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La grazia e l'esistenza del cristianesimo anonimo - Prof. Dezza, Appunti di Teologia

Teologia PastoraleTeologia della GraziaTeologia della Chiesa

La relazione tra l'uomo e il cristianesimo, la natura della grazia e l'esistenza di un cristianesimo anonimo. L'autore discute sulla libera auto-comunicazione di Dio alla sua creatura, l'apertura dell'uomo verso Dio, la tendenza dell'uomo a Dio e la relazione tra l'uomo, Gesù Cristo e la grazia. Il testo conclude affermando che il cristianesimo anonimo non minusca l'importanza della missione, dell'evangelizzazione e della parola di Dio.

Cosa imparerai

  • Come l'uomo si mantiene in attesa di una liberazione ulteriore?
  • Come l'uomo è relativo a Dio e alla grazia?
  • Che cos'è il cristianesimo anonimo?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 08/01/2022

ciaraciao
ciaraciao 🇮🇹

4.4

(72)

31 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La grazia e l'esistenza del cristianesimo anonimo - Prof. Dezza e più Appunti in PDF di Teologia solo su Docsity! Articolo: I Cristiani Anonimi - Rahner Domanda iniziale: a che punto siamo col messaggio di Cristo nel mondo, come diffusione? > Nelle antiche civiltà d'Asia non ha potuto prendere piede e nell’Occidente esso va continuamente perdendo peso ed importanza In Occidente si concepisce sempre più la fede cristiana come una possibile forma d’interpretazione religiosa dell’esistenza: < La religione in genere appare come una delle tante forme dell’auto-interpretazione umana, che può essere lasciata sussistere o combattuta come dannosa > Il fedele cristiano deve accettare questo quadro e il fatto che peggiorerà col tempo Il cristiano è convinto che la salvezza dell’uomo sia la pienezza e la maturità della fede, come unica via transitabile = Necessità della fede cristiana > Fuori dalla Chiesa effettivamente non c'è salvezza: Ma può il cristiano credere che una innumerevole schiera dei suoi fratelli (vissuti prima di Cristo nella remota antichità o contemporanei o futuri) vada perduta e spietatamente condannata ad un’eterna assurdità? > NO, deve rifiutare un’idea del genere, poiché Dio vuole che tutti gli uomini si salvino (detto esplicitamente nella scrittura) Due principi 1. Necessità della fede cristiana 2. Universale volontà salvifica dell'amore e dell’onnipotenza divina + Iutti gli uomini devono sotto un certo aspetto appartenere alla Chiesa e questa loro facoltà deve essere intesa come reale e storicamente concreta > Esistono vari gradi di appartenenza alla Chiesa 1. In senso ascendente (battesimo, professione di fede e riconoscimento del governo visibile della Chiesa, eucarestia, santità realizzata) 2. Insenso discendente (battesimo -> cristianesimo non uffi le, anonimo) > Esiste una anonima relazione dell’uomo col cristianesimo Essa non può risultare abbinata automaticamente al suo stesso essere uomo: il tentativo di cogliere la grazia della redenzione e del contatto di Dio in questo modo, le toglierebbe all’istante la qualità di grazia < Essendo una libera auto-comunicazione di Dio alla sua creatura, la grazia presuppone questa creatura, considerandola già in possesso della sua natura e della sua potenzialità essenziale così da sussistere in sé e per sé 3 Ma allo stesso tempo deve essere una creatura dotata di una sconfinata apertura verso l'essere infinito di Dio Deve essere quell’ente chiamato spirito < Il termine “spirito” denota quell’apertura sempre dischiusa all’appello creatore del mistero infinito Nella consapevolezza dell’esistenza del mistero che chiamiamo Dio, rientra anche una certa conoscenza della superiorità sul mondo e della superiorità di questo Dio, del fatto che l’abissalità di questa causa prima è l’abisso sconfinato della libertà cui l’uomo è debitore del suo risveglio > Destato dalla sua parola creatrice l’uomo si mantiene in attesa di un'ulteriore e più profonda liberazione: l’uomo non è solo capace di udire un'eventuale parola nuova di Dio ma la sta anche positivamente aspettando, con l’esigenza di un bene indiscutibile e di un qualcosa che dia a tutto un senso definitivo Come fa questa tendenza a Dio (a volte inespressa e atematica, ma che domina l’intera esistenza dell’uomo) ad includere una preordinazione dell’incarnazione di Dio, a Gesù Cristo? Gesù è il fatto più decisivo ed importante e quello che ha un rapporto più diretto e preciso con l’uomo > L’uomo è, per originaria definizione, l'essere che Dio diventa quando si accinge a manifestarsi nella sfera del non-divino ed è anche colui che perviene ad essere veramente sé stesso, poiché si abbandona senza riserve all’ineffabile mistero di Dio Prima di Cristo nessun filosofo era arrivato a scandagliare questa profondità della realtà umana: L’uomo è colui che solo nella sua vicenda storica giunge concretamente ad essere e a conoscere cosa egli sostanzialmente sia > Ma da quando è nel suo pensiero l'avvenuta rivelazione della realtà di Cristo fattosi storia. è anche in grado di riconoscere in quest’inaccessibile e vertiginosa vetta la più completa perfezione del suo proprio essere operabile da Dio, per conoscere più a fondo la sua inserzione nel grande mistero > Il dono della grazia e l'incarnazione, visti come le due modalità basilari dell’auto- comunicazione di Dio, si possono concepire come le due forme più radicali della sua natura spirituale: inesigibili dall'uomo, ma appunto per questo perfettive della sua trascendenza essenziale Il credente comprende che - Questa vetta assoluta non denota nemmeno una qualsiasi dote arbitraria aggiunta alla sua realtà - Essa non gli perviene come una mera esigenza esteriore della volontà di Dio, ma questa auto-comunicazione divina, offerta a tutti quanti e realizzata nel modo più sublime in Cristo, rappresenta il fine ultimo della creazione > L’azione comunicativa di Dio plasma e condiziona la natura dell’uomo ancor prima della sua libera presa di posizione, conferendole un carattere che possiamo chiamare “esistenziale soprannaturale” Un rifiuto dell’offerta di Dio lascerebbe l’uomo in contraddizione con sé stesso anche nell’ambito del suo stesso essere L’uomo, sperimentando la sua trascendenza e la sua illimitata apertura, sperimenta anche l'offerta della grazia (non necessariamente per via riflessa in quanto grazia e in quanto appello soprannaturale, bensì in quanto al contenuto) > L'esplicita rivelazione verbale fattaci in Cristo non è qualcosa di completamente estraneo che ci viene dall'esterno, bensì solo l’esplicazione di ciò che per grazia già da sempre siamo e sperimentiamo nell’infinità della nostra trascendenza > L'esplicita rivelazione cristiana diventa così l’espressione riflessa della rivelazione per via di grazia, che l’uomo sperimenta irriflessamente già da sempre nella profondità del suo essere
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