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Riassunto dettagliato su Abelardo ed Eloisa, Sintesi del corso di Italiano

Riassunto dettagliato su Abelardo ed Eloisa

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 05/11/2018

sofia.broggi
sofia.broggi 🇮🇹

4.5

(31)

21 documenti

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Scarica Riassunto dettagliato su Abelardo ed Eloisa e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! ABELARDO ED ELOISA Abelardo (1079-1142) Eloisa (1099 -1164) È stato uno dei massimi logici e teologici del Medioevo. Fin da giovanissimo mostrò di avere un intelletto molto acuto. Rinunciò a ereditare il titolo nobiliare paterno e si dedicò allo studio. Com’era d’uso all’epoca, girò per le scuole migliori della Francia settentrionale e riuscì a inimicarsi vari maestri confutandone le teorie. Quando era già famoso come logico, decise di studiare teologia. Il profilo di Eloisa che traspare dalle lettere è di una donna giovane, bellissima e di eccezionali doti intellettuali, doti che fecero "perdere la testa" persino a uno dei più illustri maestri del XII sec. Viene presentata come colei che "ama fino ad abbandonare il mondo per volontà del crudele amante". Ma a differenza di Abelardo le sue lettere sono molto più profonde e meno distaccate, senza pentimento, ma, bensì, con rimpianto; sono le lettere di una donna che non ha mai smesso di amare. Eloisa non ha ancora compiuto diciassette anni; suo zio Fulberto decide che la sua cultura sarebbe stata ulteriormente arricchita delle lezioni del più celebre maestro di Parigi, il bretone Abelardo. La loro storia ha inizio nel 1116 nella capitale francese. Abelardo si innamora perdutamente della sua allieva. «Eloisa aveva tutto ciò che più seduce gli amanti» -scrive Abelardo, che per starle più vicino chiede addirittura di andare a vivere da Fulberto. Il canonico, ingenuamente, accetta con entusiasmo di avere sotto il suo tetto il maestro più insigne di Parigi quale insegnante della nipote. Ben presto anche la fanciulla si arrende alla passione. Abelardo compone per Eloisa struggenti poesie d'amore che giungono all'orecchio dei suoi studenti e si diffondono in tutta Parigi, diventando popolarissime. Fulberto, aperti finalmente gli occhi, caccia subito di casa Abelardo. Ma Eloisa rimane incinta. Quando lo comunica, per lettera, ad Abelardo, questi decide di portarla via con sé, in Normandia. Approfittando di un'assenza di Fulberto, Abelardo rapisce la sua amata e la ospita nella casa di famiglia. Qui, alla fine dell'anno 1116 partorisce un figlio, al quale viene dato il nome di Astrolabio (rapitore delle stelle). Abelardo, sentendosi in colpa, decide di riparare il male che pensa di aver fatto a Fulberto. Si dichiara disposto a sposare Eloisa, a condizione che il matrimonio rimanga segreto per non danneggiare la sua carriera. Egli infatti non è solo docente, ma è anche chierico, perciò non può sposarsi. Tornati a Parigi, Eloisa e Abelardo si sposano in presenza di Fulberto e di pochi amici, senza rivelare pubblicamente il matrimonio, ma presto la famiglia di Eloisa divulga la notizia. I due negano subito il fatto, ma per evitare scandali Abelardo manda Eloisa nel monastero di Argenteuil dove era stata educata. I parenti pensano che Abelardo abbia costretto Eloisa a farsi monaca per liberarsi di lei e decidono di vendicarsi: una notte, mentre Abelardo dorme nella sua casa, tre uomini lo aggrediscono e lo castrano. In seguito due di essi verranno catturati e, secondo la legge del taglione, accecati ed evirati a loro volta, mentre Fulberto, il mandante dell'aggressione, verrà solo sospeso dai suoi incarichi. Da questo momento le loro strade si separeranno e i due amanti non si rivedranno mai più. Due drammi paralleli si svolgeranno insieme: Eloisa prende i voti e trascorre il resto della sua vita in convento; Abelardo, diventato eunuco, ritorna alla sua vita accademica ed ecclesiale, godendosi la fama di grande maestro. Quando Abelardo è ancora abate di Saint Gildas, in Bretagna, capita per caso nelle mani di Eloisa una sua lettera in cui narra a un amico le proprie sventure. Eloisa gli scrive ricordandogli i tempi della loro passione, che in lei non si è mai spenta, gli grida il suo amore che arde come allora. Gli ricorda: «Non ho voluto soddisfare la mia volontà e il mio piacere, ma te e il tuo piacere, lo sai bene». Abelardo rimane profondamente turbato, scosso da questa novità inattesa. Egli ormai trova conforto solo nei grandi successi nel campo culturale. Le risponde: «Io adesso sono circondato anche nell'anima», indicandole la preghiera come unico rimedio alla tempesta dei sensi. Nei suoi ultimi anni Abelardo è ospitato nel convento di Cluny da Pietro il Venerabile. Da qui scrive a Eloisa, eletta badessa del Paràclito: «Mi vedrai presto, per fortificare la tua pietà con l'orrore di un cadavere e la mia morte, ben più eloquente di me, ti dirà che cosa si ama quando si ama un uomo». Abelardo chiede all'amata di seppellire il suo corpo nel cimitero del Paràclito. La notizia della sua morte, avvenuta il 21 aprile 1142, è data a Eloisa, che accogli le spoglie dell’amato nel cimitero da lui prescelto. Alla sua morte, il 16 maggio 1164, anche Eloisa vuole essere sepolta nello stesso luogo: una romantica leggenda riferisce che le braccia del cadavere di Abelardo si aprissero nel momento della deposizione della moglie. ofia Broggi PAGE 3
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