Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

riassunto della vita e delle opere di Vittorio Alfieri, Sintesi del corso di Italiano

Riassunto breve ma dettagliato della vita, la poetica e il pensiero di Vittorio Alfieri

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 31/01/2023

fabianamarascoooo1
fabianamarascoooo1 🇮🇹

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica riassunto della vita e delle opere di Vittorio Alfieri e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI CONTESTO STORICO In Europa l'anciem regime va sgretolandosi progressivamente in seguito alle guerre di successione spagnola, polacca, austriaca, per poi arrivare alla Rivoluzione Francese e al successivo imperialismo napoleonico, eventi che segnano l'ascesa della borghesia. In questo caotico periodo di fine secolo nascono due e si sviluppano due sensibilità speculari: quella neoclassica e quella romantica. La prima riprende la classicità soprattutto in ambito pittorico e scultoreo, recupera la gloriosa tradizione greco-latina; il Romanticismo guarda sì al passato, ma al passato inesplorato delle saghe medievali, interpretato con originalità dall'artista. È un rovesciamento del paradigma sociale, culturale ed estetico, che va di pari passo con l'espandersi degli effetti delle rivoluzioni sulla situazione europea del tempo. Gli studiosi considerano il romanticismo europeo come un movimento soprattutto tedesco e inglese, rimasto sostanzialmente estraneo al gusto letterario dell'Italia. Questa nuova tendenza giunge infatti tardi nel nostro Paese e vi si afferma con caratteri del tutto particolari. In Italia è diffuso infatti da decenni il gusto neoclassico: i letterati sono infatti prevalentemente poeti che guardano alla letteratura greca e latina come ad un'autorità culturale, rispettano rigidamente i precetti formali della tradizione e fanno largo uso di temi e formule della mitologia. Contro questo gusto dominante prendono le distanze i nuovi autori romantici, che considerano convenzionale e antiquato lo stile dei classicisti e si ribellano al principio di imitazione, sostenendo le idee della libertà creativa dell'artista e dell'originalità dell'opera d'arte. Essi tuttavia respingono gli eccessi irrazionali propri di alcune opere del Romanticismo nordeuropeo e recuperano lo spirito sociale e progressivo del Romanticismo illuminista: per i romantici italiani la letteratura non può limitarsi allo sfogo individuale e sentimentale dell'io, ma deve avere una funzione educativa e politica. La data di inizio del Romanticismo italiano è considerata il 1816, quando viene pubblicato Sulla maniera e la utilità delle traduzioni della scrittrice francese Madame de Stael, da cai ha origine il dibattito tra coloro che sostengono il gusto letterario tradizionale (classicisti) e quelli che lo vogliono rinnovare (i romantici). Madame de Steal prende spunto dalla traduzione dell'Iliade appena pubblicata dal classicista Vincenzo Monti e invita a non limitarsi a leggere e tradurre soltanto la letteratura classica ma a compiere la stessa operazione anche con la letteratura moderna. Tradurre le opere straniere consente di evitare la sterile ripetizione delle medesime forme e stimola il rinnovamento delle idee: Madame de Stael accusa infatti i letterati italiani di comporre opere ripetitive e prive di anima. A queste critiche risponde l'italiano Pietro Giordani, che sostiene che la bellezza sia un dato oggettivamente esistente e che la letteratura italiana sia la diretta discendente della poesia classica, espressione di una bellezza armoniosa ed eterna. L'articolo di Giordani si conclude con un'esortazione agli italiani affinché studino i classici italiani, latini e greci: l'imitazione delle altre letterature ci allontanerebbe dalla poesia dei nostri antenati. VITTORIO ALFIERI: con la sua vita, passata tra un'Italia arretrata e un'Europa vitale, e con la sua opera, ricca e varia, incarna la sintesi non facile tra il pensiero di fine '700 e la nuova sensibilità di inizio '800. La sua formazione parte dal pensiero illuminista ma egli esalta le passioni e i sentimenti, componenti essenziali dell'essere umano. Alfieri nasce da una famiglia nobile e agiata. Alla morte del padre viene affidato al precettore don Ivaldi, che non lo stimola propriamente nei suoi studi. In seguito viene trasferito alla Reale Accademia di Torino, istituzione per la formazione della gioventù nobile caratterizzata da tradizioni militari; questo ambiente si rivela però privo di calore umano e di stimoli culturali. Grazie allo zio, Benedetto Alfieri, architetto del re, ha modo di assistere per la prima volta ad uno spettacolo musicale e l'ascolto della musica diventerà in seguito elemento di ispirazione per la stesura delle sue tragedie. Alla morte del suo tutore Vittorio può acquisire la libertà e disporre di un ricco patrimonio. Comincia così a divertirsi con i suoi coetanei in banchetti e occasioni mondane e dal 1776 secondo una diffusa consuetudine dei giovani aristocratici compie il suo grand tour, un lungo viaggio attraverso le principali città italiane ed euopee. I suoi spostamenti hanno un ritmo frenetico e nascono dalla necessità di superare la noia piuttosto che dal desiderio di conoscere. I viaggi permettono comunque ad Alfieri di prendere atto delle condizioni sociali e politiche dell'Europa al tempo delle monarchie assolute, che gli appaiono come tirannidi terribili. Lo affascinano invece Londra e le altre città inglesi per il governo equilibrato e per il rispetto della libertà individuale. Quando rientra a Torino diventa il caposcuola di un accademia culturale formata da alcuni compagni di collegio all'interno della quale matura il dialogo satirico in francese "L'abbozzo del giudizio universale". Alfieri in questa parodia filosofico-libertina mette alla berlina sottoponendoli al giudizio divino Carlo Emanuele III e la sua corte, l'aristocrazia piemontese e la civetteria femminile. Nel suo diario personale, conosciuto con il titolo di Giornali è raccontato in una prima parte l'ampre tormentato per "l'odiosamata signora" e nella seconda parte è trattata la gloria letteraria, obiettivo perseguito con lucidità dopo la rottura del legame amoroso. Mentre si cura dell'amante malata abbozza la sua prima tragedia, Antonio e Cleopatra, poiché percepisce la somiglianza tra la sua storia d'amore con quella di Antonio e trova nella scrittura poetica uno strumento per superare i propri tormenti. Tuttavia, la mancanza di strumenti linguistici adeguati non gli permette di dare piena espressione alla propria vocazione poetica. Egli si impone di abbandonare il francese e il piemontese a favore dell'italiano, approfondisce con impegno le opere letterarie italiane e riprende lo studio del latino. A Firenze Alfieri fa la conoscenza del degno amore, la contessa d'Albany, che non lo ostacola nel perseguimento delle proprie ambizioni. In questo periodo porta a compimento quelle che sono da lui definite "tragedie di libertà": Virginia, Congiura de'Pazzi, Timoleone. La fase creativa successiva si concentra sul perfezionamento dei motivi delle prime tragedie inseriti in più complessi disegni di trama. Nel 1780 segue la contessa a Roma, dove entra a far parte dell'Accademia dell'Arcadia e compone la Merope e il Saul. La prima mette in scena la passione materna, la seconda presenta la personalità del tiranno biblico Saul, un eroe contraddittorio, tormentato dalla perdita del potere e dalla vecchiaia. Altra importante tragedia è la Mirra, la storia della fanciulla incestuosamente innamorata del padre, ripresa dalle "Metamorfosi" di Ovidio, in cui, tramite la figura retorica della reticenza si prova a far svanire l'ingiusto sentimento, in in climax che conduce al disvelamento finale e al suicidio della fanciulla. Possiamo avere una visione unitaria della concezione alfieriana attraverso due opere esclusivamente politiche: Della tirannide e Del principe e delle lettere. Il trattato "Della tirannide" è composto da due libri in cui l'autore tratta il complesso fenomeno della tirannide esaminando la figura del tiranno, la struttura dei regimi dispotici, la reazione dell'uomo libero e ipotizza in quali modi porre fine all'oppressione. Il primo libro si apre con la dedica alla "divina libertà", unica potenza alla quale Alfieri intende sottomettersi. Definisce il tiranno come un uomo forte e spregiudicato che esercita un potere illimtato ponendosi al di sopra delle leggi. Il raaporto tra chi esercita il potere e chi è ad esso sottoposto si basa sul dominio psicologico del timore. L'oppresso resta paralizzato dalla paura e sviluppa cieca obbedienza e totale sottomissione al tiranno . Il timore diventa instrumentum regni del tiranno. Del principe e delle lettere affronta in tre libri il rapporto tra i letterati e il potere. Nel primo libro Alfieri constata che il principe stima e protegge soltanto coloro che condividono le sue opinioni e gli procurano
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved