendendo piede anche A Roma. Produzione comica tra i testi si distingue la Tarentilla, il ritratto di una ragazza civettona colorita inventiva verbale; Nevio componeva palliate da modelli greci. Le sue opere contenevano attacchi personali a personaggi politici (< commedia di Aristofane) PLAUTO Nome è fra i dati incerti: - nelle edizioni moderne fino all’Ottocento figura il nome completo Marcus Accius Plautus, MA i tria nomina si usano per chi è dotato di cittadinanza romana e non sappiamo se Plauto l’abbia mai avuta - in un antico Palinsesto il nome completo del poema si presenta nella versione Titus Maccius Plautus Maccius non è un vero nome gentilizio ma una derivazione da Maccus, nome di un personaggio tipico dell’atellana questa originale derivazione deve avere un legame con la personalità e l’attività di Plauto Plauto nasce a Sàrsina tra 255 e 250 a.C.  nasce in un’area culturale italica non pienamente grecizzata ed era un cittadino libero. Muore nel 184 a.C. Attività letteraria compresa tra 2° guerra punica e gli ultimi anni di vita del poeta. Opere Fu autore di enorme successo e di grande prolificità nel corso del II secolo circolavano circa 130 commedie legate al nome di Plauto (non sappiamo quante autentiche) Nello stesso periodo comincia un’attività ‘editoriale’  commedie vengono dotate di didascalie, di sigle dei personaggi… Varrone ritaglia nell’imponente corpus un certo numero di commedie (ce ne giungono 21), accettate come totalmente e sicuramente genuine: Amphitruo, Asinaria, Aulularia, Captivi, Curculio, Càsina, Cistellaria, Epìdicus, Bàcchides, Mostellaria, Menaechmi, Miles gloriosus, Mercator, Psèudolus, Poenulus, Persa, Rudens, Stichus, Trinummus, Truculentus, Vidularia. (quest’ultima ha subito danneggiamenti) Molte altre commedie continuarono a essere rappresentate e lette in Roma antica (noi ne abbiamo solo i titoli/frammenti) .Fortissima prevedibilità degli intrecci c’è una lotta tra due antagonisti per il possesso di un “bene” una donna o una somma di denaro necessaria per accaparrarsela. Tende a usare prologhi espositivi che forniscono informazioni essenziali sullo sviluppo della trama. Numero limitato di tipi: servo astuto, vecchio, giovane amatore, parassita, soldato vantoneinquadrati sin dai prologhi cosicché il pubblico riesce a orientarsi nella trama. Nella lotta è norma che sia il giovane a vincere e che il perdente abbia in sé le giustificazioni del suo essere perdente la vittoria di una parte sull’altra corrisponde ai codici culturali che il pubblico già possiede. La “commedia del servo” azione di conquista del bene è delegata dal giovane ad un servo ingegnoso che cresce progressivamente di statura intellettuale e crea inganni (Pseudolo) La coppia giovane desiderante – servo raggiratore è la più solida costante tematica del teatro plautino; la scansione temporale prevede 3 fasi distinte: il servo medita l’inganno, agisce, e alla fine trionfa. La “commedia della Fortuna” la presenza della Fortuna, la Tyche, ha un grande valore stabilizzante la trama comica ha bisogno di uno scatto irrazionale, di un quoziente imprevedibile che culmina nella “commedia del riconoscimento”  ruota intorno a un’identità prima nascosta e poi rivelata a tutti tramite l’azione della Fortuna; queste commedie si concludono con l’agnizione, il riconoscimento che scioglie ogni difficoltà operato dalla Fortuna. In molte di queste commedie c’è uno schiavo furbo a lavoro che si dà da fare per manipolare la realtà tramite trucchi, falsificando e confondendo grazie alla Fortuna scopriamo che esiste una realtà più autentica e sincera della realtà iniziale su cui operava lo schiavo. I numeri innumeri di Plauto La maestria ritmica e la grande varietà di metri utilizzati da Plauto sono parte integrante della sua arte aspetto in cui Plauto si distacca dai suoi modelli greci Predilezione per le forme cantate: uno dei principali fattori che regolano la ricreazione in latino dei modelli greci Modelli greci Plauto si preoccupa poco di comunicare il nome della commedia greca da cui prende ispirazione il suo teatro non presuppone un pubblico così ellenizzato da gustare il riferimento a certi famosi modelli. Non ha una spiccata preferenza per nessuno dei maestri a cui attinge e ricorre anche ad autori non di primo piano stile vario e polifonico che varia però poco da commedia a commedia che ha ben poco di attico: costanti giochi di parole, bisticci, metafore e similitudini, enigmi… Trasformazioni meno profonde per le linee generali dell’intreccio: - ristrutturazione metrica - cancellazione della divisione in atti - completa trasformazione del sistema onomastico Plauto non dà quasi mai a un personaggio il nome che l’originale gli attribuiva Plauto ha lavorato per assimilare i singoli modelli attici e tutto il loro codice formativo per poi distruggere molte qualità fondamentali di tali modelli: coerenza drammatica, sviluppo psicologico, realismo linguistico, ecc. Plauto trasforma i suoi modelli secondo tendenze e preferenze che sono in sé coerenti. I difetti che la critica riconosce in Plauto sono piuttosto dei sacrifici: rinuncia a certe virtù dei suoi modelli per spostare l’accento su altri interessi. Il personaggio del servo La figura del servo prende in Plauto uno spazio del tutto eccezionale è quasi sempre lo schiavo furbo a gestire lo sviluppo dell’intreccio: lui può controllare, influenzare, commentare con ironia e lucidità lo sviluppo degli avvenimenti. Servo astuto = poeta drammatico teatro plautino trova in questa figura uno spazio di rispecchiamento: il servo è il personaggio che gioca con le parole ed è quindi il vero portavoce dell’originale creatività di Plauto. Lirismo comico: contatto fra la materia dell’intreccio e l’aprirsi di occasioni in cui l’azione si fa libero gioco creativo. nonostante la prevedibilità degli intecci, Plauto li utilizza come materia disponibile a significati nuovi e imprevedibili  l’innamorato, o il vecchio signore e così via, sono se stessi ma possono anche partecipare della natura imprevedibile e ludica del servo. Plauto riesce a operare questo gioco con estremo equilibrio, senza causare nette fratture nello sviluppo della trama. IV-VI: guerre con i popoli italici, guerra contro Pirro VII-X: guerre puniche X-XII: campagne in Grecia successiva alla vittoria su Annibale XIII-XVI: guerre in Siria e trionfo di Fulvio Nobiliore XVI-XVIII: campagne militari recenti Titolo fa riferimento agli Annales Maximi, le pubbliche registrazioni di eventi condotte anno per anno ma Ennio parla quasi solamente di avvenimenti bellici e poco di politica interna. Le idee poetiche di Ennio erano enunciate in forma programmatica nei proemi forse aveva programmato 15 libri per concludere con il trionfo di Nobiliore aggiunse poi 3 libri Proemio al libro I: Ennio racconta un sogno (topos preso da Callimaco ed Esiodo) in cui appariva Omero che diceva di essersi reincarnato in lui appropriamento dei modelli greci da parte dei romani Proemio al libro VII: dà più spazio alle Muse dei grandi poeti greci (non le Camene) e polemizza con i poeti latini che utilizzano il saturnio e non l’esametro. Ennio è raffigurato come il primo poeta dicti studiosus (filologo) grande sperimentalismo con numerosi grecismi, versi allitteranti, pause sintattiche lo stile allitterante accompagnava il pathos della situazione ed era tipico dei carmina più antichi; Ennio lo importa nell’esametro, tuttavia risulterà arcaico: esametro verso uniforme, regolare lo stile allitterante suonava monotono. contenuti: - non solo racconti di gesta ma anche valori, esempi di comportamento, modelli culturali - Trionfo dell’ideologia aristocraticacelebra la virtus dei grandi nobili e magistrati che hanno guidato disciplinati eserciti alla vittoria - Ricerca di una concezione colta della virtus Ennio non elogia solo le virtù guerriere ma anche le virtù di pace: saggezza, moderazione, saper parlare = tentativo di amalgamare tradizionali virtù aristocratiche e cultura greca - Ruolo civilizzante della poesia TERENZIO Date incerte: nasce forse nel 185 (dubbia perché è anche la data di morte di Plauto) a Cartagine e muore nel 159 nel corso di un viaggio in Grecia intrapreso con scopi culturali. Giunge a Roma come schiavo del senatore Terenzio Lucano dopo la distruzione di Cartagine (146 a.C.) Scipione Emiliano e Lelio furono suoi protettori Opere 6 commedie integralmente tramandate a noi: Andria, Hècyra (totale insuccesso), Heautontimorùmenos, Eunuchus, Phormio, Adelphoe. Modelli appartengono tutti alla Commedia Nuova: Menandro, Difilo e Apollodoro di Caristo. Fonti: Vita Terenti di Svetonio L’attività di Terenzio si colloca al centro dell’età degli Scipioni  debutta 2 anni dopo la battaglia di Pidna (168 a.C.) periodo di pace nei 20 anni successivi in cui Roma consolida la sua potenza imperiale. Deportazione a Roma di mille ostaggi Achei (fra cui Polibio) appropriazione del mondo greco > diffusione interesse per nuovi modelli culturali la casata degli Scipioni diventa un centro di elaborazione della cultura grecizzante questo nuovo indirizzo porta a cambiamenti anche nella poesia scenica: Plauto conquista il vasto pubblico non sottoponendolo a sforzi di meditazione, le trame offrono al pubblico un canovaccio di riferimento Terenzio utilizza le stesse trame ma, a differenza di Plauto, è dominante l’interesse per i significati tenta di usare un genere popolare per comunicare sensibilità nuove, maturate però in una ristretta élite a ciò sono dovute le difficoltà incontrate da Terenzio con il pubblico. È con le commedie terenziane che inizia il declino del teatro popolare latino che andrà accelerando rapidamente nell’epoca successivaprogressivo allargarsi dei gusti del pubblico di massa e di una élite intrisa di cultura greca mette in scena gli ideali di rinnovamento culturale dell’aristocrazia scipionicaapprofondimento psicologico dei personaggi Gli intrecci terenziani sono quelli tipici della palliata scelta innovativa sta nell’approfondimento della psicologia del “tipo” (giovane innamorato, padre tradizionalista, la prostituta…) e anche nel ‘rovesciamento’ di tali tipi suocera non bisbetica, prostituta migliore moralmente Tale approfondimento comportava una notevole riduzione dell’aspetto comico a ciò è dovuto lo scarso successo di Terenzio presso il pubblico di massa (es. Hecyra) Stile e lingua Stile medio che evita ogni eccesso, ideale di naturalezza espressiva no sermo familiaris ma stile più quotidiano di quello plautino, adatto agli ideali scipionici: non ci sono parodie letterarie, doppi sensi, metafore e allusioni di ogni tipomolto spazio hanno le parole astratte che rendono interessante l’analisi psicologica. costante preoccupazione per il verosimile, che viene rappresentato da una lingua settoriale, parlata dalle classi urbane di buona condizione. tendenza idealizzante dello stile forte riduzione varietà metrica + parti recitate che cantate - Rinuncia al metateatro - Elimina quelle battute dei personaggi che non servono allo svolgimento drammatico I prologhi: mentre prima avevano una funzione espositiva/informativa ora in Terenzio sono di natura autobiografica e polemica chiarisce anche rapporto con modelli greci e risponde a critiche di avversari: principale avversario Luscio di Lanuvio che lo accusa di contaminare fabulas si difende dicendo che anche i grandi Nevio, Plauto, Ennio non fecero diversamente con i modelli greci. Predilezione per la commedia statariaTerenzio opta per un teatro realistico rifiutando la farsa popolare di tipo plautino e basandosi su un criterio di verosimiglianza e naturalezza espressiva. È innovatore della palliata e sa che può contare su un pubblico più colto e raffinato - Intenti morali/educativivuole far riflettere il pubblico (no intrattenimento) HUMANITAS con l’approfondimento del carattere dei personaggi Terenzio sposta l’attenzione dalla ‘comicità’ e dall’inventiva verbale ai veri rapporti umani, sentiti con maggiore serietà problematica. L’uomo non è più avversario ma è un altro uomo da comprendere. Terenzio avrà molta fortuna anche dopo la sua morte  critici più colti e sensibili apprezzeranno la purezza della sua lingua e del suo stile. Lo sviluppo della tragedia: Pacuvio e Accio Pacuvio e Accio ripresero e svilupparono la lezione di Ennio tragico nel periodo scipionico. Accio fu il più prolifico tragediografo latino (ci restano più di 40 titoli di cothurnatae) Le loro tragedie ebbero risonanza immediata e continuarono ad andare in scena fino all’età augustea i titoli ci confermano che la tragedia romana ha sempre modelli greci a cui si rifà esplicitamente, ma questi vengono rielaborati dagli autori in piena autonomia. Questi autori vivono in una società ricca di contrasti ideologici e culturali su temi religiosi e filosofici la tragedia si prestava a metterli in scena - Crescente gusto per il patetico e il romanzesco e per il pittoresco e l’orrido - Crescente peso della retorica  eloquenza romana nel II sec. conosce uno sviluppo enorme - Continua lo Sperimentalismo di tradizione enniana spesso segnalato dai critici come impuro la tragedia grazie ad Accio e Pacuvio salì di classe e di tonotra i Gracchi e Augusto scrivere tragedie diventerà una occupazione privata per signori colti e illustri uomini politici (le scriveranno anche Cesare e addirittura Augusto); il rapporto vivo con la scena si va esaurendo Decadenza del genere tragico: prima di Seneca la tragedia romana non troverà più momenti di grande ispirazione. POESIA EPICA Età degli Scipioni – Cesare produzione epica dominata dall’esemplarità di Ennio: dopo di lui il saturnio sarà definitivamente superato favorendo l’esametro. Il titolo Annales viene riutilizzato da diversi autori per indicare un tipo di epica storica che celebrava avvenimenti militari. Il genere introdotto da Ennio continuerà ad essere praticato senza interruzioni, pur adattandosi a nuove esigenze di gusto e maggiore cura formale LUCILIO La data di nascita è incerta la più verosimile è 168/167 in Campania; muore nel 148. Anche la sua biografia è legata al circolo scipionico; è il primo letterato di buona famiglia, posizione privilegiata che gli garantiva indipendenza di giudizio e di pensiero Opere: 30 libri di satire: - I-XXI: esametri dattilici - XXII-XXV: distici elegiaci - XVII-XXX: metri giambici e trocaici L’ordine era dato da un criterio metrico e non coincideva con quello di composizione Si orientò progressivamente verso l’esametro: segno di provocazione al verso eroico venivano adattate materie quotidiane Non è sicuro che il titolo “Saturae” risalga a Lucilio stesso lui definiva le sue composizioni poemata o sermones; più probabilmente l’opera si intitolava “Schèdia” (‘improvvisazioni’) La satira Le origini del genere sono incerte, è sicuro che satura lanx indicasse nella Roma arcaica un piatto misto di primizie che venivano offerte agli dei probabile che in origine indicasse il valore di “mescolanza e varietà”  nome non è greco (Quintiliano, satura quidem tota nostra est) impulso originario specificamente romano ricerca di un genere letterario disponibile ad esprimere una voce personale del poeta Le satire di Ennio  anche Ennio scrive componimenti in metro vario su vari argomenti  posto importante nello sviluppo di un’autocoscienza del poeta Grande importanza storica di Lucilio sta nell’essersi concentrato esclusivamente sul genere della satira  crescita di un nuovo pubblico (né troppo dotto né ignorante, uomini di media cultura) desideroso di una cultura aderente alla realtà contemporanea. Lucilio affrontò uno spettro molto ampio di argomenti: I libro: concilium deorum  parodia dei concili divini, Lucilio prende di mira Lentulo Lupo, gli dei decidevano di farlo morire per indigestione. Stile parodistico: parodia letteraria dell’epos e parodia di una seduta di senato critica dei costumi anche contro il senato (parodia letteraria + contenuto libellistico) III libro: narrazione di un viaggio in Sicilia + precetti culinari XXX libro: descrizione di un banchetto XVI: dedicato alla donna amata Sono attestate disposizioni su problemi letterari  giudizi su questioni di retorica e poetica La satira di Lucilio si apre in tutte le direzioni: plurilinguismo + pluristilismo linguaggio elevato dell’epica rivissuto come parodia, parole tecniche, linguaggio quotidiano di vari strati sociali Impegno educativo legato alla critica sociale e all’anticonformismo. Lucilio resterà un modello per tutti i poeti satirici latini  Orazio lo consacra a inventor della satira TARDA REPUBBLICA Periodo cesariano (78-44 a.C.) Punti di demarcazione cronologica: morte di Silla (78 a.C.) e di Cesare (44 a.C.)momenti chiave nella crisi delle istituzioni repubblicane morte di Cicerone (43 a.C.) segna la fine di un’epoca  Carme 66: omaggio a Callimaco, traduzione di una sua elegia famosa, la Chioma di Berenice accentua temi centrali della sua ideologia: fides, pietas, condanna dell’adulterio  Carme 65: biglietto per Ortensio Ortalo che accompagna il carme 66 in cui giustifica l’invio della semplice traduzione al posto del carme promesso perché afflitto dalla morte del fratello  Carme 68: proietta miticamente il ricordo dei primi amori furtivi con Lesbia nella vicenda di Protesilào e Ladomia si uniscono prima che vengano celebrate le nozze e perciò puniti con la morte di lui archetipo di un coniugium imperfetto e precario Stile La lingua è combinazione tra linguaggio letterario e sermo familiaris Molto usati i diminutivi per la loro mollezza fonica e verbale espressività di volgarismi per il compiacimento dell’élite colta nell’esibire il turpiloquio accanto all’erudizione Stile composito dallo sberleffo irridente alla pacata malinconia Catullo ebbe successo vasto e immediato influsso sui più grandi poeti augustei e sulla poesia imperiale Poca fortuna nel Medioevo Amato dagli umanisti LUCREZIO Notizia biografica più ampia su Lucrezio compare nella traduzione del Chronicon di Eusebio fatta da S. Girolamo riporta la presunta follia causata da un filtro d’amore, notizia probabilmente nata in ambiente cristiano per screditare la polemica antireligiosa di Lucrezio Sappiamo con certezza solo che il poeta è nato negli anni 90 ed è morto negli anni 50 (forse 98-55) Non sappiamo la sua provenienza né la classe sociale a cui apparteneva Vita Borgiana Gerolamo Borgia sostiene che Lucrezio fu molto amico di Cicerone, ma l’unico riferimento a Lucrezio nell’opera di Cicerone è in una lettera al fratello Quinto in cui elogia la capacità letteraria di Lucrezio. L’epicureismo romano Cicerone e classe dirigente romana antiepicureisti perché: 1. principio del làthe biosas distoglie i cittadini dall’impegno politico 2. negazione dell’intervento della divinità negli affari umani impediva alla classe dirigente di usare la religione ufficiale come strumento di potere I sec. a.C.  epicureismo si era diffuso negli strati elevati della società (console Calpurnio Pisone si presentava come protettore di filosofi epicurei; propensioni epicuree di Attico, Cesare e Cassio) Lucrezio per divulgare la dottrina aveva scelto il poema epico-didascalico Epicuro aveva condannato la poesia, perché legata al mito che allontana le persone da una comprensione razionale della realtà MA Lucrezio voleva raggiungere gli strati più alti della società ha ritenuto opportuno dare al messaggio una bella forma Cicerone riserva uno strano silenzio sull’opera pur non condividendo i principi epicurei  forse per non concedere spazio a chi aveva scritto un’opera che era in contrasto con i valori della società aristocratica De rerum natura Poema di 6 libri scritto in esametri dedicato all’aristocratico Memmio. Girolamo asserisce che il De rerum natura fu rivisto e pubblicato da Cicerone Il testo è conservato integralmente in due codici del IX secolo (Oblongus e Quadratus) Il titolo è preso dal Perì physeos di Epicuro ed è diviso in 3 diadi in base all’argomento (I-II fisica; III-IV antropologia; V-VI cosmologia): I libro: Inno a Venere + principi della fisica epicurea tutta la realtà è costituita da atomi che muovendosi innescano un processo di aggregazione (vita) e disgregazione (morte) II libro: teoria del clinamen nel moto degli atomi avviene un’inclinazione che permette grande varietà di aggregazioni molti mondi possibili III libro: corpo e anima sono formati da atomi di forma diversa l’anima muore con il corpo, non c’è un destino ultraterreno; nella confutazione del timore della morte emerge la perizia argomentativa di Lucrezio Inno a Epicuro; dimostrazione che l’anima è fatta di atomi e vuoto e 29 tesi per provare che essa è mortale  tuttavia sa che non è sufficiente a distogliere l’uomo dalla paura della morte, quindi fa parlare la Natura: se la vita è stata gioiosa l’uomo può ritirarsene come un convitato sazio, se è stata dolorosa non deve desiderare che essa prosegua IV libro: teoria dei simulacra sottili membrane di atomi che si staccano dai corpi di cui mantengono la forma e arrivano fino agli organi di senso; digressione sulla passione d’amore di cui l’unica causa è l’attrazione fisica V libro: dimostra la mortalità del nostro mondo (uno degli innumerevoli esistenti) analizzandone il processo di formazione VI libro: spiegazioni naturali di fulmini e terremoti; narrazione della peste di Atene del 430  probabilmente questa conclusione terrificante risponde ai reali intenti di Lucrezio nel voler contrapporre l’inizio e il finale come una sorta di “trionfo della vita” e “trionfo della morte” 1° poema didascalico latino di grande impegno Lucrezio si differenza anche dai poeti ellenistici perché ambisce a descrivere ogni aspetto importante della vita del mondo e dell’uomo, e di convincere il lettore della validità della dottrina epicurea. Destinatario  lettore-discepolo continuamente esortato a seguire con diligenza il percorso educativo con la proposta di una verità con la quale è obbligato a confrontarsi Non est mirandum / nec mirandum  formule ricorrenti, servono a sottolineare che certi fenomeni avvengono necessariamente se si sono capiti i principi no retorica del mirabile ma retorica del necessario Il “sublime” lucreziano il sublime diventa non solo una forma stilistica che rispecchia una forma di interpretazione del mondo ma anche una forma di percezione delle cose il lettore deve diventare consapevole della propria grandezza intellettuale Struttura argomentativa: sillogismo – analogia: riconduce al visibile ciò che è troppo lontano o troppo piccolo per essere visto Influenza della letteratura diatribica: diatriba sviluppata in Grecia con Bione di Boristene, filosofo Confutazione della religio: 1. È crudele (es. sacrificio di Ifigenia) 2. Opprime l’uomo trasformando ogni sua gioia in paura di cosa ci sia dopo la morte per questo è necessario conoscere le leggi che governano l’universo 3. Gli dei esistono ma sono negli intermundia, incuranti delle vicende umane 4. Timore religioso nasce per ignoranza delle leggi meccaniche che governano il corso regolare degli astri e i fenomeni naturali, che l’uomo considerava erroneamente come punizioni divine Origine del mondo e progresso umano Il mondo si è originato da una casuale aggregazione di atomi ed è destinato alla distruzione animali e esseri umani si sono formati dall’unione spontanea di terreno umido e calore Non esistono gli animali mitici (centauri) perché due esseri di natura diversa non possono procreare; esistono uomini mancanti di parti vitali del corpo per sbagli casuali della natura Lucrezio tratta poi le tappe del progresso umano: - Positive: scoperta del linguaggio, fuoco, metalli, agricoltura - Negative: bisogni innaturali, guerra, timore religioso L’epicureismo fornisce una soluzione invitando a riscoprire che l’uomo per stare bene deve soddisfare i suoi pochi bisogni primari, naturali e necessari il saggio si deve allontanare dalle tensioni della vita politica e dalle inutili ricchezze e dedicarsi ad una vita appartata, studiando la natura con gli amici più fidati Condanna della passione amorosa (IV libro) eros come passione irrazionale che non ha alcuna giustificazione nei dettami della natura Esaltazione della ratio come unico mezzo per un’accettazione consapevole di ogni cosa in quanto esistenterazionalismo che però non basta ad eliminare l’angoscia dell’uomo di fronte alla consapevolezza della mortequi Lucrezio si irrigidisce ed è evidente il contrasto fra l’invito la convinzione che sarebbe stato meglio per l’uomo non essere mai nato e l’angoscia irrazionale che lo abita in ogni caso e che Lucrezio riportaimpotenza di fronte ad angosce primordiali, segno di una interiorità tormentata di Lucrezio Lingua e stile - Ripetizioni formule facilmente ricordabili - Nessi logici fissi: adde qoud, qod superestlettore doveva familiarizzare col lessico difficile della fisica epicurea - Perifrasi per esprimere concetti filosofici in una lingua che non ha un proprio lessico tecnico - Vocaboli arcaici per gli aggettivi composti, molti creati da lui - Concretezza dell’espressione gamma vastissima di immagini ed esempi esplicativi Autori cristiani criticano aspramente il De rerum natura, che tuttavia si perde nei secoli successivi fino a che Poggio Bracciolini nel 1418 in ne scopre un manoscritto in Alsazia e lo invia a Firenze. CICERONE 106 a.C. nasce ad Arpino da agiata famiglia equestre; compie studi di retorica e filosofia a Roma; inizia a frequentare il foro sotto la guida di Lucio Licinio Crasso e dei due Scevola; diventa amico intimo di Pomponio Attico 89 a.C. partecipa alla guerra sociale 79-77 a.C. lungo viaggio in Grecia e in Asia, studia filosofia e retorica; al ritorno sposa Terenzia da cui ha Tullia e Marco 75 a.C. questore in Sicilia, ottiene fama di buon governatore 70 a.C. sostiene l’accusa contro Verre, ex governatore della Sicilia (Verrinae) 66 a.C. è pretore (Pro lege Manilia) 63 a.C. console e reprime la congiura di Catilina (Catilinarie) 1° triumvirato (60 a.C.) inizia il suo declino 58 a.C. va in esilio perché ha messo a morte senza processo i complici di Catilina 57 a.C. richiamato a Roma 56-51 a.C. tenta una collaborazione con i triumviri; scrive il De oratore e il De re publica 49 a.C. scoppio della guerra civile, aderisce alla causa di Pompeo, ma dopo la sua sconfitta viene perdonato da Cesare e torna a Roma 46 a.C. scrive il Brutus e l’Orator, divorzia da Terenzia e sposa Publilia ma la divorzia poco dopo 45 a.C. muore la figlia Tullia, inizia a scrivere opere filosofiche: Cesare non gli permette di partecipare alla vita politica 44 a.C. morte di Cesare, inizia la lotta contro Antonio (Filippiche), ma Ottaviano si unisce in un triumvirato con questo e Cicerone viene inserito nelle liste di proscrizione nel 7 dicembre del 43 viene ucciso dai sicari di Antonio Fonti: stesse opere di Cicerone (epistolario) + biografia di Plutarco Cicerone è il personaggio del mondo antico che conosciamo meglio Progetto ciceroniano Protagonista e testimone della crisi e del tramonto della repubblica il progetto è dare una base ideale, Etica, politica a una classe dominante cui il rispetto della tradizione nazionale non impedisca l’assorbimento della cultura greca  far maturare una coscienza culturale che è frutto dell’humanitas e dell’incivilimento ricerca di un equilibrio tra “ammodernamento” e necessità di conservazione dei valori tradizionali Le orazioni Attività oratoria legata alle vicende politiche di Roma nell’ultimo 50ennio della repubblica Pro Roscio Amerino (80 a.C.) Composto nel 55 (periodo di ritiro dalla scena politica) Dialogo ambientato nel 91, al tempo dell’adolescenza di Cicerone, poco prima della guerra sociale e dei conflitti tra Mario e Silla interlocutori sono Marco Antonio e Crasso (portavoce di Cicerone) I libro: Crasso dice che l’oratore deve avere una vasta formazione culturale, Antonio sostiene invece che l’oratore deve fare affidamento sulle proprie doti naturali II libro: Antonio espone i problemi concernenti la inventio, dispositivo e memoria III libro: Crasso discute le questioni relative all’elocutio e alla pronuntiatio, cioè all’actio dell’oratore Dialogo nasce da un’ossessione incombente sulla crisi dello stato Modello platonico: piazze di Atene <<< giardino della villa di campagna di un nobile romano oratore come vir bonus: le regole retoriche non bastano, è fondamentale una vasta formazione culturale affiancata a un’affidabilità etico – politica Formazione retorica = politica un uomo di cultura non specialistica ma di vasta formazione culturale è capace di persuadere i propri ascoltatori e piegare il popolo alla volontà dei boni. Orator Trattato più esile dove riprende cose già dette nel De oratore + 3 fini dell’oratoria: 1. probare: prospettare la testi con argomenti validi stile umile 2. delectare: produrre con le parole una piacevole impressione estetica  stile medio 3. flectere: muovere le emozioni attraverso il pathos  stile alto/patetico Cicerone viene accusato dagli atticisti di non essere allontanato abbastanza dall’asianesimo per questa sua tendenza “patetica” nel flectere si difende nel Brutus Brutus Dialogo tra Cicerone, Attico e Bruto in cui disegna una storia dell’eloquenza greca e romana Dice che bisogna staccarsi dagli schemi tradizionali di arianesimo e atticismo: - Le varie situazioni richiedono il ricorso all’alternanza di registri diversi - Il successo di fronte all’uditorio è il criterio fondamentale per valutare la riuscita De re publica (54-51) Dialogo platonico ambientato nel 129 a.C. nella villa suburbana di Scipione Emiliano Viene trovato in gran parte su un palinsesto da Angelo Mai all’inizio dell’800; indipendentemente dal resto ci è giunta la sezione finale dell’opera (Somnium Scipionis) principali interlocutori: Scipione Emiliano e Gaio Lelio I libro: riprende la tesi di Polibio sul regime misto romano che impedisce la degenerazione delle 3 forme di governo in tirannide, oligarchia e oclocrazia, contemperandole: l’elemento monarchico equivale al consolato, aristocratico al senato e democratico ai comizi elogio del regime misto si risolve in un’esaltazione della repubblica aristocratica dell’età scipionica II libro: svolgimento della costituzione romana III libro: tratta della iustitia tentativo di confutazione della critica di Carneade contro il concetto di bellum iustum, grazie il quale i Romani avevano ottenuto l’egemonia dell’impero. IV-V libro: introduce la figura del princeps, riferendosi al “tipo” dell’uomo politico eminente, la cui autorità non deve travalicare i limiti della costituzione e deve lottare contro il desiderio di potere e di ricchezza VI libro: il dialogo si conclude con la rievocazione da parte di Scipione del sogno in cui gli era apparso l’avo Scipione Africanogli mostra dall’alto del cielo l’insignificanza di tutte le cose umane e gli rivela la beatitudine che attende le anime dei grandi uomini di stato De legibus Ci rimangono primi 3 libri e frammenti sul IV e V. Probabilmente non pubblicato durante la vita. Sempre ispirandosi a Platone completa il dialogo sullo stato con quest’opera  Ambientato nel presente, nella villa ad Arpino di Cicerone  Interlocutori: Marco e Quinto Cicerone, Attico personaggi realistici e naturali I libro: tesi stoica secondo cui la legge non è nata per convenzione ma dalla ragione innata dell’uomo ed è quindi data da dio II libro: esposizione delle leggi basata sulla legislazione romana, non su una utopistica Opere filosofiche Da giovane Cicerone aveva seguito le lezioni dei filosofi più diversi Dal 45 la produzione filosofica si infittisce per due motivi - Morte della figlia Tullia per cui scrive una consolatio a noi non pervenuta - Dittatura di Cesare lo costringe a ritirarsi dalla scena politica Obiettivo: ricucire il corpus di metodi, riflessioni, teorie cresciuto nelle scuole ellenistiche per trarne fuori una struttura ideologica che sia punto di riferimento per la classe dirigente Cicerone non guarda solo ai problemi immediati, ma ai fondamenti stessi della crisi sociale, politica e morale della società romana Hortensius: esortazione alla filosofia come il Protrettico di Aristotele De finibus bonorum et malorum Considerato il capolavoro di Cicerone filosofo affronta il problema del sommo bene e del sommo malein 5 libri comprendenti 3 dialoghi: - 1°: espone e confuta teoria degli epicurei - 2°: confronto tra teoria stoica e teorie accademica e peripatetica - 3°: espone teoria eclettica di Antioco di Ascalona Tusculanae disputationes Dedicate a Bruno e ambientate nella villa di Cicerone a Tusculo Dialogo tra Cicerone e un anonimo interlocutore  sono trattati i temi della morte, dolore, tristezza, virtù come garanzia della felicità massimo avvicinamento dell’autore allo stoicismo più rigoroso Cicerone cerca una risposta anche ai suoi personali interrogativi profonda partecipazione emotiva dell’autore Trattati di argomento religioso: De natura deorum, De divinatione, De fato Teoria della conoscenza Aderisce al probabilismo degli Accademici volto a evitare sia il dogmatismo radicale si ail radicale scetticismo metodo più saggio è sforzarsi di definire le condizioni reali dell’esperienza umana e avvicinarsi al vero attraverso le apparenze e le probabilità. Eclettismo Cicerone si sforza di esporre le diverse opinioni possibili e le mette a confronto per vedere se alcune siano più probabili di altre, senza formulare un’opinione precisa. Ideologia della humanitas invito a un atteggiamento intellettuale di aperta tolleranza MA chiusura radicale verso l’epicureismo per due motivi: 1. filosofia epicurea conduce al disinteresse per la politica 2. esclude la funzione provvidenziale della divinità indebolendo i legami con la religione tradizionale De natura deorum Dialogo religioso in cui viene esposta e confutata la tesi epicurea dell’indifferenza degli dei rispetto alle cose umane De divinatione Dialogo religioso tra Cicerone e il fratello autore si mostra esitante fra la denuncia della falsità della religione tradizionale e la necessità del suo mantenimento per controllare il popolo Cato maior de senectute Breve dialogo in cui Catone il Censore si fa portavoce di precetti filosofici amarezza per una vecchiaia imminente e la costretta inattività. Cicerone fa apparire Catone come addolcito e ammansito, cultore della humanitas e uomo profondamente impegnato politicamente cose che Cicerone ha sempre cercato di armonizzare invano Laelius de amicitia Rientro di Cicerone nella scena politica Ambientato pochi giorni dopo la morte di Scipione, Lelio rievoca la figura dell’amico scomparso e parla con i propri interlocutori della natura e del valore dell’amicizia Amicitia per i Romani era creazione di legami personali tra i membri della nobilitas per appoggio politico Ciceroneallarga la base sociale dell’amicizia al di là della cerchia della nobilitas si avverte un disperato bisogno di rapporti sinceri che Cicerone forse poté avere solo con Attico. I doveri della classe dirigente De officiis Trattato dedicato al figlio Marco Qui Cicerone cerca i fondamenti della morale su cui si devono basare i comportamenti della classe dirigente attingendo dallo stoicismo moderato di Panezio, la cui filosofia forniva una casistica necessaria a regolare i comportamenti quotidiani dei membri dei gruppi dirigenti Assolvimento dei poteri non è possibile senza aver meditato la riflessione filosofica dei Greci I 3 libri trattano dell’honestum, dell’utile e del conflitto tra di essi. stoicismo di Panezio doveva ripulirsi da un eccessivo rigorismo morale gli istinti, corretti e disciplinati dalla ragione, portano alle tradizionali virtù cardinali stoiche Sistema delle virtù - Beneficentia virtù fondamentale per Panezio: mettere a disposizione della comunità la persona e gli averi del singolo, ma rischia (come nell’aristocrazia romana) di diventare largitio, cioò corruzione delle masse. La beneficenza non deve essere posta al servizio delle ambizioni personali - Magnitudo animi virtù signorile che scaturisce da un naturale istinto a primeggiare sugli altri Una volta trasformato in virtù, l’istinto può mettersi al servizio della collettività e dello stato - Decorumideale di aequibilitas, di armonia di gesti e parole al fine di ottenere l’approvazione degli altri; decorum anche nell’ambito dell’abbigliamento e della toilette. Il decorum permette di fondare anche la possibilità di una pluralità di atteggiamenti e scelte di vita legittimazione di scelte di vita anche diverse ma sempre attente ai doveri verso la collettività. Lingua e stile Difficoltà nella terminologia delle opere filosofiche soluzione “puristica”: evitare il grecismo. - Neologismi - Traduzione dei termini greci - Crea un tipo di periodo complesso e armonioso, sostituzione della paratassi con l’ipotassi - Varietà dello stile semplice, temperato e sublime a seconda delle esigenze - Disposizione verbale per creare il numerus  sistema di regole metriche adattate alla prosa in modo che i pensieri gravi trovino un andamento solenne e sostenuto Opere poetiche Definito da contemporanei e successivi il poeta peggiore di Roma 1° periodo (gioventù): gusto alessandrino e neoterico, componimenti brevi con contenuto erudito e didascalico 2° periodo: gusti tradizionalistici, poemi epico-storici di tipo enniano fino al disprezzo dei neoteroi Opera poetica più fortunata: Aratea traduzione in esametri dei Fenomeni di Arato Poemi epici: Marius, De consolato suo (celebra vittoria su Catilina, opera più sbeffeggiata di Cicerone  Contribuì a regolarizzare l’esametro latino rendendolo più elegante  Favorì lo sviluppo degli enjambement e della tecnica dell’“incastro verbale” L’epistolario valore storico eccezionale Si è conservata una cospicua quantità di lettere (900 ca) che vanno dal 68 al 43 che scrisse ad amici e conoscenti. L’epistolario si compone di: Chronica Esposizione sistematica della cronografia universale, attenzione al sincronismo fra gli avvenimenti in Grecia, Roma e in Oriente volontà di mettere a confronto la civiltà romana con le altre De viris illustribus Raccolta di biografie di 16 libri Ci rimane un libro (De excellentibus ducibus exterarum gentium) + biografie di Catone e Attico Forma moderata di relativismo culturale nella praefatio al libro concetto di “moralmente onorevole” non è lo stesso presso i Romani e i Greci, dipende dalle tradizioni nazionali di ciascun popolo CESARE 100 a.C. nasce a Roma da una famiglia di antichissima nobiltà, imparentato con Mario e Cinna In gioventù è perseguitato dai sillani, dopo la morte di Silla torna a Roma e inizia la carriera forense e politica 60 a.C. triumvirato con Pompeo e Crasso 59 a.C. è console 58 a.C. ottiene proconsolato di Illiria, Gallia Cisalpina e Gallia Narboneseintraprende opera di sottomissione del mondo celtico La presa delle Gallie dura 7 anni guadagna grande potere personale 49 attraversa armato il Rubicone; inizio guerra civile 48 sconfigge a Farsalo l’esercito di Pompeo 46-45 soffoca gli ultimi focolai di resistenza pompeiana 44 viene assassinato da un gruppo di aristocratici Fonti: opere di Cesare, Svetonio e Plutarco Il commentarius Termine indicava una narrazione a mezzo tra la raccolta di materiali grezzi (appunti personali, rapporti delle sedute del senato) e la loro elaborazione formale (arricchita da ornamenti stilistici e retorici. Cicerone scrisse vari commentarii sul suo consolato perché si aspettava che qualche storico lo celebrasse ma non è successonemmeno a Cesare perché aveva scritto con ineguagliabile semplicità il suo racconto, nessuno storico avrebbe provato a riscriverlo. Il commentarius come Cesare lo concepiva e prativa si avvicinava alla historia (ricorso ai discorsi diretti) De bello Gallico Titolo originario C. Iulii Caesaris commentarii rerum gesta rum 7 libri che coprono il periodo dal 58 al 52 a.C., periodo della sistematica sottomissione della Gallia I libro: campagna contro gli Elvezi, e contro il capo germanico Ariovisto II libro: rivolta delle tribù galliche III libro: campagna contro le popolazioni sulla costa atlantica IV libro: operazioni contro le infiltrazioni dei popoli germanici oltre il Reno e i capi gallici ribelli IV-V libro: resoconto sulle spedizioni contro i Britanni V-VI: campagna di sterminio e devastazione contro le popolazioni della Gallia Belgica VI-VII: insurrezione generale, guidata dal re degli Arverni, Vercingetorige termina con l’espugnazione di Alesia nel 52 Composizione ipotesi più probabile: lo ha scritto anno per anno d’inverno quando erano sospese le operazioni militari e non di getto. Questo spiegherebbe 1. contraddizioni interne dell’opera 2. evoluzione dello stile scarno e disadorno del commentarius a ornamenti tipici della historia (discorso diretto, maggiore varietà di sinonimia, ampliamento patrimonio lessicale) Aulo Irzio, suo luogotenente, ci dice che lo scrive molto velocementeprobabilmente intende la fase di redazione dell’opera De bello civili 3 libri: i primi 2 narrano gli eventi del 49 e il 3° quelli del 48 Tempi della composizione ancora più incerti  narrazione lascia in sospeso l’esito della guerra di Alessandria Dall’opera affiorano le tendenze politiche di Cesarecolpisce la classe dirigente, rappresentata come una consorteria di corrotti satira sobria per svelare basse ambizioni dei suoi avversari (es. Catone) Non ci sono punti di rinnovamento politico dello stato romanoCesare aspirava piuttosto a dare un’immagine di sé come uomo che ha operato dentro la legge, non come folle rivoluzionario come lo presentava la campagna aristocratica destinatario: strato “medio” e “benpensante” dell’opinione pubblica romana e italica che teme i sovvertimenti sociali 1. Cesare insiste sulla propria volontà di pacesono stati i pompeiani a rifiutare le trattative 2. altro motivo: clemenza di Cesare verso i vinti contrapposta alla crudeltà degli avversari 3. esaltazione dei soldati eleva un monumento alla fedeltà e al valore dei propri soldati, verso cui prova un affezione sincera Lo stile  Stile scarno: rifiuto degli abbellimenti retorici  3° persona così si distacca emotivamente dal racconto  Tono apparentemente oggettivo ma dispone le argomentazioni in modo da esaltare o giustificare implicitamente i propri successi/insuccessi  De bello Galliconon è un’esaltazione della conquista; Cesare mette in rilievo le esigenze difensive che lo hanno spinto a intraprendere la guerra  Fortuna elemento largamente presente ma non è una divinità ciò che sfugge alle capacità di controllo degli uominino ricorso all’intervento divino, spiegazioni sempre secondo cause umane Aulo Irzio Luogotenente che compone l’VIII libro del De bello Gallico per congiungere la narrazione con quella del de bello civili. Stile e andamento della narrazione più aderenti a quelli propri del commentario Teorie linguistiche di Cesare La perdita delle orazioni di Cesare è uno dei danni più gravi subiti dalla letteratura latina Cicerone riconosce che Cesare agì da ‘purificatore’ della lingua latina espose le proprie teorie linguistiche nei 3 libri De analògia composti nel 54 e dedicati a Cicerone pone alla base dell’eloquenza l’accorta scelta delle parole, secondo il criterio fondamentale dell’analogia, la selezione razionale e sistematicaconsigliava di fuggire le parole strane e inusitate cura della semplicità, dell’ordine, della chiarezza Fortuna Lodato da Cicerone, Irzio, Quintiliano. Anche Manzoni lo elogerà ponendolo come scrittore perfetto per urbanità dello stile e sapienza storica. SALLUSTIO 86 a.C. nasce ad Amiternum, in Sabina, da una famiglia facoltosa che non aveva mai dato magistrati allo statohomo novus 52  tribuno della plebe si schiera contro Milone e Cicerone subisce la vendetta degli aristocratici e viene espulso dal senato Guerra civile combatte per Cesare, dopo la sua vittoria viene riammesso in senato Viene nominato governatore dell’Africa nova da Cesare, ma dà prova di malgoverno e rapacitàaccusa di malversazioneCesare gli consiglia di ritirarsi dalla vita politica da qui si dedicherà alla storiografia 35/34 muore nella sua residenza tra il Quirinale e il Pincio Opere Scrive due monografie storiche: Bellum Catilinae, Bellum Iugurthinum Historiae maggiore opera storica di Sallustio, rimasta incompiuta Fonti: Cronaca di Girolamo, Sallustio Monografia storica Proemi programmatici in cui si giustifica di essersi ritirato dalla vita politica a differenza di Cicerone per Sallustio la storiografia resta strettamente legata alla prassi politica perché contribuisce alla formazione dell’uomo politico Sallustio spiega di aver abbandonato la vita politica per la corruzione delle istituzioni e della società denuncia l’avidità di ricchezza e di potere come i mali che avvelenano la vita politica romana La sua storiografia è strumento d’indagine di questa crisi, per questo usa un impianto monografico mettere a fuoco il singolo problema storico, novità nel panorama della storiografia romana Bellum Catilinae (De Catilinae coniuratione) Scritto e pubblicato tra il 43 e il 40. Dopo il proemioritratto di Catilina. 1° excursus “archeologia” traccia una rapida storia dell’ascesa e decadenza di Roma dalla distruzione di Cartagine Sallustio fa partire il deterioramento della moralità romana; insiste sull’orrore delle proscrizioni sillane Approfittando della degradazione morale di Roma raggruppa intorno a sé persone che auspicano a un cambiamento di regime. Manlio, suo accolito, raduna un esercito di disperati e gente piombata dalla miseria a Fiesole. Catilina, sconfitto nelle elezioni, attenta più volta la vita di Cicerone e questo lo accusa apertamente in senatoCatilina e Manlio fuggono, il senato li dichiara entrambi nemici pubblici 2° excursus sui motivi della degenerazione di Roma periodo dalla dominazione di Silla alla guerra civile. La condanna di Sallustio denuncia sia i populares sia i fautori del senatocondanna del “regime dei partiti”necessità di una concordia ordinum, come Cicerone anche Sallustio auspica a un regime autoritario che sapesse porre fine alla crisi dello stato ristabilendo l’ordine, la concordia fra i ceti possidenti e restituendo prestigio e dignità al senato Narrazione riprende quando Cicerone fa incarcerare i complici di CatilinaDecimo Giunio Silano propone la condanna a morte: - Cesare chiede una pena più mite Sallustio gli fa pronunciare un discorso che fa largo appello a considerazioni legalitarie, coerente con la propaganda cesariana degli ultimi anni, ma “depura” il suo personaggio la condanna esplicita della sua politica come capo dei populares - Catone il Giovane ribadisce la necessità della condanna a morte Introduce un parallelo tra i due personaggi, considerati i più grandi romani del tempo ritratto di Cesare si sofferma sulla sua liberalità, munificentia e misericordia e sull’energia che lo spingeva al desiderio di gloria ritratto di Catone guarda alla sua integritas, severitas, innocentia ecc Sallustio voleva affermare che entrambi erano positivi per lo stato romano virtù complementari I complici di Catilina vengono giustiziati Catilina cerca di rifugiarsi nella Gallia Transalpina, ma viene trovato e costretto a combattere a Pistoia, dove muore insieme all’esercito sconfitto. Il Cicerone di Sallustio è molto ridimensionato, è un semplice magistrato che fa il suo dovere pur non essendo un eroe. Ritratto di Catilina Sallustio ne sottolinea da un lato l’energia indomabile, dall’altro la tendennza a ogni forma di depravazionementre lo descrive lo giudica Sallustio indica nella corruzione generale dei membri della classe dirigente la causa della congiura: - Da una parte pochi potenti monopolizzano cariche politiche e ricchezze - Dall’altra una massa senza potere è coperta di debiti e priva di prospettive future Bellum Iugurthinum Scritto e pubblicato tra il 43 e il 40 Mette in luce le responsabilità della nobilitas nella crisi dello stato romano Fino alla battaglia di Azio lavora alle Georgiche nel 29 Ottaviano di ritorno dalla vittoria contro Cleopatra e Antonio si ferma ad Atella e si fa leggere da Virgilio le Georgiche appena compiute Dal 29 in poi compone l’Eneide, che fu pubblicata per volere di Augusto e per cura di Vario Rufo Muore nel 19 a.C. a Brindisi di ritorno da un viaggio in Grecia Le Bucoliche 10 brevi componimenti in esametri, chiamati anche egloghe Incontro di Virgilio con la poetica di Teocrito, fino allora poco popolare a Roma i suoi Idilli erano rivolti alla ricostruzione di un mondo pastorale, destinato al gusto di un pubblico inurbato protagonisti sono i pastori insieme a un paesaggio ricco ma statico Virgilio rilegge attraverso Teocrito il mondo rurale in cui era cresciuto, si rispecchia nei pastori-poeti per approfondire la vocazione letteraria “Bucolica” = canto dei bovari sfondo pastorale in cui i pastori sono messi in scena come attori e creatori di poesiaquesti temi non mancavano nella poesia latina ma l’originalità di Virgilio sta nell’aver dedicato a questo genere un libro intero Al singolare si preferisce “egloga” (poemetto scelto) - Architettura pensatanumerosi parallelismi fra singoli carmi I-X: omaggio a Ottaviano, omaggio a Cornelio Gallo V-VI: alludono alla scomparsa di Giulio Cesare I-IX: pastori esuli a causa di guerre civili - Carattere miscellaneo della raccoltavarietà di temi e di ambientazione (paesaggio italico familiare al poeta, località siciliane e grechepaesaggio ideale rappresentato dall’Arcadia) - Autobiografia: dramma dei pastori esuli contiene un nucleo di esperienza personale - IV egloga: esordio “paulo maiora cenamus” si solleva dalla sfera pastorale per cantare un grande evento: la nascita di un puer che con il suo avvento riporta l’età dell’oro varie ipotesi identificazione tardo antica: Gesù Cristo egloga datata nel 40 a.C., ipotesi migliore: il bambino era atteso in quell’anno, ma non è mai nato In quell’anno fu stipulato un patto di potere tra Antonio e Ottaviano, in cui il primo prendeva in sposa la sorella del secondo, tuttavia il matrimonio durò poco e non ci furono figli maschi - VI egloga: Sileno canta rivelazioni che spaziano tra immagini mitologiche e cosmologia, al centro c’è la consacrazione poetica di Cornelio Gallo - X egloga: Gallo è incarnazione del canto elegiaco, provato dall’amore infelice che è la sua scelta di vita, cerca rifugio nella poesia bucolica dell’amicoconfronto che permette a Virgilio di rendere omaggio a un grande amico, ma anche di precisare la propria personale dimensione poetica - La poesia è rifugio contro i drammi dell’esistenza: le passioni possono anche essere laceranti ma la poesia e il contatto con la natura permettono di superarlecanto d’amore nel genere bucolico è consolazione e riconciliazione con la natura Le Georgiche Completate nel 29 a.C. (quasi 10 anni di lavoro)lavora con accanimento su ogni particolare Georgiche presuppongono una grande ricchezza di letture: poesia greca e romana, trattati filosofici.. Problema del doppio finale: secondo una notizia antica Virgilio avrebbe soppresso una parte in cui si lodava Gallo dopo il suo suicidio improvviso e l’avrebbe sostituita con la storia di Aristeo aggancio con la poesia greca ellenistica didascalica Fenomeni e Pronostici di Arato, opere che contengono un messaggio di insegnamento, Georgikà e Alexiphàrmaka di Nicandrotuttavia la figura del destinatario è una sopravvivenza formale, allo sforzo di argomentare subentra la passione di descrivere Prevalenza della forma sul contenuto Preferenza per i temi “freddi” (carmi sulla geografia astronomica, fasi lunari). Virgilio ritiene che il rigore formale di questa poesia sia da meditare Con Lucrezio ritorna il filone della “grande” poesia didascalica (Esiodo, Parmenide, Empedocle)poesia serve a esprimere un messaggio rivolto ad una grande comunità, orientato a precisi scopi di rifondazione della saggezza Virgilio è conciliazione tra alessandrini e Lucrezio, ma comunque l’impulso di fondo dell’opera è partito da un dialogo con Lucrezio, Virgilio è più aperto verso la religiosità tradizionale Le Georgiche sono il primo vero documento dell’età del principato cornice ideologica è già augustea: il principe assicura le condizioni di sicurezza e prosperità entro cui il mondo dei contadini può continuare a vivere Nel primo proemio compare il sovrano divinizzato e accanto il suo consigliere Mecenateillustri dedicatari e ispiratori dell’insegnamento destinatario: figura collettiva degli agricola, dietro a cui si profila un pubblico che conosce la vita delle città e le sue crisi L’eroe del poema è il piccolo proprietario agricoloimmagine dell’economia rurale del poema è un’idealizzata costruzione regressiva, inadeguata alla realtà dell’epoca 1° libro: il lavoro dei campi 2° libro: arboricultura 3° libro: allevamento di bestiame 4° libro: apicoltura la fatica umana è decrescente, il protagonismo della natura è crescente Libri autonomi nematicamente introdotti da proemi e con sezioni digressive (ripreso da Lucrezio, ma Virgilio indebolisce i forti nessi argomentativi) dinamismo che trova equilibrio in un’architettura d’insieme Simmetrie nelle digressioni finali I guerre civili – III la peste degli animali nel Norico II lode della vita campestre – IV storia di Aristeo e delle api Polarità tra temi di vita e temi di morte La storia di Aristeo e Orfeo - Digressione finale del IV libro, di carattere narrativo - àition, alla maniera alessandrine = origine della bugonia nascita delle api da una carcassa bovina - trama: Aristeo ha perso le api a causa di un’epidemia e senza volerlo per il morbo ha causato la morte di Euridice. Un veggente gli racconta la tragica storia del cantore. Con un sacrificio di buoi placa la maledizione e dalle vittime del sacrificio si sviluppa la vita di nuove api tecnica dei racconti a incastro presa dagli alessandrini: le 2 storie si richiamano a vicenda entrambi lottano contro la morte ma dove Orfeo fallisce (non rispettando la prescrizione divina) ha successo Aristeo grazie alla sua scrupolosa obbedienza - stile di natura soggettiva: quando descrive immerge oggetti e personaggi nella sua partecipazione soggettiva o si immerge lui nella prospettiva di altri soggetti L’Eneide Aspettativa di un nuovo epos forte nella cultura augusteaintenzione di Virgilio è imitare Omero e lodare Augusto Poema epico in 12 libri I-VI: viaggio di Enea da Cartagine alle sponde del Lazio + flashback della fuga da Troia VII: narrazione della guerra che si conclude con la morte di Turno all’ultimo verso Metà “odissiaca” viaggio di Enea non è un ritorno a casa, ma un viaggio verso l’ignoto Metà “iliadica” la guerra non serve a distruggere una città ma a costruirne una nuovasuperamento di Omero Sintesi tra dimensione omerica e augustea Nell’Italia antica circolavano una serie di leggende sulla fondazione collegate alla guerra di Troia  la leggenda di Enea fondatore acquista fortuna tra il II e I secolo: - mito dell’origine troiana di Roma: ora che questa acquisiva potere nel Mediterraneo greco poteva rivendicare parità con i Greci i fondatori, i Troiani, erano consacrati a grandi antagonisti dei greci; da Roma nasce la loro rivincita - attraverso la figura di Ascanio-Iulo (figlio di Enea) la gens Iulia rivendicava nobilissime origini Trama: svolge la leggenda di Enea dall’ultimo giorno di Troia fino alla vittoria di Enea e alla fusione di Troiani e Latini in un unico popolo Guerra rappresentata come scontro tra Troiani e Latini: i primi coalizzati con gli Etruschi e con una popolazione greca, i secondi con popoli italici Per creare una vera epica nazionale mette in campo tutte le forze da cui nascerà l’Italia moderna Tutti i popoli combattenti hanno un contributo positivo: - i Latini saranno riconciliati e creano il nerbo della nuova gente - la potenza etrusca ha un ruolo costruttivo - i Greci, avversari storici dei Troiani, forniscono un decisivo alleato l’arcade Pallante L’Eneide non è un poema storico selezione drammaturgica del materiale ricorda più Omero che Ennio Stile  porta l’esametro al massimo della regolarità e della flessibilità, garantita da un ristretto numero di cesure privilegiate che combinate danno grande varietà di sequenze  uso regolato e motivato dell’allitterazione  grande uso di arcaismi di ispirazione enniana e poetismi (calchi dal greco e neologismi)  usa parole normali ma crea collegamenti nuovi tra di esse le parole subiscono un processo di “straniamento” che dà rilievo e nuova percettività al loro senso contestuale  aumento della soggettività: - il narratore è presente a più livelli - i sentimenti dei personaggi sono costantemente messi in primo piano (le ragioni di Didone sono accolte e tramandateguerra con Cartagine nasce non da una differenza ma da un eccessivo e tragico amore fra simili; la guerra tra Latini e Troiani è quasi fratricida) L’Eneide è la storia di una missione voluta dal Fato poeta è garante e portavoce di questo progetto Fortuna Per volontà dell’autore l’Eneide doveva essere distruttaAugusto intervenne direttamente per salvare il poema e affidò la cura del manoscritto a Vario - Virgilio diviene il classico di Roma declamatori tengono appassionate dispute sulla sua poesia - Tarda antichità: fondamenti dell’esegesi virgiliana + esercizi su temi virgiliani - Cristiani: sforzo di assimilare la letteratura pagana alla nuova cultura, interpretazione cristiana della IV egloga - Medioevo: ispirazione virgiliana continua (Dante) - Umanesimo: confronto Omero-Virgilio ORAZIO 65 a.C. nasce a Venosa Nonostante la modesta condizione sociale (padre liberto) gli è assicurata la migliore educazione: frequenta a Roma la scuola del grammatico Orbilio (che usava le nerbate per far studiare l’Odusia ai suoi scolari) Si reca in Grecia a perfezionare gli studi si arruola nell’armata repubblicana di Bruto, ricevendo il comando di una legione con il titolo di tribuno militare (grande onore per il figlio di un liberto) Nel 41 ritorna a Roma grazie ad amnistia, ma il fondo di Venosa era stato confiscato dai triumviri e per vivere diventa scriba quaestorius comincia a scrivere versi entrando in contatto con poeti e letterati 38 entra nel circolo di Mecenate 33 Mecenate gli dona un podere nella campagna sabina per tranquillità economica e rifugio dagli affanni di Roma Ha una rapporto stretto con Augusto, di devota cordialità ma senza servilismo quando gli chiederà di essere suo segretario personale declinerà 8 a.C. muore, poco dopo Mecenate Gli Epodi Varietà di temicarmi conviviali (inviti, descrizioni dei preparativi), poesia amorosa si nutre del distacco ironico dalla passione; l’inno conserva il formulario e l’andamento della lirica arcaica Tuttavia è difficile collocare un ode in un tipo definito perché usa l’incrocio tra generi (contaminazione) ad es. un propemptikòn e un carme mitologico Temi ricorrenti: - il paesaggio come locus amoenus - l’angulus, il “luogo-rifugio” rappresentato dal suo podere, è figura simbolica dell’esistenza e della sua esperienza poetica si associa al tema della morte (in questo spazio si fa meno amaro) e dell’amicizia Lo stile - raffinatezza (che deve molto alla lezione di Callimaco) e semplicità  moderato impiego delle figure di suono, cautela delle metafore e delle similitudini - callida iunctura: accorto abbinamento tra parole che trovano nuovi significati - massima economia di inventività linguistica per avere il massimo di espressività Le Epistole Esametro della conversazione 2 libri + Ars poetica Tutti i componimenti hanno un destinatario Non si trattava di un epistolario privato come quello di Cicerone, assicura comunque un’intonazione più personale del sermo oraziano Dal punto di vista formale erano quasi certamente una novità una raccolta sistematica di lettere in versi è probabilmente una sperimentazione originale, lui si richiama a inventor del genere Ciò che allontana di più queste dalle raccolte satiriche è lo scenariola satira era appartenuta ad un ambiente cittadino; tutte le lettere oraziane presuppongono lo spostamento verso una periferia rustica Non c’è nemmeno l’aggressività comica, marca evidente del genere satirico vocazione protrettica: i destinatari sono invitati ad un iter mentale (visualizzato dal poeta in forma di viaggio verso l’angulus)sarebbe l’esperienza dei sapientum templa serena di Lucrezio Modello di educatore lucreziano che insegna ai suoi discepoli l’amore di una vita ritiratanon sempre i destinatari si mostreranno ricettivi alla proposta di un nuovo mondo filosofico La morale oraziana sembra prendere coscienza sempre più netta delle proprie debolezze e contraddizioni ricerca morale profondamente animata dalla necessità della saggezza di fronte al trascorrere inesorabile del tempo e al sentimento di precoce vecchiaia raccoglimento nella campagna sabina, ritiro inquieto lontano da impegni della vita sociale sembra oscillare tra un rigore morale che lo attrae e un edonismo di cui avverte concretezza e fragilità Aporie della ricerca morale < più spazio al tema diatribico dell’insoddisfazione di sé, della noia angosciosa e impaziente (strenua inertia) Il poeta non si sente al riparo, esibisce la debolezza della propria posizione etico-filosoficaquesto accresce l’impostazione didascalica Ars poetica: trattato in esametri in cui svolge l’analisi dell’arte e delle poesia, orientata sulla letteratura drammatica. Resta fedele ai suoi principi, predicando un’arte raffinata, paziente, colta e attenta Augusto tenta di far rinascere il teatro latino perché permetteva più possibilità di penetrazione ideologica ma Orazio non nutre fiducia in una vera rinascita del teatro Fortuna Già nella prima età imperiale entra fra i testi che si leggevano a scuola Medioevo: si leggevano soprattutto Epistole e Satire;Dante lo cita tra i poeti del Limbo L’ELEGIA  massima fioritura: seconda metà del I secolo questione dell’origine molto complessa  autori più rappresentativi: Gallo, Tibullo, Properzio, Ovidio nell’antica letteratura greca l’elegia indicava un componimento poetico il cui metro era l’èlegos (distico elegiaco, costituito da esametro e pentametro dattilico) Problema dell’origine rifiutata ipotesi derivazione diretta dall’elegia ellenisticatratto distintivo non ha precedenti in nessun poeta ellenistico; rifiutata ipotesi di derivazione dall’epigrammanon si spiega la presenza del mito Elemento autobiografico elegia latina svilupperà fortemente questo aspetto Poesia dichiaratamente autobiografica, tende a inquadrare le singole esperienze in forme e situazioni tipiche, radicamento nella concreta esperienza soggettiva del poeta Poesia d’amore: ciò che riempie l’esistenza e le dà senso, per il poeta è l’àristos bìos (forma perfetta di vita) da lui scelta e contrapposta all’autàrkeia vagheggiata dalle filosofie del tempo vita come servitium amoris di fronte alla domina, capricciosa e infedele relazione con lei è fatta di rare gioie e molte sofferenze, eppure il poeta si abbandona a una voluttà della sofferenza solo occasionalmente arriva al gesto della renuntiatio amoris Le amarezze e le delusioni continue lo portano a proiettare la propria vicenda nel mondo puro del mito Il prigioniero d’amore pratica una vita di nequitia, ripudia i suoi doveri di civis contrapponendo alle durezze della guerra le mollezze dell’amore - l’elegia, dichiaratamente ribelle ai valori consolidati della tradizione di fatto recupera il mos maiorum trasferendolo nel proprio universola relazione d’amore, ‘istituzionalmente’ irregolare, tende a configurarsi come legame coniugale (foedus), vincolato dalla fides, castitas, pudicitia… - poesia come mezzo di corteggiamento deve sedurre l’amata - recusatio: rifiuto della poesia elevata in favore della musa leggera - evidente il debito verso la poesia neoterica 1. ricerca della raffinatezza formale callimachea 2. rivolta morale: gusto dell’otium, vita estranea all’impegno civile TIBULLO (55/50-19 a.C.) Famiglia di rango equestre Rapporto di amicizia e protezione con Messalla Corvino (nobile uomo politico repubblicano) Raccolta eterogenea di elegie  Corpus Tibullianum in 3 libri (diventati 4 in età umanistica) solo i primi due attribuiti con certezza a Tibullo I libro dominato dalla figura di Delia alla quale sono dedicate 5 delle 10 elegie donna volubile, capricciosa, relazione tormentata II libro 3 delle 6 elegie sono dedicate a Nèmesi, figura dai tratti più aspri, una cortigiana avida e spregiudicata Il mito della pace agreste Noto come poeta dei campi e della serena vita agreste centralità del mondo agreste nel suo universo poetico Invece di proiettare la propria vicenda nel mondo del mito, lo fa nel mondo agreste spazio di idilliaca felicità, vita semplice e serena, rustica religiosità ancestrale Bisogno del rifugio: spazio intimo e tranquillo in cui proteggere e coltivare gli affetti di fronte alle tempeste della vita Vagheggiamento della pace antimilitarismo si accorda con l’idea di questo anti-mondo dominato da persone semplici, riscaldato dall’amore di una donna fedele La campagna di Tibullo celebra il patrimonio di antichi valori agresti dell’ideologia arcaizzante del principato Tibullo è uno dei più vistosi casi di quella contraddizione presente nella poesia elegiaca Poeta doctus sforzo di una scrittura attentissima, espressione limpida solo all’apparenza frutto di immediatezzavoce misurata, cadenza regolare, purezza lessicale, toni tenui e delicati Fortuna Divisione tra ammirazione per l’equilibrio di Tibullo e disprezzo per la costruzione ruvida e improvvisa Il Corpus Tibullianum 3 libri di elegie di cui solo una parte sono da attribuire al poeta 2 codici più importanti: l’Ambrosiano e il Vaticano Ligdamopseudonimo dell’autore dei primi 6 componimenti del 3° libro; forse Ovidio, molto probabilmente un poeta del Circolo di Messalla il Corpus Tibullianum rappresenta un documento prezioso di quell’importante ambiente culturale PROPERZIO Nasce in Umbria fra 49 e 47 a.C. Famiglia di rango equestre che dopo la guerra di Perugia subì lutti e confische di terre Va a Roma per tentare la carriera forense ma presto si inserisce nei circoli mondano-letterari e legato ad una donna elegante e spregiudicataCinzia Ha contatti importanti col circolo di Mecenate e Ovidio Muore nel 16 a.C. Opere 4 libri di elegie I libro: si apre col nome di Cynthia consuetudine dei poeti alessandrini e poi dei neoteroi quella di dare a una raccolta di componimenti il nome della donna celebrata Le vengono dedicate tutte le elegie di questo libro Cinzia è una donna elegante e raffinata, ricca di cultura letteraria e musicale, che viva da cortigiana negli ambienti mondaniil poeta elegia si condanna alla degradazione sociale (nequitia) legandosi a questa donna, di cui però ne fa rivendicazione e vanto È sedotto dall’eleganza mondana della donna amata ma al tempo stesso cerca in lei semplicità, fedeltà e dedizione assolutaè da questa insoddisfazione che nasce il bisogno di fuga nel mondo puro del mito Properzio porta all’estremo la rivolta di Catullo: rifiuto del mos maiorum II libro: dopo il grande successo del I libro Mecenate cerca di orientarlo verso forme poetiche nuove, in collaborazione con la politica culturale promossa dal regime Il libro si apre con una recusatio: elegante ma fermo rifiuto dove si dichiara impari ad affrontare il poema epico – storico Il suo atteggiamento in questo libro è più complesso:  nasce il senso di disagio per la vita di nequitiacoscienza di un’esistenza irrisolta  rapporto di Cinzia più sofferto III libro: presenza di materia più varia, elegie amorose meno frequenti, Properzio guarda a se stesso con più distacco e ironia. Il libro si chiude con il discidium, l’addio a Cinzia IV libro: crisi del rapporto con Cinzia + pressioni di Mecenate svincola l’elegia dall’eros e sul modello degli Aitia di Callimaco canta l’origine dei nomi, dei miti, dei culti di Romatrova spazio anche la grazia e l’ironia L’amore non è assente e nemmeno Cinzia, ma la sua figura compare come emblema di vizio e corruzioe Rivalutazione dell’eros coniugale, esaltazione degli affetti familiari, della castità e della tenerezza OVIDIO Nasce a Sulmone nel 43 a.C. da famiglia di rango equestre Frequenta a Roma le migliori scuole di retorica della carriera forense + soggiorno in Grecia Abbandona la carriera politica ed entra nel circolo di Messalla Corvino Tranquillo e pieno successo letterario 8 d.C. accuse ufficiali di immoralità della sua poesia (in realtà forse per coinvolgimento nell’adulterio in una nipote di Augusto) relegazione a Tomi, Mar Nero 17/18 d.C. Muore a Tomi La poesia - l’adesione alla poesia civile rimane così piuttosto superficiale Le opere dell’esilio Brusca fattura nella carriera poetica di Ovidio di colpo si trova solo a comporre poesia per se stesso, in mezzo ad un popolo primitivo che non parla nemmeno latino I Tristia 5 libri incentrati sul lamento dell’infelice condizione del poeta esiliato appello agli amici e alla moglie per avere almeno un cambio di destinazione Epistulae ex Ponto 4 libri di elegie in forma epistolare Ritorno all’elegia come poesia del pianto, del lamento nella poesia ripone ogni residua speranza per il futuro; sperando di redimersi, celebra il successo delle campagne militari in quegli anni Ibis  poemetto in distici elegiaci in cui cerca di difendersi con una lunga serie di invettive contro un suo detrattore Fortuna Successo immenso fino al Romanticismo Scarsa diffusione nelle scuole antiche di grammatica per ragioni di stile, nonostante ciò la sua popolarità fu subito vastissima LIVIO 59 a.C. nasce a Padova; a Roma non partecipa alla vita pubblica ma entra in relazione con Augusto 27 a.C. inizia a occuparsi della sua opera storica 17 d.C. muore a Padova Ab Urbe condita libri Storia di Roma dalla sua fondazione (Enea che scappa da Troia) all’epoca contemporanea (9 d.C., morte idi Druso) 142 libri (che forse dovevano essere 150) di cui si è conservata la 1° decade e libri 21-45 + altri frammenti Ritorno alla struttura annalistica (vs impianto monografico di Sallustio) I decade: racconto dalle origini fino alla III guerra sannitica (293 a.C.) 21-45: dalla II guerra punica (218 a.C.) fino alla guerra macedonica (167 a.C.) Libri perduti abbiamo le Perìochae (brevi riassunti composti tra il III-IV sec. d.C.) La divisione in decadi (forse operata dallo stesso Livio) potrebbe essere il motivo della perdita di grandi parti dell’opera Livio dilatava l’ampiezza della propria narrazione man mano che si avvicinava all’epoca contemporaneai lettori erano più interessati alle vicende recenti, e di questa impazienza ci informa lo stesso Livio nella praefatio all’opera Le fonti Storia antica si serve degli annalisti Espansione di Roma in orienteAnnalisti + Polibio Non opera un attento vagli critico delle fonti, ma un criterio di scelta basato sulla facilità di accesso; non si sforza di colmare le lacune della tradizione storiografica e non usa le ricerche antiquarie di Attico o Varroneper questo si è visto in lui un exornator rerum, preoccupato solo di amplificare la traccia nella propria fonte tramite una drammatizzazione piena di varietà e movimento Si è visto in Livio non lo storico senatore e uomo di governo, ma lo storico letterato che lavora di seconda mano sulla narrazione di storici precedenti Il rapporto con il potere Asinio Pollione coglieva in lui tracce di Patavinitas= provincialismo padovano questo potrebbe indicare sul versante politico un legame con la tradizione repubblicana, fortemente sentita in una città di provincia dove ancora vigeva il mos maiorum Testimonianza di Tacito secondo cui Augusto avrebbe affibbiato allo storico l’epiteto scherzoso di “pompeiano”, per la nostalgica simpatia verso gli ideali repubblicani Tacito riporta inoltre che Livio ricopriva di lodi Pompeo e ostentava rispetto verso i cesaricidi Augusto tollera questi atteggiamenti perché si voleva presentare come il restauratore della repubblica più che come erede di Cesare e su alcuni temi c’era un accordo sostanziale tra il regime e lo storico entrambi condannavano il disordine politico del regime dei partiti ed entrambi miravano alla restaurazione del mos maiorum MA Livio prende le distanze dal principato nella praefatio: è consapevole che la crisi non si è estinta con la vittoria di Augusto La narrazione del glorioso passato di Roma è per Livio un rifugio rispetto all’angoscia della narrazione degli eventi più recenti tuttavia rifiuta di concentrare l’interesse su essa, fornendo l’immagine di un popolo imparagonabile a nessun altro per grandezza morale e integrità di costumi; l’attuale corruzione è comunque arrivata più tardi che in qualunque altro stato Giustificazione dell’impero di Roma: alla sua edificazione hanno cooperato fortuna (provvidenza divina) e la virtus del popolo romano per questo nessuno è riuscito a opporsi a Roma Il passato indica la via della salvezza e fornisce modelli di comportamento sociale e individuale a chi dovrà rinnovarne nel presente l’esempio Lo stile Quintiliano lactea ubertas di Livio: uno stile ampio, fluido e luminoso dove i periodi scorrono con facilità ed è privo di asperitas si rifà al modello che Cicerone aveva tracciato per la storiografia Livio lascia largo spazio alla drammatizzazione del racconto: la ritroviamo nelle vicende personali di personaggi (es. Lucrezia), nella descrizione di battaglie Passione moralistica contraddistingue la concezione liviana della storiainflusso della trad. storiografica ellenistica fa passare davanti alla ricerca della verità per se stessa la concezione drammatica della storia vuole dare l’impressione di un testimone che ha vissuto dentro il dramma che racconta A differenza di Sallustio Livio attua un modo “sentimentale” di narrare, che sa associare, al piacere suscitato dal racconto, una grandezza delle raffigurazioni aggiunge al testo una suggestione di maestà epica LA PRIMA ETÀ IMPERIALE 1. Fine del mecenatismo scomparsa di Mecenate provoca un distacco: viene meno la mediazione fra potere politico ed élite intellettuale - sotto Tiberio si sviluppa una storiografia contraria al principato, che accompagna tutta la dinastia giulio-claudiain questa corrente storiografica nasce quell’atteggiamento di ostilità verso la dinastia - Situazione non migliora con Claudio - Primi anni di principato di Neronetenta recupero del consenso del senato e ripresa mecenatismo; promosse attività artistiche (es. certame poetico pubblico) + ellenizzazione - Principato dei Flavi restaurazione morale e civile: ripresa della poesia epica + educazione fondata sulla retorica 2. Letteratura e teatro successo della pantomima: - Genere di maggior successo popolare del I secolo - Rappresentazione teatrale in cui un attore cantava, accompagnato dalla musica, il testo del libretto mentre un 2° attore col volto mascherato mimava la vicenda tentativo di recupero del teatro tragico da parte dell’élite senatoria 3. Seneca il Vecchio e le declamazioni L’opera che lo rende famoso testimonia il mutamento dell’attività retorica a Roma, di cui viene meno la funzione civile con la progressiva scomparsa della libertà politica la retorica si limita a futili esercitazioni (declamationes) che vertono su temi e argomenti fittizi:  Controversia: dibattimento di una causa fittizia  Suasoria: tentativo di orientare l’azione di un personaggio famoso di fronte a una situazione incerta o difficile Ricerca dello stupore e dell’applauso del pubblicp 4. Le recitationes Altra forma di pubblico intrattenimento culturale lettura di brani letterari davanti a un pubblico di invitati non più appartenenti alla ristretta aristocrazia a cui si rivolgevano i poeti augustei, ma di condizione sociale e culturale non sempre elevata Letteratura tende ad acquisire tratti “spettacolari” SENECA Nasce in a Cordova nel 4 a.C. da ricca famiglia equestre a Roma viene educato nelle scuole di retorica Nel 31 tornato dall’Egitto torna a Roma e inizia l’attività forense ottenendo successo Caligola, geloso della sua fama oratoria, lo condanna a morte, da cui l’avrebbe salvato un’amante dell’imperatore Nel 41 Claudio lo condanna alla relegatio in Corsica per presunto coinvolgimento nell’adulterio di Giulia Livilla Nel 49 Agrippina riesce ad ottenere il ritorno in patria e lo sceglie come tutore di Nerone 54-59  Quinquennium felix: buongoverno di Nerone guidato da Seneca e dal prefetto Burro 62 morte di Burro, svolta assolutistica, Seneca si ritira a vita privata 62 coinvolto nella congiura dei Pisoni e condannato al suicidio Fonti: molte fornite da Seneca stesso; Annales di Tacito; biografie svetoniane Opere I Dialogi 12 libri, raccolta di trattati su questioni etiche e psicologiche Consolatio ad Marciam Indirizzata alla figlia di Cremuzio Cordo per consolarla della perdita del figlio Due consolationes appartengono agli anni dell’esilio: - Ad Helviam Matrem: cerca di tranquillizzare la madre sulla sua condizione di esule, esaltando gli aspetti positivi dell’isolamento e dell’otium contemplativo - Ad Polybium: rivolta ad un potente liberto di Claudio per la perdita di un fratelloin realtà tentativo di adulazione per ottenere il ritorno a Roma De ira 3 libri sulla fenomenologia delle passioni umane ne analizza i meccanismi di origine e i modi per inibirle e dominarle (all’ira è dedicato il 3° libro). Dedicato al fratello Novato De vita beata Affronta il problema della felicità e del ruolo che possono svolgere gli agi e le ricchezze in questo in realtà sta fronteggiando le accuse di contraddizione tra principi professati e reale condotta di vita (per la posizione di potere a corte) con un patrimonio sterminato Seneca legittima l’uso della ricchezza se funzionale alla ricerca della virtù, non bisogna però lasciarsi possedere da esse Trilogia di Dialogi dedicata all’amico Sereno: - De constantia sapientis Imperturbabilità del saggio stoico, forte della sua interiore fermezza, di fronte alle ingiurie e alle avversità - De tranquillitate animi problema della partecipazione alla vita politica del saggio Cerca mediazione tra otium contemplativo e impegno politicoSolo un’anima serena è capace di giovare agli altri e se l’impegno non garantisce questo lo si potrà fare con l’esempio e la parola conducendo una vita ritirata La fedeltà scrupolosa alla fonte storica viene sacrificata alle “deformazioni” della verità a fini ideologici alterazione che riguarda il modo di presentare o di colorire alcuni degli avvenimenti tramandanti dalle fonti o inserisce episodi estranei alla realtà dei fatti Pharsalia come anti-Eneide e Lucano come anti-Virgilio Lucano stravolge le caratteristiche proprie del poema epico nella tradizione:  Da monumento eretto alle glorie dello stato diventa indignata denuncia della guerra fratricida  Ripresa in chiave polemica di espressioni e situazioni virgiliane con tono di risentita indignatio rispetto al modello è come se l’Eneide avesse contribuito a perpetrare l’inganno coprendo con un velo di mistificazione la fine della libertà romana  Ribalta l’oggetto: non tratta temi mitici ma espone una storia recente ben documentata scelta programmatica di fedeltà al “vero” storicorinuncia agli interventi della divinità L’elogio di Nerone È probabile che il pessimismo sia andato maturando progressivamente nel corso della stesura del poema: all’inizio credeva in un rinnovamento politico e sociale portato da Nerone dopo il conflitto Agli occhi di Lucano il “nuovo Augusto” è meglio del primo Nerone è la vera realizzazione delle promesse del Giove virgiliano, ma a parte l’introduzione Nerone non viene più nominato Il pessimismo si fa sempre più acuto ed approda a un “anti-mito” di Roma: è il mito del suo tracollo, che si contrappone a quello virgiliano dell’ascesa numerose le profezie di sciagure (non di future glorie di Roma) - Nekyomantèia (libro IV) “negromanzia”pendant della catabasi di Enea: la maga Erittone richiama in vita un soldato caduto in battaglia che rivela a Sesto Pompeo la rovina che incombe su di lui e sulla sua famiglia (dice di aver visto gli Inferi in grande agitazione, in lacrime gli eroi di Roma) I personaggi 1. Cesare: è l’eroe nero del poema, malefica grandezza e incarnazione del furor quasi ammirazione di Lucano per il fascino sinistro del personaggio, che rappresenta il trionfo delle forze irrazionali (fuor, ira, impatientia) + volontà di farsi superiore allo stato; lo spoglia anche del suo attributo principale la clemenza verso i vinti 2. Pompeo: è l’eroe passivo, personaggio in declino  paradossalmente questo limita le sue responsabilità. È figura tragica il destino gli è avverso È l’unico a subire evoluzione psicologica: alla progressiva perdita di autorevolezza fa riscontro un ripiegamento nella sfera del privatoinsiste nel mostrare l’attaccamento di Pompeo verso i figli e la moglie consapevole della malvagità dei fati, comprende che la morte in nome di una giusta causa è l’unica via al riscatto morale 3. Catone: la consapevolezza raggiunta da Pompeo è per lui solido possesso fin dall’inizio Nel suo personaggio si consumala crisi dello stoicismo tradizionale: di fronte alla malvagità di un fato che vuole solo la distruzione di Roma diventa impossibile l’adesione volontaria alla volontà del destino il criterio di giustizia risiede solo nella coscienza del saggio Egli si impegna nella guerra civile con piena consapevolezza della sconfitta e della conseguente necessità di darsi la morte per continuare ad affermare il diritto e la libertà Lo stile “Ardens et concitatus” (Quintiliano) incalzante ritmo dei periodi e urgenza concitata dei pensieri che si rispecchia nel continuo enjambement Spinta al pathos e al sublime  punti di contatto con la tragedia senecana Io del poeta onnipresente che giudica e condannafrequenti apostrogi e interventi personali Lucano non tenta una rifondazione del linguaggio epico ma cerca n rimedio di compenso nell’ardore ideologico con cui ne denuncia la crisi PETRONIO Tacito negli Annales ci parla di T. Petronius Niger, console nel 62, suicida per volontà di Nerone nel 66 Satyricon Lunghissimo frammento narrativo in prosa Il titolo probabilmente era Satyrica formato da 2 grecisimi: satyri + suffisso –icus = poema dei satiri Composto alla fine del II sec Ritratto di Petronio fatto da Tacito: - Valido ed efficiente uomo di potere - Cortigiano di Nerone, giudice dello chic e della raffinatezza per questo caro all’imperatore - Spinto al suicidio da intrighi di palazzo, lo compie in modo paradossale parodia di altri teatrali suicidi oppositori del regime A grandi linee è continuo ma ha subito dei tagli qua e là. La parte più integra è la Cena di Trimalchione Trama: è narrata in prima persona dal protagonista. Encolpio, un giovane di buona cultura che viaggia in compagnia di un altro avventuriero dal passato burrascoso (Ascilto) e di un giovinetto (Gitone)  si crea un triangolo amoroso I 3 vengono invitati ad un banchetto a casa di Trimalcione, un ricchissimo liberto molto rozzo. La cena è una teatrale esibizione di ricchezza e di cattivo gusto. Ascilto per gelosia porta via Gitone ad un certo punto, Encolpio affranto si reca in una pinacoteca dove conosce Eumolpo (poeta vagabondo) declamerà nel corso del romanzo il Bellum civile Il genere letterario: menippea e romanzo A questo tipo di opere gli antichi applicavano termini molto generici es. historia, fabula Per questa classe di testi non abbiamo trattazioni teoriche, i titoli sono generici I critici moderni chiamano “romanzi” un numero ristretto di opere a) 2 testi latini: il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi di Apuleio b) una serie di testi greci uniti da una notevole omogeneità e permanenza di tratti distintivi: trama quasi invariabile Il Satyricon per quanto riguarda l’amore è l’anti romanzo greco il personaggio non è serio e credibile portavoce di valori morali, è sballottato in peripezie sessuali e il suo partner preferito è maschile Il sesso è trattato esplicitamente ed è fonte continua di situazioni comiche Filone importante: fabula Milesia letteratura novellistica caratterizzata da situazioni comiche, spesso piccanti e amorali, a partire dal I sec. a.C. ha grande fortuna È un prosimetro Realismo e parodia Il dato più originale della poetica di Petronio è la sua forte carica realistica, che diventa anche un fenomeno linguistico (come nella cena di Trimalcione) ci offre una visione del reale disincantata ma senza occhio di giudizio Parodia: - Imita nelle parti poetiche modelli letterari elevati - Allusioni all’Odissea (x la struttura di “viaggio”) - Un’ancella cita Virgilio per convincere la padrona a concedersi ad un corteggiatore non solo dei modelli alti, ma anche della letteratura “di consumo”: romanzi sentimentali, novelle, mimi, declamazioni I Priapea Per affinità tematica si possono accostare a Petronio le poesie di questo libro I componimenti sono unificati dalla figura del dio Priapo connesso alla fecondità, nel folklore associato a scherzi salaci e motti osceni il genere priapeo è un particolare tipo di epigramma, di tono scherzoso e tematica sessuale LA SATIRA SOTTO IL PRINCIPATO Lucilio e Orazio - Destinatario: cerchia degli amici - Conversazione costruttiva che sorride e fa sorridere dei vizi umani complicità fra autore e ascoltatore - Destinata alla lettura Persio e Giovenale - Dichiarano di ricollegarsi alla poesia satirica di Lucilio e Orazio, si collocano nella loro tradizione - Il destinatario formalmente è il singolo; in realtà le satire sono dirette a un pubblico generico di lettori-ascoltatori - Moralismo arcigno che si risolve nell’invettiva  l’autore si erge a giudice ed è negata ogni vicinanza all’ascoltatore - Stile manieristico in reazione al classicismo dell’età augustea - Destinata alla recitazione in pubblico PERSIO Nasce a Volterre (Etruria) nel 34 d.C. Va a Roma a studiare e conosce lo stoico Anneo Cornuto, che lo mette in contatto con gli ambienti dell’opposizione senatoria al regime. Diventa amico di Lucano La “conversione” alla filosofia lo portò a condurre una vita austera e appartata 62 d.C. muore non ancora 28enne Non pubblica nulla in vita, sotto la revisione di Cornuto viene pubblicato il libro delle Satire Satira e stoicismo L’adesione al genere satirico era una scelta quasi obbligata per il poeta animato da forte tensione morale Esigenza etica: smascherare e combattere la corruzione e il vizio Si oppone anche alla fatua ricercatezza della poesia contemporanea e rivendica per sé la qualifica di rusticitas (sobrietà) usa dei termini di un’operazione chirurgica per indicare il suo procedimento di demistificazione della realtà (radere, defigere, revellere= raschiare via e incidere per asportare) Per descrivere le molteplici forme attraverso cui si manifesta il vizio ricorre al campo lessicale del corpo e del sesso Non dà indicazioni per il recte vivere, si concentra sulla fenomenologia del vizio che diventa l’aspetto prevalente nella satira di Persio Precetti esposti riconducibili alla dottrina stoica e alla sua teoria della virtù: lo stoicismo di Persio non assume apertamente i caratteri dell’impegno politicoinclina piuttosto verso il raccoglimento interiore per praticare il culto della virtù Le Satire descrivono l’iter predicativo di un maestro perennemente inascoltato In realtà l’io del poeta si mostra con i tratti di un giovane non puro che, nei discepoli recalcitranti, scorge il proprio male da sanare vuole raggiungere, in un iter metaforico (come quello oraziano), gli ispiratori stoici nei Campi Elisi della sua filosofia la sua satira è quasi un monologo della confessione Stile Intenzione di aggredire salutarmente il lettore  Ricorre alla iunctura acris = nesso urtante per la sua asprezza, dal punto di vista fonico e semantico  Lingua quotidiana ma stile che la vuole deformare e illuminare aspetti nuovi della realtà uso audacissimo della metafora, teso a esplorare rapporti nuovi fra le cose GIOVENALE Poche notizie e incerte Nato ad Aquino (sud Lazio) tra il 50 e il 60 d.C. Forse ha esercitato l’avvocatura e per guadagnare si sia dedicato alle declamazioni allora di moda Arriva all’attività poetica in età matura Fonti Diversi passi della Naturalis historia contengono notizie o spunti autobiografici; De viris illustribus di Svetonio; 3 lettere del nipote Plinio il Giovane Naturalis historia Opera in 37 libri destinata a inventariare la somma delle conoscenze acquisite dall’uomo È preceduto da un’epistola dedicataria rivolta al futuro imperatore Tito Curiosità scientifica nella Roma imperiale conosce grande espansione nei ceti tecnici e professionali e crescenti capacità tecniche vengono richieste a coloro che amministrano le province Crescente richiesta di informazione, divulgazione scientifica anche e soprattutto come forma di intrattenimento fortuna dei paradossografi: raccolte estremamente diseguali in cui confluiscono aneddoti, piccole curiosità scientifiche spicciole. Gli autori sono spesso viaggiatori, come Licinio Muciano I naturalisti – viaggiatori sono dilettanti, il gusto per il dettaglio concreto non è sorretto da nessun metodo Eclettismo e progetto enciclopedico Una scelta filosofica troppo precisa ridurrebbe la quantità dei materiali da registrare - Un generico senso della missione divulgatrice del saggio lo ricava dallo stoicismo medio (banalizzato, proprio della classe dirigente romana dell’epoca) - Molto più evidente è lo “spirito di servizio” Lo stile È considerato da alcuni critici il peggior scrittore latino: - L’ampiezza del lavoro non permetteva una grande elaborazione stilistica - La tradizione enciclopedica romana non comportava uno sforzo di bello scrivere Non scrive sempre allo stesso modo: alterna stile frammentario a vere e proprie tirate retoriche (elogi della scienza, natura ecc.). abbandona le bilanciate architetture ciceronianenuova libertà nello scrivere si risolve in una confusione impersonale e magmatica È uno dei testi antichi meglio organizzati e consultabili Fortuna L’opera ha avuto duplice sopravvivenza:  Si cominciò presto a manipolarla  Continuò a essere copiata nei secoli bui del Medioevo i suoi smisurati indici di fonti e autori erano una garanzia. Nel Medioevo il suo nome crebbe sempre più di autorità MARZIALE Nasce a Bilbilis (Spagna Terragonese) tra il 38 e il 41 d.C. Viene a Roma nel 64, trovando il generoso appoggio della famiglia di Seneca che lo introdusse nella buona società 80 compose e pubblicò una raccolta di epigrammi per celebrare l’inaugurazione dell’Anfiteatro Flavio l’opera gli vale un riconoscimento economico da Tito Ricopre cariche onorifiche e conosce personaggi eminenti (Plinio il Giovane, Quintiliano, Giovenale) ma non ne trae benefici economicifamose le sue lamentele per i disagi sofferti 88 infastidito dalla vita cittadina lascia Roma per un soggiorno a Forum Corneli (Imola) 98 lascia definitivamente la capitale e decide di tornare nella sua Bilbilis (grazie a Plinio il Giovane che gli paga il viaggio)lì trova la tranquillità cercata ma anche la grettezza di un ambiente provinciale 104 deluso e sempre inquieto muore a Bilbilis Opere Raccolta di Epigrammi distribuiti in 12 libri preceduti da un libro a sé di una trentina di epigrammi composto autonomamente nell’80 e oggi noto come Liber de spectaculis, seguito da altri due libri (Xenia e Apophoreta) si tratta di brevissime iscrizioni per accompagnare doni di varia natura in occasione dei Saturnali I metri sono vari: accanto al distico elegiaco anche falecio e scazonte; anche epigrammi di varie dimensioni Epigramma come poesia realistica Età Flavia, clima di restaurazione morale - Ripresa dell’epica - Successo dell’epigramma, genere più umile (non ha grande tradizione a Roma a parte Catullo) Origini dell’epigramma: risale all’età greca arcaica dove la sua funzione (come il nome stesso attesta “iscrizione”) era essenzialmente commemorativa: inciso su pietre tombali o offerte votive a ricordare una persona o un evento famoso In età ellenistica, pur conservando la sua brevità, si emancipa dalla forma epigrafica e dalla destinazione pratica: diventa adatto alla poesia d’occasione, a fissare l’impressione di un momento I temi sono di tipo leggero: erotico, simposiaco accanto a quelli di carattere funebre. a Roma era un modo raffinato di impiegare il proprio otium, un passatempo senza ambizioni di dignità letteraria. Solo con Marziale trova riconoscimento artistico Marziale ne fa il suo genere esclusivo: ne apprezza la duttilità e la facilità ad aderire ai molteplici aspetti del reale contrapposto all’epos e alla tragedia da lui criticati perché lontani dal quotidiano  Realismo e aderenza alla vita concreta  Osserva la realtà con sguardo deformante che ne accentua i tratti grotteschi, strappa i personaggi dal loro contestosatira sociale priva di giudizio morale e asprezza di fronte allo spettacolo assurdo del mondo preferisce il sorriso all’indignazione risentita Stile - Sviluppa fortemente l’aspetto comico – satirico - Da Lucillio (poeta greco di età neroniane) mutua il fulmen in clausola (battuta che chiude in maniera brillante il breve giro del pensiero) - Realismo osceno: oltre a termini che designano la realtà umile ne introduce altri osceni - Varietà di toni: alterna forme espressive molto varie dalla limpida sobrietà a eleganza e ricercatezza QUINTILIANO Nasce nel 35 d.C. a Calagurris, in Spagna; suo padre era maestro di retorica Si trasferisce a Roma, poi torna in Spagna dove probabilmente svolge attività forense 68 d.C. richiamato a Roma da Galba e inizia la sua attività di maestro di retorica senza interrompere l’avvocatura la sua attività di insegnamento ebbe grande successo (fra i suoi discepoli Plinio il Giovane e Tacito) 78 d.C. Vespasiano gli affida la prima cattedra statale con stipendio 88 d.C. si ritira dall’insegnamento dedicandosi esclusivamente agli studi, muore dopo l’85 Opere Perduto il trattato De causis corruptae eloquentiae e anche i 2 libri del De arte rhetorica, dispense che gli allievi di Quintiliano trassero dalle sue lezioni Conservata l’opera principale, in 12 libri, la Institutio oratoria Problema della corruzione dell’eloquenza insegnanti corrotti nelle scuole, declamazioni retoriche Quintiliano porta l’insegna di una reazione classicistica nei confronti dello stile corrotto e degenerato di cui egli vedeva in Seneca il maggiore responsabile  vede in termini moralistici il problema della degenerazione dell’eloquenza degradazione dei costumi Institutio oratoria (dedicata a Vitorio Marcello) Delinea un programma di formazione culturale e morale che il futuro oratore deve seguire dall’infanzia fino all’ingresso nella vita pubblica I-II libro: trattano dell’insegnamento elementare e delle basi di quello retorico, discutendo dei doveri degli insegnanti III-IX libri: trattazione tecnica che esamina le diverse sezioni della retorica X libro: modi di acquisire la facilitas (disinvoltura nell’espressione) excursus sugli autori greci e latini da leggere e da imitare è teso a mostrare come la cultura letteraria latina regga il confronto con la greca Ritorno al classicismo e a Cicerone esigenza di ritrovare una sanità di espressione; con l’ascesa di Vespasiano le stravaganze dell’età neroniana dovettero cedere il posto a standard più sobri - Critica all’uso delle sententiae della maniera senecana  sono diventate un artificio per rendere vivace il discorso - L’elocuzione doveva svolgersi in funzione della sostanza delle cose, Seneca voleva attirare l’ascoltatore Il programma educativo Rivendica il primato di retorica e cultura letteraria, perde terreno la filosofia (importante per Cicerone) Sulla disputa tra antichi e moderni prende posizione equilibrata inquadrando gli antichi con prospettiva storica, riconoscendo notevoli manchevolezze Le letture di autori diversi hanno lo scopo di formare lo stile dell’oratore (soprattutto il modello ciceroniano) ciò nonostante lo stile dello stesso Quintiliano non è ampio e simmetrico come quello di Cicerone, in alcuni tratti sembra essere condizionato dalla prosa di Seneca Lo stile è specchio delle sue virtù: ricerca al massimo la perspicuità ed evita gli eccessi dell’ostentazione espressiva L’oratore e il principe Si schiera tra quegli intellettuali (come Tacito) che accettano il principato come una necessità sforzo di ottenere per l’oratore il massimo di “professionalità” e alto grado di dignità. Missione civile aliena dal ribellismo sterile e dal servilismo avvilente Ideale di un oratore che sia vir bonus dicendi peritus (Catone) è una negazione della realtà storica a lui contemporanea  oratore non ha più rilievo di prima Linea imperatori Augusto 27-14 Giulio – Claudi 14-69 69  anno dei 4 imperatori Dinastia Flavia 69-117 Imperatori per adozione 117-193 Culto di Iside raggiunge tra il I e il II secolo regioni estreme della Germania e della Britannia TACITO Nasce nel 55 d.C. nella Gallia Narbonese da famiglia di rango equestre Studia a Roma, nel 78 sposa la figlia di Gneo Giulio Agricola grazie a lui inizia la carriera politica sotto Vespasiano e la prosegue sotto Tito e Domiziano Fu per qualche anno lontano da Roma, con un incarico o in Gallia o in Germania Sotto il principato di Traiano sostenne con Plinio il Giovane l’accusa dei provinciali d’Africa contro l’ex governatore Mario Prisco 117 probabilmente muore Dialogus de oratoribus Probabilmente non è la prima opera di Tacito, vari aspetti però contribuiscono a isolarlo dal resto delle opere periodare ricorda modello neociceroniano e non l’inconcinnitas tipica delle maggiori opere storiografiche di Tacito Si riallaccia alla tradizione ciceroniana dei dialoghi su argomenti filosofici e retorici Insolita classicità dello stile si spiega con l’appartenenza del Dialogus al genere retorico Trama -acta diurna populi Romani: atti del governo e notizie su quanto avveniva a corte e nella capitale -raccolte di discorsi di alcuni imperatori come Tiberio e Claudio 2. Bella Germaniae di Plinio il Giovane 3. Letteratura epistolografica e memoralistica 4. Exitus illustrium virorum: libellistica di opposizione che narrava il sacrificio dei martiri della libertà Fortuna Ammiratore entusiasta Plinio il Giovane, ma vera fortuna comincia nel IV secolo (Ammiano Marcellino compone un’opera che si riallacciava alla sua) Umanesimo e Rinascimento a Tacito spesso viene spesso preferito Livio Controriforma e monarchie assolute fenomeno del tacitismo che vide nell’opera di Tacito un complesso di regole e di principi direttivi dell’agire politico SVETONIO Non sappiamo né anno di nascita né di morte: possiamo solo supporre che sia nato poco dopo 70 d.C. da famiglia di modeste condizioni Entra a corte come funzionario, con Traiano preposto alla cura delle biblioteche pubbliche Sotto Adriana fu addetto all’archivio imperiale e alla corrispondenza del principe 122 cade in disgrazia ed è allontanato dalla corte, poi se ne perdono tracce Opere Abbiamo notizia di una copiosa produzione di opere erudite in greco e in latino grazie al lessico della Suda che ce ne elenca diversi titoli Prata, opera enciclopedica, suddivisa in sezioni diverse in base agli argomenti trattati De viris illustribus Raccolta di biografia di letterati suddivisa per generi (poeti, oratori, storici) A noi resta solo una sezione: De grammatici set rhetoribus Genere biografico coltivato a Roma soprattutto da Varrone e Cornelio Nepote che nelle loro opere avevano tracciato i profili di personaggi famosi Schema – tipo: origini e luogo di nascita, insegnamento esercitato, interessi principali, opere composte, tratti del carattere De vita Caesarum Raccolta di 12 biografie (da Giulio Cesare a Domiziano) in 8 libri Iniziano con notizie relative alla famiglia, al luogo, data e circostanze relative alla nascita del principe per seguire in uno sviluppo cronologico dell’adolescenza e dell’avvento al potere; dopo si interrompe l’ordinamento cronologico e inizia descrizione sincronica dei vari aspetti della personalità dell’imperatore suddivisi per singole rubriche poi ritorno all’ordine cronologico Quindi Svetonio procede non per tempora sed per species categorie, rubriche che trattano separatamente la personalità del principe Preferisce comporre per frammenti episodici, inquadrando in apposite rubriche le virtutes e i vitia del personaggio scelta del genere biografico segna la consapevolezza che questa è la forma storiografica più idonea a dar conto della nuova forma individualistica che il potere ha assunto rinuncia allo schema annalistico, magistrature ormai non hanno più il ruolo di prima Modelli romani: elogia e laudationes funebresspinta a scrivere un’opera romana in tutto e per tutto Tendenza a insistere sugli aspetti privati degli imperatori serviva a fornire un ritratto integrale del personaggio in virtù di una volontà obiettiva e demistificante storiografia minore che attinge alle fonti più varie destinata a un pubblico di funzionari e burocrati che avrà apprezzato il senso di concretezza di Svetonio APULEIO Tutto ciò che sappiamo lo ricaviamo dalle sue opere Nasce nel 125 d.C. a Madaura (attuale Algeria) di estrazione agiata Studia a Cartagine e ad Atene Per qualche tempo sta a Roma, poi torna di nuovo in Africa dove incontra Ponziano e si sposa con la ricca madre vedova Nel 158 deve sostenere un processo per accusa di magia intentato dai parenti della moglie Ce ne resta traccia nell’Apologia Trascorre gli ultimi anni della vita a Cartagine come oratore celebre e apprezzato, muore prob nel 170 rappresentante della 2° sofistica  curiosità per la natura, inquietudine e tensione verso l’occulto, iniziazione ai culti misterici Il suo platonismo era molto lontano dall’ortodossia di Platone, risentiva di forti influssi peripatetici e stoici pluralità di interessi Trattati di scienza naturale De mundo: interessi per le forze che regolano l’universo, lo spirito che ne è alla base è lo stoicismo sforzo di introdurre in lingua latina il linguaggio tecnico-specialistico delle scienze naturali De Platone et eius dogmate: sintesi della fisica e dell’etica di Platone  testimonianza del lungo lavoro esegetico fiorito intorno alla dottrina del maestro De deo Socratis: trattazione più sistematica che abbiamo della dottrina dei demoni: 1. Esamina i mondi separati degli dei e degli uomini 2. Demoni come intermediari tra i due mondi 3. Demone di Socrate: voce interiore sentita come tramite di un ordine divino, costringeva il filosofo a proseguire la ricerca del vero Florida: raccolta di 23 brani oratori su temi diversi e di diversa estensione, stralciati dal testo di conferenze e pubbliche letture tenute da Apuleio in Africa antologizza i pezzi di più insistita bravura retorica prescindendo dai contenuti Apologia Unica orazione giudiziaria pervenutaci in età imperiale Lunghezza dell’orazione fa pensare che anche quest’opera abbia una destinazione fortemente letteraria è presa da una circostanza reale, ma in realtà è un sofisticato prodotto letterario vuole consegnare alla posterità l’immagine di un brillante e geniale philosophus platonicus Riassunto Suocero di Ponziano, Erennio Rufino, cerca l’appoggio di Ponziano per colpire Apuleio con l’intento di impedirgli l’accesso futuro all’eredità della moglie più anziana di lui. Cade la prima accusa che gli addebita la morte di Ponziano accusa di magia: sostenevano che solo grazie alle pratiche magiche Apuleio aveva potuto sposare una vedova facoltosa e più anziana. L’oratore ribatte l’accusa di essere mago con l’orgogliosa affermazione della propria attività di filosofo; dimostra poi come il progetto del matrimonio fosse dovuto interamente Ponziano. Lettura del testamento di Pundentilla che nominava erede non Apuleio ma il figlio Pudente. Apuleio, come Cicerone nella Pro Caelio, con disinvoltura mette in ridicolo le ragioni dell’accusa. Non è ciceroniano il colore del suo discorso, lontano dal gusto repubblicano e ricco di volgarismi, neologismi, arcaismi e poetismi Parla sempre dall’alto della sua cultura enciclopedica Capitolo X ricorda i nomi veri delle donne che gli elegiaci latini avevano cantato con pseudonimi Metamorphoseon libri o Asinus Aureus Insieme al Satyricon è l’unica testimonianza di romanzo antico in lingua latina Il primo titolo è quello conservato concordemente dai codici, il secondo è il titolo riportato da Agostino 11 libri Riassunto Il giovane protagonista Lucio, caratterizzato dalla curiositas, arriva ad Hypata in Tessaglia. Ospite di Milone, un ricco locale, e della moglie Pànfila riesce a conquistarsi i favori della servetta Fotide e a convincerla a farlo assistere ai riti magici di Panfila, che si muta in gufo. Vuole anche lui trasformarsi in uccello ma la serva lo ricopre con l’unguento sbagliato e lui diventa asino. Prima di poter essere ritrasformato affronta una serie di peripezie: è rapito dai briganti che vengono a fare incursione a casa di Milone. Insieme a lui prigioniera c’è Carite, data in custodia a una vecchia. La vecchia racconta la favola di Amore e Psiche (3 libri) Dopo una serie di avventure si ritrova in una spiaggia deserta dove si addormenta. L’ultimo libro è dedicato al risveglio sulla spiaggia, la purificazione rituale che segue e la preghiera alla luna. La dea gli prescrive di mangiare una corona di rose per tornare umano durante una processione in onore di Iside. A ringraziamento si farà iniziare al culto di lei a Corinto.  il genere del romanzo nell’antichità mancava di fisionomia definita e appare come il risultato di un intreccio di generi diversi - Rapporto con le fabulae Milesiae carattere erotico; la storia dell’asino-uomo sembra essere stata una fabula Milesia si deve probabilmente ad Apuleio l’aggiunta dell’elemento magico - La logica quotidiana dell’astuzia dei personaggi viene frustrata dall’irrompere della magia Fonti delle Metamorfosi: Lucio o l’asino romanzo in lingua greca a noi pervenuto nel corpus delle opere di Luciano di Samòsata, sicuramente spurio: narrativa di puro intrattenimento Resta aperta la questione sulle parti che si trovano solo nel testo di Apuleio studiosi divisi tra quelli che gli concedono poco più della novella centrale di Cupido e Psiche e quanti attribuiscono a lui tutte o quasi le vicende assenti nel Lucio. Fuor di dubbio che il finale sia di Apuleio A differenza del Lucio le metamorfosi danno prova di serietà moralistica funzione strutturale della curiositas di Lucio che conduce il personaggio alla rovinosa trasformazione dalla quale sarà liberato solo in seguito a un drastico cambiamento di vita Alcuni episodi minori dell’intreccio trovano corrispondenze precise con la vicenda di Lucio, anticipandone o rispecchiandone i tratti (es. favola di Amore e Psiche: posizione centrale, da questa si deve partire per l’interpretazione dell’intero romanzo: p. 468) Funzione della favola di Cupido e Psiche Se non fosse per questa leggeremmo il romanzo come storia d’avventure e non come romanzo mistagogico la favola attiva una seconda linea tematica che sarà chiara solo alla fine del romanzo, quella della salvazione è la Fortuna videns, contrapposta alla fortuna cieca e spietata  Compenetrazione tra l’elemento mistico-religioso e il tessuto originale della favola milesiaqualità originale dell’opera  Identificazione finale tra Apuleio e Lucio, il quale viene identificato come Madaurensis Lingua e stile Libertà assoluta nell’accostare arcaismi e neologismi, volgarismi e poetismo Lingua apuleiana espressione perfetta dell’intento di valorizzare la stessa lingua allontanandosi dall’uso linguistico puramente comunicativo Grande conoscitore di letteratura conosce formulari, situazioni tipo, repertori di iuncturae I PADRI DELLA CHIESA Dalla II metà del IV secolo fino al sacco di Roma (410) vasta produzione letteraria latina, soprattutto patristica Padri della Chiesa: scrittori cristiani di questo periodo sia greci sia latini compirono un’opera di mediazione fra cultura classica e cristiana Antichità 2 momenti fondamentali per la definizione dell’uomo: - V-IV secolo a.C. in Grecia - IV-V secolo d.C. per il pensiero cristiano 3 grandi Padri: Ambrogio, Girolamo e Agostino GIROLAMO Nasce in Dalmazia nel 347
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