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Riassunto della Storia delle Crociate, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto dei principali eventi della storia delle crociate dal 1088 al 1444, utile per avere chiari i fatti principali.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 17/06/2024

gabriele-filippini
gabriele-filippini 🇮🇹

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Scarica Riassunto della Storia delle Crociate e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! LE CROCIATE, GLI ORDINI CAVALLERESCHI, LA “RECONQUISTA” E LE REPUBBLICHE COMUNALI “Adoubement”: investitura del titolo di cavaliere, la più famosa cerimonia pervenutaci nella quale si posava un’arma sulle spalle del futuro cavaliere da parte di colui che ne garantiva il titolo. L’ultima teoria vede la cavalleria svilupparsi tra il 900 e il 1200-1300, e non la considera una “carica pubblica” o “nobile-aristocratica”, bensì alla stregua del banditismo e praticata da persone provenienti da diverse classi sociali. Solo dal 1200 sempre più aristocratici divennero cavalieri, ma non perché la carica acquisì valenza importante, bensì perché le classi sociali di nobili e signori di banno, sopravvissute alla riacquisizione del potere regio europeo e ai comuni italiani, potevano permettersi l’acquisto dell’equipaggiamento necessario per operare correttamente questo mestiere “errante”; l’etica cristiana del “nobile cavaliere aiutante degli indifesi”, è solo parzialmente vera, e si sviluppa dalla fine del 1200 in avanti. Questi “cavalieri” poi si evolveranno in Ordini Religiosi o diventeranno Capi di Compagnie di Ventura, sino a che questo tipo di organizzazioni potranno sopravvivere, cioè sino alla prima metà del 1500. Essi venivano indicati sin dal 900-950 come “miles” o “milites”, termine che variava di significato a seconda della zona, ma che generalmente indicava i signori di banno o “aristocratici”, ovvero coloro che andarono a formare l’élite militare dal pieno medioevo in avanti. Il fenomeno dell’incastellamento e la frammentazione del potere in tanti signori locali aumentò enormemente la richiesta di “esperti di guerra”, ovvero di cavalieri, estratti inizialmente da ranghi sociali piuttosto bassi, senza escludere veri e propri banditi. Man mano che il costo delle armi e delle “giostre cavalleresche”, diventati dei veri e propri giochi ma nati come addestramento dei cavalieri stessi, aumentava sempre meno persone di basso rango potevano aspirare a tale “carica”, o per meglio dire, mestiere, e dunque vi fu un aumento vertiginoso di figli cadetti, che, in contemporanea all’aumento del costo dell’equipaggiamento, perdevano sempre più potere tra le famiglie aristocratiche: dalla successione “gavelkind”, di tipo orizzontale, si passò sempre più frequentemente e velocemente alla primogenitura ereditaria di tipo verticale, e dunque i figli cadetti nullatenenti, onde evitare lotte intestine alle famiglie, divennero per la maggior parte cavalieri erranti, che una volta riunitisi in compagnie erano più tendenti al banditismo che ad altro. Per porre un freno a questo sempre più crescente problema, si andò a creare un’epica cavalleresca nel corso del 1200 per donare e investire obbligatoriamente di una “sana e nobile” morale questi elementi e compagnie, in più moltissimi vescovati e vescovi, a partire dalla Francia, iniziarono a far giurare i cavalieri di non darsi a “cattive opere”, di non lasciarsi prendere dalla violenza, ecc. Si creò dunque un costrutto etico da donare a coloro che, fondamentalmente, erano potenziali mine vaganti. A simboleggiare il rango sociale estremamente basso dal quale derivavano i primi cavalieri, v’è la stessa parola “Knight”, derivante sempre dall’inglese “cniht” (a sua volta derivante da kneat, knicht, o altre parole simili in tutte le lingue protogermaniche, Danimarca inclusa), cioè “servo, giovane, ragazzo, ragazzino”: con le crociate questo fenomeno raggiunse anche altri livelli di organizzazione, con la creazione degli Ordini Cavallereschi in Terra Santa. Le origini delle crociate si trovano nel pellegrinaggio, ovvero in tutti quei viaggi che per senso religioso, avventuriero e purificatore si intraprendevano verso Gerusalemme, riconquistata dai Bizantini sino alla successiva perdita avvenuta attorno al 1070 per mano dei Turchi Selgiuchidi, nuova popolazione delle steppe orientali convertitasi all’islam, oppure verso Roma, o verso Santiago de Compostela, la tomba rinvenuta nella Spagna Nord-occidentale fatta risalire a San Giacomo, fratello di Giovanni l’Evangelista. L’evoluzione del negozio giuridico delle “crociate” vide l’iniziale garanzia del Paradiso e della Vita Eterna con condono delle colpe, combattere era peccato grave, ma farlo in nome di Dio contro i malvagi diveniva sempre più accettabile. I beni dei crociati venivano custoditi, i debiti posti in un fermo sino al ritorno del crociato, il “voto crociato” garantiva questi e altri diritti (come il passaggio garantito fino alla Terra Santa), a patto che i crociati non si macchiassero d’atti impuri con gli altri loro fratelli, seppur dell’altra Chiesa, quella Ortodossa. Il “giubileo” e l’indulgenza plenaria generale del 1300 proclamate da Bonifacio VIII sono il risultato di queste evoluzioni, poiché sin dalla metà dell’undicesimo secolo (1050-1060 circa) si iniziava a citare il perdono dei peccati, almeno parziale, per chi si recasse in Iberia a combattere gli arabi e i berberi musulmani in nome di Dio. Non stupisce, dunque, che la conquista iniziale della Terra Santa fece nascere nuove istituzioni cavalleresche organizzate: Gli Ordini Templari Il primo Ordine Templare fu stato fondato dal crociato francese Hugues de Payns, che giurò, assieme ad altri suoi compagni d’arme, di dedicare la sua vita alla protezione del Santo Sepolcro, fondandovici un “ordine monastico- militare”, creando e seguendo una regola monastica con l’aiuto di Bernardo da Chiaravalle ( regola ultimata e presentata al papa nel 1127); Hugues lo fondò nel 1119 dopo aver deciso di smettere d’obbedire al Priore dei poiché presumibilmente quest’ultimo organizzò l’assassinio di Sancho II, che avvenne nel 1072. Alfonso VI esiliò El Cid Campeador, che lo aveva sconfitto quando era al servizio di Sancho II, il quale finì per allearsi coi Re d’Aragona (il regno d’Aragona non verrà ufficialmente riconosciuto sino al 1162 con Petronilla I, ma esistette dal 1035 con la proclamazione di Ramiro I), e conquistò Valencia nel 1094 (ne fu il Signore dal 1094 al 1099). Nel 1085 fu presa Toledo (ricordarsi che qui si ufficializzò l’uso della scrittura carolina in tutta la Spagna cristiana) e fu rapidamente posta fine alla cultura mozarabica (cristiani usanti le liturgie e rituali visigote ma parlanti e scriventi arabo). Nel mentre, in Anatolia giunsero i Turchi, un popolo nomade diviso in tribù proveniente dalle steppe, che nel 1055 sconfisse i Buwayyhidi e conquistò Baghdad, creando in Anatolia, Persia e Iran ed altri territori limitrofi diversi sultanati a seguito della conversione all’islamismo sunnita. ● I CROCIATA Papa Alessandro II, assieme ai monaci di Cluny, approfittarono della situazione iberica per promuovere indulgenze e purificazione di spirito a tutti quei belligeranti cavalieri che avessero marciato in armi in Spagna per aiutare i Regni cattolici nella lotta contro “i Mori”, promuovendo dunque l’iniziale spinta di “pellegrinaggi armati”, volti a difendere il cristianesimo con le armi. Alla luce di queste nuove conclusioni è perfettamente possibile, e anzi molto probabile, che papa Urbano II, un monaco di Cluny asceso al massimo rango, nel 1095 al Concilio di Clermont non volesse indire una “crociata” per la conquista di Gerusalemme e la Terra Santa, bensì volesse promuovere un viaggio purificatore e un pellegrinaggio (peregrinatio, che diverrà col tempo un passagium particulare e poi un passagium generalis) nei luoghi ai cristiani più cari, con l’intento di purificare le anime dei banditi e dei cavalieri che i Re faticosamente tenevano a bada, tantopiù che per coloro che avessero pronunciato il voto per recarsi in Terra Santa, o per coloro che avessero versato una somma in denaro tale da garantire e permettere ad altri di partire, sarebbero state concesse già da ora (in realtà anche dal 1086-1087 nelle guerre in Iberia) le indulgenze plenarie e la garanzia di ottenere posto in Paradiso dopo aver scontato i peccati: si inizierà qui a formulare il Purgatorio. La prima spedizione, tra il 1095 stesso ed il 1096, fu guidata da eremiti predicatori tra i quali spiccò Pietro d’Amiens, noto come Pietro l’Eremita, la quale nel suo viaggio disorganizzato verso l’Anatolia compì tragici atti violenti contro i non-cristiani, soprattutto ebrei, presenti in Germania e in Ungheria, spesso iniziati da Emicho von Flonheim (un bellicoso nobile senza scrupoli). La spedizione di Pietro d’Amiens riuscì a giungere in Anatolia, ottenendo il permesso del Basileus bizantino di oltrepassare lo stretto del Bosforo e accamparsi a Civetot (presso Nicomedia), per poi venire gravemente sconfitti dai Turchi della città di Konya, costringendo Pietro a tornare indietro. Nel frattempo, papa Urbano II era riuscito a persuadere molti principi e nobili francesi e normanni, escludendo il Re di Francia e l’Imperatore di Germania, entrambi sotto momentanea scomunica (queste scomuniche erano frequenti, specie fino a che le lotte per le investiture non terminarono, ma rimasero pratica comune da parte dei papi quando un sovrano non né rispettava l’autorità), a prendere le armi e dirigersi in Terra Santa: la spedizione fu guidata da Ademaro di Monteil (o di Le Puy), legato papale e parente di Raimondo di Le Puy, futuro Gran Maestro dell’Ordine Ospitaliero, nonché suo “militarizzatore”. Tra il 1096 e il 1099 la spedizione militare arrivò, seppur con varie fatiche, a Gerusalemme e la conquistò (1099), fondandovi il Regno di Gerusalemme guidato da Goffredo di Bouillon, il quale però rifiutò il titolo regio in favore di quello di “Advocatus Sancti Sepulcri”. Assieme al Regno di Gerusalemme, vennero a crearsi il Principato di Antiochia guidato da Boemondo I d’Altavilla e la Contea di Edessa di Baldovino di Boulogne, fratello di Goffredo, nonché un debole Regno Latino Armeno, mentre Tancredi d’Altavilla si staccò dal resto dei Crociati prima della conquista della Città Santa e divenne signore di Cipro. Le principali battaglie furono: Nicea nel 1097, Dorylaeum nello stesso anno, ove la vittoria giunse grazie alla superiorità della cavalleria pesante normanna, Antiochia nel 1098 ove l’assedio fu vinto grazie a Boemondo d’Altavilla e la difesa successiva della città fu garantita nuovamente dalla sua cavalleria normanna; infine, Gerusalemme fu raggiunta nel 1099, da poco ricaduta nelle mani fatimide. I Regni Latini si estendevano in buona parte della Siria, Palestina e Giordano e arrivavano, pur senza continuità, fino ad Edessa. Immediatamente si pose il problema di chi dovesse essere a capo delle varie compagini latine territoriali venutesi a formare, data l’assenza di un vero capo e la morte di Ademaro nel 1098, unica voce rispettata univocamente. Daiberto di Pisa fu eletto patriarca di Gerusalemme e Goffredo, appunto, suo Advocatus, poiché la Chiesa di Roma voleva governare direttamente e di diritto sulla città, ma ciò non fu possibile a causa dell’opposizione dei principi situati oltremare. Goffredo morì nel 1100 e Baldovino, suo fratello, lasciata Edessa al cugino, marciò su Gerusalemme, sconfisse il patriarca Daiberto e da lui fu consacrato Re di Gerusalemme, salvo poi accusarsi a vicenda: Daiberto ebbe la peggio e dovette tornare a Roma nel 1105, cosa che riuscì grazie all’aiuto di Tancredi e Boemondo d’Altavilla. A Roma papa Pasquale II, succeduto a Urbano II morto qualche giorno dopo la presa di Gerusalemme, lo trattenne a lungo per far sì che arrivassero le prove di simonia e occultamento di denaro da parte di Baldovino, che ovviamente non giunsero mai. Daiberto morirà, in procinto di ripartire per la Terra Santa da assolto, nel 1107, segnando l’inizio del dominio latino non direttamente dipendente dalla Chiesa del Medio-Oriente. Il successivo Concilio di Nablus del 1120, che definì 25 canoni sia temporali che secolari, creò le basi giuridiche del Regno di Gerusalemme e consentì infine di elaborare soluzioni che sarebbero state usate per stabilire il Concordato di Worms nel 1122; nel Concilio di Nablus venne sancita ufficialmente la nascita dell’Ordine dei Pauperes commilitones Christi Templique Solomonici, dalla quale milizia venne creato l’Ordine del Tempio, o Ordine Templare, nel Concilio di Troyes nel 1129. Il termine “Crociato” deriva dalle Croce disegnata su elmi, scudi e corazze, simboleggiante la Croce di Cristo, e non è il nome coi quali i contemporanei si riferivano ai milites che partivano per la Terra Santa, poiché tale nome era “crucesignato”. I Turchi Selgiuchidi si insediarono in Anatolia a scapito dei Bizantini durante tutto il secolo XI, specialmente dopo la sconfitta di Manzicerta del 1071, dopo un’iniziale vittoria a scapito dei Turchi nel 1054, sempre a Manzicerta. Il peregrinatio di Pietro d’Amiens (Pietro l’Eremita), avvenuta l’anno stesso dell’indizione della crociata, vale a dire il 1095, rientra nelle crociate dei “pauperes”, dei poveri, termine spesso confuso con il simile “puer”, che vuol dire fanciullo (ciò causerà problemi relativamente alle spedizioni di pauperes o di puer avvenute attorno al 1212, passate alla storia come “crociate dei bambini”). Queste spedizioni erano molto disorganizzate e spesso piene di persone disperate armate alla bene e meglio e si concludevano in un nulla di fatto, oppure in razzie indiscriminate contro tutte le comunità ebraiche che incontravano lungo i loro percorsi. A partire dalla I° Crociata si vedranno partecipare sempre più le città marinare, pronte a offrire prestiti e navi ai “crucesignati” per il trasporto in Terra Santa e nel mentre cercare di insediarsi nei mercati mediterranei egiziani e bosfori. A tal proposito, la partecipazione dei Normanni e di diversi Altavilla alla spedizione toglieva molta pressione all’Impero Bizantino, visto che ancor prima d’esser nominati Duca di Apulia e di Sicilia, Roberto e Ruggero d’Altavilla, avanti in Egitto, considerato il nuovo cuore politico di Saladino e delle potenze islamiche in genere. Nel mentre, il Regno di Gerusalemme era governato da Baldovino IV il Lebbroso, che tuttavia regnò senza tutela solo a partire dal 1177, quando compì quattordici anni: egli regnò sino al 1185 e dovette occuparsi della sicurezza dei confini del Regno nonché dei problemi di successione, ma a seguito della morte di Baldovino IV stesso e del figlio Baldovino V nel 1186, la corona passò a Guido di Lusignano (ultimo marito della sorella di Baldovino IV, Sibilla) nel 1187. A seguito di incursioni crociate nei territori del Saladino tra il 1182 ed il 1186, nel 1187 Saladino passò all’attacco, occupando Tiberiade e causando la reazione dei Crociati che, partendo da Acri, li diedero battaglia presso le due alture (corni) di Hattin. Saladino distrusse l’esercito crociato nella Battaglia dei Corni di Hattin, presso il Lago di Tiberiade nel 1187, sottraendo anche la Vera Croce e potendo di conseguenza espugnare Gerusalemme, dalla quale, previo pagamento, i cavalieri cristiani rimasti poterono andarsene incolumi. ● III CROCIATA La terza crociata fu la più tragica: lanciata tra il 1189 e il 1192 come risposta alle aggressioni di Saladino e alla caduta di Gerusalemme (bolla pontificia Audita Tremendi di papa Gregorio VIII), composta da elementi quali Riccardo Cuor di Leone, re inglese, Filippo II Augusto, re dei francesi, Ruggero II, re di Sicilia e l’Imperatore Federico Barbarossa, il quale morì annegato guadando il fiume Saleph in Armenia (antica) nel 1190 senza mai giungere in Terra Santa, non raggiunse l’obiettivo di riconquistare Gerusalemme; Ruggero II partecipò inviando una piccola flotta e qualche centinaio di cavalieri. I Tedeschi avevano conquistato la capitale del Sultanato Selgiuchide, notizia che giunse anche a Saladino, ma perso il loro Imperatore tornarono indietro, tranne alcuni che seguirono Federico VI di Svevia ad Antiochia, ove anch’egli morì nel 1190, e che finirono per fondare l’Ordine dei Cavalieri Teutonici, mentre gli altri sovrani litigarono fra loro prima a Messina, dando diversi quartieri alle fiamme, poi, imbarcatisi, non concordarono su come assediare Acri, riconquistata nel mentre da Saladino il 10 luglio 1187. I disguidi nascevano dalla lotta di potere tra Guido di Lusignano e Corrado di Monferrato per la corona di Gerusalemme, coi genovesi e francesi schierati con Corrado e pisani, veneziani e inglesi schierati con Guido. Prima di giungere ad Acri, Riccardo Cuor di Leone fece scalo a Cipro, conquistandola dal greco ribelle Isacco Angelo e vendendola ai Templari, che la venderanno a Guido di Lusignano. Acri fu presa infine tra l’11 e il 12 luglio 1191, ma dopo la sua presa Filippo Augusto ripartì per tornare in Francia a causa della scarsa salute del figlio ed unico erede, mentre Riccardo Cuor di Leone, il 7 settembre 1191, nei pressi dell’antica Arsuf, sconfisse le truppe dell’ “invincibile sultano Saladino”, per poi riprendere la strada verso Giaffa e da lì Gerusalemme, ma il Saladino ricorse alle armi della diplomazia, guadagnando tempo con trattative che durarono tutto l’inverno e finirono nel vuoto. Nel 1192, a causa delle precarie condizioni di salute e di problemi in Inghilterra, ripartì lasciando in terra santa un contingente di uomini, salvo esser tenuto prigioniero per diversi anni in Austria da Leopoldo V, accusato di aver fatto assassinare Corrado di Monferrato, marito di Isabella, ultima sorella di Baldovino IV e Re di Gerusalemme in contrapposizione a Guido di Lusignano. Guido di Lusignano, morta sua moglie Sibilla e le sue due figlie, si contese con Corrado la corona di Gerusalemme sino alla morte di Corrado stesso; Guido morì nel 1194, e la corona di Gerusalemme passò all’ultimo marito di Isabella, Enrico II di Blois, la cui capitale divenne San Giovanni d’Acri. Nel 1192, a Giaffa, i trattati di pace videro in Saladino il vero vincitore: Gerusalemme era nelle sue mani, così come erano tornati sotto il suo controllo molti dei territori persi tra il 1097 ed il 1187. Saladino, prima di morire nel 1193, riuscì a costruire un Sultanato, quello Ayyubide, che ebbe in suo fratello e suo nipote i futuri sovrani, che tuttavia non riuscirono a replicarne il successo a causa dei grandi problemi ereditari che vennero a crearsi, preferendo perseguire una politica conciliatoria coi crociati, volta ad aumentare i commerci. ● IV CROCIATA (Innocenzo III) La quarta crociata, indetta tra il 1202 e il 1204, vide le truppe crociate capitanate dalla Repubblica di Venezia e dal Doge Novantenne Enrico Dandolo, cingere d’assedio Costantinopoli e saccheggiarla, senza mai raggiungere la Terra Santa. Ciò che accadde fu peculiare: un enorme somma e flotta fu stanziata nell’Arsenale di Venezia, con la promessa di un grande numero di cavalieri crociati che avrebbero pagato prima di salpare; il numero di cavalieri fu in realtà enormemente più basso di quanto previsto ma Venezia accettò comunque di salpare, ma si fece giurare dai crociati che avrebbero aiutato la Repubblica a riconquistare Zara, di recente ribellatasi, e altri territori per ripagare il loro debito. I rapporti tra Venezia e Bisanzio erano tesi sin dal 1171, a causa di cambi politici che videro più volte i veneziani presenti a Costantinopoli arrestati e i loro privilegi negati, salvo poi essere reintegrati nel 1187 a seguito di diverse rappresaglie e spedizioni punitive organizzate da Venezia contro l’Impero Bizantino, che era minacciato ancora dai Normanni del Sud Italia e dagli eserciti crociati che stavano attraversando i propri territori. Presa Zara, i crociati furono raggiunti da Alessio Comneno (detronizzato da suo fratello Isacco II Angelo, colui che aveva riconcesso tre crisobolle ai veneziani nel 1187) che chiese l’aiuto dei crociati per riottenere il trono, con la promessa di laudi pagamenti in oro e della riunione delle due Chiese. Nel 1202 i crociati marciarono su Costantinopoli e Alessio fu incoronato come Alessio IV, ma non riuscì a trovare l’oro promesso ai crociati, finendo col rimanere ucciso in una congiura di palazzo, nel mentre i crociati erano stanziati in tutti i dintorni di Costantinopoli e in alcuni quartieri interni. Il nuovo imperatore Alessio V, di una nuova dinastia, tolse i privilegi ai veneziani e respinse le richieste di denaro con la forza, suscitando l’ira dei cavalieri crociati e di Venezia: Costantinopoli fu saccheggiata e venne creato l’”Impero Latino d’Oriente” con a capo Baldovino VI conte di Hainaut-Fiandra, oltre ad altri regni creati in tutto l’ex-impero bizantino da dinastie bizantine (Lascaridi di Nicea, Comneni a Trebisonda e Duscas in Epiro), mentre il “regno di Tessalonica/poi Ducato di Atene” e il “Principato d’Achea” furono assegnati ad altri crociati e sottoposti per vassallaggio all’autorità di Baldovino VI, ora incoronato Baldovino I. Questi regni non ebbero vita lunga, ed entro un secolo i Lascaridi, e poi i Pelasgi, riconquisteranno i territori perduti (nel 1261 verrà posta fine all’Impero Latino d’Oriente, nonostante l’aiuto di Manfredi di Sicilia fornito ai “latini”), ma l’Anatolia finirà totalmente in mani ai Turchi: l’ultimo secolo di vita dell’Impero di Bisanzio sarà composto da fallimenti e paura verso l’arrivo dei turchi islamici. Al posto dell’impero bizantino, oramai ridotto ai territori bulgari e a qualche altro sulle coste occidentali dell’Anatolia, oltre che alla Grecia, venne creato il “nuovo impero latino d’oriente”, che sopravvisse circa un sessantennio, e altri “imperi fantoccio”, come Trebisonda e l’Epiro. I Regni latini d’Oriente, chiamati “Regni d’Outremer” (Regni d’Oltremare) avevano suscitavano sempre meno l’interesse dei Regni Europei, a prescindere dagli sforzi pontifici. Fu infatti proprio durante la seconda crociata che queste “spedizioni” ottennero il senso di “reprimere i nemici cristiani”, gli “eretici”, e che uccidere eretici o nemici del cristianesimo non fosse un “omicidio” ma bensì un “malicidio”, come disse il monaco cistercense Bernardo da Chiaravalle quando ipotizzò e descrisse la “bellum iustum” (guerra giusta) tra il 1130 ed il 1140, mentre assisteva alla nascita, per suo aiuto, dell’Ordine Templare (monastico- cavalleresco): sia chiaro, tuttavia, che uccidere rimaneva comunque un La sesta crociata fu portata avanti in modo “anomalo” da Federico II di Svevia, incolpato del fallimento della precedente per non aver dato sufficiente supporto militare a Pelagio quando egli lo richiese nel 1221, e vide l’Imperatore Svevo sposare la figlia erede del Regno di Gerusalemme, ricevere gli ambasciatori del sultano Al-Kamil, e suggellare il temporaneo controllo spartito di Gerusalemme (1228-1238). La vittoria dell’Egitto di al-Kamil non aveva portato stabilità al suo sultanato, tutt’altro, tanto è vero che tutto ciò che riuscì ad ottenere (oltre Damietta) furono otto anni di tregua con gli Stati Crociati poiché necessitava più dei loro mercanti che della loro sconfitta. Federico II assunse la Corona di Gerusalemme nel 1225 quando sposò la regina di Gerusalemme Isabella II di Brienne, e fu a lui che il sultano egiziano al-Kamil si rivolse, con un colpo di scena, per ottenere aiuto lungo i confini siriani e nell’odierno Iraq contro una popolazione che stava emergendo come potenziale pericolo: quello dei Corasmi, bande guerriere che a quest’altezza possedevano ancora un proprio impero, alleati di un nemico politico del sultano stesso (persero il loro impero a causa di gengis khan nel 1227). Federico II, ignorando il voto crociato, ricevette gli emissari del sultano a Palermo e inviò l’arcivescovo della città, Bernardo, presso il sultano con lo scopo di siglare un’alleanza, le cui premesse decaddero tuttavia proprio nel 1227, a seguito della morte dell’avversario politico di al-Kamil. Federico II si preparò a partire per la Terra Santa nel 1227, ma il suo esercito e l’Imperatore stesso vennero colpiti da un’epidemia e dovettero rimandare; scomunicato da papa Gregorio IX, tornò a capo di un piccolo esercito (1500- 2000 uomini) in Terra Santa nel 1228, dopo aver ricevuto notizie della morte di Isabella II per parto, mentre dava alla luce Corrado (noto come Corradino). Federico venne mal accolto dai crociati di Gerusalemme, e procedette comunque col contestare il diritto al trono di ciò che rimaneva del Regno di Gerusalemme (San Giovanni d’Acri e qualche altro territorio) al fratello di sua moglie, con lo scopo di unificare le corone di Sicilia, del Sacro Romano Impero e di Gerusalemme. Nonostante fossero cambiate le condizioni, Federico II e al-Kamil siglarono un patto nel 1229 che garantiva Gerusalemme, Nazaret e Betlemme ai crociati; dopodiché tornò in Sicilia nel corso dello stesso 1229 e grazie al comandante sacro dell’Ordine Teutonico e ad una vittoria contro l’esercito pontificio che aveva, nel mentre, cercato di invadere il Regno di Sicilia, nel 1230 a San Germano stipulò una pace che lo vide rientrare nella Chiesa e riottenere le sue cariche legittime. Egli fu l’ultimo sovrano in grado di riportare Gerusalemme in seno ai latini. ● LE FALLIMENTARI CROCIATE DEI “BARONI” e di LUIGI IX IL SANTO (VII e VIII) Al-Kamil morì nel 1238, e suo figlio al-Adil II ne ereditò le lotte politiche interne. La tregua stipulata nel 1229 stava per spirare (aveva una durata di 10 anni e qualche mese), e Gregorio IX indisse una nuova crociata nel 1238, alla quale Federico II diede supporto logistico a patto di rispettare e rinnovare con Al-Adil II la tregua in corso. Questa viene definita Crociata dei Baroni poiché vi presero parte Tibaldo IV conte di Champagne e Riccardo di Cornovaglia e alcuni nobili francesi minori. Tibaldo arrivò per primo, e purtroppo alcuni crucesignati al suo comando assalirono postazioni nemiche disobbedendo agli ordini e rompendo la tregua che era in procinto di scadere: la reazione del nuovo sultano egiziano, fratello di Al-Adil II a cui aveva strappato il trono, chiamato al-Salih, non si fece attendere e Gerusalemme fu immediatamente persa dai crociati. Nel 1241 arrivarono nuovi rinforzi economici e militari portati e guidati da Riccardo di Cornovaglia, che forte di truppe fresche avvio nuovi trattati di pace, conclusi nel 1241 ad Ascalona, che vedevano nuovamente proclamata la neutralità dei “franchi” in cambio di Gerusalemme e di tutti i territori ottenuti dai crociati sin dalla loro permanenza in Medio Oriente dal 1098, ad eccezione di Edessa e Damietta: l’accordo fu accettato e Gerusalemme ripresa. Tuttavia, in una mossa scellerata e poco lungimirante, i franchi siglarono un accordo coi principali oppositori di Al-Salih, vale a dire il signore di Damasco al- Nasir e i signori di Aleppo e Homs, in cambio della fortezza di Safed in Galilea. Le truppe di questa alleanza franco-saracena furono battute a Gaza, fedele all’Egitto di Al-Salih, il quale richiamò i Corasmi (ora nomadi guerrieri) che piombarono sulla Siria, depredandola, per muovere poi verso i territori franchi, devastandoli e conquistando ferocemente Gerusalemme nel 1244: la città non verrà mai più ripresa dai latini, che nel corso del resto del 1244-1245, persero praticamente quasi tutti i territori ad eccezione di Acri e Ascalona a seguito della totale sconfitta subita nella battaglia di Harbiya. Le ultime due crociate, la settima e l’ottava (Innocenzo IV e Clemente IV), videro protagonista unicamente Re Luigi IX di Francia (1248-1254 e 1270), partito a sue spese dall’unico porto francese che egli stesso fece costruire nelle paludi di “Aigues Mortes”, “Acque Morte” (a quel tempo la Francia non possedeva tutti i territori della Provenza e della Borgogna, né la provincia di Roussillon). Egli riconquistò Damietta nel 1249, ma successivamente nella seconda Battaglia di Al-Mansurah, dove era fallita la quinta crociata, venne sconfitto e catturato, costando tempo e denaro al Regno di Francia per liberarlo: il sovrano rimarrà in Terra Santa fino al 1254. Nel 1250 i Mamelucchi (la casta dei guerrieri comprati da giovani come schiavi e utilizzati in battaglia come forza principali dell’esercito, provenienti spesso dalle zone del Mar Nero) presero potere in Egitto (e nel 1260 in Siria) spodestando definitivamente gli Ayyubidi, mentre tribù Mongole andavano insediandosi nelle zone dell’odierno Iran nord-occidentale creando l’ Il-Khanato di Persia: in tutto questo, i piccoli e deboli regni crociati non potevano far altro che assistere inermi, dilaniati internamente dal conflitto noto come “guerra di San Saba” (1255-1270), la quale San Saba era una basilica greco-ortodossa ad Acri posta al confine dei quartieri veneziano, pisano e genovese, e che tuttavia impediva ai genovesi di avere uno sbocco diretto al porto. I Genovesi riuscirono ad allearsi coi Paleologi di Nicea che riconquistarono Costantinopoli nel 1261 proclamando la rinascita dell’Impero Bizantino, e garantendo un quartiere nella capitale e diversi privilegi nel Mar Nero ai genovesi, nonché alcune colonie e la possibilità di crearne altre; con la tregua giunta nel 1270, Venezia vinceva militarmente ma non economicamente, tanto che questa tregua sarà la base per un nuovo conflitto. Per contrastare la minaccia mongola, l’Egitto Mamelucco conquistò alcune delle ultime roccaforti crociate: Arsuf, Cesarea, la fortezza di Safed e il Principato di Antiochia (1268), nel 1271 invece conquistò la fortezza del Crac des Chevaliers, liberando la strada per Tripoli, la quale, però, verrà conquistata solo nel 1289. I Franchi della Terra Santa tentarono, come gli armeni, di allearsi coi mongoli, ma questa alleanza andò in contro all’ennesima sconfitta per mano dei Mamelucchi. Luigi IX tentò, a questo punto, un altro tentativo per portare aiuto concreto in Terra Santa: durante il secondo tentativo morì di dissenteria appena sbarcato a Tunisi nel 1270, luogo scelto dal sovrano francese come punto di sbarco per la creazione di una base di appoggio e poi una “rapida” conquista; data la sua enorme devozione, venne fatto santo qualche tempo dopo. Tra il 1285 ed il 1289 caddero dunque le città crociate di Margat, Meraclea, Laodicea e, infine, Tripoli, mentre il Regno di Gerusalemme cadde nel 1291 a seguito dell’assedio di Acri, altre città minori caddero rapidamente poco dopo, mentre l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, noto come Ordine Templare, venne smantellato nel 1312, mentre quello Ospitaliero si assestò a Rodi. ● NICOPOLI (1396), VARNA (1444) Ci furono diversi tentativi immediatamente successivi alla Caduta di Acri, specie da parte di Costantinopoli, di organizzare nuove crociate: tutte fallirono
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