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Riassunto del testo "Introduzione alla filosofia delle emozioni" - P. Campeggiani, Appunti di Filosofia morale

Riassunto dettagliato e completo del manuale "Introduzione alla filosofia delle emozioni" della Professoressa Campeggiani realizzato per l'esame del suo corso di Filosofia delle emozioni.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 12/07/2023

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Scarica Riassunto del testo "Introduzione alla filosofia delle emozioni" - P. Campeggiani e più Appunti in PDF di Filosofia morale solo su Docsity! INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA DELLE EMOZIONI – CAMPEGGIANI - Non c’è definizione condivisa di emozione perché non c’è accordo su cosa sia una emozioneàanalisi ragioni disaccordo - Problema della categorizzazioneàvisione tradizionale è problematicaàWàRicerche filosoficheàsomiglianze di famigliaàesempio gioco - Roschàpsicologa cognitiva o Punto 1: se fosse vero che categorie sono definite da insieme proprietà condivise dai propri membri, ogni membro dovrebbe esemplificare propria categoria al pari degli altriànon è cosìàci sono esempi migliori e peggiori di membri categoriaàes: mela e pera più rappresentative della categoria frutta che non noce di cocco. Inoltre, categorie non hanno confini netti e precisi, si confondono con categorie limitrofeàes verdura con frutta o Punto 2: attributi che percepiamo come caratterizzanti del livello base delle categorie anche se ci sembrano inerenti alla realtà esterna in realtà emergono dal modo in cui interagiamo con essa. à es: ricerca su percezione colori: ci mostra come categorie non esistono indipendentemente da noi - Fehr e Russell: dimostrano che categoria emozione ha struttura interna inclusiva di esemplari più e meno rappresentativi e non è delimitata da profili precisi. à fenomeni che chiamiamo emozioni sicuramente esistono ma ciò non implica che sia possibile darne una definizione corretta, univoca e inclusiva delle moylteplici forme in cui essi si presentano. - Paul Ekman: identifica classe di emozioni di base, universali e innate. A ognuna di queste corrisponde un “programma affettivo”, un pattern di reazioni coordinateàciò consente distinzione netta tra emozioni vere e proprie e altri stati affettivi. - È necessario rimanere consapevoli che definizione basata su individuazione di proprietà comuni essenziali non ci consente di dare conto della totalità dei dati empirici disponibili à non bisogna persistere nella ricerca di un accordo tra studiosi delle emozioni, ma prendere atto che insufficienza di qualsiasi definizione di emozione è tratto caratterizzante del fenomeno che studiamo - Lakoff e Johnson: teoria della metafora concettualeà pensiero e processi cognitivi (e quindi nostro modo di fare le cose) hanno natura metaforicaà metafora ci consente di fare esperienza di qualcosa nei termini di qualcos’altroàuna metafora concettuale rende possibile comprendere un concetto astratto in virtù degli aspetti esperienziali in cui è radicata - Tema di rapporto tra sintomi fisici, espressione emozioni e linguaggio figurativo è utile per introdurre altra questione preliminare a esplorazione dibattito contemporaneo su emozioni: problema del pensiero reificante, cioè approccio a esperienze soggettive (incluse emozioni) come oggetti psichici composti di parti e dotati di proprietà determinabili e misurabili e riconducibili a meccanismi fisici. - Comprendere meccanismo delle metafore concettuali ci consente di apprezzare emozioni nel panorama più ampio della nostra esperienza come rete di interazioni, non come cose da indicare e localizzare. PARTE I ESPRESSIONE (DARWIN) - In Notebook M, D annota proprie riflessioni su origini biologiche del comportamento e riserva ampio spazio anche a tema espressione emozioni (ne parlerà di più in The expression of the emotions in man and animals, 1872) - D interpreta emozioni in termini evolutivi, come retaggio di risposta in origine funzionale ad adozione comportamenti utili a fronteggiare stimoli ambientaliàocchio però: D non ha mai sostenuto che espressioni (interpretate come segni dall’osservatore) si siano evolute per comunicare emozioni, questo ruolo è emerso solo secondariamente, espressioni hanno avuto origine indipendente e naturale - Maggiore ostacolo per comprensione causa e origine espressioni in esseri umani è convinzione che specie siano rimaste immutate da loro comparsa a oggi - Critica a Bell: B in Essays on the anatomy of expression in painting propone uno studio anatomico delle espressioni e un’analisi del ruolo del sistema nervoso nella loro generazioneàDio ha dotato uomo di muscolatura facciale più complessa rispetto ad altri animali per consentirgli di comunicare proprie emozioni.àD dice che questa tesi è insostenibileàper lui queste azioni inizialmente erano volontarie, poi sono diventate abituali e infine sono state ereditateàquesto risultato non era originariamente previsto - Nella sua ricerca D fa appello a tre principi: 1. Principio delle abitudini associate a un’utilitààalcune espressioni sono originariamente comparse come risposte funzionali alla sopravvivenza e al successo dell’individuo in situazioni specificheàabitudine le ha poi radicate nel comportamentoàcomparsa c’è ora solo in virtù di associazione con stati emotivi corrispondenti indipendentemente da fatto che abbiano o meno utilità 2. Principio di antitesiàriguarda espressioni la cui utilità è difficile da comprendereàes gatto quando si sente al sicuro e dimostra attaccamento al padroneàqui postura e comportamento gatto non hanno evidente utilità e quindi D dice che sono movimenti eseguiti per antitesi (sono l’opposto di quelli eseguiti quando gatto è infuriato, cioè stato affettivo opposto) 3. Principio dell’azione diretta del sistema nervosoàruolo del sistema nervoso autonomo per regolazione stati affettiviàes in condizioni di eccitazione cuore e cervello agiscono e retroagiscono l’uno sull’altro. D dà conto dei movimenti espressivi che sono provocati dall’attività del sistema nervoso autonomo - Contributo fondamentale di D: aver fornito spiegazione naturalistica del comportamento - D dimostra che stesso stato d’animo viene espresso in modo uniforme in tutto il mondo. - Inoltre egli distingue tra manifestazioni fisiche emozione (expressions) e segni e gesti (gestures) conciliando universalità prime con variabilità culturale dei secondi - Per D nesso tra espressione ed emozione è costitutivoàse si cerca di tenere sotto controllo espressione emozione si affievolisce, al contrario espressione libera e aperta intensifica emozione. Sembra quindi che D consideri emozione, espressione e azione come aspetti della stessa unità di esperienza - EvoluzionismoàCosmides e Tooby: emozioni sono dispositivi sovra-ordinati deputati alla gestione dei programmi specifici; ognuna è una risposta evolutiva a un particolare scenario ricorrente nell’ambiente di adattamento evolutivo e deve orchestrare molteplici attività - Universalismoàper D universalità delle manifestazioni fisiche delle emozioni rappresenta dimostrazione del fatto che esseri umani appartengono alla stessa specie e che emozioni e loro espressioni dipendono da istinti biologici innati - Paul Ekmanàsi è ispirato agli studi di D e ha dedicato tutta la sua carriera a studiare universalità manifestazioni facciali delle emozioniàha ipotizzato esistenza di emozioni primitiveàformula teoria delle emozioni di base (BET) o Teoria neuroculturaleàconcilia dimostrazione esistenza espressioni facciali universali con riconoscimento ruolo giocato da apprendimento sociale e culturale nella selezione di condizioni che sollecitano reazioni emotive o Basic emotions theory (BET)àcon emozione di base E intende una famiglia di stati affettivi affini che condividono tema comuneàogni famiglia è una categoria o C’è un assunto centrale che queste due teorie sembrano condividere: mente è affare privato e nessuno ha conoscenza diretta degli stati di coscienza altrui, a cui è possibile accedere solo per inferenza o analogia o Idea totalmente diversaàWittgensteinàDirect-perception modelàidea di fondo è che mente degli altri non sia privata e inaccessibileàricorso a inferenza o simulazione può essere necessario in circostanze di complessa decifrazione, ma interazioni ordinarie tra esseri umani sono informate da percezione immediata della soggettività e degli stati mentali altrui, contestualizzati in situazioni fisiche e sociali specifiche o Ispirato a nozione di somiglianze di famigliaàidea che emozioni siano moduli contraddistinti da certo numero di caratteristiche tipiche ma non necessarie; queste sono costitutive di ciascuna emozione in senso non essenzialistaàciascuna rappresenta un aspetto che in combinazione con altri è sufficiente perché si dia una emozione ma nessuna di esse è indispensabileàquindi riconoscere emozione = percepire insieme di fattori individualmente variabili, ma significativi in misura in cui si coordinano nel quadro di un modulo unitario che include come elementi fondamentali anche aspetti contestuali salienti o Relazione tra convergenza emotiva e mind readingàera già presente in Cyranoàtipo che sembra leggergli nel pensiero e lo imita nei gesti (serve per capire sue emozioni gli spiega) o Può accadere di condividere stessa emozione con un altro, ma ciò che vi è di comune qui è oggetto verso cui emozione è diretta, non emozione stessaàsono comunque due esperienze e due emozioni distinte (mia e altrui) o Hess e Fischeràda loro ricerche non emerge tendenza a imitare emozioni specifiche, ma quella a rispondere con espressioni coerenti con generali qualità affettiva di espressione osservata o Imitazione svolge importante funzione di regolazione di relazioni interpersonali e non rappresenta esito automatico di processo percettivo, ma reazione che dipende da modo in cui stimolo viene interpretato all’interno del suo contesto di occorrenza PARTE II ESPERIENZA (JAMES) - Da punto di vista esperienza soggettiva: stimoloàinterpretazioneàemozioneàreazione fisica - William Jamesàin What is an emotion cambia l’ordine degli elementi della sequenza: stimoloàinterpretazioneàreazione fisicaàemozione; tesi di J è che cambiamenti corporei seguono direttamente la percezione dello stimolo elicitante e che sensazione che abbiamo dei cambiamenti medesimi nel momento in cui si verificano è l’emozione o Nel testo sopra citato J ci parla di emozioni ordinarie, ossia emozioni caratterizzate da sintomatologia fisica visibile o percepibile in prima persona da soggetto che ne fa esperienza o Il corpo è sempre necessariamente coinvolto nei fenomeni affettivi: sia reazioni autonomiche metaboliche e ormonali, sia attività muscolare contribuiscono a feedback corporeo che genera il feeling emozionale o Oggetti di collera inducono a compiere azioni esteriori, ma provocano anche caratteristiche alterazioni nell’atteggiamento e nel voltoàqueste manifestazioni di emozioni permangono anche quando azioni esteriori vengono inibite o Lange e James sostengono che coscienza emozionale è effetto delle alterazioni organiche, muscolari e viscerali in cui consiste cosiddetta espressione dell’emozione - Walter Cannonàcritica teoria di James e Lange: obiettivo critico è attribuzione del ruolo principale all’attività del sistema nervoso autonomoà5 tesi: la più importante è la 3: riguarda il fatto che molte delle alterazioni autonomiche sintomatiche di una particolare emozione possono presentarsi anche in sua assenza (es si trema sia per freddo che per paura)à J replica che secondo la sua teoria è proprio l’”essere sentite” delle alterazioni che costituisce l’emozioneàpiù importante argomento a sostegno di questa tesi: esercizio speculativo di sottrarre certi aspetti sensibili da uno stato emotivo considerato nella sua pienezza e dire cosa ne rimane - Secondo James è l’oggetto a provocare direttamente una reazione emotiva (correnti riflesse alterano tono muscolare e stato di pelle e viscereàqueste alterazioni si combinano con oggetto e lo trasformano da oggetto-semplicemente-appreso a oggetto-emotivamente- sentito)àWundt, Worcester e Irons rilevano come non sia oggetto in sé e per sé a determinare reazione emotiva ma modo in cui soggetto entra in relazione con essoàJames risponde che oggetti sono elementi basilari che generano movimenti istintivi riflessi, ma in quadro esperienza essi compaiono quali aspetti di situazioni complessive - Emozioni sono secondo James processi reattivi che vengono attivati da interazione con determinati fattori ambientali e percezione cambiamenti corporei rappresenta strumento tramite cui organismo si muove in mondo dotato di sensoàquesto non implica che vi sia corrispondenza univoca tra ciascuna emozione e alterazioni fisiologiche che la costituiscono né tra emozione e sue istanze specifiche - Teoria somatica delle emozioniàDamasio evidenzia correlazione tra esperienze auto- indotte di felicità, tristezza, ira e paura e specifici pattern di attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella mappatura e nella regolazione degli stati corporei o Damasioàrappresenta sistema omeostatico sotto forma di albero: tronco costituito da processi metabolici, reazioni immunitarie e azioni riflesse comuni a ogni organismo vivente; rami sono risposte comportamentali a ricompensa e punizione, impulsi e appetiti; in cima colloca le emozioni vere e proprie e le sensazioni § Emozione per D è meccanismo di individuazione di eventi e stimoli da evitare in quanto pericoli o sfruttare in quanto opportunità ed esiste in ogni forma di vita. Percezione di cambiamenti corporei in cui emozione consiste è chiamata da D sensazione dell’emozione e non è riducibile a emozione § “essenza” della sensazione è idea del corpo, è idea di un determinato aspetto del corpo (il suo interno) in circostanze specifiche à ≠ sensazione dell’emozione: è percezione di determinati stati fisici e istituzione di correlazione tra percezione di questi stati e specifici pensieri, percezioni o ideazioni § Dispositivo “come se”àcervello può attivarsi nello stesso modo in cui si attiva quando si verificano determinate alterazioni fisiche ma senza che esse si verifichino (resta però una hp)àcontrapposto a teoria di James § Ulteriore critica a James: secondo D J non ha dato giusto peso a processi valutativi coinvolti in esperienza emozionaleàteoria di James spiega solo emozioni primarie (moduli di risposta innati e preorganizzati), e non quelle secondarie che risultano da considerazione consapevole degli stimoli - Quindi: punto debole teoria di James è il non aver adeguatamente illustrato nesso che lega emozioni ad attribuzione valoriàDamasio invece lo tiene in considerazione ALTERNATIVE E CRITICHE. EMOZIONI E VALORI - Emozioni e oggetti formaliàin reazione a identificazione jamesiana di emozioni con sensazione dei cambiamenti corporei, prospettiva cognitivista si concentra su rapporto che intercorre tra soggetto, sue emozioni e loro proprietà intenzionali o Magda Arnoldàprincipale differenza tra sensazioni ed emozioni sta nel fatto che prime segnalano solo qualità edonica di nostra reazione a determinato stimolo, seconde sono fenomeno più articolato e rivelano atteggiamento complessivo che caratterizza nostra interazione con dato stimoloàè quindi opportuno integrare analisi fenomenologia soggettiva delle emozioni con quella del rapporto tra soggetto e ambiente esaminando relazione che lega emozione a ciò su cui essa verteànella maggior parte dei casi emozioni riguardano qualcosa (dimensione intenzionale delle emozioni) o Emozioni non solo si dirigono verso oggetti, ma implicano modo specifico di interpretarliàtra chi prova emozione e oggetto cui essa è diretta esiste dunque relazione dotata di significato o C’è una categoria di oggetti che sia condivisa da tutte le istanze esperienziali di una determinata emozione e qualifichi il significato della relazione tra soggetto e oggetto di tale emozione? Chi dice sì fa appello a concetto di oggetto formale e individua valore quale oggetto formale delle emozioni; oggetto formale deve essere identificato a livello di generalità tale da rendere possibile sua esemplificazione da parte di moltitudine di oggetti particolari. o Rapporto tra emozioni e valori quali oggetti formali consente di chiedersi se oggetto particolare di un determinato episodio emozionale istanzia davvero valore specifico di quell’emozione - Teorie dell’appraisalàintroduzione nozione di appraisal da parte di Arnold fu motivata da necessità di approfondire rapporto tra emozioni e valori o Appraisal sta all’origine di esperienza emotiva: per suscitare emozione oggetto deve essere valutato come qualcosa che mi interessa come individuo; appraisal è simile a un giudizio di senso o Appraisal è per Arnold diretto e intuitivo ma non rappresenta una dimensione dell’esperienza percettiva, bensì un processo distinto che completa la percezione sensibile e fornisce motivazione necessaria all’agireàappraisal esercita funzione di generazione del processo emozionaleàma fenomeno dell’emozione non è riconducibile a sola componente dell’appraisal o Definizione di emozione (Arnold): inclinazione percepita verso qualcosa che è intuitivamente valutato come buono o via da qualcosa valutato intuitivamente come negativo. Tale attrazione o avversione è accompagnata da un pattern di alterazioni fisiologiche organizzate in vista di avvicinamento o allontanamento. Pattern sono diversi per emozioni diverse. o Lazarusàanche per lui come per Arnold appraisal è valutazione del significato che nostre interazioni con ambiente hanno per noi in relazione a nostri interessi e nostre aspettative. § Secondo L ci sono due livelli di appraisal: appraisal primario: riguarda importanza dell’interazione da punto di vista del nostro benessere soggettivo; appraisal secondario: riguarda strategie di gestione e adattamento e consiste in valutazione di chi o cosa sia responsabile di un determinato danno o beneficio. § Serve poi unità sinteticaàcore relational themeàè semplicemente danno o beneficio relazionale centrale che sottostà a ciascun tipo specifico di o Hanno ruolo cruciale soprattutto in situazioni incerte: selezionano opzioni più promettenti e respingono altre sullo sfondo riducendo grado di complessità di scelta da compiere o Esempio di EVR: lesioni a corteccia prefrontale ventromediale (che svolge compito di integrare rappresentazione di stato corporeo con varie opzioni disponibili) compromettono capacità decisionale del paziente perché impediscono attivazione sistema dei marcatori somatici o Gran parte di evidenza empirica a sostegno di questa hp proviene da risultati esperimento Iowa Gambling Taskà4 mazzi di carte, giocatori hanno 2000 dollari, con alcune carte guadagni con altre perdi, mazzi A e B hanno vincite più grosse ma perdite più grosse ogni 10 carte, mazzi C e D vincite più piccole ma perdite minoriàpersone con lesioni a corteccia prefrontale ventromediale scelgono sempre carte da A e B e finiscono i soldi a metà gioco, senza lesioni vanno su C e Dà3 possibili spiegazioni: ipersensibilità per la ricompensa, insensibilità per la punizione, miopia per il futuroàdisinteresse per conseguenze a lungo termine dovuto a mancata attivazione di marcatori somatici - Teoria del prospettoàKahneman e Tverskyàcriticano teoria dell’utilità attesa (decisioni in condizioni di rischio sono ispirate a criterio della massimizzazione dell’utilità attesa)àquando prendiamo una decisione non concepiamo utilità da punto di vista di esito finale, ma da nostro punto di vista soggettivo di agenti che possono guadagnare o perdere qualcosa rispetto a condizione in cui si trovano attualmente o Avversione a rischio in dominio guadagni e propensione a rischio in quello delle perdite stanno alla base del framing effect: variazione preferenze in funzione di modo in cui opzioni vengono presentateàmeno affetto a framing effect è chi elabora giudizi avvalendosi di una lingua straniera - Availability biasàtendenza a considerare più importante, rappresentativo o probabile ciò che più facilmente richiamiamo alla memoriaàquesta teoria è esempio significativo a proposito di interazione tra stati affettivi e principi euristici - Studi di Damasio dimostrano che marcatori somatici sono indispensabili perché sia possibile scegliere in modo vantaggioso - Quindi: sistemi neurali che contribuiscono a formazione emozioni si sono evoluti per favorire sopravvivenzaàemozioni facilitano processo decisionale riducendo opzioni disponibili per azioneàquindi emozioni giocano ruolo adattivoàci sono però circostanze in cui reazione emotiva naturale deve essere inibita perché sia possibile prendere decisione deliberata e potenzialmente più saggiaàa seconda dei casi emozioni possono beneficiare o disturbare processo di elaborazione di decisioni vantaggiose. PARTE III AZIONE (DEWEY) - Filo delle emozioni di Dewey è importante tentativo di integrazione dei principi formulati da Darwin per spiegare origine e natura emozioni - Manifestazioni corporee delle emozioni sono segni per chi le osserva, ma per chi ne fa esperienza esse sono azioni, comportamenti funzionali - Dewey riconosce che secondo principio delle abitudini associate a utilità, espressioni sono da intendersi quali azioni in origine utili non in quanto espressioni di emozione ma in quanto azioni; dall’altro lato accusa Darwin di aver concepito relazione tra emozioni e attività periferica nei termini di una sequenza lineare ove le prime precedono la seconda. - Per Dewey emozione ed espressione (=modificazioni corporee in cui emozione si esprime) sono la stessa cosaàsu questa base D contesta anche principio di antitesi proposto da Darwin (idea che a emozioni antitetiche corrispondano comportamenti opposti che è possibile siano privi di funzione specifica) - Cosa ambisce a fare Dewey? Ambisce a integrare la teoria di James con il naturalismo evoluzionista di DarwinàD riconosce limite principale di teoria di James nel mancato tentativo di istituire connessione tra crisi emotiva e altre fasi dell’esperienza emotiva concretaàquella di J è una teoria della sensazione delle emozioni, non delle emozioni in quanto taliàin aggiunta a sensazione ci sono almeno altri due aspetti da considerare: natura pragmatica dell’emozione (comportamento) e contenuto emozione (cioè struttura intenzionale emozione) - Definizione di emozione per Deweyàemozione è disposizione, modalità di condotta, modo di comportarsi; essa è sempre diretta verso qualcosa e questo vale anche per quelle emozioni che J diceva essere prive di oggetto (patologiche) perché anche in queste c’è almeno la possibilità di un oggetto - Connessione tra emozione e oggetto intenzionale non è da intendersi quale relazione tra enti distinti: emozione è un intero che contiene in sé distinzioni di valoreàse emozione fosse solo reazione a stimolo, allora stimolo dovrebbe possedere di per sé e in modo indipendente da noi proprietà assiologiche specifiche di quella determinata emozioneàoggetto emotigeno esiste in quanto tale in virtù di comportamento e possibilità di azione dell’organismo: suo valore affettivo dipende da tipo di interazione che organismo con esso intrattieneàquindi distinzione analitica tra aspetto percettivo-ideativo, sensoriale e motorio del processo emozionale è solo astrazione e non deve essere importata da piano riflessione a quello esperienzaàemozione e suo oggetto intenzionale si definiscono reciprocamente - Crisi emotiva è presa di coscienza di uno sforzo di adattamentoàquando unità funzionale di coordinazione è armonica, comportamento si dispiega in modo ininterrotto, quando invece interviene inibizione di un abito allora si ha l’emozione - Contributo principale di Dewey consiste in critica di concettualizzazione dualistica di corpo e mente, interiore ed esteriore, stimolo e risposta, sensazione e azioneàfilo di D rappresenta importante fonte di ispirazione per approccio enattivista e svolta pragmatista nelle nuove scienze cognitive - Nico Frijdaàrelazione tra emozioni e azioniàdescrizione processo emozionale di tipo cognitivista: soggetto registra stimolo e lo valuta in relazione a propri interessi e bisogni (coincide con appraisal primario di Lazarus)àpoi soggetto contestualizza stimolo nel contesto specifico e valuta proprio potenziale di gestione del problema (come appraisal secondario)àpoi emergono aspetti di difficoltà e urgenza e c’è ridefinizione di priorità di azione del soggettoàora si presenta alterazione della prontezza ad agireàF qualifica la propria teoria come conativaàinterpreta emozioni come modificazioni della prontezza ad agire che si distinguono tra di loro da pdv quantitativo, qualitativo e autonomico o Tendenza all’azioneà consiste nella prontezza a compiere azioni di tipo differente che condividono stesso fineàè così possibile dare conto di flessibilità comportamentale tipica di reazioni emozionaliàproblema: ci sono emozioni che sembrano non essere dirette ad alcun obiettivoà”stati privi di valore relazionale”àsoluzione: nozione di “prontezza ad agire in quanto tale” per spiegare sia inclinazione all’inazione sia manifestazione di libera attivazione o Quindi: esperienza soggettiva di emozione altro non è che feeling di una determinata tendenza ad agire (da pdv di fenomenologia soggettiva F riprende Arnold) - Deonna e Teroniàteoria attitudinaleàambiscono a dare conto di relazione intenzionale tra emozioni e proprietà assiologicheàintendono farlo individuando sede di questa relazione sul piano dell’atteggiamento psicologicoàprendono mosse da distinzione tra contenuto e atteggiamento psicologico o Teorie valutative che identificano emozioni con giudizi di valore le assimilano a percezioni di valore o descrivono emozioni come combinazioni di credenze e desiderià≠ D e T: Emozioni consistono in specifici atteggiamenti psicologici di natura valutativaàsecondo questa tesi provare un’emozione non significa adottare atteggiamento tipicamente emozionale riguardo un dato contenuto, ma che vi sono tanti atteggiamenti emozionali quante sono le emozioni stesse o Approccio che ha una serie di vantaggi: 1. Consente di dare conto del fatto che differenti atteggiamenti possono condividere stesso contenuto; 2. Poiché dato contenuto valutativo è compatibile con più atteggiamenti, a caratterizzare emozione come tale è qualità assiologica della nostra relazione con contenuto, non contenuto stesso; 3. Questa teoria non impone restrizioni circa il tipo di contenuto cui emozione può essere diretta (possono avere contenuto sia proposizionale che non)àemozioni derivano proprio contenuto da stati psicologici differenti e ne conservano qualità tipologica o D e T riprendono da Fijda la nozione di prontezza ad agireàemozioni sono atteggiamenti valutativi perché consistono in esperienza corporea di essere disposti o inclini ad agire in maniera specifica in relazione a un determinato oggetto o eventoàcorrispondente nozione di atteggiamento corporeo percepito deve essere sufficientemente ampia da includere sensazione di prontezza o D e T ammettono che su piano esperienza emozioni hanno carattere unitario e omogeneo e che atteggiamenti e contenuti sono astrazioni, ma questi ultimi funzionano come variabili indipendentiàin questo senso posizione di D e T sembra lontana da idea deweyana di circuito organicoàteoria attitudinale reitera separazione tra soggetto e oggetto, interiore ed esteriore, organismo e ambiente - Andrea Scarantinoàteoria motivazionaleàorientata a valorizzare ruolo delle emozioni nella produzione del comportamentoàprocessi valutativi e dimensione fenomenologica emozione restano aspetti centrali esperienza emozionale, ma non contribuiscono a sua definizioneà S prende distanze da tradizione cognitivista e percettualista, si ispira a Frijda (inclinazione ad agire e carattere di urgenza) o S analizza teorie miste nell’ambito del cognitivismoàemozioni sono costituite da credenze di tipo valutativo e desideri corrispondenti (es: paura consiste in credenza che qualcosa sia pericoloso e desiderio di evitare pericolo)àcombinazione di credenze e desideri non è né necessaria né sufficiente per spiegare fenomeno di motivazione emozionaleàse motivazione ad agire dipendesse da elaborazione di credenza e desiderio e combinazione dei due sarebbe difficile dare conto di comportamenti improvvisi e azioni impulsive o S analizza posizione di Jesse Prinz per tradizione percettualistaàneanche teorie percettualiste sono in grado di far luce su fenomeno di motivazione emozionale, ma per motivi differenti: secondo Prinz emozione motiva ad azione in modo solo indiretto: costituisce motivo per agire ma non necessariamente anche una spinta ad agireàteoria di P garantisce flessibilità a risposta comportamentale, ma svincola obiettivo comportamento da contesto interazione con stimolo e lo concepisce come riguardante direttamente solo lo stato interiore dell’organismoàha implicazioni poco realistiche esperienza delle emozioni-finzione, sensazione che proviamo durante queste emozioni-finzione è reale • terzo tentativoàaccettare P1 e P2 qualificando al contempo credenze implicate da P3 come precedute da operatore di finzioneàadottato da Matraversàdescrive emozioni-finzione come basate su credenza che nella finzione cose stiano in un certo modoàdifferenza tra emozioni-realtà ed emozioni-finzione consiste nell’impossibilità di interagire in modo causale con eventi immaginariàemozioni-finzione sono prive di credenze di tipo strumentaleàanche Alex Neill la vede così: non sono fittizie le credenze ma il loro contenutoàad es desiderare che destino di Anna Karenina non sia tragico non significa desiderare che romanzo di Tolstoj abbia trama diversa § Derek Matravers per risolvere paradosso dice che nessuno accetta P3 e quindi linea di Radford è sbagliata e paradosso non sussisteàresta comunque da spiegare cosa succede quando proviamo emozioni-finzione e qual è la natura della loro differenza rispetto alle emozioni-realtà o Ricerca di definizione di “emozione” animata da intenti descrittivi o prescrittiviàin primo caso obiettivo è acquisire conoscenza accurata di come termine viene usato in linguaggio ordinario, nel secondo scopo è trasformare categorie di senso comune in strumento scientificamente utile individuando proprietà del fenomeno dell’emozione che possono essere analizzate, misurate e generalizzate o Quindi: problematicità delle emozioni-finzione dipende da adozione di prospettiva prescrittiva che stipula esistenza di classe di emozioni vere e proprie rispetto a cui emozioni-finzioni rappresentano anomala derivazione o Aspetto su cui principali orientamenti che animano dibattito su paradosso sono concordi riguarda opportunità di considerare come critica la non-esistenza degli enti immaginari o Analogie tra percezione e immaginazione: § Esperimento di Perky: P chiede ai soggetti di focalizzare sguardo su punto specifico di schermo di vetro e immaginare oggetti, nel mentre proietta immagini colorate appena visibili sullo schermo. Nessuno dei partecipanti era consapevole di aver percepito e non immaginatoàeffetto perkyàse attività percettiva e quella immaginaria possono essere così facilmente confuse significa che devono essere molto simili su piano dell’esperienza soggettiva § Tesi confortata da evidenze neuro scientifiche: aree cerebrali coinvolte in attività percettive sono in gran parte coinvolte anche in attività immaginativa § PittorialismoàKosslynàidea di fondo: vista (paradigma percezione) funziona su base di meccanismi quasi fotograficiàproblema: suoi assunti di fondo sono incompatibili con ciò che sappiamo a proposito di anatomia dell’occhioàesempio esperimento del gorilla invisibileàcecità attenzionaleàè possibile che quando ci si concentra su determinata attività vi siano elementi e proprietà dell’ambiente che ci sfuggono del tutto perché non rilevanti per esecuzione nostro compito § Modello puzzleàcome percezione visiva consiste in elaborazione di rappresentazioni mentali basate su informazioni che occhi raccolgono da ambiente esterno, così immaginazione consiste in creazione di immagini mentali basate su rappresentazioni conservate in memoria e variamente combinate § Interpretazione particolarmente promettente di meccanismi di funzionamento di percezione e immaginazione è rappresentata da Teorie enattivisteàin queste, processi immaginativi, così come quelli percettivi, hanno a che fare con esplorazione corporea ambiente non con sua rappresentazione; percezione sensibile è attività dell’organismo, non ricezione passiva di dati; in analogia con percezione anche immaginazione viene interpretata come attività di contro a idea secondo cui immaginare = solo guardare con occhi della mente, passivamenteàdal momento che immaginazione consiste in esplorazione sensomotoria di mondo immaginario, e tale esplorazione dipende da stesso tipo di risorse che rendono possibile percezione sensibile, struttura di queste esperienze è profondamente simileàinterpretazione enattivista sottolineando carattere diretto e immediato di entrambi i processi giustifica coinvolgimento di sensazioni fisiche e stati affettiviàè più credibile di pittorialismo e puzzle • Se interpretiamo immaginazione come re-enactement percettivo è possibile far luce su suo carattere sensoriale da cui emerge impressione di partecipazione che rende possibili emozioni- finzioneàse all’origine di sensazioni immaginative c’è analogia di immaginazione e percezione contenuto che viene immaginato non determina differenze di rilievoàin ottica enattivista problema dello statuto ontologico degli enti immaginari non è più insormontabileàsi tratta di percepire mondo immaginario, inscenarlo tramite azioni e farne esperienza con i sensiàed è in virtù di dimensione sensoriale della simulazione immaginativa delle esperienze percettive che proviamo emozioni-finzione e le accettiamo come parte integrante di nostra vita affettiva.
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