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Dewey in Italia: La diffusione della Pedagogia di John Dewey negli anni '40 e '50, Sintesi del corso di Storia Della Pedagogia

John DeweyPedagogia ComparataStoria della Pedagogia Italiana

Come, dopo la seconda guerra mondiale, in italia si diffuse l'interesse per la pedagogia di john dewey, promuovendo una scuola liberale e democratica. Ernesto codignola fu uno dei primi interessati, introducendo le idee di dewey in italia, dove le scuole erano ancora tradizionali e incentrate sul maestro. La circolazione della cultura statunitense, soprattutto in ambito pedagogico, contribuì a questo processo. Borghi, abbagnano, spirito e banfi furono altri importanti sostenitori di questa nuova pedagogia. Il comunismo, pur avendo idee contrastanti, cercò di promuovere una forma di educazione che formasse l'uomo nuovo comunista.

Cosa imparerai

  • Che persona in Italia fu la prima a interessarsi a John Dewey e a farlo conoscere?
  • Come i comunisti italiani reagirono alla pedagogia di John Dewey?
  • Come le scuole in Italia erano differenti negli anni '40 e '50 rispetto alle idee di John Dewey?

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 02/10/2021

mariarita-catanzaro
mariarita-catanzaro 🇮🇹

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Scarica Dewey in Italia: La diffusione della Pedagogia di John Dewey negli anni '40 e '50 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! Nuovi scenari pedagogici: Dewey in Italia Dewey è arrivato in Italia soprattuto quando si cominciarono a diffondere teorie e impianti teorici dal punto di vista filosofico e pedagogico appartenenti al mondo laico, infatti furono soprattutto i laici in Itali i primi a esserci interessati di Dewey, ma perché? perché dopo l’epoca del fascismo il mondo laico inizio a prendere sempre più piede in Italia con il socialismo, il liberalismo e il laicismo intransigente. Quindi dopo la seconda guerra mondiale avanzarono nel nostro paese laici, socialisti e liberali alcuni dei quali i interessarono molto a Dewey e a farlo conoscere. Prima della fine della seconda guerra mondiale, una persona che iniziò a interessarsi a Dewey è stato Ernesto Codignola-> egli negli anni ’30 si allontanò dall’attualismo gentiliano e avvicinò l’Italia all’attivismo pedadogico e alle teorie pedagogiche di John Dewey. Lui fu un’eccezione perché durante il fascismo le scuole erano molto tradizionali, incentrate sul maestro e non c’era spazio per la scuola di Dewey che promuoveva una scuola laboratoriale, classica a a servizio della democrazia, tutto questo era impensabile durante il fascismo che era appunto un regime dittatoriale. Con la fine della guerra in Italia si registrò un forte interesse nei confronti della pedagogia e della cultura americana in generale. Tra la fine degli anni ’40, in Italia aumentò piano piano la circolazione della cultura statunitense, soprattuto in ambito psicologico, sociologico e pedagogico. Le tesi americane a partire dagli anni '40 tra cui anche gli scritti di Dewey cominciarono a diffondersi, insieme ad una pedagogia scientifica-> nel 1929 Dewey scrisse un opera dove teorizzò una pedagogia intesa come scienza (che avesse un suo statuto e metodo). E promossero anche un'educazione che possa favorire la realizzazione di una società democratica. A partire dagli anni '50 iniziarono a diffondersi altri nomi americani, prima totalmente sconosciuti. Lamberto Borghi (1907-2000) e la sua ne laica dell'educazione. Fu uno dei primi che in Italia, si occupò di tradurre molte opere di Dewey e di diffonderle in Italia. Borghi si interessò a lui perchè durante il fascismo fuggì dall'Italia e si trasferì negli Stati Uniti, qui ebbe l’opportunità di conoscerlo e si interessò quindi al suo pensiero. Promosse la convinzione di una pedagogia come promotrice di una società democratica. L'educazione che doveva realizzare una società democratica doveva essere liberare in grado di favorire la libertà dell’uomo e del suo associarsi all’interno della comunità sociale. Un uomo libero di pensare, di agire e di scegliere rappresentava per Borghi la condizione necessaria per la realizzazione di una società democratica e in tal senso, gran parte della responsabilità era dei processi educativi. Come Dewey anche Borghi fece una distinzione tra la religione e la religiosità (insieme di valori religiosi, che dovevano essere applicati da tutti al di là della religione di appartenenza), promuovendo l’idea di un’educazione alla religiosità. Altre voci del mondo laico: Abbagnano, Banfi e Spirito. 1. Nicola Abbagnano (1901-1990)-> Contribuì a promuovere un’idea di educazione in Italia, di tipo laico. Scrisse un importante opera “i lineamenti di pedagogia”, dove fece una critica molto severa al neo idealismo, lamentando una convenzione astratta e spirituale dell’uomo. Per abbagnano l’uomo doveva essere considerato nella sua concretezza, con i suoi punti di forza e debolezza, un’idea reale e concreta-> doveva essere considerato nel suo dover essere e poter essere. L'educazione doveva pensare al come ti posso rendere, come vuoi essere tu. 2. Ugo Spirito (1896-1979)-> Ha vissuto con Gentile assimilando il suo idealismo e prendendone poi le distanze, lo fece con un’opera “La vita come ricerca”, ed elaborò un suo sistema di pensiero anche dal punto di vista educativo. Tra i motivi del distacco vi era il ritenere in modo diverso la filosofia-> non come fonte di soluzioni, ma problemi-> stimolando la mente di chi la legge e la studia. Anche l'educazione doveva essere aperta, complessa e dinamica, adattandosi alle caratteristiche e alle potenzialità di ciascuno. 3. Antonio Banfi (1889-1957)-> Prese le distanze da Gentile, disse che la pedagogia doveva essere una scienza autonoma e non doveva coincidere con la filosofia, ma poteva invece attingervi per contrastare determinismi e soluzioni univoche e comprendere meglio la complessità dei fenomeni educativi. L'educazione non è un insieme di norme assolute e già definite, ma un processo dinamico. La sua adesione al partito comunista lo spinsero a pensare all'importanza di creare una società nuova. (Democratica) L'uomo nuovo comunista-> con la fine della seconda guerra mondiale in Italia cominciò a diffondersi il partito comunista, all’interno di questo c'erano degli spunti pedagogici-> modi educativi per creare la società così come veniva promossa da loro. Il comunismo parlava di un uomo nuovo: che doveva essere libero da ogni potere e da ogni supremazia, da ogni dominio, paura o superstizione. Secondo i comunisti bisognava educare questo tipo di uomo. L'uomo libero secondo il pensiero dei comunisti doveva abitare all’interno di una collettività caratterizzata da uomini in grado di vivere in modo solidale e fraterno. L'uomo comunista doveva essere animato da alcuni principi come sobrietà, rispetto per la famiglia e senso della solidarietà, quindi l'educazione doveva formare questo tipo di uomo. Il comunismo e Dewey L’ideologia comunista fu avversa nei confronti della cultura americana e dei principi di Dewey, questa sua pedagogia venne intesa dai comunisti italiani come il frutto di un capitalismo falsamente progressista. A partire dal 1946 il partito comunista cercò di ritagliarsi una parte importante nell'impegno avviato dal ministero dell’istruzione contro analfabetismo, attraverso la partecipazione alle attività dell’unione italiana della cultura popolare. Il comunismo italiano e l'educazione degli adulti Il comunismo promosse soprattutto l'educazione degli adulti, promuoveva un diritto all’istruzione che riguardasse tutti. Il dibattito sull’attivismo In ambito pedagogico, in Italia, intorno agli anni ’50, l’attenzione venne rivolta al movimento dell’attivismo pedagogico. Nonostante alcune iniziative di avanguardia fossero già state eseguite in Italia, la circolazione della cultura pedagogica attivistica era stata fino agli anni '40 alquanto scarsa. | motivi furono due: * Ineoida > che con Gentil credevano che la tradizione educativa italiana rappresentasse un patrimonio sufficiente, maturando così una farsa considerazione per le novità. ® Il fascismo-> che come noto era ostile a qualunque forma di democrazia e quindi anche a un tipo di educazione incentrata sulla libertà e sul pensiero critico.
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