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Riassunto del terzo volume di Letteratura Italiana sull'800 di Giulio Ferroni., Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Un quadro storico e culturale dell'Italia nel Triennio Giacobino e nell'Età Napoleonica. Si descrivono le rivoluzioni americana e francese, il potere giacobino e la nascita del nuovo mondo borghese, l'arrivo di Napoleone e la creazione degli Stati indipendenti legati alla Francia. Si analizzano inoltre la cultura e gli intellettuali del periodo giacobino e napoleonico, il neoclassicismo e il preromanticismo in Europa, il purismo linguistico e la figura di Ugo Foscolo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 18/09/2023

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Scarica Riassunto del terzo volume di Letteratura Italiana sull'800 di Giulio Ferroni. e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! IL TRIENNIO GIACOBINO 96-99 E L’ETA’ NAPOLEONICA 1800-15 QUADRO STORICO Due rivoluzioni quella americana e quella francese portano al crollo dell’antico regime e nascita nuovo mondo borghese. Nuovo regime dittatoriale con Robespierre, terrore. Con il termine giacobino si indicano i francesi rivoluzionari più radicali. Il potere passa in mano ad una borghesia più moderata tra il 96-99 e l’esercito affidato a Napoleone. In italia quasi tutti i vecchi sovrani furono allontanati e con l'appoggio dei giacobini vennero fondate varie repubbliche, triennio giacobino, ligure, cisalpina, romana, napoletana ecc.. Con l’arrivo di Napoleone nell’800 vennero creati Stati indipendenti legati alla Francia segnando il dominio Napoleonico in Italia, crollato solo dopo le guerre in Russia e la sconfitta di Waterloo con la restaurazione del 1815. LA CULTURA E GLI INTELLETTUALI NEL PERIODO GIACOBINO Nel periodo giacobino agli intellettuali tradizioni si sostituiscono nuove figure di origine borghese che parteciparono attivamente alle strutture denu nuovi regimi e che trasformarono la cultura in uno strumento di partecipazione agli eventi pubblici ed in stretto rapporto con l’opinione pubblica. Il mezzo più importante di intervento pubblico fu il giornale dove si discuteva delle ipotesi politiche ecc.. Tra gli intellettuali giacobini italiani ricordiamo Filippo Buonarroti, Vincenzo Russo, Giovanni Fantoni, Franceso Saverio Salfi. Il fallimento del triennio giacobino creà delusione nel mondo intellettuale e l’avvento del regime napoleonico il legame tra azione politica e dibattito intellettuale si allentò molto. Gli intellettuali avviarono una riflessione che potesse spiegare il fallimento del processo rivoluzionario. Tra gli intellettuali dell’epoca troviamo: - Il medico lucano Franceso Lomonaco - L’avvocato napoletano VINCENZO CUOCO protagonista della rivoluzione napoletana del 99. Nel suo testo principale riconosce l’eroismo dei patrioti ma riconosce anche il fallimento dell’esperienza giacobina che usava schemi francesi non adatti alla realtà sociale meridionale. LA CULTURA NELL’ETA’ NAPOLEONICA: NEOCLASSICISMO E PREROMANTICISMO IN EUROPA Il fallimento delle esperienze rivoluzionarie generarono una nuova inquietudine europea, la quale portò a due diversi atteggiamenti: - O in un ripiegamento nelle forme del passato -> Neoclassicismo - O in atteggiamenti che facevano leva sui sentimenti e sull’irrazionalità -> Preromanticismo - NEOCLASSICISMO Già nella seconda metà del 700 si era sviluppato un forte interesse per l’antichità classica dando vita ad un nuovo classicismo che recuperasse quei valori. Questo atteggiamento si sviluppò soprattutto nelle arti figurative e fondamentale per il suo sviluppo furono: - il rinnovato interesse per l’archeologia - Le teorie dell’archeologo Winckelmann il quale fissò un ideale estetico basato sulla cultura greca, considerata quella che maggiormente si era avvicinata all’idea di bellezza assoluta. Si sviluppò cosi il Neoclassicismo -> un atteggiamento che riprendeva gli antichi valori di equilibrio, proporzione, verisimiglianza della cultura classica e che alimentò un’arte e una letteratura caratterizzata dalla Possiamo dividere la sua produzione considerando: Monti poeta del neoclassicismo papale Una produzione che può essere riassunta in 5 tendenze: - poesia ufficiale e celebrativa legata a occasioni di attualità - poesia su temi religiosi e sulla grandezza della natura - poesia d’amore dai tratti malinconici - poesia drammatica - poesia esclusivamente neoclassica Ma l’opera principale fu il poemetto Bassvilliana: prende spunto dall’assassinio del repubblicano FR Basville ed immagina che la sua anima venga accompagnata da un angelo a vedere gli orrori della rivolzuone; l’opera esprime una posizione antirivoluzionaria Monti poeta del classicismo borghese - esaltò le scelte di Napoleone con liriche e poemetti - portò a termine la tragedia Caio Gracco eroe particolarmente caro ai fr - Mascheroniana poema in cui si denunciano le difficili condizioni dell’Italia e si rivendica l’orgoglio nazionale - componimenti encomiastici per Bonaparte - Traduzioni - Il gusto neoclassico si concentra nella Feroniade poemetto in tre canti scritto per celebrare i progetti papali di bonifica della paludi pontine. Purismo e le discussioni sulla lingua Nel periodo napoleonico l’esigenza di affermare una identità nazionale si esprime nel tentativo di definire una forma linguistica adeguata, attraverso una ripresa della questione della lingua. - La posizione principale fu quella DEL PURISMO LINGUISTICO che propugna la purezza originaria del toscano degli scrittori del trecento. Rispetto ai puristi, più moderate erano le posizioni dei classicisti. In tal senso ricordiamo: - Monti - Pietro Giordani che nei suoi scritti mostra una forte adesione agli schemi classicistici per il culto della forma e l’equilibrio linguistico. Sostenne il classicismo anche nell’ambito della polemica tra classicisti e romantici ritenendo che gli autori stranieri non potervano dare nessun apporto a quello che era il compito dello scrittore italiano, ovvero perseguire la perfezione linguistica. Egli intende superare il particolarismo italiano con l’uso della comune lingua nazionale. UGO FOSCOLO 1778-1827 Niccolò Foscolo ( Ugo fu il nome assunto più tardi dal poeta a partire dal 1795 ) , nacque nel 1778 a Zante , una delle isole Ionie , all'epoca possedimento della Repubblica di Venezia , da padre veneziano ( Andrea , medico ) e madre greca ( Diamantina Spathis ) . L'essere nato da madre greca e in terra greca rivestì molta importanza per Foscolo , che si senti profondamente legato alla civiltà classica e suo ideale crede ; l'isola natia rimase sempre nella sua memoria come simbolo di bellezza e gioia vitale , e fu più volte cantata nella sua poesia . Dopo essersi trasferito a Spalato in Dalmazia ( dove frequentò i primi studi nel locale seminario ) la morte del padre nel 1788 comportò difficoltà economiche per la famiglia : per un periodo Foscolo dovette ritornare a Zante , mentre la madre si stabili a Venezia per cercare supporto di parenti camici . Venezia Nel 1792 egli si trasferì a Venezia . Qui approfondì i suoi studi , imparò la lingua italiana , si inserì negli ambienti culturali della città , si dedicò alla lettura dei classici e delle moderne opere straniere , e compose i primi versi ( il primo fu l'ode religiosa La croce ) In questo periodo , politicamente si mostrò entusiasta per gli ideali della rivoluzione francese , assumendo posizioni democratiche e rivoluzionarie e maturando avversione per l'oligarchia conservatrice della Repubblica di Venezia . Egli accolse positivamente la discesa dei francesi in Italia , e dopo la sua fuga a Bologna , si arruolò nell'esercito della Repubblica Cisalpina e pubblicò l'ode A Bonaparte liberatore , in cui esaltava il generale francese come portatore di libertà . Ma la cessione da parte di Napoleone del Veneto all'Austria ( a seguito del trattato di Campoformio , nov 97 ) , provocò in Foscolo una profonda delusione e la caduta di tutte le sue speranze politiche . Lasciò per sempre Venezia ( dove tornò rarissime volte per trovare la madre ) e Si recò a Milano . Milano e Bologna A Milano Foscolo conobbe Parini , Monti , gli esuli della repubblica partenopea ( Cuoco e Lomonaco ) , e collaborò con Melchiorre Gioia alla redazione del " Monitore italiano " sostenendo posizioni patriottiche . Quando il giornale venne chiuso passò per un breve periodo a Bologna ( collaborando al " genio democratico " e al " monitore bolognese " ) , ma nel 99 si arruolò nuovamente nell'esercito francese e quando Napoleone ritornò in Italia , svolse vari incarichi in Lombardia , Emilia e Toscana . Nel 1804 partecipò alla spedizione preparata da Napoleone contro l'Inghilterra . Ritornato in Italia prima compie un viaggio a Venezia ( 88 dove incontrò Pindemonte che gli offrì lo spunto per i Sepolcri ) , poi tornò a Milano dove grazie all'amicizia col Monti ottenne per un brevissimo periodo la cattedra di eloquenza all'Università di Pavia ( ricordiamo la sua prolusione Dell'origine e dell'ufficio della letteratura ) . Ma egli presto maturò un'avversione verso la cultura ufficiale napoleonica , attirandosi inimicizie nell'ambiente letterario milanese ( tra cui quella di Monti ) e , dopo la rappresentazione della sua tragedia Ajace ( dove sotto la figura c tiranno Agamennone furono ravvisate allusione polemiche a Napoleone ) , lasciò Milano e Firenze dove risiedette tra 1812-1813 : fu questo uno dei periodi più sereni della sua vita , dove si dedicò intensamente all'attività poetica : composizione delle Grazie , della tragedia Ricciarda , pubblicazione della sua traduzione del Viaggio sentimentale di Sterne ( accompagnata dalla Notizia intorno a Didimo Chierico ) , traduzione dell'lliade . Esilio dal 1815 Tornò a Milano dopo la sconfitta di Napoleone , e quando gli austriaci rientrarono in città , il generale Bellegarde gli propose la direzione del giornale culturale la " Biblioteca italiana " tramite cui il regime cercava il consenso degli intellettuali . Foscolo rifiutò per coerenza con il suo passato e le sue idee e andò in esilio prima in Svizzera , poi a Londra. Qui fu accolto con onori e simpatie , ma sorsero presto attriti e incomprensioni , persino con gli esuli italiani che lo ammiravano come modello poetico e politico . Mantenne contatti epistolari con l'Italia , ( tra i corrispondenti di questo periodo ricordiamo Silvio Pellico ). A fronte della sua difficile situazione economica , cercò collaborazioni con diverse riviste inglesi , pubblicando saggi sulla letteratura italiana e prese posizione contro la nuova scuola romantica che si stava affermando a Milano . Per nascondersi dai creditori , visse nel povero sobborgo londinese di Turnham Green . Qui mori , assistito dalla figlia , nel 1827. Nel 1871 , i suoi resti furono portati in Italia e sepolti in Santa Croce , vicino alle tombe dei grandi uomini da lui cantati nei Sepolcri . La raccolta di Poesie pubblicata nel 1803 fu frutto di un lavoro di correzione e perfezionamento stilistico e consta 2 odi e 12 sonetti. ODI Le due odi rappresentano le tendenze più neoclassiche della poesia foscoliana e in esse si sente l’influsso delle recenti odi classicistiche di Parini. In esse spariscono le tematiche foscoliane prettamente preromantiche e presentano il vagheggiamento di una bellezza ideale, trasfigurata attraverso la sovrapposizione di immagini di divinità greche, che suggeriscono una dimensione mitica un’armonia eterna. SONETTI Nei sonetti ritroviamo, seppur intercalati in strutture decisamente classiche che riprendono la tradizione petrarchista del sonetto, temi più vicini al soggettivismo del primo Ortis e una passionalità derivata dal modello alfieriano. Temi principali sono: - l’esistenza eroica del poeta - l’esilio - l’assenza di consolazione, dovuta dall’impossibilità di trovare un terreno stabile su cui poggiare e un rifugio consolante nella famiglia. - la morte ed il nulla eterno - la memoria familiare e della terra natia - il valore consolatorio della bellezza e dell’arte - l’esaltazione della poesia e del suo valore eternatore Rinnova la forma tradizionale del sonetto, rompendo i confini tra le 4 strofe tramite l’uso dell’endecasillabo sciolto. Tra i sonetti ricordiamo alla sera (riflessione sulla morte) a Zacinto (ricordo dell’isola natia) in morte del fratello Giovanni (rivolta al fratello morto suicida) DEI SEPOLCRI Poemetto sotto forma di epistola poetica indirizzata all’amico Ippolito Pindemonte. (chiamata carme da foscolo). Nasce da una discussione sui sepolcri e riprende la moda del tardo settecento della poesia cimiteriale inglese. Contenuto Foscolo suddivide nella Lettera e monsieur Guillonil suo carme in 4 parti: 1. Sostiene come l’”illusione” della tomba sia funzionale per i vivi e si biasima la nuova legge 2. Qui si susseguono i vari culti legati alla morte 3. Si celebra il valore civile ed educativo delle tombe dei “grandi” 4. Si canta il valore supremo della poesia che conserva la memoria degli eroi facendoli sopravvivere. Temi - ILLUSIONE DELLA SOPRAVVIVENZA E FUNZIONE CIVILE ED EDUCATIVA DEI SEPOLCRI sostiene che le tombe siano fortemente funzionali per i vivi, creando in essi “un’illusione di sopravvivenza” funzionale sul piano individuale per far sopravvivere la memoria, e sul piano civile e politico xke le memorie dei grandi tramandano le loro virtù - SUPERAMENTO DEL NICHILISMO il nichilismo è superato grazie all’illusione dei sepolcri - FUNZIONE EDUCATIVA E CIVILE DELLA POESIA la stessa funzione dei sepolcri è della poesia capace di mantenere viva la coscienza storica tra le generazioni. IL SESTO TOMO DELL’IO e la maschera di Didimo Chierico Sesto tomo dell’io abbozzo di romanzo autobiografico non terminato. Nella traduzione del Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l’Italia di Laurence Sterne aggiunge in appendice un Notizia intorno a Didimo Chierico, che abbandona la ricerca del vero e si adatta alle contraddizioni del presente, un anti-Ortis. LE GRAZIE Poemetto o carme incompiuto. Rappresenta una delle espressioni più alte della poesia neoclassica. GENESI 1. un primo tentativo di scrittura avviene nel 1803 2. La vera composizione risale al 1812-13 durante il soggiorno fiorentino in villa Bellosguardo. 3. Ritornò sull’opera negli anni successivi a partire dal 1822 inserendo qualcosina. Furono pubblicati solo alcuni frammenti, rendendo difficile la ricostruzione del poema. Le grazie sono un poema in movimento dal carattere frammentario. Il motivo di questa frammentarietà è dovuto dalla difficoltà dell’autore di concretizzare la sua idea di poesia onnicomprensiva e la complessa struttura concettuale che prevedeva l’opera. Contenuto Gli inni sono dedicati alle Grazie, che nella mitologia greca sono figure intermedie tra cielo e terra, che hanno avuto il compito di suscitare negli uomini i sentimenti più puri ed elevati attraverso il senso della bellazza. 1° INNO-> dedicato a Venere, narra della nascita della dea e delle grazie del Mar Ionio. Davanti alla bellezza gli uomini passano dalla bestialità alla coltivazione delle arti civili (TEMA -> funzione civilizzatrice della bellezza) 2° INNO->Dedicato a Vesta (custode fuoco eterno), descrive il passaggio delle Grazie dalla Grecia all’Italia. Il poeta invita in a un rito in onore delle Grazie tre donne una Fiorentina, una Bolognese e una Milanese. Nella sua rottura con la tradizione la letteratura romantica rompe il tradizionale sistema dei generi. Tuttavia questa rottura non è radicale, infatti non è una distruzione, ma un rinnovamento dei generi: - in ambito lirico-> entrano in crisi le forme chiuse della tradizione petrarchesca e si preferiscono forme libere. Forme liriche tipicamente romantiche sono La ballata romantica (genere di poesia insieme lirica e narrativa che accompagna l’effusione sentimentale con lo svolgimento di motivi romanzeschi), oppure la Romanza (con cui si indicano varie forme poetiche legate al canto e all’esibizione davanti al pubblico) - in ambito narrativo si affermano il Romanzo sia storico che d’appendice, e anche la novella in versi (forma narrativa di media ampiezza che ai motivi della novellistica tradizionale sostituisce la materia storica). IL ROMANTICISMO ITALIANO (prima generazione romantica). Anno decisivo fu il 1816 anno in cui venne pubblicato sul primo numero della rivista “Biblioteca italiana” l’articolo di Madame de Stael “Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni” che conteneva un invito ai letterati italiani ad accostarsi alla letteratura europea. Questo apri polemiche ma mosse anche un movimento romantico guidato da un gruppo operante a MILANO che mosse in difesa dell’articolo. Rispetto al Romanticismo europeo, quello it.: - E’ PIU’ MODERATO - EVITA L’ESTREMISMO EUROPEO siamo lontani dalle negatività delle più radicali esperienze europee - NON MOSTRA LA FRATTURA TRA ARTE E SOCIETA’ E si caratterizza: 1. PER LA CONTINUITA’ CON LA CULTURA CLASSICA 2. UNA CONTINUITA’ PARZIALE CON L’ILLUMINISMO pur distaccandosi dagli aspetti materialistici dell’illuminismo, condivide il proposito di una letteratura utile 3. RAPPORTO LETTERATURA SOCIETA’ c’è l’esigenza di dare espressione al mondo contemporaneo, tramite una letteratura che si rivolga non solo al presente ma anche al passato Insomma AGISCE COME SPINTA ALLO SVECCHIAMENTO DELLA CULTURA NAZIONALE La polemica tra classici e romantici fu condotta principalmente su riviste letterarie. Le principali erano: ● La biblioteca italiana periodico nato a Milano finanziato dal governo austriaco, e pubblicato dal 1816-40. Esso diede spazio soprattutto alle posizioni dei classicisti tesi a difendere l’onore italiano, i classici e l’uso della mitologia ● Conciliatore periodico liberale bisettimanale nato dalla collaborazione tra diversi intellettuali tra cui PELLICO, in opposizione alla biblioteca. Fu la roccaforte delle posizioni dei romantici lombardi. Intellettuali del conciliatore sono Pietro Borsieri, Giuseppe Pecchio, Ludovico di Breme e soprattutto Silvio Pellico autore della tragedia Francesca da Rimini e del libro Le mie prigioni scritto in carcere. Con la chiusura del conciliatore furono pochi i continuatori del gusto romanzi tra cui Manzoni. L’eredità del conciliatore fu raccolta a Firenze dall’ Antologia periodico nato da un gruppo di intellettuali che approfondi l’impegno politico e sociale del Conciliatore. ALESSANDRO MANZONI 1785-1873 Alessandro Manzoni , figlio di Giulia Beccaria ( figlia dell'illuminista Cesare Beccaria ) e del ricco proprietario terriero Pietro Manzoni , nacque a Milano nel 1785. La madre si separò presto dal marito e andò a vivere prima in Inghilterra , poi stabilmente a Parigi insieme al conte Carlo Imbonati ( che aveva avuto come precettore Parini ) . Manzoni studio presso i collegi dei padri Somaschi e Barnabiti , di cui conservò un brutto ricordo , e si avvicinò agli ideali illuministi . Importante per la sua formazione furono anche i classici e l'apprezzamento per Monti e Parini , e in questa prima fase scrisse opere improntate dal classicismo , secondo il gusto vigente del periodo napoleonico . A Parigi dal 1805-10 Alla morte di Carlo Imbonati ( in occasione della quale scrisse il carme In morte di Carlo Imbonati ) , nel 1805 Manzoni raggiunse la madre a Parigi . Furono anni importanti per la sua formazione , in cui frequentò i moderati ideologi francesi ed il cenacolo di Claude Fauriel , intellettuale di formazione illuminista ma già indirizzato verso posizioni che precorrevano il romanticismo ( con Fauriel Manzoni mantenne una corrispondenza epistolare dal 1806 fino alla sua morte . Si crearono i presupposti per una conversione religiosa e letteraria , che maturò tra 1808 e 1810. Dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel , giovane ginevrina la giovane di fede calvinista , il Manzoni al termine di un percorso spirituale scopri la fede cattolica . ( alcuni riconducono questa conversione a una folgorazione improvvisa avvenuta nel 1810 nella chiesa di San Rocco a Parigi , durante le nozze di Napoleone e Maria Luigi , quando lo scrittore credendo di aver smarrito la moglie nella folla , avrebbe fatto un voto religioso ; sarebbe però riduttivo collegare a questo episodio la conversione , che invece fu il frutto di un lungo e complesso processo spirituale , in cul ebbe rilievo sia la conversione della moglie , sia le conversazioni padre Eustachio Degola ) . Il cattolicesimo di Manzoni coincise con una svolta dal punto di vista letterario , che portò all ' abbandono dei giovanili moduli neoclassici e a un'esigenza di verità e di storia ( tendenze romantiche ) . Tornato in Italia avviò un rapporto con il gruppo del " conciliatore " e precisò i suoi interessi . In questo periodo elaborò tutte le sue principali opere fino al suo romanzo storico i promessi sposi ( 1827 ) . Il periodo successivo al 27 , vide un declino dell'ispirazione artistica e fu soprattutto un periodo di riflessione e di rielaborazione del romanzo , la cui edizione definitiva usci nel 42. Furono anche anni di dispiaceri per Manzoni , addolorato dalla morte di Enrichetta ( 33 ) e successivamente della madre , di numerosi figli , e della seconda moglie Teresa Bozzi . Molti furono i suol lavori saggistici in questo periodo ( Storia della colonna infame , che accompagnò la seconda edizione del romanzo , saggio sulla comparazione tra la rivoluzione francese e la situazione italiana ; e Sul romanzo storico e in genere del componimenti misti di storia e invenzione ) . Dopo unità d'Italia lo scrittore fu nominato senatore del Regno : pur rimanendo fedele all'ortodossia cattolica ciò non gli impedì di avversare il potere temporale del papi e di sostenere le ragioni dello Stato italiano nella questione romana . ( nel 68 in qualità di presidente della commissione per l'unificazione della lingua , presentò una relazione che fu alla base della politica linguistica e scolastica italiana del secondo Ottocento . Mori quasi novantenne nel 1873 : vennero celebrati solenni funerali di stato e per il primo anniversario della sua morte Giuseppe Verdi compose la Messa da requiem. Le opere classicistiche e la svolta letteraria e i saggi. Il Manzoni ricevete una formazione illuminista e classica, i cui segni sono ravvisabili nelle sue opere giovanili come: ODI CIVILI MARZO 1821: Scritta durante i moti piemontesi quando Carlo Alberto sembrava sul punto di liberare la Lombardia dagli austriaci. Dio sostiene i popoli che lottano per l’indipendenza CINQUE MAGGIO:Scritta alla morte di Napoleone, non fu pubblicata a causa della censura ma circolò cmq. Non è una celebrazione ma si tratta della redenzione della figura nella sconfitta e nella morte. I PROMESSI SPOSI Inaugura il genere del romanzo storico in Italia. Redazioni 1821-23 Fermo e lucia: inzia la stesura con l’idea di ambientarlo a Milano 1827: riscrittura tentando una prima “toscanizzazione della lingua”. Titolo i promessi sposi 40-42 successiva rielaborazione verso la lingua usata nella toscana contemporanea. Fermo e Lucia Cambiato cosi tanto che può essere un’opera a sé con alcune caratteristiche: 1. Struttura organizzata su blocchi narrativi compatti quasi autonomi e giustapposti 2. PRESENZA DIGRESSIONI SUCCESSIVAMENTE ELIMINATE 3. MORALISMO DELL’AUTORE PIU’ ESPLICITO 4. SEPARAZIONE NETTA TRA BENE E MALE 5. LINGUA COMPOSITA tanti dialetti uniti. Tema e caratteristiche Il romanzo è ambientato nella campagna lombarda tra l’Adda e il Lago di como, e a Milano tra il 1628-30. La campagna è scelta xke molto vicina all’autore e al pubblico, e il 600 è scelto perché non era tanto lontano, quindi si poteva fare una rapp. realistica,e xke la dominazione spagnola del 600 richiamava la dominazione austriaca dell’epoca. Il 600 viene analizzato in tutte le sue peculiarità. La struttura narrativa riprende uno schema romanzesco tradizionale, svuotandolo però di tutti i tradizionali risvolti eroici e avventurosi, ma integrato in un orizzonte di saldi valori morali e religiosi e calato in una realtà storica concreta. A metà romanzo c’è il punto più critico (fuga di Renzo, rapimento di Lucia) ma con la conversione dell’innominato e l’arrivo in scenda di Borromeo, cambiano le sorti. Il finale non è ideale, infatti si trasferiscono in una altro paese per poter stare insieme. ● EPOPEA DEGLI UMILI gli umili sono i portatori di valori positivi ● LA VICENDA PRIVATA SI INTRECCIA ALLA VICENDA COLLETTIVA E ALLA STORIA Manz. analizza con sguardo preciso tutti i conflitti della società e tutte le ingiustizie ● PERSONAGGI, GLI 8 PRINCIPALI: di cui 4 del mondo laico e 4 di quello ecclesiastico: ○ Lucia personaggio chiuso in sè, immagine della femminilità cristiana, quintessenza della donna angelo segno di bene e salvezza, senza elementi passionali ed erotici ○ Renzo contrario di Lucia, personaggio più mobile del romanzo. Immagine del buon senso e di un immediato senso dei diritti e dei doveri, del cristiano onesto, ○ Don Rodrigo simbolo nobiltà corrotta ○ L’innominato immagine della conversione ○ Don abbondio personaggio ecclesiastico più vicino agli umili protagonisti. Figura comica ○ Fra cristoforo Figura più autentica del religioso, che vive per far del bene agli altri, principale aiutante dei protagonisti all’inizio del romanzo, poi allontana ○ Monaca di Monza appartiene all’alta nobiltà vive fin dalla sua monacazione forzata, tutte le contraddizioni e gli effetti malefici dell’intreccio tra sistema ecclesiastico e prepotenza sociale. ○ Borromeo, cardinale volto buono dell’ alta gerarchia ecclesiastica. ● LA PROVVIDENZA tutto ciò che succede è dovuto dalla provvidenza, motore che permette il raggiungimento di una coscienza morale degli uomini. Il romanzo assume connotazione morale. ● NARRATORE ONNISCIENTE Grazie all’espediente del manoscritto, egli si pone come tale, sa tutto antefatti ed epilogo della storia, e conosce anche le ragioni inespresse dei personaggi, dandoci indicazioni nel testo sul verso che sta prendendo l’opera. Egli si imbatte nel problema della lingua, sapendo che in Italia mancasse una lingua collettiva. Si inserisce nella questione della lingua: egli si poneva di individuare una lingua praticata e praticabile da un numero molto alto di parlanti; egli si orientò verso la lingua toscana della borghesia, non a caso ci furono 3 versioni del testo. Egli voleva fare del toscano una lingua nazionale, e dopo l’unità venne nominato presidente della commissione per l’unificazione della lingua, presentando una relazione, che si imposero come norma scolastica ma che ebbe applicazione limitata. L’addio al romanzo e il distacco dalla letteratura. Gli ultimi scritti La pubblicazione dei PS del 27 segnò la fine della stagione creativa di Manzoni. Manzoni iniziò ad avvertire i limiti del romanzo rispetto alla volontà di vero storico: per quanto il romanzo storico poggiasse su una documentazione rigorosa, implicava elementi di invenzione, lontani dalla verità che egli cercava. Espose questa prospettiva nel: - Del romanzo storico in cui auspica la separazione tra opere di invenzione opere storiche - Dell’invenzione dialogo in cui nega il concetto di invenzione: criticando l’idea romantica dell’arte intesa come “creazione” Si dedicò successivamente a storia e filosofia, scrivendo due testi storici importanti: - Storia della colonna infame parlando di questa colonna eretta in memoria di uomini accusati per superstizione popolare di aver propagato la peste nel 1630, scagliandosi contro i giudici che condannarono innocenti - La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859 incompiuto. Propone di comparare i due eventi. Emerge una posizione “conservatrice e moderata” e dice che gli atti rivoluzionari sono legittimi solo quando rispettano “beni supremi” e tendono all’unità e alla concordia. Tornato a Recanati nel 28 , ritornò a Recanati , ( ultimo soggiorno nel " natio borgo selvaggio " ) dove rimase per un anno e mezzo , periodo , da lui definito " sedici mesi di notte orribile " caratterizzato da un isolamento tra ricordi della giovinezza e i dolori causati dalla malattia ; ma proprio nel corso di quell'anno nascono i suoi idilli più grandi . A Firenze nel 30 Nel 30 accettò la proposta fattagli dagli amici toscani dell ' " Antologia " che lo invitarono a tornare a Firenze e lasciò così definitivamente Recanati per non farvi più ritorno . Inizia una nuova fase della sua esperienza intellettuale , in cui stringe rapporti sociali più intensi , viene in contatto con il dibattito culturale e politico ( mostrando posizioni polemiche contro l'ottimismo progressistico dei liberali ) , e sente l'esigenza di far sentire la sua voce . Tra i nuovi incontri c'è quello con una elegante dama piena di ambizioni intellettuali , Fanny Targioni Tozzetti , per cui provò una forte passione amorosa , la cui delusione ispira un nuovo gruppo di Canti , il cosiddetto " Ciclo di Aspasia " , che presenta soluzioni poetiche nuove . Nel 31 era intanto uscita a Firenze ( dove soggiornava con Ranieri ) la prima edizione dei Canti . In questa fase Leopardi avverte il dissidio con gli indirizzi moderati e progressisti dell'ambiente toscano e in genere della cultura italiana di quegli anni , e ciò lo portò ad una critica sempre più lucida e impietosa verso gli sviluppi della civiltà borghese contemporanea : su questo sfondo nasce anche l'ultima " operetta " Dialogo di Tristano e di un amico . A Napoli nel 33 In cerca di un clima migliore nel 33 Leopardi si stabilisce a Napoli col Ranieri . Insopportabili e ostili gli appaiono gli intellettuali napoletani , guidati da tendenze idealistiche e spiritualistiche , avverse al suo materialismo ateo . Tra il 1836 e il 1837 Leopardi e Ranieri abbandonano Napoli per l'epidemia di colera e vanno a Torre del Greco alle falde del Vesuvio . Durante la permanenza , Leopardi compone due poesie straordinarie : La ginestra o il fiore del deserto e Il tramonto della luna . Muore a Napoli il 14 giugno 1837 . La prima produzione classicistica e la prima produzione dopo la conversione al bello Ebbe una formazione precocissima che lo portò in breve a padroneggiare greco e latino. La sua formazione di tipo arcadico-settecentesco e di orientamento classico, parte dai modelli di un classicismo scolastico e clericale per cercare un rapporto diretto con i grandi autori greci e latini. Numerose sono le sue esercitazioni poetiche giovanili: - La virtù indiana e Pompeo in Egitto - Dissertazioni filosofiche - Saggio sopra gli errori popolari degli antichi - Vari scritti di natura filologica. In seguito alla conversione al bello investi le sue energie nella letteratura e nella poesie sperimentando varie forme espressive: - idillio funebre Le rimembranze - Inno a nettuno - La cantica Appressamento della morte Poi ci furono anche opere di infatuazione amorosa per la cugina, tra cui: - Diario del primo amore - Elegia prima - Elegia seconda dolore per aver perso il rapporto LO ZIBALDONE E L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO LEOPARDIANO Tutta l’opera leopardiana si fonda su un sistema di idee continuamente mediate e sviluppate. Il pensioero di Leopardi non è qualcosa di omogeneo e sempre uguale a se stesso, ma si sviluppa progressivamente con la sua opera, precisando un orientamento materialistico e pessimistico. E’ possibile seguire l’evoluzione del pensiero nello Zibaldone di pensieri una sorta di diario intellettuale, avviato nel 17 a cui continuò a lavorare con varia intensità sino al dicembre del 32, che contiene appunti e riflessioni filosofiche, letterarie e linguistiche di vario genere. Al centro della meditazione di Leopardi si pone subito il motivo pessimistico dell’infelicità dell’uomo; egli arriva a individuare la causa prima di questa infelicità in alcune pagine del luglio 1820 nella cosiddetta “TEORIA DEL PIACERE” -> riprendendo la filosofia del sensismo identifica la felicità col piacere; l’uomo aspira a un piacere infinito che è irraggiungibile e quindi prova insoddisfazione perpetua. Il piacere esiste solo come attesa di un piacere futuro e come provvisoria sospensione del dolore. In tutto questo la natura, concepita in questa prima fase come benigna, offre un rimedio, l’immaginazione e le illusioni; ma riprendendo Rousseau capisce che con il progressivo incivilimento l’uomo si allontana dalla natura e quindi perdono la capacità di illudersi e di immaginare, e quindi di essere felici. Questa prima fase è designata come PESSIMISMO STORICO nel senso che la condizione negativa del presente viene vista come effetto di un processo storico di allontanamento progressivo da una condizione originaria di felicità e pienezza vitale. Questa concezione di natura benigna e provvidenziale e di una infelicità legata al progresso storico entra in crisi. Leopardi nel 23 si avvicina al meccanicismo materialistico e impone una svolta ancor più chiusa al suo pessimismo. Nasce la concezione di natura “egoista” che pensa solo alla sua conservazione, sacrificando il bene del singolo. Quindi causa dell’infelicità è la natura nel suo meccanismo immutabile; subentra un PESSIMISMO COSMICO nel senso che l’infelicità non è più legata a una condizione storica dell’uomo, ma a una condizione assoluta, eterna e immutabile. Questa concezione influenzerà tutta la produzione successiva al 24. La poetica del Vago e dell indefinito L’immaginazione quindi è l'unico modo per figurare piaceri infiniti rispetto a una realtà che è infelicità e noia: questo compito è assolto dalla poesia considerato il genere poetico per eccellenza xke mantiene la spontaneità originaria e ci permette di dare voce a sensazioni inarrivabili, ecco xke si usano parole vaghe e indefinite e spiega nella teoria della visione e quella del suono tutto ciò che evoca idea vaghe e indefinite. Poi spiega che l’immaginazione che avevano gli antichi da noi è persa ma può essere compensata DALLA RIMEMBRANZA, che richiama le illusioni della fanciullezza. Leopardi e il romanticismo Interviene nella polemica classico- romantica, prendendo posizione contro le tesi romantiche assumendo una visione originale, spiega che la poesia degli - Il copernico Il sole stanco di muoversi decide di trovare un poeta-filosofo che convinca la Terra a farlo, Copernico - Dialogo di Tristano e di un amico una difesa del libro delle Operette in risposta a quanti svalutavano il suo pessimismo, Leopardi rivendica il proprio impegno nella verità e il rifiuto della cultura. Ed espone il suo pensiero attraverso la voce di Tristano, egli sostiene che ogni uomo sia ontologicamente infelice, e può solo accettare questa cosa IL RISORGIMENTO POETICO- i grandi idilli o Canti Pisano Recanatesi Frutto di questo periodo sono 7 idilli composti tra Pisa e Recanti, nati dal risorgimento della sensibilità giovanili. Tra essi troviamo: - Il risorgimento - A silvia il tema centrale è la distruzione delle speranze e delle illusioni giovanili. - Le ricordanze si basano sul fluire di ricordi, nel tentativo di afferrare la vita passata, cancellata dalla morte e dal nulla - La quiete dopo la tempesta La quiete dopo la tempesta” affronta il problema della natura della felicità, giungendo alla conclusione che i rari momenti di piacere concessi all'umanità sono soltanto il risultato della cessazione del dolore, del timore e della pena. - Il sabato del villaggio Questo componimento parla di come si trascorre un sabato di un paese, Recanati, ma è anche simbolo dell'attesa della festa e della felicità nella vita. Leopardi prende spunto da questa rappresentazione della realtà per fare una riflessione sulla vita e, in particolare, sulla giovinezza. - Canto notturno di un pastore errante dell’Asia pastore che dialoga con la luna chiedendo il senso dei processi naturali, domande sull'infelicità ecc.. - Passero solitario ULTIMO LEOPARDI l'ultima produzione è dopo il 30 ed è caratterizzata da un contatto più diretto con gli uomini e con i problemi del suo tempo Ciclo di Aspasia Poesie che ripercorrono varie fasi di un’esperienza amorosa Dal punto di vista linguistico e stilistico, l’armonia sintattica e ritmica dei canti muta di tono: siamo lontani dalle immagini vaghe, qui c’è un linguaggio più aspro e duro: - Il pensiero dominante apertura ciclo, tema dell’assolutezza della passione che cambia l’animo umano - In amore e morte i due sono figure mitiche, destinate a sollevare l’esistenza dell’uomo dall’infelicità: la passione porta alla ribellione contro i limiti umani - Consalvo - A se stesso vertici della poesia leopardiana. L’autore registra la caduta dell’ “inganno estremo” e afferma che la vita è priva di ogni speranza - Aspasia chiusura del ciclo, anche l’amore è un inganno. Si dedica anche alla critica con alcune opere satiriche: - Palinodia al marchese Gino Capponi fingendo di seguire le posizioni ed il suo pessimismo, l’autore mostra l’infondatezza dei miti del progresso scientifico e della modernità - I nuovi credenti - Paralipomeni della Batracomiomachia poema eroicomico in cui ci sono una vasta serie di riferimenti alla storia contemporanea La ginestra e il tramonto della luna Composta nel 1836 e pubblicata postuma, la ginestra è un poemetto lirico filosofico, che per genere ricorda i Sepolcri di Foscolo: Lo sile è molto varia con tanti temi: dalla polemica alla contemplazione. Trama-> La ginestra solitaria cresce sul Vesuvio e induce il poeta a riflettere sulla possibile fratellanza tra uomini come unico conforto e difesa contro la Natura matrigna. La materia è distribuita nelle 7 strofe per creare un’entità tematica: - Nella prima strofa la ginestra è scelta come interlocutore e le pendici del Vesuvio costituiscono lo spazio simbolico del destino tragico dell’umanità (prima vi erano città fiorenti). Prevale l’irrisione dei falsi idoli del progresso umano. - Nella seconda strofa si parla dell’800 - Nella terza si oppone la stupidità di chi si rifiuta di constatare la miseria umana, alla grandezza di chi osa guardare in faccia questa realtà e dare la colpa alla natura, contro la quale gli uomini si devono unire - Nella quarta la prospettiva dell’umanità si allarga, dall’esperienza individuale scarurisce una meditazione universale. - Nella 5 c’è la similitudine tra l’eruzione del vesuvio e la caduta di un frutto su un formcaio - Nella sesta si parla della potenzialità distruttiva del vulcano - Nella settima il poeta si rivolge alla ginestra e ne elogia l’umiltà e il coraggio che destinata a soccombere alla natura, comunque resiste. Tema principale è il paesaggio vesuviano, specchio perfetto del rapporto tra uomo e natura, e sostiene che nonostante gli anni passano, l’uomo non può ancora resistere alla distruzione del Vesuvio. Tramonto della luna Ultimo testo, scritto pochi giorni prima della morte, riprende temi cari al poeta, fine della giovinezza, crollo delle illusioni, morte ecc.. chiudendo l’esperienza poetica su toni di cupo ed incurabile pessimismo.
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