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Riassunto dettagliato Jean Baudrillard, Sintesi del corso di Sociologia Dei Media

!! IL RIASSUNTO NON CONTIENE LA PARTE QUARTA (PENSIERO RADICALE) POICHÈ NON È’ STATA TRATTATA A LEZIONE E NON ERA ARGOMENTO D’ESAME COME DA INDICAZIONI DEL PROF !! Il file contiene un riassunto dettagliato del libro ed è suddiviso capitolo per capitolo e paragrafo per paragrafo (cosa secondo me molto comoda che mi ha aiutato molto a studiare). Tutto il riassunto è stato controllato ed integrato con gli appunti presi durante le lezioni per renderlo il più dettagliato possibile

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 22/05/2022

riccardo-piglia
riccardo-piglia 🇮🇹

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11 documenti

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Scarica Riassunto dettagliato Jean Baudrillard e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! RICCARDO PIGLIA INTRODUZIONE Baudrillard nasce nel 1929 a Reims. E’ stato uno dei maggiori intellettuali degli ultimi decenni, sociologo in parte filosofo e antropologo. Ha insegnato sociologia presso l’Università di Parigi X Nanterre e in quella di Parigi IX Dauphine. Ha collaborato con Liberèration, Le monde, La repubblica. Baudrillard è stato sepolto il 13 marzo 2007 a Montparnasse. Alcuni suoi libri: Il sistema degli oggetti (1968) • Per una critica dell’economia politica (1974) • La società dei consumi (1976) • Lo scambio simbolico e la morte (1979) • Matrix è stata costruito sulle idee di Baudrillard, le registe hanno preso come ispirazione fondamentale i libri di Baudrillard. Nella scena iniziale infatti Keanu Reeves riceve una persona che gli compra un disco pirata che tiene nascosto in un libro, un libro di Baudrillard. Il successo di baudrillard dipende anche dall’etichetta di autore postmoderno che gli viene attribuita dai paesi anglosassoni. Baudrillard, al contario dell’etichetta conferita dagli anglosassoni, non è un postmodermo, infatti non si è mai occupato di post modernità, non si è mai posto il problema su come superare la modernità. Infatti per lui il problema non era tanto uscire dalla modernità quanto l’impossibilità di uscire da essa. Le società moderne, per buona parte dei sociologi (dall’800 a oggi), sono dei sistemi divisi in sottoinsiemi (politica, economia, scienza…) ognuno con un compito ben preciso e contributivo all’azione di tutto il sistema. Baudrillard dice che non è più così—> il modello moderno è imploso e ogni sottosistema ha visto ridursi i propri confini e la sua differenziazione. —> sono nate la “transpolitica”, politica indefinita e senza confini precisi e la “transestetica”. Tutti i sottoinsiemi continuano ad operare ma senza più finalità precise, sono tutti mischiati. Siamo in una modernità bloccata, che prosegue per inerzia ed è condannata alla crescita, una modernità autoreferenziale e dalla quale non si può uscire. Baudrillard non è un postmoderno anche perchè il suo pensiero ha radici nella tradizione sociologica e filosofica europea (francese e tedesca). Il metodo “baudrillardiano” è derivato soprattutto da Walter Benjamin—> le grandi costruzioni sono per forza legate a ogni singolo mattone che è servito per costruirle. Ogni singolo elemento è il cristallo dell’accadere totale. In sostanza Benjamin e quindi Baudrillard pensava che vedere i piccoli aspetti, anche marginali della società sia fondamentale per capirla nel suo complesso. Utilizzare l’ologramma consente di superare la distinzione tra un primo e un secondo Baudrillard, ovvero tra: l’analisi sociologica e maxista dei consumi (primi 5 libri) • quella filosofia e postmoderna • Baudrillard ha sempre cercato di superare il pensiero razionale, un pensiero che vuole rendere reale il mondo e eliminare l’illusione. Il pensiero razionale ha fallito il suo compito, perchè per noi tutto è una simulazione. Per baudrillard tutto è dominato dal paradosso, il pensiero razionale non può tollerare il paradosso, per questo va superato il pensiero razionale. Baudrillard quindi ha cercato di creare un nuovo pensiero in grado di affrontare l’incoerenza del paradosso, un pensiero capace di adottare principi come l’incertezza (tutto si mescola) e la reversibilità (poter tornare indietro) ==> da vita al pensiero radicale. Il pensiero radicale è un pensiero che tenta di portare all’estremo la simulazione. Anche in questo caso Baudrillard riprende Benjamin sul concetto di analisi della realtà non tramite il lavoro esercitato dalla ragione umana ma portando quest’ultima all’eccesso. Entrambi quindi si differenziano dall’analisi critica portata avanti da altri sociologi quali Marshall, McLuhan … Il pensiero critico ha l’obbietivo di analizzare, interpetare e spiegare mentre il pensiero radicale di Baudrillard pone una sfida all’oggetto e all’evento sul loro terreno: quello dell’ironia, dell’indifferenza, del male. Quindi anzichè tentare di “restituire il reale” (pensiero razionale), occorre affidarsi al pensiero radicale che affronta l’oggetto e l’evento, cercando di rispettarne la ricchezza. Baudrillard ha tentato di trasformarsi in una specie di “agente provocatore” che utilizza l’illusione per combattere l’illusione. Vale a dire che, in una società che tenta di cancellare il negativo (l’imperfezione e la morte), il pensiero deve valorizzare la legge della reversibilità. Una legge che faccia convivere il bene e il male, la vita e la morte. Baudrillard non si è limitato a formulare il suo pensiero radicale ma l’ha anche applicato a degli oggetti (un qualcosa che può assumere tante forme). Sono oggetti che si impongono con la loro evidenza nella cultura di massa. PARTE PRIMA: LE MERCI OGGETTO Libro il sistema degli oggetti, inizialmente non era un libro ma una tesi di laurea. Non venne gradito perchè per la prima volta gli oggetti vengono trattati come simbolo di un conmsumismo sempre più dialagante. La tesi centrale del libro è l’idea che all’interno delle società capitalistiche avanzate, il mondo degli oggetti fisici e delle merci si presenta come un insieme di segni e come un vero e proprio sistema di comunicazione. Vale a dire che esso funziona come uno dei diversi linguaggi che gli esseri umani utilizzano nella loro esistenza, grazie al quale possono esprimersi e comunicare la loro specifica posizione nella società—> gli oggetti funzionano come un linguaggio. A Baudrillard interessava comprendere lo sconvolgimento nell’esistenza delle famiglie occidentali causato dall’arrivo dei beni di massa. Baudrillard passa dalla concezione del termine oggetto come una semplice merce ad una concezione più ampia, ovvero tutto quello che tende a contrapporsi all’essere umano, che lo sfida. L’oggetto diventa più forte del soggetto (fragile perchè desidera) e può vendicarsi del ruolo passivo che ha sempre avuto. Agli umani non resta quindi che trasformarsi a loro volta in oggetti. SISTEMA DEGLI OGGETTI Lo sviluppo dei consumi di massa porta, negli anni 60, il passaggio ad un’organizzazione degli ambienti domestici basata principalmente sulla presenza di oggetti funzionali e tendenti all’autonomia. Gli oggetti ora non sono più simboli di famiglia e l’individuo di conseguenza era più libero dai legami familiari, si tratta però di una libertà parziale perchè basata sulla possibilità dell’oggetto di operare attraverso una determinata funzione—> gli esseri umani venivano liberati solamente quando fruivano di di nuovi oggetti funzionali. I nuovi oggetti non perdeva il significato e venivano consumati su un piano puramente comunicativo. I beni danno vita ad un sistema culturale che, permettendo agli individui di consumare dei segni, esprime le posizioni e le differenze sociali. Tradizionalmente il consumatore andava verso i beni spinto da dei bisogni, per Baudrillard questi bisogni risiedono al di fuori dell’individuo e la loro origine si trova all’interno delle attvità comunicative svolte dalle imprese. Queste attività influenzano i comportamenti dei consumatori valorizzando l’utilità dei beni e trasformando perciò il valore d’uso in un concetto ideologico che serve a facilitare l’attività economica—> qualsiasi bene per poter essere scambiato sul mercato deve essere prima riconosciuto come qualcosa di utile. Le merci sono in grado di attribuire al mondo del consumo un carattere di illimitatezza. La capacità comunicativa delle merci non solo è attiva all’interno della merce stessa ma si esprime soprattutto all’interno delle specifiche situazioni sociali. I beni di consumo ora sono diventati ancora di più autonomi e in grado di dialogare coi consumatori. Alcuni oggetti hanno significati comunicativi maggiori di altri, l’oggetto antico per esempio significa il tempo. L’oggetto di funzione della merce hha perso significato con la comparsa degli oggetti multifunzionali. Baudrillard ha affermato che il sistema degli oggetti non esiste più. La società crea dunque forme simboliche e simulazioni con le quali si relazionano gli individui. Le forme simboliche acquistano sempre più importanza nella società dunque il mondo tende a trasformarsi nella rappresentazione di se stesso. La visione di Baudrillard e Durkheim è simile ma hanno adottato due metodi diversi: il primo prendeva una posizione netta, il secondo invece cercava di adottare un metodo scientifico. Per questo Baudrillard critica spesso simulazione e simulacro. Baudrillard “il mondo è un immenso sistema di segni totalmente equivalenti perchè hanno perso ogni legame con la realtà” Tali segni non sono più in grado di dare vita a significati comprensibili. Ne deriva che la ragione umana tende a partecipare in una crisi drammatica. Baudrillard quindi ha preso le distanze dai concetti chiave della semiotica che aveva utilizzato in precedenza. Per la semiotica il segno ha una struttura ternaria in cui c’è un significante che indica un referente e rimanda ad un significato Questa struttura oggi è saltata: emancipazione del segno, si svincola dall’esigenza arcaica che aveva da designare qualcosa e diventa infine libero per un gioco strutturale o combinatorio secondo un’indifferenza e un’indeterminazione totale. 4 ordini di simulacri: contraffazione - epoca pre industriale - basato sull’immagine e sull’imitazione • produzione - epoca industriale - fondato sull’energia e sulla forza • simulazione - epoca digitale - basato sulla logica del codice e dell’informatica, epoca digitale • stadio frattale o virale (individuato e aggiunto solo in un secondo momento rispetto agli altri 3) • Un valore che dilaga in tutti gli spazi sociali e non ha più equivalenze, rendendo impossibili valutazioni/ misurazioni. La modernità ha iniziato a vedere la realtà come qualcosa che esiste di fronte a chi guarda e ha sviluppato il desiderio di dominarla. I primi media hanno rafforzato questo processo. I giornali hanno assunto subito il compito di dare vita a forme di rappresentazione della realtà. La realtà è diventata così non più soltanto quella vista dall’occhio umano ma anche quella presentata dai media. Gli strumenti elettrici di comunicazione hanno intensificato l’operazione di rappresentazione e astrazione della realtà. La simulazione crea una disintegrazione della realtà che va imputata alle modalità comunicative dei media. Il messaggio passa di medium in medium e facendo così si indebolisce. Daniel Boorstin: i media producono “pseudoeventi”, avvenimenti artificiali, i quali anche se nascono dai media sembrano essere più naturali di quelli reali, vissuti come esperienze impoverite. Baudrillard riprende Boorstin e dice che a causa dei media è difficoltoso distinguere tra realtà e riproduzione. Il messaggio diventa più reale della realtà, più vero del vero, cioè iperreale. Baudrillard non voleva dire che la realtà fisica è scomparsa, ma è il suo principio che è morto Le rappresentazioni dei media hanno sostituito la realtà perchè più convicenti e affascinanti, l’evoluzione dei media sembra spingere la nostra società verso una confusione tra reale ed immaginario. E’ in atto il passaggio alla cosiddetta “fase video”, che sostituisce la “fase dello specchio”, in cui per la prima volta il bambino vede la sua immagine corporea allo specchio. Lo schermo elettronico è uno schermo che invita a superare la distanza tra l’osservatore e la scena per immergersi al suo interno. Fenomeno di base della vetrinizzazione in cui gli individui si mettono in mostra, fanno la pubblicità di se stessi. Il mondo digitale diventa quindi la vera realtà, in realtà è un illusione, la vera realtà è ciò che sta al di fuori della telecamera. UTOPIA Baudrillard prende spunto dal 68 francese che gli consente di vedere Da Vinci lo scoppio di un fenomeno sociale di notevole intensità e lo sviluppo di quelle rivendicazioni utopiche che da esso provenivano. In seguito dice che le richieste utopiche dei giovani del 68 vengono iperrealizzate dalle società capitalistiche. Concetto presente in tutta la storia delle civiltà umane. L’idea di utopia si fa risalire alla “Repubblica” di Platone in cui creava una società ideale in cui i valori si realizzano. Il rinascimento è il periodo in cui il concetto di Utopia circola di più. Il testo più importante però è l’utopia di Tomas Moore in cui immagina un’isola in cui tutto è perfettamente realizzato. Baudrillard parla di America, ne era molto affascinato, in un omonimo libro strutturato come una specie di diario scritto in uno dei numerosi viaggi in America. L’America per lui non è ne un sogno ne una realtà, è un’iperrealtà ovvero una realtà più forte, più autentica. E’ un’iperrealtà perchè è un utopia realizzata. E’ un’utopia incarnata, di una società che si regge tutta sull’idea di essere la realizzazione di tutto ciò che gli altri hanno sognato: giustizia, abbondanza, ricchezza, libertà. Gli americani hanno coltivato un’idea concreta di felicità che rappresenta una sfida al senso e alla profondità. Gli europei hanno uno sguardo differente rispetto a quello degli americani, uno sguardo che è frutto di consapevolezza di aver vissuto una lunga storia ma allo stesso tempo di non aver saputo realizzare i propri ideali. Gli europei guardano gli americani cercando di darsi spiegazioni in grado di giustificare la loro straordinaria capacità di alimentare la società con un’idea concreta di felicità. A baudrillard premeva denunciare questa cosiddetta realtà ingannevole per gli esseri umani Sviluppa una serie di paragoni tra l’America e il mondo Disney. Parla dunque del mondo Disney e di come abbia creato una città ideale: Disneyland e Disneyworld L’America ha bisogno che il mondo Disney esista per far credere per differenza che quello che sta fuori è reale mentre quello che sta dentro è finzione. Non è così però perchè “Disneyland è lì per nascondere che il paese reale, tutta l’America, non sono altro che Disneyland Quindi per Baudrillard tutta l’America è come Disneyland: iperreale, cioè più reale del reale e dunque non reale. L’America è come i parchi Disney, anche perchè in questi domina una morale puritana, al loro interno infatti sono vietati alcolici e vigono alcune regole da rispettare. Un’altra caratteristica è l’asetticità espressa dalla figura di Topolino, che porta guanti bianchi e non ha organi sessuali e non ha mai avuto contatti con Minnie, e che richiama l’asetticità del corpo umano. C’è una leggenda che Walt Disney sia stato congelato sotto il castello di Biancaneve e per Baudrillard questo è la metafora del mondo infantile e surgelato che ha creato. Dunque i parchi Disney sono utopie sociali realizzate, non compaiono le cose negative quali povertà e problemi di sostenibilità, c’è infatti una visione positiva della scienza e della crescita economica e sociale illimitata. Come Main Street, la cui elevata coerenza espressiva cerca di contrapporsi al caos delle architetture cittadine. Dato il successo di questi piccoli mondi perfetti Disney costruisce anche una città, Celebration, città con diversi stili di case in cui si crea una comunità chiusa con regole rigide e costanetemente sorvegliata da agenti in borghese e telecamere nascoste. Parla poi di Biosfera 2, un’enorme cupola collocata nel deserto dell’Arizona, era serra con una biosfera controllata in cui c’era la possibilità di vivere in questo mondo autosufficiente. A proposito di questo Baudrillard dice che era un sogno illusorio basato su una museificazione della specie umana e dunque un anticipazione della sua scomparsa. Oggi tutto è museificato e dunque privato di vita. In America non c’è la storia, non c’è una profondità. A Los Angeles i deserti sono così affascinanti perchè non hanno profondità, rimane tutto in superficie proprio come nelle città americane. Baudrillard dice che le città in America sono deserti mobili, non c’è movimento, c’è simulazione. In Europa per mancanza di territorio la modernità ha perso la sua dimensione orizzontale e si è sviluppata dunque attraverso uno spazio verticale e cronologico. In America la presenza di un vasto territorio ha permesso di realizzare l’utopia. L’America è la versione originale della modernità, noi siamo la versione doppiata. Non siamo più nella società dello spettacolo, divenuta essa stessa un concetto spettacolare. L’America può sognare di essere libera da vincoli e conflitti, mentre l’Europa è destinata fare i conti con catastrofi e i limiti imposti dalla sua storia. Disneyland era ancora uno spettacolo, folclore, produceva un effetto di distrazione e distanza. Disney si sta impadronendo oggi di tutto l’universo reale per integrarlo nel suo universo in cui Disney tende a nascondere il tempo, sincronizzando tutte le epoche e culture nello stesso scenario; crea il tempo reale, puntuale, unidimensionale. Il tempo reale di Baudrillard è un tempo dove anche gli eventi vengono virtualmente realizzati, ma che di fatto porta all’impossibilità di una loro vera realizzazione. E’ dunque un tempo che fornisce l’illusione dell’attualità e della contemporaneità e allo stesso tempo dissolve tutti gli eventi. Il tempo reale quindi non esiste, nessuno esiste in tempo reale, niente ha luogo in tempo reale. MEDIUM (!!) Recensione al libro di McLuhan “la maggior parte del tempo il contenuto ci nasconde la funzione reale del medium” Il messaggio della tv non sono le immagini trasmesse ma i modelli di relazione e percezione che impone McLuhan “il medium è il messaggio”: ogni medium esercita effetti che derivano dal suo funzionamento e non dai contenuti dei messaggi Non è in quanto veicoli di un contenuto bensì per la loro forma La centralità del ruolo del montaggio all’interno dei messaggi dei media era già stata evidenziata da Benjamin per il quale il cinema ha introdotto con il suo linguaggio dinamico una forma di comunicazione diversa da quella dell’arte e che si è diffusa presso gli altri media. Baudrillard ha ripreso da Benjamin anche l’idea che la ricezione dei messaggi avvenga in una concezione di distrazione. Per il filosofo tedesco infatti “la massa distratta fa sprofondare nel proprio grembo l’opera d’arte”. Libro all’ombra delle maggioranze silenziose: le masse non oppongono ai messaggi mediatici delle strategie di resistenza basate sull’interpretazione. Non cercano di attribuire ai messaggi dei propri significati ma esprimono la loro indifferenza, accettano freddamente ciò che viene inviato a loro e lo fanno scivolare in uno spazio caratterizzato da indeterminazione. Nelle società avanzate la popolazione non si presenta più come un insieme di gruppi sociali organizzati e differenziati ma come un gruppo anonimo il cui potere deriva dalla sua destrutturazione. La popolazione è composta quindi da individui che si rifiutano di fare il loro lavoro di cittadini e consumatori e quindi non consentono alla società di funzionare in maniera efficace. Il sistema sociale infatti ha bisogno della partecipazione delle masse per poter funzionare e queste sono costantemente bersagliate di inviti a collaborare, ma esse si disinteressano da tutto. I media vengono utilizzati proprio per far funzionare questo meccanismo, ovvero per dare la parola alle masse, per far sì che queste possano esprimersi . L’eccesso d’inviti di questo tipo produce però un effetto di segno opposto. Le masse si comportano come un vero e proprio buco nero che rifiuta tutto ciò che riceve. Per questo secondo Baudrillard le masse sono un medium più forte di tutti i medium: “si danno i loro messaggi, non vogliono segni, idolatrano il gioco dei segni e degli stereotipi, idolatrano tutti i contenuti, purchè si risolvano in una sequenza spettacolare. Ciò che rigettano è la dialettica nel senso.” Baudrillard sembra voler negare la tesi di McLuhan ma aveva ben presente che il medium fosse il messaggio. Infatti sosteneva anche che: “I media, tutti i media, l’informazione, tutta l’informazione, giocano nelle direzioni: in apparenza producono più sociale ma in profondità neutralizzano i rapporti sociali e lo stesso sociale.” Riporta quindi i media ad un ruolo primario assegnandogli la capacità di mettere in crisi la struttura sociale. Ciò non l’ha portato a sviluppare quella concezione determinata delle tecnologie di cui McLuhan è stato accusato. Anzi ha cercato di estremizzare la formula di McLuhan portandolo al suo limite più avanzato. Con la formula di McLuhan si indica la fine del medium e quella del messaggio. COMUNICAZIONE (!!) Anche qui presi in considerazione Benjamin e McLuhan. Dal secondo Baudrillard riprende il concetto di tatto: per lui non è quello attraverso le mani ma tutto ciò che entra in contatto con tutta la pelle. Il tatto è il corpo. La TV è tattile perchè parla al corpo, e quella dello stato la differenza è minima. 29 maggio 1985 stadio Heysel di Bruxelles Juventus- Liverpool: ci furono 39 persone morte, di cui 32 italiane e oltre 600 feriti. Prima della finale gli hooligan hanno caricato i tifosi avversari e i poliziotti belgi bloccavano la fuga verso il campo degli italiani. Gli italiani sono dovuti arretrare contro un muro che è crollato per il peso. L’evento è stato visto in diretta da milioni di persone di tutto il mondo grazie alle telecamere delle reti televisive. Per Baudrillard sembrava fosse stata òa televisione stessa a generare lo scoppio della violenza a causa della presenza all’evento. Per Baudrillard alcuni spettatori (tifosi inglesi) si sono trasformati in attori. Sono diventati cioè protagonisti dell’evento, sostituendo quelli ufficiali (calciatori) davanti alle telecamere. Hanno portato ciò che viene sempre chiesto loro: partecipare intensamente alle situazioni presentate dai media, realizzare le esperienze. Gli spettatori presenti allo stadio hanno offerto uno spettacolo, uno spettacolo cruento e in quanto tale disapprovato socialmente, offerto solo per sbaglio come esito accidentale di un errore. Ma comunque uno spettacolo offerto ad un pubblico e addirittura in mondovisione e sfruttando subdolamente la grande fascinazione che la violenza esercita sull’inconscio delle persone. Heysel è stato terrorismo di Stato per il ruolo della polizia belga ma anche per le politiche di molti Stati che portano alla disperazione intere categorie sociali. O che come nel caso degli hooligan spingono gruppi ad agire per conto loro all’estero. Il processo di civilizzazione ha portato gli Stati ad evitare di farsi la guerra anche incanalando la violenza verso il loro stesso popolo. Per Baudrillard questo è il risultato della nuova fase della transpolitica. Per Baudrillard nel 2004 c’è stato un salto di qualità con le foto scattate sai militari Usa sulle torture inflitte ai prigionieri del carcere di Abu Ghraib in Iraq. Nell’attentato alle twin towers l’11 settembre 2001 la sfida simbolica proveniva dall’esterno degli Stati Uniti, adesso tale sfida arrivava dall’interno (i loro stessi militari) del sistema e dunque era più impegnativa. Ciò trasformava l’America in uno stato terrorista. Scrive un articolo Pornographie de la guerre in cui dice che non c’è più bisogno del giornalista embedded (incorporato nelle truppe) come nella Guerra del golfo, ora sono gli stessi soldati a produrre immagini che vanno ad integrarsi nella guerra. Per baudrillard la guerra è pornografica perchè non riesce a essere solo se stessa, a uccidere le persone, ma diventa anche oscena. Come succede a tutte le immagini circolanti non riescono più a rappresentare la realtà. Costrette a mostrare tutto, a rendere esplicito e trasparente, hanno perso la capacità di comunicare. La rappresentazione prevedeva uno sguardo distante rispetto ad una messa in scena ma ora non c’è più nessuna scena. Come nella porngrafia, dove il corpo viene svelato, mentre la sessualità si basa su un linguaggio allusivo. Si può parlare di terrorismo di stato anche per gli effetti esercitati dalla globalizzazione, che ha reso il sistema occidentale maggiormente vulnerabie. Paradossalmente, più tale sistema si concentra fino a dare vita un unica rete più diventa fragile e vulnerabile. Ma la sua vulnerabilità deriva per Baudrillard soprattutto dalla disgregazione delle strutture che organizzavano la cultura delle società occidentali. Dalla disgregazione cioè di quella struttura a concetti contrapposti che era stata individuata dagli strutturalisti e che consente la generazione dei significati. Anche il negativo non è più separato dal positivo e ciò crea la possibilità di una strategia mimetica. I terroristi possono utilizzare gli stessi strumenti della società ma possono anche vivere come le persone comuni. Ne consegue che se improvvisamente si sono trasformati in terroristi ciò può accadere a chiunque, divent difficoltoso individuare un terrorista tra tanti non- terroristi.Il terrorismo è efficace oggi anche perchè non può essere isolato dalla cultura che combatte, “il terrorismo come i virus è dappertutto”. All’ombra delle maggioranze silenziose, ovvero la morte del sociale: il sociale sta scomparendo e la responsabiltà di ciò è da imputare in gran parte alle masse che si rifiutano di fare ciò che la società chiede loro. Le masse devono essere considerate affini al terrorismo, il quale come esse è privo di rappresentatività sociale o di classe. Il terrorismo perciò ci appare insensato, il terrorismo attuale, iniziato con la presa degli ostaggi non ha più alcun obiettivo ne un nemico determinato Se non fosse così si tratterebbe di semplice banditismo o di un’azione militare di commando. Invece l’atto terroristico sembra voler sfidare il senso e la ragione. SPIRITO DEL TERRORISMO Le società occidentali hanno costruito il loro successo facendo promesse di benessere e felicità. Ciò le ha portate a rimuovere le negatività e sopratutto la più estrema di queste: la morte. Per baudrillard la morte non può essere cancellata. E’ una realtà non eliminabile dell’esistenza umana, come il male, che deve comunque manifestarsi per bilanciare il Bene. Analizza ancora l’episodio dell 11 settembre. Shock per il mondo occidentale. L’attentato del 2001 ha riportato la morte in primo piano e ha mostrato che erano ancora possibili eventi forti. Rimossa a lungo, la morte, quando si è ripresentata, è stata percepita come inaccettabile, priva di senso. I terroristi hanno potuto impiegarla in seguito per lanciare una sfida simbolica al sistema sociale. “I terroristi fanno della loro morte un’arma assoluta contro un sistema (quello occidentale) che vive dell’esclusione della morte, che ha eretto a ideale l’azzeramento della morte”. Secondo Baudrillard questo è lo spirito del terrorismo. La morte dei terroristi è un’arma efficace perchè più potente di quella reale, in quanto simbolica e sacrificale. I terroristi hanno un modello culturale opposto alla società occidentale, non si comprende. Si sposta la morte su un piano simbolico e la si porta in un ambito in cui vige la regola della sfida e del rilancio. Dunque, dove ad una morte si può rispondere solamente mediante una morte uguale o superiore. La morte simbolica è una morte che viene portata all’estremo, una morte di pochi ma alla quale non si può rispondere se non con una morte altrettanto intensa. Pertanto la strategia del terrorismo è di portare il sistema sociale a suicidarsi in risposta alla sfida del proprio suicidio. Le twin towers sono sembrate suicidarsi con un atto che rispondeva al suicidio dei terroristi e dei loro aerei. Ciò è un problema per il sistema occidentale, che non può arrivare alla sua scomparsa definitiva. Ha potuto suppo Molti hanno accusato Baudrillard di giustificare con le sue idee il terrorismo. “Sfidare il sistema con un dono al quale non possa rispondere se non con la propria morte e il proprio crollo”. “Bisogna che il sistema stesso si suicidi in risposta alla sfida moltiplicata Era l’epoca della strage delle Olimpiadi di Monaco del 72 e di gruppi terroristici come la RAF e le Brigate rosse. Baudrillard poteva intravvedere quello che sarebbe successo in seguito. Ha affermato che contro il terrorismo non bisogna: “creare istituzioni solide ma mettere in scena una cultura sacrificale, eccentrica e senza domani quanto gli ti del terrorismo. Una festa contro l’altra. Il terrorismo è una specie di pubblicità omicida che tiene in sospeso le fantasie, può essere scongiurato solo da un effetto pubblicitario ancora più grande”. Le twin towers sono diventate bersaglio del terrorismo a causa della loro natura fortemente espressiva. Erano il simbolo del capitalismo economico e finanziario più avanzato; allo stesso tempo però esprimevano anche un legame con il codice binario dell’informatica e le possibilità della clonazione genetica. Baudrillard parla delle Twin Towers gia 25 anni prima del 2001. Ha visto che questi edifici rendevano evidente con la loro natura gemellare l’impossibilità di rappresentare perchè rispecchiandosi l’uno dell’altro rimandavano solo a se stessi. Erano puri simulacri, privi di riferimenti a un referente o ad un originale. Con l’attentato dell’11 settembre si è aperta una nuova fase nel rapporto tra media e realtà, una fase in cui è sempre meno possibile operare una distinzione tra media e realtà. Le immagini tv dei due Boeing hanno una tale forza che sembravano tratte da un film di Hollywood. Apparse infinite volte nelle immagini dei media, le due torri sembravano continuare ad appartenere ad esse. Alcuni hanno pensato che ciò invalidasse la tesi di Baudrillard sulla realtà come simulazione. La nuova fase sociale di commistione tra media e realtà è iniziata prima del crollo delle Twin Towers. Già da tempo la realtà si confondeva con la sua rappresentazione. Con la tragedia dell’11 settembre cè stata la conferma che immaginario e reale sono in una rotta di collisione. La realtà si è trasferità dentro lo schermo per annullare L’attentato alle twin towers ha rimesso in primo piano sulla scena sociale la forza del simbolico. Ha preso cioè evidente l’importanza del simbolico non solo nelle “società primitive” ma anche in quelle odierne. Il concetto di simbolico di Baudrillard era distante da quello di Lacan. Per Lacan il simbolico era uno spazio d’azione primario degli esseri umani. In esso sono depositati i simboli Per Baudrillard il simbolico è una forza devastatrice, una specie di pulsione primordiale che sfugge totalmente al controllo della ragione umana. Si spiega così perchè pensasse che il dono che i terroristi suicidanosi fanno sella propria vita appartenga al simbolico. Si differenzia dallo scambio economico, in quanto non si può ricambiarlo. Oggi il simbolico per Baudrillard si manifesta in occidente soprattuto nella forma estrema del terrorismo. Paradossalmente, poichè il reale Come si è visto però anche un evento clamoroso e inimmaginabile come il crollo delle Twin Towers non può trasformarsi in qualcosa di reale. Rimane in quella condizione ambigua che fonde Ciò contribuisce a rendere il simbolico ulteriormente poco comprensibile per chi è cresciuto nella cultura occidentale. Che non può disporre della capacità dei rituali sacrificali tipici delle società primitive di rendere accettabile la morte. La concezione del risentimento che è condivisa nella cultura occidentale non arriva al punto di prevedere il suicidio. Le religione arcaiche invece hanno impiegato i sacrifici rituali per proteggere le socetà dalla loro stessa violenza. Attraverso lo sviluppo del processo di civilizzazione ci siamo liberati dell’idea di sacrifico. Dunque anche della posibilità lottare contro la violenza presente nelle società che tale idea poteva offrirci. RICCARDO PIGLIA
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