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Riassunto dettagliato (capitolo per capitolo) del libro "Fine pena:ora", Sintesi del corso di Italiano

Riassunto capitolo per capitolo del libro di Elvio Fassone "Fine pena:ora"

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Caricato il 08/11/2022

erikachiodi
erikachiodi 🇮🇹

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Scarica Riassunto dettagliato (capitolo per capitolo) del libro "Fine pena:ora" e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! FINE PENA: ORA Una corrispondenza durata ventisei anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l’autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all’ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto della sua giovane età, con il quale il presidente della Corte d’Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi – la parola non sembri inappropriata – di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d’impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda: «se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso era lui nella gabbia». Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis. La corrispondenza continua, con cadenza regolare – caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione, ma non ha mai cessato di interrogarsi sul problema del carcere e della pena. Anche Salvatore è diventato un’altra persona, da una casa circondariale all’altra lo sconforto si fa disperazione fino a un tentativo di suicidio. Questo libro non è un saggio sulle carceri, non enuncia teorie, è un’opera che scuote e commuove, che chiede come conciliare la domanda di sicurezza sociale e la detenzione a vita con il dettato costituzionale del valore riabilitativo della pena, senza dimenticare l’attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato. Uno scambio durato 26 anni e poi bruscamente interrotto: è l'ultima epistola quella che convince il giudice a non spedire e ricevere più lettere: "L’altra settimana ne ho combinata una delle mie. Mi sono impiccato. Mi scusi" si ritrova a leggere il giudice in quello che doveva essere, secondo le volontà di Salvatore, l'ultimo atto di vita. Grazie all'intervento di un agente di custodia, Salvatore riesce a salvarsi. Sono trascorsi davvero troppi anni da quella sentenza e quel carteggio deve finire."Nemmeno tra due amanti è possibile uno scambio di lettere così lungo", commenta. Capitolo 1 Motivazione del suicidio → sul fascicolo di Salvatore c’è scritto fine pena: mai. La tecnologia ha sostituito questa dicitura con l'indicazione anno 9999. Ma il senso dell'eternità senza sbocco rimane intatto. Salvatore ha voluto cambiarlo in. Fine pena:ora tentando il suicidio. Capitolo 3 Il giudice percepisce un clima di guerra dove vince chi prevede una mossa in più rispetto all'avversario: la gabbia dei pentiti deve avere il vetro antiproiettile, il bagno degli imputati deve essere provvisto di oblò, la presunzione di innocenza viene sostituita dalla presunzione di spregiudicatezza, lo sforzo di prevenire crea costrizione e rabbia, la quale crea altra prevenzione e nuova rabbia. Si crea così un circolo vizioso. Questo è imbarbarimento della giustizia o il tentativo di salvare la giustizia dalle barbarie? Tale guerra é stata voluta perché al processo di Milano hanno sparato in aula, a Catania hanno ucciso i familiari dei pentiti, ma il giudice è spaesato; vorrebbe fare il giudice ma si trova in un clima negativo. Capitolo 4 Presa di coscienza da parte del giudice che non sono garantiti gli aspetti essenziali del dibattito (oralità e immediatezza) → il maxi processo, che doveva avere lunga durata, preannuncia invece una durata più lunga Capitolo 5 Presentata la figura di Salvatore → inizialmente non risponde all’appello anche se presente,ma nella seconda udienza capisce che questa strategia non funziona. → pericoloso perché tempo prima aveva tirato fuori di bocca una lametta e si era gettato addosso al magistrato per aggredire. La vicenda si è conclusa con una ferita al braccia di Salvatore e il magistrato era illeso → Il messaggio era chiaro: mi batterò fino all'ultimo sangue e non mi importa se viene versato anche il mio. Ha voluto lasciare apposta degli schizzi sui fogli del processo. → Dopo essersi arrampicato sulle sbarre in un’udienza è stato scortato fuori accompagnato dagli applausi: il giudice ha il potere ma Salvatore il consenso Capitolo 6 La figura del giudice → si sente come il sindaco di una comunità → Ogni giorno deve affrontare molte questioni e si trova diviso tra quello che vorrebbe fare è quello che può fare: alcuni detenuti devono essere accompagnati dal dentista, oppure un parente si presenta ignorando i giorni prestabiliti e dopo il processo ascolta le esigenze dei detenuti → Un giorno tre persone, membri del gruppo al cui vertice c’è Salvatore, incontrano il giudice e gli dicono che apprezzano molto quello che sta facendo → “lei ci tratta da uomini e noi tratteremo lei da uomo”. È una dichiarazione di pace ,ci saranno ancora atti di violenza e di sangue ma la corte è al riparo. Capitolo 7 Primo incontro tra il giudice e Salvatore → chiede un permesso per andare a trovare la madre che sta morendo → anche se nel certificato medico non c’era scritto “immittente morte” il giudice glielo concede (FIDUCIA) → Salvatore torna Capitolo 8 Salvatore si presenta dal giudice ma non ha nessuna richiesta, gli racconta la storia di suo fratello CARMELO. Carmelo passa da reati meno a quelli più gravi, se sopravvivi ad incontri → prestigio, le bande ti accolgono e fai carriera fino a diventare capo Carmelo morto in una sparatoria → Salvatore ha capita che doveva essere lui il prossimo capo L’affermazione “mi chiamo Carmelo” non è una successione, in realtà è una identificazione anche nel nome Salvatore ancora minorenne scala le posizioni e spiega che la sua famiglia è maledetta: o la morte o il carcere. Dice che non c’è alternativa per chi è nato nel Bronx di Catania. A Carmelo è toccata la tomba dei morti sottoterra, a Salvatore quella dei vivi. Capitolo 9 Clima di guerra sembra allentato, ma ci sono alcuni episodi: 1) faida tra clan, un gruppo di detenuti trasferito per motivi di sicurezza e a Salvatore è stato sequestrato un foglio (il giudice allora chiede di rafforzare i controlli). Il presidente vicario che sostituirebbe il giudice ha avuto un incidente e non potrà essere presente per un tempo indeterminato → Il giudice si sente in pericolo 2) Polizza di assicurazione per la vita due giudice, in caso può essere sostituito dal vice che ha assistito a tutto il processo. Le autorità consigliano di fermare il processo fino a quando il vice non si sia ripreso, ma il giudice rifiuta. Ha la sensazione di aver instaurato un patto con i detenuti in base al quale la partita si gioca pulita. Sulla sua scrivania un biglietto rosato che dice “avete fatto la cosa giusta, state tranquillo” Capitolo 10 Creazione di una civilizzazione e un diverso rapporto con i detenuti → processo svolge una funzione pedagogica, la logica prevale sulle urla e sugli insulti, le regole sono formali, puntualità nell’iniziare Salvatore parla con il giudice → se suo figlio fosse nato dove è nato lui probabilmente sarebbe in gabbia. E se Salvatore fosse nato dove è nato il figlio del giudice probabilmente ora sarebbe stato un bravo avvocato (contesto sociale) Capitolo 11 La sentenza → Quando viene pronunciata una condanna all'ergastolo una donna urla assassini, il giudice si rende conto che è vero che così stanno spegnendo una vita anche se dietro lo scudo della legge. Quando legge la condanna all'ergastolo di Salvatore non succede nulla → consapevolezza che per lui è finita mentre per altri iniziava Capitolo 12 Il giudice manda una lettera e un libro a Salvatore → non per lavarsi la coscienza. Libro scelto “Siddharta” perché durante il processo gli è venuta una frase del libro che diceva che “nessun uomo è interamente Sant o interamente peccator” → Spera che leggendo il libro Salvatore dubiterà di essere maledetto e di poter essere madre della sua seconda nascita Il pacco cambierà la vita di entrambi → il giudice può evitare a di concludere una carriera arida e Salvatore confesserà che senza quel pacco e la corrispondenza che ne nascerà avrebbe cercato di uccidersi molto prima Capitolo 13 Capitolo 34 Dopo essere stato lasciato Salvatore ha avuto la febbre per tre giorni → ammette che nel dolore ci sono solo due cose a migliorare la sua vita: Rosi e il presidente. Il presidente pensa a quanti poco lui costi quella corrispondenza e a quanto invece bene ha fatto! Capitolo 36 Il periodo sereno di Salvatore finisce → è stato accoltellato. In carcere ci sono morti per arresto cardiaco o morte accidentale, i suicidi ei morti “da fuoco amico” (ammazzati da altri detenuti) Le direzioni dei penitenziari sono riluttanti ad averlo come ospite, sentono la necessità di misure di sicurezza ulteriori per neutralizzarlo e per proteggerlo. Salvatore → percepito che c’era aria di guai, cerca di starci lontano il più possibile. Salvatore ha 3 possibilità: collaborare, defilarsi, saltare il fosso e denunciare. Noi sicuramente denunceremo, in modo che le autorità mettano in sicurezza l’uomo che la popolazione carceraria sta tramando di uccidere. Ogni piccola anomalia in carcere e sospetta → e il sospetto in carcere è certezza e la certezza e una condanna senza appello. Salvatore e rispettato, ma ciò lo protegge fino ad un certo punto → Un uomo nel padiglione B viene colpito e Salvatore si offre per fare una donazione di sangue. Salvatore scaccia dalla mente il pensiero che il suo gesto può essere visto come ostacolo al progetto della banda Capitolo 37 Il detenuto accoltellato non è morto, ma il carcere risponde trasferendo in massa il reparto di cui fa parte anche Salvatore. Alcuni elementi fanno presumere che Salvatore stia cercando di acquisire una posizione di preminenza rispetto ad altri detenuti. Salvatore afferma che essere servito per prima non significa solo avere un trattamento di favore che spetta ai capi riconosciuti, ma non viene preso in considerazione e la sua richiesta di permesso viene respinta. Il percorso di Salvatore ricomincia da capo, ma nel capitolo 30 riuscirà ad ottenere un incarico importante in cucina (capo portabito) e anche se è facile rubare, non lo fa Capitolo 40 Salvatore riceve una lettera che annuncia che ha ottenuto lavoro presso un fioraio → racconta e difficoltà a vivere all'esterno, difficoltà sia mentali che fisiche Capitolo 41 Il presidente confessa a Salvatore che anche se si scrivono da anni sanno poco l’uno dell altro → gli chiede se crede in Dio Salvatore crede → paragona lui stesso al Signore: anche lui condannato ma poi subito liberato. Si interroga se esiste davvero, se ha accolto l’uomo da lui ucciso Orazio in paradiso Dice che Orazio era più bestia di lui,che l’ha uscio perché altrimenti Orazio avrebbe ucciso lui. Dice che se Dio esiste davvero allora una volta uscito andrà a portare dei fiori alla tomba di Orazio. Capitolo 42 Molto spesso nelle lettere Salvatore parla del dolore dato e avuto. Si affaccia la possibilità di uscire dal carcere e afferma che ha paura che la vita nel carcere gli mancherà, perché passerà così metà della sua esistenza. Capitolo 43 Il permesso è un premio per il detenuto che ha mostrato di accogliere e praticare i valori diversi che lo allontaneranno dal reato, è un modo per agganciare i contatti con il mondo. Per chi vive la reclusione in modo antagonista costituisce una costante minaccia di perdita del beneficio. Si sparge la notizia che Salvatore esce dal carcere e vogliono sfruttarlo come corriere. Lui si è rifiutato, ma le sue chiamate a Catania sono ascoltare e male interpretate causando sospetto. Salvatore confessa al presidente che due suoi parenti fanno parte di clan avversari che vogliono farsi la guerra, così lui si mette di mezzo per fargli fare la pace ed è felice perché lo ascoltano. Ormai è tardi per avvisarlo di non immischiarsi → da quel giorno non avrà più permessi, perso la speranza per la semilibertà Capitolo 44 gli viene tolta la possibilità di lavorare → è stufo di stare in carcere, ha scritto al giudice e se lui non gli darà retta si toglierà la vita. Capitolo 45 il direttore del carcere non gli concede l’articolo 21 perché lo ha dato ad un detenuto, che fuori ha violentato una ragazza → nella costituzione si legge che la responsabilità è personale e non può essere trasferita su terzi. il direttore dice che quando succedono queste cose la stampa gli sta addosso, si tratta solo di aspettare un poco Capitolo 46 In carcere → legge non scritta che stabilisce che non si può fare del male ai bambini e fare l’infame (denunciare i compagni, chi esce non deve recare danno a chi è ancora dentro Colui che ha mandato Salvatore dopo anni alla casella di partenza non aveva rispettato questa regola. Si parla di certezza della pena: il cittadino che tiene una certa condotta deve sapere se essa costituisce reato o no e anche quali sanzioni derivano da essa. La pena è certa quando non è frutto dell'improvvisazione del potente. Certezza della pena significa che il cittadino non delinquente deve essere certo che la pena sarà irrogata in tutto il suo rigore ed espiata in tutta la sua intransigenza. Quindi il direttore di Salvatore è divenuto l’ambito nel quale si infila la presidente psicologica esercitata dall esterno. Le persone si sentono come quelle che hanno accordato la fiducia e quell’ingrato l’ha tradita. Adesso basta per tutti, anche quelli che se la meritano Capitolo 47 Bisogna tenere conto delle disuguaglianze che esistono delle modalità concrete dell’espiazione. 3,5,10,30 anni di reclusione sulla carta sono un numero definito, ma le modalità con cui viene vissuta la vita carceraria vanno a cambiare come questi anni vengono percepiti. Cinque anni restano 5 anni ma possono pesare come 6,8,10. A seconda dell'età dell’edificio, della capienza, dei servizi o dell'affollamento in ragione della presenza di educatori, psicologi, assistenza medica e terapie. 5 anni possono essere più leggeri se sono offerte possibilità di studio, di lavoro, di relazioni con le famiglia e l'esterno, con le istituzioni locali, di fruizione concreta dell'articolo 21. Scoppia nel carcere di Salvatore un disordine e tutti i detenuti che erano stati condannati per fatti di sangue, anche se estranei all'accaduto, vengono trasferiti in blocco. Salvatore perde i permessi, la prospettiva di avere un lavoro, l’articolo 21 e la possibilità della semilibertà in futuro. Poi Salvatore viene a sapere che a Torino si apre una indagine a vasto raggio sulla criminalità di Catania e i collaboratori di giustizia fanno il nome di Salvatore,i pubblici ministeri affermavano la sua estraneità e l'archiviazione ma già solo il fatto che c’è questa indagine in corso comporta il suo trasferimento e una ulteriore chiusura Capitolo 48 Il presidente si rende conto a posteriori che non ha colto molte sfumature nelle lettere dalle quali avrebbe potuto cogliere l’epilogo di quella vicenda. Salvatore viene trasferito a Firenze → stanco di cambiare un carcere, ha chiesto di andare in articolo 21 ma prima deve andare in permesso e per andare in permesso non sa cosa deve fare. Nel carcere precedente → uscito con gli educatori a fare spiagge pulite e gli hanno fatto i complimenti ma non bastano mai. Il carcere → Sembra un giro o dell’oca dove non basta osservare le regole e un lancio di dadi ti può riportare alla casella di partenza. Lui è sereno, ma stanco di stare dietro le sbarre, non sa come ha fatto a resistere → Ha il rifiuto di questo ambiente Ha 50 anni ma nella mente è fermo a 25 quando lo hanno arrestato. La pena può dare frutti, ma se i frutti non vengono raccolti al momento giusti poi rischiano di marcire → Nessuno fuori può vedere se un ergastolano si sia rieducato Capitolo 49 L’indagine in corso coinvolge Salvatore di striscio, il Pubblico Ministero chiede il rinvio a giudizio e a questo processo può essere dedicata solo una udienza al mese. Il presidente del collegio va in pensione prima che il processo finisca è così bisogna cominciare tutto da capo. Dall'inizio dell'indagine erano 25 anni, ora sono 28 anni che Salvatore è in carcere. Salvatore dà sintomi di cedimento ma si mostra ancora reattivo. Salvatore inizia un ribellismo rinunciatario, non chiede più i tre semestri di sconto di liberazione anticipata. Non vuole più andare a processo, ha chiesto al suo avvocato di lasciare perdere. Il presidente cerca di incoraggiarlo, deve reggere la salute perché è abituato alle sofferenze da quando è ragazzo. Salvatore racconta quanto sono importanti i rapporti con l’esterno, racconta di un datore di lavoro dove la moglie e la figlia avevano paura lui, ma dopo averlo conosciuto lo trattavano con rispetto. Quando lo hanno rinchiuso gli hanno portato lo stipendio in carcere e hanno chiesto di parlare con lui ma non gli è stato concesso. Quante volte accade di temere lo sconosciuto, in cui vediamo un pericolo solo perché è ignoto. Comunichiamo con tutti, non accogliamo nessuno. Solo qualche persona semplice si sottrae a questa paura, ma pesa poco sulla bilancia del mondo. Capitolo 50 Il teatro permettete a Salvatore di tenere duro. L’anno precedente non avevano accettato la sua richiesta di fare teatro, ma quell'anno con la scorta ha fatto anche due serate fuori. Recitare per lui è uscire dalla sua esistenza imprigionata, dai lacci della maledizione che secondo lui lo avvolge da sempre. Lui è bravo perché sfoga il suo bisogno accumulato di dire cose mai dette, di vivere le emozioni mai provate. Capitolo 52 Preoccupazione di Salvatore per i 4 nipoti → il padre è in carcere e la madre non riesce a tenerli a bada, il più grande non va già più a scuola Salvatore dice che dovrebbero esserci lui vicino a loro, lo ascolterebbero sicuramente sia con le buone che con le cattive. Sa già che finiranno sulla cattiva strada e si sente impotente Capitolo 53 Una perquisizione nella cella di Salvatore fa rinvenire un cellulare con scheda che comporta il trasferimento in blocco di tutti gli occupanti → vietata l’applicazione di qualsiasi disciplina alternativa o premiale per 6 mesi. Salvatore → estraneo alla situazione, ma tutti vengono puniti indistintamente → sfuma la possibilità di ottenere la semilibertà. Non fa più il capo cuoco, non può più recitare. Fa reclamo ma il tempo di revisione è di sei mesi quando sarebbe praticamente privo di effetti. Salvatore non regge, da di matto e finisce nel reparto psichiatrico. Non dorme né di notte né di giorno a causa delle urla degli altri ospiti e Salvatore alla fine teme di diventare matto sul serio. Il reclamo è rinviata Salvatore non ce l’ha fa più e compie l’insano gesto dell impiccagione. Una Guardia riesce però ad intervenire prima della sua morte. Capitolo 54 Il presidente pensa ad una lettera che Salvatore avrebbe potuto scrivergli prima di suicidarsi ma che in realtà non ha mai scritto. Pensa al suicidio come ad una possibile via di libertà che acquista senso quando la vita non ha più valore. Capitolo 55 A vent’anni salvatore accenno a quella che sarebbe potuta essere la sua vita se il presidente fosse stato suo padre. Ora ventisei anni dopo il presidente deve cercare di fargli da padre, raccontare la sua storia e accompagnarlo ancora e metterlo al riparo dalla sua disperazione.
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